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RICCARDO FROSCIANTI 41 PERCHÉ DI DUBBIO INTERESSE BOMPIANI © 2016 Bompiani / Rizzoli Libri S.p.A., Milano ISBN 978-88-452-8310-9 Prima edizione Bompiani novembre 2016 A mio padre, a mia madre e a Mari. Loro sanno il perché. Il gioco dei perché è il più vecchio del mondo. Prima ancora di imparare a parlare l’uomo doveva avere nella testa un gran punto interrogativo. GIANNI RODARI Ma perché, perché devo essere sempre l’ultimo a sapere le cose? ALDO (di ALDO, GIOVANNI E GIACOMO), Tre uomini e una gamba PERCHÉ? Perché ci sono sempre tante domande. “E perché?” chiedevamo da piccoli con tutta la curiosità di chi deve ancora conoscere il mondo. “Ma perché?” ci chiediamo oggi con tutta l’incredulità di chi ha imparato a conoscere un po’ il mondo. Questo libro è dedicato a quelle domande bisbigliate con lo sguardo basso, scandite con le braccia larghe o sussurrate al vicino d’ombrellone e che non hanno mai avuto un palcoscenico all’altezza, nemmeno quello di Focus, Voyager, Discovery Channel o Yahoo Answers. Ma soprattutto è un libro con tanti “Perché?” e con poche risposte che sa porre quesiti non essenziali ma essenzialmente veri. Ed è forse, alla fine, un copione per apparire un po’ più saggi in situazioni del tutto banali. 9 PERCHÉ L’ULTIMO NON CHIUDE MAI LA PORTA? È la classica domanda che esce a chi sta dentro. La conversazione viene congelata e con un secco “Porta!” o un più seccato “La poortaa!” spingiamo la persona a tornare sui propri passi. I più colti tirano in ballo il Colosseo. Gli ultimi non saranno mai i primi a chiudere la porta. E nessuno ha mai capito il perché. I motivi della dimenticanza possono essere tanti: il peso della posizione da eterni esclusi, la porta che fa difetto, una cultura cinematografica di settore che non ha favorito il giusto feeling tra noi e la maniglia (La porta dell’inferno, Non aprite quella porta, Non aprite quella porta 3D, Delitto a Porta Romana). O forse perché resiste ancora nel tempo il mito della ragazza della porta accanto che ci spinge a tenerle aperte tutte. Oppure la paura di chiudere una porta 11 per ritrovarsi davanti a un portone. Sempre da chiudere. La serata prende subito una piega strana, alimentata da un clima di sospetti e accuse, ricordando più una puntata di CSI Las Vegas (o CSI New York, se la serata non è stata proprio il massimo). 12 PERCHÉ IL TAVOLO BALLA ANCHE SENZA MUSICA? Perché la musica ce l’ha nel legno. O nell’acciaio. In base al materiale. E quando il tavolo non è in equilibrio, balla. E noi con lui. Il piatto invita il braccio a un passo rapido verso il basso mentre le gambe si muovono a tempo. Il pasto si trasforma ben presto in un tango pieno di energia. Ma la passione dura poco. Come la nostra calma. Così, ognuno di noi, fa appello alla propria cultura televisiva, diventando: MACGYVER Mentre canticchia ta-ta-ta-ta-ta-ta-ta-taaata-ta-taaa, prende e usa qualsiasi materiale all’interno del locale. Con uno scatto veloce, si precipita in maniera maldestra verso un tavolo e afferra qualcosa che sa benissimo diventerà qualcos’altro. La carta (del tovagliolo, della 13 tovaglietta, del sottobicchiere) diventa il nuovo coltellino svizzero. JOHN “HANNIBAL” SMITH Da buon colonnello, dirige il Team di amici in maniera ordinata, assegnando compiti e ruoli. C’è chi va alla ricerca di materiali, chi li assembla e chi controlla la situazione. Solitamente alla fine guarda soddisfatto il lavoro finito, accennando un leggero sorriso. Dopo aver acceso un sigaro all’interno del locale viene fatto accomodare fuori. LA SIGNORA IN GIALLO 1 Indaga, s’interroga, cercando di scoprire i punti deboli del tavolo per consegnare l’angolo (colpevole) alla giustizia (del cameriere). Dove c’è lei c’è sempre un tavolo sospetto. LA SIGNORA IN GIALLO 2 “Cameriereee” urla disperata. Non è fame, è un leggero fastidio. E così aspetta, come al solito, l’intervento dell’uomo in divisa. Festeggia chiedendo qualcosa di dolce. PEGASUS Fa appello a tutto il suo cosmo (infinito) e alla 14