Pd, Renzi e Bersani al ballottaggio per prendersi il

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Pd, Renzi e Bersani al ballottaggio per prendersi il
Settimanale gratuito di Roma e del Lazio - Anno 1 - Numero 36 - 28 Novembre 2012
Play Time
Nina Zilli conquista
l’Auditorium:
“L’amore è musica”
Sede Amministrativa e Commericiale:
Via Nettunense Km 0.800-0.900 n. 63
00040 Frattocchie (RM)
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a pag 23
www.lecitta.it
Pd, Renzi e Bersani al ballottaggio per prendersi il centrosinistra
Pdl, ex An e giovani vogliono le primarie: “Non si torna indietro”
alle pagg 2 e 3
L'occasione perduta
di Ciocchetti
lla politica oggi si chiede chiarezza.
E soprattutto coraggio. Ogni riflesA
sione non può prescindere da questa
prima considerazione. Il centrodestra è
in una fase necessaria di riorganizzazione, il centrosinistra si è rianimato
grazie a un giovane Renzi che presto si
dissolverà come una bolla di sapone.
Ciò che appare a dir poco singolare, in
questa fase complicata della politica italiana, è l'atteggiamento dell'Udc e del
suo leader Pierferdinando Casini. Da
oltre trent'anni non muta la sua strategia nonostante siano cambiati i tempi.
Anche questa volta, Casini è in attesa di
collocazione con la sua costituenda
Lista per l'Italia, gioca a fare l'incognita
mentre i sondaggi dell'ultima settimana
gli riconoscono una scivolata al 3,5 percento che la dice lunga su quanto poco
stia pagando, adesso, il solito stare alla
finestra prima di salire sul carro del
vincitore.
segue a pag 5
La Lente
Roma Capitale
Abilmente diversi
Storie di vita quotidiana
tra scuola, centri diurni
e... una pizzeria
Caro Andrea... Lettere
dal mondo della scuola
al giovane suicida
dai pantaloni rosa
alle pagg 7, 8 e 9
3P
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alle pagg 10 e 11
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Marco Del Greco:
“Al mio Roma Guitar Festival
giovani artisti per una nuova
idea di cultura”
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alle pagg 18 e 19
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Via Prenestina Nuova 133
00036 - Palestrina
(RM)CO.GE.PRE
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2
LE CITTA’
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Domenica ballottaggio nel centrosinistra: scontro finale tra Renzi e Bersani
Il rottamatore contro l'usato sicuro
primarie pd... dallo sfasciacarrozze
n. 36 - 28 Novembre 2012
ave ce
Torna pure Geronz
e tra tutti salv
di riCCardo Manai
primo round si è chiuso. Fuori il
Ito,lterzetto
Vendola-Tabacci-Puppasul ring di queste primarie di centrosinistra restano ora Renzi e Bersani. Due protagonisti annunciati
che, entro domenica, spareranno le
loro ultime cartucce in vista dell'ultima e decisiva ripresa. Le urne dicono
44,9% per il segretario del Pd e
35,5% per il sindaco di Firenze.
Puppato e Tabacci si prendono le briciole, rispettivamente con il 2,6% e
1,4%, mentre Vendola è arrivato al
15,6%. Un tesoretto che fa gola ai due
litiganti anche se le parole dello stesso governatore della Puglia lasciano
ben immaginare quale saranno i
futuri scenari: “La vittoria di Renzi è
fantapolitica - ha dichiarato alla conferenza stampa sulla sua candidatura
- il popolo del Pd non può rivedersi
con Matteo Renzi perché guarda con
più attenzione al mondo della finanza, la sua idea di modernità è la stessa che ha devastato l’Europa negli
ultimi venti anni. È un fenomeno
mediatico che mi sembra si stia
sgonfiando”. Bersani, dalla sua, se la
ride ostentando soddisfazione e sicurezza: “Ho voluto io queste primarie
e - ha dichiarato poi da Fazio su Rai
Tre - pensate che ho insistito anche
per il ballottaggio” e alla domanda su
un suo possibile pentimento in vista
di domenica risponde: “Beh ovviamente no, ho fiducia nei miei mezzi".
Non vacilla il segretario del Pd anche
se dimostra di non apprezzare la
definizione di “usato sicuro” che gli
ha dato il rivale. Renzi, infatti, non
perde occasione per affondare il
colpo sul rivale: “Chi si accontenta ha
votato Bersani, chi pensa che la classe dirigente del centro sinistra abbia
fatto bene in questi anni vota il
segretario del Pd, chi vuole investire
sul cambiamento voti noi”. Il rottamatore punta forte sul cambiamento
di Carlo Piedistalli
e lancia anche un nuovo fronte di
scontro con Bersani circa l'iscrizione
al voto: “Nessuna giustificazione,
domenica devono poter votare tutti”.
Bersani, ovviamente, non cede di un
millimetro: “Le regole ci sono e
vanno rispettate”. Il vecchio e il
nuovo a confronto, per il Pd domenica è tempo di derby.
Ritorna Cesare Geronzi. E non
potevamo non esserci. Dall’aprile
2011 ad oggi, infatti, con i tecnici
(banchieri) al potere, il banchiere
di Marino, già signore della Banca
di Roma, poi di Unicredit, poi fondatore di Che banca, ai tempi della
sua vicepresidenza a Mediobanca,
quindi alle Generali, colosso dell’economia italiano era rimasto in
silenzio. Oggi l’ex ragioniere che ha
tenuto in scacco per trent’anni il
verso la III
Settimanale gratuito
di Roma e del Lazio
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Daniele Priori
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n. 36 - 28 Novembre 2012
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LE CITTA’
3
e s A R e ! Pdl addio, Forza Italia 2.0 è pronta
zi 2.0 (con un libro)
Berlusconeide. Il Cavaliere affila le armi. Giovedì dovrebbe essere il grande giorno
va solo il cav…
Un tweet che da solo vale il 12%
Disinteressato ad Alfano come al sit-in romano della Meloni, l’ex premier
da Arcore guida la regia e sembra più che deciso al rilancio. Convinto
e affascinato dai sondaggi della Ghisleri. Con lui: Briatore, Santanché,
Fede e la Gelmini. Via tutti i nomi importanti del vecchio partito
di Daniele Priori
G
potere romano e l’economia milanese dice la sua. Loda Draghi e
sbroda Tremonti: “E’ capace di
tutto”. Deprime Paolo Mieli descrivendolo come una cocente delusione. Salva Andreotti e Berlusconi. Il
tutto in un libro intervista
Confiteor (Feltrinelli) scritto assieme al vicedirettore economico del
Corsera, Massimo Mucchetti.
Chissà perché sembra tanto un
altro segnale (molto più che) di
fumo in attesa dell’esiziale annuncio del redivivo Silvio…
iovedì potrebbe essere il giorno
del battesimo di Forza Italia
2.0. Mentre Le Città va in stampa
fervono gli ultimi preparativi e
Silvio che sembra stia prendendo
sempre più confidenza con i social
network da dove i suoi uffici stampa lasciano trapelare tweettando
che proprio di una revisione internettiana di Forza Italia si tratterà.
L’ex premier, dicono i fedelissimi, è
entusiasta. Vuole scatenare l’inferno. Fare qualcosa di nuovo. E esattamente nelle ore in cui (come
potete leggere nel reportage sotto)
gli ex An e i ragazzi della Giovane
Italia si sono messi a organizzare
sit-in sotto la sede di via dell’Umiltà, nelle medesime ore in cui
da Bruxelles gli eurodeputati del
Pdl davano il loro sostegno all’ipo-
tesi delle Primarie, il Cav prima da
fondatore del Pdl, probabilmente
con profonda noia, redige la lista
dei membri della Commissione per
le sempre più improbabili Primarie
(presieduta dal senatore Lamberto
Dini e composta dal vicepresidente
della Camera, Antonio Leone, dall’onorevole Donato Bruno, dall’onorevole Francesco Sisto e dal
senatore Alberto Balboni) si divertiva assai di più a compilare la lista
di proscrizione, ovvero quelli che
certamente non vorrà nella nuova
Forza Italia 2.0: tutti i reggenti del
Pdl, segretario compreso, ma anche
il capogruppo alla Camera, Fabrizio
Cicchitto, quello al Senato, Quagliariello, l’ex ministro delle Pari
Opportunità, Mara Carfagna. Fuori
dalle sue grazie dopo le ultime uscite anche Giorgia Meloni. Via anche
Frattini, accusato di intelligenze
RePUbbLIcA
con Montezemolo. Secondo Berlusconi tutti questi nomi rappresentano il vecchio. Lui vuole nomi e
volti nuovi. Del resto, ovvero, del
consenso, se ne occuperà in prima
persona. Assieme ai volti, un po’
meno nuovi ma ai quali è e resta
affezionato di Daniela Santanché,
Flavio Briatore, Emilio Fede,
Mariastella Gelmini e Paolo Romani. I sondaggi della fidatissima
Ghisleri parlano di un 12% come
punto di partenza. Un dato che con
l’impegno del vecchio leone può
solo crescere. Tanto vale provarci,
insomma. Con buona pace del Pdl e
delle sue primarie”.
A Roma ex An e giovani occupano via dell’Umiltà
Lo slogan: “Primarie subito. Indietro non si torna”
di riccarDo Manai
I gabbiani di Rampelli. Nel Lazio
sono conosciuti così e sono l’elemento più movimentista nel Pdl più prossimo alla capitale. Provengono dal
“giovanile” di An e stanno sostenendo
la candidatura alle Primarie nazionali della Meloni. Capofila alla Regione
è l’ex assessore ai Trasporti, Lollobrigida, segretario provinciale Pdl
di Roma. Vicino a loro la giovane
capogruppo del Pdl nel dimissionario
Consiglio regionale, Chiara Colosimo.
Una “squadra” che si è schierata
davanti alla sede del partito in via
dell’Umiltà a Roma per chiedere a
gran voce, Berlusconi o meno, che le
primarie del Pdl siano confermate.
“Un esercizio di buona politica”, “la
partecipazione è fondamentale”,
“scelta fatta tra la gente e per la
gente”. Queste le dichiarazioni più
gettonate per una scelta che, da que-
ste parti, è cosa mai vista prima.
Giorgia Meloni, portabandiera delle
Primarie a livello nazionale, vede
però l’organizzazione delle Primarie
nel Pdl come l’unico possibile segnale
di reazione in un momento difficile
per il partito con o senza Berlusconi
in campo. “Sarebbe un errore tornare
indietro rispetto a una scelta di aggregazione che abbiamo fatto anni fa e
che era indirizzata a normalizzare il
sistema italiano, a rafforzare il bipolarismo e a fare in modo che il centrodestra in Italia potesse essere il più
simile possibile alle altre esperienze
europee”. Dichiarazioni che fanno
seguito a quelle rilasciate nella mattinata dalla Colosimo: “Crediamo alle
primarie come strumento di partecipazione, vogliamo stilare dei programmi per chiedere alla gente di
darci le ricette giuste. La politica deve
tornare ad interpretare il sentimento
popolare”. Alla giovane capogruppo
si è aggiunto poi Rampelli: “Sicuramente le primarie del Pdl saranno
uno strumento fondamentale anche
per scegliere il candidato migliore per
concorrere alle Regionali e alle
Comunali. Sono indispensabili per
legittimare pienamente quelli che
saranno i prescelti”. Il deputato del
Pdl, intervenuto al sit-in di fronte alla
sede del partito per chiedere lo svolgimento delle primarie nazionali previste per il 16 dicembre, ha poi dichiarato sui candidati alla Regione: “I
nomi fatti in questi giorni sono quelli
più credibili, almeno per il momento.
La scelta sarà fatta tenendo conto
delle varie sensibilità di ciascun candidato, dobbiamo scegliere la persona più adatta a superare Zingaretti
nella battaglia per la Regione”. Sul
tema delle primarie tornava nel
pomeriggio l’ex assessore Lollobrigida sottolineando di aver già inoltrato la richiesta all’ufficio politico del
Pdl di svolgere le Primarie nel Lazio
durante il mese di gennaio. In via
dell’Umiltà, poi, sono arrivati anche
l’ex assessore della Regione Lazio,
Andrea Augello e Luca Malcotti che
alla Regione resterà fino al prossimo
10 marzo con la delega ai Trasporti
oltre ad altri ragazzi della Giovane
Italia della Provincia di Roma che
hanno voluto fare direttamente sul
posto il loro invero prevedibile
endorsement con Giorgia Meloni,
storica segretaria della destra giovanile. Per concludere poi con un
enfatico: siamo noi la speranza del
centrodestra.
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LE CITTA’
Regione Lazio
L'evento internazionale. Le importanti parole della presidente
Polverini in prima linea contro la violenza sulle donne:
“Questa giornata sia vera occasione di riflessione”
I
l 25 novembre è stata la giornata
internazionale per l'eliminazione
della violenza contro le donne.
Sull'importante evento ha detto la
sua anche la presidente della Regione Lazio Renata Polverini:
“Questa giornata si presenta come
un’ulteriore occasione per riflettere
sul fenomeno troppo spesso sottovalutato della violenza e dei maltrattamenti che le donne sono
costrette a subire”. La Polverini poi
continua: “Questa amministrazione regionale - prosegue - ha approvato il primo Piano contro la vio-
lenza di genere e lo stalking, due
fenomeni purtroppo diffusi, contro
i quali abbiamo voluto intervenire
in collaborazione con le associazioni di settore, costruendo una rete di
protezione sul territorio attraverso
sinergie tra enti locali, scuole,
strutture sanitarie e operatori. Uno
strumento che vuole puntare - conclude la presidente della Regione
Lazio - su prevenzione e informazione, uniti al sostegno alle vittime
di violenza”.
L'iniziativa. Molto soddisfatto l’assessore alle Politiche sociali Forte
Lieta notizia per le famiglie: ecco il bonus bebè. Da metà dicembre
i genitori potranno ritirare tutto presso i loro Comuni di residenza
A partire dal 17 dicembre le famiglie potranno ritirare il bonus bebè
2011 presso i loro Comuni di residenza. In tutto il Lazio sono 20700
i bambini e le bambine che riceveranno il bonus bebè regionale da
450 euro, che fa parte del piano
famiglia regionale. Di questi 772
sono nati da parti gemellari, 54 da
parti trigemellari. “A tutti arriverà
un aiuto piccolo ma concreto - ha
spiegato l'assessore Aldo Forte -. I
bonus bebè 2011 saranno erogati
attraverso i Comuni di residenza
dei beneficiari sotto forma di un
carnet di voucher da 15 euro ciascuno e del valore complessivo di 450
euro che le famiglie potranno spendere in oltre duemila farmacie e
negozi convenzionati per l'acquisto
di prodotti per l'infanzia entro il 31
dicembre 2013”. Oltre al bonus
bebè le famiglie riceveranno anche
una farmacard e una carta club
bonus bebè con le quali potranno
ottenere sconti aggiuntivi nei negozi convenzionati. “Anche per i
bonus bebè abbiamo avuto un
approccio innovativo, introducendo il sistema dei voucher che
garantisce trasparenza e certezza
che le risorse vengano impiegate
dalle famiglie solo per l'acquisto di
prodotti per l'infanzia e non per
altro. In più stiamo evitando i ritardi del passato, quando i bonus bebè
sono arrivati alle famiglie anche
con tre anni di ritardo, perdendo il
Sociale. Nato un altro servizio per assistere le famiglie
È realtà lo sportello regionale delle Adozioni
È nato un altro servizio regionale
per assistere le famiglie nel percorso
adottivo nazionale e internazionale:
lo Sportello Adozioni. Uno spazio
all'interno dell'assessorato Politiche
sociali e Famiglia della Regione in
cui saranno fornite consulenze giuridiche, sociali, psicologiche e pedagogiche con il lavoro di personale qualificato e nella totale trasparenza,
anche con un numero telefonico
(06.51686883/8098, lunedì e giovedì 10-13 e 14-17 e mercoledì 10-13).
Un servizio che umanizza la burocrazia che spesso rappresenta il
maggior ostacolo, elimina lungaggini con rapporto diretto con le coppie, con l'obiettivo di dar ai bambini
una famiglia. Lo Sportello Adozioni
è realizzato in convenzione con
l'Agenzia regionale per le adozioni
internazionali della Regione Piemonte-Arai. In un momento di crisi
far nascere all'interno della Regione
un nuovo ente pubblico regionale
avrebbe rappresentato un percorso
lungo, non privo di difficoltà e costoso. Attraverso la convenzione con
l'Arai, invece, sono stati azzerati i
costi e ridotti al minimo i tempi per
l'attivazione.
senso dell'iniziativa. Il bonus bebè
2011 arriverà, invece, nell'anno
immediatamente dopo la nascita
dei bambini”. Le domande si sono
chiuse il 31 gennaio 2012, la fase di
verifica sulla veridicità dei dati è
durata 3 mesi, dopodiché c’è stato
un bando europeo per la distribu-
n. 36 - 28 Novembre 2012
Tutto pronto per la giornata
mondiale contro l'Aids
Il primo dicembre anche nel
Lazio, così come nel resto del
mondo, si svolgerà la Giornata
mondiale contro l'Aids, evento
dedicato ad accrescere la coscienza della epidemia globale dovuta
alla diffusione del virus Hiv. Dal
1981 l'Aids ha ucciso 25 mln di
persone, diventando una delle
epidemie più distruttive che la
storia ricordi. Per quanto in tempi
recenti l'accesso alle terapie e ai
farmaci antiretrovirali sia migliorato in molti paesi del globo, l'epidemia di Aids ha mietuto circa 3,1
milioni di vittime nel corso del
2005, oltre la metà delle quali
erano bambini. L'idea di una
Giornata mondiale contro l'Aids
ha avuto origine al Summit mondiale dei ministri della sanità sui
programmi per la prevenzione
dell'Aids dell'88.
Monz
zione. “Tutto ciò permetterà di far
arrivare il bonus bebè alle famiglie
dal 17 dicembre attraverso i Comuni, che verranno formati per
rendere il più veloce possibile le
operazioni, soprattutto nelle grandi
città”.
Nobel per la pace. Non si ferma la campagna di sensibilizzazione
La Regione spinge la giovane pakistana Malala
Mariella Zezza: “Migliaia i messaggi di sostegno
alla studentessa dagli uffici dell'assessorato”
“Condividiamo la proposta del
Nobel per la Pace alla giovane pakistana Malala. La Regione ha lanciato una campagna a sostegno della
studentessa che ha rischiato la vita
per le sue battaglie a favore dell’istruzione dei giovani del suo
Paese”. Lo dichiara l’assessore regionale Zezza. “Migliaia i messaggi
e le adesioni via mail che continuano ad arrivare agli uffici del nostro
assessorato - prosegue - attraverso
cui abbiamo voluto dar voce a
quanti esprimono vicinanza a
Malala, colpita dai talebani perché
ha voluto affermare uno dei principi e diritti sacrosanti di ogni giovane: andare a scuola”. “La storia di
Malala - aggiunge - ci insegna che
nel mondo ci sono tanti suoi coetanei che non chiedono altro che
andare a scuola e istruirsi, e che
molte ragazze continuano ad essere
vittima della disuguaglianza di
genere. Il suo coraggio deve spronare tutti a lottare per affermare la
libertà di tutti ad esercitare i propri
diritti e per ricordare a tutte le
donne coraggiose che non sono
sole”.
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Regione
Lazio
LE CITTA’
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Udc, Ciocchetti non fa lo strappo
Il centrodestra perde il candidato ideale
Al vicepresidente sta mancando il coraggio di tenere
la posizione di un leader moderato come lui
segue dalla prima
E
da quella stessa finestra, nel
frattempo, continua a fare
scempio di quel centrodestra che,
per anni, gli ha dato casa e consistenza. Contrario a un accordo netto
Pd e Udc, stile Sicilia, per Pierferdinando, nel Lazio, si è accesa soltanto una lampadina: l’Udc non farà
parte di una coalizione di centrodestra. Dopo avere “incoraggiato”
Renata Polverini alle dimissioni da
presidente della Regione Lazio,
facendole mancare il sostegno centrista per superare l'empasse creata
dallo scandalo Fiorito, ha inferto il
colpo di grazia proibendo ai suoi di
intavolare trattative con il centrodestra in ristrutturazione. Una ristrutturazione in corso che intende ricostituire una coalizione di moderati
di cui l'Udc ha fatto parte e che oggi,
invece, vuole evidentemente distruggere. Il nostro pensiero, a questo punto, va a Luciano Ciocchetti
da cui ci si sarebbe senz’altro aspettato quel coraggio politico che ha
sempre saputo dimostrare. Il suo
passo indietro è stata una sorpresa
amara. Senza timore di smentite,
Luciano Ciocchetti, nel panorama
arido dell'attuale centrodestra
laziale, poteva rappresentare l'uomo intorno al quale ricucire e riordinare una coalizione dei moderati da
contrapporre al candidato delle
sinistre Nicola Zingaretti. E non si
sarebbe trattato di un candidato
qualunque, ma di un ottimo candi-
dato e di una grande ripartenza per
l'area dei moderati per smontare la
candidatura, quella del presidente
della Provincia di Roma, che non
aggrega e che ha soltanto sapore di
meno peggio. Ma Ciocchetti ha deciso di piegarsi al volere di un grande
capo che, nell'immobilismo della
convenienza e dell'opportunismo,
non riesce a produrre una politica
ragionata su ognuna delle realtà
che compongono il Paese. Se per la
Sicilia ha avuto intuizione di profitto correndo con il Pd, non può pen-
sare di rimanere sospeso laddove lo
stesso Pd gli impone l'altolà. Questo
vecchio modo di pensare la politica
non paga più e produrrà piuttosto
una disaffezione maggiore da parte
dell'elettorato. Ci si chiede ancora
come mai un uomo come Luciano
Ciocchetti non ne abbia preso le
distanze attraverso un atto di
coraggio e di ribellione che avrebbe
dato una conferma importante alla
nuova generazione politica che
avrebbe potuto fare riferimento a
lui. È mancato il coraggio!
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LE CITTA’
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Il caso. Lanciato l'appello per salvare il ristorante di via dei Sulpici
Sulla Locanda dei Girasoli cala impietosa la notte
È rischio chiusura per la pizzeria della solidarietà
Nel locale del Quadraro lavorano quattro ragazzi
affetti dalla sindrome di Down
di RiccaRdo Manai
na piccola insegna illumina un
U
angolo di Via dei Sulpici, al
Quadraro. Alzi la testa e leggi
Locanda dei Girasoli. Un nome
scelto non a caso perché, Claudio,
Valerio, Emanuela e Viviana, così
come i girasoli, fanno della semplicità e della solarità la loro forza.
Un locale che potrebbe sembrare
come tanti altri ma che, a ben
guardare, nasconde qualcosa di
speciale. Il ristorante nasce infatti
nel 2000 e, da allora, al suo interno lavorano quattro ragazzi affetti
dalla sindrome di Down. Una scelta fatta dai loro genitori, difficile,
ma fortemente voluta e testardamente portata avanti negli anni
per garantire a quei quattro ragazzi un futuro libero da preconcetti e
inutili rinunce. Vedendoli portare i
piatti, sparecchiare, chiacchierare
con i clienti, le differenze si annullano, le diversità scompaiono a di-
mostrazione che, nonostante la
disabilità, possono dare molto di
più di quanto ci si aspetti da loro.
Attraverso il lavoro e lo stare in
mezzo alla gente, riescono infatti a
superare quei limiti che, spesso e
volentieri, siamo noi a vedere più
che loro a sentire. L’impegno quotidiano, il fatto di contare qualcosa, dà loro la sensazione di essere
vivi e, attraverso i loro sorrisi, si
capisce che la locanda è qualcosa
di più di un semplice posto di lavoro. In comune con gli altri locali di
tutto il mondo, la Locanda dei
Girasoli, ha però le difficoltà legate
ad una crisi ormai sempre più
dura. Le spese sono tante e, purtroppo, gli incassi non sempre
bastano a coprirle. Ecco perché i
proprietari hanno deciso di lanciare un appello pubblico sperando di
evitare quella chiusura che pare
sempre più difficile da scongiurare. Alla locanda si mangia bene, le
pizze vengono cotte a legna e il
nome del ristorante è
riportato su tutte le guide
di Roma. Il locale è colorato e molto accogliente
per non parlare del servizio decisamente unico nel suo
genere. Se tutto questo non bastasse, c’è da sottolineare che è una
impresa volta a premiare la civiltà
e perciò quello della chiusura definitiva è un rischio che, i ragazzi e i
loro genitori, non possono certo
permettersi di correre. In fondo
non chiedono altro che il locale
possa riempirsi ancora perché,
Claudio, Valerio, Emanuela e
Viviana, vogliono continuare a
sentirsi importanti. Per ora le
risposte all’appello non sono mancate, tante le dimostrazioni di solidarietà arrivate dalle istituzioni e
dagli abitanti del quartiere ma
certo è che la strada resta ancora
piena di difficoltà. Ecco perché,
una sera di queste, quella di uscire
a mangiare una pizza sarebbe la
scelta giusta. In fondo, donare un
sorriso fa sempre bene e, se poi lo
si può fare in punta di forchetta, è
ancora meglio.
8
n. 36 - 28 Novembre 2012
LE CITTA’
In questo mare di tagli ai servizi sociali c'è chi, di tasca sua e con le
Realtà fondamentali che Le Città vuole raccontare: fattorie sociali,
Capodarco e Arcobaleno,
i colossi dei Castelli
pline come il nuoto, il bowling ed il
calcio anche grazie alla collaborazione di società “civili”. E, medaglia
dopo medaglia, superare le difficoltà di una vita tutta in salita è un po’
più facile.
Moscatiello - possono essere un
mezzo per rispondere alle necessità
e ai bisogni primari, si può garantire un buono stato di salute mentale
e fisico e un buon livello di socializzazione e integrazione sociale”.
La Life onlus di Pomezia
Due colossi del sociale, due colonne
che da trent'anni svolgono attività e
rappresentano quanto di meglio
possa esserci in tema di assistenza e
di supporto alla disabilità in un territorio comunque ricco sul piano
della solidarietà. La Cooperativa sociale Capodarco e la Cooperativa
Arcobaleno sono due istituzioni per
i Castelli Romani. Fondata da don
Franco Monterubbianesi, la Capodarco si occupa di assistenza ai
disabili, di recupero e di solidarietà,
praticando all’ombra dell’abbazia di
San Nilo a Grottaferrata quella che
viene definita “agricoltura sociale”.
Un’esperienza unica che abbina al
percorso assistenziale quello lavorativo e produttivo, riuscendo a fornire concreta via riabilitativa per
chi ne sposi la filosofia. In questi
anni sono state migliaia le persone
che, anche e soprattutto da volontari hanno incrociato l’esperienza
della Capodarco, un modello che è
stato presto esportato in molte altre
parti d’Italia. La “fattoria sociale” è
uno degli esempi più luminosi in
fatto di assistenza dinamica e riabilitativa alla disabilità. Ha invece
festeggiato poche settimane fa i 30
anni la Cooperativa Arcobaleno di
Frascati, oggi diretta da Ubaldo
Lucci. Un’altra esperienza forte che
ha saputo abbinare alla pura assistenza a disabili ed anziani, l’esperienza sportiva. Il Gruppo Arcobaleno, affiliato Special Olympics,
conta una trentina di iscritti: ragazzi con varie disabilità motorie e
mentali che si cimentano in disci-
“La disabilità è un concetto in evoluzione”. È a partire da questa consapevolezza, ripresa dalla convenzione Onu sui diritti delle persone
con disabilità, che da due anni
opera a Pomezia l’associazione Life
Onlus, isola felice per ragazze e
ragazzi affetti da disabilità sia fisica
che mentale, in una città che dal
punto di vista assistenzialista non
offre l’ausilio di cui le famiglie che si
trovano a convivere con tali realtà
avrebbero bisogno. Scopo principale della onlus, nata dalla caparbietà
di alcune famiglie decise a dare
un’alternativa ai propri figli, è,
come ci spiega Patrizia, la coordinatrice “quello di portare benefici ai
diversamente abili e alle loro famiglie promuovendo progetti e iniziative di tipo didattico e culturale,
proponendo temi che aiutino il
disabile ad acquisire una migliore
autonomia personale e sviluppando
progetti che favoriscono l’integrazione scolastica, lavorativa e sociale”. Grazie alla generosità dei proprietari dello splendido impianto a
ridosso della via Pontina Olimpia
Città dello Sport, divenuta ormai la
casa dell’associazione, la Life si sta
specializzando e sta sviluppando
forme innovative per quanto concerne il binomio sport-disabilità,
ossia pratica sportiva come modello
per eccellenza d’inserimento e
socializzazione per le persone colpite da disabilità e/o disagio psicosociale. “Attraverso l’idea per cui
l’attività fisica e le dinamiche di
gruppo - dice il presidente Marcello
Area prenestina tra centri
diurni e fattorie sociali
a cura di Marco caroni, alessandro
Bellardini, siMona rocchi,
Michela Maggiani, luca Priori
raffaele caldarelli,
faBrizio lolloBrigida
Progetti di lavoro, attività ricreative
e educative. Molte le iniziative per
l’inserimento nel mondo lavorativo
delle persone svantaggiate nel territorio prenestino. A Genazzano una
decina di soci ha ridato vita a una
tenuta di proprietà della Diocesi di
Palestrina, LaSonnina, per metterla a servizio dei diversamente abili,
con idee innovative per inserirli
direttamente nel campo del lavoro.
Una vera e propria azienda multifunzionale dove vengono svolte
attività destinate alle persone più
svantaggiate, con tanto di fattoria
sociale per dare spazio a progetti
educativi e lavorativi finalizzati a
integrare le persone con disabilità.
Tutto secondo una logica che prevede attenzione al territorio dei Monti
Prenestini e alle sue risorse, alla giustizia sociale, alla promozione e sviluppo sostenibile. Uno dei progetti
di grande rilevanza è quello della
Formazione e apprendistato al
lavoro in agricoltura per rifugiati,
immigrati e soggetti svantaggiati. I
ragazzi sono seguiti da un tutor
aziendale e partecipano a corsi di
formazione professionali, utili per
inserimenti lavorativi in altre aziende del territorio. Non solo lavoro,
ma anche divertimento. La Sonnina resta anche un punto di riferimento per molte cooperative locali
che gestiscono centri diurni, permettendo lo sviluppo del binomio
natura-attività ricreative. A Olevano Romano, nuovo a tutti gli effetti,
è il Centro diurno per disabili, una
struttura del Distretto sanitario G4,
frequentata da una decina di ragazzi con diverse disabilità, dove sono
svolte attività ricreative per sviluppare capacità motorie e intellettuali
dei diversi soggetti. Nel centro sono
garantiti i supporti anche alle famiglie e interventi per l’acquisizione
dell’autonomia individuale e all’integrazione sociale. “Un centro di
grande interesse, utile e funzionale
- sostiene uno dei genitori dei
ragazzi del centro - che fornisce un
sostegno psicologico ai ragazzi,
assicura le attività ricreative, come
l’approccio all’informatica, e che ci
auguriamo sia destinato a migliorare ancora di più, diventando garanzia anche per l’inserimento lavorativo delle persone disabili”.
Cieli Azzurri ma non troppo
a Guidonia
Guidonia, il centro diurno Cieli
Azzurridelle associazioni Insieme e
Maria Gargani di via Trento a
Villalba è a rischio. Gli operatori nel
2011 non hanno visto lo stipendio e
si attende il rinnovo della convenzione annuale con il Comune di Guidonia che dovrebbe seguire il rinnovo del protocollo d'intesa triennale
con l'Asl e l’assemblea dei sindaci in
scadenza a dicembre. Gli stipendi
del 2011 saranno pagati spalmando
n. 36 - 28 Novembre 2012
LE CITTA’
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e proprie forze, fornisce aiuto e assistenza quotidiani alle persone con disabilità
centri diurni, cooperative, associazioni e aziende polifunzionali
la spesa su tre anni. Sono circa una
quarantina i diversamente abili
ospitati quotidianamente nel centro
ai quali da settembre si sono
aggiunte anche alcune persone del
centro diurno di Palombara, chiuso
ormai da settembre. A queste persone il centro continua a garantire
comunque attività e laboratori con
progetti studiati ad personam in
base alle esigenze e peculiarità di
ognuno. L’obiettivo del centro è
“l'acquisizione della maggiore autonomia possibile dei ragazzi con
disabilità, in rapporto alla situazione individuale, favorendo il mantenimento, il recupero e lo sviluppo
delle potenzialità di ognuno”. Senza
soldi, però non si va lontano. All’appello mancano 50mila euro promessi dalla Provincia a settembre
2011. Il Comune di Guidonia è riuscito a dare 50mila euro per il 2012.
Oltre a quelli della Provincia si
attendono ancora quelli destinati
dal Piano di Zona regionale e ancora non si vede il 5xmille. La situazione economica del centro, quindi,
non è delle migliori. Gli operatori
comunque continuano a svolgere al
meglio il proprio lavoro, con un
forte senso di responsabilità ma la
fine potrebbe essere dietro l’angolo.
Il presidente Scarante avverte che
si rischia la stessa sorte del centro
diurno di Palombara Raffaella
D’Angelo: “Se non si riuscisse a rinnovare il protocollo di intesa e la
convenzione annuale con il Comune, il centro dal 7 gennaio potrebbe chiudere i battenti”.
Il Centro Argos a Nettuno
A Nettuno, in uno scenario quasi
fiabesco sorge il Centro Argos, uno
dei centri di riabilitazione per bambini con disabilità più organizzati
della regione. Nato per infanti con
grosse disabilità visive, con il passare degli anni ha esteso la sua attività ai bambini affetti da tutti i tipi di
disabilità. Tuttavia il target del centro Argos oltre ad essere “il bambino”, è anche “la famiglia” posta al
centro del progetto dall’avvocato
Placido Puliatti, l’uomo da cui è
nata l’idea di Argos. Come spiega
l’amministratrice del centro Agatina Puliatti “non si può pensare di
aiutare il bambino se prima non si
istruisce la famiglia fornendogli i
mezzi per aiutarlo”. Un progetto
nobile e ambizioso quello della
famiglia Puliatti che nel corso di
questi anni per garantire con continuità un servizio di ottima qualità si
è dovuta impegnare spesso in
discussioni con gli enti locali. Il centro Argos dopo aver ricevuto nel
novembre 2006, dopo due anni di
attesa, l’autorizzazione da parte
della Usl di operare come centro
art.26, cioè come istituto che si
occupa di disabilità con presa in
carico globale della persona, ha iniziato la sua sfida più grande quella
di combattere la disabilità e alleviare le pene dei disabili iniziando il
suo servizio. Tuttavia combattere la
disabilità non è stata l’unica battaglia che il centro Argos ha dovuto
affrontare. Come può essere immaginabile, un’attività di questo tipo
richiede costi di gestione molto elevati e per questo motivo se si vuole
offrire un servizio gratuito accessibile a gran parte dei cittadini c’è
bisogno di fondi provenienti dalle
istituzioni, dalla Regione. Fondi
negati a causa del riordino della
sanità laziale. Per questo motivo
l’amministratrice Agatina Puliatti si
è impegnata nella ricerca di fondi
prima attraverso la creazione di una
onlus la fondazione “Placido Puliatti” affiancata dall’opera di altre
organizzazione quali l “Umana
mente Allianz” e la fondazione “Roma” e in seguito attraverso una partnership con l’Inpdad che garantisce gran parte del servizio gratuito a
tutti i figli di dipendenti pubblici.
Ovviamente tutto ciò in nome di
una grinta e di un coraggio che sono
gli stessi con cui non ci si spaventa
di fronte alla disabilità.
L'Anfass Onlus fa storia
a Subiaco
“A nessuno conviene lo scontro,
instaurare invece una collaborazione è la cosa migliore, specialmente
quando ci sono di mezzo attività
assistenziali”. È il principio sostenuto da Alessandro Scafetta, presidente Anffas Onlus di Subiaco, specialmente quando si è trattato di
superare contrasti con le istituzioni
locali. Perchè in oltre 20 anni di
presenza, non sono mancati i
momenti in cui il rischio di cessazione del servizio è apparso reale,
come ad esempio quando mesi fa il
Comune chiese la restituzione dei
locali del complesso della ex stazione ferroviaria occupati da Anffas.
Sono gli spazi del centro diurno
dove ogni giorno si ritrovano, assistiti da volontari, 20 persone disabili provenienti dai 22 Comuni della
Valle dell’Aniene” aderenti al Distretto G4. “Si tratta - ha osservato
Scafetta - di un impegno notevole
anche dal punto di vista economico
perché c’è da assicurare il trasporto
dei disabili, procurare quanto
occorre per le attività di gruppo e
per l’acquisto di materiale”.
Ma per Scafetta le difficoltà quotidiane costituiscono un incentivo
per il potenziamento della “sua
creatura”, tanto da chiedere al
Comune di Subiaco la disponibilità
di 3 dei locali dell’adiacente sede
del 118, essendo previsto il suo trasferimento all'Angelucci. Perché
per i disabili e le loro famiglie c’è
in programma l’apertura del
Servizio Accoglienza e Informazione, del Counselling Psicologico e Terapia di Gruppo e di Attività Artigianali, oltre al miglioramento del servizio di Segreteria. Senza dimenticare la
possibilità di disporre di una Casa
Famiglia “avendo il Comune di
Subiaco manifestato interesse ad
intraprendere un percorsoo più
propositivo con Anffas”. Sono,
insomma, lontani i tempi in cui
Anffas Subiaco era costretta a
stare con i suoi assistiti in ambienti della biblioteca comunale “tutt’altro che adatti ricorda Scafetta ad ospitare la nostra struttura”.
La storia. Ha 48 anni ed è affetto da poliomelite
Michele e il suo tuffo nella felicità quotidiana
La vasca è pronta ad accoglierlo, a
sollevarlo da una diversità che lo
accompagna da oltre 40anni.
Michele ha 48 anni ed è affetto da
poliomelite dall’età di otto.
“Poliospinale - precisa Michele una paralisi asimmetrica che spesso coinvolge le gambe”. È sereno
mentre parla della sua situazione,
ha sempre amato nuotare e, malgrado abbia una mobilità nulla agli
arti inferiori, continua a praticare
uno sport nel quale si sente a suo
agio. La mia adolescenza - racconta
- ha avuto due fasi: la prima di
depressione assoluta e rifiuto della
società, la seconda di coraggio e
ribellione”. Metà degli anni '70,
Michele è un bimbo sano che
improvvisamente comincia a per-
cepire una debolezza muscolare
che lo porta alla paralisi parziale
del suo corpo. “Momenti di sconforto, mi ricordo medici su medici
ed il viso dei miei genitori: molto
più realistico delle bugie bianche sottolinea con un sorriso - che mi
dicevano per tranquillizzarmi.
Tuttavia, l’acuirsi della paralisi era
ormai una certezza”. Lo scorrere
del tempo per Michele rappresentava una sentenza inappellabile ma
anche la base da cui attingere
nuove sensazioni. “La voglia di
vivere voleva sopraffare la sfortuna,
la mia mente non aveva nessuna
disabilità e quindi cominciai a
darmi da fare senza mai demordere”. Laureato in giurisprudenza,
Michele è un ottimo avvocato e un
discreto nuotatore, “eccellente”,
dichiara sorridendo. Vive a
Ladispoli, in un appartamento che
confina con quello della sorella: “La
mia migliora amica afferma
Michele - da quando i nostri genitori non ci sono più il nostro legame è
ancora più intenso”. La sorella, gli
amici sono molto presenti nella sua
vita nonostante lui sia un indipendente. “Ho la mia auto, la mia carrozzina: sono sempre in movimento - afferma sicuro -.Amo nuotare,
quando lascio la carrozzina per
immergermi mi sento l’uomo più
felice del mondo, nessun problema
può influenzarmi. È una felicità che
auguro a tutti: sentirsi se stessi in
ogni momento”.
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Roma
Capitale
di Aldo onorAti*
L
n. 36 - 28 Novembre 2012
LE CITTA’
a società è crudele, in varie forme, alcune delle quali nascoste
con l’invidia silenziosa e livida verso chi emerge; altre, quelle più funeste, arrivano al dileggio anche aperto contro chi non rientra nelle
regole del momento, negli steccati
del gruppo, nella logica creata dalla
moda, dalle superstizioni, dagli usi
inveterati che restano al di fuori
dell’umanità, diciamo del senso cristiano della vita, della “pietas” latina. Basta essere grassi, non alti
come la media, avere il naso storto,
per venir presi in giro. Quand’ero
giovane, dopo la guerra, bastava
cadere in sospetto di omosessualità
per essere emarginati “coram populo”; era sufficiente nascere da
ragazze madri per avere segnata
una via difficile e disprezzata; lo
CIAO ANDREA…
Giovedì scorso poco dopo l’ora di pranzo
il GayCenter di Roma guidato da Fabrizio Marrazzo
ha diffuso la notizia del suicidio di un giovane
di 15 anni, studente presso il liceo Cavour.
Tutti lo conoscevano come “il ragazzo dai pantaloni
rosa” a causa del suo abbigliamento tipicamente
colorato. Una diversità cromatica che gli stessi
compagni non hanno lesinato di sottolineare
con un’ironia parsa persino crudele fino
all’omofobia, su una pagina Facebook.
La scuola non è riuscita a fare altro che chiedere
un silenzio che, a nostro giudizio, è quanto mai
inopportuno. Per questo abbiamo interrogato
dei docenti di tutta Italia.
Per ricordare Andrea e perché storie simili
di discriminazione latente e irrisolto imbarazzo
non accadano più. Soprattutto nello spazio
che separa i banchi dalla cattedra di un’aula
scolastica.
stesso contadino diventava un
paria da tenersi lontano. Oggi, ci
sono altre forme di apartheid, ma
purtroppo ampliate dalla “rete” di
cui dispone soprattutto la fascia
adolescenziale: telefonini, internet,
etc. portano il gruppo a schiacciare
il debole non “aggruppato”, il giovane non dotato da natura di forza
reattiva. Ma voglio dire una cosa
fondamentale: peggiore del dileggio, è l’ipocrisia della società. Essa
versa lacrime di coccodrillo a tragedia avvenuta, ma dimentica subito.
È doloroso constatarlo, ma non
posso tacere la mia domanda: a che
sono serviti gli insegnanti supremi
della Croce, della cicuta; perché la
scuola può sempre di meno sulla
personalità dei ragazzi; perché i grandi mezzi di comunicazione di massa, cioè la
“scuole parallele”, insistono
nel propagandare la violen-
za; perché il cinema spende somme
ingenti per portare la distruzione
sugli schermi; perché si alimenta
l’etica falsa del successo a ogni costo
e della bellezza soltanto fisica?
Inutile piangere a un funerale, se
ognuno di noi - nessuno escluso almeno un attimo nella giornata non
fa “mea culpa”. Hemingway diceva,
quando suonava una campana a
morto: “Essa suona anche per te”.
*Ex docente di Lettere
Albano Laziale
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Perché non accada mai più
Lettere dal mondo della scuola allo studente del Liceo Cavour
morto suicida la scorsa settimana
Alessandro
Fato*
Caro A.,
avrei voluto scriverti “prima”, ma i tanti
impegni della scuola, le noie della vita e la
stanchezza non mi hanno permesso di
farlo… Diciamoci la verità, caro A., non ti
ho scritto “prima” perché non mi sono
accorto di te. Non ho capito quello che volevi dirmi. Scusami tanto A. (facile chiederlo
ora), ma credo di essere stato un vero fallimento come educatore, e prima ancora,
forse, come uomo. A me non interessa puntualizzare - come invece leggo fare sui giornali che in questi giorni tanto parlano di te
- se tu fossi gay o no. Mi interessa solo prometterti, promettere a te, ai miei studenti di
oggi e tutti quelli che incontrerò da domani,
che non succederà più.
Non mi farò mai più assorbire completamente da “attività varie” a scapito dei miei
studenti. Non rinuncerò mai più a guardarli negli occhi, prendendomi il giusto tempo
per cercare di capire cosa passi loro per la
testa.
Non succederà più che io lasci accadere,
davanti ai miei occhi, che un ragazzo come
te possa scegliere di rinunciare alla sua
meravigliosa vita di quindicenne a causa di
calunnie, di insulti e a causa della ottusa
volgarità di chi è convinto che tutti quelli
“diversi” da lui siano “Diversi” tout-court. È
una promessa che ti faccio da insegnante,
da uomo, da “serenamente diverso” (diverso da chi, poi ?). Arrivederci, caro A., sappi
che ci hai dato tanto!
*Docente di Tecnica Turistica
Milano
Paola
Gonnella*
Alba
Montori*
Caro Andrea,
non avrei mai voluto leggere della tua storia. Pensare che avresti potuto essere uno
dei miei studenti...
Ho provato a immaginarti seduto tra i banchi della mia classe, curioso e attento.
Poi ho provato a immaginare quanto grande fosse il peso nel tuo cuore. E ho pianto.
Ho pianto perché a 15 anni si dovrebbe
essere spensierati e fiduciosi. Tu mi insegni
che purtroppo non sempre questo accade.
Non ti ho capito, caro Andrea. Da insegnante, stavolta davvero non ho capito la
tua sofferenza, il tuo disagio. Non sono riuscita a fermare quel maledetto meccanismo
di “offese” nei tuoi confronti.
Non ho ascoltato i tuoi silenzi. Non ho compreso i tuoi sguardi.
Perdonami se, tra una lezione di grammatica e una di letteratura, non sono riuscita ad
insegnarti che vale sempre la pena vivere,
che ci sono altri modi per rispondere
all’ignoranza e alle prese in giro dei compagni.
Perdonami per non aver “urlato” e lottato
con te contro la superficialità e l’ignoranza.
Avremmo dovuto insegnarti ad esser forte,
ad avere speranza. Non ci siamo riusciti,
caro Andrea.
Son certa che lassù il rosa non è altro che
uno dei colori dell’arcobaleno. Bello come
tutti gli altri. Non più notato di altri.
Un giorno, forse, riusciremo a capirlo tutti.
Un abbraccio.
*Docente di Inglese e Spagnolo
Bolzano
Caro Andrea,
avremmo potuto conoscerci e invece non
accadrà mai più. Eppure la tua natura
curiosa e irrequieta, audace e giocosa l’ho
riconosciuta simile alla mia.
Forse anche tu come me alla tua età ti sei
chiesto perchè eri vivo. A me allora sembrava impensabile diventar vecchia, stavo
sempre male e non c’era cura; mi sentivo
orribilmente a disagio con chiunque non
fosse in un libro, e ai coetanei piacevo ben
poco, ma insulti e lodi mi scivolavano
addosso. Ero e sono rimasta una un po’
strana, controcorrente, i tentativi di inquadrarmi, etichettarmi inutilmente mi divertivano fin da allora.
Non avevo paura di nulla e di nessuno, né
rispetto della mia vita: mettevo continuamente alla prova il mio corpo in giochi
incredibilmente pericolosi senza neanche
rendermene conto, per vedere l’effetto che
fa, o per il puro piacere di farlo e stupire gli
altri, che invece si arrabbiavano e tremavano, specie gli adulti... È difficile sopravvivere alla propria infanzia e alla propria adolescenza, specie se si è curiosi, se non ci si
accontenta delle sciocchezze o dei sentiti
dire e dei buoni consigli, se il bisogno di
mettersi in gioco ogni momento è parte
della propria natura. Soprattutto se gli altri
non se ne rendono conto, se ti dimostrano
ogni momento che devi essere come vogliono per meritare il loro amore. Sii felice,
ovunque tu sia ti voglio bene.
*Ex docente di Storia dell’Arte
Roma
12
LE CITTA’
Metropoli nord
Monterotondo. Il concorso di una catena di supermercati
Fai la spesa e vinci un posto di lavoro
di Michela Maggiani
onterotondo, fai la spesa per
M
un minimo di 30 euro e partecipi al concorso: in palio un posto
di lavoro. Questo il progetto Unisciti a noi dei supermercati OnePrice per sedi di Roma di Via
Carcani, Via Roiti e di via Salaria a
Monterotondo. Il concorso è partito il 1 novembre, in palio 12 posti di
lavoro con contratto part-time,
durata di 4 mesi per 24 ore settimanali come “addetto/a alle operazioni ausiliarie della vendita”. Compenso di 1100 euro lordi. Come si
partecipa? “Clienti che, nel periodo
di durata del concorso, effettueranno una spesa minima di 30 euro dice il regolamento - con scontrino
unico nei supermercati aderenti
all’iniziativa, riceveranno una cartolina di partecipazione al concorso
da compilare in ogni sua parte. La
cartolina dovrà essere imbucata, a
cura del partecipante, in apposita
urna sigillata e vidimata da un
notaio. Fra tutti i partecipanti al
concorso saranno estratti, per ciascun punto vendita, 4 schede. L’estrazione avverrà entro il 20 gennaio
2013”. Possono partecipare i maggiorenni “che abbiano compiuto il
18esimo anno di età entro il 31 ottobre, che siano cittadini residenti sul
territorio italiano, che si attengano
alle modalità di svolgimento del
concorso”. Il posto di lavoro, quindi, non solo è un privilegio ma
addirittura un premio della riffa
“non cedibile” in questo in caso.
OnePrice ha stanziato per il progetto 55mila euro. Per partecipare si
ha tempo fino al 30 novembre. “La
società promotrice - si legge ancora
- darà comunicazione dei vincitori
entro il 31 gennaio 2013 pubblicandone l’elenco, diviso per ciascun
punto vendita, sul sito internet e nei
punti vendita partecipanti al concorso”. I premi non richiesti saranno
devoluti a La Casa delle Case Onlus
di Monterotondo.
Affile, sagome e insulti sul mausoleo di Graziani
Nuovo protesta ad Affile nei riguardi del mausoleo costruito dalla locale
amministrazione comunale in memoria del ministro della Repubblica di
Salò, Rodolfo Graziani, e inaugurato l’11 agosto suscitando molte polemiche. Alle scritte apparse di recente sulle pareti del mausoleo, si sono
aggiunte ora sei “sagome” di cartone appese al mausoleo, con altre espressioni contro Graziani. Indagini in corso per individuare gli autori del gesto.
Fa.lo.
n. 36 - 28 Novembre 2012
Violenze su donne e minori,
numeri da capogiro
Violenze e maltrattamenti su
donne e minori, numeri da capogiro. Da aprile attivo il Codice
Rosa al ps di Tivoli, traguardo del
protocollo d’intesa tra pronto soccorso, forze dell’ordine e centro
antiviolenza Le Lune di Guidonia.
Se n’è parlato in convegno col
direttore generale AslRmG Brizioli, il direttore ps Donati, la
responsabile del centro Le Lune
Losacco, il comandante dei carabinieri Rocca e il dirigente del
Commissariato Sant’Elia. Forte
differenza tra il prima e il dopo
Codice Rosa, il percorso di emergenza per le vittime di violenza,
che va a braccetto con le forze dell’ordine. Nel 2008 il ps ha registrato 47 casi, di questi solo 3
sono stati perseguiti. Ad aprile
2012 è però arrivato il Codice
Rosa: a fronte di 109 casi ben 56
quelli che hanno avuto seguito.
Dall’inizio del 2012 la polizia ha
trattato 64 casi di violenza: 5 arresti in flagranza, 41 denunce, 5
misure cautelari, 39 richieste di
misure cautelari e altri 18 casi in
fase di istruttoria.
Mi.Ma.
n. 36 - 28 Novembre 2012
Metropoli sud
LE CITTA’
Marino. La nota della Coalizione dei Moderati con Palozzi
Albano. Intervengono il direttivo locale e il consigliere
In Regione l'unica strada è andare... Oltre
Giorgi: “Nell'Idv serve rinnovamento”
“Andare oltre gli schieramenti di
destra e sinistra”, hanno dichiarato
le forze politiche a sostegno della
giunta del sindaco di Marino, Adriano Palozzi. “In un momento
cruciale per la vita politica e amministrativa della Regione Lazio, ma
più in generale di tutto il nostro
Paese, siamo convinti che l’unica
strada possibile sia andare Oltre gli
attuali schieramenti politici di centrodestra e di centrosinistra per
creare una nuova esperienza politi-
ca: la Coalizione dei Moderati, per
il futuro della Regione Lazio”. A
dichiararlo sono stati gli esponenti
locali degli otto schieramenti che
compongono la coalizione: Pdl,
Udc, Api, Fli, Costruiamo il Decentramento, Città Nuove, Idee Nuove
per Palozzi Sindaco e Uniti per
Marino. “Un’esperienza - sottolineano in coro tutte le forze di maggioranza marinese - che nella Città
di Marino garantisce governabilità,
stabilità e concretezza”.
In seguito allo scandalo fondi in
Consiglio regionale il direttivo del
circolo Idv di Albano e il capogruppo
in Consiglio comunale, Remo Giorgi,
prendono le distanze dalla malapolitica regionale: “In riferimento ai
deprecabili accadimenti di queste
settimane, in particolare della vicenda dell'ex segretario regionale Maruccio, il circolo albanense dell'Idv e
il consigliere Giorgi si dissociano totalmente e invitano coordinatore
provinciale Colagrossi, commissario
13
Costantini e Presidente Di Pietro a
un forte rinnovamento nelle istituzioni regionali e nazionali e nel partito”. Rinascita che dovrà materializzarsi già a partire dalla scelte delle
candidature per le imminenti elezioni
amministrative targate 2013: “Ciò nel
rispetto dei cittadini che hanno votato Idv in ogni ambito territoriale”.
Direttivo e Giorgi invitano i cittadini
sostenere i 4 referendum, che puntano sulla tutela dei diritti dei lavoratori e sul taglio dei costi della politica.
Ciampino. Gian Massimo Di Fabio: “Tutta la vicenda mi lascia sconcertato”
La strana storia della doppia Udc al Comune
Ancora oggi persiste l’assurda situazione della presenza di 2 capogruppo Udc a Ciampino. Il neo eletto capigruppo, a ottobre, Gian
Massimo Di Fabio, continua a ribadire la stranezza per la presenza di
una doppia Udc a Ciampino. “Non
ho molto da dire, se non che tutta la
vicenda mi lascia sconcertato - dice
Di Fabio -, ma andiamo per ordine.
All’apertura dei lavori del Consiglio
comunale del 22 ottobre abbiamo
confermato quanto comunicato al
Presidente del Consiglio tramite il
protocollo generale. Ovvero che la
maggioranza del gruppo consiliare,
composta da tre elementi, aveva
espresso la volontà di cambiare il
capogruppo consiliare, eleggendomi per tale ruolo”. La vicenda ha
avuto luogo quando, all’interno del
consiglio, il presidente Muzzi ha
letto un comunicato a firma del
Presidente del coordinamento Udc
della Provincia di Roma e dei due
vicesegretari che asserivano la non
validità della comunicazione. “Al
Sindaco, al Presidente del Consiglio, con la presente nota si porta
a conoscenza che la lettera protocollo numero 201239788 (...) è da
ritenersi nulla, poiché presenta evidente vizio di formulazione e di
procedura, formalizzata in totale
assenza di comunicazione e condivisione con gli organi di partito
provinciali, firmato il vicesegretario Sisti, il Presidente Dionisi, il
vicesegretario Tuscano”. È stato
invocato il vizio di forma dall’ex
capogruppo Addessi, in quanto la
comunicazione era stata stilata su
carta intestata con logo Udc Italia e
non con il logo Udc Casini. Il
Presidente Muzzi - continua la nota
di Dario Matturro, presidente circolo Udc Ciampino - ha affermato
di non aver ricevuto comunicazione
ufficiale circa la variazione del simbolo rispetto quello depositato
durante la campagna elettorale
2011. Ma a conferma della variazio-
essere espulso un membro di un
gruppo consiliare senza una maggioranza? La situazione è rimasta
nello stallo più completo. A seguito della decisione del sindaco di
sospendere fino a decisione ultima
del nuovo capogruppo Udc, ancora
ci sono 2 nominativi per l’Udc.
Una situazione surreale, che forse
potrebbe essere sciolta da una lettera da parte del segretario provinciale.
Labico, nasce il gruppo cittadino dell'Unione di Centro
ne del simbolo, il Presidente
Matturro, aveva mandato il 25 ottobre, una dettagliata comunicazione
al Presidente del Consiglio, al sindaco e al segretario generale.
Durante la stessa seduta, Addessi
dichiarava espulso De Fabio, causa
gravi atteggiamenti tenuti durante
una raccolta firme. Ebbene va precisato che un capogruppo, in uno
stato democratico, non può espellere un membro di un gruppo consiliare senza la manifestazione di
maggioranza espressa in seno al
medesimo gruppo. Di Fabio è stato
accettato nel gruppo consiliare nel
giugno, con il logo Udc Casini, ma
bisogna ricordare che il 7 settembre
l'Ufficio Politico nazionale Udc, ha
deliberato la modifica del simbolo
nazionale del partito. Ma come può
Labico, nasce il gruppo comunale dell’Udc con Di Stefano, Giordani e De
Martino alla presenza di Ciocchetti, del segretario provinciale Pagano e di
altri esponenti di Velletri e Zagarolo. A questo progetto hanno aderito
molti amministratori uscenti. Dall’ex sindaco Giordani a Remo Di Stefano
ed Angelo De Martino. Proprio Di Stefano ha detto: “Si ufficializza la
nascita del gruppo dell'Udc a Labico grazie alla presenza del segretario
provinciale Pagano e Ciocchetti. Noi come forza moderata a livello nazionale siamo favorevoli a dar seguito al progetto di Casini. Mentre a livello
locale saremo equidistanti dalla maggioranza e dalle opposizioni, di volta
in volta valuteremo come comportarsi a secondo dei provvedimenti che
verranno presi dal Consiglio comunale, se questi avranno una valenza di
utilità per la popolazione li plaudiremo; viceversa li criticheremo facendo
delle nostre proposte”. Andrea Giordani poi ha fatto gli onori di casa e ha
spiegato: “Dopo 7 mesi di “arresti domiciliali volontari” che mi sono dato
qui a Fontana Chiusa e che mi hanno portato a riflettere su quale siano i
valori della vita, ho deciso di lasciarmi alle spalle il passato e quindi il Pdl
e di aderire all’Udc con altri amici con i quali abbiamo ben governato la
città negli ultimi 5 anni. C’è bisogno di un partito che sta tra la gente e nel
territorio”. Concorde Pagano. A chiudere Ciocchetti: “Sono particolarmente contento di essere a Labico per iniziare un percorso insieme che
permetta di allargare la nostra base. Oltre a regionali e politiche è importante lavorare per le prossime elezioni amministrative che da queste parti
coinvolgeranno un comune importante come Valmontone che ha uno
stretto rapporto col vostro”.
Daniele Flavi
Città di Marino - Provincia di Roma
Il DIRIGENTE AREA V PIANIFICAZIONE URBANA
A Seguito della deliberazione del Consiglio Comunale n. 29 del 11.07.2012, divenuta esecutiva nei modi di legge, avente per oggetto: “Patto
Territoriale delle Colline Romane – Avviso Pubblico 28 febbraio 2002 Progetto Autoerre SAS di Trovalusci Ivana & C cod. ASP 144/MA - Revoca
della Delibera di C.C. n. 15 del 15/05/2008. Adozione progetto in Variante al P.R.G. Richiedente: Autoerre SAS di Trovalusci Ivana & C.”
RENDE NOTO
Che è depositato presso l’Ufficio Urbanistica di questo Comune a libera visione di tutti, con decorrenza odierna, per la durata di 15 (quindici)
giorni interi e consecutivi, il progetto approvato in Variante al P.R.G.
Gli interessati siano essi Enti, Associazioni o privati possono presentare le proprie osservazione all’Amministrazione Comunale nel corso dei
15 (quindici) giorni di deposito e nei 15 (quindici) giorni successivi.
Marino 28 novembre 2012
Il Dirigente Area V Pianificazione Urbana
Ing. Stefano Petrini
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n. 36 - 28 Novembre 2012
LE CITTA’
Ardea. Dopo giorni difficili è soddisfatto il primo cittadino
Litorale
di AlessAndro BellArdini
opo le feroci polemiche dei giorD
ni scorsi che avevano portato
alle dimissioni in blocco della sua
squadra di governo, il sindaco Luca
Di Fiori ha ritrovato la quadra riuscendo a ricompattare una maggioranza che aveva dato qualche segnale di insofferenza, grazie alla nomina del nuovo esecutivo, un esecutivo dall’alto profilo e che sembra
aver messo finalmente tutti d’accordo. Lionello Lupi, ingegnere
romano, sarà a capo dell’Urbanistica, mentre l’architetto Riccardo
Dotti guiderà i Lavori Pubblici.
L’Assessorato all’Ambiente verrà
invece affidato all’avvocato Alessandra Cantore. Diego Rubbi, lau-
Nominata la nuova Giunta comunale
Di Fiori: “Un esecutivo di alto profilo”
Bardi alle Attività Produttive, Lupi all’Urbanistica, Cantore
all’Ambiente, Rubbi ai Servizi Sociali e Dotti ai Lavori Pubblici
reato in Scienze religiose, avrà in
carico i Servizi sociali, cultura e
sport, mentre a Fulvio Bardi, che
ricopre anche la carica di vicesindaco, è stato assegnato l’Assessorato
alle Attività Produttive. “Riparte da
qui l’azione Amministrativa con
precise priorità programmatiche ha dichiarato il primo cittadino -.
Con la nomina di questa Giunta
spiccatamente di carattere tecnico
con professionisti di provata caratura, assicuriamo il rilancio dell’azione di governo al fine di affrontare le tematiche e le questioni più
pressanti e importanti per il futuro
della città e di raggiungere gli obiettivi prefissati nel programma di
Nettuno. Distribuiti nel frattempo i primi kit
A dicembre si parte col porta a porta
L’obiettivo è quello di ridurre i rifiuti conferiti
in discarica entro marzo
Finalmente anche a Nettuno parte la
raccolta differenziata porta a porta.
Dopo gli sforzi fatti dall’Amministrazione comunale in questi ultimi
mesi, volti a sensibilizzare la cittadinanza con una campagna pubblicitaria appositamente studiata, punti
informativi dislocati in molte zone
del comune, domeniche ecologiche
ed una serie di incontri con i cittadini, “il 10 dicembre prossimo - ha annunciato l’assessore all’ambiente
Mario Pitò - si partirà ufficialmente”. E si partirà con un obiettivo assai ambizioso, visto che dall’assessorato fanno sapere che l’auspicio è
quello di arrivare al 65% di rifiuti
differenziati entro il mese di marzo.
Proprio in questi giorni, sono in
distribuzione i kit per effettuare correttamente il differenziamento dei
rifiuti e l’amministrazione ha messo
anche a disposizione dei cittadini un
numero verde, (800.066.853) per
chiunque avesse dei dubbi o delle
domande da fare in merito. Il progetto mira ad una riqualificazione
della città con l’eliminazione dei
classici cassonetti di raccolta stradale, antiestetici ed ingombranti,
che verranno sostituiti con secchi da
consegnare ad ogni famiglia da
esporre per la raccolta nei giorni
indicati da un calendario. Per ottimizzare la raccolta porta a porta,
dopo i ritiri gli operatori lasceranno
dei cartelli segnalatori dai colori
verde, giallo e rosso, per indicare
alle famiglie se il conferimento dei
rifiuti sia stato fatto in maniera cor-
retta o meno. Si partirà dalle zone
periferiche del Comune per arrivare
entro marzo al centro ed al Borgo. “È
stato importante informare bene i
cittadini - così l’assessore Pitò - perché per la buona riuscita del porta a
porta, tutti devono collaborare ed
operare al meglio”. “Per fugare gli
ultimi dubbi - ha chiosato l’assessore - vorremmo anche organizzare
una festa Ecoambiente con punti
informativi in piazza, magari proprio il 9 dicembre, vigilia della partenza ufficiale”.
Ale.Be.
mandato”. “Si dovrà ripartire - ha
aggiunto Luca Di Fiori - prima di
tutto dal Bilancio approvato, ma è
fondamentale anche lavorare fin da
subito alla formulazione del prossimo Bilancio di Previsione 2013. Tra
le priorità anche l’operatività della
nuova sede degli uffici tecnici e la
riorganizzazione della struttura e
degli uffici comunali. Sono certo
che questo passaggio renderà l’Amministrazione ancora più stabile e
solida. Nel presentare la nuova
giunta avverto anche il dovere di
ringraziare gli assessori uscenti per
la serietà e il senso di responsabilità mostrati. Colgo, inoltre, l’occasione per augurare buon lavoro ai
neo-assessori convinto che possano
svolgere al meglio i rispettivi incarichi. Incarichi di grande importanza e responsabilità per il territorio”.
Anzio. Sfida il prossimo gennaio 2013
Centrosinistra, primarie: una poltrona per cinque
Bernardone, Toselli, Bonaventura, De Micheli
e Giannino saranno i candidati
Con l’ufficializzazione della rosa dei candidati, anche il centrosinistra di Anzio si
prepara alle elezioni primarie del 13 gennaio prossimo, dalle quali uscirà il nome
del candidato alla poltrona di prima cittadino della città neroniana (in caso di ballottaggio si bisserà il 20 gennaio). A confrontarsi, in un mese di campagna elettorale che dalle avvisaglie si preannuncia
assai turbolento, ben 5 candidati, due donne e tre uomini: Enzo Toselli,
capogruppo consiliare del Pd al Comune, Giovanni De Micheli, consigliere comunale del Pd, Rosalba Giannino, appartenente al direttivo Unione
comunale Pd di Anzio, Silvia Bonaventura, unico membro che fa riferimento all’area di Sinistra Ecologia Libertà ed un altro Consigliere comunale del Partito Democratico, Ivano Bernardone. La commissione elettorale sta stilando un documento all’interno del quale verranno elencate
alcune delle linee programmatiche su cui lavorare, che riguarderanno le
strategie politiche da attuare per il bene dei cittadini anziati, documento
che comunque prescinderà poi dal vero e proprio programma politico che
ogni singolo candidato sindaco dovrà presentare. Alla carta d’intenti, che
verrà resa nota soltanto nelle prossime settimane, prenderanno parte,
fatta eccezione dell’Italia dei Valori che ha deciso di correre da sola, tutte
le forze del centrosinistra: Pd, Sel, Psi e Comunisti Italiani.
Ab
n. 36 - 28 Novembre 2012
LE CITTA’
15
Nettuno. Fitta agenda di incontri per la vivace piattaforma civica
Litorale
l confronto politico non può
“I
cadere in una deriva caratterizzata da sterili attacchi personali, ma
deve svilupparsi su progetti condivisi
e condivisibili, che possano migliorare le condizioni generali della vita e
del futuro sul nostro territorio. Per
far ciò è necessario metter da parte le
questioni personali ed ideologiche e
far prevalere le idee, le ragioni e i
programmi. L’emergenza locale impone di creare una classe politica
dirigente che abbia le capacità, la
serietà, la volontà e l’etica per affrontare i problemi della città. La piattaforma civica Insieme si può è aperta
all’apporto e al confronto con tutti i
cittadini e con tutte le realtà sociali,
economiche e politiche presenti sul
territorio per ricercare l’intesa di un
accordo politico al fine di condividerne il percorso amministrativo”. Questo è quanto è emerso durante la
conferenza stampa della piattaforma
civica Insieme si può, che si è svolta il
6 Novembre, presso la sede della
piattaforma civica di via Cavour 15 a
Nettuno. Alla conferenza hanno par-
Insieme si può protagonista del confronto politico
“Vogliamo la riapertura di Piazzale Berlinguer”
tecipato i Consiglieri comunali Turano, Leli e Massari, gli ex assessori
Andolfi e Ferrante, Turco, Sulpizi,
Bonamano, Della Millia e Oberlechner. Successivamente il 13 Novembre si è tenuta una seconda conferenza per aggiornare le testate sugli
elementi emersi, inerenti il tema del
Piazzale Berlinguer, durante la quale
è emerso quanto segue: ossia la
“Richiesta di immediata riapertura
dall’area Piazzale Berlinguer”, trasparenza e completezza dell’informazione, tutela del bene comune e
dell’interesse dei cittadini, rispetto
delle norme fondamentali, necessaria approvazione effettuata a mezzo
di deliberazione del Consiglio comunale”. Durante la conferenza i consiglieri comunali Leli e Massari hanno
illustrato il verbale di consegna dell’area Piazzale Berlinguer firmato dal
Dirigente ai LL.PP Petrucci, dal
Direttore Generale della Città di
Nettuno Faraone e dal concessionario, nel quale non si parla di “inizio
lavori” ma di “rilievi e sondaggi”.
Risulta pertanto fuori luogo nonché
eccessiva la cantierizzazione posta in
essere che sottrae inutilmente i
posteggi a ridosso delle festività
natalizie. Hanno inoltre informato
che il 13 Novembre, hanno protocollato al Comune di Nettuno la formale richiesta di riapertura dall’area
“Piazzale Berlinguer” a firma dei
Consiglieri Comunali Turano, Leli e
Massari. La conferenza si è conclusa
con l’annuncio di una manifestazione che si terrà il prossimo 29 novembre, durante la quale saranno
illustrate le Linee Programmatiche
di Governo della piattaforma. Inoltre
il 22 novembre la Piattaforma Programmatica Insieme si può ha tenuto un ulteriore incontro tra gli esponenti del movimento civico ed i cittadini, per coordinare tramite l’analisi
della documentazione posseduta, le
iniziative da intraprendere rispetto
ai problemi derivati dalla mancanza
di un piano programmatico sempre
rispetto alla chiusura dell’area
“Piazzale Berlinguer”.
16
Open Space
LE CITTA’
Storia di un paese fuori controllo facile preda di criminali e terroristi internazionali
MALI D’AFRICA
Nei 1800 chilometri tra il confine sud dell’Algeria e i massicci del Sahara centrale covano odi e integralismi
che ricordano l’Afghanistan dei talebani. Un fuoco che potrebbe facilmente attraversare il braccio di mare
che separa il Continente Nero dall’Europa ma al di qua del Mediterraneo in pochi sembrano essersene accorti
Ora al lavoro da un mese l’ex premier italiano Romano Prodi come inviato speciale dell’Onu
di E
o
nrico
liari
è un probabile nuovo AfghaC’
nistan poco oltre il braccio di
mare che separa le nostre coste da
quelle dell’Africa, una crisi che
interessa un territorio di quattordici milioni e mezzo di abitanti, grande sei volte l’Italia, spaccato in due
da una rivoluzione o da una rivolta,
a seconda da che lato si veda il problema: è il Mali.
Già terra di antichi popoli e colonia
francese fino al 1960, il Mali si
estende tra i primi rilievi dell’Africa
guineana e i massicci del Sahara
centrale, dove gli altipiani sedimentosi lasciano il posto alla grande depressione che ospita il letto
del fiume Niger, il quale percorre il
paese per 1800 chilometri.
Della guerra di secessione dell’Azawad in Italia se ne è parlato poco,
nonostante l’immenso paese si trovi immediatamente sotto il confine
con l’Algeria e sia parte viva di quel
mondo in fiamme che ci circonda.
Poi, nel marzo di quest’anno, finalmente i media europei ed occidentali si sono accorti che anche in
quella parte di pianeta c’è una
situazione esplosiva, la cui forza
d’urto può facilmente arrivare
anche al di qua del braccio di mare
che ci separa dal Continente nero:
il 22 marzo i militari dell’esercito
regolare hanno trasformato la loro
protesta per la carenza di equipaggiamenti e di mezzi in un vero e
proprio colpo di Stato, con tanto di
rovesciamento del presidente
Amadou Toumani Taoré; gli uomini del nord, quelli del Mouvement
National de Liberation de
l’Azawad (Mnla), alleati con gli
jihadisti di al-Qaeda Aqmi e
dell’Ansar Dine, hanno avuto la
meglio sui militari regolari e non è
passato giorno senza che il governo
di Bamako perdesse, quasi nell’incuranza di chi era al governo,
importanti città come Gao e
Timbuctù. E il 26 maggio scorso
l’intera parte settentrionale del
Mali, cioè oltre la metà del territorio, si è costituita in uno stato indipendente, nella Repubblica islamica dell’Azawad.
Le armi e i finanziamenti ai guerriglieri della regione, per lo più tuareg e arabi autoctoni, come pure
agli alleati jihadisti provenienti da
ogni dove, sono arrivate ed arrivano ancora oggi dai traffici fuori
controllo che partono dalla Libia
dell’era post-Gheddafi e dalla rete
di al-Qaeda.
Tuttavia, con la presa di Timbuctù,
gli jihadisti hanno commesso l’errore di imporre la sharia (legge
islamica), con tanto di divieto per
gli uomini di radersi la barba, di
taglio della mano per i ladri e di
restrizioni per le donne e, come era
successo nel 2001 in Afganistan
con le colossali statue dei Buddha
di Bamiyan, fatte saltare con quintali di dinamite dai talebani, già in
aprile l’ottusità dei radicalisti islamici di al-Qaeda e dell’Ansar Dine
ha portato alla distruzione presso
Timbuctù prima delle millenarie
statue marmoree di Alfarouk, il
mitico angelo a cavallo difensore
della città, poi delle antichissime
tombe e persino di tratti delle bellissime mura difensive della città,
riconosciuta dall’Unesco come patrimonio dell’Umanità. Troppo,
per i tuareg che, per guadagnare
l’indipendenza da Bamako si sono
improvvisamente ritrovati sotto-
messi nelle loro stesse terre, depauperati della propria antica cultura e soprattutto privati della
libertà di iniziativa in ogni campo.
Mentre Timbuctù veniva occupata
dal governo islamico, a Bamako,
capitale ormai della sola parte
meridionale del paese, i militari del
golpe, guidati dal capitano Sanogo,
facevano passo indietro su consiglio dell’Ecowas (l’Unione degli
stati dell’Africa occidentale) e
davano la possibilità al nuovo presidente, Dioncounda Traoré, di
insediarsi. La prima cosa da fare
per tentare di riprendere il controllo dell’Azawad è stato chiedere
l’aiuto della comunità internazionale ed in particolare alla Francia,
all’Unione Africana e, ovviamente
all’Onu: la prima a muoversi è stata
l’intelligence di Parigi, che ha utilizzato droni, cioè aerei senza pilota, per avere un quadro completo
della situazione; qualcuno ha
anche visto nell’anticipato ritiro (di
ben 2 anni!) delle truppe francesi
dall’Afghanistan proprio un’imminente impiego militare nel Mali.
L’Unione Africana si è detta pronta
ad inviare uomini e mezzi in sostegno delle truppe di Bamako e,
come generale in capo ha scelto il
guineiano Sekouba Konaté.
L’Onu ha invece giocato la sua
prima carta individuando, lo scorso ottobre, nella persona dell’italiano Romano Prodi il proprio inviato: l’ex presidente del Consiglio
(per due volte), ex ministro dell’Industria, ex presidente dell’Iri,
ex presidente della Commissione
europea, ex ministro della Giustizia e presidente del Gruppo di lavoro Onu-Unione Africana sulle missioni di peacekeeping in Africa, ha
potuto compiere un primo sopralluogo nella capitale maliana lo
scorso 19 ottobre, da dove è tornato con impressioni di viva preoccupazione, ovvero, come ha riferito,
di “difficoltà, vastità e pesantezza
del problema”.
Prodi, intervistato da alcuni organi
di informazione, ha anche ravvisato
che “lo sviluppo della regione saheliana, data la grave situazione di
partenza, prenderà decenni” e ha
fatto notare come il nostro paese
avrebbe un atteggiamento alquanto
defilato sul problema: “I ministri di
tutto il mondo - ha spiegato - che ho
incontrato qui mi hanno chiesto a
più riprese perché l’Italia fosse
assente. È semplicemente incredibile come il nostro paese non rifletta seriamente sui problemi africani.
Non abbiamo neanche un’ambasciata in Mali, ma non è soltanto
questo il problema”. E difatti proprio in materia di Mali l’Italia sta
rischiando, ancora una volta, di rimanere esclusa dal gioco, ovvero di
aiutare il legittimo governo di Ba-
mako a riprendere il controllo del
proprio territorio settentrionale
cacciando gli jihadisti e gli al-qaedisti, specie se si considera che il sottosuolo di quel paese, non molto
lontano da noi, è ricco di petrolio e
ha estesi giacimenti di fosfati, oro,
uranio, ferro, bauxite e manganese,
poco sfruttati a causa delle infrastrutture carenti.
Forse a dare una mano a Prodi nel
suo compito di inviato delle Nazioni
Unite interverrà un insieme di
eventi che già stanno interessano lo
stesso nord del paese e quindi la
paradossale alleanza tuareg - Ansar
Dine - al-Qaeda: la forse un po’ prematuramente proclamata Repubblica islamica dell’Azawad è durata
giusto una manciata di giorni, i tuareg e le popolazioni arabe che da
sempre abitano quelle terre si sono
dette pronte di votarsi al laicismo
pur di ottenere l’aiuto dell’Occidente per scacciare chi ormai è
padrone a casa loro; gli jihadisti
dell’Ansard Dine, forse timorosi di
un deciso intervento di Occidente
ed Unione Africana, hanno preso
proprio oggi le distanze da alQaeda Aqmi e si sono dichiarati
pronti a partecipare ad un sistema
democratico. In mezzo a questo
marasma di ideologismi e di proclami, come sempre, le vittime civili
dell’ennesima guerra stupida che
brucia intorno a noi: oltre alla moltitudine di profughi che sbanda e
sulle calde sabbie del deserto, giungono notizie di eccidi ed esecuzioni
di massa, compiuti dalle diverse
parti in gioco. Forse il casus belli
per un nuovo Afghanistan, questa
volta vicino a casa nostra.
LE CITTA’
17
Egitto. Finita la luna di miele tra presidente e popolo
Morsi si prende i poteri dei giudici
Assalti alle sedi dei Fratelli Musulmani
È ormai guerra aperta in Egitto fra il Presidente della
Repubblica, Mohammed Morsi, ed il Consiglio superiore
della magistratura, il quale
accusa il numero uno del
paese di aver accentrato su
di sé prerogative che appartenevano al potere giudiziario: nei giorni scorsi si sono
tenute in diverse piazze delle
città egiziane di Alessandria,
Ismailia, Assiut, Port Said,
Suez, Mahalla, Damietta, Menya, Assuan e soprattutto
nell’ormai nota piazza Tahrir
del Cairo, manifestazioni
delle opposizioni, proprio
per denunciare un autoritarismo che, a loro dire, non
aveva osato neppure il precedente presidente Hosni Mubarak.
Effettivamente l’homo novus Morsi, tanto nuovo non sembra se, come
risulta, è arrivato a far inserire nella redigenda Costituzione un provvedimento che stabilisce la non appellabilità davanti alla Magistratura di
tutte le sue decisioni, anche pregresse.
“Sono sempre stato, sono ancora e sarò sempre, a Dio piacendo, con il
popolo, con quello che vuole il popolo, con una chiara legittimità”, si è
difeso il presidente egiziano, il quale ha ben pensato tuttavia di “licenziare” lo scomodo ex procuratore generale anziano Abdel Maguid
Mahmoud e di mettere al suo posto il fedelissimo Talaat Ibrahim
Abdallah, dipingendo la manovra con lo scopo di rimuovere i corrotti e
i fedeli dell’ex regime dalle cariche giudiziarie.
La cosa non è andata giù nemmeno a qualche suo collaboratore più
stretto, fra i quali la nota scrittrice Sekina Fouad, consigliere del presidente per la cultura, la quale ha annunciato la sue dimissioni per protestare contro l’iniziativa autoritaria di Morsi.
E così fra ricorsi e proteste internazionali, sono scesi in piazza nuovamente i sostenitori e gli oppositori all’uomo accusato di neo-faraonismo, in una confusione di tafferugli e di cariche della polizia in cui ci
sono scappati anche centinaia di feriti e un paio di morti, fra i quali un
ragazzo quindicenne, rimasto ucciso da una bastonata nell’assalto a una
delle sedi dei Fratelli Musulmani (partito di Morsi) e un esponente del
Movimento del 6 aprile, un’organizzazione che aveva largamente mobilitato i giovani durante una rivolta contro il regime di Hosni Mubarak.
Nonostante i tentativi di dialogo avanzati da Morsi nei confronti della
Magistratura per arrivare ad un compromesso volto a non trascinare il
paese nel caos, il club dei giudici di Alessandria ha annunciato “la
sospensione del lavoro in tutte le sedi della provincia di Alessandria e
Beheira… fino alla termine della crisi provocata dalla dichiarazione del
presidente dell’Egitto”.
3
MARCO DEL GRE
18
LE CITTA’
PENSIERI
P A R
“Col Roma Guitar Festival riavviciniamo i giovani alla mus
Età media di organizzatori e partecipanti è attorno ai trent’anni. Un evento che può rappresentare l’inizio
che esca dalla retorica antimeritocratica delle accademie: “Piangersi addosso non serve nulla. Roma è il p
di Daniele Priori
M
arco Del Greco ha trent’anni. I
lettori de Le Città lo hanno conosciuto di recente su queste pagine grazie al ricordo commosso e
personale che ha scritto per noi nei
giorni in cui si salutava con mestizia la scomparsa del grande compositore Hans Werner Henze che Del
Greco ha avuto modo di conoscere
e frequentare artisticamente negli
ultimi cinque anni della vita del
grande musicista. Cinque anni,
questi ultimi, nei quali Del Greco,
professore di musica in una scuola
dei Castelli ma antiaccademico
quanto basta da arrivare in Giappone, vincere, come è avvenuto nel
2010, il più prestigioso concorso
chitarristico del mondo, sconfiggendo i padroni di casa e riscuoten-
do l’amore della popolazione e
degli stessi musicisti nipponici. Un
sentimento pienamente ricambiato
e nuovamente testato in una splendida e lunga tournèe tenuta un
anno fa giusto di questi tempi.
Momenti magnifici in giro per il
mondo che non impediscono comunque al maestro Del Greco di
amare la sua Roma. Sua anche a
livello musicale, essendo stato lui
allievo e poi amico di due grandissimi, i fondatori, della cosiddetta
scuola chitarristica romana: il
grande Mario Gangi, scomparso
pochi anni fa, e Carlo Carfagna che
di Del Greco è stato maestro al
Conservatorio fino al traguardo del
diploma. Fatto sta che Del Greco
fino al prossimo 4 dicembre quando concluderà con un suo concerto,
è impegnato in questi giorni a
Roma nel ruolo di direttore artistico del Roma Guitar Festival organizzato dall’associazione NuMus
presso la basilica di San Giovanni a
Porta Latina.
Una settimana di grande musica per chitarra a Roma. Come ti è venuta l’idea?
“L’idea mi è venuta girando per il
mondo per i miei concerti. Ovunque ho trovato una grande attenzione nei confronti della tradizione
musicale italiana e un amore nei
confronti delle nostre bellezze architettoniche e paesaggistiche.
Spesso noi romani non siamo consapevoli dei luoghi che ci circondano e solo tornando da un lungo
viaggio, a volte, prendiamo atto di
ciò. Da questi pensieri ha preso
forma il Roma Guitar Festival, una
rassegna di concerti dedicati alla
chitarra classica ospitati in luoghi
di assoluto pregio storico e artistico
della Capitale, in particolare que-
P
ECO
LE CITTA’
19
PERSONE
O L E
sica di qualità”
o di qualcosa di diverso
palcoscenico giusto”
st’anno la Basilica di San Giovanni
a Porta Latina”.
Da dove arrivano gli artisti
che parteciperanno?
“L’apertura del festival il 27 novembre è stata affidata ad un duo di
musicisti abruzzesi, il (Mu)SiCk
Project (Massimo Di Gaetano, chitarra e Alessandro Scenna, percussioni e oggetti) con un programma
incentrato sulla musica improvvisata e d’avanguardia, comprendente fra l’altro brani di John Cage nel
centenario dalla nascita. Sabato 1
dicembre sarà la volta di un chitarrista compositore torinese, Giorgio
Mirto, che proporrà un recital di
sue composizioni originali e di
brani a lui dedicati da compositori
argentini e italiani. L’ultimo appuntamento di martedì 4 dicembre
mi vedrà impegnato in duo con il
violista Daniel Palmizio, nato nel
Regno Unito ma residente nella
lt
Asco
aci su
Capitale, con musiche di grandi compositori quali Schubert, Paganini e
Villa-Lobos. Particolare non da
poco, tutti i concerti sono a ingresso gratuito”.
Tu sei al tempo stesso un giovane professore e un chitarrista
esperto che ha già girato una
bella fetta di mondo: come
passa il messaggio musicale in
Italia tra i trentenni, tuoi coetanei, e quanto eventi come questo festival, animato da menti
giovani, può aiutare la musica
colta a uscire dalla gabbia più o
meno dorata che è l’accademia?
“Innanzitutto voglio mettere in
chiaro una cosa: le accademie italiane, nel particolare i conservatori, forse possono essere delle gabbie, ma al loro interno d’oro c’è ben
poco.. Quando, in tempo di crisi e
spending review, il primo gesto
della classe politica che governa il
Paese da anni è tagliare i fondi all’istruzione, alla ricerca e alla cultura, quando capisci che lo stesso sistema di reclutamento dei docenti
di conservatorio si basa oggi sulla
precarietà, su meri “pezzi di carta”
o su un unico concorso nazionale
risalente ai primi anni Novanta, al-
lora puoi iniziare a renderti conto
che la gabbia è stata costruita per
tenere fuori i giovani dalla cultura.
Tutto ciò si riflette nella ricettività
del pubblico, soprattutto quello più
giovane. Detto questo, piangersi
addosso non serve a nulla. Un bel
messaggio credo sia l’età media
degli artisti e di chi lavora al progetto del Roma Guitar Festival:
trent’anni”.
Ti stai rendendo protagonista
di una carriera internazionale, incontrando esperienze artistiche e umane che vanno da
Hans Werner Henze a importanti compositori e autori
dell’estremo oriente ma ti sei
formato nella cosiddetta “scuola romana”. Come sta la musica a Roma?
“Per la musica di qualità dal vivo
non così male, basta saper cercare.
Su tutte abbiamo l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia che ospita
ogni anno grandi musicisti nella
propria stagione sinfonica e cameristica. Proprio in questo ambito,
nella Sala Santa Cecilia del Parco
della Musica, ho ascoltato due anni
fa la prima esecuzione di una delle
ultime opere di Henze, Immola-
zione, commissionata dall’Accademia ed eseguita dall’orchestra
diretta da sir Antonio Pappano”.
Il Roma Guitar Festival suonerà anche note del grande Mario
Gangi. Tu le sei stato affezionato e vicino. Ricordacelo artisticamente e umanamente in cinque aggettivi.
“Allegro, eclettico, esigente, solare,
romano (e romanista)”
Un genio come Franco Battiato
cantava: “Mandiamoli in pensione i direttori artistici, gli
addetti alla cultura”. Tu che
direttore artistico sei per questo festival?
“È sintomatico il fatto che anche
Battiato ora abbia cambiato idea e
si stia rimboccando le maniche in
prima persona. Il direttore artistico
comunque da solo non riuscirebbe
ad organizzare nulla. Io devo ringraziare Mirko Ceci che, spesso dietro le quinte, rende possibile nella
pratica organizzativa la realizzazione del festival e Paolo Petrocelli per
la promozione e l’ufficio stampa”.
Chiuderai con un tuo concerto. Rispetto ai tuoi ultimi concerti dedicati alla musica contemporanea giapponese, sei
tornato in occidente: vedo
Schubert e Paganini...
“In generale nei tre concerti del
festival ho voluto che il pubblico si
avvicinasse alla chitarra da tre punti
di vista diversi. Il concerto mi vedrà
protagonista con Daniel Palmizio,
uno dei violisti più affermati al giorno d’oggi. Il repertorio comprende
cinque antiche danze francesi di
Marin Marais, la bellissima Sonata
di Schubert cosiddetta Arpeggione
dallo strumento per cui è stata originariamente composta (a metà tra
una chitarra e un violoncello), la
Bachiana brasileira n.5 del compositore brasiliano Villa-Lobos e la
Sonata per la Gran Viola di Paganini, dove la viola ha un gran bel da
fare! Vi aspettiamo quindi alla
Basilica di San Giovanni a Porta Latina il primo e il 4 dicembre alle ore
21. L’ingresso è gratuito.
n. 36 - 28 Novembre 2012
TE
Play Time
LE CITTA’
21
ALESSIO VASSALLO
“Tornerò con Il giovane Montalbano nel 2014
Nel frattempo bisogna lavorare per una tv meno trash ”
di Carol Verde
icuro di sé, voce pulita e sguarS
do ben piantato sull’orizzonte:
Alessio Vassallo è senza dubbio uno
dei giovani talenti della televisione
italiana (e non solo). Arrivato al
successo con la soap Agrodolce, ed
entrato definitivamente nei nostri
cuori con l’interpretazione di Mimì
Augello ne Il giovane Montalbano,
si appresta a farsi notare ancora di
più: ultimamente ha preso parte a
due progetti molto importanti, Trilogia anni ’70 e I Borgia.
Siciliano per nascita e per scelta,
l’abbiamo incontrato a Roma - sua
città di adozione - e, complice una
tazza di caffè, ci ha raccontato passato e presente, con un occhio sul
futuro.
La tua Sicilia è nell’occhio del
ciclone per la polemica sull’astensionismo…
“Non è una situazione soltanto siciliana, sono certo che sarà così
anche alle nazionali. La Sicilia è
solo uno specchio dell’Italia: e gli
italiani non credono più a nulla. Ho
seguito anche il dibattito sulle primarie tra i candidati del Pd. Bellissimi discorsi. Il problema è che li
sento da anni, ma non ho mai visto
mettere in pratica nulla di quello
che ho ascoltato…”
Restando in tema di politica:
come hai vissuto gli scontri
studenteschi del 14 Novembre?
“Vedere ragazzi presi a manganellate non è piacevole. È anche vero,
però, che manifestare con caschi in
testa e sassi in mano non è il modo
giusto…”
È un’età particolare… Tu l’avresti fatto?
“Io? All’età loro stavo rinchiuso in
Accademia (Silvio D’Amico, ndr), a
volte non uscivo nemmeno nel
week end e studiavo per il lunedi…”
Eri un secchione, insomma?
“Per niente! Ho frequentato il liceo
classico, ma è come se non l’avessi
fatto. Poi ho iniziato a studiare recitazione… ed è cambiato tutto.
Quando ti innamori veramente di
qualcosa dai il massimo.
All’Accademia facevo questo lavoro
per il gusto di farlo, non per fare il
belloccio in televisione che poi sono
finito comunque a fare! (ride). La
mia carta vincente è stata che non
l’ho fatto non per il successo, ma
per una necessità profonda di mettermi in gioco. Lo facevo perché mi
rendeva felice. Proprio per questo
sto cercando di ritrovare quello spirito: ora vorrei tornare a studiare e
a non farmi inglobare dai meccanismi di quel mondo fatto solo di apparenza”.
Cos’è che ancora ti spinge a fare l’attore?
“L’altro giorno ero a bere una birra
con Simone Gandolfo (il tenente
Orlando Serra in Ris Roma 3, ndr)
e parlavamo proprio di questo. Ci
dicevamo: “Noi siamo fortunati,
viviamo del nostro lavoro”. Ma
pensavamo che anche quando non
eravamo così fortunati, un ingrediente fondamentale che ha il
nostro lavoro, e che altri lavori non
hanno, è quello della speranza. La
speranza che puoi svoltare da un
giorno all’altro. È come una droga.
Questo è un lavoro fatto di aria… Io
ho 29 anni e le cose mi stanno
andando bene, ma ancora faccio
fatica, lotto. Per non parlare delle
tante porte in faccia... Nelle interviste sembra sempre tutto rose e fiori,
ma sai quanti “no” mi arrivano!”
Tipo?
“Per esempio, per una fiction su Rai
Uno che parla di un calciatore, a cui
tenevo molto. Ero arrivato alla fine,
sembrava che avessero scelto me e
invece m’è arrivato un bel no. I no
arrivano a tutti, ti assicuro, anche
quando hai esperienza. Sono più dei
sì! Però qualche volta i no arrivano
anche da me. Sto iniziando a selezionare, a non andare in certi programmi, a non fare certe cose… Io
sono un attore, e come tale voglio
comportarmi, ora”.
Non sei contento del momento
televisivo attuale?
“L’80 % è trash. Ci sono certe cose
in giro che nemmeno gli sceneggiatori di Boris potrebbero concepire.
Ed è frutto di quanto è stato dato in
pasto dalla politica in questi ultimi
15 anni. Bellocce e bellocci, storie di
sesso e tutto il resto che dalla cronaca sono andati a finire dritti nei
programmi e anche nelle fiction. E
il pubblico mangia ciò che riceve...”
Quindi non pensi che sia il
gusto del pubblico a scegliere i
programmi?
“No, non credo. Guarda il Grande
Fratello: continuavano a trasmetterlo anche quando andava male.
Le scelte vengono dai produttori,
loro decidono cosa trasmettere, che
messaggio dare:e la maggior parte
del pubblico accetta quello che gli
viene dato”.
Pensi che siamo senza speranza?
“Assolutamente no. Negli ultimi
tempi qualcosa secondo me sta
cambiando, effettivamente. Piano,
ma sta cambiando. E questo è dovuto anche al cambiamento politico
in atto. Se ci fossero più programmi
di qualità, la gente li guarderebbe
senza problemi…”
E a proposito di programmi di
qualità, sappiamo che l’anno
prossimo ti vedremo in Trilogia anni ’70, miniserie sugli
anni di piombo.
“Con questa serie siamo andati ad
affrontare un tema importante, gli
anni di piombo che a me scuote e
affascina allo stesso tempo. Preparandomi per questo ruolo ho letto veramente di tutto su quel periodo.. nonostante abbia letto molto
ho capito poco, perché erano dei
tempi estremamente complessi.
Sarò uno dei protagonisti, e ho fatto anche un grande lavoro perché
io, siciliano, sarò un genovese! Ma
di più non posso anticipare”.
Restando in tema di anticipazioni: gira voce che Il giovane
Montalbano si girerà a Gennaio… Confermi?
“È vero che si farà l’anno prossimo,
ma non a gennaio. Camilleri lo sta
scrivendo, ma non ha ancora finito.
Delle riprese se ne riparlerà in estate o addirittura settembre-ottobre
prossimi. Quindi tranquilli, ci rivedrete presto! Ma non prima di primavera 2014”.
22
LE CITTA’
Play Time
n. 36 - 28 Novembre 2012
L'abbigliamento uomo in inverno
La rivoluzione del concetto estetico
Ecco la tendenza della non tendenza
Dalla crisi al look essenziale e minimal
di Valentina Carboni
a maggior parte delle volte nelle
Lmoda
riviste si parla sempre della
al femminile, ma gli uomini?
Ormai anche l’uomo ama curarsi e
piacersi e questo comprende per
forza essere alla moda. Anche il
mondo maschile è soggetto al
fashion system, e vediamo come è
possibile aiutarlo. Per questo inverno arriva anche per l’uomo “La tendenza della non tendenza”. Senza
dubbio è una delle conseguenze
della crisi. Quello che possiamo
notare, anche solo guardando le
vetrine dei negozi, è che lo spirito
unisex è diventato comune in quasi
tutte le collezioni, dove uomini e
donne sfilano con gli stessi vestiti
(Prada, Umit Benan, Diesel Black
Gold), infatti come nella moda femminile quest’anno dominano il
verde scuro, il bordeaux, lo stile
oversize e per i più giovani, le borchie. Ormai nella moda quello che
conta è lo stile e per questo gli stilisti milanesi per l’inverno targato
2012-2013 hanno immaginato un
guardaroba quasi classico, con alcuni capi tradizionali come gli abiti
interi, sempre più venduti, da
miscelare con altri capi più facili e
informali, di modo da ottonere un
look casual tradizionale adatto
un pò a tutti e abbandonare quell’aspetto costruito. A rendere particolare un outfit maschile, sono i
materiali che sono diventati sempre più sofisticati, sia nel registro dei tessuti tecnici,
quasi impalpabili, che
in quello delle lane
fini e dei cachemire,
sempre più leggeri.
Il trench iperleggero, il blazer di velluto
e le giacche a doppio petto e di pelle
diventano imprescindibili per costruire il
basico dell’armadio di questo inverno.
Link: valemood.blogspot.com
Il minimalismo è tornato nel mondo della moda. Questo concetto,
che fu il pilastro del buon gusto
negli anni '90, adesso torna a vivere una seconda gioventù grazie agli
stilisti del 21esimo secolo. La realtà
è che da quando il mondo è colpito
da questa terribile crisi, gli stilisti e
le firme più importanti hanno abbracciato il concetto estetico dell’essenziale. I “look minimal” sono
semplici da disegnare, facili da produrre e non sono sottoposti al terribile ciclo della moda chiamato
“tendenza”. Un indumento basico
non dura solo sei mesi, ma può
durare anni ed essere sempre
attuale, basta solo cambiare gli
accessori. I primi ad impossessarsi del concetto “minimal” sono stati l’inglese Celine e l’italiano
Giorgio Armani e dopo di loro moltissimi
altri li seguirono
come, Phililip Lim,
Derek Lam, Alexander Wang, Proenza
Schouler ecc...
Esistono tantissimi elementi che la moda di adesso ha con la vecchia decade felice
degli anni Novanta come: i pantaloni con le pence, i vestiti svasati in
fondo in bianco o in nero, i jeans a
vita alta ecc... Negli anni Novanta la
moda proveniva dall’America, il
sogno di tutti gli europei, ora tutto
è rivisitato, adattato a un tempo
differente dove è stato necessario
prescindere di quella innocenza e
freschezza con cui si viveva la
moda. La overdose di informazioni
con cui ci confrontiamo ogni giorno, tramite blog o social network,
come Twitter, Pinterest o Instagram, ci ha provato di questi ingenui look che ci sorprendevano ogni
volta che si vedeva una sfilata o su
una pagina di una rivista, la crisi ci
ha privato dello spirito innocente
che era la moda.
n. 36 - 28 Novembre 2012
NINA ZILLI
L’amore è musica
A suo agio tra tutti i tipi di canzoni, nei club
come a teatro. Domina la scena con la sua
femminilità come se fosse nata sul palco…
Testi e foto di Marco Piraccini
grottaferrata
LE CITTA’
Play Time
AFH
er Nina Zilli l’amore è femmiP
na: ma è anche musica, divertimento e teatro.
Dopo il lungo tour che l’ha portata
ad esibirsi nei più prestigiosi club
d’Italia in seguito al successo sanremese, la Zilli è pronta ora ad
affrontare una nuova sfida: quella
dei teatrale. Missione già vinta,
almeno considerando le prime
date del tour invernale dell’Artista
che hanno registrato il tutto esaurito in ogni città toccata, compresa
Roma dove si è esibita sabato
scorso all’Auditorium Parco della
Musica, con un
pubblico sempre
più vasto e sempre più propenso
a dimostrare amore ed ammirazione nei confronti della cantante. Nina è bravissima: non solo
seduce con una
femminilità pro-
23
rompente e mai volgare, ma domina il palcoscenico come fosse nata lì, come fosse un’artista d’altri
tempi. Regina del soul ma non
solo: Nina Zilli dimostra di sapersi
caparbiamente muovere tra diversi stili senza mai cadere nell’improvvisazione o nella mediocrità. Anzi: gioielli della musica mondiale come At last o Grande,
grande, grande risplendono sotto
nuova luce sia grazie alla voce
della cantante che al contributo
massiccio e meritevole di applausi
di una band vera, autentica, che
sembra essere direttamente uscita
dal film dei Blues Brother. Brava
Nina: dalle feste a sfondo sociale
ai mari di birra, dalle piazze ai club
sino ad approdare nel contesto più
spaventoso per un artista, quello
del teatro, senza sbagliare un
colpo; questo ci fa capire che per
quanta strada abbia già fatto sino
ad ora, ancora tantissima, per
nostra fortuna, ne farà.
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n. 36 - 28 Novembre 2012
Sport
LE CITTA’
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Europa League. I biancocelesti si qualificano ai sedicesimi
Lazio, continua la marcia trionfale
Standing ovation per Paul Gascoigne
Nella partita contro il Tottenham l'Olimpico e la Curva Nord riabbracciano l'idolo Gazza
di Silvia Panizza
e Raffaele CaldaRelli
a Lazio stacca il visto per i sediLAll’Olimpico
cesimi di Europa League.
lo 0 a 0 contro un pessimo Tottenham consente alla
squadra di Vladimir Petkovic di
centrare l’obiettivo qualificazione
con una partita d’anticipo. Ottima
gara dei padroni di casa che hanno
fallito tantissime occasioni e domato gli inglesi davanti a Paul Gascoigne, presente in tribuna e omaggiato con striscioni e cori dai tifosi
biancocelesti. L’allenatore dei romani cambia molto rispetto alla
Juventus. Kozak prende il posto di
Klose ma l’attaccante ceco sprecherà un’infinità di palle gol nel corso
della partita. A partire meglio,
però, sono i londinesi di Villas Boas
che al quarto del primo tempo
vanno in rete con il temibile Gareth
Bale ma il guardalinee alza la bandierina e annulla tutto, anche se la
posizione di partenza del gallese
sembra regolare. La Lazio
sale in cattedra e a più
riprese punge con Kozak
che trova nel portiere
Lloris un muro insormontabile. Nel secondo tempo
stessa musica con la Lazio
a comandare il gioco e gli
ospiti a difendersi. Il match
termina in parità ma la
cosa che più conta è il passaggio del turno conquistato grazie anche alla vittoria
del Panathinaikos sul Maribor. L'ABBRACCIO A GAZZA
- La memoria del tifoso biancoceleste continua ad essere sollecitata da
vigorosi momenti emozionali. Lo
scorso febbraio, il Cholo Simeone
ricevette, prima dell’inizio della
gara, dieci minuti di standing ovation con tanto di coro in virtù di
quel carisma che lo rese celebre da
giocatore e che fu determinante per
la conquista dello scudetto del
Duemila. Giovedì 22 Novembre,
invece, l’emozione del fan laziale si
è tinta di un colore ancora più
nostalgico, sregolato e geniale proprio come Gazza. Lazio - Tottenham è la partita; Paul Gascoigne
il motivo per accendere un ricordo
mai sbiadito. “Avevo 15 anni quando venne acquistato - dice Giulio
fedelissimo e abbonato da oltre 20
anni- fu il crack per quella Lazio
che stava diventando grande”.
Gascoigne ora è un uomo di 45
anni, porta con sé i segni di qualche
eccesso ma anche di una perenne
spensieratezza. L’urna dell’ Europa
League ha messo di fronte le sue
squadre: il Tottenham, l’amore
inglese, e la Lazio la passione italiana. Amore e passione per una notte
da brividi. “Un fuoriclasse assoluto
- afferma Corrado - fragile caratterialmente ma molto sensibile. Con
noi ha giocato poco ma quando lo
ha fatto è stato sublime”. Gazza è
tornato, solo per una serata ma
c’è. Saluta i suoi tifosi, soprattutto
il popolo laziale che intona quel
coro come se gli anni non fossero
mai passati. In fondo per i miti il
tempo serve solo a rafforzare il
loro ruolo.
L'analisi. Stagione tribolata, El Shaarawy incontrastato trascinatore
Il Milan risorge al Meazza contro la Juventus
I rossoneri ne sanno una più del diavolo...
Probabilmente la vittoria di domenica sulla Juventus ha restituito ai
rossoneri una classifica più veritiera rispetto a quella che li vedeva
invischiati nelle zone meno nobili
della classifica, ma una cosa è certa,
non è un Milan da scudetto e probabilmente neppure da zona
Champions League. Se si vanno ad
analizzare i reparti si può tranquillamente dire che è la squadra maggiormente cambiata rispetto alla
passata stagione e stando agli
odierni risultati sicuramente non in
meglio. I dirigenti di Via Turati
nella passata estate hanno optato
per una green line caratterizzata
dalla giovane età dei calciatori e dai
bassi costi di gestione, per questo
motivo gran parte dei senatori
hanno lasciato la squadra a scadenza di contratto e in altri casi sono
stati ceduti per far fronte alle esigenze di bilancio. Tuttavia si sa,
anche nelle annate meno fortunate
c’è sempre qualche aspetto positivo
e nel caso dei rossoneri possiamo
sicuramente individuarlo nel piccolo faraone, Stephan El Shaarawy,
attaccante classe 1992, su cui il
Milan ha deciso di investire una
somma ingente di milioni di euro.
Basti pensare che l’intero cartellino
è stato prelevato dal Genoa per 14
milioni di euro. Investimento oculato che sta portando i suoi frutti
come testimoniano le dieci reti
messe a segno dall’italiano di origini egiziane, gol che gli valgono fra
le altre cose la leadership solitaria
nella classifica cannonieri. Facendo
riferimento alla suddetta “green
line” non si può non menzionare il
terzino destro Mattia De Sciglio,
altro classe 1992. In
questo caso il Milan
ci ha guadagnato nel
vero senso della
parola dato che questo piccolo fenomeno
lo aveva già in casa,
nella squadra primavera. Ora è chiaro il progetto è
ambizioso e molto sensato dati i
tempi di crisi economica, ma se si
guarda soprattutto all’Europa, alla
Champions League, dove il Milan si
è qualificato agli ottavi di finale
grazie all’ultima vittoria contro i
belgi dell’Anderlecht, un’ossatura
di squadra di questo tipo che risultati può portare? Lo scopriremo
solo vivendo…
luca Priori
n. 36 - 28 Novembre 2012
L’agenda
Al Bramante tornano i 100 presepi
Trentasettesimo anniversario per
l’Esposizione Internazionale 100
Presepi, aperta dal 22 novembre al
6 gennaio nelle Sale del Bramante
a Piazza del Popolo. In esposizione
171 presepi, che rispondono a canoni diversi: dal presepio storicoregionale a quello di “fantasia”,
dove l’estro dei presepisti trasforma la banalità di oggetti e materie
del vivere quotidiano in una originale rappresentazione del sacro.
Una mostra non a caso indicata dal
The New York Times tra le sei cose
da visitare al mondo a Natale. Da
quest’anno 100 Presepi racconta la
storia del presepe regione per
regione attraverso i secoli. Altra
novità è la mostra per i più piccoli,
dove, utilizzando i materiali “bio”
del laboratorio Il Presepe come
Gioco, i bambini potranno realizzare, guidati da personale specializzato, una figurina del presepio e poi
portarla a casa. L’Esposizione
Internazionale 100 Presepi è aperta tutti i giorni anche i festivi dalle
9,30 alle 20, dal 22 novembre al 6
gennaio.
nti
e
Agenda Ev
A Roma rivivono Mille e una Cenerentola
Dall’8 novembre al 31 gennaio la
Biblioteca Nazionale Centrale di
Roma, con la collaborazione del
Dipartimento di Studi Europei,
Americani e Interculturali dell’Università La Sapienza di Roma,
il Museo del Libro per l’Infanzia di
Varsavia, il Teatro dell’Opera di
Roma, il Museo Ferragamo di
Firenze, il Museo dell’Arte Orientale di Roma ospita Mille e
una Cenerentola. Illustrazioni,
adattamenti, oggetti consueti e
desueti. L’esposizione, che unisce il profilo scientifico con la
dimensione divulgativa, è organizzata in diverse sezioni (Trasformazioni testuali e visive di
Cenerentola, Cenerentola in musica, Cenerentola interculturale). Saranno esposti pezzi importanti del patrimonio culturale internazionale legato a Cenerentola: volumi pregiati e
rari, manoscritti, costumi, bozzetti, marionette, pop up e altri
oggetti che testimoniano e documentano la straordinaria dif-
fusione del personaggio. Il percorso della mostra ci fa rivivere Cenerentola in tutte le sue tradizioni
storiche e permette al visitatore di
scoprire le mille sfaccettature di
questa personaggio fiabesco.
Valentina Carboni
LE CITTA’
27
La Capitale apre
i Musei alla musica
Roma apre i suoi Musei alla musica. Per una notte musei civici e
spazi culturali saranno lo scenario della quarta edizione di
“Musei in Musica”, dalle 20 di sabato 1 dicembre alle 2 di domenica 2 dicembre. Oltre 80 tra concerti ed eventi musicali gratuiti,
in 38 luoghi aperti in notturna
per 228 ore complessive di musica. Opere d’arte e musica: un
binomio che permetterà di assistere a concerti dal vivo e di visitare contemporaneamente mostre temporanee o collezioni permanenti. Tra gli eventi principali
segnaliamo i Tiromancino che si
esibiranno nello spazio della Pelanda con due concerti (alle 21.30
e alle 23). Il Palazzo delle Esposizioni invece ospiterà il concerto,
in set acustico, di Luca Barbarossa, accompagnato da Mario
Amici alla chitarra classica.
Questi sono solo due dei magnifici eventi della notte di cultura,
che vivrà anche di location di
eccezione come biblioteche e
addirittura l'università la Sapienza. Per info sugli eventi andate su comune.roma.it.
Comuni da scoprire: Marino
Marino conosciuta impropriamente come Marino Laziale, è un
comune di 40.431 abitanti della
provincia di Roma. Situata a sud
del capoluogo, sui Colli Albani nell'area dei Castelli Romani, la città
è stata nel Medioevo importante
avamposto militare sull’Agro Romano, luogo di villeggiatura e un
importante centro grazie alla sua
posizione strategica sulla via corriera tra Roma e Napoli. Centro
legato soprattutto alla vitivinicoltura, è la patria dell'omonimo vino
bianco a denominazione di origine
controllata ed il suo nome è legato
alla celebre Sagra dell'Uva, la
manifestazione più antica in Italia
nel suo genere. Il territorio comunale, con i suoi 26.10 km², è il se-
sto comune dei Castelli Romani
per vastità. Il territorio marinese,
come quello dell'intera area dei
Colli Albani, è stato soggetto tra i
600mila ed i 20mila anni fa circa
all'attività del Vulcano Laziale. Il
suolo è dunque composto in massima parte di materiale vulcanico,
ed abbondano minerali caratteristici come il peperino, la cui estrazione è stata fino agli anni sessanta caratteristica di Marino, ed in
misura minore la pietra sperone
del Tuscolo ed il tufo. I primi insediamenti umani attestati risalgono
al (900 a.C.-830 a.C.). Invece reperti dal (770 a.C.-730 a.C.) sono
stati rinvenuti nella necropoli di
Riserva Del Truglio, a questo
periodo risalgono circa una trenti-
na di tombe rinvenute nel
territorio marinese, che
compongono una delle più
importanti concentramenti
di tombe dei Colli Albani. È
stato anche rinvenuto, presso la stazione ferroviaria di
Marino in località Cave di
Peperino, il fondale di una
capanna risalente a questo
periodo, che rappresenta
uno dei rari esempi di questo
genere nel Lazio. L'origine del toponimo "Marino" non è chiara, nel
Quattrocento e nel Cinquecento era
convinzione diffusa che fosse legato
ad un'ipotetica villa romana appartenuta a Gaio Mario (ed in effetti
rinvenimenti archeologici compatibili con una villa di età romana furo-
no fatti nell'Ottocento nel quartiere
Borgo Garibaldi). Altre ipotesi sono
una derivazione da Marianum nel
senso di luogo consacrato alla Madonna o ancora al nome di un antico feudatario Marino o Marina di
cui si è perso il ricordo.
Daniela Mei
n. 36 - 28 Novembre 2012
nti
e
Agenda Ev
LE CITTA’
29
Musica di altri tempi con i Crocodiles
Il Teatro degli Orrori all’Orion Live Club
Quando è in programma una grande serata di rock alternativo vale
sempre la pena spendere due parole. Se poi, lunedì 3 dicembre all'Xs
Live di via Libetta, i mattatori del concerto si chiamano Crocodiles allora possiamo mettere anche la ciliegina sulla torta. La band statunitense proveniente da San
Diego ha iniziato a farsi le
ossa esibendosi nei club californiani a partire dal duemila, presentandosi sul palco
composta da Brandon Welchez e Charles Rowell. Sono
ragazzi punk con uno stile
tutto loro, completamente disallineato dallo stereotipo comunemente
conosciuto. Nella loro musica si percepisce una sensibile influenza
degli anni Sessanta che furono, nonostante chitarra e voce siano
sapientemente accompagnate dall'elettronica dei giorni nostri. Proprio
nell'ultimo album, Endless Flowers pubblicato quest’anno con l’etichetta indipendente Souterrain Transmissions, si respira aria di festa,
come se nei precedenti due eccezionali lavori Summer of Hate del
2009 e Sleep Forever dell’anno successivo (in cui spicca il meraviglioso inno Mirrors), stessero percorrendo un percorso più introspettivo
che portasse a questa via di uscita festaiola. Sicuramente l'aver introdotto nel gruppo altri tre musicisti del calibro di Alianna Kalaba alla
batteria, il bassista Marco Gonzales e la Robin Eisenberg alle tastiere,
ha contribuito a riscaldare gli arrangiamenti ed il sound dei “coccodrilli”. Se i Beach Boys fossero esplosi nel nuovo millennio, forse avrebbero suonato proprio come i Crocodiles.
Jacopo Paoletti
Il Teatro degli Orrori sono decisamente uno dei migliori gruppi italiani in circolazione. Sono forti e vanno dritti al sodo con il loro rock
alternativo ruvido ed
impegnato. L’unione
artistica dei componenti della band, tutti
provenienti da altre esperienze musicali, è
avvenuta nel 2005 e,
dopo alcune variazioni, adesso Il Teatro degli Orrori sono composti dal frontman
Pierpaolo Capovilla,
Gionata Mirai alla
chitarra, alla batteria
Francesco Valente ed
al basso Giulio Ragno
Favero. In questi sette anni la notorietà del gruppo nostrano è cresciuta costantemente, grazie a tre album pubblicati (L’impero delle
Tenebre, A sangue freddo e Il mondo nuovo, in cui il brano Io cerco te
parla di una Roma ripugnante), che hanno conquistato pubblico e critica. Attualmente i ragazzi guidati dal varesino Capovilla sono impegnati nel tour autunnale che li ha già visti protagonisti nelle città di
Torino e Perugia. Poi, dopo l’esibizione di Bologna del 30 novembre,
saliranno sul palco dell’Orion Live Club di via Kennedy a Ciampino. Si
tratta di un ritorno della band nel locale alle porte della Capitale, dove
Il Teatro degli Orrori si sono già esibiti a marzo durante la promozione del disco Il mondo nuovo, uscito a gennaio 2012. Solitamente Il
Teatro degli Orrori sono accompagnati nelle loro esibizioni dal vivo da
altri componenti aggiuntivi, che non faranno eccezione nemmeno
nella data ciampinese di sabato primo dicembre: Kole Laca dei
2Pigeons ed il chitarrista Marco Batelli dei Planet Brain.
Jap
30
LE CITTA’
ubriche
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n. 36 - 28 Novembre 2012
Il giorno del matrimonio è uno scrigno di ricordi nel quale l’abito
La stilista
da sposa continua a vivere per sempre. Per questo mi sento
di tutte le spose testimone, mamma e familiare di sposi che dopo tanti anni
sono diventati nostri amici…
di MarIa CellI
(con la collaborazione di Simone Bocci)
amicizia è da sempre uno
L’
degli ingredienti fondamentali, capaci di rafforzare lo spirito
e la fantasia. Non è affatto diverso nella moda. Anzi, negli anni
ho imparato - le prove sono tutte
appese alle pareti del mio ufficio,
nell’atelier e nei laboratori della
grande sede di Celli Centro Sposi
- che l’acquisto degli abiti da
sposi per quello che comunemente viene definito il giorno più
bello della propria vita, lascia un
legame capace di rimanere per
anni, in molti casi addirittura per
sempre.
Questo spazio che da qualche
mese ho l’onore e il piacere di
curare su Le Città l’abbiamo intitolato non a caso né per vanità
La stilista di tutte le spose. Un
ruolo che non solo negli anni mi
ha reso vicino a tante ragazze come pure a tanti ragazzi, promessi sposi, ma mi ha portato ad
essere nei fatti il loro pre-testimone, in qualche caso mi sono
addirittura sentita la “mamma di
tutte le spose”. D’altra parte, riflettendoci, è la semplice idea di
realizzare l’abito dei propri sogni
ad una futura sposa che ci rende
come parti integranti, primi attori di quello stesso sogno. Qualcosa, dunque, che supera di gran
lunga il rapporto, diciamo così,
professionale e da ultimo commerciale.
In tutti questi anni, poi, ho imparato che una delle cose più importanti per imprimere al rapporto quella fiducia quasi immediata è la capacità di entrare nell’animo della sposa, carpendone i
gusti quasi ancora prima che lei
parli, grazie solo alle poche informazioni che si danno sempre
all’inizio quali la data del lieto
evento e, per esempio, la scelta
del luogo per la cerimonia.
La cosa più bella, in tutto ciò, è
vederli tornare. Magari con un
bambino nato da poco o con una
sorella o un fratello più piccolo
da accompagnare all’altare. Segno che, nonostante la tv e i giornali ci aiutino molto a far conoscere i nostri prodotti, la pubblicità più affidabile resta quella più
antica: il passaparola.
Posso dire, insomma, senza nessun imbarazzo, anzi, con un pizzico di orgoglio che credo sia giustificato, che dopo tanti anni mi
sento parente di tutte le coppie di
sposi che sono passate di qua.
Perché so di aver lasciato un
segno indelebile nel loro cuore.
Per questo dopo tanti anni di
lavoro sono così felice di poter
ancora dire a tutti gli innamorati che grazie ai nostri abiti che
La stilista Maria Celli
sono il nostro lavoro ma prima
ancora la nostra passione, siamo
qui ad aspettarli tutti i giorni
davvero… a cuore aperto!
I lavori prenderanno spunto dal contributo di innovazione fornito dalle
varie sedi della Fondazione Guggenheim – il cosiddetto “museo
globale” – e vedranno la partecipazione dei Dipartimenti Educazione
del MACRO e del MAXXI, due fra i più prestigiosi musei di arte contemporanea del paese. All’incontro – moderato da Daniela
Maggiori, Didattica MACRO - prenderanno parte: Lida Branchesi,
Docente di Didattica del Museo e del Territorio - Università La
Sapienza di Roma Stefania Vannini, Responsabile Dipartimento
Educazione MAXXI; Sofia Bilotta, Dipartimento Educazione MAXXI;
Pippo Ciorra, Senior Curator MAXXI Architettura; Serena Maffucci,
autrice del testo Global Guggenheim, la proposta educativa nei
musei in franchising; Ludovico Pratesi, Curatore e Critico d’arte; e
Daniela Trincia, giornalista.
Quali sono le più recenti proposte educative per i musei di arte
contemporanea? E come si misura l’impatto della loro applicazione sulle politiche di accoglienza e sullo sviluppo complessivo dei servizi aggiuntivi?
Ne discutono alcuni tra i massimi esperti del settore in un convegno
organizzato dalla casa editrice Natyvi Contemporanea e che si
tiene al MACRO – il Museo d’Arte Contemporanea di Roma – giovedì 29 novembre, alle ore 18:00.
a Vittoria
a Isabel
Daniel e Alessandro, auguroni ai due freschi papà!
Da parte del direttore e della redazione de Le Città tantissimi
auguri ai nostri due collaboratori Alessandro Bellardini e Daniel Lestini,
diventati recentemente papà, e alle loro compagne di vita,
che hanno messo al mondo le due bellissime bimbe Vittoria e Isabel.
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FARMACIA COMUNALE N° 3
MARINO
P.zza G. Garibaldi n° 53/55
00047 Marino (Rm)
Tel. 06 / 9386794
FARMACIA COMUNALE N° 4
CAvA DEI SELCI
Via dei Mille n° 36
00040 Cava dei Selci – Marino (Rm)
Tel. 06/9300056
FARMACIA COMUNALE N° 6
FRASCAtI
Via F. Marini n° 1
00044 Frascati (Rm)
Tel. 06 / 94298075