Confisca dei beni anche a malavitosi stranieri in Germania
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Confisca dei beni anche a malavitosi stranieri in Germania
14 ottobre 2010 Confisca dei beni anche a malavitosi stranieri in Germania L’entrata in vigore della legge tedesca, che prevede la confisca dei beni in Germania anche se la sentenza è stata emanata in un altro Paese, colpirà anche i malavitosi italiani in Germania. L’iniziativa parlamentare tedesca è da ricondurre all’associazione “Mafia? Nein, Danke!” fondata nel 2008 a Berlino da Bianca Negri e Laura Garavini. La legge tedesca è la sintesi di una collaborazione italo-tedesca sul piano parlamentare ed investigativo Tony Màzzaro SWR International/Sezione italiana / Rosi Knoll Il lavaggio di soldi sporchi in Germania diventa d’ora in avanti più difficile. “Se prima i malavitosi, anche italiani, venivano apposta in Germania ad investire in beni perché le leggi garantivano l’impunità, oggi si sono create le condizioni legislative per una lotta contro le mafie” afferma Laura Garavini, capogruppo PD in Commissione Antimafia, eletta alla Camera nella Circoscrizione estero/Europa e residente a Berlino. La collaborazione tra le forze di polizia e la magistratura dell’Italia e della Germania è migliorata soprattutto in seguito al processo sulla strage di Duisburg dell’agosto del 2007. Le indagini per individuare mandanti e colpevoli sono ancora in corso. Nonostante alcuni arresti le attività malavitose italiane in terra tedesca però sono ancora presenti. Secondo la scrittrice Petra Reski anche Stoccarda è da tempo roccaforte della malavita italiana. Forte pare essere la presenza di quella calabrese nelle città limitrofe come Esslingen, Fellbach, Waiblingen e Ludwigsburg. Sempre secondo la giornalista tedesca che vive da anni a Venezia, il lavaggio di denaro sporco passa attraverso gli investimenti immobiliari e la gastronomia. Nel suo recente libro in tedesco “Von Kamen nach Corleone – Die Mafia in Deutschland” l’autrice, che dedica un capitolo a Stoccarda, fa un affondo anche sulle infiltrazioni nel mondo politico come per esempio attraverso l’elezione al Senato di Nicola Di Girolamo avvenuta sulle liste del Pdl e ora in carcere a Roma per un presunto maxiriciclaggio da 2 miliardi di euro. Ed è proprio di questi giorni la richiesta dei pm della capitale di rinvio a giudizio dell’ex senatore e di altre quattro persone per una serie di fidi emessi dalla Banca Nazionale del Lavoro (Bnl) per circa due milioni a favore di società prive delle garanzie di rientro. L’accusa mossa è di associazione a delinquere finalizzata alla truffa e bancarotta. Secondo l’on. Laura Garavini la nuova legge tedesca sulla confisca dei beni a mafiosi in Germania dovrebbe contribuire a far luce su molti casi sospetti.