Classe: storie di concetti. Influenze dei linguaggi ordinari sui
Transcript
Classe: storie di concetti. Influenze dei linguaggi ordinari sui
CLASSE: STORIE DI CONCETTI Influenze dei linguaggi ordinari sui linguaggi scientifici* Giampietro Gobo dottorando Dipartimento di Politica Sociale Università di Trento via Verdi 26 38100 TRENTO *Desidero ringraziare G. Cambiano, M. Cardano, G. Ferrari, T. De Mauro, A. Edwards, A. Marradi, A. Melucci, A.Schizzerotto e Anna Lisa Tota che hanno gentilmente discusso con me alcune parti del saggio. Un grazie anche a P. Barbetta, G. Braccesi, A. Falcon, R. Mazzolini, H. Mehan e L. Raditza che nella fase di preparazione hanno fornito consigli e preziose indicazioni. 1. INTRODUZIONE Il saggio concetti di si propone `classe' di costruire documentando una come breve essi, storia dei prim'ancora che costrutti scientifici (botanici, matematici, logici, geologici, economico-sociologici), siano costrutti dei linguaggi ordinari. Da qui sarebbero poi giunti alle scienze naturali e successivamente introdotti nelle scienze sociali. Entrambe le scienze, quindi, non avrebbero fatto altro che specializzare usi linguistici non- scientifici. In secondo luogo cerco di sviluppare argomentazioni a sostegno della tesi che, pur essendoci innumerevoli differenze fra i concetti di `classe' ottocenteschi e quelli di epoche precedenti, tuttavia essi sembrano latori di una nozione d'ordine che li accomuna. L'obiettivo non e' certamente rintracciare un filo che colleghi tutti i concetti di classe e nemmeno trovare degli antecedenti storici per i concetti moderni, bensi' risalire agli stereotipi e pregiudizi ideologico-culturali che hanno concepito i fenomeni sociali come oggetti naturalmente ordinati e hanno dato vita all'attivita' di classificare gli esseri umani. Per ragioni di spazio non mi occupero' del dibattito epistemologico legato alla fondatezza o meno dell'oggetto `classe sociale', ne' della concezione marxiana di esso (a tal fine mi sembra ancora fondamentale l'opera di Ossowsky <1963>) e nemmeno della recezione di tale concetto sviluppati in altra sede <Gobo 1992>. 2 in sociologia, tutti temi 2. NASCITA DEI CONCETTI DI `CLASSE' NEI LINGUAGGI ORDINARI 2.1 Le societa' ateniesi Nella ricerca di antecedenti nei significati dei termini si e' soliti iniziare con il mondo greco. Il motivo di cio' puo' essere semplicemente la difficolta' di recupare informazioni su altre societa' antiche quali quelle indiane, asiatiche, africane, etc., oppure la convinzione che i fondamenti del pensiero occidentale nascano proprio nella piccola penisola attica. Per quanto concerne questa convinzione sembra, invece, che "l'immagine della Grecia come origine filosofia moderna" <Cambiano 1988, 4>. e' un prodotto della Il termine `classe' pare non essere presente nelle societa' ateniesi. Anche se alcuni autori latini ne hanno proposto diverse derivazioni dal greco (da kalos -bello-; da klasis e il relativo verbo kaleo -chiamare- 1 indicante sia una moltitudine di uomini o di cittadini convocata, radunata, chiamata a raccolta -Senofonte e Aristofane- sia denominazione, nome, designazione; infine da klasis e il relativo verbo klao indicante frattura, spezzamento, frangere) pare pero' sufficientemente documentato che siano tutte etimologie prive di una giustificazione fonetica <De Mauro 1958, 326>; inoltre il termine klasis e' scarsamente usato dagli autori greci. 1 A questa derivazione "s'oppone il fatto che nell'intera tradizione latina `classis' appaia come `nomen rei' e mai come `nomen actionis'." <De Mauro 1958, 327> 3 Non solo il termine, ma anche il concetto di `classe' pare estraneo alla cultura ateniese. Diversamente da Gallino <1978, voce `classe'> sembra non presente negli ateniesi l'idea di porre in classi il mondo sociale. La polis, diversamente dalla civitas latina, non appare pensata come chiaramente articolata in precise fasce sociali distinte. Pur essendo presenti distinzioni fisiche (fra uomini e donne, fra coloro che hanno la pelle scura - perche' lavorano tutto il giorno sotto il sole - e quelli che hanno pigmentazioni diverse), sociali (ricchi e poveri, liberi e schiavi), politico-legali (cittadini e non cittadini), tecnicofinanziarie in base al reddito, militari in base alle mansioni nell'esercito, partitive (maggioranza e minoranza, pochi e molti), nessuna di queste sembra mai pensata ad un ulteriore grado di generalita': una classe. Cioe' queste classificazioni pare non vengano mai spinte oltre la descrizione fenomenologica e ancor meno connesse a categorie di tipo economico. Inoltre gli stessi termini vengono utilizzati per definire concetti diversi; cosi' i poneroi sono sia i poveri, sia coloro fisicamente brutti, sia persone immorali. Inoltre nella `Politica' Aristotele include nei poveri una popolazione molto varia (uomini liberi che lavorano per la sussistenza, contadini che lavorano su terre di loro proprieta', mezzadri, artigiani in proprio, bottegai) e non li identifica solo con gli indigenti, mendicanti ed oziosi. L'accenno che egli fa ad una fascia mediana di popolazione (to meson) appare prettamente un imperativo ideale, 4 senza un referente empirico concreto, legato alle istanze normative della sua dottrina per cui il giusto e il naturale stanno sempre nel mezzo, lontano dagli eccessi che conducono al disordine. I resti delle opere di Solone stesso sono descritto troppo la sua frammentari attivita' per di sapere se suddivisione gli dei abbia mai cittadini in cavalieri, zeugiti, teti e pentacosiomedimni, a seconda della loro capacita' finanziaria di contribuire personalmente alla costituzione, all'occorenza, di un esercito. La stessa metafora militare per descrivere politicamente la composizione della polis, il che puo' far pensare ad una similitudine della taxis greca con la classis latina, pare poco usata nel linguaggio degli ateniesi contrariamente ai romani, i quali sembrano maggiormente sensibili e consapevoli delle istituzionalizzate distinzioni nell'accesso al sociali senatus. tant'e' Per che vengono queste ragioni sembra fuorviante parlare di classi per le societa' ateniesi <cfr. anche Finley 1981, 5 e 76>. 2.2 Le societa' romane Significati arcaici. Le ricerche glottologiche finora condotte danno per assodata la derivazione etrusca del termine `classe'. Classis indica originariamente la falange oplitica, cioe' l'esercito. Inizialmente a Roma, dopo l'arrivo degli Etruschi, "la cittadinanza era divisa in due, la `classis' (coloro che potevano essere chiamati a prestare il servizio militare sulla base delle loro condizioni economiche) ed i cittadini infra classem." <Ogilvie 1976, 46> Classe nasce quindi all'interno 5 del linguaggio militare come ordinanza per poter immediatamente mettere insieme un esercito per la difesa termine della assume citta'. anche un Successivamente, significato nel VI giuridico. sec a.C., Servio il Tullio divide il popolo romano in cinque fasce in base al censo pagato per finanziare un arruolamento (legio) a scopi bellici; la classis e' appunto il registro dove vengono elencati i cittadini forniti dei requisiti necessari. "In un primo momento `classis' indico' solo il primo dei cinque gruppi, e solo successivamente, indebolitosi il valore militare dell'ordinamento serviano, il termine indico' gli altri quattro." <De Mauro, 1958, 327-8> Coloro invece che non possono pagare, e quindi non rientrano in nessuna di queste classi, vengono chiamati `proletari'. Ma nella societa' romane arcaiche, tanto sembra profondo il concetto di clas-sificazione sociale, anche coloro che non possiedono nulla sono, in qualche modo, una classe. In ogni caso in questo periodo le classi rappresentano il collegium nominum che ha funzioni elettorali e in corrispondenza al pagare o meno le imposte viene assegnato il titolo all'esercizio di certi diritti. L'eta' imperiale. In piena eta' imperiale appaiono i primi documenti che testimoniano un uso del termine svincolato dalla originaria terminologia giuridico-militare. Oltre agli usi tecnici, sia militari che giuridici (in questo periodo classis viene esteso anche alla flotta, e non piu' solo all'esercito, assumendo cosi' un significato marinaresco), si fanno strada almeno tre diversi usi del termine: uno dispregiativo, uno ironico 6 ed uno scolastico. Anche se a volte il confine tra l'ironia e il disprezzo puo' essere incerto, il primo significato (che deriva dall'accezione serviana) lo ritroviamo, in senso marcatamente ironico, in Cicerone (I sec. a.C.): "essere la prima classe dei cittadini" <Cic. Phil. 2, 82>; "quintae classis (esse)", cioe' essere di infimo rango <Cic. Ac. 2, 73>; nello stesso periodo anche in Orazio <Sat. I 2, 47>; successivamente in Apuleio (II sec. d.C.) che, parafrasando l'uso scolastico, lo applica ad una disciplinata fila di formiche. Nel II sec. a.C. `classicus' e `proletarius' divengono aggettivi opposti; classicus sta ad indicare la prima classe dei cittadini e piu' tardi una persona di prim'ordine, esemplare nel suo genere, eccellente, da prendere a modello. Proletarius diviene sinonimo di volgare, triviale, plebeo come in Plauto <Mil. 752> e Gellio (II sec. d.C.). Nel I sec d.C. il termine si estende anche al campo scolastico. Quintiliano <1,2, 23-24> parla di "distribuire i fanciulli nelle classi" ed usa l'espressione "classem ducere" per indicare l'essere il primo della classe. I precettori, in base alle loro valutazioni sull'ingegno dei ragazzi, inseriscono gli scolari in classi diverse. In ogni caso, sin dal I sec. a.C., contrariamente al termine `coetus', che significa una turba tumultuante di persone, `classis' "indicava di solito (si) un insieme di uomini, ma un insieme formatosi non occasionalmente o caoticamente, sibbene secondo criteri prestabiliti e per un certo fine, politico o militare che fosse." <De Mauro 1958, 312> Questa nozione d'ordine sembra realizzarsi 7 specialmente quando classis e' usato congiuntamente a verbi quali divido, discribo, distribuo; e "senza dubbio tale nozione (d'ordine) ha favorito in eta' moderna l'assunzione di classe nella terminologia della scuola e della scienza, e da cio' ha tratto nuovo vigore." <idem, 329> Nonostante che lo stesso termine `classe' sussuma, durante i secoli, concetti molto diversi e non commensurabili fra loro, tuttavia si puo' notare una costante nei disparati usi che in Europa si sono fatti di questo vocabolo. Questa costante, racchiusa in una visione del mondo come realta' ordinata, introdotta dal legislatore Servio Tullio (o chi per lui), inaugura una tradizione durevole: maestri di scuola, gesuiti, librai, biologi, economisti, politici, hegeliani, rivoluzionari, storici, sociologi, politologi, "tutti i protagonisti della storia linguistica di `classe', di tale vocabolo si sono serviti ogni qualvolta si e' posto un problema di riordinamento, di organizzazione. Cosi', la nozione d'ordine che domina gli usi di classis nella lontana latinita' dura ancora nei tempi moderni." <idem, 313> 2.3 Dal Medio Evo al XIX secolo Nel Medio Evo, accanto ad un uso nei linguaggi ordinari, il termine classis e' utilizzato da giuristi ed eruditi sia nell'accezione di collegium sia soprattutto in quella di flotta. In quest'ultimo senso la usa poeticamente Dante, ma poi tale accezione scompare del tutto. Nell'altro significato Machiavelli pare il primo ad averla usata in italiano (idem, 331>. Nel Rinascimento, ad opera dei gesuiti, classis riprende l'accezione 8 scolastica latina. Questo significato si estende poi in tutta Europa. Nel Cinque e Seicento il termine e' usato anche dai librai, i quali se ne servono per catalogare le pubblicazioni. Tale utilizzo (insieme a quello di "classe degli scrittori", "classe dei poeti") prelude al successivo uso del termine in senso naturalistico e codificatorio. In Inghilterra, nello stesso periodo, class e' detto delle scaffalature dei libri. Cosi' classe comincia ad essere legato ad una professione, ad un obiettivo, preparando l'uso della parola nella accezione funzionale <idem, 333>. In questo Paese, per tutto il `600 e `700, il termine pare comunemente usato con significato ordinale, di funzioni sociali svolte. Classe appartiene ad una medesima terminologia; e' sinonimo di ordine, rango, stato, condizione. Nello stesso "classe media". Nel secolo Robinson pero' s'affaccia l'idea Crusoe (1719) Defoe di di e una nella Clarissa (1748) di Richardson si fa riferimento a tale espressione che dal 1790 comincia a diventare molto popolare. Il termine `classe media' comincia ad assumere connotati positivi venendogli attribuite numerose virtu'. Alla fine del secolo questa ter- minologia viene pero' soppiantata; ma mentre gli altri termini scompaiono classe rimane, forse perche' vocabolo semanticamente non troppo compromesso. Inoltre viene ancora usato nella logica matematica e nelle scienze naturali dando quindi l'impressione di essere un termine oggettivo. Oramai tutti riconoscono agli esseri 9 umani una egualianza giuridica (formale dira' poco dopo Marx) e occorre un termine a-valutativo che renda conto delle differenze sociali rilevate. Abbiamo quindi un periodo di transizione durante i quale i vecchi termini scompaiono e ne affiorano di nuovi anche se in modo ancora confuso. Alla fine del diciottesimo secolo sono frequenti le espressioni come "classe piu' bassa", "membri della classe lavoratrice", "la classe modesta" (middling class) ma solo "intorno al 1820, alcuni cominciarono a parlare in termini (gerarchici) di sistemi di `classe' in base alla loro relativa posizione o `altezza', ed e' altrettanto importante il fatto che gli stessi si dimostrassero pronti, almeno in qualche occasione, ad assegnare se' stessi ad una classe. <Furbank 1985, 13> 2 Cosi' intorno essenzialmente al 1830 relazionale, classe un si trasforma epiteto in sociale un al concetto fine di stabilire la distanza nelle interazioni, di includere o escludere le persone come appartenenti o non al mondo del parlante. In Francia, abbastanza nella comune fra seconda gli meta' del scrittori. `700, Esso il termine significa e' soltanto `categoria' in opposizione a `ordine' e `stato' termini ritenuti carichi di implicazioni gerarchiche (considerati quindi fortemente valutativi) e legati a una teoria della societa' come avviene in Gran Bretagna. Questa accezione rimane attiva ancora per molto tempo tant'e' che Sewell, studiando il linguaggio dei lavoratori francesi durante la rivoluzione del 1848, sottolinea che `classe' e' un termine usato per designare categorie sociali di ogni genere 2 Proprio questo modello culturale sembra guidare la distinzione delle classi nei treni inglesi. A questo periodo risale la prima ferrovia Darlington-Stockton, inaugurata nel 1825. 10 e i lavoratori lo utilizzano spesso come sinonimo di `mestiere' o `professione' (es. la classe dei tipografi e degli stampatori). Infatti fino al 1830 i valori e le pratiche dei lavoratori urbani sono in qualche modo corporativi e il loro linguaggio "era intessuto di una terminologia apparentemente arcaica risalente alle sistema delle gilde e delle corporazioni dell'ancien règime. (...) La nuova visione socialista dei lavoratori (...) era fondata su un'antichissima concezione della comunita' artigianale." <1980, 5> I lavoratori urbani sono organizzati in corporazioni di mestieri che si oppongono al sistema economico vigente e non necessariamente al regime politico di allora. Fra il 1830 e il 1834 abbiamo un primo cambiamento nella ideologia dei lavoratori. Il loro codice linguistico comincia a ridefinire le corporazioni operaie come "societa' libere a partecipazione volontaria basate sulla volonta' comune dei produttori del mestiere e (tale codice) progetto' lo sviluppo della proprieta' associativa dei mezzi di produzione." <idem, 470> Il termine ordinale continua pero' ad essere molto usato; "fino al 1848 il termine `classe' e persino il termine `classe lavoratrice' rimasero semplicemente designazioni descrittive; `proletario' o `aristocratico' o `associazione' possedevano cariche politiche ed emotive potenti, ma `classe' non ne possedeva alcuna." <idem, 472> Il termine `classe' pare quindi ancora estraneo alle indicazioni politiche e utopistiche apportate solo successivamente dai movimenti di lavoratori francesi durante la rivoluzione del `48. I valori dei lavoratori, anche nel 1848, sono piu' in sintonia con termini che implicano unita' -come `associazione'- 11 che non con termini che sottolineano distinzione, come `classe'. I loro valori sembrano improntati ad una morale universalista e il conflitto non pare una questione tra lavoratori e datori di lavoro. "Nelle loro idee, la loro illuminata, non la coscienza di rappresentava una vendetta sui trascendere lo sfruttamento e <idem, 473> era la coscienza dell'umanita' una classe. Il loro socialismo non loro sfruttatori, ma un mezzo di di creare una giusta societa'." 3.DAI DISCORSI NEI LINGUAGGI ORDINARI AI DISCORSI NEI LINGUAG-GI SCIENTIFICI. 3.1 UN CONCETTO `SISTEMATICO' DI CLASSE 3.1.1 Controversie in botanica Nel 1735 esce il Systema Naturae, dello svedese Linnaeus, in cui vi e' una esplicita divisione del regno vegetale in 24 classi. Il sistema linneano e' posto lungo una scala categoriale: in cima si trovano i tre regni della natura, poi le classi, gli ordini, i generi, e alla fine le specie. Puo', inoltre, essere interessante notare la natura analogica del termine `regno' usato da Linnaeus; il richiamo alla politica rara amiccare ancora monarchia nell'Europa ai anziche' della fondamenti prima di alla meta' repubblica del senso-comune (forma `700) delle sembra scienze. Inoltre proprio "mentre la coscienza europea entrava in crisi, mentre dalle menti e dagli animi svaniva la vecchia immagine antropocentrica del mondo... intenti nel loro lavoro e come incuranti d'altro, i primi naturalisti restauravano le scienze della natura e si apprestavano a consegnar(le) alle generazioni seguenti... 12 saldamente ancorate ad una visione `politica', antropocentrica del mondo animale e vegetale: ...muovendosi almeno inizialmente sulle orme di Aristotele, concepirono la natura come un ordinato `regno', con le sue `genti', le sue `stirpi', le sue `famiglie'." <De Mauro 1958, 314> Nelle scienze naturali l'uso del termine `classe' sembra quindi guidato da una concezione politicamente conservatrice e cognitivamente immobile della realta'; paradossalmente lo stesso termine, solo nel secolo successivo, sara' utilizzato con intenti rivoluzionari. A quel tempo il dichiarato compito della storia naturale assolvere e' disporre tale e compito denominare i gli naturalisti oggetti si osservati. schierano per Per due differenti ed opposte tecniche: il Sistema (Linnaeus) e il Metodo (Buffon, Adanson, Bonnet). Il conflitto fra le due tecniche sottintende anche un conflitto fra due diverse concezioni del classificare e del "fare scienza". Buffon sostiene che le nostre idee generali "sono relative ad una scala continua di oggetti, della quale non scorgiamo nettamente che i punti mediani e di cui gli estremi dileguano e sfuggono sempre piu' alle nostre considerazioni... Piu' si aumentera' il numero delle divisioni delle produzioni naturali, e piu' ci si avvicinera' al vero, giacche' non esistono realmente nella natura se non individui, e poiche' i generi, gli ordini, le classi (sottolineature mie) non esistono se non nella nostra immaginazione" <1764, cit. in Foucault idem, 164>. Non meno risoluto pare Bonnet: "non vi sono salti nella natura: tutto vi e' graduato, sfumato. Se fra due esseri qualsiasi, esistesse un vuoto, quale sarebbe la ragione del passaggio da uno all'altro? Al di sopra e al di sotto di ogni essere, troviamo altri esseri che vi si avvicinano per taluni caratteri, e che da esso si allontanano per altri". Si possono sempre scoprire "produzioni mediane", come il polipo tra il vegetale e l'animale, lo scoiattolo volante tra l'uccello e 13 il quadrupede, la scimmia tra il quadrupede e l'uomo. Quindi le nostre distribuzioni in specie e in classi "sono puramente nominali", dipendono interamente da cio' che si vuole ottenere con esse; non rappresentano altro che "mezzi relativi ai nostri bisogni conoscenze" <cit. in Foucault, idem> e ai limiti delle nostre Sin dall'inizio, in ambito scientifico, i concetti di `classe' divengono oggetto di accesse discussioni: da un lato si ritiene che le classi stiano nella natura, rappresentino l'ordine oggettivo delle cose; dall'altro si afferma che esse esistono solo nelle teste degli osservatori-scienziati. Linnaeus sembra dare una svolta nell'uso del termine classis-classe assegnandogli una nuova vitalita'. Il concetto botanico di classe, rappresentando un'estensione della classis serviana ad un altro contesto, pare condurre soltanto ad una nuova specializzazione del termine e dei concetti usati nei linguaggi ordinari e giuridico piuttosto che a un cambiamento sostanziale del suo significato. Le accezioni `scientifiche' di classe sembrano, quindi, presentarsi come folk categories, come concetti con profonde radici nel senso-comune <Bourdieu 1987>. Linnaeus pare comunque convinto che l'universo sia un meccanismo fisso e perfettamente ordinato e classis sembra adattarsi ai suoi scopi, racchiudendo quella nozione d'ordine di origine militare precedentemente accennata. 3.1.2. L'ingresso del termine in economia La voce `classe' non compare nell'Encyclopedie di Diderot (il 14 primo volume esce nel 1751) anche se due dei principali collaboratori (Quesnay e Turgot) utilizzano il termine nei loro saggi che compongono le voci `Uomini' e `Tassazione' dell'Encyclopedie stessa <Benenson 1987, 22-25; Gobo 1992>. Quesnay dice che la nazione e' riducibile a tre classi di cittadini: la classe produttiva, la classe dei proprietari e la classe sterile. Egli e' convinto di aver costruito una teoria scientifica della societa', una precisa secondo la sistematica natura per delle descrivere cose anziche' una realta' secondo una obiettiva divisione gerarchica creata dagli uomini. Egli usa il termine `classe' in conformita' scienza alle delle fondamenti scienze relazioni scientifici. naturali, allo economiche Medico che personale scopo di fondare possieda di Luigi una i medesimi XV, Quesnay applica ai fenomeni di circolazione della ricchezza l'analogia della circolazione del sangue derivante dalle sue esperienze scientifiche. La vita sociale, a somiglianza del corpo umano, e' per Quesnay un grande organismo guidato da principi universali che rispecchiano politica l'ordine economica rispetto di naturale dovrebbe questo voluto pertanto ordine dalla Provvidenza. consistere (fisiocrazia) nel La completo realizzato con l'astensione dei governanti da qualsiasi intervento nell'attivita' economica. Con i philosophes (di cui Quesnay e' il leader) il termine `classe' dilaga in tutta Europa e gli economisti inglesi (primo fra tutti Smith) ne vengono profondamente influenzati. Inoltre Quesnay pare essere il primo a concepire l'economia come 15 una totalita' (Schumpeter 1954, 223-243), un intero, fatto di parti fra loro interrelate e interdipendenti. 3.1.3 Agli albori delle scienze sociali: Saint-Simon Coloro che sembrano dare un impulso decisivo all'affermazione di un nuovo concetto di classe sono Saint-Simon (1760-1825) e, dopo lui, i suoi seguaci. Dopo il 1822, nelle fasi finali dello sviluppo della sua dottrina, l'autore porta alle estreme conseguenze le implicazioni sociali di un'idea che ha per la prima volta notato nelle opere del fisiologo Bichat (1771-1892) 3 . "Egli trovo' in tali opere una divisione degli uomini in tre classi naturali, tipi psico-fisiologici per cosi' dire, in ciascuno dei quali predominava una qualita', cioe' il motore , il razionale, l'emotivo. Negli ultimi anni Saint-Simon adotto' questa triplice divisione come struttura ideale della buona societa' del futuro in contrasto con i ruoli innaturali esistenti ai quali gli uomini erano vincolati per nascita e per caso." <Manuel 1962, 161> Il nuovo filosofo della societa', convinto che la fisiologia sia l'unica costruisce base solida diversi su schemi cui di costruire una classificazione teoria sociale sociale, sino a giungere a tre classi naturali mutuamente esclusive: la capacita' razionale (il cervello) e' il fulcro dell'attivita' degli scienziati che hanno il compito di scoprire le leggi positive e tradurle in guide per l'azione sociale; la capacita' motrice di 3 Medico ed anatomista francese precursore della `Teoria cellulare' di Rudolf Virchow (1821-1902), patologo tedesco che influenzo' con le sue teorie molte impostazioni dottrinarie del XIX secolo (es. il concepire lo Stato come un organismo animale). Puo' essere interessante notare come siano proprio due medici (Linnaeus e Quesnay) i rivitalizzatori dei concetti di `classe'. 16 Bichat e' trasformata nella classe industriale (amministratori e lavoratori manuali); sensibile di religiosi, la Bichat, terza e' insegnanti di classe, formata etica, corrispondente dagli etc. artisti, che hanno all'uomo poeti, il capi compito di moralizzare la societa'. La tipologia di Saint-Simon considera le diversita' fisiologiche e psicologiche tra gli esseri umani come semplici differenze funzionali all'interno di una totalita' armonica di parti reciprocamente indispensabili. 3.2 UN CONCETTO `OPPOSITIVO' DI CLASSE 3.1 La saggistica politica francese Nell'800 l'ideologia illuminista, naturalistica e egualitaria pare tramontata ed il termine `classe', che con essa ha riacquistato nuovo vigore, si trova, per cosi' dire, ad un bivio: essere abbandonato oppure trasformato. Il fascino dell'ideologia scientista, che il nuovo secolo eredita dal precedente, e che la parola `classe' incarna, sembra molto forte per cui prevale la seconda soluzione. significato `classe' E mentre settecentesco, assume un in in botanica politica significato e esso nelle conflittuale conserva scienze che le e' il umane stato estraneo fino a quel momento. Il concetto ottocentesco di `classe' non sembra corrispondere alla classis latina; quest'ultima ha un rilievo prettamente giuridico ed amministrativo. I latini vedono la societa' come un corpo armonico mentre la convinzione dell'esistenza irrimediabile 17 di opposizioni proprieta' e conflitti intensionale sembra `conflitto' tutta si ottocentesca. innesta quindi La sul precedente concetto di `classe' trasformandolo. Cinque studiosi sembrano esserne i principali artefici. Nel 1770 Mably, nella polemica con la visione organicista dei fisiocratici, afferma la presenza di antagonismi fra le classi <Lettre II e III>. "In generale pero' il termine `classe' compare molto raramente in questo testo." <Ossowsky 1963, 137> Ricardo (che muore nel 1823, nello stesso anno di Saint-Simon) ha abbandonato "sulle orme del (contemporaneo) l'idea ottimistica dell'armonia `naturale' tra le classi, ponendo in rilievo l'esistenza di interests delle classi spesso in contrasto." <idem, 347> Granier de Cassagnac <1838>, disprezzato da Marx 4 , pare pero' creditore verso quest'ultimo di molte sue idee sulle classi e sulla fatalita' dell'esito rivoluzionario delle loro lotte. <Ossowsky 1963, 343 e 346> "Guizot che aveva visto nella `guerre' tra le classi (e non tra gli individui) il dato centrale della situazione politica francese, dette dignita' storiografica a queste idee, ponendo le classes al centro della storia francese ed elevando ad una di esse, la borghesia, un inno la cui sostanza e i cui termini furono certo presenti in Marx." <idem, 322> Guizot concepisce le classi come realta' storiche e soprattutto politiche. Puo' sorprendere, abituati ad un'idea rivoluzionaria legata alle classi, constatare come sia stato anche un autore conservatore ad inaugurare una nuova accezione, accanto a quella 4 Viene definito da Marx come uno dei "venali scribacchini da un soldo alla riga" (penny-a-liners). 18 botanica che continua ad esistere, del termine `classe'. Infine La Mennais, partito negli anni `20 da idee tradizionaliste e restauratrici, negli anni `30 aderisce, sulla scia di Saint-Simon, ad un socialismo cristiano ed attacca, in accesa polemica contro la Chiesa, i borghesi presentandoli come sfruttatori del popolo. <idem, 346> 5 5 Il concetto marxiano di classe e' stato trattato in Gobo <1991>. 19 4. OSSERVAZIONI RIASSUNTIVE Attraverso i secoli (per una piu' accurata ricostruzione storica cfr. Gobo 1992> ho documentato alcuni fondamenti di sensocomune dei concetti scientifici di `classe' e come essi sembrino profondamente radicati nelle strutture del linguaggio ordinario. Tali concetti, per la nozione d'ordine di cui sono portatori, appaiono piu' propriamente come delle metafore militari ricavate dalla classis latina (per metafora intendo l'attribuzione ad una cosa del nome proprio di un'altra) e rimandano ad una concezione della societa' come arena oggettivamente divisa in gruppi sociali. Al contrario, come hanno messo in luce le controversie in botanica, le classificazioni (porre oggetti in classi) sembrano attivita' pratiche degli scienziati, appartengono cioè soggettivamente agli osservatori, piuttosto che essere dimensioni ontologiche degli oggetti <Marradi 1990, 14ss>. Allo stesso modo i concetti sembrano essere "ritagli" di esperienze anziche' di realta'; per questo motivo il raggruppamento di esperienze in un concetto e' anch'esso un'operazione culturale che "non e' dettata in forma cogente da qualita' intrinseche delle nostre sensazioni (o delle `cose in sé', come pensavano i filosofi scolastici), ma dipende in larga misura dalle necessita' pratiche di un certo individuo, gruppo, societa', etc." <Marradi 1980, 10>. Inoltre diversi studiosi <Luria 1976; Goody e Watt 1968; Goody 1977> hanno documentato come il classificare sia tutt'altro che un'attivita' naturale per la mente, un tratto invariante dei ragionamenti umani, ma piuttosto un prodotto delle societa' alfabetizzate. In popolazioni a cultura orale, dove cioe' non sono 20 presenti forme di scrittura, questi studiosi non hanno riscontrato classificazioni categoriali o astratte ed hanno notato una caratteristica prettamente situazionale dei ragionamenti. Un invito, quindi, a considerare le nostre classificazioni, tassonomie e tipologie come prodotti della societa' chiriografica e tipografica (Ong 1982>, costruzioni (rappresentazioni sociologiche) della realta' anziche' fedeli copie della stessa. 21 TABELLA RIASSUNTIVA Alcune brevi note per comprendere la tabella: ogni tabella e', di solito, una banalizzazione di descrizioni piu' precise. Le tabelle mettono a forza ordine e coerenza riducendo le distanze fra i concetti; possono pero' essere utili a stilizzare idee. Il segreto consiste, quindi, nel non crederci troppo. Nella costruzione storica dei concetti di classe ho selezionato a posteriori, quattro fundamenta divisionis con i quali tracciare una tipologia delle accezioni piu' importanti del termine `classe'. La tipologia credo sia solamente una costruzione del ricercatore, modificabile aggiungendo o sottraendo altri fundamenta. Una difficolta' incontrata e' stata quella di reperire dei termini appropriati per definire i differenti concetti di classe. Le definizioni finora proposte (classe in termini categoriali, nominalistici, generici, tecnici, classificatori, descrittivi, valutativi, interpretativi) sembrano imprecise e troppo vaghe perche' ogni concetto e' una categoria, un nome, etc. è latore di una valutazione, interpretazione, etc. neologismi A corto di (operazione, fantasia forse, mirata piu' alla corretta) costruzione ho di preferito utilizzare termini definitori ancora poco usati nella letteratura sulla `classe' e quindi non troppo compromessi. I quattro fundamenta utilizzati sono stati: 1. tipo di rapporto fra le classi (conflittuale o collaborativo); 2. esistenza di un legame di interdipendenza fra le classi; 3. esistenza di una relazione gerarchica fra esse; 22 4. tipo di scala utilizzata (ordinale o categoriale, continua o discreta). La tipologia risultante comprende tre accezioni (che ho chiamato tassonomica, sistematica e oppositiva) ed una categoria residuale di significati non inseribili perfettamente nelle prime tre. Per tassonomica intendo una concezione gerarchica, ordinale, contigua e di non-reciproca interdipendenza delle classi. Questa concezione puo' essere vicina al significato di eide e ghenos del mondo greco, dove nasce la classificazione zoologica di marca aristotelica, della e seconda alla meta' parlata del ordinaria Settecento. nella Nelle societa' scienze inglese e' stata principalmente usata in cristallografia e dai logici matematici, e puo' essere vicina al concetto di `strato' usato nella sociologia funzionalista anglo-americana. Per sistematica precedente da indico cui una pero' accezione si in parte differenzia simile per alla un'enfasi organicistica, anatomica-fisiologica. La concezione sistematica, specializzazione dell'uso à la Servio, vede le classi come parti, reciprocamente dipendenti, di un unico sistema. Tale concezione propria del mondo latino e vicina alla classificazione botanica settecentesca, compare nella medicina del medesimo secolo, guida l'economia (Quesnay), i movimenti operai e la pubblicistica francese (Saint-Simon) del primo Ottocento. Per quanto riguarda la botanica preferisco attribuirle l'accezione sistematica anziche' 23 tassonomica (come solitamente avviene) non solo perche' il sistema e' la tecnica accezione usata sono da Linneaus presenti ma anche caratteristiche perche' non in questa direttamente rintracciabili nella tassonomia. Per oppositiva designo una concezione conflittuale, categoriale, discreta, con residui organicistici. Essa appartiene all'ultimo Saint-Simon, ad alcuni storiografi francesi, ad una consistente fetta del movimento dei lavoratori francesi a partire dal 1840, all'economia di Marx ed Engels e alla sociologia europea in generale, cioe' non solo quella strettamente marxista. Ho incontrato Tabella) ma altre sebrano accezioni aver avuto del termine minor `classe' influenza sulle (cfr. scienze naturali e sociali. Le diverse accezioni sociologiche del termine `classe sociale' sembrano frutto della confluenza di diversi modelli di rappresentare le relazioni sociali: modelli gerarchici, funzional-produttivi, sociali del attraverso oppositivi shibboleth indicatori che senza avanza sociali tralasciare la pretesa interazionali, appartenenza delle persone. 24 la gli di epiteti dedurre, classe di TABELLA dei CONCETTI di `CLASSE' TIPO PARLANTI USO LINGUISTICO librai inglesi bibliotecario scrittori inglesi letterario educatori latini scolastico gesuiti scolastico ferrovieri inglesi trasporti tassonomico zoologi greci scientifico logici matematici scientifico _______________________________________________________________ giuristi latini giuridico operai francesi fine `700 saggisti francesi industriale ed artigianale saggistico sistematico botanici scientifico economisti francesi scientifico ________________________________________________________________ operai francesi industriale ed artigianale dal 1840 operai inglesi del `800 industriale ed artigianale oppositivo sociologi europei scientifico _________________________________________________________________ soldati latini militare scrittori latini letterario residualescrittori inglesi del `700 letterario intellettuali francesi saggistico scrittori inglesi del `800 letterario 25 RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI Benenson H. 1987The Origin of the concepts of `Class' and the `Male Breadwinner' in the Early Social Science, manoscritto. Bonnet G. B. de 1764Contemplation de la nature, Amsterdam: Marc-Michel Rey. Bourdieu P. 1987What Makes a Social Class? On the Theoretical and Pratical Existence of Groups, in `Berkeley Journal of Sociology: A Critical Review, vol. XXXII, pp. 1-17. Cambiano G. 1988Il ritorno agli antichi, Bari: Laterza. De Mauro T. 1958Storia e analisi semantica di `classe', in Rassegna di Filosofia, VII, fasc. IV, ottobre-dicembre, pp. 309-351. Finley M.I. 1981Economy and Society in Ancient Greece, London: Chatto & Windus. Foucault M. 1966Les Mots et les choses, Paris: Editions Gallimard, trad it. `Le parole e le cose', Milano: Rizzoli 1969. Furbank P.N. 1985Unholy Pleasure. Or the Idea of Social Class, Oxford: Oxford University Press, trad. it. `Quel piacere malizioso: ovvero la retorica delle classi sociali', Bologna: il Mulino, 1988. Gallino L. 1978 Dizionario di Sociologia, Torino: UTET. Gobo G. 1992"Classe" come metafora. Sull'irriflessa trasformazione di un concetto in un oggetto, in `Oikos', n. 5. Goody J. 1977The Domestication of the Savage Mind, Cambridge, England, Cambridge University Press, trad it. `L'addomesticamento del pensiero selvaggio', Milano: Franco Angeli 1990. Goody J. & Watt I. 1968The Consequences of Literacy in Traditional Societies, in J. Goody (ed.), Cambridge, England, Cambridge University Press, pp.27-84. 26 Granier de Cassagnac A. 1838Histoire des classes ouvrières et des classes bourgeoises. Introduction à l'histoire universelle, Paris: A.Desrez, editeur. Linnaeus C. (C. von Linne) 1735Systema Naturae, Stoccolma. Luria A.R. 1974Ob istoricheskom razvitii poznavatel' nykh protsessov, trad. it. `Storia sociale dei processi cognitivi', Firenze: GiuntiBarbera, 1976. Manuel F.E. 1962The Prophets of Paris, Cambridge, Mass: Harvard University Press, trad. it. `I profeti di Parigi', Bologna: Il Mulino, 1979. Marradi A. 1980Concetti e metodi per la ricerca sociale, Firenze: La Giuntina. 1990Classificazioni, tipologie, tassonomie in `Enciclopedia delle Scienze sociali', Roma: Marchesi Grafiche Editoriali. Ogilvie R. M. 1976Early Rome and the Etruscans, London: Fontana Paperbacks, trad. it. `Le origini di Roma', Bologna: Il Mulino, 1984. Ong W. J. 1982Orality and Literacy. The Technologizing of the Word, London and New York: Methuen, trad. it. `Oralita' e scrittura', Bologna: Il Mulino, 1986. Ossowsky S. 1963Struktura Klasova w Spolecznej Swiadomosci, Zaklad Naradowy im. Ossolinskich, Wroclaw, trad. it. `Struttura di classe e coscienza di classe', Torino: Einaudi, 1966. Schumpeter J.A. 1954History of Economic Analysis, Oxford: Oxford University Press. Sewell Jr. W.H. 1980Work and Revolution in France: The Language of Labor from the Old regime to 1848, Cambridge, Cambridge University Press, trad. it. `Lavoro e Rivoluzione in Francia: il linguaggio operaio dall'ancien règime al 1848', Bologna: Il Mulino, 1987. 27