inchiesta-la-rivendita-113
Transcript
inchiesta-la-rivendita-113
inc hies t a RIFIU TI D A D E M O LIZIO N E E C O S TR UZIO NE LA PAROLA A ZANOLA TIZIANO Responsabile punto vendita Centredil di Brescia Centredil offre un servizio di recupero dei rifiuti edili, ci può indicare più precisamente di cosa si tratta e da quanto tempo ve ne occupate? Il punto vendita di Brescia è stato appositamente adeguato per poter offrire questo servizio, che ormai è disponibile da circa due anni. Per offrire questo servizio è evidente che si debbano rispettare precise indicazioni riguardo procedure e struttura utilizzata a tal scopo. I lavori per adattare il magazzino allo stoccaggio dei rifiuti sono stati impegnativi e hanno avuto una durata di circa due anni, al termine dei quali abbiamo ricevuto la necessaria autorizzazione per svolgere l’attività di raccolta rifiuti. I rifiuti sono classificati secondo delle categorie, riconoscibili nei codici CER, che ne indicano la natura. Nel nostro caso specifico si parla di rifiuti appartenenti alla categoria numero 17 che raggruppa i rifiuti delle operazioni di costruzione e demolizione. In particolare noi ci occupiamo esclusivamente dei rifiuti misti dell’attività di costruzione e demolizione, indicati con il codice 170904. Questo significa che non siamo autorizzati al ritiro di nessun altro tipo di rifiuto. Concretamente, come si svolge questo servizio? Quali sono le procedure da seguire? Sostanzialmente il cliente si presenta da noi con il materiale che vuole scaricare, questo significa che i nostri clienti devono essere riconosciuti sia come produttori di rifiuti che come trasportatori, poiché devono essere loro ad effettuare il traspo presso la nostra sede di Brescia. Tutto quanto è regolato da precise regole e procedure. Il cliente deve essere fornito della documentazione necessaria e nella forma corretta. Presentato il formulario di identificazione del rifiuto e dall’autorizzazione dell’Ufficio Ambiente, può avvenire lo scarico e il successivo ritiro di una bolla di conferma che ne attesta l’effettuazione. Successivamente noi ci avvaliamo del supporto del nostro fornitore di inerti, al quale affidiamo i rifiuti depositati nel nostro magazzino. Anche questo passaggio è allo stesso modo regolato da regolare formulario e documentazione necessaria. Tutte le macerie sono considerate come rifiuti speciali e di conseguenza vengono svolti una serie di controlli durante l’anno: si analizza due volte il materiale e lo stesso viene fatto per l’acqua, raccolta in appositi pozzetti, mentre l’analisi dell’aria viene svolta una sola volta l’anno. La burocrazia sembra essere un fattore non irrilevante nella gestione di questo servizio, è uno dei motivi per cui avete deciso di concentrarvi sul solo punto vendita di Brescia? Si, la gestione del servizio e della documentazione annessa è sicuramente molto impegnativa, considerando anche il fatto che eventuali incongruenze, errori o illeciti comportano anche gravi conseguenze. Oltre ai formulari e alle autorizzazioni, si devono compilare dei registri e avere sempre sotto controllo i dati relativi ai rifiuti raccolti. A maggior ragione nel nostro caso, in cui abbiamo scelto di prenderci a carico l’analisi dei rifiuti, a differenza di quanto avviene con le autorizzazioni promissorie che delegano al cliente (produttore dei rifiuti) questa incombenza. I risvolti possono anche avere risvolti penali. Nel nostro caso la scelta del punto vendita di Brescia dipende dal fatto che si trova in città e quindi relativamente lontano da cave o punti di raccolta rispetto ai cantieri aperti nel territorio urbano. Ci sembra naturale chiederle, dato l’impegno e il rischio che comporta questa attività, quali siano i motivi che vi hanno spinto ad offrire questo servizio e che continuano a rendervi operativi in questo ambito. Questo servizio viene molto apprezzato dai nostri clienti, che ormai sono davvero molti. I limiti per svolgere questa attività in effetti non sono pochi, penso alle rigidità normative o all’impegno che comporta l’adeguamento dei magazzini – non sempre possibile. Una valutazione puramente economica del servizio di per sé non lo rende quindi vantaggioso. Ma noi di Centredil abbiamo deciso di investire nel punto vendita in cui abbiamo pensato potesse esservi più sviluppo, con l’obiettivo di offrire un servizio sempre più completo al cliente, che viene quindi portato a usufruire di altri nostri servizi e a comprare da noi. Offriamo un’occasione in più per venire da noi. Dopo questi due anni di attività di raccolta rifiuti possiamo dire che la strategia funziona e i frutti del nostro lavoro vengono raccolti. In conclusione, ora che operate in prima persona nel settore di raccolta e stoccaggio di rifiuti, potete darci un’opinione personale rispetto un tema che, anche per i risvolti ambientali, è ormai di grande attualità? Oggigiorno si parla sempre più spesso di sostenibilità, di ambiente e dei problemi legati all’inquinamento e ai rifiuti. In un’ottica di sensibilizzazione e promozione di buone pratiche, penso che si dovrebbe fare in modo che la burocrazia e la normativa, con la loro severità, non siano ostacoli ulteriori alla risoluzione del problema. Manca molto anche l’aspetto formativo, cos’ che spesso i soggetti che producono o trasportano rifiuti non siano in realtà adeguatamente preparati. Penso alla quantità di volte che anche a noi è capitato di persone che avrebbero voluto scaricare del materiale da noi, ma senza essere provvisti delle autorizzazioni necessarie. A questo punto non è possibile che avvenga lo stoccaggio presso il nostro punto autorizzato. La domanda quindi è: queste persone dove hanno portato i loro rifiuti? Dove hanno scaricato quel materiale che non era stato analizzato o adeguatamente separato? Vi sono delle situazioni a cui si dovrebbe dare una risposta in via eccezionale, trovare un modo per regolarizzare ciò che non lo è ancora. Mancano una flessibilità di regolamentazione e il controllo di queste situazioni, non regolate ma molto frequenti. 6 Giugno 2016 motivi. I principali problemi individuati sono stati: il costo della procedura burocratica per ottenere e mantenere tutte le autorizzazioni necessarie, il costo per l’adeguamento dello spazio da dedicare alla raccolta dei rifiuti, la mancanza di personale specializzato e preparato per seguire adeguatamente il servizio. A queste si aggiungono, con minori segnalazioni, timori di incorrere in qualche sanzione anche penale e l’impossibilità di effettuare il servizio rispetto la località in cui ci si trova. LE PROCEDURE DA SEGUIRE Prima di approfondire la prassi da seguire una volta prodotto il rifiuto, riteniamo necessario puntualizzare riguardo la possibilità di riutilizzare i rifiuti da demolizione direttamente in sito, ad esempio come materiale da sottofondazione. Per effettuare questa pratica, non è possibile utilizzare i materiali di scarto così come sono, ma è necessario che siano trattati in appositi impianti di frantumazione e selezione, rispettando tutti i requisiti tecnici previsti dalla normativa (allegato C della circolare del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio del 15 luglio 2005). Andando per ordine, la prima cosa da dire riguarda il cosiddetto “deposito temporaneo”, definito come “raggruppamento dei rifiuti effettuato, prima della raccolta, nel luogo in cui gli stessi sono prodotti (…)”. Si tratta di una soluzione temporanea che non richiede nessun genere di autorizzazione, purchè si rispettino tutte le normative del caso. Esistono infatti delle limitazioni temporali, per cui i rifiuti devono essere raccolti ed avviati alle operazioni di recupero o smaltimento con cadenza trimestrale. Allo stesso tempo un criterio quantitativo impone un limite di accumulo di 30 metri cubi di cui solo 10 di rifiuti pericolosi. Nei can- Sari tieri edili il deposito può essere realizzato con l’impiego di un cassone mobile o accumulando un materiale in un’area specifica obbligatoriamente interna al cantiere. La fase successiva riguarda il trasporto del rifiuti e l’impresa responsabile può decidere di effettuarlo per conto proprio o di affidarsi a terzi. In ogni caso, per potersi occupare di questa operazione è necessario essere iscritti all’albo nazionale dei gestori ambientali ai sensi del c.8 art 212 D.lgs 152/06. I produttori di rifiuti con l’adeguata autorizzazione possono comunque effettuare il trasporto solo dei materiali che essi stessi producono. Rimane però frequente l’abitudine di avvalersi di imprese esterne autorizzate al trasporto ed è qui AGGIORNAMENTI NORMATIVI Dall’otto giugno 2016 è entrato in vigore il Dm 30 marco 2016 n.78, provvedimento relativo al Sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti (Sistri). Questo provvedimento mira a rendere più funzionale e ottimizzato il sistema di tracciabilità. Questo regolamento abroga il precedente Dm 52/2011, ma prevede ulteriori decreti per la definizione di alcuni aspetti. Il nuovo testo rimette ad altri futuri decreti la regolarizzazione delle procedure operative necessarie per l'accesso al Sistri, l'inserimento e la trasmissione dei dati, nonché quelle da applicare nei casi in cui si richiedano disposizioni differenziate o specifiche. Nel decreto si delineano i soggetti obbligati all’iscrizione ai sistri. Tra i soggetti non obbligati i produttori iniziali di rifiuti non pericolosi e gli enti e le imprese che effettuano l’attività di raccolta, trasporto e gestione dei rifiuti non pericolosi. Nel caso di questi soggetti, non iscritti, continuano ad applicarsi le norme in materia di tenuta del registro di carico e scarico, su cui vanno annotate le informazioni sulle caratteristiche qualitative e quantitative dei rifiuti entro dieci giorni lavorativi dalla produzione e dallo scarico. Giugno 2016 7