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DOSSIER ULTIMO SPETTACOLO
L’Europa nera
Nell’Ungheria di Orbàn cresce l’ultradestra
antisemita di Jobbik. Squadre di neo-fascisti
terrorizzano i rom, mentre le facce pulite vanno
all’Europarlamento, dove con i loro colleghi del
British National Party, del Front National di Le
Pen e di Fiamma Tricolore progettano un’Europa
chiusa nei propri nazionalismi e nell’odio verso
immigrati, stranieri, gay e rom.
di Alfonso Bianchi
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I
ndossano uniformi che ricordano quelle
delle Croci frecciate, il partito filo hitleriano
degli anni ’40. Sono accusati di intimidazioni e violenze. Sono la Nuova Guardia ungherese, braccio paramilitare di Jobbik, il Movimento per un’Ungheria Migliore, partito di
estrema destra che alle elezioni nazionali del
2010 ha ottenuto il 16,7% dei voti.
Jobbik ha conquistato consensi con un programma nazionalista e tradizionalista che abusa
di retorica antisemita, antieuropea e soprattutto
antirom. Una retorica che riesce a far presa in
una nazione in cui gli oltre 500mila rom sono
la prima minoranza. Secondo l’European Roma
Rights Center tra il 2008 e il 2012 in Ungheria
gli attacchi contro la comunità sono stati 61,
sono state uccise 9 persone, tra cui 2 minorenni.
Dietro molte di queste aggressioni c’è la Nuova
Guardia ungherese. “Lavora sotto il controllo
di Jobbik e svolge campagne di propaganda e
intimidazioni nei confronti di rom ed ebrei,
come quella a Gyöngyöspata, durata per più di
un mese” ci spiega Kinga Göncz, ex ministro
degli Esteri di Budapest.
Nel marzo 2011 Jobbik organizzò una manifestazione per combattere la “criminalità zingara” nel villaggio di Gyöngyöspata, cittadina
a 80 chilometri dalla capitale, in cui dei 2800
residenti circa 450 erano rom. Finita la dimostrazione una pattuglia della Nuova Guardia
rimase in città per circa un mese, intimidendo
e minacciando la popolazione rom. La tensione
salì alle stelle e ci furono diversi scontri, con
la polizia che restava a guardare. Alla fine, con
la cittadinanza che già non vedeva di buon occhio gli zingari, il sindaco fu costretto alle dimissioni e al suo posto fu eletto Oszkár Juhász
di Jobbik, che prometteva di riportare l’ordine.
Anche in questo modo il consenso verso il
partito si è diffuso in tutta l’Ungheria. “Molte
persone si sono sentite deluse e frustrate dopo
il crollo del comunismo. Speravano in una
vita migliore, ma le loro speranze sono state
deluse dalla realtà. La crisi ha accresciuto la
povertà e l’ampio utilizzo del capro espiatorio,
soprattutto quello rom, ha trovato terreno fertile”, racconta Göncz.
Ma Jobbik non è solo parate, violenza e demagogia. Il partito ha anche il volto rassicurante di Krisztina Morvai, una dei 3 eletti all’Europarlamento nel 2009. Donna dal volto
gentile, ma le cui parole non nascondono le
sue convinzioni più profonde. Dopo l’elezione, alle critiche dell’americano Gabor Barat,
che dicendosi “fiero di essere un emigrato
ebreo e ungherese” l’aveva definita “un caso
psichiatrico, un mostro”, la Morvai rispose:
“Sarei contenta se coloro che si definiscono
fieri ebrei ungheresi se ne andassero a giocherellare con i loro piccoli peni circoncisi, invece di insultare me.”
È grazie a lei che Jobbik ora sta portando la
sua ideologia oltre confine, insieme ad altre
formazioni neofasciste del continente. Con altri 8 partiti alla fine del 2010 ha fondato l’Alleanza dei movimenti nazionalisti europei. Ne
fanno parte lo spagnolo Movimento sociale
repubblicano, il Fronte nazionale belga e il
portoghese Partito di rinnovamento nazionale,
tre piccole formazioni politiche al momento
poco influenti a livello elettorale. Ci sono poi
gli Ucraini di Svoboda, partito nazionalista e
xenofobo, che nel novembre scorso ha avuto
il 10% dei voti grazie a una forte propaganda
anti-russa, e i Democratici svedesi, entrati 3
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DOSSIER
EFFENBERGER/HOLLANDSE HOOGTE/CONTRASTO
EUROPA
anni fa per la prima volta in parlamento col
5,7%, attaccando immigrati e islam.
Ci sono poi due partiti che, forti dei consensi elettorali, hanno anche rappresentanti a
Strasburgo: il Front national di Jean-Marie Le
Pen e il British national party di Nick Griffin,
l’uomo che negli anni Ottanta fondò Terza Posizione Internazionale, insieme a Roberto Fiore
di Forza Nuova. Griffin condivide con Le Pen
non solo il fatto di avere un occhio di vetro,
ma anche l’ideologia estremista e un rispettabile seggio nell’Europarlamento. Guida il Bnp
dal ’99, quando entrò nel partito nel ’95 fondò
la pubblicazione Le Rune, che gli costò una
condanna per propaganda antisemita. In tribunale si difese così: “Sono ben consapevole
che l’opinione ortodossa è che sei milioni di
ebrei furono gassati, cremati e trasformati in
paralumi. Ma l’opinione ortodossa una volta
numero 47 maggio/giugno 2013
dichiarava anche che il mondo è piatto.” Pur
continuando a partecipare a convegni e manifestazioni con negazionisti in varie parti del
mondo, ora Griffin e il Bnp hanno trovato un
“nemico” più pericoloso del giudaismo:
l’islam, “fede malvagia e viziosa” che sta tentando di conquistare la Gran Bretagna. Come
Jobbik però ha anche imparato che i temi che
fanno più presa sulla gente in tempi di crisi, e
che rendono gli animi più pronti ad assorbire
la propaganda razzista, sono la disoccupazione, la crisi, e l’Europa che sta rubando la
sovranità nazionale. Grazie a queste tematiche
il Bnp nel 2009 ha raggiunto il 6,26% dei voti
e due seggi a Strasburgo, dove con Jobbik si è
fatto promotore dell’Alleanza dei movimenti
nazionalisti europei.
Ultimo partito di questa formazione è la
Fiamma tricolore di Luca Romagnoli, e con
\ Amburgo, 2 giugno
2012. Manifestazione
neo-nazista.
Le polemiche che ha
suscitato in Germania
sono state violentissime.
t Manifestazione
organizzata dal
movimento italiano di
destra “Forza Nuova”.
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ALESSANDRO TOSATTO/CONTRASTO
DOSSIER ULTIMO SPETTACOLO
 I numeri della destra
I
partiti della destra
antieuropea sono una
galassia vasta e variegata.
Si va dai neonazisti di Alba
dorata in Grecia, che alle
scorse elezioni hanno preso
quasi il 7% dei voti e sono
entrati nel parlamento
ellenico, all’United Kingdom
Independence Party (Ukip),
partito decisamente più
moderato e che con un
programma populista e
antieuropeista nel 2009 ha
ottenuto il 16,5% dei voti
(secondo partito del Paese)
e ben 13 seggi a Strasburgo.
C’è poi il Partito della
Libertà Austriaco, fondato
da Jörg Haider e poi da lui
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abbandonato perché
ritenuto troppo estremista
nelle sue posizioni
pangermaniche e anti
immigrazione, ha due
rappresentanti in Europa. In
Belgio l’estremismo
antieuropeo parla il
fiammingo del Vlaams
Belang, partito xenofobo e
conservatore che vuole unire
le Fiandre ai Paesi Bassi,
alle legislative del 2007 ha
ottenuto il 21%. In Olanda
c’è invece il Partito per la
libertà di Geert Wilders,
conservatore e fortemente
islamofobo ma non
antisemita, anzi in questa
funzione pro israeliano.
Dopo il successo del 2009
(16,97% alle europee) è
sceso al 10% nelle ultime
legislative. In Ungheria oltre
a Jobbik anche Fidesz del
premier Viktor Orban
(52,73% alle legislative del
2010), pur essendo affiliato
al Ppe, ha posizioni
fortemente euroscettiche,
ultra nazionaliste e
autoritarie. È il sorvegliato
speciale dell’Ue.
I Democratici Svedesi a
dispetto del nome sono una
formazione di ultradestra
islamofoba, nel 2010 sono
entrati per la prima volta nel
Riksdag con 20 seggi grazie
al 5.7% dei voti.
una posizione non di secondo piano:
il segretario generale dell’Amne è
infatti l’italiano Valerio Cignetti. E
se dopo l’elezione di Romagnoli nel
2004 all’Europarlamento, nel 2009
il partito non ha preso alcun seggio,
pur essendo uscita dalla porta la
Fiamma è rientrata dalla finestra. Tra
gli assistenti accreditati dell’eurodeputato Béla Kovács di Jobbik, c’è
proprio lui, Cignetti, che lavora così
stipendiato dal Parlamento di Bruxelles, dove può dedicarsi al suo lavoro di tessitore internazionale.
Forte della sua presenza nelle
istituzioni l’Alleanza ha diritto a
circa 290mila euro di finanziamento
pubblico per il 2012, perché l’Ue
sovvenziona i partiti politici internazionali presenti a Strasburgo.
Kinga Göncz e il gruppo socialista
hanno però dato vita a una petizione
tra i deputati per chiedere la revoca
dei fondi ritenendo i programmi di
queste formazioni non in linea con
i valori fondamentali dell’Ue. La petizione chiede anche la sospensione
del finanziamento all’Alleanza europea per la libertà (360mila euro
per il 2012, e 370mila per il 2011),
un gruppo parlamentare che comprende partiti di estrema destra e
anti europei come l’Ukip britannico
di Nigel Farage, i separatisti fiamminghi del Vlaams Belang, e di
nuovo il Front national francese. Sì
perché i due Le Pen, padre Jean-Marie e figlia Marine, si sono iscritti
ognuno in un gruppo diverso. Apparentemente divisi dall’affiliazione
politica europea, saldamente uniti
nel ricevere i finanziamenti di questa Ue che tanto contestano.
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