Oggetti su piano Scuola di pittura bolognese Fondazione del Monte

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Oggetti su piano Scuola di pittura bolognese Fondazione del Monte
Oggetti su piano
Scuola di pittura bolognese
Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna
Via delle Donzelle 2 – Bologna
Inaugurazione: sabato 17 gennaio ore 19
Date: domenica 18 gennaio – domenica 1 marzo
Orari: dalle 10 alle 19, tutti i giorni
INGRESSO GRATUITO
A cura di Antonio Grulli
Lista artisti: Riccardo Baruzzi, Pierpaolo Campanini, Paolo Chiasera, Leonardo Cremonini, Pirro
Cuniberti, Cuoghi Corsello, Flavio Favelli, Piero Manai, Giorgio Morandi, Alessandro Pessoli,
Concetto Pozzati, Sergio Romiti, Vincenzo Simone e Sissi
Oggetti su piano è una mostra collettiva che raccoglie i lavori di un gruppo di artisti, dell’ultima
generazione, formatisi in area bolognese, ma in grado - molti di loro - di raggiungere fama internazionale.
Artisti che hanno portato avanti una particolare riflessione sull’oggetto, inteso nelle sue varie accezioni,
attraverso il linguaggio della pittura.
Parlando di pittura e di raffigurazione dell’oggetto all’interno del contesto bolognese, il primo nome che
inevitabilmente emerge è quello di Giorgio Morandi. Anche per tentare di proiettare una nuova luce sul
maestro di Via Fondazza, è interessante provare a riflettere sul modo in cui in città gli artisti, anche i più
giovani, si sono approcciati in maniera assolutamente innovativa al concetto di oggetto.
La base in cui possiamo trovare le affinità maggiormente evidenti è sul tipo di immagine che viene
rappresentata nei quadri di questi artisti. Il punto di partenza della mostra è stata infatti una riflessione su
come, pur sviluppando percorsi completamente autonomi, questi artisti abbiano mantenuto forti punti di
contatto rispetto alle tematiche trattate e alle scelte stilistiche e formali, sia tra loro sia rispetto alla tradizione
che si è sviluppata in città nell’ultimo secolo.
Vi è un processo di “costruzione” del soggetto dipinto che può darci il diritto di parlare di “scuola” pittorica,
simile a quelle che ancora oggi è possibile rintracciare in luoghi laterali ma capaci di essere significativi
anche a livello internazionale, come Lipsia o Cluj in Romania (per fare solo due esempi). Una scuola, come
molta tradizione cittadina ci insegna, basata su di una particolare attenzione per gli elementi, gli oggetti e i
dettagli più semplici della vita quotidiana, ma filtrati attraverso una particolare visione metafisica e lirica in
grado di spostare il piano della pittura molto vicino ad una dimensione “teatrale” e di introspezione
psicologica e intellettuale, in alcuni casi addirittura di riflessione curatoriale e critica.
È questo un gruppo di artisti - giovani e mid career - che in molti casi hanno studiato assieme o si sono
frequentati in maniera intensa scambiando idee e creando veri dialoghi intellettuali. Al loro fianco saranno
però presenti i lavori di alcune figure storiche che sono stati gli iniziatori di idee sbocciate in questi anni e di
cui questi artisti più giovani sono stati alunni o ne hanno respirato le idee negli anni di formazione. In questo
senso la mostra potrebbe essere vista come un albero genealogico di parentele e affinità proprie di una vera
comunità artistica.
Abbiamo perso nel mondo dell’arte l’abitudine a costruire narrazioni desiderose di creare “scuole” o gruppi:
l’esercizio a trovare determinati stili, tematiche, valori che possano tenere raggruppati individui differenti.
Ancor di più si è persa l’abitudine a legare queste narrazioni ad un contesto geografico, come se il concetto
di comunità (che implica inevitabilmente una prossimità fisica e quindi anche geografica) non avesse più
senso. Come se l’arte vivesse in un luogo scollegato dalla vita di tutti i giorni. Come se la frequentazione
quotidiana e la vicinanza non fossero più necessarie per una conoscenza approfondita e la costruzione di una
trama e un tessuto.