PERICOLI DEL TEMPO ESTIVO: I TEMPORALI E LA RADIAZIONE
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PERICOLI DEL TEMPO ESTIVO: I TEMPORALI E LA RADIAZIONE
• TERRA TRENTINA • 16 oggi utilizzate sono a disposizione in azienda anche per i clienti che volessero prenderne visione ed il rispetto della loro applicazione è verificato periodicamente dall’Agenzia per la garanzia della qualità, organismo di certificazione dell’Istituto agrario di S. Michele all’Adige”. Come è avvenuta la certifi• cazione? “È stata svolta una preverifica nello scorso mese di marzo, voluta dal sottoscritto e dal nostro consulente per accertare che tutto fosse stato predisposto in maniera conforme. Successivamente è stata effettuata la visita vera e propria con una supervisione da parte degli Ispettori che hanno valutato il nostro operato. A noi è sembrato in quel momento quasi un esame, ma sono certo che nelle successive visite di sorveglianza, diventerà un effettivo momento di analisi e di individuazione di eventuali carenze gestionali”. È stato oneroso certificarsi? “Il maggior onere, come detto prima, è stato quello in termini di tempo e di impegni familiari, per riunioni ed incontri. Il costo reale per la certificazione, può apparire oneroso, ma in questa spesa concorre la Provincia Autonoma di Trento, concedendo un contributo a fondo perduto alle aziende che intendono conseguire questo riconoscimento”. Prospettive future? “È difficile dire, molto dipenderà da come la certificazione verrà percepita dai clienti e da come noi riusciremo a sostenerla. Ritengo comunque che il ritorno in termini di maggiore fiducia ed affidabilità della nostra azienda sul mercato darà sicuramente dei buoni risultati, considerando soprattutto che siamo stati i primi a farlo. Per noi comunque una bella soddisfazione”. La conoscenza serve per evitare il pericolo e fugare false credenze RICERCA•METEO • conto che presto avrò anche la collaborazione di mio figlio che sta conseguendo il diploma di perito agrario, ho ritenuto opportuno approfondire l’argomento, per conoscere le reali prospettive derivanti dall’applicazione del sistema di qualità”. Quali documenti avete predisposto e in cosa consiste il percorso formativo? “Per ogni attività svolta presso la troticoltura abbiamo predisposto un’istruzione operativa ove sono riportate responsabilità, modalità operative, controlli da svolgere. Nei vari incontri con i consulenti, che si sono tenuti durante tutto il periodo di preparazione, durato oltre un anno, abbiamo dovuto analizzare quanto fatto, confrontarci, individuare i possibili punti critici e verificare i margini di miglioramento. Preliminarmente sono stati presi in esame i documenti da predisporre in base alla normativa ISO 9000, e successivamente tali documenti sono stati redatti. Oltre alle Istruzioni di lavoro, abbiamo predisposto una serie di moduli e registri ove ciascuno di noi deve annotare ogni operazione svolta (trattamenti sanitari, disinfezioni, trasferimenti, selezioni ecc) per il successivo controllo. I moduli sono stati predisposti in maniera chiara, comprensibile e soprattutto compilabili in modo da sottrarre il minor tempo possibile alle normali attività quotidiane. Il percorso formativo non è fatto solo di documenti, ma significa acquisire coscienza della necessità di disporre di parametri di controllo e metodologie di verifica”. Cosa comporta l’applicazione del sistema di qualità? “Abbiano voluto fornire ai clienti ulteriori garanzie, date, oltre che dalla serietà del nostro lavoro, anche attraverso regole scritte e rispettate da tutti gli addetti. La certificazione ISO 9000, in sostanza, ti obbliga a codificare queste regole di lavoro. Le procedure ed istruzioni di lavoro, PERICOLI DEL TEMPO ESTIVO: I TEMPORALI E LA RADIAZIONE SOLARE L’argomento interessa non solo gli agricoltori che lavorano per molte ore o periodi a cielo aperto, ma anche a chi si trova esposto alle intemperie e alla luce del sole per altro tipo di lavoro o più semplicemente per diporto (ferie, escursioni, ecc.) • • Andrea Piazza e Roberto Barbiero Meteotrentino S enza dubbio i pericoli più evidenti del tempo meteorologico durante l’estate sono legati ai temporali. Le piogge intense, spesso accompagnate da raffiche di vento, da grandinate e da fulmini possono avere infatti conseguenze gravi sulle attività umane. Se il più delle volte un temporale rovina soltanto un’escursione in montagna, può succedere invece che gli eventi meteorologici siano così intensi da provocare danni ingenti all’agricoltura, alle abitazioni, alle strade e spesso anche provocando la perdita di vite umane. Proviamo allora a capire cosa si nasconde dietro questi fenomeni della natura tanto affascinanti e attesi quando fa troppo caldo quanto alle volte estremamente violenti. Cos’è un temporale Il temporale è un fenomeno convettivo intenso accompagnato da forti raffiche di vento, precipitazioni intense anche a carattere grandinigeno e da scariche elettriche (fulmini). I temporali si possono classificare in tre tipi principali: di calore, orografici e frontali. I temporali di calore si svilup- pano quando l’atmosfera si trova in condizioni di instabilità condizionata al raggiungimento di una certa temperatura in prossimità del suolo. Sono più probabili nella stagione calda, in montagna ed al pomeriggio sera. Sulle Alpi sono molto frequenti nel periodo estivo, circa un giorno su due, mentre nel periodo primaverile sono più probabili sulle Prealpi in quanto sulle Alpi ancora innevate è più difficile raggiungere al suolo le temperature di innesco. I temporali orografici si innescano quando il flusso negli strati medio bassi dell’atmosfera co- TERRA TRENTINA INTERVISTA “No, nessuno, però sono venuto a conoscenza che in tutti i settori produttivi molte aziende hanno ottenuto questo riconoscimento, traendone concreti vantaggi per una migliore organizzazione produttiva”. Come è nata l’idea della certificazione? “L’idea è nata su proposta del nostro consulente, ma soprattutto dalla convinzione che si debba sempre aspirare a qualcosa di più qualificante, anche se la nostra attività era già ben apprezzata. Volendo però dare un nuovo impulso alla nostra attività, tenuto 17 In ogni caso se durante un escursione o un’attività all’aperto si osservano uno o più dei seguenti fenomeni lo sviluppo dei temporali è più probabile: se il cielo tende a scurirsi; se già al primo mattino si formano delle nuvole molto sviluppate verticalmente; se la pressione cala ; se persiste o aumenta la foschia; se è afoso in valle. Si deve inoltre tenere presente che i temporali hanno una vita media di un’ora e che generalmente si spostano guidati dal flusso in quota. In un luogo la fase intensa dei temporali dura mediamente meno di mezz’ora. I fulmini costituiscono il pericolo maggiore dei temporali e quindi di seguito vengono date alcune nozioni e regole pratiche di comportamento per ridurre la probabilità di essere colpiti dai fulmini. • • della pressione o un leggero raffreddamento in quota possono favorire lo sviluppo di temporali. Si può prevedere con certezza un temporale? La previsione dei temporali è molto difficile e spesso necessariamente generica. Prevedere dove e quando si verificherà un temporale è ancora impossibile. Ciò che si può prevedere è se sono più o meno favoriti. Se non vi sono passaggi frontali, la pressione è alta, l’umidità bassa e non vi sono altre cause forzanti come gocce fredde in quota i temporali non sono favoriti. Tuttavia in queste condizioni l’irraggiamento è elevato e si possono sviluppare i temporali di calore. È sempre opportuno informarsi consultando il bollettino meteo aggiornato e svolgere le attività all’aperto e soprattutto le escursioni in montagna preferibilmente al mattino, ovviamente se non sono previsti temporali in tale periodo della giornata. • • • Cos’è il fulmine? Esistono tre tipi di fulmine: tra nubi diverse, all’interno della stessa nube e tra nube e terra. Sono ovviamente solo gli ultimi a essere pericolosi per chi svolge attività all’aria aperta. I fulmini tra nube e terra sono il modo in cui la terra riacquista gli elettroni (cariche negative) che vengono continuamente “perse” col bel tempo. I fulmini La “corrente di passo” minima si verifica toccando il terreno con un solo punto, mentre è maggiore per chi sta camminando o per i quadrupedi in genere. sono quindi principalmente negativi e cioè una enorme carica negativa che solitamente si ammassa alla base della nube viene scaricata a terra in un tempo brevissimo. Esistono tuttavia anche fulmini positivi i cui effetti sono del tutto analoghi a quelli dei fulmini negativi ma sono meno frequenti. Il fulmine avviene quando l’aria non è più in grado di tenere separata dal suolo l’enorme carica che si è ammassata alla base della nuvola. Quando il campo elettrico al suolo raggiunge valori così elevati i capelli tendono a sollevarsi e si sentono dei crepitii. Sui comignoli e sugli angoli dei tetti si possono vedere delle fiammelle azzurre chiamate fuochi di Sant’Elmo. Quando si verificano questi fenomeni la probabilità che cada un fulmine è molto elevata. Un’altra curiosità: il fulmine è più frequentemente unico, ma non è raro che all’interno dello stesso canale cadano più fulmini in un tempo brevissimo. Se si viene colpiti direttamente dal fulmine, difficilmente si ha possibilità di sopravvivere basti guardare gli effetti che il fulmine ha sulle piante colpite. Il pericolo però sussiste anche quando il fulmine ci cade vicino. Infatti, contrariamente a quanto si crede la corrente del fulmine non entra direttamente nel terreno ma “galleggia” in superficie diminuendo la sua intensità mano a mano che ci si allontana dal punto di caduta. È fondamentale quindi toccare il terreno in un solo punto per ridurre la corrente di passo ed è meglio camminare saltellando in modo da toccare il terreno sempre con un piede solo. I bovini e gli ovini, avendo le zampe anteriori molto distanti da quelle posteriori sono più facilmente vittime dei fulmini a causa della corrente di passo. Poiché i qua- drupedi risultano statisticamente più soggetti alla morte per fulminazione indiretta (corrente di passo) si riteneva erroneamente che, specie le pecore, attirassero in modo particolare i fulmini. La corrente di passo può essere sufficiente a provocare arresto respiratorio o cardiaco (più raro), bruciature della pelle e contrazioni involontarie dei muscoli che possono indurre dei bruschi movimenti incontrollati o addirittura provocare delle fratture alle ossa. I fulmini possono cadere ovunque. Ad esempio la corda utilizzata dagli alpinisti per le assicurazioni tra persone o al cavo della ferrata possono essere pericolose specie se bagnate. Quando il campo elettrico tra nube e suolo è sufficientemente intenso anelli, collane, orecchini, braccialetti non attirano in modo particolare i fulmini ma possono eventualmente provocare bruciature: per questa ragione si riteneva erroneamente che i monili attirassero i fulmini. Una curiosità: i lampi del caldo, cioè i bagliori che talvolta si osservano la notte senza sentire alcun tuono, sono originati da temporali anche a centinaia di chilometri di distanza. Cos’è il tuono? Il tuono altro non è che l’onda acustica generata dal repentino innalzamento di temperatura dovuto al fulmine. Si stima in circa 30000 $C la temperatura dell’aria attorno al fulmine. La luce viaggia a 300.000.000 metri al secondo, mentre il suono si propaga nell’aria a circa 330 metri al secondo. Questa grande differenza fa sì che si veda prima la scarica elettrica (il fulmine) e solo successivamente si senta il rumore del tuono. Facendo quindi un semplice calcolo matematico, si osserva che in circa tre secondi il rumore del tuono percorre approssimativamente 1 chilometro. È quindi possibile calcolare la distanza di caduta di un fulmine in base al tuono conteggiando i secondi trascorsi da quando vediamo il fulmine fino al momento in cui udiamo il tuono. Basta infatti dividere i secondi conteggiati per tre e il risultato ci darà la distanza in Km da dove è caduto il fulmine rispetto al luogo in cui ci troviamo ad effettuare la misura. 5 regole da seguire in presenza di temporali Ecco alcune semplici regole di comportamento da assumere in caso di presenza di temporali tratte dal sito Internet http:// www.lightningsafety.com 1. Avere sempre le idee chiare su cosa fare se si verificherà un temporale. Consultare le previsioni meteorologiche aggiornate. Appena vedete un fulmine o sentite un tuono, mettete in atto il vostro piano d’emergenza. Seguire il vecchio motto trentino “se toneza avanti piover sta nel campo e non ti muover” è molto imprudente. Molto meglio seguire il motto americano “If you can see it – flee it; if you can hear it – clear it” se puoi vederlo (fulmine) sbrigati, se puoi sentirlo (tuono) fuggi. Infatti i lampi si vedono, specie di notte, anche a decine di chilometri di distanza mentre i tuoni si sentono fino a pochi chilometri. 2. Se vi trovate all’aperto… Andate subito in macchina coi finestrini completamente chiusi o in un edificio con porte e finestre chiuse. Se ciò non è possibile, allontanatevi rapidamente dalle cime e dalle creste della montagna e dagli alberi isolati. Evitate di stare negli spazi aperti, vicino ai tralicci e ai macchinari in generale. State accucciati coi piedi uniti. Se ci sono tralicci o cavi dell’alta tensione, si dovrebbe stare più al sicuro sotto i cavi, ma lontano dai tralicci, accucciati e con i piedi uniti. Il fulmine è TERRA TRENTINA TERRA TRENTINA RICERCA•METEO 18 stringe l’aria a sollevarsi per la presenza delle montagne. Se l’atmosfera è instabile al di sopra di una certa quota si potranno sviluppare i temporali orografici. I temporali frontali avvengono invece in corrispondenza del passaggio di un fronte prevalentemente di tipo freddo. Frequenti sono i temporali anche in corrispondenza dei fronti occlusi, mentre più rari sono quelli in corrispondenza dei fronti caldi. I temporali frontali possono svilupparsi a qualunque ora del giorno o della notte ed anche in inverno. Sul Trentino una delle cause più frequenti che innescano i temporali è la cosiddetta goccia fredda in quota. Quando masse d’aria fredda arrivano sulle Alpi dai quadranti settentrionali vengono, almeno in un primo tempo, arginate dalle Alpi stesse sui versanti settentrionali nei bassi strati, mentre in quota si osserva un raffreddamento che innesca lo sviluppo dei temporali. I temporali sono potenzialmente tanto più pericolosi e violenti quanto più alta è la temperatura e l’umidità negli strati bassi dell’atmosfera. Sulle Alpi quando l’atmosfera è molto instabile il cielo si annuvola già in mattinata e si verificano frequenti rovesci. L’annuvolamento mattutino non permette di raggiungere temperature molto elevate e quindi gli eventuali temporali non dovrebbero essere particolarmente intensi. La situazione più pericolosa si ha invece dopo un periodo prolungato di bel tempo che ha permesso di raggiungere temperature elevate nei bassi strati ed il ristagno di umidità. Quando si verificano queste condizioni il pericolo dei temporali è elevato anche perché non ci sono segnali premonitori. Il cielo rimane prevalentemente sereno fino a poco prima dello sviluppo dei temporali. Un lieve calo 19 In ogni caso se durante un escursione o un’attività all’aperto si osservano uno o più dei seguenti fenomeni lo sviluppo dei temporali è più probabile: se il cielo tende a scurirsi; se già al primo mattino si formano delle nuvole molto sviluppate verticalmente; se la pressione cala ; se persiste o aumenta la foschia; se è afoso in valle. Si deve inoltre tenere presente che i temporali hanno una vita media di un’ora e che generalmente si spostano guidati dal flusso in quota. In un luogo la fase intensa dei temporali dura mediamente meno di mezz’ora. I fulmini costituiscono il pericolo maggiore dei temporali e quindi di seguito vengono date alcune nozioni e regole pratiche di comportamento per ridurre la probabilità di essere colpiti dai fulmini. • • della pressione o un leggero raffreddamento in quota possono favorire lo sviluppo di temporali. Si può prevedere con certezza un temporale? La previsione dei temporali è molto difficile e spesso necessariamente generica. Prevedere dove e quando si verificherà un temporale è ancora impossibile. Ciò che si può prevedere è se sono più o meno favoriti. Se non vi sono passaggi frontali, la pressione è alta, l’umidità bassa e non vi sono altre cause forzanti come gocce fredde in quota i temporali non sono favoriti. Tuttavia in queste condizioni l’irraggiamento è elevato e si possono sviluppare i temporali di calore. È sempre opportuno informarsi consultando il bollettino meteo aggiornato e svolgere le attività all’aperto e soprattutto le escursioni in montagna preferibilmente al mattino, ovviamente se non sono previsti temporali in tale periodo della giornata. • • • Cos’è il fulmine? Esistono tre tipi di fulmine: tra nubi diverse, all’interno della stessa nube e tra nube e terra. Sono ovviamente solo gli ultimi a essere pericolosi per chi svolge attività all’aria aperta. I fulmini tra nube e terra sono il modo in cui la terra riacquista gli elettroni (cariche negative) che vengono continuamente “perse” col bel tempo. I fulmini La “corrente di passo” minima si verifica toccando il terreno con un solo punto, mentre è maggiore per chi sta camminando o per i quadrupedi in genere. sono quindi principalmente negativi e cioè una enorme carica negativa che solitamente si ammassa alla base della nube viene scaricata a terra in un tempo brevissimo. Esistono tuttavia anche fulmini positivi i cui effetti sono del tutto analoghi a quelli dei fulmini negativi ma sono meno frequenti. Il fulmine avviene quando l’aria non è più in grado di tenere separata dal suolo l’enorme carica che si è ammassata alla base della nuvola. Quando il campo elettrico al suolo raggiunge valori così elevati i capelli tendono a sollevarsi e si sentono dei crepitii. Sui comignoli e sugli angoli dei tetti si possono vedere delle fiammelle azzurre chiamate fuochi di Sant’Elmo. Quando si verificano questi fenomeni la probabilità che cada un fulmine è molto elevata. Un’altra curiosità: il fulmine è più frequentemente unico, ma non è raro che all’interno dello stesso canale cadano più fulmini in un tempo brevissimo. Se si viene colpiti direttamente dal fulmine, difficilmente si ha possibilità di sopravvivere basti guardare gli effetti che il fulmine ha sulle piante colpite. Il pericolo però sussiste anche quando il fulmine ci cade vicino. Infatti, contrariamente a quanto si crede la corrente del fulmine non entra direttamente nel terreno ma “galleggia” in superficie diminuendo la sua intensità mano a mano che ci si allontana dal punto di caduta. È fondamentale quindi toccare il terreno in un solo punto per ridurre la corrente di passo ed è meglio camminare saltellando in modo da toccare il terreno sempre con un piede solo. I bovini e gli ovini, avendo le zampe anteriori molto distanti da quelle posteriori sono più facilmente vittime dei fulmini a causa della corrente di passo. Poiché i qua- drupedi risultano statisticamente più soggetti alla morte per fulminazione indiretta (corrente di passo) si riteneva erroneamente che, specie le pecore, attirassero in modo particolare i fulmini. La corrente di passo può essere sufficiente a provocare arresto respiratorio o cardiaco (più raro), bruciature della pelle e contrazioni involontarie dei muscoli che possono indurre dei bruschi movimenti incontrollati o addirittura provocare delle fratture alle ossa. I fulmini possono cadere ovunque. Ad esempio la corda utilizzata dagli alpinisti per le assicurazioni tra persone o al cavo della ferrata possono essere pericolose specie se bagnate. Quando il campo elettrico tra nube e suolo è sufficientemente intenso anelli, collane, orecchini, braccialetti non attirano in modo particolare i fulmini ma possono eventualmente provocare bruciature: per questa ragione si riteneva erroneamente che i monili attirassero i fulmini. Una curiosità: i lampi del caldo, cioè i bagliori che talvolta si osservano la notte senza sentire alcun tuono, sono originati da temporali anche a centinaia di chilometri di distanza. Cos’è il tuono? Il tuono altro non è che l’onda acustica generata dal repentino innalzamento di temperatura dovuto al fulmine. Si stima in circa 30000 $C la temperatura dell’aria attorno al fulmine. La luce viaggia a 300.000.000 metri al secondo, mentre il suono si propaga nell’aria a circa 330 metri al secondo. Questa grande differenza fa sì che si veda prima la scarica elettrica (il fulmine) e solo successivamente si senta il rumore del tuono. Facendo quindi un semplice calcolo matematico, si osserva che in circa tre secondi il rumore del tuono percorre approssimativamente 1 chilometro. È quindi possibile calcolare la distanza di caduta di un fulmine in base al tuono conteggiando i secondi trascorsi da quando vediamo il fulmine fino al momento in cui udiamo il tuono. Basta infatti dividere i secondi conteggiati per tre e il risultato ci darà la distanza in Km da dove è caduto il fulmine rispetto al luogo in cui ci troviamo ad effettuare la misura. 5 regole da seguire in presenza di temporali Ecco alcune semplici regole di comportamento da assumere in caso di presenza di temporali tratte dal sito Internet http:// www.lightningsafety.com 1. Avere sempre le idee chiare su cosa fare se si verificherà un temporale. Consultare le previsioni meteorologiche aggiornate. Appena vedete un fulmine o sentite un tuono, mettete in atto il vostro piano d’emergenza. Seguire il vecchio motto trentino “se toneza avanti piover sta nel campo e non ti muover” è molto imprudente. Molto meglio seguire il motto americano “If you can see it – flee it; if you can hear it – clear it” se puoi vederlo (fulmine) sbrigati, se puoi sentirlo (tuono) fuggi. Infatti i lampi si vedono, specie di notte, anche a decine di chilometri di distanza mentre i tuoni si sentono fino a pochi chilometri. 2. Se vi trovate all’aperto… Andate subito in macchina coi finestrini completamente chiusi o in un edificio con porte e finestre chiuse. Se ciò non è possibile, allontanatevi rapidamente dalle cime e dalle creste della montagna e dagli alberi isolati. Evitate di stare negli spazi aperti, vicino ai tralicci e ai macchinari in generale. State accucciati coi piedi uniti. Se ci sono tralicci o cavi dell’alta tensione, si dovrebbe stare più al sicuro sotto i cavi, ma lontano dai tralicci, accucciati e con i piedi uniti. Il fulmine è TERRA TRENTINA TERRA TRENTINA RICERCA•METEO 18 stringe l’aria a sollevarsi per la presenza delle montagne. Se l’atmosfera è instabile al di sopra di una certa quota si potranno sviluppare i temporali orografici. I temporali frontali avvengono invece in corrispondenza del passaggio di un fronte prevalentemente di tipo freddo. Frequenti sono i temporali anche in corrispondenza dei fronti occlusi, mentre più rari sono quelli in corrispondenza dei fronti caldi. I temporali frontali possono svilupparsi a qualunque ora del giorno o della notte ed anche in inverno. Sul Trentino una delle cause più frequenti che innescano i temporali è la cosiddetta goccia fredda in quota. Quando masse d’aria fredda arrivano sulle Alpi dai quadranti settentrionali vengono, almeno in un primo tempo, arginate dalle Alpi stesse sui versanti settentrionali nei bassi strati, mentre in quota si osserva un raffreddamento che innesca lo sviluppo dei temporali. I temporali sono potenzialmente tanto più pericolosi e violenti quanto più alta è la temperatura e l’umidità negli strati bassi dell’atmosfera. Sulle Alpi quando l’atmosfera è molto instabile il cielo si annuvola già in mattinata e si verificano frequenti rovesci. L’annuvolamento mattutino non permette di raggiungere temperature molto elevate e quindi gli eventuali temporali non dovrebbero essere particolarmente intensi. La situazione più pericolosa si ha invece dopo un periodo prolungato di bel tempo che ha permesso di raggiungere temperature elevate nei bassi strati ed il ristagno di umidità. Quando si verificano queste condizioni il pericolo dei temporali è elevato anche perché non ci sono segnali premonitori. Il cielo rimane prevalentemente sereno fino a poco prima dello sviluppo dei temporali. Un lieve calo 19 TERRA TRENTINA NO 20 SÌ SÌ Evitate di stare vicino a dove potrebbe scorrere l’acqua: i torrenti si ingrossano rapidamente. Non date le mani ai compagni e state distanziati di una decina di metri. Liberatevi di piccozze, sci, ombrelli, ombrelloni ed ogni cosa appuntita di medie dimensioni specie se rivolta verso l’alto. Non ripararsi dalla pioggia o grandine sotto tettoie o balconi. 3. Se vi trovate in casa… State lontano dalle porte e dalle finestre che devono essere comunque chiuse. Evitate il contatto e NO SÌ Se un fulmine cade sulla vostra casa, tenderà a scaricarsi a terra passando sui muri esterni e se vi trovate sotto una tettoia o sulla soglia la vostra testa è molto vicina al muro ed il fulmine potrebbe preferire di scaricarsi a terra attraverso di voi. 4. Il pericolo si considera generalmente terminato 30 minuti dopo l’ultima osservazione di tuono o fulmine. 5. Le persone colpite dal fulmine non sono cariche elettricamente e quindi non si rischia nulla a soccorrerle. Chiamare subito i soccorsi ed effettuare se necessario il massaggio cardiaco e la respirazione bocca a bocca. Molto frequente in caso di fulminazione è il blocco respiratorio e più raro l’arresto cardiaco. L’80% delle vittime da fulminazione sopravvive. Se il soccorso è tempestivo si aumenta la probabilità di sopravvivenza. Informazioni più dettagliate si possono trovare sul libro “il tempo in montagna” di Kappenberger e Kerkmann ed. Zanichelli, La fisica di Feynmann, da cui sono state tratte le immagini dell’articolo. La radiazione ultravioletta Un altro pericolo, troppo spesso sottovalutato in estate, deriva dalla lunga esposizione al sole e in particolare agli effetti della radiazione ultravioletta sulla pelle. La radiazione elettromagnetica emessa dal sole è ad ampio spettro. Ciò significa che oltre alla luce visibile (l’occhio umano vede la luce con lunghezza d’onda compresa tra 400 e 700 nonometri circa) sulla Terra arriva radiazione di lunghezza d’onda inferiore e superiore. Mentre la radiazione a lunghezze d’onda maggiore di 700 micron (infrarosso, onde radio..) non desta preoccupazioni, la radiazione con lunghezza d’onda inferiore a 400 nonometri può essere dannosa anche per l’uomo. In passato si riteneva che fossero solo le radiazioni ionizzanti (inferiori a 300 nanometri come i raggi X, gamma e cosmici) ad essere dannosi ed in particolare a causare tumori. È stato invece dimostrato che anche l’esposizione alla radiazione ultravioletta può provocare oltre ai noti eritemi e congiuntiviti, tumori della pelle e danni all’occhio come le cataratte. È quindi opportuno, al fine di non favorire lo sviluppo di tumori della pelle e cataratte, evitare il più possibile l’esposizione alla radiazione ultravioletta. Infatti è dimostrato che la percentuale di cataratte e tumori della pelle è molto maggiore tra coloro che svolgono attività all’aperto e quindi sono più esposti alla radiazione solare. La radiazione ultravioletta ha una lunghezza d’onda compresa tra 200 e 400 nanometri. In particolare i raggi ultravioletti vengono classificati in UV-A (320-400 nm), UV-B (290-320 nm) ed UV-C (200-290 nm).I raggi UV-A determinano la abbronzatura, quelli UV-B la sintesi della vitamina D ed in caso di esposizioni prolungate il cancro della pelle, quelli UV-C (radiazione germicida) sono dannosi ma sono quasi completamente assorbiti dall’ozono atmosferico. L’esposizione al sole è quindi potenzialmente dannosa ed è pertanto opportuno proteggere pelle ed occhi al fine di limitarne gli effetti. I bambini e le persone con la pelle chiara, i capelli rossi e gli occhi azzurri sono le più vulnerabili. La radiazione e quindi anche quella ultravioletta è massima attorno al mezzogiorno astronomico nelle zone equatoriali ed aumenta di circa il 6% alzandosi di 1000 m di quota. La neve e la sabbia riflettono molta radiazione ultravioletta e quindi il pericolo UV è maggiore sulla neve e sulla sabbia piuttosto che sui laghi o su un prato. La radiazione ultravioletta è maggiore in primavera ed in estate. L’intensità della radiazione solare è massima durante la comparsa delle macchie solari che hanno cicli undecennali. Attualmente siamo negli anni di massima attività. Nella nostra regione il pericolo maggiore di scottature e congiuntiviti si ha quando soffiano freddi venti settentrionali. In queste condizioni il cielo è frequentemente sereno e l’umidità molto bassa per il foehn. La bassa temperatura ed il vento limitano la sudorazione dando una sensazione di fresco anche se la radiazione ultravioletta è massima in queste condizioni. La radiazione UV è schermata dalla presenza naturale e benefica di ozono stratosferico, cioè quello che si trova a circa 15000 metri di altezza, mentre l’ozono che nelle giornate afose primaverili ed estive tende a formarsi e ristagnare nelle nostre valli è di origine antropica ed è dannoso per la salute umana come altri inquinanti gassosi. fatti&previsioni Il piano di risanamento 2002-2003 del patrimonio bovino allevato in Trentino si è concluso a metà giugno con risultati sostanzialmente positivi. Nessun caso positivo è stato trovato per quanto riguarda brucellosi e leucosi. La TBC non rientrava nel piano di monitoraggio sanitario. Per la IBR o rinotracheite infettiva gli addetti dei servizi veterinari stanno elaborando i dati. Lo scorso anno i capo bovini positivi erano 9 mila su 40 mila, pari circa al 21%. Dal confronto che sarà concluso solo a fine agosto si saprà se la percentuale di capi positivi è aumentata o diminuita. Le misure sanitarie adottate miravano ad abbassare la quota degli animali positivi al 12-13%. L’interesse degli agricoltori trentini ad acquistare terreni agricoli per ingrandire la propria azienda è dimostrato dal numero di domande di contributo o di mutuo presentate nel 2002. Sono state 210 ed hanno segnato un incremento del 15% rispetto al 2001. Nei primi mesi del 2003 le richieste di finanziamento per il medesimo scopo sono state ancora più numerose. I funzionari parlano di un 20% in più di domande rispetto a quelle presentate nello stesso periodo del 2002. La funzione produttiva dei 3 vivai forestali di Casteller di Trento, Borgo Valsugana e Cavalese è sempre meno rivolta alla coltivazione di specie da rimboschimento. Il patrimonio boschivo è ormai bene assestato e non richiede grandi investimenti. Complessivamente la produzione annuale ammonta a 250 mila piante. Rivestono importanza crescente le specie da siepe, circa 30 mila all’anno, e quelle ornamentali che sono riservate ad enti pubblici. Nella piana di Mollaro in Val di Non le ruspe stanno lavorando per realizzare la sistemazione dei terreni su una superficie di 40 ettari coinvolti in un progetto di riordino fondiario e bonifica iniziato due anni fa con il contributo della Provincia autonoma di Trento. Le ditte, cioè i proprietari di terreni interessati sono 130, ma a fine riordino scenderanno a 80-100. Si tratta, dicono i funzionari provinciali che seguono il progetto, del primo intervento di riordino in zona intensamente coltivata. L’intera superficie era già occupata da frutteti che sono stati estirpati per fare posto a nuovi impianti che saranno realizzati nella primavera del 2004 con le varietà e secondo i criteri contenuti nel piano di riconversione predisposto da Melinda. La Gazzetta ufficiale 30 maggio 2003 riportava il testo della nuova legge nazionale sulle quote latte. Per gli allevatori trentini e per quanti altri operano in zone di montagna le innovazioni rispetto alla vigente normativa sono di segno positivo. È stato introdotto l’obbligo a carico dei caseifici di pagare ogni mese il superprelievo per i soci conferitori che superano la quota latte individuale, ma solo per un ammontare pari al 5 e 10% nei primi due anni di applicazione, a partire dal primo gennaio 2004. Sarà inoltre consentito acquistare quote da tutte le regioni d’Italia, comprese le zone del Meridione considerate svantaggiate. Eventuali restituzioni di conguaglio saranno assegnate prioritariamente agli allevatori di montagna. TERRA TRENTINA NO la vicinanza con oggetti metallici collegati all’esterno come impianto elettrico, tubi dell’acqua, radiatori, rubinetti e telefono. Non lavate i piatti, non fate la doccia, non lavatevi. Non usate il telefono fisso, toglietevi le cuffie, spegnete o meglio togliete la spina degli elettrodomestici, computer, televisioni etc. Chiudete porte e finestre. È pericoloso stare alla finestra o sulla soglia o sotto una tettoia ad osservare i temporali. NOTIZIE RICERCA•METEO attirato dai cavi e dai tralicci e dovrebbe scaricarsi a terra attraverso questi ultimi. Se siete in un bosco, state accucciati con i piedi uniti ed il più possibile lontano dai tronchi degli alberi più alti ed evitate di stare sotto i rami bassi. Se state facendo il bagno in piscina o al lago uscite dall’acqua ed allontanatevi dalla riva. Se venite sorpresi e non riuscite a raggiungere alcun posto sicuro, allontanatevi dai posti più pericolosi ed accucciatevi tenendo i piedi ben uniti. Non sdraiatevi, non sedetevi per terra, non appoggiatevi agli alberi, alle rocce ecc. Tappatevi le orecchie con le mani per evitare i danni ai timpani dei tuoni. Se avete trovato una grotta non state sull’imbocco, ma più all’interno e assumete la posizione accucciata con i piedi uniti. 21 TERRA TRENTINA NO 20 SÌ SÌ Evitate di stare vicino a dove potrebbe scorrere l’acqua: i torrenti si ingrossano rapidamente. Non date le mani ai compagni e state distanziati di una decina di metri. Liberatevi di piccozze, sci, ombrelli, ombrelloni ed ogni cosa appuntita di medie dimensioni specie se rivolta verso l’alto. Non ripararsi dalla pioggia o grandine sotto tettoie o balconi. 3. Se vi trovate in casa… State lontano dalle porte e dalle finestre che devono essere comunque chiuse. Evitate il contatto e NO SÌ Se un fulmine cade sulla vostra casa, tenderà a scaricarsi a terra passando sui muri esterni e se vi trovate sotto una tettoia o sulla soglia la vostra testa è molto vicina al muro ed il fulmine potrebbe preferire di scaricarsi a terra attraverso di voi. 4. Il pericolo si considera generalmente terminato 30 minuti dopo l’ultima osservazione di tuono o fulmine. 5. Le persone colpite dal fulmine non sono cariche elettricamente e quindi non si rischia nulla a soccorrerle. Chiamare subito i soccorsi ed effettuare se necessario il massaggio cardiaco e la respirazione bocca a bocca. Molto frequente in caso di fulminazione è il blocco respiratorio e più raro l’arresto cardiaco. L’80% delle vittime da fulminazione sopravvive. Se il soccorso è tempestivo si aumenta la probabilità di sopravvivenza. Informazioni più dettagliate si possono trovare sul libro “il tempo in montagna” di Kappenberger e Kerkmann ed. Zanichelli, La fisica di Feynmann, da cui sono state tratte le immagini dell’articolo. La radiazione ultravioletta Un altro pericolo, troppo spesso sottovalutato in estate, deriva dalla lunga esposizione al sole e in particolare agli effetti della radiazione ultravioletta sulla pelle. La radiazione elettromagnetica emessa dal sole è ad ampio spettro. Ciò significa che oltre alla luce visibile (l’occhio umano vede la luce con lunghezza d’onda compresa tra 400 e 700 nonometri circa) sulla Terra arriva radiazione di lunghezza d’onda inferiore e superiore. Mentre la radiazione a lunghezze d’onda maggiore di 700 micron (infrarosso, onde radio..) non desta preoccupazioni, la radiazione con lunghezza d’onda inferiore a 400 nonometri può essere dannosa anche per l’uomo. In passato si riteneva che fossero solo le radiazioni ionizzanti (inferiori a 300 nanometri come i raggi X, gamma e cosmici) ad essere dannosi ed in particolare a causare tumori. È stato invece dimostrato che anche l’esposizione alla radiazione ultravioletta può provocare oltre ai noti eritemi e congiuntiviti, tumori della pelle e danni all’occhio come le cataratte. È quindi opportuno, al fine di non favorire lo sviluppo di tumori della pelle e cataratte, evitare il più possibile l’esposizione alla radiazione ultravioletta. Infatti è dimostrato che la percentuale di cataratte e tumori della pelle è molto maggiore tra coloro che svolgono attività all’aperto e quindi sono più esposti alla radiazione solare. La radiazione ultravioletta ha una lunghezza d’onda compresa tra 200 e 400 nanometri. In particolare i raggi ultravioletti vengono classificati in UV-A (320-400 nm), UV-B (290-320 nm) ed UV-C (200-290 nm).I raggi UV-A determinano la abbronzatura, quelli UV-B la sintesi della vitamina D ed in caso di esposizioni prolungate il cancro della pelle, quelli UV-C (radiazione germicida) sono dannosi ma sono quasi completamente assorbiti dall’ozono atmosferico. L’esposizione al sole è quindi potenzialmente dannosa ed è pertanto opportuno proteggere pelle ed occhi al fine di limitarne gli effetti. I bambini e le persone con la pelle chiara, i capelli rossi e gli occhi azzurri sono le più vulnerabili. La radiazione e quindi anche quella ultravioletta è massima attorno al mezzogiorno astronomico nelle zone equatoriali ed aumenta di circa il 6% alzandosi di 1000 m di quota. La neve e la sabbia riflettono molta radiazione ultravioletta e quindi il pericolo UV è maggiore sulla neve e sulla sabbia piuttosto che sui laghi o su un prato. La radiazione ultravioletta è maggiore in primavera ed in estate. L’intensità della radiazione solare è massima durante la comparsa delle macchie solari che hanno cicli undecennali. Attualmente siamo negli anni di massima attività. Nella nostra regione il pericolo maggiore di scottature e congiuntiviti si ha quando soffiano freddi venti settentrionali. In queste condizioni il cielo è frequentemente sereno e l’umidità molto bassa per il foehn. La bassa temperatura ed il vento limitano la sudorazione dando una sensazione di fresco anche se la radiazione ultravioletta è massima in queste condizioni. La radiazione UV è schermata dalla presenza naturale e benefica di ozono stratosferico, cioè quello che si trova a circa 15000 metri di altezza, mentre l’ozono che nelle giornate afose primaverili ed estive tende a formarsi e ristagnare nelle nostre valli è di origine antropica ed è dannoso per la salute umana come altri inquinanti gassosi. fatti&previsioni Il piano di risanamento 2002-2003 del patrimonio bovino allevato in Trentino si è concluso a metà giugno con risultati sostanzialmente positivi. Nessun caso positivo è stato trovato per quanto riguarda brucellosi e leucosi. La TBC non rientrava nel piano di monitoraggio sanitario. Per la IBR o rinotracheite infettiva gli addetti dei servizi veterinari stanno elaborando i dati. Lo scorso anno i capo bovini positivi erano 9 mila su 40 mila, pari circa al 21%. Dal confronto che sarà concluso solo a fine agosto si saprà se la percentuale di capi positivi è aumentata o diminuita. Le misure sanitarie adottate miravano ad abbassare la quota degli animali positivi al 12-13%. L’interesse degli agricoltori trentini ad acquistare terreni agricoli per ingrandire la propria azienda è dimostrato dal numero di domande di contributo o di mutuo presentate nel 2002. Sono state 210 ed hanno segnato un incremento del 15% rispetto al 2001. Nei primi mesi del 2003 le richieste di finanziamento per il medesimo scopo sono state ancora più numerose. I funzionari parlano di un 20% in più di domande rispetto a quelle presentate nello stesso periodo del 2002. La funzione produttiva dei 3 vivai forestali di Casteller di Trento, Borgo Valsugana e Cavalese è sempre meno rivolta alla coltivazione di specie da rimboschimento. Il patrimonio boschivo è ormai bene assestato e non richiede grandi investimenti. Complessivamente la produzione annuale ammonta a 250 mila piante. Rivestono importanza crescente le specie da siepe, circa 30 mila all’anno, e quelle ornamentali che sono riservate ad enti pubblici. Nella piana di Mollaro in Val di Non le ruspe stanno lavorando per realizzare la sistemazione dei terreni su una superficie di 40 ettari coinvolti in un progetto di riordino fondiario e bonifica iniziato due anni fa con il contributo della Provincia autonoma di Trento. Le ditte, cioè i proprietari di terreni interessati sono 130, ma a fine riordino scenderanno a 80-100. Si tratta, dicono i funzionari provinciali che seguono il progetto, del primo intervento di riordino in zona intensamente coltivata. L’intera superficie era già occupata da frutteti che sono stati estirpati per fare posto a nuovi impianti che saranno realizzati nella primavera del 2004 con le varietà e secondo i criteri contenuti nel piano di riconversione predisposto da Melinda. La Gazzetta ufficiale 30 maggio 2003 riportava il testo della nuova legge nazionale sulle quote latte. Per gli allevatori trentini e per quanti altri operano in zone di montagna le innovazioni rispetto alla vigente normativa sono di segno positivo. È stato introdotto l’obbligo a carico dei caseifici di pagare ogni mese il superprelievo per i soci conferitori che superano la quota latte individuale, ma solo per un ammontare pari al 5 e 10% nei primi due anni di applicazione, a partire dal primo gennaio 2004. Sarà inoltre consentito acquistare quote da tutte le regioni d’Italia, comprese le zone del Meridione considerate svantaggiate. Eventuali restituzioni di conguaglio saranno assegnate prioritariamente agli allevatori di montagna. TERRA TRENTINA NO la vicinanza con oggetti metallici collegati all’esterno come impianto elettrico, tubi dell’acqua, radiatori, rubinetti e telefono. Non lavate i piatti, non fate la doccia, non lavatevi. Non usate il telefono fisso, toglietevi le cuffie, spegnete o meglio togliete la spina degli elettrodomestici, computer, televisioni etc. Chiudete porte e finestre. È pericoloso stare alla finestra o sulla soglia o sotto una tettoia ad osservare i temporali. NOTIZIE RICERCA•METEO attirato dai cavi e dai tralicci e dovrebbe scaricarsi a terra attraverso questi ultimi. Se siete in un bosco, state accucciati con i piedi uniti ed il più possibile lontano dai tronchi degli alberi più alti ed evitate di stare sotto i rami bassi. Se state facendo il bagno in piscina o al lago uscite dall’acqua ed allontanatevi dalla riva. Se venite sorpresi e non riuscite a raggiungere alcun posto sicuro, allontanatevi dai posti più pericolosi ed accucciatevi tenendo i piedi ben uniti. Non sdraiatevi, non sedetevi per terra, non appoggiatevi agli alberi, alle rocce ecc. Tappatevi le orecchie con le mani per evitare i danni ai timpani dei tuoni. Se avete trovato una grotta non state sull’imbocco, ma più all’interno e assumete la posizione accucciata con i piedi uniti. 21