Cool Calcutta

Transcript

Cool Calcutta
Cool Calcutta
Martedì 24 Luglio 2007 01:00
Nella metropoli che era il simbolo di tutta la povertà indiana ora comanda una nuova borghesia
sofisticata, intellettuale e moderna. Ma c'è anche un'inedita lotta di classe che la contrappone ai
ceti rimasti esclusi dalla globalizzazione.
I bengalesi, gente ironica, ci scherzano su. E dicono che se a Parigi si va per la torre Eiffel e a
Roma per il Colosseo, a Calcutta invece i turisti vengono per vedere i poveri. I famosi poveri
delle bustees, i quartieri di cellophane dove quando arriva il monsone il mondo diventa fango:
metafora di ogni miseria planetaria, santificata dal premio Nobel a Madre Teresa ed eternata da
Dominique Lapierre ne
'La città della gioia'.
Ma sì, è vero, a Calcutta ci si va per guardare i senzatetto, i lebbrosi, gli scarafaggi, le puttane
da 300 rupie nel quartiere Sonagchi, i bambini di due anni che dormono sui marciapiedi a Sudd
er Street
, i moribondi con le mosche negli occhi sdraiati al sole davanti al tempio di Kali. E i poveri non
deludono mai chi arriva fin qui armato di videocamera, accolgono gli stranieri con una
questua organizzata
e insistente che nasconde un racket con regole precise e boss senza scrupoli, ma il turista non
lo sa e si impietosisce facilmente, in fondo i postulanti hanno facce e malanni di fronte a cui è
difficile non estrarre il portafogli.
Sono i figli dei figli dei profughi della Partition, quelli scappati nel '47 dal futuro Bangla Desh
musulmano, e campano ancora adesso come cinquant'anni fa. Magari li hanno trasferiti appena
1/2
Cool Calcutta
Martedì 24 Luglio 2007 01:00
più in periferia, negli sterrati accanto all'aeroporto, ma restano tagliati fuori dal grande boom che
sta trasformando il volto della città tutto attorno e sono indifferenti ai nuovi quartieri di grattacieli
che sorgono accanto alle loro baracche con nomi seducenti come
Sunrise Valley
(quasi terminato) o
Megacity
(pronto nel 2010). Pubblicizzati nei cartelloni giganti dai divi del cinema sorridenti, i colossi in
cemento sono il sogno di un'emancipazione fatta di acqua corrente ed elettricità, qualche volta
perfino di aria condizionata perché a Calcutta il caldo umido appiccica i vestiti alla pelle per
buona parte dell'anno.
Continua su L'Espresso 2/2