28 ottobre — 3 novembre 2012 - Osservatorio di Politica

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28 ottobre — 3 novembre 2012 - Osservatorio di Politica
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NUMERO 17, 28 OTTOBRE — 3 NOVEMBRE 2012
B l oG l ob a l
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RASSEGNA DI BLOGLOBAL — OSSERVATORIO DI POLITICA
INTERNAZIONALE
MONDO
ARGENTINA - Alle elezioni parlamentari argentine di medio termine del 2013 potranno votare anche i cittadini di 16 e 17 anni. Il
Congresso argentino ha definitivamente approvato la riforma elettorale voluta dalla presidentessa Cristina Fernandez de Kirchner. Come ha affermato Augustin Rossi, leader del gruppo governativo al Congresso, la legge “espande la frontiera dei diritti” e
avrà l’effetto di aumentare la partecipazione politica permettendo anche ai più giovani di decidere del proprio futuro. Le opposizioni sono state fortemente critiche e hanno dipinto l’iniziativa del governo come un tentativo di allargare la propria base elettorale in
vista delle elezioni. Molti osservatori collegano la riforma elettorale con l’intenzione da parte della Presidentessa Kirchner di varare una riforma costituzionale che le consenta di correre per un terzo mandato. Per modificare la Costituzione occorre tuttavia la
maggioranza dei due terzi in entrambe le camere del Congresso. Problemi di altra natura arrivano invece dalla storica sentenza
con cui il 26 ottobre la Corte di Appello del Secondo distretto di New York si è espressa in una causa contro l’Argentina a favore
di un gruppo di creditori guidato dal fondo di investimento NML Capital, che detiene 1.4 miliardi di dollari debito argentino ancora
non rimborsato. I creditori lamentano un ingiusto trattamento da parte dell’Argentina in seguito alle ristrutturazioni del debito pubblico nel 2005 e nel 2010. Secondo la Corte americana, uno Stato deve trattare i propri creditori in maniera equa, indipendentemente dal fatto che questi abbiano accettato o meno piani di ristrutturazione del debito. La reazione della Casa Rosada è stata
dura: una simile sentenza rischierebbe, secondo il governo, di riportare il Paese in una crisi finanziaria ed economica e renderebbe impossibile per altri Paesi – quali Grecia e Spagna – future ristrutturazioni del proprio debito sovrano. NML Capital è lo stesso
fondo di investimento che, nell’ambito di questa medesima vertenza, ha confiscato all’inizio di ottobre la nave di addestramento
argentina ARA Libertad, che resta ancorata in Ghana con il suo equipaggio di 40 marinai.
BALCANI - Missione congiunta del Segretario di Stato USA, Hillary Clinton e dell'Alto Rappresentante della Politica Estera
dell’Unione Europea, Catherine Ashton lo scorso 30 ottobre a Sarajevo, prima tappa di un tour balcanico che le ha condotte anche a Belgrado e a Pristina (il 31 ottobre) con l'obiettivo di rilanciare il processo di euro-integrazione dell'area. Le due hanno incontrato i tre rappresentanti delle comunità musulmana, croata e serba della presidenza tripartita della Repubblica bosniaca con
l'obiettivo di ribadire il loro sostegno all’idea di giungere nel minor tempo possibile ad uno Stato nazionale bosniaco unito e sovrano. Nella tappa in Serbia, le rappresentanti di UE-USA hanno avuto colloqui con il Presidente serbo Tomislav Nikolic e il Primo
Ministro Ivica Dacic; in Kosovo hanno incontrato Il Presidente Atifete Jahjaga e il Premier Hashim Thaci. Nel corso degli incontri
Bruxelles e Washington hanno espresso tutte le loro speranze per un rafforzamento del dialogo tra serbi e kosovari, con una mediazione dell'Unione Europea, nell'obiettivo di portare entrambi i Paesi più vicini all'UE e garantire stabilità per l’intera area.
BIRMANIA - Si aggrava di ora in ora il bilancio dello scontro a matrice etnica nella provincia di Rakhine, in cui la maggioranza buddista ha messo in atto una vera e propria persecuzione ai danni della minoranza musulmana di etnia Rohingya. Sullo sfondo di
tensioni mai sanate, la violenza si è scatenata nel mese di giugno a seguito di un rapimento di un monaco buddista la cui responsabilità è stata addossata alla minoranza islamica. Il bilancio stilato dal governo parla di 82 morti, oltre 4500 case distrutte e oltre
ventimila sfollati, ma il quadro della devastazione sembra poter peggiorare. Nello Stato di Rakhine, sulla costa est, i Rohingya si
vedono segregati in campi profughi da cui viene impedito lo spostamento e la maggioranza buddista ha invocato un boicottaggio
della minoranza islamica sui beni alimentari, aumentando le denunce di persecuzione sollevate dagli attivisti per i diritti umani.
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BRASILE - Continuano le condanne nell’ambito del “processo del secolo” in Brasile ai danni di importanti personalità del mondo
imprenditoriale e di figure di rilievo del governo di Luiz Inàcio Lula da Silva, Presidente del Paese dal 2003 al 2011. I fatti contestati riguardano uno scandalo scoppiato nel 2005 per l’acquisto di voti nel Congresso da parte di esponenti del Partito dei Lavoratori. Nell’ultimo mese sono state condannate almeno 25 persone nell’ambito del processo, fra cui alcuni manager di Banco Rural
e Bando do Brasil, due banche controllate dallo Stato, per riciclaggio di denaro e frode; fra gli uomini politici in manette Josè Dirceu, ex chief of staff del Presidente Lula, per l’utilizzo di circa 35 milioni di dollari in fondi pubblici per comprare il sostegno di
membri del Congresso al governo di minoranza. Lo scandalo non ha coinvolto né l’ex Presidente Lula, né l’attuale Capo di Stato
del Brasile e membro dello stesso Partito dei Lavoratori, Dilma Rousseff, il cui operato è anzi fortemente sostenuto dall’opinione
pubblica dopo la rimozione, durante il suo primo anno di mandato, di sei ministri del suo gabinetto per analoghi casi di corruzione.
La condanna di uomini politici di spicco ha generato forte entusiasmo in Brasile, un Paese in cui avvenimenti del genere si sono
rivelati molto rari. Gli stessi uomini politici coinvolti mostravano una certa indifferenza verso il processo, come dimostra il caso di
Joao Paulo Cunha, che, pur essendo accusato di appropriazione indebita di fondi pubblici, aveva accettato la nomination a candidato sindaco in un sobborgo di San Paolo, Osasco. Il giudice della Corte Suprema che ha maggiormente sostenuto la colpevolezza degli accusati, Joaquim Barbosa, ha conquistato l’appoggio di buona parte della società brasiliana, tanto che circola la proposta di sua possibile candidatura per le elezioni presidenziali del 2014.
ECONOMIA INTERNAZIONALE - L’ultimo aggiornamento sui dati relativi all'occupazione negli Stati Uniti prima della tornata elettorale
assume le sembianze di un assist per la rielezione di Barack Obama: malgrado ad ottobre il tasso di disoccupazione sia aumentato al 7,9% (+0,1% su base mensile) come da previsioni, il numero di posti lavoro creati nell'ultimo mese supera infatti di gran lunga le aspettative, con bei 171 mila nuovi posti rispetto ai 125mila. Segnali positivi arrivano anche dalla Cina che, dopo due mesi di
flessione, torna a veder crescere l'indice PMI di produzione manifatturiera, ora attestatosi secondo l'istituto nazionale di statistica
a quota 50,2 (50 è pari alla soglia fra crescita e decrescita).
MALI - Da alcune settimane si parla con insistenza di un possibile intervento militare occidentale in Mali per riprendere il controllo
del nord del Paese ora in mano ai terroristi di al-Qaeda nel Maghreb islamico (AQIM). Dopo la risoluzione approvata lo scorso 13
ottobre dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, il Segretario di Stato statunitense Hillary Clinton, in visita in Algeria (29 ottobre), ha fatto pressioni sul Presidente Abdelaziz Bouteflika affinché il Paese nordafricano sostenga l'intervento militare nell'Azawad, dove Washington teme che AQIM e altri gruppi islamisti (come il Mujao – Movimento per l'Unicità e il Jihad nell'Africa Occidentale) stiano creando un base operativa del terrorismo internazionale per lanciare attacchi nei confronti di interessi americani
ed europei nel continente. La comunità degli Stati dell'Africa Occidentale (ECOWAS) si è detta pronta a dispiegare 3.300 uomini
per l'intervento militare in Mali a condizione di ricevere il sostegno logistico e di intelligence di Francia e Stati Uniti. Ma perché
l'operazione possa avere successo, Washington ritiene cruciale il coinvolgimento dell'Algeria, che non fa parte di Ecowas, ma che
dispone del secondo più forte esercito africano dopo l’Egitto. Nonostante la dichiarazione di condanna per quanto avvenuto in
Mali, Algeri ha tuttavia mostrato insofferenza sia ad ospitare truppe straniere sul proprio suolo, sia alla preparazione di un intervento militare in un'area strategica come quella in questione, crocevia di traffici internazionali illegali di droga e armi. La più grande divergenza esistente tra Algeri e gli alleati occidentali risiede sul possibile interlocutore da coinvolgere in futuro scenario maliano post-qaedista: mentre Parigi e Washington opterebbero per i Tuareg del Movimento per la Liberazione Nazionale dell'Azawad
(MLNA), Algeri preferirebbe che gli islamisti di Ansar Eddine possano divenire gli interlocutori privilegiati per una possibile transizione politica nel Paese.
MEDITERRANEO ORIENTALE - E' partita ufficialmente lo scorso 28 ottobre l'Austere Challenge 2012. Come definita dallo stesso Presidente Obama durante l'ultimo dibattito elettorale a Boca Raton, questa esercitazione navale è “la più grande nella storia della
lunga relazione militare tra Stati Uniti d’America e Israele”. Le operazioni congiunte dureranno tre settimane e vedrà il coinvolgimento di 3.500 militari statunitensi e di un migliaio di israeliani. Solo un terzo circa del personale USA sarà però distaccato direttamente in Israele; il resto opererà da alcune basi in Europa e nelle unità navali che stazioneranno nel Mediterraneo Orientale. Durante lo scorso settembre gli USA avevano tenuto delle esercitazioni analoghe nel Golfo di Aden, Oman e Persico/Arabico insie-
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me a oltre trenta Paesi alleati, tra cui Regno Unito, Francia, Giappone, Nuova Zelanda e Giordania. Come ha dichiarato Craig
Franklin, Generale del Comando USA in Europa (EUCOM), “quest’esercitazione consentirà di dare ad entrambe le nazioni partecipanti un’ulteriore chance per costruire forti capacità di cooperazione militare e di relazioni strategiche, per promuovere la stabilità regionale e per aiutare Israele a mantenere una difesa nazionale di qualità”. Durante la conferenza stampa di apertura, il Generale Franklin ha negato che l'Austere Challenge sia stata pianificata in relazione “con eventuali eventi attualmente in corso a livello mondiale”, come la crisi nucleare in Iran o la guerra civile siriana. Nel corso dell’esercitazione bilaterale, le due marine testeranno i nuovi sistemi di “difesa anti-aerea”: tra essi spiccano il sistema di difesa israeliana “Iron Dome”, l’ultima generazione dei
Patriot, il nuovissimo sistema di difesa da missili balistici Aegis e le batterie del sistema anti-missili balistici Arrow. Nonostante il
ridimensionamento del budget militare promosso da Obama in questo suo primo mandato, il costo previsto per l'Austere Challenge comporterà una spesa finale di 38 milioni di dollari circa, 30 dei quali finanziati direttamente da Washington.
SIRIA - Mentre il numero delle vittime della guerra civile in Siria ha ormai superato le 32.000 unità, la Cina ha proposto questa
settimana a Lakhdar Brahimi, l’inviato speciale di Nazioni Unite e Lega Araba per la Siria, un proprio piano per un graduale cessate il fuoco fra le parti e la formazione di un governo transitorio che gestisca la grave crisi umanitaria causata da un conflitto che si
prolunga ormai da 19 mesi. Brahimi ha infatti svolto una visita di due giorni in Cina incontrandosi anche con il Ministro degli Esteri
cinese, Yang Jiechi, per ottenere l’appoggio di Pechino a una soluzione che ponga fine alle violenze. Il passo di Pechino sembra
indirizzato a mitigare le forti critiche ricevute a causa dell’atteggiamento tenuto sinora nei confronti del conflitto siriano. La Cina
nell’ultimo anno ha infatti posto per ben tre volte il veto su risoluzioni di condanna del regime di Bashar al-Assad, a fianco della
Russia. Pechino ha però voluto mantenere l’impressione di intrattenere rapporti equidistanti con il governo di Assad e le forze di
opposizione. Il piano presentato questa settimana non si distanzia dalla posizione cinese secondo la quale il dialogo politico è
l’unica soluzione possibile per la risoluzione del conflitto, mentre qualsiasi forma di intervento esterno costituirebbe un’indebita
violazione della sovranità siriana, deteriorando ulteriormente la situazione interna al Paese. Esso propone dunque un cessate il
fuoco da applicare progressivamente regione per regione, adattandosi alla logica di un conflitto che è stato spesso caratterizzato
da focolai regionali. La proposta cinese si inserisce in un contesto caratterizzato dal fallimento del cessate il fuoco promosso da
Brahimi in occasione delle festività musulmana di Eid al Adha e da rinnovate tensioni sul confine turco-siriano.
TURCHIA - Nella giornata di mercoledì 31 ottobre è andato in scena a Berlino l'incontro tra il cancelliere tedesco Angela Merkel ed
il Premier turco Recep Tayyip Erdoğan. L'occasione è servita per valutare lo stato delle trattative per l'accesso della Turchia
nell'Unione Europea: Merkel non si è sbilanciata nei commenti ai giornalisti ed ha preferito ribadire che, nei confronti della Turchia, l'UE continua ad essere partner onesto nelle trattative. Erdoğan pare aver gradito ma è sembrato voler ricordare che è compito dell'Europa garantire che il suo Paese sia parte dell'UE entro il 2023, per festeggiare nel centenario della repubblica l'avvento
di una nuova grande potenza politico-economica. I nodi tra UE e Turchia rimangono aperti, a partire dalla diatriba sul riconoscimento della repubblica turca auto-proclamatasi nel nord di Cipro: un polo di tensioni che, in questi stessi giorni, ha portato Ankara
a redarguire anche compagnie come l'ENI, impegnate ad esplorare nuovi possibili giacimenti al largo delle coste cipriote. Il
Premier Erdoğan, infine, ha richiesto a Berlino un sensibile aiuto alle operazioni di supporto umanitario che la Turchia sta operando a favore dei profughi siriani.
UCRAINA - Lo scorso 28 ottobre si sono svolte le elezioni per il rinnovo dei 450 seggi del Parlamento ucraino (Verkhovna Rada).
Sebbene i risultati definitivi non siano ancora giunti, come riporta Radio Free Europe, il Partito delle Regioni del Presidente Viktor
Yanukovitch e del Primo Ministro Mykola Azarov ha ottenuto il 30,08% dei voti (187 seggi), seguito dal blocco dell'Opposizione
Unita, guidato dall'ex Premier Yulia Tymoshenko – in carcere a Kharkiv dal 5 agosto 2011 per abuso d’ufficio in seguito ad una
stipula di un contratto per la fornitura di gas russo all'Ucraina senza aver avuto il previo consenso del governo – e dal politico Arseniy Yatsenyuk, con il 25,47% (103 seggi). La new entry UDAR, il partito fondato dall’ex pugile Vitaly Klitschko ottiene il 13,92%
(39 seggi), seguito dal Partito Comunista di Petro Symonenko, alleato di Yanukovitch, che conquista il 13,20% (39 seggi); infine, il
Partito nazionalista Svoboda guidato da Oleh Tyahnybok, che entra per la prima volta in Parlamento con il 10,42% (25 seggi). La
coalizione Partito delle Regioni-Comunisti ottiene dunque 226 seggi controllando poco più di metà camera ucraina. L’atmosfera
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che ha preceduto e seguito il voto è stata carica di tensioni, con numerose accuse di brogli (compravendita tramite internet) anche da parte dell’OCSE. Si tratta della prima prova politica di un certo rilievo per il Presidente Yanukovitch, salito al potere nel
2010 in un contesto sia di allentamento del processo di democratizzazione, rendendo Kiev uno dei “sorvegliati speciali” da parte
dell'UE, sia di permanente tensione nazionale a causa della perenne spaccatura interna tra le regioni occidentali filo-europee e
quelle orientali e meridionali russofone e tradizionalmente legate a Mosca.
UNIONE EUROPEA - E' ancora lunga la strada che la Grecia dovrà compiere per risollevarsi dalla crisi: questa settimana la Corte
dei Conti ha bocciato gran parte dei provvedimenti di riforma del settore pensionistico inclusi nel memorandum approvato dal Parlamento per poter ottenere un nuovo accordo sulle tranche di aiuti da parte di UE, BCE e Fondo Monetario Internazionale. Aiuti
che superano i 30 miliardi di euro, essenziali per permettere alle finanze greche di rispondere alle esigenze primarie: la bocciatura
da parte della Corte dei Conti non aiuta quindi nel raggiungimento di un accordo con la troika, diretto in primo luogo a prorogare
sino al 2016 la scadenza per il risanamento dei fondamentali macroeconomici e di bilancio.
USA - Stando all’ultimo bilancio diffuso dalla polizia, almeno 40 persone sono morte a New York a causa dell’uragano Sandy. In
tutti gli Stati Uniti i decessi sarebbero almeno 98; aggiungendo le vittime nei Caraibi e in Canada, il bilancio provvisorio delle vittime arriva a 150. I danni provocati da uno degli eventi meteorologici più distruttivi della storia americana ammontano a circa 50
miliardi di dollari; tale conteggio raddoppia se si tiene conto anche delle perdite di produzione dovute all’interruzione delle attività.
Per la popolazione delle aree colpite dall’uragano restano i disagi: la zona meridionale di Manhattan è ancora senza elettricità; in
totale sono 4,4 milioni i cittadini ancora al buio in 12 Stati della costa orientale. Le elezioni presidenziali non potevano non essere
coinvolte dall’uragano. Tra gli Stati maggiormente colpiti 4 sono in bilico (Virginia, North Carolina, New Hampshire, Pennsylvania);
in generale il Presidente Barack Obama sembra essere riuscito a gestire l’emergenza in modo convincente e sicuro. Stando agli
ultimi sondaggi il suo gradimento è cresciuto e con esso le sue chance di rielezione. È un endorsement di prestigio quello che nel
frattempo il Presidente uscente riceve dal sindaco di New York Michael Bloomberg, influente personalità indipendente. E' singolare, inoltre, che a sostegno di quest'investitura Bloomberg ponga il tema del riscaldamento globale e della necessità di riformare le
politiche ambientali: un tema caro a Barack Obama ma anche a Romney, colpevole, tuttavia, secondo Bloomberg, di non aver
creduto in quel sistema di cap and trade che lui stesso aveva proposto in veste di governatore del Massachussets. Al candidato
repubblicano, definito "un uomo per bene", Bloomberg rivolge una critica simile anche per ciò che riguarda l'attacco alla riforma
sanitaria di Obama, molto simile a quella proposta anni prima dal governatore Romney. Il sindaco newyorkese non manca di sottolineare l'incapacità di Obama di rispettare tutte le promesse fatte nel 2008 in materia di politica economica ma, per una Paese in
cerca di leadership, la scelta di Bloomberg cadrà ancora sull'ex senatore dell'Illinois.
ANALISI
GULF MONARCHIES INSIDE
AND OUTSIDE: INTERVIEW WITH
SULTAN AL-QASSEMI
di Giuseppe Dentice e Maria Serra - 30 ottobre 2012
The Arab protests in 2011 have redefined the regional role of Saudi Arabia and, more in general, of the Gulf Cooperation
Council’s Member States. Notwithstanding these Monarchies have always tried to make Arabian Peninsula impermeable to external factors, using their own economic and financial power – depending above all on oil –, they, eventually, faced up with the effects of the so-called Arab Spring. The reaction was twofold: from a regional side, they utilized a mix of repressions and massive
economic aids to prevent the growing of popular unrest (powered by unemployment, corruption and social immobility); from the
international side, they took a more definite position, as in the cases of the Peninsula Shield Forces in Bahrain or the behavior
towards Syria. But there is more. We talked about external and internal dimension of the Gulf Monarchies’ policies during the Festival of Internazionale 2012 with Sultan al-Qassemi, journalist from United Arab Emirates, member of the Dubai School of Government and contributor to several international newspapers, as The Financial Times, The New York Times, Foreign Policy, Open
Democracy, The Guardian, The Independent, Gulf News, and The Huffington Post. [continua a leggere sul sito]
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IL RITORNO DEGLI STATI UNITI IN MEDIO ORIENTE? IL DIBATTITO ELETTORALE
di Luca Barana - 31 ottobre 2012
La campagna elettorale negli Stati Uniti, sinora dominata dai temi economici e fiscali, ha conosciuto un andamento inatteso nelle
ultime settimane precedenti al voto. I tre dibattiti televisivi fra i due candidati, il Presidente uscente Barack Obama e l’ex governatore del Massachussetts Mitt Romney, hanno segnato – in particolare il primo svoltosi il 3 ottobre a Denver – il ritorno in corsa del
concorrente repubblicano, la cui sconfitta appariva ai più inevitabile. Il fattore determinante nell’indebolimento nella posizione di
Obama è da identificarsi nella dimessa performance del Presidente a Denver e nella successiva amplificazione dell’accaduto da
parte dei media americani e internazionali. Tuttavia, il Presidente ha dovuto affrontare, a poco meno di due mesi dal voto, anche
alcuni ostacoli nel campo in cui gli si riconosce un vantaggio sostanziale rispetto all’avversario: la politica estera. La morte
dell’ambasciatore americano Chris Stevens in Libia l’11 settembre, insieme ad altri tre cittadini statunitensi, ha gettato alcune
ombre sulla gestione della politica estera ad opera dell’amministrazione uscente, riportando i temi delle relazioni estere degli States se non al centro del dibattito elettorale, quantomeno all’attenzione dell’elettorato americano. [continua a leggere sul sito]
LE DESTRE IN EUROPA: UNA CHIAVE DI LETTURA
di Stefano Martella - 1 novembre 2012
Negli ultimi anni in Europa sta proliferando un fenomeno che preoccupa sia l’establishment politico sia intellettuali e parte della
popolazione civile: la perdurante crisi finanziaria sta alimentando, infatti, la nascita e la diffusione di partiti e movimenti di estrema
destra. Se per alcuni Paesi il fenomeno ha creato problemi di ordine pubblico e disequilibrio di un assetto politico consolidato,
nell’immaginario collettivo sono cominciate a sorgere preoccupanti analogie con il passato: il crollo dei partiti e l’esplodere di una
crisi economica sono state le cause che hanno permesso la salita la potere di Hitler e Mussolini. Paragonare il presente al passato è sempre stata una seduzione forte. Tuttavia far rientrare tutti i movimenti di estrema destra nel calderone del fascismo può
essere un errore di valutazione: la dittatura fascista e nazista fa parte del passato e difficilmente si riprodurrà nelle sembianze a
noi conosciute. In cosa la “nuova destra” attuale è differente rispetto a quella del passato? Quali sono le sue caratteristiche? n
passato si riteneva che gli elementi distintivi dell’estrema destra fossero la violenza del comportamento e il rigetto delle istituzioni
democratiche. Questa semplificazione non vale più nel presente. [continua a leggere sul sito]
LE VIGNETTE DI BLOGLOBAL
di Luigi Porceddu
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BloGlobal Weekly è a cura della Redazione:
Maria Serra, Giuseppe Dentice, Antonio Sbarazzini, Davide D’urso, Luca Barana