capitolo 1
Transcript
capitolo 1
CAPITOLO 1 IL TERRITORIO L' ITES " G. CALO'" è costituito dalla sede centrale di Francavilla Fontana e dalla sede associata di Oria. E' frequentato da alunni provenienti dai comuni di: Francavilla Fontana, Latiano, San Michele Salentino, Oria, Torre Santa Susanna, Erchie, Villa Castelli, San Marzano. La maggior parte dell'utenza è tuttavia francavillese ed oritana ed è espressione culturale di queste realtà territoriali. Di origine messapica, gli insediamenti fanno ipotizzare che il territorio di Francavilla Fontana sia stata occupato dai Romani dalla seconda metà del IV secolo a.C. fino al sorgere del II secolo a.C. Francavilla sorse agli inizi del XIV secolo per iniziativa di Filippo D'Angio', principe di Taranto e signore di Oria, nei dintorni di una villa rustica di epoca romana, costruita verso la fine del I secolo a.C. Secondo la tradizione il principe durante una battuta di caccia il 14 settembre 1300 rinvenne un'immagine della Beata Vergine dipinta su un muro diroccato vicino ad una fontana, lì fece erigere una chiesa in segno di devozione che prese il nome dall'episodio di S. Maria della Fontana. Intorno alla chiesa iniziò a radunarsi una comunità proveniente dalle campagne intorno che ingrandì l'antico casale di San Salvatore. Le numerose franchige concesse dal principe angioino le diedero il nome di Franca Villa ( dal francese ville), città franca, ossia esente da tasse e contributi. A causa del moltiplicarsi in quel periodo di centri con lo stesso nome (per i medesimi motivi), per distinguerla venne successivamente chiamata Francavilla d'Otranto, e infine nel 1864 Francavilla Fontana, dall'icona bizantina che raffigura la Madonna della Fontana e a ricordo dell'episodio del principe fondatore. Cittadina ricca di attività industriali, agricole e commerciali, è situata al limite meridionale delle Murge sudorientali. Quando, nei decenni trascorsi, iniziò il lungo processo d'industrializzazione della Puglia, quello di Francavilla fu sicuramente uno dei poli più promettenti. Accanto ad una valida struttura agricola, basata sulla coltivazione delle mandorle, dell'ulivo, della vite e del tabacco, cui un razionale sfruttamento delle abbondanti acque sorgentizie, ha permesso 6 d'affiancare vaste coltivazioni ortive, si sviluppò un discreto tessuto d'imprese manifatturiere leggere e di trasformazione agricola. Negli ultimi dieci anni hanno assunto particolare importanza le attività e i traffici commerciali, favoriti anche dalla collocazione geografica della città; al centro dell'asse stradale Brindisi-Taranto, in una posizione baricentrica in seno alle tre province ionico-salentine. Grazie a questa posizione e all'esistenza di un importante centro intermodale, la città si è candidata a sede naturale di un interporto. L'agricoltura si avvale oggi delle tradizionali colture della vite e dell'ulivo, alle quali si sono affiancate vaste coltivazioni ortive. La città ha anche particolare rilevanza come distretto industriale, con imprese manifatturiere e di trasformazione agricola. Nell'ultimo censimento le industrie alimentari erano una cinquantina, con oltre 200 addetti; le aziende dell'abbigliamento impiegavano oltre 300 addetti. Il comparto della meccanica leggera raggruppava una novantina di aziende, che dichiaravano quasi 400 addetti. Nel ramo delle costruzioni erano operative più di 150 imprese, con circa 600 addetti. Il commercio rappresenta, dopo l'agricoltura, il ramo d'attività più cospicuo: oltre 1.200 ditte, con 1.500 addetti. Nel ramo dei servizi opera un'azienda per lo smaltimento dei rifiuti, con più di 70 addetti. Nella pubblica amministrazione sono impiegate più di 2.000 unità, che rappresentano il 19% della popolazione attiva. Il saldo fra le aziende che hanno cessato l'attività e quelle "neonate" è negativo. La composizione sociale della popolazione è caratterizzata dalla forte incidenza - rispetto alla media del Brindisino - di studenti e lavoratori autonomi. Oria, secondo quanto riferisce lo storico greco Erodoto (V secolo a.C.), sarebbe stata fondata da una colonia di cretesi, naufragati sulla costa pugliese, a causa di una tempesta. I fondatori, che assunsero il nome di messapi, chiamarono il nuovo insediamento Hyria, la cui importanza crebbe a tal punto da divenire la loro capitale. Municipio in epoca romana, deriva il toponimo dagli antichi nomi di URIA e ORRA. Nell’alto Medioevo fu al centro di contese tra bizantini e longobardi, entrando poi a far parte del principato di Taranto. Sede vescovile già nel IX secolo, al termine della dominazione normanna passò agli svevi: si deve all’imperatore Federico II, che la dichiarò città demaniale, la costruzione, nella prima metà del Duecento, di un poderoso castello sulle precedenti fortificazioni normanne. Con l’avvento degli angioini fu di nuovo inserita nel principato di Taranto. Assurta a marchesato indipendente, nel Cinquecento, fu poi coinvolta nelle vicende della guerra francospagnola, cadendo sotto il dominio diretto della Casa di Spagna. Acquistata dagli Imperiali, rimase a 7 questa famiglia fino alla fine del XVIII secolo, quando tornò al regio demanio. La storia successiva non si discosta da quella del resto del regno di Napoli. Tra i monumenti spiccano: l’imponente castello di Oria federiciano, a pianta triangolare; i palazzi vescovile, dei missionari, dei celestini e Martini-Carissimo; la torre Palomba o Carnara; le porte Manfredi e degli Ebrei (nei pressi del ghetto ebraico); la settecentesca basilica di Santa Maria Assunta in Cielo; le chiese di S. Giovanni Battista, S. Benedetto, S. Francesco di Paola, S. Francesco di Assisi, S. Domenico, S. Sebastiano, S. Lorenzo e Santa Maria di Gallana; l’eremo della Madonna della Scala, del XIII-XIV secolo; i santuari di S. Pasquale e S. Cosimo alla Macchia. L’agricoltura si basa sulla produzione di cereali, frumento, foraggi, ortaggi, uve, olivo, agrumi e altra frutta; si allevano bovini, suini, ovini, caprini ed equini. Il tessuto industriale è costituito da aziende operanti nei comparti alimentare, edile, metalmeccanico, della stampa, del legno e dei materiali da costruzione; a queste si affiancano fabbriche di apparecchi medicali e chirurgici, strumenti di precisione e controllo, motori, generatori e trasformatori elettrici. È presente il servizio bancario. Le strutture culturali sono rappresentate dal museo archeologico “Centro di documentazione messapica” e dalle biblioteche comunale e diocesana. La capacità ricettiva è limitata alla sola ristorazione. 8