47837_novità - Comune di Taranto

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INFO: BIBLIOTECA CIVICA “P. ACCLAVIO”
Responsabile della Biblioteca: Dott. Claudio Fabrizio
Via Salinella, 31 - Taranto
e-mail: [email protected]
tel. 099 4581158 – fax 099 4581259
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“Ai bordi dell’infinito”
a cura di Elena Valdini e della Fondazione Fabrizio De Andrè Onlus
L'opera e il pensiero di Fabrizio De André sono ininterrottamente e spontaneamente richiamati
in incontri, convegni e dibattiti tesi non solo ad analizzare la sua poetica ma anche ad
approfondire le tematiche trattate nelle sue canzoni. "Ai bordi dell'infinito", titolo che si
riferisce a un verso del brano cantico dei drogati, riprende il percorso antologico cominciato da
Fondazione Fabrizio De André Onlus con il volume "Volammo davvero" proponendo a cinque
anni di distanza una nuova raccolta di scritti nati da interventi di artisti letterati, appassionati
della sua opera, ma non solo, che in varie occasioni si sono confrontati con il pensiero di De
André, spesso servendosene come lente attraverso la quale leggere problematiche ancora
attuali e che riguardano gli ultimi, i più deboli, gli emarginati. Un coro di più toni e linguaggi,
siano essi letterari o della testimonianza, che guarda a quell'"ansia di giustizia sociale" , per
usare le sue parole, principale binario su cui ha camminato il lavoro di De André. Una raccolta
di scritti inediti, anche di autori inaspettati, che aiuta ad approfondire la molteplicità dello
sguardo di uno degli artisti italiani più.
“Crepuscolo di un idolo” di Michel Onfray
Michel Onfray, coerente con sé stesso, prende di mira in questo libro una religione che, ancor più
dei monoteismi del suo "Trattato di ateologia", sembra dover ancora avere vita lunga e felice.
Questa religione è la psicoanalisi, e più in particolare il freudismo. L'idea di Onfray è semplice e
radicale: Freud ha tentato di costruire una scienza e non vi è riuscito; ha voluto provare che
l'inconscio ha le sue leggi, la sua logica intrinseca, può essere studiato mediante protocolli che
riteneva scientifici, e tuttavia ha mentito, per potersi fregiare degli emblemi della scientificità.
Tutto ciò merita una controinchiesta: ed è l'obiettivo che Onfray si pone. Con il rigore e la
pazienza di un archivista, riprende daccapo in mano i testi sacri della nuova Chiesa. E senza
timore dello stigma che si sarebbe senz'altro procurato, li mette a confronto con le testimonianze
e ne esamina le contraddizioni. Il bilancio è terribile: la psicoanalisi è un'appendice della
psicologia, della letteratura, della filosofia, ma non può assolutamente aspirare allo statuto di
scienza "dura". Accolto in Francia da un enorme successo di pubblico - che si avvia a superare
quello del "Trattato di ateologia" - e un'ondata di critiche feroci, "Crepuscolo di un idolo" è
Onfray al suo meglio: un pensatore che della decostruzione di grandi miti del nostro (e di ogni)
tempo fa una battaglia per la libera ricerca della felicità terrena.
“E disse” di Erri De Luca
"Era felice al vento, lo accoglieva in ascolto.
Era di quelli che afferrano una frase
dove gli altri intendono solo un chiasso."
Mosè, primo alpinista, è in cima al Sinai.
Inizia così il suo corpo a corpo con la più
potente manifestazione della divinità.
E disse: con questo verbo la divinità crea e disfa, benedice e annulla. Dal Sinai che scatarra esplosioni e
fiamme, vengono scandite le sillabe su pietra di alleanza. Nell'impeto di un'ora di entusiasmo un popolo
di servi appena liberati si sobbarca di loro: "Faremo e ascolteremo". Luogo di appuntamento è il largo di
un deserto, dove la libertà è sbaraglio quotidiano. Notizia strepitosa: nell'antico Ebraico, madrelingua, le
parole della nuova legge sono rivolte a un tu maschile.
Le donne guardano con tenerezza gli uomini commossi e agitati. Il dito scalpellino che scrive in alto a
destra: "Anokhi", Io, è il più travolgente pronome personale delle storie sacre.
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“Il Respiro del buio” di Nicolai Lilin
"Il respiro del buio" comincia con un viaggio in treno, alcune centinaia di chilometri che
sanciscono l'ingresso in una nuova vita. Il servizio militare in Cecenia è finito, è tempo di
tornare, ma per il protagonista la parola ritorno ha perso significato. È un altro uomo quello
che arriva alla stazione di Bender, e un'altra è la città che lo accoglie: identica a un primo
sguardo, eppure diversa. Rinchiuso nel suo appartamento, solo con le sue armi importate
illegalmente dalla Cecenia, Nicolai vive il suo "dopoguerra" di solitudine, ansia, paura. E,
soprattutto, odia. Odia gli edifici, le strade, l'umanità "pacifica" che gli appare fasulla,
intollerabile nella sua pretesa di civiltà. Per provare a fare i conti con le atrocità subite e
commesse, decide allora di intraprendere un nuovo viaggio, verso il luogo che rappresenta
l'unico ritorno possibile: la Siberia. Immerso nella natura, nel silenzio, guidato dalla saggezza
del nonno, sembra trovare una vita semplice e quieta. Ma un passato così pesante non si
cancella con il silenzio, e neppure con la determinazione, e quella che sembra una possibilità di
riscatto può rivelarsi in ogni momento una trappola che inverte la corsa e riporta al punto di
partenza. Così, può succedere che un impiego in una ditta di sicurezza privata a San
Pietroburgo si trasformi in una nuova guerra, più nascosta e apparentemente meno violenta
rispetto a quella combattuta in divisa, eppure, se è possibile, ancora più pericolosa. Una guerra
che fa le sue vittime nelle strade e nelle piazze...
“La manomissione delle parole” di Gianrico Carofiglio
Le parole servono a comunicare e raccontare storie. Ma anche a produrre trasformazioni e
cambiare la realtà. Quando se ne fa un uso sciatto e inconsapevole o se ne manipolano
deliberatamente i significati, l'effetto è il logoramento e la perdita di senso. Se questo accade,
è necessario sottoporre le parole a una manutenzione attenta, ripristinare la loro forza
originaria, renderle di nuovo aderenti alle cose. In questo libro, atipico e sorprendente,
Gianrico Carofiglio riflette sulle lingue del potere e della sopraffazione, e si dedica al
recupero di cinque parole chiave del lessico civile: vergogna, giustizia, ribellione, bellezza,
scelta, legate fra loro in un itinerario concettuale ricco di suggestioni. Il rigore dell'indagine letteraria, politica ed etica - si combina con il gusto anarchico degli sconfinamenti e degli
accostamenti inattesi: Aristotele e don Milani, Cicerone e Primo Levi, Dante e Bob Marley,
fino alle pagine esemplari della nostra Costituzione. Ne derivano una lettura emozionante,
una prospettiva nuova per osservare il nostro mondo. Chiamare le cose con il loro nome è un
gesto rivoluzionario, dichiarava Rosa Luxemburg ormai un secolo fa. Ripensare il
linguaggio, oggi, significa immaginare una nuova forma di vita.
“Possessione” di A.S.Byatt
Roland Mitchell scopre in un libro appartenuto al poeta vittoriano Randolph Henry Ash due
minute di una lettera indirizzata a una donna. Il tono della lettera lascia trapelare un amore
insospettato. Roland scopre l'identità della donna, una poetessa e coinvolge nelle sue
ricerche la collega Maud Bailey. Roland e Maud ripercorrono i passi della donna e
dell'uomo vissuti un secolo prima ricostruendo una vicenda che ben presto diventa la loro.
"Possessione" ha vinto il Booker Prize, premio assegnato ogni anno al miglior romanzo
britannico.
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“Il Primo respiro” di Pier Francesco Gasparetto
Un santuario di montagna, una comunità di preti e suore di clausura, nobiltà massonica,
dicerie e sotterfugi, alleanze e intrighi. Questi gli ingredienti dell'avvincente e misteriosa
vicenda che esplode a partire dal ritrovamento di un neonato piangente all'interno della
chiesa. Nessuno sa chi sia e da dove provenga, ma la sua comparsa dà l'avvio a una
indagine complessa e colma di sorprese. Da una parte le suore, protettive e materne,
dall'altra i preti, con le loro diverse e talvolta contrastanti personalità, infine la popolazione
laica, rapita dai suoi interessi e dai suoi capricci, sconvolta da passioni, gelosie e continui
imprevisti. E lo spettro del satanismo, la sapienza patristica, il giro di informazioni segrete,
la ricerca di una verità diffìcile a trovarsi.
“Il Giocatore” di Fedor Dostoevskij
Audiolibro
Pressato dagli editori, Fëdor Dostoevskij scrisse "Il giocatore" in poche settimane "per
necessità": doveva pagare dei debiti di gioco; eppure questo romanzo è diventato un
capolavoro e un punto di riferimento (ed uno dei testi più brillanti) della narrativa
russa dell'Ottocento. Il giovane precettore Aleksej Ivànovic è al seguito di una
stravagante famiglia russa in vacanza nella città termale tedesca di Roulettenburg, il
cui casinò attira molti turisti. Mentre lo stesso Aleksej racconta come viene posseduto
dal demone del gioco d'azzardo, attorno a lui si svolgono le vicende di un gruppo di
personaggi alquanto pittoreschi: un vecchio generale russo, follemente innamorato di
una giovane francese dal passato turbolento, e la sua sdegnosa figliastra Polina; un
ricco inglese, onesto e timido, e uno spregiudicato marchese francese; e infine
un'energica "baboulinka" (nonnina) russa. La vicenda viene raccontata dal
protagonista come se fosse una confidenza fatta ad un gruppo di amici intimi, e la
narrazione procede con un ritmo incalzante scandito da indizi, dubbi, supposizioni e
interpretazioni che creano un atmosfera di suspense che solo nel finale trova
soluzione. La lettura, intima e confidenziale, è dell'attore Luigi Marangoni.
“C’è musica & musica” di Luciano Berio
DVD
Era il 1972 quando la Rai, che all'epoca aveva tre orchestre, due ritmiche e una sinfonica,
mandò in onda il ciclo televisivo "C'è musica & musica", ideato da Luciano Berio. Nel
corso delle dodici puntate Berio affrontò varie problematiche sul fare, pensare e scrivere
musica, con esempi da Monteverdi ai Beatles. Un viaggio nel mondo dei suoni in cui il
compositore coinvolse altri colleghi di spicco, da Pierre Boulez a György Ligeti, da Bruno
Maderna a Luigi Nono e ad altre importanti personalità del mondo musicale europeo ed
extraeuropeo. Edito in occasione del decimo anniversario della morte di Berio, questo
cofanetto permetterà a un vasto pubblico di scoprire (o riscoprire) questo incredibile ciclo
televisivo che riconduce a un tempo in cui la musica era ricerca e avventura: una serie
televisiva che ha molto da insegnare, dire e far ricordare ancora oggi, in un'epoca in cui il
panorama musicale è cambiato e altrettanto differenti appaiono il ruolo del compositore,
l'impegno delle istituzioni e l'uso dei media.
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“C’era lassù al castello”
di Roberto Piumini e Gianni De Conno
Questo libro raccoglie sei storie e una ballata, nate in un tempo
molto lontano per viaggiare fino a noi, perché le storie, quando sono
belle, si possono ripetere e ripetere ancora. Senza fine. Età di
lettura: da 8 anni.
“Cuore d’eroe. La storia di Enea”
di Roberto Piumini
Roberto Piumini racconta fedelmente l'"Eneide", scrivendo per i
ragazzi un libro da leggere come un romanzo storico. In una prosa
che nasconde, ma fa sentire, il suo continuo ritmo ottonario,
attraverso vicende meno note di quelle dell'"Odissea", è presentato
Enea.
“Dal Diario di una bambina troppo occupata”
di Stefano Bardiglioni e di Manuela Badocco
Se hai dieci anni, vai a scuola e i tuoi genitori ti vogliono bene, sei
una bambina fortunata. Ma se ti vogliono bene al punto di riempirti i
pomeriggi di corsi di piano, di danza, di nuoto e di inglese, allora
probabilmente avrai qualche problema. Età di lettura: 8 anni.
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“E’ un libro” di Lane Smith
Una conversazione botta-e-risposta tra uno scimmiotto immerso in un libro e
il suo antagonista, un asino tecnologico. Poco più di una riga di testo per
pagina ritma il confronto diretto tra i pregi delle pagine di carta e quelli del
computer. Chi avrà la meglio in questa piccola sfida tra animali-bambini?
Noi che ci occupiamo di libri lo sappiamo già; per l'asino tecnologico sarà
una sorpresa. Età di lettura: da 3 anni.
“Quattro storie quasi vere” di Roberto Denti
Cos'è l'uomologia? A cosa serve la Luna? Da che pianeta vengono i gatti?
Quattro racconti che rispondono con umorismo a queste e altre curiose
domande, mescolando nozioni scientifiche con favole, miti e leggende. Età di
lettura: da 7 anni.
“Il sapore amaro delle arance” di Sandro Natalini
Tutti sanno quanto le arance facciano bene: ricche di vitamine C e A, potenziano il
sistema immunitario e proteggono dallo stress e dall'aria inquinata, rallentando
persino l'invecchiamento della pelle. Ottime come merenda, spremute sono
eccezionali, deliziose come confettura e memorabili quando si trasformano in
bibite che ci fanno frizzare il naso... Da un fatto di cronaca una storia al margine,
unica e simile a tante altre dal retrogusto amaro che ruota intorno a questo piccolo
sole arancione, per riflettere sul difficile tema dell'immigrazione. Età di lettura: da
7 anni.
FONTE DEGLI ABSTRACT: IBS.IT