Insegnante, allenatore, educatore

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Insegnante, allenatore, educatore
PERSONAGGI
Insegnante,
allenatore,
educatore
Questo è stato Franco Monti,
il professore coi baffi
di Sergio Sottovia
Il cartellino Figc di Franco Monti, giovane giocatore della Spes Necchi Adria
"F
Bruno Piva e tutto il suo staff. Una storia, un esempio, un
prototipo, una incompiuta, quella di Franco Monti, che
perciò vale la pena di far uscire ‘in toto’ dalle pagine del
mio Polesine Gol, perché magari possano essere completati
quei progetti che il ‘professore coi baffi’, negli albori del
Terzo Millennio, aveva già abbozzato e avviato. Quante
volte ci siamo incontrati con Franco Monti, ad Adria, suo
habitat naturale. Come giocatore e come allenatore, Monti
(classe 1944) ha viaggiato nel Parco del Delta, con sole
due escursioni esterne, per le confidenze calcistiche. E’
stato sul finire della stagione 98/99 che mi ha cantato la
‘canzone-storia’. Mi ha raccontato il suo calcio, un venerdì,
alla sede dell’Adriese, dopo una telefonata col segretario
granata Carlo Bonafé. C’era anche la signora Alda Maria
Schiavi, moglie del presidente Graziano Símoni a fare gli
onori di casa per la riunione organizzativa di un torneo
giovanile. Per questo c’erano Bertucci della Tagliolese,
Piero Cavallari ds dell’Arianese, Ignazio Sattin presidente
del San Martino, Dino Gotti responsabile giovanili del
Cavarzere col presidente Domenico Salvagnin. Franco
Monti era ‘naturalmente’ tranquillo. Siamo a cinque
giornate dal termine. L’Adriese in CND è la reginetta delle
polesane, dopo che in settimana, con la vittoria in esterno
per 1 a 0 ha inguaiato il Monselice dell’ex granata
Massimo Albiero. Brutti pensieri invece per le altre due, il
Rovigo e il Porto Viro alla vigilia di un derby da brivido
retrocessione. Allora la classifica consentiva a Franco
tranquillità serafica. La sua Adriese, con la miglior difesa
del campionato, a quota 43 e playoff a portata di mano,
ranco Monti e la sua ‘meglio gioventù’, tra
Loreo, Carpano, Tagliolese, Papozze,
Adriese, Porto Viro, Scardovari”. Questo
avevo scritto, titolando l’incipit della Franco Monti Story nel
mio primo libro della trilogia Polesine Gol. Un Personaggio
che peraltro aveva vissuto il suo ‘mondo’ mixando Sport &
Vita, visti gli anni vissuti da Insegnante Isef e da vice-preside
all’Istituto Alberghiero di Adria e da “Campione & Signore”
per tante estati dentro e intorno la piscina e il Centro
Sportivo di Albarella. Lo conoscevo bene, si dice spesso.
Ma devo dire che l’ho conosciuto ‘meglio’ dopo i diversi
incontri/approfondimenti per la citata sua Monti Story. E
perché Franco si raccontava sempre più sulle motivazioni
del suo ‘fare nel passato’ e sia perché Franco voleva
‘ancora fare nel futuro’. E perché del suo ‘essere’ me ne
parlavano in tanti, specie quelli che lo agganciavano per
averlo ‘vicino e amico’ come attore principale dei loro
progetti. Da Adria a Scardovari, da Albarella a Rovigo,
puntando sulla sua progettualità, sulla sua capacità
organizzativa, puntando sulla formazione di tutto il team.
Per questo, quel giorno ad accompagnarlo nel suo ultimo
viaggio, a piangere Franco Monti nella Cattedrale di
Adria, erano davvero in tanti a salutarlo e abbracciare la
sua famiglia. Tantissimi adriesi, ma tanti ‘suoi ragazzi’ di
Scuola e di Sport, e giocatori e dirigenti di società. E che
struggente quella sciarpa sulla bara! La sciarpa dello
Scardovari che oltre ad essere stata la sua ultima squadra
allenata era stata anche la sua ‘seconda casa’. Senza
contare tutta la “Giunta del Coni - Rovigo” col presidente
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