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Le Regioni d’Italia
Marche
Il sito ufficiale della regione: http://www.regione.marche.it
Una città: Urbino
Urbino ha origini antichissime che risalgono
all'epoca preistorica. Conobbe un periodo di
splendore quando nel 1500 fu governata dalla
dinastia dei duchi di Montefeltro, che diedero
una forte spinta artistica convocando a corte
artisti insigni dell'epoca. Posta su due colli, la
città è in gran parte circondata da mura e
bastioni. Quattro strade principali collegano i due
colli e questi con la pianura. Il Palazzo Ducale è
il risultato dell'ampliamento dell'originale
castello medievale ed è un vero capolavoro
Palazzo Ducale.
dell'arte rinascimentale. Francesco di Giorgio
Martini collegò le varie parti creando un palazzo a forma di città. Urbino è stata anche la
città natale di Bramante e Raffaello, artisti simbolo del Rinascimento italiano.
Quando, nel 1626, l'ultimo dei duchi cedette Urbino al Papa, iniziò per la città il periodo
più triste: le sue più importanti opere d'arte furono infatti disperse in tutto il mondo.
Ciò nonostante, Urbino è oggi un importante centro artistico e turistico: ospita una
rinomata Università e alcune delle opere che lasciarono la città nel 1600 sono tornate in
città permettendo l’apertura di un’importante museo. Per la sua originale struttura
urbana e per le sue ricchezze artistiche è stata dichiarata dall'Unesco (l’organizzazione
educativa e scientifica delle Nazioni Unite che promuove la tutela del patrimonio
culturale e artistico) “Patrimonio dell'Umanità”.
Ogni anno, in agosto, a Urbino si svolge la "Festa del Duca", una rievocazione in
costume per le vie del centro a cui partecipano saltimbanchi e mangiafuoco e che
culmina nella sfida fra contee alla presenza della Corte ducale.
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Un sito naturalistico: le Grotte di Frasassi
Le Grotte di Frasassi sono prodotte dal
fenomeno del carsismo dovuto
all’infiltrazione dell’acqua piovana
dentro le rocce calcaree che formano il
sottosuolo di questa zona. L’accesso alle
grotte è recente, solo nel 1948 infatti,
grazie all'attività del Gruppo
Speleologico marchigiano di Ancona si è
scoperto l'ingresso della Grotta del
Fiume. Negli anni successivi si
L’interno delle grotte.
susseguirono le spedizioni e le scoperte
ma quelle più rilevanti che portarono alla Grotta del Vento, avvennero nel 1971. Le due
grotte fanno parte un enorme labirinto di ambienti sotterranei che si susseguono
incessantemente per oltre tredici chilometri. Nel 1974 una parte di queste meraviglie fu
illuminata e aperta al pubblico.
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Storie e leggende: La Grotta della Capra
Due bellissimi giovani, perdutamente innamorati, vivevano presso la Badia di San
Vittore delle Chiuse. Nonostante il loro grande amore, le rispettive famiglie,
contrapposte da una profonda ostilità, impedirono con ogni mezzo il loro matrimonio.
Disperati per questa situazione senza possibile soluzione, i due giovani abbandonarono
le abitazioni e, imprecando contro la propria parentela, fuggirono sul Monte della Valle
per rimanere nella selva buia. Cauti e prudenti come due capretti inseguiti, vagarono nel
bosco il giorno e la notte successiva. Infine, presso un macigno, scoprirono una grotta e
sembrava che tutta la valle palpitasse di allegria per la loro felicità.
Decisero che sarebbero rimasti in questo luogo segreto per lungo tempo, con i loro
bambini, fra le ginestre e il gregge, fino a quando le loro famiglie non si fossero
riconciliate.
Una sera d'inverno, nell'ora del tramonto, la giovane entrò della grotta e svenne. Quando
si riprese si accorse che, a causa di uno strano sortilegio, aveva preso le sembianze di
una capra. Quando il giovane tornò alla grotta, la capra, con voce bassa, gli raccontò
quello che era successo. Quelle però furono le ultime parole che pronunciò perché si
trasformò in un fantasma e scomparve nel fondo della grotta. Il giovane, non voleva
credere a quello che aveva udito e visto; ricercò la propria amata per tre giorni e per tre
notti fino a che non venne sopraffatto dalla tristezza e dal dolore. Non potendosi dare
pace per l'accaduto si infuriò, corse in lungo e in largo come un toro infuriato, bruciò la
selva fino a che si fermò presso l'antro della grotta battendo le tempie sulla pietra. A
quel punto anch'egli fu colpito da sortilegio e divenne un masso disposto a guardia della
grotta. Da quel giorno, in quel medesimo luogo, ogni sera, quando il sole discende dietro
i monti e la valle si addormenta, una capra esce dalla fenditura e un grido lacera l'aria
facendo tremare i pioppi del fiume e le querce della montagna.
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La cucina regionale
Ecco alcuni dei piatti tipici della regione.
• Le olive all’ascolana sono olive ripiene. Il ripieno è a composto da carne di
diverso tipo cotta insieme a verdure e unita a mortadella e prosciutto. Il composto
viene poi amalgamato con uova, mollica di pane e formaggio, e utilizzato per
riempire le olive denocciolate, in modo da far loro riprendere la forma originale.
Le olive così confezionate sono poi impanate e fritte nell’olio.
• La minestra di ceci alla marchigiana è cucinata con i ceci, il sedano, la scarola, e,
come molte altre minestre tradizionali, viene insaporita con l’aggiunta di passata
di pomodoro ma soprattutto facendo cuocere insieme alle verdure del prosciutto
crudo e delle costine di maiale. La minestra si serve con una spolverata di pepe e
viene accompagnata da fette di pane tostato e pecorino grattugiato.
• Il coniglio in porchetta è un coniglio intero che viene riempito con trito di
pancetta, prosciutto, salame e aromatizzato con il finocchietto. Viene richiuso e
prima rosolato in padella, bagnandolo con vino, e poi cotto in forno.
• Un dolce tipico è il bostrengo fatto con farina di grano e di granoturco mescolate,
con pane raffermo bollito e con riso: a questi ingredienti si aggiungono poi uva
passa, fichi secchi e noci tritati, buccia di arancio a striscioline e una mela a
fettine.
Con l’aiuto di un adulto puoi preparare questo piatto tipico:
Foglie di salvia fritte
Ingredienti
- foglie di salvia (quelle piú carnose)
- farina
- 1 cucchiaio di amido di mais per ogni
tazza di farina
- acqua
- sale
- olio per friggere
Preparazione
Mescola tutti gli ingredienti e prepara una
pastella. In una casseruola metti a scaldare
l'olio, passa le foglie di salvia nella
pastella e friggile.
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Una raccolta di proverbi
dialetto
italiano
Pioe, pioe, l'acqua chioppa, Cristo li fa poi Piove piove e l'acqua fa rumore, Cristo li
li 'ntoppa.
fa e poi li unisce.
Il sole fa la gatta nasi notte l'acqua.
Il sole tra le nuvole al mattino prima di
notte piove.
Dissi u' vermi a nuci: "Dammi tempu ca ti Disse il verme alla noce: " Dammi tempo
spirtusu!"
che ti buco!"
A chi ghi'è pezzecate la scerpa, ci'ha paura Chi è stato morso dalla serpe ha paura pure
de la lescèrta.
della lucertola.
Arechiude lu struole quanne è scite lu Tu richiudi il cancello solo dopo che ti sei
puorche.
accorto che il maiale è fuggito.
Capigghie e 'uaje, nne scorta maje.
Capelli e guai non finiscono mai.
Chemmanna e fa da te, jé servite nda nu re
Comanda e fai da te, sarai servito da re.
Chi ci'ha sette e spenne sié, se retrevò, Chi ha sette e spende sei si ritrova sempre
sempre bbé.
bene.
Chi joca a lu lotte e spera de vinge, lascia Chi gioca al lotto sperando di vincere,
li stracce e pigghia li cinge.
lascia gli stracci e prende i cenci.
Chi lava la testa all'asene, spreca lu sapò.
Chi lava la testa all'asino spreca il sapone.
Chi te loda a tutte fiate, o te freca o tè Chi ti loda a tutto fiato, o ti imbroglia o già
frecate.
lo ha fatto.
Nu pare de recchie sorde, sa' quante Un paio di orecchie sorde, sai quante
campane stracca.
campane fanno stancare.
Le parole dalla bocca e i sassi dalle mani
E parole da a vocca e i sassi da e mà, na
una volta sfuggiti non si possono più
orti cacciati non se pò più recchiappà.
riprendere.
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