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COMUNE di LANDRIANO
LANDRIANO, 27 SETTEMBRE 2015
A
Don Armando Curti
PER IL COSTANTE IMPEGNO
PASTORALE E SOCIALE PROFUSO
AL SERVIZIO DELLA COMUNITA’
E IN PARTICOLARE
PER IL SUO ASSIDUO IMPEGNO
NEL RECUPERO ED IL RESTAURO
DELLA CHIESA DEI SS. QUIRICO E GIULITTA.
Prof. Massimo Piacentini
Arch. Roberto Aguzzi
Il Sindaco Maria Ivana Vacchini
LA CHIESA DI SAN QUIRICO E GIULITTA
NELLA STORIA DI LANDRIANO
La chiesa che abitualmente associamo all’Oratorio ha una storia molto antica. Essa è dedicata a due tra i primi
martiri del Cristianesimo: un bimbo di nome Quirico ( in greco Ciriaco ), il più giovane martire della Cristianità
e sua madre di nome Giulitta. Entrambi non vollero rinunciare alla loro fede cristiana e per tanto vennero martirizzati nella città di Tarso, nell’attuale Turchia, durante la persecuzione ordinata dall’imperatore Diocleziano
intorno all’anno 304. La truce scena del martirio è rappresentata in una grande tela dell’Ottocento, ancora esistente all’interno della chiesa. Il culto di questi santi ed in particolare quello del piccolo Quirico, divenuto presto
il santo protettore dei bambini, si diffuse in Europa fin dall’anno 418 ed è particolarmente diffuso nelle vicine
provincie di Milano e Varese.
La notizia più antica della chiesa di San Quirico risale al Medioevo e più precisamente all’anno 1264, ma non
possiamo escludere che la nostra chiesa possa essere più antica, considerata la sua dedicazione. Altrettanto
antica è infatti anche la devozione per la “Madonna della Cintura”, venerata in una cappella laterale della chiesa
e chiamata dal popolo la “Madonna dei fichi” per il fatto che la sua festa ricorre nei primi giorni di settembre,
quando la bella statua settecentesca della Vergine viene portata in processione per le vie del quartiere. Questa
devozione per la Madonna della Cintura è essa pure proveniente dalla attuale Turchia e questo particolare potrebbe non essere casuale. Nel VII secolo, infatti, la città di Costantinopoli, allora capitale dell’Impero romano
d’oriente, fu assediata per lungo tempo dagli Arabi, ma riuscì miracolosamente a resistere grazie alle sue mura,
dedicate appunto alla Vergine e simbolizzate dalla cintura, che rimanda appunto all’immagine della cinta muraria
che difendeva la città. Sappiamo che nell’Italia dell’Alto Medioevo, ancora pagana, giunsero molti missionari
provenienti appunto dalla attuale Turchia, i quali diffusero questo culto tra i Longobardi. Molte chiese di castelli
longobardi risultano dedicate infatti alla Madonna della Cintura.
In secoli più vicini a noi la devozione della Madonna della Cintura venne associata a quelle di Sant’Agostino e
di sua madre Santa Monica, raffigurati appunto con la Vergine della Cintura su una grande tela del 1600 un tempo
collocata a sinistra del presbiterio ed ora conservata in casa parrocchiale. Ancora due affreschi con le immagini
di Sant’Agostino e Santa Monica sono pure venuti alla luce nel corso dei recenti restauri ai lati della teca ove si
conserva la statua della Madonna della Cintura.
La chiesa di San Quirico potrebbe dunque effettivamente essere stata fondata in origine come cappella del vicino
castello, residenza degli antichi signori del paese, i Landriani, i quali vantavano appunto origini longobarde. La
famiglia Landriani mantenne per secoli il diritto di patronato sulla chiesa, cioè il diritto di sceglierne i parroci,
che allora erano spesso membri della stessa famiglia.
La chiesa di San Quirico, che fino al 1708 fu parrocchia autonoma nel paese, insieme all’altra di San Vittore, era
dotata di un proprio battistero con fonte battesimale (che verrà ricollocata nella posizione originaria) e di un
proprio cimitero, sul lato sinistro dell’edificio, nella attuale Piazza Piccola. Qui venivano sepolti gli abitanti del
quartiere omonimo, che nel 1683 contava 400 anime da comunione. I signori di Landriano erano soliti invece
seppellire i loro congiunti all’interno dell’edificio, secondo l’usanza del tempo. Due sepolcri sotterranei son
infatti ancora esistenti sotto il pavimento, ai lati della porta di ingresso della chiesa. Poiché l’attuale edificio è
insolitamente orientato con l’abside rivolta verso ovest, il che è esattamente l’inverso di ciò che prescriveva l’antica norma, è possibile che originariamente la facciata si trovasse invece dalla parte opposta rispetto a quella attuale, e cioè fosse allora rivolta verso il castello ed il fiume Lambro Meridionale, che scorre poco distante che
un tempo costitutiva la più importante via di comunicazione che attraversava il territorio.
A dimostrazione della importanza della posizione in cui sorgeva allora la chiesa, si consideri che la attigua piazza
Piccola, allora detta piazza di San Quirico, era il luogo del paese dove i notai del tempo rogavano i loro atti. Da
qui, seguendo la Gamberlata, uno stretto vicolo ancora oggi esistente, si scendeva lungo la riva del Lambro, in
un punto dove si praticava la pesca dei pregiatissimi gamberi di fiume e dove c’era un porticciolo prospiciente
il castello, che si innalza tuttora maestoso sulla riva opposta del fiume. La chiesa si inseriva dunque organicamente
in questo contesto fluviale, che comprendeva anche l’antica Piazza del Mercato (attuale area del parco di Via
Rimembranze), dove la vita sociale ed economica del paese doveva essere particolarmente attiva ed intensa. A
questo antico rapporto che univa la chiesa alla famiglia dei signori del paese ed al castello, potrebbero rimandare
forse le leggende e tradizioni popolari più volte raccolte, secondo le quali un passaggio segreto sotterraneo conduceva appunto dalle cantine di un’antica casa che sorge a destra della chiesa, detta la “Palazzina”(forse un
tempo la casa parrocchiale) direttamente fino al castello. In caso di pericolo dunque, in questo come in altre situazioni analoghe effettivamente documentate, il passaggio poteva consentire al parroco di trovare un sicuro rifugio entro le mura del castello.
Nei secoli successivi, quando il fiume e il castello progressivamente persero la loro importanza, la chiesa di San
Quirico diventò la sede della parrocchia del quartiere e l’edificio venne probabilmente ricostruito con l’orientamento attuale, cioè appunto con la facciata rivolta verso il paese e non più verso il fiume e il castello.
La chiesa di San Quirico venne riedificata nel secolo XV per disposizioni testamentarie del cardinale Gerardo
Landriani, appartenente alla famiglia dei capitani di Landriano, signori del paese. Eminente figura di umanista
e di diplomatico alla corte di Filippo Maria Visconti, Gerardo organizzò e partecipò personalmente, su incarico
del papa Eugenio IV, al Concilio di Basilea nel 1431. Aveva la sua residenza all’interno del castello di Landriano,
dove si può ancora vedere un capitello con le sue insegne: una mitria con il pastorale.
In seguito, nei primi anni del Cinquecento, con la fine dell’epoca sforzesca e l’avvento di Francesi e Spagnoli,
il casato dei Landriani andò incontro ad una progressiva decadenza, perdendo completamente il suo potere in
paese a vantaggio dei nuovi feudatari, i conti Taverna, che eressero il loro sepolcro di famiglia nella chiesa di
San Vittore. I lavori di ricostruzione della chiesa di San Quirico, ormai finanziati solo dalle offerte dei fedeli, andarono a rilento e rimasero interrotti per molto tempo, come attesta la visita pastorale del 1564. Nel 1708 infine,
quando la parrocchia di San Quirico venne soppressa e la chiesa aggregata a quella di San Vittore, il battistero
(ora restaurato riportando alla luce gli originari affreschi del 1600, raffiguranti appunto il battesimo di Gesù)
venne trasformato in cappella dedicata a San Giovanni Bosco ed il piccolo cimitero esistente all’esterno della
chiesa dismesso. Nel 1855, nel corso di un visita pastorale, la chiesa venne descritta come “bisognosa di molti
restauri”, in particolare riferendosi al soffitto in legno ( oggi ricostruito), allora in pessimo stato. Nell’anno 1910
per opera del sacerdote coadiutore Don Luigi Beretta, la chiesa di San Quirico subì un nuovo importante intervento di restauro su progetto dell’architetto Angelo Savoldi (1845-1916), che si ispirò all’architettura del Quattrocento lombardo. La attuale facciata, ricostruita in stile eclettico, risale all’anno 1927.
La chiesa, nel suo aspetto esterno ed interno, così come appariva prima dei recenti restauri, era dunque il risultato
di queste ultime ristrutturazioni, risalenti a circa cento anni fa.
A distanza di tanti anni era dunque tempo di rimettere mano a questo antico edificio, al fine di salvare dal degrado
un pezzo tanto prezioso della storia religiosa, artistica e sociale del nostro paese. A questo obiettivo ha inteso
dunque l’opera dell’attuale parroco don Armando Curti negli ultimi sette anni. Grazie all’intervento della
Parrocchia, alle offerte dei fedeli ed al sostegno economico dell’Amministrazione Comunale retta dal Sindaco Roberto Aguzzi, l’antico edificio, divenuto nel frattempo ormai pericolante, è stato da prima messo in sicurezza da un punto di vista strutturale e quindi restaurato degnamente anche dal punto di vista artistico al suo
interno, riportandolo all’originario aspetto che presentava nel 1600.
Massimo Piacentini
BIBLIOGRAFIA SULLA CHIESA DI SAN QUIRICO:
G. Bascapè, Storia di Landriano e dei suoi feudatari, Landriano, 1926
M. A. Cambieri, Terrae “De intus Papiam, Mediolanum et Laudem”. Landriano nei secoli XV- XVI,
Tesi di Laurea in materie letterarie, Università Cattolica del Sacro Cuore,
Facoltà di Magistero, Milano, 1953-54
G. Casati, Appunti dattiloscritti sulla vita ecclesiastica di Landriano, Pavia, 1979
Don F. Pietra, Memorie dattiloscritte, Landriano, s.d.
X. Toscani, Visite pastorali in diocesi di Pavia nel Cinquecento. Una documentazione guadagnata alla storia, Bologna, 2003.
Relazione storica sulla chiesa di San Quirico allegata alla Delibera della Giunta Comunale di Landriano n.55 del 22.4.09,
Approvazione progetto per il rifacimento della copertura della Chiesa dedicata ai SS. Quirico e Giulitta
redatto dagli architetti Luigi Chieca e Silvia Pizzetti
CHIESA SS. MM. QUIRICO E GIULITTA
RELAZIONE STORICA
CENNI STORICI GENERALI
Della chiesa dei SS. MM. Quirico e Giulitta in Landriano, situata nel centro storico a pochi passi dalla Sede comunale, si hanno notizie già alla fine del XIV secolo, quando in una “notitia cleri madiolanensis” del 1398 viene
citata la “Capella S. Quirici de Landriano” (notizia pubblicata in “Archivio Storico Lombardo”, anno 1900, parte
II, pagine 13 e 281).
Nell’archivio della Curia Vescovile di Pavia, il documento “Visite Pastorali del secolo XV” riporta la notizia che
il Vicario pastorale Amicus de Fossulanis (Toscani 1969), visitando il 18 settembre del 1460 la chiesa di San
Vittore in Landriano, estende la visita alla chiesa dei SS. MM. Quirico e Giulittan ed il Rettore della chiesa era
il Sac. Giacomo Landriani (Don F. Pietra, Memorie dattiloscritte, capo IV°- La Chiesa dei SS. Quirico e Giulitta).
Lo stesso Giacomo Landriani firma il 9 Settembre 1478 un testamento in cui lascia alcuni suoi beni alla chiesa
di S. Quirico, ed in un secondo atto in data 2 Maggio 1485 conferma quanto da lui stesso deliberato precedentemente (Giacomo Bascapé, Storia di Landriano e dei suoi feudatari, con note su Vidigulfo ed appendice di documenti, Landriano, 1926, in particolare pp. 69-71).
Le notizie successive risalgono alla visita pastorale di Ippolito de Rossi (pubblicata integralmente in X. Toscani,
Visite pastorali in diocesi di Pavia nel Cinquecento. Una documentazione guadagnata alla storia, Bologna, 2003,
f. 82 r. – 85 v.; f. 88 r. – 90 r.) svolta nel territorio di Pavia allorché il 12 Ottobre 1564 in Landriano visita la “ecclesiam parochialem sub vocabulo Sanctorum Quirici et Julete” specificando nel documento che la chiesa è frequentata da metà della popolazione di Landriano, mentre il resto degli abitanti fa riferimento alla parrocchiale
di San Vittore, sita dall’altra parte della “viam magnam que tendit ad Ponte Lambri” [n.d.r. Oggi via IV Novembre].
Il Vicario pastorale nota che la chiesa non è “plene constructa” dal momento che l’edificio più antico era stato
abbattuto poiché minacciava rovina. Di quest’edificio, all’epoca del documento si conservano solo una “capella
magna” e un campanile “sopra quo sunt due campane”, costringendo in tal modo il parroco a dire la messa nel
vicino e più sicuro oratorio di San Rocco.
Ad ulteriore testimonianza dello stato precario della chiesetta, nel documento pastorale si riportano le parole di
Girolamo da Landriano “filium quondam Domini Francisci”, di anni 64 e residente a Landriano da circa 7 anni:
questi sostiene che, poiché la “gesa de San Quirico” minacciava rovina, da circa 8 anni “fu prostrata et è stata
principiata poi la nova”.
Esiste una semplice citazione della Chiesa nella visita apostolica di Angelo Peruzzi del 1576 (Bernorio 1971),
mentre la successiva visita pastorale di cui si hanno notizie (conservata presso l’Archivio della Parrocchia di
Mappa del catasto di Maria Teresa d’Austria 1722.
Pavia, Archivio di Stato.
La mappa illustra, la situazione dell’abitato di Landriano all’inizio del Settecento.
La Chiesa dei Ss. Quirico e Giulitta all’epoca della stesura di questa mappa risulta essere a navata unica e rettangolare,
senza cappelle laterali e senza campanile.
San Vittore) risale al 1680 e da essa si apprende dell’esistenza sopra l’altare maggiore di S. Quirico di un “tabernaculo statis bene composito ac deaurato” che ha assunto grande importanza nel culto popolare in quanto vi
è rappresentata l’immagine della Madonna della Cintura molto venerata nel circondario.
La parrocchia di San Quirico fu soppressa nel 1708 (Toscani 1984) diventando chiesa sussidiaria.
“Da una visita pastorale del 5 Novembre dello stesso anno, veniamo a conoscere la lunghezza e la larghezza
della chiesa: lunga braccia 18 [n.d.r. Braccio pavese = 16 once = 62,9272 cm. e quindi 11,33 m. di lunghezza] e
larga braccia 19 e 9 once [n.d.r. Oncia = 3,933 cm. e quindi 12,31 m. di larghezza].” (Don F. Pietra, Memorie
dattiloscritte, capo IV°-La Chiesa dei SS. Quirico e Giulitta).
Dall’inserimento di queste misure sulla planimetria dello stato di fatto della Chiesa ci si accorge della perfetta
corrispondenza delle stesse con le dimensioni di parte dell’edificio attuale: vedi in fondo.
Nell’atto del 22 agosto 1727 “Inventario dello stato dei beni mobili et immobili et benefici delle Chiese parrocchiali di San Vittore e Santo Quirico del Borgo di Landriano” (conservato sempre presso l’Archivio della Parrocchia di San Vittore), viene riportato che la chiesa è “soffittata d’asse di pioppo all’antica” e che essa possiede
un coro con battistero, voltato e con al centro l’altare maggiore “con suo tabernacolo indorato e colorito con diverse figurine [...] circondato dalla parte davanti con sua balaustra di sariccio”.
È riportata inoltre l’esistenza di “una pitura sul muro esprimente la Madonna Adolorata con Giesù Spirante ad
ornata con sua cornice di legno bianco di pioppo con una picciol lampada di ottone. Dal medesimo latto vi è una
Mappa del cessato catasto 1867 - 1916.
Pavia, Archivio di Stato.
La mappa illustra, la situazione dell’abitato di Landriano all’inizio del Novecento.
La Chiesa dei Ss. Quirico e Giulitta è individuata con la lettera “E” preceduta dalla Piazza Piccola.
Evidenti alcuni ampliamenti, si nota l’aggiunta del campanile lungo la parete rivolta a sud. E’ altresì visibile sulla facciata ad est un’avancorpo che farebbe pensare all’ingresso adornato con pilastrini a mò di protiro.
picciola Ancona dove sono dipinte alcune Sante Vergine et Martire”.
Nel documento (conservato presso l’Archivio della Curia Vescovile di Pavia) che riporta la visita pastorale del
26 luglio 1855 si legge che: “Terminata la visita alla Chiesa Parrocchiale, Monsignor Vescovo accompagnato da
tutto il Clero si portava nel vicino Oratorio di S. Quirico, dove risiede uno dei due coadiutori titolari della parrocchia. quest’Oratorio di antichissima data si presenta bisognoso di molti ristauri. sopra la mensa dell’altar
maggiore trovasi come una specie di arca in legno dorato, ma per vetustà in molte parti resa indecente. Parecchie
statuette hanno mozze le braccia e le gambe, la maggior parte degli ornati sono per deperimento indecenti e cadenti, in complesso avrebbe bisogno di una totale riforma. Fanno parte di questi ornati due grandi Reliquiari,
portati da due angioli di legno dorato. La piccola navata dell’Oratorio trovasi colla soffita in legno ed in pessimo
stato”.
Nel 1881, in una successiva visita pastorale (documento conservato anch’esso presso l’Archivio della Curia Vescovile di Pavia), il vicario del Vescovo prescrive che nella “Chiesa sussidiaria de’ Santi Quirico e Giuletta la
tela greggia e fissa per coprire le pietre sacre dei due altari fosse sostituita da altra cerata e libera, che fosse indorata una patena e che nel confessionale si apponessero l’immagine del Crocifisso e le nuove tabelle dei casi
riservati”. Nel documento, non si fa cenno alle pitture su muro né ad altro tipo di copertura del soffitto.
“Il Sac. Luigi Beretta di f.m. nei restauri eseguiti nell’anno 1910, ha cambiato completamente la fisionomia della
chiesa. [...] Nei restauri della facciata, del coro, del campanile, nella decorazione di tutta la chiesa, profuse ingenti
somme e ne risultò una degna abitazione del Signore ed un gioiello d’arte. [...] Nel 1924 il Prevosto Amilcare
Comini faceva costruire la nuova Cappella in onore dei SS. Quirico e Giulitta in corrispondenza a quella in onore
della Madonna della Cintura. L’artistica costruzione, completa nelle sue linee armoniche, la bella chiesina.”
(Don F. Pietra, Memorie dattiloscritte, capo IV°-La Chiesa dei SS. Quirico e Giulitta).
Al 17 luglio 1929 risale un elenco manoscritto dal titolo “Conti della Chiesa dal 1860 al 1991” (conservato
presso l’Archivio Parrocchiale della chiesa di San Vittore) contenente le chiese e gli edifici ecclesiastici di Landriano in cui è riportato che l’oratorio di San Quirico è in muratura, coperto in parte con una volta e “il resto a
soffitto”, che il pavimento del presbiterio e della cappella è piastrellato, mentre la parte rimanente dell’edificio
è in mattoni, che ci sono tre porte e tre finestre.
Nello stesso documento si sostiene che lo stile dell’edificio è “attualmente raffazzonato in qualche modo. Si presenta però in modo assai decoroso. Facciata e campanile fatte da un 30 anni in stile goto lombardo”. La chiesa
era destinata al culto ed, in particolare, in essa si continuava a venerare la Madonna della Cintura con processione
annuale.
DESCRIZIONE ARTISTICA
La chiesa di San Quirico – come si è visto – è stata oggetto di numerosi rimaneggiamenti e, dell’antica fabbrica
non ci è giunto praticamente nulla ad esclusione dell’impianto dell’edificio.
Come tale essa è la più antica di quelle oggi esistenti nel Comune per la scomparsa della Chiesa di Santa Maria
delle Grazie, demolita nel 1858, edificata in tempi di peste e più precisamente nel 1485 per volontà dei nobili
Landriani e donata ai frati domenicani affinché vi predicassero, che sorgeva tra l’attuale “Castelletto delle Grazie”
Affreschi raffiguranti S. Agostino e S. Monica, due devozioni tradizionalmente associate al culto della Madonna della Cintura, affiorati nel corso dei recenti
restauri.
e l’Asilo delle Suore di Carità, nel quale esiste tuttora una cappella dedicata a Maria Bambina, proprio dove si
trovava un tempo l’altare maggiore della chiesa.
L’impianto risale al sec. XV e, come evidenzia G. Bascapè nella sua Storia di Landriano, “è in stile romanico
con soffitto a cassettoni legnei invece delle volte, che sono caratteristiche delle chiese romaniche del settentrione.
La chiesa, in effetti, si presenta con elementi romanici ed ha la facciata principale divisa in tre parti di cui quelle
laterali, rifinite in mattoni e pietra di colore chiaro, sono racchiuse all’estremo della facciata da semplici e robusti
contrafforti in cotto che si collegano, in alto, tramite un coronamento a capanna evidenziato da una tripla serie
di archetti pensili in cotto.
Nella parte centrale della facciata troviamo il protiro in pietra chiara che immette alla chiesa sovrastato da una
finestra ad oculo a sua volta dominata da una statua inserita entro una nicchia aggettante che divide in due parti
il primo dei tre coronamenti.
All’esterno, lungo il lato a mezzogiorno con l’ingresso secondario, svetta il campanile, realizzato anch’esso in
mattoni, che può essere suddiviso in cinque segmenti suddivisi da fasce orizzontali: ciascuna delle due parti inferiori presenta una semplice apertura a feritoia, alta e stretta mentre nella terza vi è una monofora e nella quarta
si trova un’apertura ad oculo; la parte superiore del campanile, separata dalle altre da una ritmata serie di archetti
pensili in cotto richiamanti il motivo di coronamento della facciata, ospita la cella campanaria.
L’interno, a navata unica, presenta una terminazione a presbiterio con chiusura absidale a conchiglia nei cui
spicchi in muratura sono raffigurati quattro angeli a figura intera, con le mani giunte in preghiera e, al centro, la
SS. Trinità (Dio Padre, Gesù benedicente e, ormai quasi illeggibile a causa dei danni igroscopici, la colomba
dello Spirito Santo).
Lungo la navata, si aprono tre cappelle, due di forma e posizione simmetrica rispetto all’asse longitudinale della
chiesa entro cui sono inserite statue di fattura moderna mentre la terza, posizionata nell’angolo ad est dell’edificio,
ha funzione di battistero.
Gli ultimi lavori effettuati sul monumento risalgono al 1927 anno in cui fu realizzata la facciata attribuendole
l’attuale stile eclettico, particolarmente in auge nel restauro stilistico di quell’epoca.
La storia recente vede negli ultimi anni del secolo scorso, alcuni lavori di manutenzione in copertura a causa
delle pessime condizioni della stessa - già evidenziate nella visita pastorale del 1855 - i quali non sono però stati
in grado di fermare il degrado in forte stato di avanzamento cha ha condotto alla necessità di rimuovere il soffitto
in arelle fortemente infestato da insetti xilofagi e blatte.
Allegato alla Delibera della Giunta Comunale di Landriano n.55 del 22.4.09,
Approvazione progetto per il rifacimento della copertura della Chiesa dedicata ai SS. Quirico e Giulitta
redatto dagli architetti Luigi Chieca e Silvia Pizzetti
IL RILIEVO DELLE GEOMETRIE E DEI MATERIALI
Prospetto EST
Prospetto SUD
Prospetto NORD
Prospetto OVEST
DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA RELATIVA ALLE FASI
DEL RESTAURO
Stato della struttura lignea del controsoffitto
L’Altare Maggiore settecentesco
Affresco raffigurante il Battesimo di Cristo raffigurato nella Cappella di San Giovanni Bosco, originario Battistero della Chiesa di San Quirico.
L’affresco con la “Madonna Addolorata e Gesù spirante” descritto in occasione della visita Pastorale del 1727
(Parete destra della navata)