Di alcune rarissime edizioni dantesche

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Di alcune rarissime edizioni dantesche
DI ALCUNE RARISSIME EDIZIONI DANTESCHE
Nicola Zingarelli l'8 dicembre 1932 scriveva ad Ester Loiodicel: "Sa
che ho una rispettabile biblioteca? La mia collezione dantesca, forse, è unica;
non solo di case private, ma anche di biblioteche pubbliche, le più famose.
Solo mi preoccupo molto della sorte riservata a questa mia biblioteca quando
non ci sarò più. Ho paura che andrà dispersa e quasi quasi se potesse rimanere unita, anche a costo di mandarla in America, sarei contento..." Scriveva
ancora il 26 marzo 1935, pronunciandosi sulla possibilità che questa collezione potesse essere acquistata dalla Biblioteca Comunale di Foggia: "... io sarei
veramente contento che le cose a me più care fossero custodite in quel luogo
e in quel momento..." e, poi ancora: "... Sono sicuro che i miei libri non saranno cimeli giacenti, ma strumenti di lavoro ben conosciuti".
Con queste parole Nicola Zingarelli chiarendo bene il rapporto possessore-raccolta, legava a Foggia la sua preziosa biblioteca e si adempiva alla sua
volontà il 19 ottobre 1936, purtroppo dopo la sua dipartita:
La nostra biblioteca si arricchiva così di un fondo librario importantissimo per tematica e consistenza, costituito da pregevoli pubblicazioni, con
una propria organicità e fisionomia culturale tali da renderlo fonte di documentazione, e con un forte nucleo compatto e a sé stante tutto dantesco che
rifletteva chiaramente, per natura e formazione professionale, l'immagine dello studioso, la sua scelta individuale, il suo metodo di indagine e di ricerca, il
suo vigile e sapiente amore per Dante.
Esaudito il desiderio che la raccolta venisse custodi
1 - LOIODICE ESTER, "Le tradizioni popolari nella Capitanata" e N. Zingarelli nei ricordi dell'autrice. Foggia, Amministrazione Provinciale di Capitanata,
1974, pp. 94-96.
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ta, protetta e conservata presso la Biblioteca di Foggia, rimaneva l'impegno
della diffusione del ricco e considerevole materiale confluito negli altri fondi
tenendo conto chiaramente della unicità della provenienza.
Spetta al bibliotecario far rivivere le "memorie documentarie" per evitare
che la biblioteca sia scrigno misterioso e inaccessibile. Il libro è in fin dei conti
un oggetto che solo il dialogo, la lettura e lo studio possono rendere significativo. Infatti nel 1977 veniva pubblicato, proprio per manifestare una precisa volontà di valorizzazione, il "Catalogo del fondo dantesco-petrarchesco della Biblioteca Nicola Zingarelli" nella collana "Fondi della Biblioteca Provinciale"
diretta da Angelo Celuzza.
Da quel lavoro bibliografico, curato da chi scrive, che presentava la
raccolta ordinata e fruibile, in questa sede vengono enucleati alcuni esemplari
della "Divina Commedia", segnalati in forma più analitica e descrittiva, superando l'arida elencazione in vista di una più larga conoscenza. Uno strumento
di consultazione specificatamente dedicato alla produzione di un autore ed
alla sua fortuna, ha un significato che va cercato nel tentativo di evidenziare
le infinite qualità che la lettura di un autore possono assumere nel tempo.
Non è possibile tenere sempre sotto chiave quelli che sono stati gli
strumenti di diffusione di una cultura, quella dantesca, che ci onora in tutto il
mondo e partendo dalla considerazione che i cittadini sono i veri proprietari
di questo splendido patrimonio, che si rivela sempre più prezioso, è sembrato
giusto concedere risalto ad edizioni particolari che si offrono agli studiosi in
una visione polidirezionale tale da consentire numerosi approcci.
La prima fase necessaria per la conoscenza di un materiale così difficile
è senza dubbio l'indagine catalografica, che, anche se forzatamente rapida, è
sempre di estremo interesse, momento caratterizzante della biblioteca e
strumentale alla filologia.
L'intento è quello di presentare un contributo alla
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valorizzazione di un fondo - nei confronti del quale non basta la sola conservazione o l'attenzione rivolta dal bibliofilo al pezzo prezioso - per una migliore comprensione del libro dantesco, sintesi di contenuti culturali e intellettuali. La scelta degli esemplari, antologica, è stata fatta sulla base della finezza
tipografica e del valore bibliografico delle edizioni prese in esame, toccando i
sec o l i X V I , X V I I , X V I I I e XIX, allo scopo di documentare l'interesse
sempre costante per Dante nel corso del tempo e in modo da contribuire alla
formazione di un discorso sulla tradizione del testo.
Nella descrizione si è cercato di registrare i contenuti ma anche privilegiare la storia dell'esemplare. Sono stati presi in considerazione sia gli elementi che si riferiscono a valori e significati tecnici della tipografia e quindi particolarità materiali e tipografiche, formati, emissioni singolari, prodotti esemplari di celebri tipografie, libri tirati in piccoli numeri, sia le vicende dell'edizione poiché ad esse è strettamente legato l'interesse del testo.
Il rapido esame ha voluto mettere in evidenza l'importanza di alcune
edizioni che recano impronte tali da testimoniare la loro fortuna in quanto
portatrici di contenuti di informazione e di cultura.
L'interesse che la raccolta dantesca continua ad avere nel tempo, perché insostituibile fonte per ogni tipo di studi, anche se ancora lontana dall'essere esplorata con sistematicità, rende consapevoli dell'importanza e del merito che vi ebbe l'insigne Zingarelli nel raccoglierla e lasciarla poi agli studiosi.
Le edizioni che seguono, ordinate cronologicamente, sono chiuse da
un esemplare abbastanza curioso dal punto di vista bibliografico: "La Divina
Commedia" trasportata su un unico foglio, quasi un manifesto, su cui compare tutta l'opera miniaturizzata, ulteriore testimonianza di come il poema dantesco venga studiato sempre e continuamente attraverso molteplici forme,
sotto tutti i cieli e in tutte le lingue.
MARIA ALTOBELLA GALASSO
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Scheda n. 30
Il corpo dei caratteri tipico della produzione editoriale dell’Ottocento, raggiunge il massimo con questo
foglio cm. 42x75, vero e proprio giocattolo tipografico. I caratteri, illeggibili ad occhio nudo, sono talmente piccoli da non poter essere distinti senza l’uso di una buona lente; una volta ingrandito, il testo
dimostra di contenere molte parole troncate.
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Scheda n. 30
Particolare del trascritto microcalligrafico della “Divina Commedia”: Inferno, inizio del primo canto.
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ALIGHIERI, Dante. Divina Commedia.
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LE TERZE RIME / DI DANTE. [SUL VERSO DEL FRONTESPIZIO:]
LO 'NFERNO E'L PURGATORIO / E'L PARADISO / DI DANTE ALIGHIERI. [In fine: Venetiis in aedib. Aldi. Accuratissime / men. Aug. /
MDII. [In corsivo]: Cautum est ne quis hunc impune imprimat, / vendat ve librum nobis invitis. / [Sul verso l'ancora aldina].
in 8°, cc. 244, n.n., in caratteri corsivi (italici o petrarcheschi).
È questa la famosa aldina del 1502, prima edizione, la cui lezione fu adottata sia
dalla Crusca nel 1595 che da numerose stampe posteriori. Le "terze rime" titolo
anticonvenzionale per intendere la Divina Commedia, sono precedute da sunti
attribuiti al Boccaccio. È ritenuto tradizionalmente che da questo Dante ebbe
inizio l'uso dell'ancora come insegna tipografica di Aldo Manuzio, che acquisterà
grande autorità proprio in seguito a questa edizione che con molta probabilità ha
avuto come esemplare una copia, manoscritta dal cardinale Bambo, del codice
vaticano latino 3199, attualmente tra i codici vaticani n. 3197. Giova notare che
gli Aldi con questa edizione del 1502 iniziarono un nuovo tipo di volume, piccolo, sobrio e severo, con corsivo di loro invenzione.
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IL DANTE, / CON ARGOMENTI, ET DICHIARATIO- / NE DE
MOLTI LUOGHI, NOVAMEN- / TE REVISTO, ET STAMPATO. /
In Lione, per Giovanni di Tournes, 1547.
in 12°, pp. 540, in caratteri corsivi per il testo e romani per le note.
Considerata la prima edizione francese della Divina Commedia, viene preposto
proprio alla francese l'articolo al nome Dante. Le note sono tratte dal commento
del Landino. Dedicata a Maurice Scève è ornata da un ritratto del poeta. È definita dal Brunet: "jolie édition", probabilmente per le sue piccolissime dimensioni.
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DANTE / CON L'ESPOSITIONE / DI CHRISTOFORO LANDINO, /
ET DI ALESSANDRO VELLUTELLO, / SOPRA LA SUA COMEDIA
DELL'INFERNO, DEL PURGATORIO, ET DEL PARADISO. / CON
TAVOLE, ARGOMENTI, ET ALLEGORIE, ET RIFORMATO, RIVEDUTO, / ET RIDOTTO ALLA SUA VERA LETTURA, / PER FRANCESCO SANSOVINO FIORENTINO. /
Venetia, appresso Giovambattista Marchiò Sessa et fratelli, 1564. in folio piccolo,
cc. XXVIII n.n., cc. 392, in caratteri corsivi per il testo e romani per il commento
a 2 colonne.
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Nota edizione chiamata in Francia dello "Chat" per la marca tipografica di
Melchiorre Sessa raffigurante un gatto con il topo in bocca in una ricca cornice.
Il simbolo si spiega con la sopraffazione del forte sul debole e quindi probabilmente i Sessa erano il gatto e i loro concorrenti il topo. In Italia invece è detta "del gran naso" poiché nel medaglione del frontespizio compare un accentuato profilo dantesco. L'edizione riproduce il testo dell'aldina e presenta le
prime illustrazioni moderne della "Divina Commedia". Sono riuniti i commenti
del Landino e del Vellutello, l'uno del '400 e l'altro del '500, dalle cui dotte opinioni risulta un confronto interessante. Il fondo Zingarelli conserva anche le
successive edizioni del 1578 e del 1596.
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DANTE I CON L'ESPOSIZIONE DI / M. BERNARDINO / DA LUCCA,
/ SOPRA LA SUA COMMEDIA DELL'INFERNO, DEL PURGATORIO,
ET DEL PARADISO; / NUOVAMENTE / STAMPATO, ET POSTO IN
LUCE. / CON PRIVILEGIO DELL'ILLUSTRISSIMA SIGNORIA / DI
VENETIA PER ANNI XX.
In Venetia, appresso Pietro da Fino, 1568.
in 4° piccolo, cc. 6 n.n., pp. 727, in caratteri corsivi per il testo e romani per il
commento.
Unica edizione del commento di Bernardino Daniello, venne stampata tre anni
dopo la sua morte da Pietro da Fino la cui marca tipografica rappresenta un
gallo che canta. Ogni cantica è rappresentata da incisione in legno a tutta pagina. Fregi, iniziali ornate, "Vita e Costumi del poeta" e una lettera a Giovanni da
Fino caratterizzano questa edizione.
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LA / DIVINA COMMEDIA / DI DANTE ALIGHIERI / NOBILE FIORENTINO / RIDOTTA A MIGLIOR LEZIONE / DAGLI ACCADEMICI
DELLA CRUSCA. / CON PRIVILEGIO. /
In Firenze, per Domenico Manzani, 1595.
in 8° piccolo, cc. 8 n.n., pp. 493, cc. 29 n.n. in caratteri corsivi e romani.
Prima edizione della Accademia della Crusca curata dal segretario della stessa
Accademia, Bastiano de' Rossi. Frutto del riscontro condotto su circa novanta
manoscritti, riporta una incisione in rame della pianta dell'Inferno e numerose
iniziali incise in legno. Nel frontespizio è impresso l'emblema dell'Accademia e
cioè il buratto, strumento per separare la farina dalla crusca, contenuto sul frullone e il motto "Il più bel fior ne coglie". Questa marca editoriale ven113
ne scelta dallo stesso Bastiano de' Rossi per "l'abburattar che fa essa accademia
nel cernere la farina dalla crusca". In fine compare la marca tipografica del
Manzani. È questa l'ultima edizione dantesca del cinquecento.
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LA DIVINA / COMMEDIA / DI DANTE / CON GLI ARGOMENTI, ET
/ ALLEGORIE PER OGNI / CANTO. E DUE INDICI, UNO DI TUTTI I
/ VOCABOLI / VISTI DAL POETA; CON LA / ESPOSITION LORO, / E
L'ALTRO DELLE COSE PIÙ / NOTABILI. / CON PRIVILEGIO. /
In Venetia, appresso Nicolò Misserini, 1629.
in 24° piccolo, cc. 3 n.n., pp. 510, cc. 12 n.n., in caratteri corsivi per il testo e
romani per il frontespizio, le note e l'indice.
Edizione tascabile con caratteri microscopici, riproduce il testo curato da Ludovico Dolce per Giolito de' Ferrari nel 1555. È questa la terza ed ultima edizione integrale della Commedia stampata nel XVII secolo. Il frontespizio è
inserito in una ricca cornice ed il piccolo volume è rilegato in pelle con caratteri
in oro. Edizione minuscola, vero sforzo tipografico per il seicento.
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LA DIVINA / COMMEDIA DI DANTE ALIGHIERI, / GIÀ RIDOTTA A
MIGLIOR LEZIONE DAGLI ACCADEMICI / DELLA CRUSCA / ED
ORA ACCRESCIUTA DI UN DOPPIO RIMARIO, E DI TRE INDICI COPIOSISSIMI, / PER OPERA DI GIO. ANTONIO VOLPI, / PUBBLICO
PROFESSORE DI FILOSOFIA NELLO / STUDIO DI PADOVA. / IL
TUTTO DISTRIBUITO IN TRE VOLUMI, / E DEDICATO ALL'ILLUSTRISS. ED ECCELLENTISS. SIG. PIETRO GRIMANI / CAV. E PROCURATORE DI S. MARCO. /
Padova, presso Giuseppe Comino, 1726-1727.
in 8°, voll. 3 (pp. XLVIII-513, 557, 299-160).
Stimata dagli Accademici della Crusca come la più esatta, corretta e completa,
questa edizione, detta cominiana dallo stampatore, socio dei fratelli Volpi,
comprende, oltre alla Divina Commedia, le vite di Dante e del Petrarca, scritte
da Leonardo Bruni, il Rimario di tutte le desinenze, le allegorie del poema, tre
indici e un ritratto di Dante opera del Cornali.
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DANTE / CON UNA BREVE / E SUFFICIENTE DICHIARAZIONE
DEL SENSO LETTERALE DIVERSA IN PIÙ LUOGHI DA QUELLA /
DEGLI ANTICHI COMENTATORI. / ALLA SANTITÀ DI N.S. / CLEMENTE XII. /
Lucca, Per Sebastiano Domenico Cappuri, 1732.
in 8°, voll. 3 rilegati insieme.
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Scheda n. 13
Espressivi esemplari d’iconografia dantesca: le tavole incise in rame da Giovanni Giacomo
Macchiavelli, tratte dalle tre cantiche, rappresentano rispettivamente, nell’ordine che segue, Caronte,
l’Angelo del Purgatorio e l’Angelo Gabriele.
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Importantissima edizione, riproduce il testo della Cominiana del 1726-1727;
ma vi compare per la prima volta, anonimo, il famoso commento del gesuita Pompeo Venturi. Venne pubblicata adespota e dedicata a Clemente XII
dall'editore, padre Giovanni Battista Placido anch'egli della Compagnia di
Gesù, nativo di Siena, che intervenne con tagli e interpolazioni.
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LA DIVINA / COMMEDIA / DI / DANTE ALIGHIERI. / CON VARIE ANNOTAZIONI E COPIOSI RAMI ADORNATA. / DEDICATA
ALLA SACRA IMPERIAL MAESTA / DI / ELISABETTA PETROWNA / DAL CONTE DON CRISTOFORO ZAPATA DE CISNEROS.
/
Venezia, presso Antonio Zatta, 1757-1758.
in 4° voll. 4 in 5 tomi.
È la prima raccolta di tutte le opere di Dante. Infatti il quarto volume comprende: Prose e rime liriche edite, ed inedite di Dante Alighieri, con copiose
ed erudite aggiunte. Lo Zatta aggiunse la difesa di Dante di Gaspare Gozzi
stampandola per la prima volta. Edizione ricca di tavole e numerose incisioni in rame di gusto barocco. I frontespizi in rosso e nero con vignetta,
dedicatoria in ricca inquadratura, tavola a piena pagina, cornice all'inizio di
ogni canto e iniziali ornate, fanno di questa edizione, dedicata a Elisabetta
Petrowna, imperatrice di tutte le Russie, una delle principali edizioni illustrate veneziane del settecento.
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LA DIVINA COMMEDIA DI DANTE ALIGHIERI NOVAMENTE
CORRETTA E SPIEGATA E DIFESA DA F.B.L.M.C. [Frate Baldassarre
Lombardi minor Conventuale].
Roma, presso Antonio Fulgoni, 1791.
in 4°, voll. 3.
Magnifica edizione, la prima stampata a Roma nel testo integrale. Il Lombardi adottò la lezione della Nidobeatina, "ricca sorgente", dopo averla collazionata con preziosi codici. È preceduta dalla vita di Dante scritta dall'abate Pierantonio Serassi e da alcune osservazioni scritte da Filippo Rosa
Morando. Il commento del Lombardi fu oggetto di studio sia da parte del
Foscolo che da Vincenzo Monti. Il primo scrisse che "sciolse nodi spesso
intricati dagli altri", il secondo lo postillò e queste annotazioni vennero poi
pubblicate a cura di Achille Monti, pronipote del poeta. È riportato un ritratto di Dante in medaglione.
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LA DIVINA COMMEDIA RIDOTTA A MIGLIOR LEZIONE COLL'AIUTO DE VARI TESTI A PENNA DA GIO. BATISTA NICCOLINI, GINO
CAPPONI, GIUSEPPE BORGHI, E FRUTTUOSO BECCHI.
Firenze, Felice Le Monnier e Compagni Tipografi, 1807.
in 8°, voll. 2 in unico tomo in pelle verde con filettatura in oro impressa a caldo.
Collazionandola con i più importanti codici di Firenze e con la lezione della
Nidobeatina ed altre edizioni antiche, i quattro Accademici della Crusca vollero
ricondurre il testo della Commedia alla "primitiva originalità". Si servirono soprattutto del codice membranaceo Tempiano Maggiore stimato anche dal Witte. Un ritratto di Dante disegnato da Del Bene e inciso da P. Viviani precede
l'opera divisa in due volumi il primo del quale contiene il testo della Commedia
e il secondo la "prefazione e avvertimenti" di Fruttuoso Becchi.
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LA DIVINA COMMEDIA DI DANTE ALIGHIERI GIÀ RIDOTTA A
MIGLIOR LEZIONE DAGLI ACCADEMICI DELLA CRUSCA ED ORA
ACCURATAMENTE EMENDATA, ED ACCRESCIUTA DI VARIE LEZIONI TRATTE DA UN ANTICHISSIMO CODICE.
Livorno, presso Tommaso Masi e Comp. Co' tipi Bodoniani, 1807-1813.
in 8°, voll. 4.
Curata da Gaetano Poggiali, bibliofilo livornese, il quale si servì di lezioni tratte
da un codice di sua appartenenza, "antichissimo" in quanto ritenuto anteriore
al 1333 e oggi conservato dalla Biblioteca Centrale di Firenze, questa pregevole
edizione riporta la vita di Dante scritta da Leonardo Aretino ed un ritratto del
poeta inciso dal Morghen.
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LA DIVINA COMMEDIA DI DANTE ALIGHIERI CON TAVOLE IN
RAME.
Bologna, Gamberini e Parmeggiani, 1819-1821.
in 4° grande, voll. 3 in carta velina bianchissima.
Elegante edizione detta "Macchiavelliana" perché, pubblicata da Filippo Macchiavelli e istoriata da 101 tavole in rame da Giovanni Macchiavelli. Il compilatore del commento, Giovanni Battista Giusti, si è giovato delle migliori interpretazioni quali quelle di Dionigi Strocchi, Giulio Perticari, Giovanni Marchetti. Le note brevi e chiare sono poste nel margine destro, a sinistra invece compaiono il nome dei luoghi e la condizione delle genti. Ad ogni canto è preposta
una tavola in rame e l'argomento composto in terza rima da Gaspare Gozzi.
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LA DIVINA COMMEDIA DI DANTE ALIGHIERI MANOSCRITTA
DA BOCCACCIO.
Roveta [Fantoni Aloiso], negli occhi santi di Bice, 1820.
in 2°, tomi 3 in carta velina.
La Commedia, edita su un supposto autografo del Boccaccio, è edizione condotta sul Codice Vaticano Latino 3199, che la tradizione vuole appunto essere autografo del Boccaccio, inviato in dono al Petrarca, che lo postillò, poi
passato ai Bembo. Queste notizie vengono riportate dall'editore, Aloisio Fantoni, nell'epistola dedicata "Ai cultori del Divino Poeta". L'opera venne
stampata nella casa dello stesso Fantoni. Nel foglio di guardia del primo tomo compare una tavola incisa da Giuseppe Bossi e rappresentante Dante,
Petrarca e Boccaccio. Le dimensioni del campo inciso sono di cm. 12 x 8.
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LA DIVINA COMMEDIA DI DANTE ALIGHIERI GIUSTA LA LEZIONE DEL CODICE BARTOLINIANO.
Udine, pei fratelli Mattiuzzi nella tipografia Pecile, 1823-1828.
in 8°, voll. 3, in quattro parti.
Edizione udinese accurata ed importante sotto il profilo filologico perché
riscontrata su 65 testi a penna, ricavata da Quirico Viviani secondo la lezione
del codice Bartoliniano del sec. XIV, cosiddetto dal nome del proprietario,
conte Bartolini, il quale lo acquistò da Della Torre, vescovo di Adria.
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L'OTTIMO COMMENTO DELLA DIVINA COMMEDIA. TESTO INEDITO D'UN CONTEMPORANEO DI DANTE CITATO DEGLI
ACCADEMICI DELLA CRUSCA.
Pisa, Niccolò Capurro, 1827-1829.
in 8° voll. 3.
Bella pubblicazione col poema intero, curata da Alessandro Torri, apprezzata
e descritta in tutti i repertori per la storia di questo famoso commento, rimasto tuttora anonimo. Attribuito in un primo tempo a Jacopo della Lana, venne poi da G. Iacopo Dionisi messa in risalto la diversità dell'Ottimo dal
commento Lanéo. Si ritiene comunque che possa essere opera del notaio fiorentino Ser Andrea Lancia, come risulta da un codice Magliabechiano. Nel
foglio di guardia del primo tomo compare un ritratto di Dante in medaglione
disegnato da Stefano Stefanelli e inciso da Raffaello Morghen e all'inizio della
prima cantica una incisione che riproduce un affresco attribuito all'Orgagna
raffigurante oltre a Dante in primo piano, l'Inferno, il Purgatorio e Firenze
sullo sfondo. All'interno poi sempre del primo tomo è riportata tra pag. 564 e
pag. 565 la veduta della Torre della Fame.
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LA DIVINA COMMEDIA DI DANTE ALIGHIERI COL COMMENTO DI
N. TOMMASEO.
Venezia, coi tipi di Gondoliere, 1837.
in 8° vol. 1, tomi 3 in unica elegante legatura in pelle marrone, sul piatto anteriore e posteriore della quale sono sovraimpresse immagini floreali racchiuse in
cornice filettata in oro impressa a caldo.
Edizione pregevole per il commento del Tommaseo che usò un metodo ricco e
conciso al tempo stesso basato sull'analisi di due fonti: Pietro figliuolo di Dante
e l'Ottimo. Ritenuto completo ed acuto dai critici, lo stesso Zingarelli lo definì
"insigne opera ricca di richiami classici e biblici" in quanto Nicolò Tommaseo
seppe trovare un giusto equilibrio tra le opposte correnti in riferimento sia al
testo che alle note. Infatti egli stesso nel proemio dice che "Più frequenti a
rammentare mi cadono la Bibbia e Virgilio, s. Tommaso e Aristotele.... quale e
quanta armonia tra la imaginazione e l'intelletto, la natura e l'amore".
Ogni tomo è preceduto da tavole raffiguranti le tre cantiche.
Scheda n. 16
Dante e il suo poema tra allegoria e realtà. Riproduzione del dipinto di Domenico di
Francesco detto di Michelino sul muro settentrionale all'interno della Basilica di
Santa Maria del Fiore a Firenze, qui attribuito all'Org agna.
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LO INFERNO DELLA COMMEDIA DI DANTE ALIGHIERI COL
COMMENTO DI G U INIFORTO DELLI BARGIGI TRATTO DA DUE
MANOSCRITTI INEDITI DEL SECOLO DECIMO QUINTO CON INTRODUZIONE E NOTE DI G. ZACHERONI.
Marsiglia, Leopoldo Mussy, Firenze, G. Molini, 1838.
in 8 °, pp. XXIV, 767.
Prima edizione di questo commento che non va oltre la prima cantica, in poche copie, tratto da due manoscritti del secolo XV, l'uno appartenente al filologo marsigliese Gastone de Flotte, l'altro alla Biblioteca Nazionale di Parigi.
Lodato da Pietro Martino Nidobeato che annoverò il Bargigi tra "gli otto
primi gravi ed eruditi chiosatori dell'Alighieri", il commento presenta una
introduzione alla lettura in caratteri gotici che precede canti i quali a loro volta sono preceduti da brevi note esplicative sempre in caratteri gotici. Numerose le incisioni, i fregi e le iniziali ornate. Il frontespizio è arricchito da una
vignetta raffigurante Dante sulla porta della città di Dite, ripetuta poi anche
all'interno.
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LA DIVINA COMMEDIA DI DANTE ALIGHIERI CON LE NOTE DI
PAOLO COSTA E GLI ARGOMENTI DELL'AB. G. BORGHI ADORNA DI 500 VIGNETTE DISEGNATE ED INCISE IN LEGNO DA D.
FABRIS ED UNA VITA APPOSITAMENTE SCRITTA DA MELCHIOR
MISSIRINI. PRIMA EDIZIONE ORIGINALE ITALIANA ESEGUITA
SOTTO LE DIREZIONI DI G.B. NICCOLINI E G. BEZZUOLI.
Firenze, nello Stabilimento Artistico Tipografico Fabris, 1840-1842.
in 8° voll. 4.
Edizione in quattro volumi di cui l'ultimo, comprendente la vita di Dante,
indipendente, costituisce un'opera a parte. Il testo è incorniciato e frammezzato da incisioni in legno. Il commento è alla fine di ogni cantica. Nel primo
tomo, al recto dell'antiporta figura a tutta pagina una bella composizione allegorica, stampa in quadricromia (bianco, oro, rosso e azzurro), firmata da
Domenico Fabris, 1841.
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LA COMMEDIA DI DANTE ALIGHIERI ILLUSTRATA DA UGO FOSCOLO.
Londra, Pietro Rolandi, 1842-1843.
in 8°, voll. 4.
Stimata edizione del commento di Foscolo curata da Mazzini. Definita dai
bibliografi, quali De Batines e Zambini, "magnifica", "bella e nitida" venne
pubblicata, come si evince dalla data, molti anni dopo la morte del Foscolo.
Infatti il Foscolo scrivendo il 26 settembre 1826 a Gini Capponi si rammaricava di difficoltà sorte per la stampa e concludeva:
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"A me mancano pochi anni ai cinquanta, ed oltre alla minore certezza e gioia e
forza di vita in questa età mia, s'è accanita contro di me la fortuna, tanto che
non ho certezza oggimai nè di vivere per lavorare, nè di lavorare per vivere...".
Fu questo infatti l'ultimo suo lavoro e la pubblicazione sia pure postuma fu
senza dubbio importante per le intenzioni dell'autore che rivolgendosi sempre
al Capponi così si esprimeva: "A me, Gino mio, importa più ch'altro il non
perdere tanti anni di studi intorno a Dante ed al medioevo, e all'Italia".
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PETRI ALLEGHERII SUPER DANTIS IPSIUS GENITORIS COMOEDIAN COMMENTARIUM NUNC PRIMUM IN LUCEM EDITUM CONSILIO ET SUMPTIBUS G.J. BAR. VERNON CURANTE VINCENTIO
NANNUCCI.
Firenze, Guglielmo Piatti, 1845.
in 8° pp. XXXI, 741.
È questo uno dei commenti più antichi, risalendo con certezza al 1340. In latino, inedito fino al 1845, contiene solo i versi commentati secondo la lezione
del Codice Riccardiano 1075, ed è rilevante per aver additato le fonti dalle quali
Dante attinse tutta la dottrina teologica e filosofica. Contiene 2 tavole riproducenti in fac-simile sette codici del commento attribuito a Pietro di Dante in
carta cinese.
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Chiose alla cantica dell'Inferno di Dante Alighieri attribuite a Jacopo suo figlio,
ora per la prima volta date in luce
Firenze, Tommaso Baracchi, succ. di Guglielmo Piatti, 1848.
in 8° pp. XI, 122.
Le indagini critiche hanno convalidato l'attribuzione di questo commento a
Jacopo di Dante. È quindi stato sicuramente composto nei primi vent'anni dopo la morte del poeta. L'edizione tirata in soli 100 esemplari e curata da G.G.
Warren lord Vernon rientra tra quelle degli antichi commenti all' "Inferno"
dantesco. Oltre l'importanza particolare che ha per essere stato scritto da un
figlio di Dante, è pregevole altresì poiché sintetico ma organico.
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LA DIVINA COMMEDIA, COL COMMENTO DI FRANCESCO DA
BUTI, PUBBLICATO DA CRESCENTINO GIANNINI.
Pisa, Nistri, 1858-1862.
in 8° voll. 3 in carta imperiale a grandi margini.
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L'editore Giannini venne a ragione elogiato per questa importante edizione di
Crusca tirata in 300 esemplari. Sono riportati i ritratti di Dante e di Francesco
da Buti, il primo disegnato da Giotto. Francesco da Buti fece lettura pubblica
della Divina Commedia nell'Ateneo pisano e poi, incoraggiato da amici e uditori, scrisse questo commento rimasto a lungo inedito nel cui proemio egli espone "prima la lettera et appresso secondo l'allegoria o vero moralità, secondo
ch'io crederò che sia stata intenzione dell'autore".
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LA DIVINA COMMEDIA DI DANTE ALIGHIERI RICORRETTA SOPRA QUATTRO DEI PIÙ AUTOREVOLI TESTI A PENNA DA CARLO WITTE.
Berlino, Rodolfo Decker, 1862.
in 4° pp. LXXXV, 725.
Preceduta da una introduzione sulla storia dei testi a stampa della Divina
Commedia, questa celebratissima edizione di indubbio valore critico, stampata
in 200 esemplari e dedicata al re Giovanni di Sassonia, dantista, è stata collazionata su 450 manoscritti ed i quattro codici su cui venne condotto il lavoro
furono: Il Laurenziano S. Croce, il Vaticano n. 3199, il Rodd della Biblioteca
nazionale di Berlino e il Caetani del sec. XV. Sul margine destro compaiono le
varianti dei Codici, sul sinistro quelle delle stampe e cioè "aldina" del 1502,
Crusca del 1595 e del 1847.
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IL CODICE CASSINESE DELLA DIVINA COMMEDIA PER LA PRIMA VOLTA LETTERALMENTE MESSO A STAMPA PER CURA DEI
MONACI BENEDETTINI DELLA BADIA DI MONTE CASSINO.
Monte Cassino, Tipografia di Monte Cassino, 1865.
in 4° grande, pp. LV, 592.
Edizione di gran pregio, stampata in soli 200 esemplari; riproduzione del codice manoscritto del sec. XIV, ricco di commenti e chiose latine, definito "documento archeologico ma anche un monumento d'arte", la cui lezione, confrontata con quella del Codice Riccardiano 1028 e il "Filippino" della Biblioteca
Oratoriana di Napoli, conserva ai margini postille dedotte dal Commentarium
di Pietro Alighieri. I monaci di San Benedetto dedicano questo lavoro alla città
dì Firenze e ricostruiscono la storia del Codice descrivendolo dal punto di vista
paleografico e diplomatico. Un ritratto di Dante e facsimili fotografici del codice dantesco e dell'archivio Cassinese compaiono all'interno del volume.
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COMMEDIA DI DANTE ALIGHIERI COL COMMENTO DI JACOPO
DELLA LANA BOLOGNESE. NUOVISSIMA EDIZIONE DELLA REGIA COMMISSIONE PER LA PUBBLICAZIONE DEI TESTI DI LINGUA SOPRA ITERATI STUDI DEL SOCIO LUCIANO SCARABELLI.
Bologna, Tipografia Regia, 1866.
in 8°, voll. 3.
Pubblicazione di notevole importanza, fa parte della "Collezione di opere
inedite o rare dei primi tre secoli della lingua". Preceduta da una lunga prefazione dello Scarabelli, in cui illustra il materiale consultato tra cui i codici danteschi più famosi del XIV e XV secolo, e vecchie stampe onde scegliere le
lezioni più sicure secondo il suo giudizio, riporta anche i confronti tra i vari
codici e lo stile usato dal Lana. Una lettera in latino dello stesso Dante a Can
della Scala precede il proemio al commento tratto dal Codice Laurenziano
PL. XC, 115. L'edizione è ricca inoltre di iniziali ornate in stile floreale e piccoli fregi.
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COMMENTO ALLA DIVINA COMMEDIA D'ANONIMO FIORENTINO DEL SECOLO XIV PER LA PRIMA VOLTA STAMPATO A CURA
DI PIETRO FANFANI.
Bologna, Gaetano Romagnoli, 1866-1874.
in 8°, voll. 3.
Edizione pregiata e rara, curata dalla Crusca e facente parte anch'essa della
"Collezione di opere inedite o rare dei primi tre secoli della lingua". Conosciuto non solo dagli studiosi della Divina Commedia ma anche da letterati in
genere, il commento è di efficacissimo aiuto allo studio del poema soprattutto per la parte biografica dei personaggi contemporanei a Dante.
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LA DIVINA COMMEDIA DI DANTE ALIGHIERI ILLUSTRATA DA
GUSTAVO DORÈ E DICHIARATA CON NOTE TRATTE DAI MIGLIORI COMMENTI PER CURA DI EUGENIO CAMERINI.
Milano, Edoardo Sonzogno, 1869.
in folio, voll. 3.
Prima edizione tialiana con le incisioni di Gustavo Dorè, complessivamente
135 (una edizione precedente infatti era stata stampata a Parigi nel 1861).
L'opera è preceduta da una introduzione che oltre a riportare notizie sulla
vita e sul pensiero di Dante, aggiunge che il detto commento tenne conto
della lezione adottata dal Witte, delle
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varianti degli Accademici della Crusca del 1596 e del 1837 e dei più importanti
interpreti sia antichi che recenti quali Boccaccio, Buti, Tommaseo e Blanc. Le
illustrazioni del Dorè in Italia vennero riprodotte con successo nelle numerose
ristampe della Divina Commedia, eseguite dalla casa editrice Sonzogno di Milano.
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LA COMMEDIA DI DANTE ALIGHIERI COL COMMENTO INEDITO DI STEFANO TALICE DA RICALDONE PUBBLICATO PER
CURA DI VINCENZO PROMIS E DI CARLO NEGRONI. SECONDA
EDIZIONE AUTORIZZATA DA S.M.
Milano, U. Hoepli, 1888.
in 8° voll. 3.
Pubblicazione autorizzata da Umberto I che la dedicò al figlio Vittorio Emanuele "in premio del suo amore agli Studi e perché nel Divino Poema fortifichi
la mente ed educhi il cuore al culto della patria letteratura". Il commento di
Talice di Ricaldone, in latino, venne compilato nel 1374 e stampato per la prima volta nel 1886 in edizione fuori commercio. Inizialmente ritenuto opera
originale si rivelò poi seconda forma del commento di Benvenuto Rambaldi da
Imola. Nell'antiporta, in calce al ritratto di Dante, incisione all'acquaforte di
Domenico Promis, riprodotta da una miniatura del codice Riccardiano n. 1040,
si legge: "Giudicato da una Commissione Governativa il più autentico".
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LA DIVINA COMMEDIA; TRASCRITTO MICROCALLIGAFICO A
MANO LIBERA SENZA USO DI LENTE [di F. COSSOvel].
Gorizia, G. Cossovel, [1896].
1 foglio di cm. 42 X 75 [terza tiratura].
Il titolo è sormontato da un piccolo ritratto di Dante in medaglione da cui si
dirama una cornice stilizzata nella quale sono inserite le tre cantiche in senso
orizzontale. Ogni cantica incorniciata da fregio racchiude 23 colonne lunghe 12
cm. Ai piedi del foglio, in fine compare la dicitura, all'interno di una cornice,
"Proprietà riservata". Ai piedi le note tipografiche. Si tratta di una riproduzione
fotografica pubblicata in occasione della inaugurazione del monumento a Dante in Trento l' l 1 Ottobre 1896. Il trascritto in caratteri lillipuziani è stato stampato una prima volta nel 1883 e la seconda nel 1888. L'originale si trova presso
la famiglia del conte Teodoro La Tour, nel castello di Rossiz presso Gorizia.
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REPERTORI CONSULTATI
BRUNET, Manuel du libraire et de l'amateur de livres. Bruxelles, 1838.
GRÄESSE, Trésor de livres rares et precieux ou nouveau dictionnaire bibliographique. Milano, 1950.
MAMBELLI, Gli annali delle edizioni dantesche con XLVI Tavole fuori testo. Contributo ad una bibliografia definitiva. Bologna, 1931.
MANNA, La Raccolta dantesca della Biblioteca Universitaria di Napoli. Firenze, 1959.
MOSTRA di codici ed edizioni dantesche (20 aprile - 31 ottobre 1965). Catalogo [A cura] del Comitato Nazionale per le celebrazioni del VII
Centenario della nascita di Dante. Firenze, 1965.
La RACCOLTA DANTESCA della biblioteca Evan Mackenzie con la cr onologia delle edizioni della Divina Commedia 1472-1921. Prefazione di
U.L. Morichini. Genova, 1923.
VACCARO, Le marche dei Tipografi ed Editori italiani del secolo XVI. Firenze, 1983.
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