Alexia Sinclair - Michele Annunziata - WEBSITE

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Alexia Sinclair - Michele Annunziata - WEBSITE
PROFESSIONE
https://alexiasinclair.com
Alexia Sinclair
The contess. Drawing room.
Le creazioni fantastiche
della fotografa australiana
si alimentano di una ricerca
che esplora le diverse arti visive e di
una grande competenza tecnica.
Alexia Sinclair ci racconta
come sono nate le immagine
della sua serie più recente.
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TUTTI FOTOGRAFI
Nella pagina seguente:
The portrait hall.
Sono passati alcuni anni da quando Zoom,
affascinata dalle atmosfere della dinamica
artista australiana, ne pubblicava la serie
“The Regal Twelve”. Alexia Sinclair è una
fotografa le cui immagini rivelano uno
straordinario livello tecnico ed è il motivo per cui le abbiamo chiesto di aprire le
porte del suo studio e di rivelarci i segreti
della realizzazione queste fotografie, che
sono frutto di anni di lavoro. Alexia progetta con estrema cura il set, i costumi, i
modelli ed ovviamente la luce, indispensabile per creare quell’atmosfera fiabesca
che caratterizza le sue immagini. Ama
Botticelli, Caravaggio, ma anche Erwin
Olaf, Tim Walker e Gregory Crewdson. Il
suo percorso di studi ha attraversato la
pittura, il disegno, l’incisione, la scultura
ed ovviamente la fotografia analogica alla
Scuola Nazionale d’Arte di Sydney, per poi
portarla ad immergersi nei “media digi-
tali”. Alexia sa fondere tutto questo in
una ricerca innovativa che traduce spunti
classici in immagini moderne e di grande
impatto visivo. La ricerca personale le
ha permesso di affinare uno stile estremamente originale che si coglie inconfondibile sia nelle sue opere Fine Art che
nel lavoro commerciale per clienti come
Harper's Bazaar o Canon.
“A Frozen Tale” è il tuo progetto più
recente, come è nato?
Tutto è iniziato quando ho ricevuto l’invito ad esporre la mia serie “The Royal
Armoury” in Svezia.
La mostra doveva essere inaugurata dalla
sorella del Re di Svezia e quando lo seppi
mi venne l’idea di chiedere al curatore di
poter fotografare una delle principesse
svedesi all’interno del palazzo. Fu poi l’armeria stessa del Re ad invitarmi a fotogra-
The Cabinet of Curiosity
“Dopo due giorni di riprese al castello
feci una scoperta, una stanza piena
di mappe del 17° secolo. Non potevo
andare via senza fotografarla! I miei
modelli però erano già partiti, per cui
decisi di fotografare comunque la stanza per utilizzarla poi come sfondo di
uno scatto nel mio studio a Sydney.
Quando ho terminato questa opera mia
figlia Heidi aveva solo 17 giorni e a un
certo punto nel video la si vede nella
culla!
Di questo lavoro ho anche realizzato un
video: http://vimeo.com/86472013.”
Per questo scatto ho usato la seguente
attrezzatura:
•• Dorso PhaseOne IQ260 DB
•• Fotocamera PhaseOne 645DF+
•• Obiettivo Schneider 80mm LS
f/2.8
•• Generatore Profoto Pro8a 2400
•• 2x torce ProHead
•• 1x parabola Profoto Soft-light
(Beauty Dish)
•• 1x softbox Profoto 7’ Octa
•• Treppiede Gitzo GT3541 con testa
Induro PHQ3
Cabinets of curiosity.
La stanza del castello l’ho fotografata
con:
•• Dorso PhaseOne IQ180 DB
•• Fotocamera PhaseOne 645DF+
•• Obiettivo Schneider 80mm LS
f/2.8
L’opéra de Paris
fare uno dei più famosi castelli del paese,
Skokloster Slott; l’idea mi affascinava
tanto che decisi di partire nonostante la
gravidanza e con quaranta collaboratori.
Abbiamo passato due giorni a lavorare
freneticamente in quel castello disabitato
da oltre 350 anni, un castello ghiacciato
(senza riscaldamento): questo è il motivo
del titolo della serie “A frozen tale”. Non
c’era neanche l’energia elettrica… tutta
l’attrezzatura doveva essere alimentata a
batteria!
Quanto tempo impieghi per realizzare
una tua serie?
Occorre distinguere tra i lavori su commissione ed i progetti personali; questi
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ultimi richiedono tempi molto lunghi, dai
nove mesi per la serie “A Frozen tale” ai
tre anni per “The Regal Twelve”.
Perché così tanto tempo?
Sono progetti molto complessi che richiedono una lunga fase di studio e di ricerca,
riprese curate in ogni aspetto fino all’elaborazione a computer, anch’essa molto
complessa; ad esempio per la serie “The
Regal Twelve” ho viaggiato cinque mesi
in giro per l’Europa a fotografare vari
background, dopodiché ho cercato le
figure storiche e le mode caratteristiche
delle differenti epoche, cucendo a mano
i costumi con la collaborazione di una
costumista professionista.
Per il video del backstage di A Frozen
Tale ho usato:
•• Canon Eos 5D MKII
•• Canon 16-35mm
•• Canon CN-E 85mm
•• Carrello Foba Amove Dolly
•• Carrello Kesslercrane PB Pocket
Dolly
La sala delle mappe del castello.
Postproduzione
•• MacPro (2010) con Photoshop CC
e tavoletta Wacom Intuos 5
Schema di luci di Cabinets of curiosity.
Disegni degli abiti.
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08- The feast.
The armoury.
Solo a questo punto sono entrata nel mio
studio a Sydney per fotografare i modelli. Ovviamente è indispensabile anche un
complesso lavoro di post-produzione con
immagini su centinaia di livelli. Questa
serie è stata anche il mio progetto di laurea del Master in Fine Art.
Un lavoro tanto complesso richiede la
collaborazione di diverse persone…
Ho un piccolo team affiatato. Mio marito
James Hill è uno sviluppatore di software
e mi aiuta in tutto il lavoro on-line e video
editing, ma anche nell’illuminazione in
studio; poi c’è Sahra Bull, makeup artist,
body painter, e hair stylist.
“A frozen tale” ha richiesto il lavoro di
40 persone, ma è stata un’eccezione, e
tutti hanno collaborato volontariamente;
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Nella pagina seguente:
The King’s hall.
li ho trovati mettendo un bando per assistenti, truccatori, modelli e attori, stilisti,
persone capaci di stirare gli abiti ed altre
esperte nei mobili d’epoca per spostarli
con la dovuta cura.
Sia per i miei progetti personali che per i
lavori su commissione sono sempre alla
ricerca di competenze nuove e per questo
ho aperto sul mio sito una pagina dedicata al casting: https://alexiasinclair.com/
scout/casting/new.
Quali attrezzature usi per fotografare in
studio e in esterni?
Tra lo studio e gli esterni non cambia molto.
Uso un dorso PhaseOne su un corpo 645
medio formato, di solito montato su un
treppiede Gitzo in fibra di carbonio che
amo molto perché è leggero e non diventa
freddo come l'acciaio nelle mattine gelide.
Uso spesso il mio obiettivo da 80mm, le
altre focali in genere le noleggio a seconda
del lavoro da fare.
Per l’illuminazione il mio cavallo di battaglia è il generatore da studio Profoto
8A 2400, oltre al generatore a batteria
Pro7B2.
Quando hai scoperto i dorsi digitali?
Circa sei anni fa ho acquistato di seconda
mano una Hasselblad H1 con un dorso
PhaseOne P25+; fino ad allora avevo usato
una Mamiya 645 a pellicola e scansionavo
meticolosamente ogni negativo... ovviamente con il digitale non devi preoccuparti
della polvere e dei graffi sul negativo, ma
trovo che il vero vantaggio sia la fantastica
gamma cromatica.
Shine a light.
Schema di luci di Shine a light.
“Shine A Light”
Cliente Marie Claire Australia
Elisabeth I.
La risoluzione del mio Phase One P25+ è tale che
spesso mi ritrovo l’immagine di James nella pupilla
del soggetto!
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Attualmente sto sperimentando il nuovo
dorso Phase One IQ280 e ritengo che la
sua profondità di colore non sia seconda
a nessuno.
E se ritenete che il medio formato digitale
sia troppo costoso per il vostro budget,
provate a dare un’occhiata alle attrezzature di seconda mano; si trovano prezzi
estremamente interessanti, senza contare
che le reflex professionali 35mm richiedono la sostituzione ogni circa tre / quattro
anni, mentre il mio P25+ ha dieci anni e lo
uso ancora con grande soddisfazione.
Per dare un’idea della risoluzione che
offre, posso dire che spesso mi ritrovo
l’immagine di James nella pupilla del soggetto che sto fotografando!
Uno dei segreti del tuo lavoro è l’illuminazione con cui crei le tue atmosfere.
Come imposti le luci?
Studio l’illuminazione per ogni scatto,
naturale o artificiale che sia, disegno
schemi e parlo a lungo con James.
Mi piace la luce capace di disegnare il
soggetto, ma utilizzo anche l’illuminazione
Per questo scatto ho usato la seguente
attrezzatura:
•• Corpo Hasselblad H1, dorso
PhaseOne P25+, obiettivo 80mm
HC f/2.8.
•• Generatore Profoto Pro-7B 1200
con torcia ProHead a piena potenza e pannello diffusore.
•• Generatore Profoto Pro-7B 1200
con torcia ProHead a mezza potenza
e ombrello Profoto Translucent.
•• Un altro ProHead a un quarto
di potenza con parabola Zoom
Reflector.
•• Treppiede Gitzo GT3541 con testa
Induro PHQ3
•• Post-produzione con MacPro,
Photoshop CC e tavoletta Wacom
Intuos 5
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Nella pagina a fianco:
La belle poule.
diffusa; in genere uso un grande softbox
per ammorbidire il set e parabole beauty,
coni e pannelli riflettenti per “scolpire” il
soggetto e creare effetti di luce.
Successivamente, in post-produzione,
spesso produco un livello di luce, o dipingendola o fotografandola in studio. Nei
miei tutorial, insegno come farlo.
Hai incontrato particolari difficoltà?
In esterni, in situazioni di forte vento, mi
Marie Antoinette.
è capitato di dover proteggere il set con
un telo.
In termini di accessori, cosa usi per
modellare la luce?
Uso soprattutto la parabola beauty per
creare una luce morbida e direzionale sul
set illuminato dal softbox Octa 7', sottoesposto di circa 2 stop.
I tutorial di Alexia Sinclair
Sul sito https://alexiasinclair.com/learn/courses
è possibile acquistare i video tutorial in cui
Alexia Sinclair spiega le sue particolari tecniche. I tutorial sono in lingua inglese.
Sara Namias
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