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La Parola dell’assistente
XXXIII domenica del Tempo Ordinario (Mt 25, 14-30)
Commento alla Parola di don Mario Botti (Assistente unitario AC – diocesi di Crema)
Buona domenica a tutti! Oggi Gesù ci ha raccontato la parabola dei talenti. I talenti sono i beni che Dio affida
gratuitamente a ciascuno, il Vangelo sottolinea: secondo la capacità di chi deve ricevere! Dio dona quanto
ciascuno può ricevere e in modo diverso gli uni dagli altri, perché ti ama, ci ama personalmente e sa che
ognuno realizzerà la sua vita e contribuirà al bene della storia dando un proprio apporto personale. Non
possiamo gustare la vita se andiamo avanti imitando gli altri(oggi rischiamo molto di pensarci vivi perché
scimottiamo comportamenti e idee), ma, senza escludere ciò che dagli altri possiamo imparare, siamo
chiamati a esprimere la nostra unicità!
Cosa sono questi talenti? Sono i doni che Dio ci affida: la Chiesa che siamo chiamati a far crescere nella
corresponsabilità; la Sua Parola che siamo chiamati ad accogliere e vivere nella sua originalità e radicalità; il
Suo Spirito che accolto fa’ fiorire il nostro cuore anche quando risulta troppo insensibile e indurito; i poveri
accolti come segno vivente del Signore e dai quali imparare anche a ricevere ciò che essi ci possono regalare;
la nostra vocazione espressione della nostra unicità. Ognuno di noi infatti è un ‘sogno di Dio’ chiamato a
diventare ‘realtà’.
Quindi la parabola prosegue dicendo che questo padrone chiama i servi per fare i conti con loro. Qui
dobbiamo essere attenti a non pensare a Dio come Colui che vuole restituzioni. Qui Dio non sta chiedendo
restituzione per sé, vuole invece indicarci il modo per realizzarci pienamente. L’unico modo che l’uomo ha
per la sua realizzazione corrisponde al far fruttificare i doni ricevuti, che è come dire a vivere la vita e
l’esperienza di fede con fantasia e con audacia, con profezia! Senza rassegnazioni inutili e troppa
abitudinarietà! Prova del fatto che Dio non aspetta restituzioni per sé è dato dal suo atteggiamento
esageratamente generoso. Infatti dirà ai servi che hanno fatto fruttificare i doni: “Sei stato fedele nel poco. Ti
darò autorità su molto. Prendi parte della gioia. Della mia stessa gioia! Dio ci aspetta per moltiplicare per noi
la gioia! I servi vanno per restituire e Lui rilancia il dono centuplicato!
Ma c’è un terzo servo, racconta la parabola, che restituisce il talento senza averlo fatto fruttificare. L’ha
nascosto sotto terra. Come a dire che quel servo è vissuto nel nascondimento (non chiaramente il
nascondimento suggerito dal Vangelo), ma sottraendosi a tutto e a tutti. Vivendo come tutti con ripetitività,
secondo uno schema standardizzato. Pensava che restituendo ciò che aveva ricevuto fosse già sufficiente. “Ti
ridò quanto mi hai dato, che vuoi di più?” La paura lo ha paralizzato. Ha vissuto una fede fatta di
“conservazione sottovuoto”, perché non andasse a male. Ma se ciò vale per alcuni prodotti alimentari, non è
certo valido per i doni riguardanti la vita! Se abbiamo paura di Dio, non diventeremo mai santi!
Come conclusione riassumiamo con due pensieri:
1 Che significa trafficare i talenti? Cosa chiede il Signore? Lo comprendiamo dalla sua risposta: Sei stato
fedele o infedele nel poco … Ci è quindi chiesto di essere fedeli a ciò che abbiamo ricevuto, a ciò che
sappiamo fare, fedeli là dove la vita ci ha messi, fedeli al proprio quotidiano. Lo dico con l’espressione di uno
scrittore”Quel che un altro avrebbe fatto tanto bene quanto te, non farlo. Sii fedele a ciò che esiste soltanto in
te!”. In questo caso la fedeltà dice che quel dono che poteva venire solo da te, tu l’hai offerto!
2 Questo Signore ci invita a trafficare. Sa che possiamo anche sbagliare, ma si fida di noi affidandoci i suoi
beni! La sua fiducia nei tuoi, nei miei confronti è concreta, infatti consegna a te, a me, i suoi doni più cari e
lascia che nella nostra libertà noi abbiamo ad accrescerli o a sciuparli! Non possiamo che sentirci commossi
ed esterrefatti per questo suo modo di amarci e di appoggiarsi a noi! Questo nostro Signore è veramente un
grande. Anche se noi ci sentiamo molto piccoli perché a volte giochiamo a nasconderci da Lui, ma questa
parola ascoltata non può che risvegliare in noi il desiderio di essere come Lui ci chiede!
Preghiamo gli uni per gli altri, per essere nel numero dei servi fedeli e tutti insieme lodiamo il Signore perché
è buono. Eterna è la sua misericordia. Amen