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56-58 Destra bianchi_Layout 1 10/04/13 21:43 Pagina 56 DOSSIER ULTIMO SPETTACOLO L’Europa nera Nell’Ungheria di Orbàn cresce l’ultradestra antisemita di Jobbik. Squadre di neo-fascisti terrorizzano i rom, mentre le facce pulite vanno all’Europarlamento, dove con i loro colleghi del British National Party, del Front National di Le Pen e di Fiamma Tricolore progettano un’Europa chiusa nei propri nazionalismi e nell’odio verso immigrati, stranieri, gay e rom. di Alfonso Bianchi 56 I ndossano uniformi che ricordano quelle delle Croci frecciate, il partito filo hitleriano degli anni ’40. Sono accusati di intimidazioni e violenze. Sono la Nuova Guardia ungherese, braccio paramilitare di Jobbik, il Movimento per un’Ungheria Migliore, partito di estrema destra che alle elezioni nazionali del 2010 ha ottenuto il 16,7% dei voti. Jobbik ha conquistato consensi con un programma nazionalista e tradizionalista che abusa di retorica antisemita, antieuropea e soprattutto antirom. Una retorica che riesce a far presa in una nazione in cui gli oltre 500mila rom sono la prima minoranza. Secondo l’European Roma Rights Center tra il 2008 e il 2012 in Ungheria gli attacchi contro la comunità sono stati 61, sono state uccise 9 persone, tra cui 2 minorenni. Dietro molte di queste aggressioni c’è la Nuova Guardia ungherese. “Lavora sotto il controllo di Jobbik e svolge campagne di propaganda e intimidazioni nei confronti di rom ed ebrei, come quella a Gyöngyöspata, durata per più di un mese” ci spiega Kinga Göncz, ex ministro degli Esteri di Budapest. Nel marzo 2011 Jobbik organizzò una manifestazione per combattere la “criminalità zingara” nel villaggio di Gyöngyöspata, cittadina a 80 chilometri dalla capitale, in cui dei 2800 residenti circa 450 erano rom. Finita la dimostrazione una pattuglia della Nuova Guardia rimase in città per circa un mese, intimidendo e minacciando la popolazione rom. La tensione salì alle stelle e ci furono diversi scontri, con la polizia che restava a guardare. Alla fine, con la cittadinanza che già non vedeva di buon occhio gli zingari, il sindaco fu costretto alle dimissioni e al suo posto fu eletto Oszkár Juhász di Jobbik, che prometteva di riportare l’ordine. Anche in questo modo il consenso verso il partito si è diffuso in tutta l’Ungheria. “Molte persone si sono sentite deluse e frustrate dopo il crollo del comunismo. Speravano in una vita migliore, ma le loro speranze sono state deluse dalla realtà. La crisi ha accresciuto la povertà e l’ampio utilizzo del capro espiatorio, soprattutto quello rom, ha trovato terreno fertile”, racconta Göncz. Ma Jobbik non è solo parate, violenza e demagogia. Il partito ha anche il volto rassicurante di Krisztina Morvai, una dei 3 eletti all’Europarlamento nel 2009. Donna dal volto gentile, ma le cui parole non nascondono le sue convinzioni più profonde. Dopo l’elezione, alle critiche dell’americano Gabor Barat, che dicendosi “fiero di essere un emigrato ebreo e ungherese” l’aveva definita “un caso psichiatrico, un mostro”, la Morvai rispose: “Sarei contenta se coloro che si definiscono fieri ebrei ungheresi se ne andassero a giocherellare con i loro piccoli peni circoncisi, invece di insultare me.” È grazie a lei che Jobbik ora sta portando la sua ideologia oltre confine, insieme ad altre formazioni neofasciste del continente. Con altri 8 partiti alla fine del 2010 ha fondato l’Alleanza dei movimenti nazionalisti europei. Ne fanno parte lo spagnolo Movimento sociale repubblicano, il Fronte nazionale belga e il portoghese Partito di rinnovamento nazionale, tre piccole formazioni politiche al momento poco influenti a livello elettorale. Ci sono poi gli Ucraini di Svoboda, partito nazionalista e xenofobo, che nel novembre scorso ha avuto il 10% dei voti grazie a una forte propaganda anti-russa, e i Democratici svedesi, entrati 3 east european crossroads 56-58 Destra bianchi_Layout 1 10/04/13 21:43 Pagina 57 DOSSIER EFFENBERGER/HOLLANDSE HOOGTE/CONTRASTO EUROPA anni fa per la prima volta in parlamento col 5,7%, attaccando immigrati e islam. Ci sono poi due partiti che, forti dei consensi elettorali, hanno anche rappresentanti a Strasburgo: il Front national di Jean-Marie Le Pen e il British national party di Nick Griffin, l’uomo che negli anni Ottanta fondò Terza Posizione Internazionale, insieme a Roberto Fiore di Forza Nuova. Griffin condivide con Le Pen non solo il fatto di avere un occhio di vetro, ma anche l’ideologia estremista e un rispettabile seggio nell’Europarlamento. Guida il Bnp dal ’99, quando entrò nel partito nel ’95 fondò la pubblicazione Le Rune, che gli costò una condanna per propaganda antisemita. In tribunale si difese così: “Sono ben consapevole che l’opinione ortodossa è che sei milioni di ebrei furono gassati, cremati e trasformati in paralumi. Ma l’opinione ortodossa una volta numero 47 maggio/giugno 2013 dichiarava anche che il mondo è piatto.” Pur continuando a partecipare a convegni e manifestazioni con negazionisti in varie parti del mondo, ora Griffin e il Bnp hanno trovato un “nemico” più pericoloso del giudaismo: l’islam, “fede malvagia e viziosa” che sta tentando di conquistare la Gran Bretagna. Come Jobbik però ha anche imparato che i temi che fanno più presa sulla gente in tempi di crisi, e che rendono gli animi più pronti ad assorbire la propaganda razzista, sono la disoccupazione, la crisi, e l’Europa che sta rubando la sovranità nazionale. Grazie a queste tematiche il Bnp nel 2009 ha raggiunto il 6,26% dei voti e due seggi a Strasburgo, dove con Jobbik si è fatto promotore dell’Alleanza dei movimenti nazionalisti europei. Ultimo partito di questa formazione è la Fiamma tricolore di Luca Romagnoli, e con \ Amburgo, 2 giugno 2012. Manifestazione neo-nazista. Le polemiche che ha suscitato in Germania sono state violentissime. t Manifestazione organizzata dal movimento italiano di destra “Forza Nuova”. 57 56-58 Destra bianchi_Layout 1 10/04/13 21:43 Pagina 58 ALESSANDRO TOSATTO/CONTRASTO DOSSIER ULTIMO SPETTACOLO I numeri della destra I partiti della destra antieuropea sono una galassia vasta e variegata. Si va dai neonazisti di Alba dorata in Grecia, che alle scorse elezioni hanno preso quasi il 7% dei voti e sono entrati nel parlamento ellenico, all’United Kingdom Independence Party (Ukip), partito decisamente più moderato e che con un programma populista e antieuropeista nel 2009 ha ottenuto il 16,5% dei voti (secondo partito del Paese) e ben 13 seggi a Strasburgo. C’è poi il Partito della Libertà Austriaco, fondato da Jörg Haider e poi da lui 58 abbandonato perché ritenuto troppo estremista nelle sue posizioni pangermaniche e anti immigrazione, ha due rappresentanti in Europa. In Belgio l’estremismo antieuropeo parla il fiammingo del Vlaams Belang, partito xenofobo e conservatore che vuole unire le Fiandre ai Paesi Bassi, alle legislative del 2007 ha ottenuto il 21%. In Olanda c’è invece il Partito per la libertà di Geert Wilders, conservatore e fortemente islamofobo ma non antisemita, anzi in questa funzione pro israeliano. Dopo il successo del 2009 (16,97% alle europee) è sceso al 10% nelle ultime legislative. In Ungheria oltre a Jobbik anche Fidesz del premier Viktor Orban (52,73% alle legislative del 2010), pur essendo affiliato al Ppe, ha posizioni fortemente euroscettiche, ultra nazionaliste e autoritarie. È il sorvegliato speciale dell’Ue. I Democratici Svedesi a dispetto del nome sono una formazione di ultradestra islamofoba, nel 2010 sono entrati per la prima volta nel Riksdag con 20 seggi grazie al 5.7% dei voti. una posizione non di secondo piano: il segretario generale dell’Amne è infatti l’italiano Valerio Cignetti. E se dopo l’elezione di Romagnoli nel 2004 all’Europarlamento, nel 2009 il partito non ha preso alcun seggio, pur essendo uscita dalla porta la Fiamma è rientrata dalla finestra. Tra gli assistenti accreditati dell’eurodeputato Béla Kovács di Jobbik, c’è proprio lui, Cignetti, che lavora così stipendiato dal Parlamento di Bruxelles, dove può dedicarsi al suo lavoro di tessitore internazionale. Forte della sua presenza nelle istituzioni l’Alleanza ha diritto a circa 290mila euro di finanziamento pubblico per il 2012, perché l’Ue sovvenziona i partiti politici internazionali presenti a Strasburgo. Kinga Göncz e il gruppo socialista hanno però dato vita a una petizione tra i deputati per chiedere la revoca dei fondi ritenendo i programmi di queste formazioni non in linea con i valori fondamentali dell’Ue. La petizione chiede anche la sospensione del finanziamento all’Alleanza europea per la libertà (360mila euro per il 2012, e 370mila per il 2011), un gruppo parlamentare che comprende partiti di estrema destra e anti europei come l’Ukip britannico di Nigel Farage, i separatisti fiamminghi del Vlaams Belang, e di nuovo il Front national francese. Sì perché i due Le Pen, padre Jean-Marie e figlia Marine, si sono iscritti ognuno in un gruppo diverso. Apparentemente divisi dall’affiliazione politica europea, saldamente uniti nel ricevere i finanziamenti di questa Ue che tanto contestano. east european crossroads