Il bambino da 0 a 3 anni (r.1) Pagina 1 di 23 Spunti tratti dal libro

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Il bambino da 0 a 3 anni (r.1) Pagina 1 di 23 Spunti tratti dal libro
Spunti tratti dal libro “Da 0 a 3 anni” di Piero Angela
IL BAMBINO
Introduzione – Aspetti generali
Lo sviluppo del cervello inizia prima della nascita e deve incrementarsi nelle fasi
fondamentali fino ai primi 3 anni, creando più collegamenti possibili tra cellule
nervose, sinapsi che se non vengono stimolate si atrofizzano e muoiono per sempre.
E’ come una gravidanza esterna intellettuale.
Breve sintesi delle fasi di crescita:
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Fase neonatale: Piange. Ci sono diversi tipi di pianto. Ad es. con una lunga
pausa dopo la prima aspirazione può essere di dolore, a singhiozzo può essere
di paura o capriccio.
La prima settimana è inconscio, la risposta deve essere equilibrata.
6-8 settimane: Inizia a sorridere, prima come istintiva smorfia, poi impara a
collegarla alla gioia e infine lo rivolge a chi ama di più, diventa un mezzo di
comunicazione. Inizialmente è un sorriso “gastrico”, significa che sta bene.
Vede sfuocato, poi le immagini si unificano, studia gli oggetti, non vede più
solo il contorno del volto dei genitori ma ne studia e memorizza i dettagli.
12 settimane: Inizia l’elaborazione del pensiero. Inizia a capire il rapporto
causa-effetto. Piange, ma aspetta una risposta e se non arriva piange più forte.
Si può iniziare, a dire il vero anche prima, a massaggiarlo. Serve per stabilire
un contatto migliore e lo aiuta contro i dolori gastrici, lo rende più forte, sicuro
di sé, migliora la circolazione sanguigna, si estende all’attività cerebrale,
regolarizza il sonno. Andrebbe fatto preferibilmente di mattino e/o di sera
dopo il bagnetto, nudo e con olio tiepido. Mostrargli le mani e massaggiarlo
dalla testa ai piedi.
3-6 mesi: Uso degli utensili. Osserva e inizia a studiare i movimenti. Si
accorge che le mani sono le sue e pianifica i movimenti per coordinarle, fino a
portarle alla bocca, tocca gli oggetti, poi li afferra, poi impara a lanciarli.
Prova finché non riesce, si accorge che le sue azioni hanno dei riflessi sulle
altre cose.
La ninna nanna calma e addormenta, una abitudine che aiuta ad entrare nella
fase del sonno perché ripetitiva ogni sera, perché è la voce della mamma, per il
ritmo costante e spezzato, per intonazione medio bassa, che ricorda i battiti
cardiaci, aiuta come antistress. Ha più effetto se cullati dolcemente.
Inizia ad afferrare e mettere in bocca tutto, con questo mezzo conoscitivo
apprende la consistenza, la forma, le dimensioni; il cervello trasforma le
sensazioni in informazioni visive.
8 mesi: Ha più memoria, inizia ad afferrare meglio, anche oggetti in
movimento, ma non sa lasciare la presa. Recepisce la differenza tra i numeri
piccoli, che uno è diverso da tre e che due è minore di tre.
Inizia a gattonare o ad alzarsi da rovescio. Se si allontana più di 30 mt dai
genitori torna indietro.
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1 anno: Iniziano i primi passi, con almeno tre punti di appoggio (i piedi e una
mano). Più è ricco di esperienze, più lo è il cervello. Borbotta e inizia a
organizzare il linguaggio.
• 18 mesi: Decolla il linguaggio, impara in media una parola all’ora.
• Dai 2 anni in su: Giocare è fondamentale, socializzano e coordinano.
Consigli importanti per aiutarlo a crescere:
Il cervello del bambino è come una partita a scacchi, ossia vuoto finché non si
comincia a fare le mosse in certe direzioni, le quali portano obbligatoriamente ad altre
scelte, il gioco si struttura e le combinazioni diminuiscono, il cervello prende forma e
direzione.
La madre deve saper essere una buona maestra, per insegnargli ad imparare,
parlandogli molto, ripetendo, spiegando il funzionamento degli oggetti e il significato
delle cose, creando problemi alla loro portata e un ambiente adatto.
Nel cervello c’è un substrato biologico, ereditario, che dà potenzialità e
predisposizioni, c’è una parte di carattere proprio e la capacità di elaborare, il resto è
dato dal vissuto e dall’educazione.
Tra genitori e neonati è come una partita a tennis. Entrambi sono soggetti attivi, lo
sviluppo è dato da un continuo scambio nei due sensi, un concatenarsi progressivo di
stimoli e reazioni, domande e risposte.
Fino ai 3-4 anni il bambino è molto legato, poi comincia a guardare al mondo, con il
bisogno del confronto con gli altri. Bisogna accettarlo per consentire il suo completo
sviluppo.
Occorre che possa esercitare la curiosità, l’iniziativa. Ogni volta che gli si insegna
qualcosa, gli si impedisce di scoprirlo da solo. Insegnargli a ragionare, senza
pretendere troppo, altrimenti si scoraggia. Tenere conto del sistema premi-punizioni,
avendo a mente che è sempre il primo quello più efficace e che dà i frutti migliori.
Fare in modo che si faccia delle domande e non si accontenti di poche risposte.
Le domande sono il motore dell’attività mentale, bisogna dubitare e pensare, sarà
forse meno spensierato ma più degno.
La generazione che viene deve essere allenata ad un adattamento mentale sempre più
rapido, se vuole sopravvivere nel suo tempo, non deve accontentarsi o abituarsi ad
avere troppe certezze, ma a rigenerarsi intellettualmente di fronte ad ogni nuova
situazione.
Verso la fine del primo anno comincia ad essere consapevole di sé stesso, modellato
dai genitori che devono essere più che mai il modello di esempio e non solo a parole,
ma soprattutto nei fatti.
Così come noi ci comportiamo, anche lui farà (più o meno consciamente) perché vede
il mondo attraverso noi. Occorre guardare dentro di noi quali sono le cose importanti
e insegnargliele.
I genitori devono essere consulenti e organizzatori, creare un ambiente stimolante,
incoraggiarlo ad esplorare condividendo il suo entusiasmo, suggerire idee interessanti
e rilanciarlo.
Dobbiamo essere in grado di controllare le conseguenze delle nostre decisioni.
Più si educa, più si forniscono i pezzi e le capacità intellettive di scelta e di libertà.
Il cervello non può sottrarsi ai condizionamenti degli educatori, e non condizionarlo
significa lasciarlo fare ad altri o al caso.
La sua libertà è data dall’immaginazione, che consente di arricchire il cervello con
nuove strutture pensate. Il bambino deve avere dinnanzi a sé un modello da rispettare
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e nel quale credere, anche i genitori devono rispettare le regole e i valori che
insegnano.
Autoritarismo e permissività diventano così autorevolezza e creatività.
Bisogna responsabilizzarlo progressivamente, fornire situazioni con cui misurarsi,
definire le regole del gioco e lasciarlo esprimere nel loro rispetto.
Trasformare le avversità in stimoli per modificare il comportamento in vista del
riscatto personale.
Non sopprimere con le punizioni, ma utilizzare il mezzo più adatto a stimolare il
bambino, puntare sulla ricompensa.
Se è difficile da trattare cercare sempre il dialogo, ma se si rifiuta lasciarlo in pace ed
aspettare.
La vita è la cosa più preziosa, una fiaccola da tramandare seguendo il percorso che è
la vocazione dell’essere umano: la conoscenza e la saggezza.
Aspetti specifici
•
Fase gestazionale, parto, primi tempi. Dati “tecnici”.
ü E’ molto importante essere calme e serene il più possibile, perché il
nascituro già nella pancia è molto ricettivo e “sente” attraverso i nostri
stati d’animo, inoltre è importante anche per abbreviare e facilitare il
travaglio. Diversamente questo tenderà ad essere più lungo e doloroso,
perché a causa del nostro istintivo comportamento ereditato dai nostri
antenati primati, come ogni mammifero, l’organismo favorirà il parto
nel momento in cui sente un contesto ideale, ossia quello tranquillo.
Partorire sdraiate è innaturale, quello ideale è accovacciate o in acqua,
sia per l’agevolazione fornita alla madre, sia per il maggior benessere
fornito al bambino.
L’ambiente ideale in sala parto dovrebbe essere quello di luci non
troppo intense e il parlato a bassa voce o moderata.
Inoltre il bambino non dovrebbe essere subito preso dal personale di
sala per i controlli di rito.
In caso di rischi questo è già evidente dagli esami che precedono la
fase del parto. In condizioni standard l’ideale sarebbe che il bambino,
immediatamente dopo la nascita, fosse posato sul grembo della madre
per almeno una decina di minuti prima di procedere con il rituale di
controllo e pulizia. Questo è per lui un momento molto delicato e
traumatico, sentire immediatamente il contatto materno sarebbe per lui
una grande consolazione, una netta diminuzione del trauma da
separazione, e lo stesso vale per la madre. Poter guardare appena nato
negli occhi dei genitori, appoggiato alla madre quasi come era dentro la
pancia, fa si che in questo momento si stabiliscano le radici dell’amore
e del legame familiare.
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Questo è agevolato dal fatto che la pancia della mamma in questo
momento è il luogo più morbido al mondo dove riposare, e il cordone
(guarda un po’) è lungo a sufficienza da consentire questo tipo di
spostamento. Inoltre, se lasciato lì per 5-10 minuti, il cordone continua
a mandare sangue e ossigeno al bambino, fornendogli così una dose in
più di nutrimento e rendendo più graduale il passaggio da un sistema di
respirazione all’altro.
Nella prima ora in cui è nato, il bambino è maggiormente ricettivo che
in tutti i giorni a seguire. Generalmente dopo la prima ora si
addormenta, quindi il contatto immediato tattile e visivo con i genitori
è fondamentale per la sua serenità.
I neonati sbadigliano per azione riflessa. Non per l’affaticamento
dovuto al parto, ma per immettere maggiori quantità di ossigeno nei
polmoni.
Se il parto avviene come sopra descritto in modo soft, gli sbadigli ci
saranno, se è avvenuto in modo traumatico con pianto e grida, avrà già
respirato in modo brusco e non saranno presenti.
Nota per i parti gemellari: Attaccare tempestivamente al seno il primo
nato dovrebbe favorire la ricomparsa delle contrazioni, in tal modo il
secondo potrebbe nascere entro un paio di ore naturalmente piuttosto
che utilizzare il cesareo.
ü I neonati tra il 5° e il 7° mese di gravidanza sono ricoperti, oltre che da
uno strato di grasso protettivo per l’umidità, da una peluria che può
coprire anche tutto il corpo.
Generalmente si perde prima della nascita, ma può accadere in
condizioni particolari che permanga fino al 4° mese.
ü Tempo medio di gestazione 266 giorni (240-293) ossia 9 mesi (8-10
mesi)
Oppure si contano 280 gg dalla fine dell’ultima mestruazione.
ü L’età ideale per partorire è tra i 18 e i 30 anni, la migliore 22 anni.
ü Il peso medio è di circa 3,5 Kg.
Il peso cala di 1/10 nei primi 3 giorni.
Dopo 1 settimana si recupera e si inizia a crescere.
Durante il 1° mese si cresce di 225 gr a settimana.
A 5 mesi il bimbo avrà già il doppio del peso avuto alla nascita.
A 12 mesi sarà all’incirca 3 volte tanto.
ü La statura è poco meno di 1/3 di quella dell’adulto, in media 51 cm.
Ad 1 anno avrà acquisito ulteriori 25-30 cm = tot. 76-81 cm.
ü La media dei battiti è 140/min nelle prime settimane,
poi 115/min alla fine del 1° anno.
ü Il neonato è costituito da:
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70% Acqua
16% Grasso
11% Proteine
1% Carboidrati
ü Il cranio è molle per adattarsi al canale dal quale deve uscire, ma in
poco tempo prende una forma “normale” solidificandosi. Questo
avviene perché gli ossicini dentellati (che avevano creato le fontanelle)
piano piano si ingrandiscono e si uniscono al centro, irrobustendosi e
formando un vero e proprio casco protettivo. La parte è delicata e
molle, ma è anche molto resistente e non c’è pericolo a meno che non
vi arrivino colpi diretti e penetranti. Se le fontanelle pulsano va tutto
bene.
Bisogna preoccuparsi solo se sono di forma incavata e depressa, può
voler dire che c’è febbre o disidratazione (se c’è una malattia o fa
molto caldo).
Se è convessa è più preoccupante e bisogna rivolgersi al medico, ma è
molto raro.
Tutte le ossa terminano la crescita verso i 25 anni.
ü I neonati hanno la testa più grande e gli occhi più grandi, con le pupille
dilatate. E’ uno dei pochi strumenti che hanno a disposizione per
attirare su di sé l’attenzione e l’amore di coloro che sono preposti alla
loro cura e protezione.
Inizialmente l’iride è chiara affinché la pupilla dilatata sia più evidente.
Il colore degli occhi si stabilizza intorno al 6° mese.
Se rimangono chiari avranno gli occhi chiari tutta la vita, diversamente
avranno il colore che assumono in questo periodo.
ü Il primo dente compare intorno al 6° mese. Talvolta ne è già presente
uno o due alla nascita, ma non è un problema, durante l’allattamento si
ritraggono nella gengiva.
La dentizione avviene dal 6° al 9° mesi circa.
Crescono gli incisivi centrali inferiori, poi i superiori.
Poi crescono gli incisivi laterali inferiori e i superiori.
Durante il 2° anno spuntano i molari e i canini, che irritano molto le
gengive.
•
Allattamento e svezzamento.
ü Prediligere sempre ove possibile il latte materno, dalle indubbie e
numerosissime proprietà indispensabili al bambino.
ü Se non è possibile dare direttamente il latte materno, ma questi è
presente, è possibile metterlo in bottiglia sterile in frigorifero massimo
per 8 ore, oppure nel freezer per massimo 2 settimane, oppure nel
congelatore separato per massimo 3 mesi. In quest’ultimo caso
lasciarlo massimo 24 ore nel frigo tra la congelazione e l’utilizzo. Non
ricongelare mai.
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ü Non utilizzare succhiotti o altro simile durante il periodo
dell’allattamento, altrimenti si rischia che il bambino non impari o
interrompa la suzione
ü Prima e dopo l’allattamento lavarsi bene le mani con acqua e sapone di
Marsiglia, il più neutro.
ü Prima delle poppate la mamma dovrebbe massaggiare il seno per
evitare indurimenti. Deve essere rilassata e se il contatto con il
bambino nell’allattamento è di sua soddisfazione, gli organi preposti
tenderanno a produrre più latte. Diversamente, e se si uniscono altri
fattori come il ritenersi inadeguata, ritenere di avere poco latte,
difficoltà e/o dolore durante l’allattamento, scarso appoggio emotivo e
pratico di chi è attorno alla mamma, è possibile che venga prodotto
meno latte di quello potenzialmente producibile da parte della madre.
ü Tra una poppata e l’altra il seno deve essere asciutto. Dovrebbe
prendere aria per 15 minuti dopo l’allattamento, e devono essere tenute
delle garze assorbenti se utili per mantenerlo nelle condizioni ottimali.
Deve essere lavato con soluzione fisiologica e risciacquato con acqua
bollita (oppure solo con acqua).
ü Nell’allattare la mammella deve essere tenuta leggermente schiacciata
(non troppo per non creare un ingorgo di latte) tenendo il pollice sopra
e le altre dita sotto per sorreggerla. In tal modo il bambino può
attaccarsi e respirare correttamente con il naso durante la poppata.
Alternare le mammelle ad ogni poppata. E’ consigliato per prevenire le
ragadi e perché il latte a fondo poppata è più nutriente e dà più
soddisfazione al neonato, piuttosto che alternare le mammelle durante
la stessa poppata. La poppata dovrebbe durare circa 20-25 min al
massimo, se no si rischiano le ragadi.
ü E’ bene che sia il bambino stesso a cercare e trovare il capezzolo della
madre. Favorirlo sfiorandogli con esso gli angoli della bocca. Sempre
per evitare le ragadi e perché è la posizione più corretta, è importante
che il bambino non metta in bocca soltanto il capezzolo ma anche tutta
l’areola. Per staccarlo invece mettere delicatamente il mignolo tra le
gengive nell’angolo della bocca.
ü Per evitare che in seguito all’allattamento il bambino trattenga dell’aria
deve essere messo in verticale in braccio. Il ruttino è tipico solo dei
primi mesi ma la posizione è sempre favorevole. Se dopo
l’allattamento viene sdraiato, la posizione ideale è sdraiato sul fianco
destro.
ü Verificare con il medico se è necessario introdurre il latte artificiale e
le modalità. Tenere conto del fatto che con esso il bambino acquista
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peso più velocemente, e se si abitua a quello artificiale difficilmente
riprenderà a fare la suzione.
ü Nota per i gemelli: conviene ove possibile allattarli
contemporaneamente, in modo da avere sincronizzati orari di poppata e
sonno, altrimenti la mamma non potrà fare altro che alternarli tutto il
giorno e la notte! Un trucco è fare un cuscino alto e solido a forma di
ferro di cavallo, metterlo attorno al giro vita della mamma da seduta, in
modo da poter posarvi sopra i due bebè e sostenerli appena con le
braccia, allattandoli contemporaneamente su ciascuno dei due seni.
Al termine, poggiare la testa di entrambi su ciascuna delle due spalle della
mamma, che con le braccia incrociate sosterrà e batterà nella schiena dei
piccoli per far fare loro il ruttino sempre contemporaneamente.
ü Calcolo della razione giornaliera necessaria:
1° settimana
v Razione pasto = n.° gg di vita – 1 x 100
Dopo
v Razione pasto = Kg di peso x 110x1000/700
Dividere poi per il n.° dei pasti/gg
In genere sono 6 pasti/gg:
ore 6.00-9.30-13.00-16.30-20.00-23.30
Se piccoli sono 7 pasti/gg:
ore 6.00-9.00-12.00-15.00-18.00-21.00-24.00
Un bimbo di 5 Kg consuma 5 pasti ogni 4 ore:
ore 6.00-10.00-14.00-18.00-22.00
Per semplificare, in genere nei primi mesi necessita di 150 ml per ogni
Kg/gg.
In ogni caso il parametro più importante che conferma se
l’alimentazione a richiesta o schematica è corretta, è la crescita
ponderale:
v 1° trimestre 25-30gr/gg
v 2° trimestre 20-25 gr/gg
v 3° trimestre 15-20 gr/gg
Alcuni dicono che è il bambino stesso a dirci quando e quanto
necessita di mangiare, ma il buon senso dice che bisogna rispettare le
sue esigenze, controllando però che le sue richieste tendano a
convergere con gli schemi proposti, fermo restando la durata delle
poppate di 20-25 min e l’intervallo minimo tra una poppata e l’altra di
almeno 2 ore.
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ü La mamma che allatta deve avere una dieta normale e ben equilibrata,
fatta soprattutto di frutta e verdura come sempre. Deve solo aggiungere
500 cal e 20 gr di proteine in più del solito.
Questa quantità equivale a 600 ml di latte e 1 hg di carne.
Prediligere cibi di semplice preparazione ed evitare i cibi difficilmente
digeribili quali:
v Ricchi di spezie, piccanti, fritture, salse,
v Cipolla, aglio, cavoli, asparagi, carciofi, finocchio
v Limitare al massimo vino, alcolici, caffè e cioccolato
Bere molti liquidi e aggiungere un po’ di movimento.
ü Come effetti collaterali dell’allattamento si possono avere:
v Dolori al capezzolo. Si evitano rispettando i tempi di poppata,
mantenendo una posizione di allattamento corretta e alternando
ad ogni poppata la posizione.
v Micosi
v Ingorgo mammario, quando il latte è troppo, si evita come
sopra e va massaggiata la mammella.
v Ragadi. Si evitano se il bimbo mette in bocca anche l’areola, si
mantiene il capezzolo asciutto, pulito, e all’aria dopo la
poppata.
v Mastite. Si avverte tensione, arrossamento, dolore, malessere,
brividi, febbre. Va iniziata una terapia antibiotica. La febbre
non è un impedimento all’allattamento.
ü Cause di impedimento all’allattamento:
Cause di origine materna temporanee (ricordare che il latte si può
conservare anche in frigorifero e nel congelatore per queste evenienze,
oppure consultare il medico)
v Malattie virali delle basse vie respiratorie (sospendere per
qualche giorno)
v Morbillo, varicella, rosolia, parotite epiotemica, mononucleosi
infettiva, scarlattina (sospendere per 10 gg)
v Mastite (svuotare il seno con il tiralatte)
Cause di origine materna permanenti
v Cardiopatie, reumatismo articolare acuto, glomerulorefriti
v Malattie endocrine (ipertiroidismo, diabete mellito, insuff.
surrenatica, epatopatie craniche)
v Anemie gravi, leucemie e tumori maligni, epilessia
v Malattie psichiche, alcolismo, tossicomania
v Malattie infettive (setticemia, tubercolosi aperta, difterite,
ipertosse e epatiti virali, HIV)
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Cause dipendenti dal neonato
v Prematurità, grave ritardo di accrescimento, gravi malattie
cardiache, respiratorie, neurologiche, condizioni malformative
del cavo orale e palato
ü Si possono assumere farmaci in allattamento, ma dipende da quale
farmaco, in che momento si allatta rispetto al picco di efficacia dello
stesso, età del bambino, ecc.
In linea di massima è possibile, ma consultare il medico.
ü Nel I° semestre la dieta sarà costituita essenzialmente dal latte materno
e/o artificiale.
Dal 5° mese può iniziare lo svezzamento affinché si stabilizzi verso il
6° mese.
Deve essere graduale (un alimento alla volta) e flessibile (rispettando i
gusti del piccolo, riprovando più avanti se un cibo non lo gradisce).
ü Sostanzialmente la dieta del II° semestre si dividerà in:
v Due pasti di latte materno, yogurt o frutta
v Due pastine in brodo con olio e parmigiano, seguito da carne o
pesce o uovo o formaggio e frutta
Con l’introduzione graduale di:
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Frutta fresca fin dal 5° mese (pera, mela, banana)
Farine, semolini, fiocchi di cereali, biscotti, pastine in brodo
Omogeneizzati di carne e di pesce
Omogeneizzati di frutta e di verdura
Bevande di succhi di frutta fresca
Formaggini dietetici
Olio extravergine di oliva
Parmigiano reggiano
ü In aggiunta alla dieta stabilizzata, nel II° semestre si può aggiungere:
v Dal 6° mese il glutine
v Dal 8° mese pesce fresco (sogliola, merluzzo, palombo)
Uovo (solo 1 tuorlo nella pastina 1 volta a settimana)
v Dal 8°-10° mese il fegato
v Dal 9°-10° mese riso, pastina asciutta con pomodoro (dovrebbe
iniziare a tentare di mangiare da solo)
v Dopo il 12° mese latte di mucca intero, albume d’uovo e miele
(preferibilmente, ma gli zuccheri vanno evitati il più possibile).
Attenzione a pomodori, sedano, kiwi, possibili allergizzanti.
ü Deve mangiare un po’ di più dell’adulto in proporzione al peso.
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Meglio “testare” un alimento nuovo alla volta, anche per prevenire o
verificare intolleranze e allergie.
ü Dopo il 1° anno l’alimentazione deve essere equilibrata in calorie.
Il calcolo del fabbisogno è di:
v 1000 cal + 100 cal per ogni anno di età
diviso in 4-5 pasti al giorno di cui:
v Protidi 10-12% cal/gg (un po’ di più nell’adolescenza o per
intensa attività sportiva. Sempre metà vegetali e metà animali
come legumi e cereali à riso e frumento à pane e pasta. Ad
esempio pasta e fagioli, riso e piselli, minestrone e pasta, ecc.
Limitare le carni rosse).
v Lipidi 30% (di cui 2/3 vegetali-insaturi come olio vegetale,
pesce, coniglio, tacchino, pollo, agnello; 1/3 animali-saturi
come carni grasse, burro, formaggi, uova)
v Glucidi 58-60% (zuccheri di dolci e miele. Meglio se in
marmellate, gelati, creme, no in caramelle croccanti, ecc. dove
l’assimilazione è immediata e l’organismo non è ancora
preparato)
Dopo il 2° anno il fabbisogno sarà diviso in:
v Colazione e merenda
v Pranzo e cena
67%
33%
Negli anni a seguire il fabbisogno sarà diviso in:
v
v
v
v
Colazione e merenda del mattino
Pranzo
Merenda pomeridiana
Cena
25%
35%
10%
30%
La colazione si baserà di latte, biscotti, cereali, yogurt, frutta fresca,
marmellate.
Limitare il più possibile il sale fino ai 3-4 anni, e comunque mai prima
del primo anno.
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Schema dietetico per bambini di età da 3 a 13 anni (Sandrucci)
Porzioni fisse con l'età
Latte
Zucchero
Frutta
Verdure
Legumi
Marmellata
Parmigiano
250 g
25 g
250 g
150 g
50 g
20 g
10g
Porzioni variabili con l'età
Pane
g 20 x anno di vita; Per biscotti e grissini 1/3 in meno
Pasta
O riso (crudi)
g 15 x anno;
va divisa in 2 pasti
Carne
g 10 x anno cruda e privata di grasso, o altro
Formaggio
O prosciutto
O uovo
g
Olio e burro
g 5 x anno
5 x anno
Durante l’adolescenza bisogna curare:
v L’apporto di calcio, quello raccomandato è di 1200 mg/die,
proveniente dai latticini
v L’apporto di zinco da carne, latte, pesce, uova
v L’apporto di fibre da pane integrale, frutta, verdure crude e
cotte, legumi almeno 4 volte alla settimana.
•
Pulizia, igiene e benessere
ü Il moncone ombelicale va tenuto asciutto, tamponare con polvere
cicatrizzante e fargli prendere aria.
ü Prima del bagnetto sarebbe bello fare un massaggio, anche con olii
tiepidi, su tutto il corpo del bimbo. Rafforza il legame madre–figlio, il
bimbo prende consapevolezza di se, si rilassa, migliora la circolazione
sanguigna, favorisce lo sviluppo cerebrale. Fargli vedere le mani e
massaggiarlo.
ü Il bagnetto, da eseguire dopo la caduta del moncone ombelicale, va
fatto la sera prima dell’ultimo pasto con sapone di Marsiglia, che è il
più neutro. La stanza deve essere calda, circa 23-24°. L’acqua deve
avere una temperatura di 34-35°, che si alza a 35-37° dopo i 3-4 mesi.
Per provare la temperatura usare l’apposito termometro oppure il
gomito. La vaschetta deve essere rigida, non molto grande e con poca
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acqua (quella sufficiente a lavarlo) su un piano alto e stabile tale da
consentire di avere attorno alla vaschetta tutto l’occorrente.
Non applicare creme o olii sulla pelle del bimbo, che ha una protezione
naturale e la pelle deve respirare. A meno che non soffra di secchezza
d’inverno (usare olii emollienti) oppure di eritemi d’estate (usare
amido di riso o d’avena).
Il bagno si può fare anche tutte le sere in estate, d’inverno è sufficiente
1-2 volte a settimana.
ü Quando il neonato inizia a bere il latte materno, a parte le prime feci in
genere verde scuro, le feci sono giallo chiare e compaiono da 3 a 12
volte al giorno nella prima settimana mentre le urine si presentano
circa 18 volte al giorno.
Se nonostante gli sforzi non riesce ad evacuare, aiutarlo ad aprire lo
sfintere introducendo appena il bulbo di un termometro digitale (no
mercurio) e fargli fare lenti movimenti orizzontali rotatori, gli potrebbe
essere di aiuto.
Le evacuazioni avvengono generalmente dopo le poppate, per cui
cambiarlo frequentemente ossia ogni volta che è sporco e controllarlo
soprattutto dopo i pasti (6-7 volte al giorno).
E’ tanto facile prevenire le irritazioni quanto difficile e lungo curarle.
L’assiduità delle feci scende a 2 volte al giorno dai 2 ai 3 mesi, fino a 1
volta al giorno ad 1 anno, anche se non hanno ancora il controllo
volontario.
L’inserimento automatico del controllo matura in periodi ben definiti
che né l’allattamento né la severità possono cambiare, semmai
ritardare.
In genere avviene naturalmente dopo i 18-24 mesi, ma ogni bambino
ha i suoi tempi e non va forzato.
Verso i 2-3 anni, dopo una fase normale di irregolarità, dovrebbe
stabilizzarsi da 2-3 volte al giorno ad 1 ogni 2-3 giorni.
ü Pulire e lavare il sederino con acqua corrente molto accuratamente (per
le femmine dal davanti verso il retro), asciugare e lasciare un po’
all’aria. Dare appena un po’ di talco o di crema astringente e
emolliente.
Per lavarlo, tenerlo sull’avambraccio a pancia in giù con la testa che
poggia su un fianco nell’avambraccio e tenerlo fermo con la mano
sotto il linguine.
Ricordare che in inverno la temperatura dell’ambiente deve essere
caldo come per il bagnetto in quanto è nudo finché non sarà terminata
l’operazione e sarà cambiato e rivestito (23-24°).
ü Lavargli spesso le mani e il viso. Dovrebbe diventare autonomo nel
lavarsi dopo i 3-4 anni per le mani e dopo i 6 per il resto.
Dai 2-3 anni iniziare a spiegare l’importanza dell’igiene.
Il bambino da 0 a 3 anni (r.1)
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ü Gli occhi vanno puliti con una garzina, se del caso applicare un leggero
collirio.
ü Le orecchie vanno pulite solo esternamente, l’interno provvede
autonomamente a pulirsi “mettendo fuori” la sporcizia, non usare coton
fioc per non otturare il canale uditivo e causare dei danni.
ü Per quanto riguarda il naso, se chiuso si consigliano i fumanti,
l’importante è che sia libero per una corretta suzione.
ü Le unghie delle mani vanno tagliate leggermente arrotondate, quelle
dei piedi vanno tagliate dritte.
ü Limitare il più possibile i dolci, soprattutto miele e zucchero nei primi
anni, cariano inesorabilmente i denti da latte e possono causare danni
anche ai futuri denti definitivi. Il miele in particolare è vietato nel
primo anno, causa rischi batterici che i piccoli non sono in gradi di
gestire.
Inizialmente, quando sono pochi, pulirei denti con una garzina.
Successivamente, quando aumentano, usare uno spazzolino morbido
adatto all’età dopo ogni pasto (da asciutto).
Va lavato bene dopo l’uso e sostituito ogni 3-6 mesi.
Non usare dentifrici nei primi anni, dopo usarne uno adatto all’età e
sempre moderatamente.
•
Riposo, clima e ambiente circostante
ü Il neonato dorme circa 18 ore al giorno.
A 3 settimane dorme circa 8,5 ore di notte e 6,5 ore di giorno, spezzato
fino a 18 periodi.
A 1 mese c’è la predominanza del riposo notturno su quello diurno.
A 6 mesi dorme 10 ore di notte (ininterrotto) e 3,5 di giorno (brevi
sonnellini).
Progressivamente si riducono quelli diurni a un sonnellino la mattina e
uno al pomeriggio, ciascuno di circa 1,5 ore e si stabilizza a 10 ore il
riposo notturno.
Ad 1 anno si elimina il sonnellino mattutino.
Dai 3 ai 5 anni si elimina quello pomeridiano.
A 5 anni dorme 12 ore per notte, a 13 anni 9 ore per notte fino a
ridursi a una media di 7,5 ore da adulto.
ü I neonati soffrono molto il caldo e il freddo.
Le prime settimane hanno bisogno di più caldo, la temperatura
ambientale ottimale è 24-25° con addosso una copertina che faccia
percepire una temperatura intorno ai 30°.
Nelle settimane successive il bimbo inizia a termoregolarsi e la
temperatura ottimale scende a 20-21°, sempre facendogli portare una
copertina.
Il bambino da 0 a 3 anni (r.1)
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A questo punto soffre di più il caldo rispetto al freddo.
Per questo in estate è meglio ripararlo bene e usare un ombrellino
piuttosto che la capote del passeggino, che fa da cappa.
Mentre non va coperto troppo in inverno e non vanno messi all’aperto
berretto e sciarpa se non in piena stagione e con forte freddo e vento.
In un ambiente ottimale, in estate, è sufficiente una maglietta (non
coprire il pannolino, che riscalda già da solo e la pelle deve respirare!);
mentre in inverno, sempre in condizioni ottimali, è sufficiente una
maglietta da pelle (cotone dentro, lana fuori) con sopra una tutina di
cotone (come sempre no sovrapporre altri indumenti al pannolone).
Nelle stagioni con maggior sbalzo termico l’ideale è vestire a cipolla
quando si esce, per poter adattare l’abbigliamento alle temperature che
si presentano nei vari ambienti interni/esterni tenendo comunque conto
di quanto sopra.
Non portarlo in mezzo alla folla (centri commerciali in primis) e ai
malati nei primi mesi.
Il freddo non viene percepito dal bimbo se non è sveglio, quindi
attenzione nelle ore notturne in inverno a far sì che la temperatura nella
cameretta sia ottimale e costante
Evitare forti sbalzi di temperatura tra un ambiente e l’altro della casa e
tra giorno e notte.
L’ambiente dovrebbe avere una umidità pari al 50-70%.
Deve essere luminoso e ben areato.
Dai 2 anni avrà necessità di spazi fisici e mentali tutti suoi, senza troppi
giochi, ove far crescere la propria creatività.
Un buon metodo per capire se il bimbo ha caldo o freddo è di sentire
con le proprie mani le sue estremità (mani e piedi). La situazione
ottimale si ha quando sono fresche ma non fredde.
ü La stanza dovrebbe essere dotata di lettino, fasciatoio, box, interfono.
Non ha importanza che l’arredamento sia elegante, l’unica cosa che
importa al bambino è il contatto con la madre e il padre, e il benessere
psicofisico.
ü Il lettino dovrebbe essere preferibilmente di legno, con le sbarre
distanti al massimo 7 cm tra loro, lontano da corde o tende o altro in
cui potrebbe impigliarsi.
Le sponde devono essere sempre alzate e distare 60 cm dal materasso
con chiusura di sicurezza. Non vanno mai abbassate con il bebè nel
lettino.
Il bambino da 0 a 3 anni (r.1)
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Il materasso deve essere rigido, delle stesse dimensioni del lettino, per
evitare che vi siano spazi ove impigliare le mani o i piedi.
Il cuscino è inutile, sarebbe meglio non metterlo, almeno per i primi 2
anni.
Le lenzuola e le coperte non devono coprire il volto.
E’ consigliabile mettere una pelle di pecora o di fibre naturali (es. pula
di farro) su lettino e carrozzina.
In tal modo il bambino non suderà d’estate per la miglior traspirazione,
mentre godrà di maggior tepore in inverno.
ü I vestitini devono essere semplici e morbidi, di fibre naturali in quanto
non allergizzanti e lasciano traspirare la pelle. Evitare fronzoli e
bottoni che potrebbero essere staccati e ingeriti.
Vanno lavati con sapone di Marsiglia e senza ammorbidente, potrebbe
essere allergizzante.
ü Nella prima infanzia, ossia i primi 2-3 mesi, è importante che il bebè
dorma nella stessa stanza con i genitori, sempre nel suo lettino. Si
sentirà meno solo e probabilmente dormirà di più. Inoltre nel caso
cerchi i genitori, questi sono lì presenti e basta far sentire la propria
voce per calmarlo. Anche per allattarlo, la madre dovrà interrompere
meno bruscamente il proprio sonno.
In ogni caso rappresenta una comodità per entrambe le parti.
ü Passati i primi 2-3 mesi è bene che il bebè inizi a dormire nella propria
cameretta, mettendo accanto a lui un “sostituto materno” (con il quale
avrà familiarizzato di giorno) per confortarlo (es. pupazzetto di piccole
dimensioni, pezzo di stoffa…). E’ bene comunque sapere che se da un
lato il dormire nella propria cameretta stimola l’indipendenza del
bambino, le ultime linee guida della società americana di pediatria
consigliano la permanenza nella stanza dei genitori fino ai 12 mesi,
allo scopo di ridurre i rischi della SIDS (morte in culla). Le
motivazioni sono che i rumori –seppur minimi- generati dai genitori
nel sonno, aiutano il bambino a non cadere in uno stato di sonno troppo
profondo.
Da portare con sè anche in vacanza, il sostituto materno è
importantissimo per il bimbo, che generalmente ci fa capire da solo
quale oggetto abbia designato a tale ruolo.
Se vi rimane troppo attaccato e troppo a lungo non è un atteggiamento
regolare, bisogna interrogarsi sul suo stato emozionale.
Avrà ulteriore conforto se avvolto leggermente in una coperta sottile
adatta alla stagione (uno stato che ricorda quello del feto).
Il bambino da 0 a 3 anni (r.1)
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Inoltre questo evita che si scopra e si raffreddi, soprattutto d’inverno,
consentendo comunque una certa libertà di movimento al bimbo.
Nota: nel caso il bambino si muova molto e tenda a scoprirsi, può
essere consigliabile ricorrere al “sacco nanna”.
ü Un ulteriore modo per rilassarlo e consentirgli un buon riposo è quello
di cullarlo (NON scossarlo)
Generalmente i bimbi e le mamme preferiscono la stessa posizione che
si tiene durante l’allattamento, ossia posti sul braccio sinistro con la
testa rivolta a destra verso la madre. Questo consente anche alle madri
destrimani di avere libera la mano che usano abitualmente, magari per
accarezzarlo.
Cullare è uno straordinario calmante perché ricorda al bambino le
passeggiate materne quando era in grembo ed è vicino al battito
cardiaco della persona che ama di più.
Fare attenzione se arrivato a circa 9 mesi si culla da solo stando seduto
o oscillando avanti e indietro: significa che ha carenza di affetto e che
non va tutto bene.
ü Il rituale fatto di…
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massaggio con olii tiepidi
bagnetto
pigiama
ultima pappa
copertina avvolgente
ninna nanna o cullaggio
sostituto materno
lettino
…preferibilmente nella stessa stanza dove poi dormirà, contribuirà a
dargli sicurezza e serenità, e favorirà l’addormentamento e il sonno
duraturo.
I bambini sognano, e molto, ma cosa sognano resta un mistero.
•
Grida, pianto e sorriso
ü Il neonato grida ma non spiega il motivo.
Con il passare dei giorni, la madre impara più o meno istintivamente a
distinguere il tipo di pianto e il tipo messaggio di aiuto che il suo
bimbo vuole darle (NB: ci saranno comunque dei casi in cui la
mamma, nonostante gli sforzi, non sarà in grado di capire le ragioni del
pianto. Ciò è normale)
Le grida possono essere per:
v Dolore, sono forti, acute, repentine
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Disagio, è sporco e va cambiato
Fame, per poter mangiare deve però essere calmato
Solitudine, fa un pianto lungo e sofferto
Eccessiva stimolazione sensoria, troppa luce o rumore
Scarsa stimolazione sensoria, arricchire il suo ambiente
Frustrazione, per quelli entrati nel 2° semestre, quando
non riescono a fare o ottenere quello che si sono
preposti
Fino ad un anno vanno sempre confortati e ove possibile usare il
marsupio o la fascia per averli sempre a contatto ed essere liberi nei
movimenti.
In questo modo si rafforzano le loro sicurezze.
ü Il bimbo piange per esprimere il disagio emotivo, ma da piccolo sa
solo gridare. Normalmente può piangere 60-90 minuti al giorno nelle
prime 3 settimane, alla stessa ora e ogni giorno, e non c’è niente che lo
possa far smettere.
Poi aumenta di 2-4 ore al giorno e decresce fino ai 3 mesi.
Se piange o urla sempre verso sera alzando le gambine, mentre
normalmente è tranquillo, allora si tratta di coliche.
In tal caso la mamma dovrebbe limitare o eliminare dalla propria dieta
il latte vaccino, cibi fermentati, fagioli…
Quando consentito perché non interferisce più con l’allattamento, si
può introdurre il succhiotto.
ü Il sorriso ha tre fasi:
v Quella pre-sorriso o sorriso di riflesso, in cui totalmente
inconsapevole non è altro che una smorfia come tante
v Quella del sorriso generico, alla 4° settimana, che
rivolge a tutti indistintamente
v Quella del sorriso consapevole, tra i 4 e i 7 mesi, che
rivolge soprattutto ai genitori
E’ importante ricambiarlo con altri sorrisi affinché non li perda.
Riderà verso i 4-5 mesi.
•
Vista, udito, olfatto, forza
ü Vista. Inizialmente non mettono a fuoco da lontano e non c’è
binocularità, per cui capita che gli occhi guardino in direzioni diverse.
Non c’è da preoccuparsi che sia strabismo, salvo che questo non si
protragga oltre i primi 6 mesi.
Da vicino mette a fuoco i visi di mamma e papà, a 20-25 cm di
distanza e non oltre. Effettivamente vede so ciò che al momento ha
bisogno di vedere. Il resto gli creerebbe solo confusione.
Il bambino da 0 a 3 anni (r.1)
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Preferisce le forme in movimento, le curve, è sensibile ai disegni, ama
gli oggetti grandi, ben definiti e luminosi.
E’ molto importante che madre e figlio si guardino a lungo e spesso
negli occhi, soprattutto al momento della nascita, perché si crea così il
legame affettivo.
Il bimbo impara a distinguere la madre e il padre dall’abbinamento
volto-voce già dopo 2-3 settimane di vita.
Non reagisce in modo evidente davanti ad un estraneo, semplicemente
perché non se ne cura, mentre reagisce evidentemente e positivamente
davanti a mamma e papà.
Può reagire negativamente davanti ad uno sconosciuto a metà del 1°
anno, reazione che si acutizza verso il 9 mese di vita.
Avrà una vista perfetta a 4 anni, anche se già a 12 mesi avrà la maggior
parte delle capacità visive dell’adulto.
Il controllo visivo va fatto alla nascita, verso i 4 anni e poi
periodicamente.
ü Udito. Il bambino sente i rumori fin da tre mesi prima della nascita.
Dopo la prima settimana è in grado di distinguere la voce della madre
da quella delle altre donne.
Intorno all’anno inizia a parlare e risponde al proprio nome a 7 mesi,
conosce il significato di alcune parole a 9 mesi.
Il controllo dell’udito va fatto alla nascita, ad 1 anno e in età scolare,
poi periodicamente.
ü Olfatto. I bambini hanno un olfatto molto sviluppato, lasciano
l’imprinting dell’odore al seno della madre e da questo, unito all’odore
della madre stessa, la riconoscono sempre e già da 45 ore dopo il parto.
ü Forza. Il neonato ha una presa riflessa, ereditata dai nostri antenati
primati, di una forza enorme, tanto che potrebbe sorreggere il proprio
peso appeso ad un nostro dito. Se proviamo a sforare il dorso delle
mani e dei piedini con un dito, vedremo che istintivamente tenderà a
chiudere le dita sia delle mani che dei piedi intorno al nostro dito,
esattamente come farebbe un cucciolo di scimmia.
Nel tempo perde questa presa innata, e diventa incapace di sostenere il
proprio peso corporeo che aumenta.
Verso i 6 mesi termina la fase istintiva e inizia a svilupparsi
gradualmente il “cervello nuovo”, il suo modo di prendere è mutevole
e controllabile. Alterna l’uso della destra con quello della sinistra e a
Il bambino da 0 a 3 anni (r.1)
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volte entrambe contemporaneamente. La scelta definitiva viene presa
verso il 4° anno.
Verso i 7-8 mesi sviluppa la fase del “prendi e getta” e del piccolo
esploratore.
•
Giochi
ü Dal 2° mese tutto ciò che si muove è interessante.
A 3 mesi lo stimolo viene dai sonagli.
Tra i 4 e i 6 mesi il bebè è pronto per giocare con i genitori a vola vola,
cucù, solletico, le smorfie.
A 10 mesi sa trovare un gioco che gli interessa e a 12 mesi ama gli
incastri e far sparire gli oggetti.
Misura il proprio potere e adora le Risposte Amplificate.
Ad esempio un palloncino che vola molto in alto con il minimo calcio,
oppure un piccolo rumore che produce un grande eco. Queste risposte
lo gratificano molto e lo fanno sentire molto forte.
Mette in bocca, tocca tutto, gioca con l’acqua, fa sbattere gli oggetti.
In questo modo trasforma un messaggio sensoriale in una memoria
visiva.
Adora veder fare delle costruzioni e poi distruggerle personalmente.
La fase distruttiva precede quella costruttiva.
A 6-7 mesi iniziano ad interagire con gli altri bambini, si esplorano,
sono affascinati dallo specchio, amano il nascondino, il movimento
fisico.
Verso il 1° anno amano il “io butto – tu raccogli” che si evolve in “io
do a te – tu ridai a me”.
Poi amano la cassetta degli oggetti e lo smontaggio in vari pezzi di un
unico blocco.
La cosa fondamentale è che i genitori partecipino alle attività ludiche
del figlio, più o meno attivamente, e che con il tempo anche i gesti
quotidiani possano attraverso il gioco diventare familiari ai bambini.
Giochi sconsigliati: sacchetti, palline, biglie, peluche.
Molto meglio pochi giochi, ma didattici e sicuri.
v A 3 mesi: anelli di gomma, sonagli, giochi sonori
v A 4-6 mesi: pupazzi di pezza, libri di stoffa, mordini,
specchi di plastica (non dimenticare “vola vola”, cucù e
solletico!)
v A 6-9 mesi: mattoncini, palle, libri cartonati
v A 9-12 mesi: giochi a incastro e a pila
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•
Carponi, cammina, nuota
ü Il bambino acquisisce il controllo della testa a 3 mesi circa.
Inizia a mettere in bocca di tutto.
A 4 mesi gattona e si aiuta ad alzarsi appoggiandosi ai mobili.
Verso gli 8 mesi gira carponi.
Verso 1 anno cammina, inizialmente con due gambe e un braccio in
appoggio.
Ogni bambino arriva a camminare a suo modo, non è detto che rispetti
tutte queste fasi ma può anche saltarne diverse e impiegarci più tempo.
Le scarpe sono importanti per la salute del piede e della postura.
Sarebbe innanzitutto molto utile che il bimbo potesse stare il più
possibile a piedi nudi o con i calzini gommati.
In questo modo avrebbe più libertà di movimento e rinforzerebbe di più
tutta la parte del piede e della caviglia.
Le scarpe devono essere flessibili, morbide, di punta larga, meglio
larghe che piccole.
Non vanno bene gli scarponcini, perché impediscono i movimenti della
caviglia, che invece deve essere libera.
La suola deve essere leggera e di cuoio, con un leggero antiscivolo.
Il neonato nuota d’istinto stando in apnea senza che nessuno glielo
abbia insegnato e senza che lo abbia mai fatto prima.
Poche settimane dopo la nascita e fino ad un paio di anni di vita perde
questo istinto ed è un periodo pericoloso perché oltre ad aver perso
questo riflesso non ha ancora modo di imparare la tecnica per nuotare,
quindi fondamentalmente potrebbe annegare.
Dopo questo periodo, il bambino ha le capacità per affrontare un corso
ed imparare ciò che ha dimenticato di saper fare.
•
Il bimbo cresce: parla, fa i vaccini, i capricci e guarda la TV.
ü Ad 1 mese il bimbo inizia a sbavare muovendo la lingua e le labbra,
una sorta di pre-balbettìo.
A 3 mesi emette un balbettio udibile
A 6 mesi comunica per monosillabi
Verso i 7 mesi inizia a dire parole come ma ma pa pa , ma non sono
destinate ai genitori ma al mondo in generale (non a caso i primi
monosillabi sono stati da sempre usati per indicare le prime persone
con cui il bambino ha a che fare).
In questa fase inizia ad ascoltare molto attentamente chi parla, e
mentalmente accorda il suo strumento in base a ciò che sente. E’
importante, ma questo già in fase prenatale, parlare spesso al bambino.
Verso l’anno, un po’ più tardi nei maschi, iniziano a parlare e a
rivolgersi distintamente a mamma e papà.
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ü Inizia l’era dei vaccini.
Rimandare il vaccino se:
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È malato
Ha già avuto quella malattia
Assume antibiotici
Assume corticosteroidi
Non vaccinare se allergico alle uova o ha avuto gravi reazioni a
vaccinazioni precedenti per:
v Morbillo
v Rosolia
v Parotite
ü Inizia l’era dei capricci.
I capricci sono tanto facili da prevenire quanto difficili da perdere.
Il segreto è ignorare il capriccio, nel giro di pochi giorni il bambino
non li farà più.
ü Inizia anche l’era della TV.
E’ importante far capire al bambino che la TV si accende solo se
proprio non c’è assolutamente altro di meglio da fare o vedere.
La cosa fondamentale da fare è dare il buon esempio lasciandola
spenta.
Regole per un corretto uso della TV:
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v
•
Non si guarda in vacanza
Si sceglie insieme cosa guardare
Si guarda insieme in modo costruttivo e critico
Non si guarda al mattino prima della scuola e durante i
pasti
Non si tiene accesa come rumore di fondo
Non si guarda mai dopo le 20.30, meglio ascoltare una
favola, ci si deve addormentare
Mai far guardare la TV come castigo
Mai guardare la TV al buio, è dannoso per la vista
Mai lasciare la TV nella stanza dei ragazzi, è il luogo
dove si deve dormire
Mai guardare la TV mentre si studia
Mai lasciare il telecomando in mano ai bambini fino ai
10 anni
Dal 5 ai 7 anni è consentito fino a 1 ora al giorno diviso
in due momenti
Da 8 a 14 anni è consentito al massimo 2 ore al giorno
In viaggio
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ü Non fare brevi viaggi e ravvicinati tra loro, soprattutto nei primi 2 anni
di vita.
Il bambino ha bisogno di punti di riferimento e deve memorizzare e
conoscere i luoghi dove trascorre il suo tempo, con delle abitudini
fisse. Diversamente si disorienta e diventa irritabile.
ü In montagna non andare oltre i 2000 mt finché è piccolo.
La montagna fa molto bene per l’aria pulita e contro i problemi
respiratori e della pelle.
Lago o campagna non hanno problemi.
Il mare va bene in inverno per brevi periodi.
Meglio frequentarlo d’estate, almeno 1 mese consecutivo.
Il bebè impiega una settimana per adattarsi, per cui più è lunga la
permanenza e più benefici trarrà da essa.
Il mare è indicato per il sole (sintesi vitamina D) e per lo iodio.
In ogni caso anche in città, per acquisire vitamina D, è sufficiente stare
all’aperto.
Anche se è nuvoloso, purché non ci sia vento, fa bene stare fuori
almeno una mezz’ora al giorno.
ü Altre regole per una vacanza a misura di bambino:
v Vestirlo adeguatamente al clima e munirsi di ricambi
v Avere liquidi freschi se caldo, per reintegrare i sali
v Tenere delle salviette umide e sacchetti per la
spazzatura
v Andare in luoghi tranquilli e non affollati
v Farlo stare in spiaggia il più possibile
v Fargli indossare un cappellino di cotone
v Farlo stare sotto l’ombrellone i primi giorni e esporlo
con molta prudenza
v Fare molti bagnetti in mare per beneficiare dei sali
v Fare il bagnetto di pulizia solo alla sera prima
dell’ultima pappa
v Far indossare al bimbo vestiti semplici, leggeri e ampi,
di cotone o lino
v Non lasciarlo nudo sulla sabbia, per evitare infezioni
v Va bene il sole diretto su braccia e gambe (non troppo
forte) 20-30 min al giorno
Quando è più grandino, cammina e può giocare con noi, insegnargli queste regole seguendo le
indicazioni, in modo che gli appaiano più divertenti, facilmente memorizzabili e condivisibili:
v Sequenza della sera
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Gioco (simulare il lancio dall’alto di una pallina)
Bagno (simulare l’atto di lavarsi)
Pappa (sfregandosi la pancia)
Nanna (simulando con le mani giunte appoggiate ad una guancia l’atto di dormire)
v Un posto per ogni cosa, ogni cosa al suo posto (perché impari a riordinare)
v Quando si gioca si gioca, quando si mangia si mangia (perché non giochi a tavola)
In caso di gemelli: non vestirli e considerarli uguali, non comprare gli stessi giochi doppi,
lasciare che ognuno esprima le proprie preferenze personalizzando ogni loro cosa o
scegliendo in base ai loro gusti, anche il contenitore dei giochi.
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