Le casse vuote dei Comuni

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Le casse vuote dei Comuni
La cultura
Oggi il secondo cd con Repubblica
Frédéric Beigbeder
“Perché l’amore
è passione a tempo”
I “tesori nascosti”
di Amy Winehouse
ANAIS
GINORI
Fondatore Eugenio Scalfari
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Anno 37 - Numero 176
CON “ZAGOR” € 8,10
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“Sfiorai il suicidio
per la depressione”
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Direttore Ezio Mauro
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Gli spettacoli
giovedì 26 luglio 2012
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Scandalo sanità lombarda, il denaro transitato su conti svizzeri. Al leader pdl contestati i viaggi e le vacanze pagati da Daccò
Corruzione, indagato Formigoni
R2
Londra 2012, Giochi di potere
quanto vale un’Olimpiade
“AlGovernatore8,5milionidieuro”.Luireplica:vinceròio12a0
Borse in ripresa, cala lo spread. Rallenta anche la Germania
Da Parigi e Madrid
pressing sulla Merkel
“Attuare gli accordi Ue”
MADRID — È un pressing sulla cancelliera quello messo in atto da Parigi e Madrid per ottenere l’attuazione
degli accordi europei anti-spread. Lieve miglioramento dei mercati.
SERVIZI DA PAGINA 8 A PAGINA 11
L’analisi
La sindrome di Gulliver
BERNARDO VALLI
VERO, la Germania di Angela Merkel a volte fa
pensare a Gulliver, l’eroe di Jonathan Swift che
si scopre un gigante impigliato tra i minuti abitanti dell’isola di Lilliput. L’idea è disinvolta, il paragone azzardato, perché l’Europa non è abitata da lillipuziani che dilagano nelle ricche vallate della Repubblica federale condizionandone i movimenti.
SEGUE A PAGINA 27
È
ROMA — La procura di Milano ha
formalmente indagato il governatore lombardo Roberto Formigoni per
corruzione. Al presidente della Regione vengono contestate tangenti
per 8,5 milioni di euro presumibilmente ricevute dal faccendiere Pierangelo Daccò. Il denaro – che secondo gli inquirenti sarebbe transitato
su conti svizzeri – avrebbe pagato
viaggi e vacanze del leader Pdl. Ieri il
governatore ha tenuto una conferenza stampa per dichiararsi innocente:
“Vincerò io 12 a 0”, ha detto.
BERIZZI, COLAPRICO
DE RICCARDIS
MONTANARI E RANDACIO
ALLE PAGINE 2, 3 E 4
LA STRADA OBBLIGATA
DELLE DIMISSIONI
GAD LERNER
A CHE gli è preso a Roberto Formigoni?
Pareva in preda a ebbrezza da perdizione ieri sera mentre tirava sciabolate
ai direttori dei “giornaloni” e ai “gazzettieri della Procura di Milano”, colpevoli di anticipare da
mesi l’ovvio e il risaputo, cioè che da governatore della Regione Lombardia ha favorito l’arricchimento dei suoi amici, traendone vantaggi
politici e materiali.
SEGUE A PAGINA 26
M
Monti: basta allarmismo sociale, non tocchiamo le tredicesime
Le casse vuote dei Comuni
“Niente stipendi ad agosto”
Il reportage
Diario
Spagna, il paese ammalato
LUCIO CARACCIOLO
AFRICA comincia ai Pirenei», stabiliva
Alessandro Dumas padre. «La Spagna è
il problema, l’Europa la soluzione», replicava un secolo dopo José Ortega y Gasset. «La Spagna non è l’Uganda», sta scritto nell’sms che Rajoy ha
spedito il 9 giugno al suo ministro dell’Economia.
ALLE PAGINE 38 E 39
CON ARTICOLI DI ESPOSITO E RICCI
«L’
Assad lancia contro gli insorti
carri armati e super elicotteri
Tra i ribelli
della battaglia
di Aleppo
“Dio è con noi”
LUKE HARDING
A PAGINA 17
Il caso
La Siria brucia
ROMA — Annuncio shock dei
Comuni: sono a rischio gli stipendi di agosto dei dipendenti
pubblici. Colpa dei tagli e del basso gettito Imu, sostengono i sindaci. Senza soldi sono ben quaranta i capoluoghi di provincia
che devono fare i conti con le politiche di rigore del governo. Tra
le città in sofferenza anche Roma
e Napoli. Intanto il premier Mario Monti assicura che non verranno toccate le tredicesime degli statali. “Non è previsto alcun
blocco”, ha detto il premier.
LAURIA E PETRINI
ALLE PAGINE 6 E 9
ASSANTE, AUDISIO, CROSETTI
DE GREGORIO, FRANCESCHINI, SISTI E ZUCCONI
DA PAGINA 31 A PAGINA 37
LA PRIMA MEDAGLIA
TONY BLAIR
ATTESA è quasi finita. Gli impianti spettacolari sono pronti. I media di tutto il mondo si stanno sistemando. Gli atleti sono già arrivati, e sono impazienti di iniziare a gareggiare. Dopo tutto il lavoro intenso e gli sforzi impegnativi – nonché molte discussioni – i Giochi olimpici avranno finalmente inizio
questa settimana.
SEGUE A PAGINA 27
L’
La storia
Il Consiglio di stato accoglie il ricorso: crea danno economico
Libri prestati o regalati ai clienti dei bagni, boom di iniziative
Milano, blitz dei parcheggiatori
sospesa l’area anti-traffico
L’estate di Kafka sulla spiaggia
biblioteche tra gli ombrelloni
ILARIA CARRA
ALESSIA GALLIONE
MILANO
L LIBERI tutti per i motori scatterà
già oggi. Da questa mattina, per entrare nel centro di Milano non si pagherà più Area C, il ticket di cinque euro
che la giunta Pisapia ha introdotto sei
mesi fa per combattere il traffico. Telecamere spente. E un clamoroso stop
forzato, che già divide e fa discutere.
SEGUE A PAGINA 20
I
Esplode la protesta degli operai
la Procura sotto assedio
Taranto blindata
per il sequestro Ilva
“Siamo condannati”
GIULIANO FOSCHINI
A PAGINA 19
VALERIO MAGRELLI
OGGI ALLE 19
Q
RSera su iPad e pc
tutto il mondo in un clic
UANDO si dice una notizia in controtendenza… Mentre lo spread
aumenta, mentre le tasse crescono, mentre l’Europa vacilla e la disoccupazione sale, mentre il clima di regressione psico-economica culmina nell’atroce notizia del ritorno berlusconiano,
ecco l’annuncio che le biblioteche pubbliche resteranno aperte a luglio e agosto!
SEGUE A PAGINA 21
CON UN ARTICOLO DI SCALISE
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GIOVEDÌ 26 LUGLIO 2012
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POLITICA E
GIUSTIZIA
INTERNA
L’inchiesta
Formigoni indagato per corruzione
“Favorita la Fondazione Maugeri”
da Daccò ha ricevuto oltre 8 milioni
Soldi transitati su conti svizzeri: finanziamento illecito
SANDRO DE RICCARDIS
MILANO — È una nota ufficiale
del capo della procura di Milano, Edmondo Bruti Liberati, alle 13.45, a confermare ufficialmente quello che Roberto Formigoni ha cercato di negare fino a pochi minuti prima: il governatore della Lombardia è indagato per corruzione
aggravata dal carattere transnazionale. L’inchiesta è quella
sui presunti fondi neri creati dai
70 milioni distratti dalla clinica
Maugeri. Secondo l’impianto
accusatorio del procuratore
La misura risale al
14 giugno scorso,
ma è stata
desecretata
soltanto ieri
aggiunto Francesco Greco e dei
pm Laura Pedio, Antonio Pastore e Gaetano Ruta, il politico
avrebbe ricevuto “utilità” pari a
8 milioni e mezzo di euro, in
cambio di quindici delibere regionali. Una legislazione in ambito sanitario che avrebbe garantito alla Fondazione Maugeri rimborsi per ben duecento
milioni dal 2001 al novembre
2011. La procura ha notificato a
Formigoni un avviso di garanzia — l’iscrizione è dello scorso
14 giugno, secretata fino a ieri
— e un contestuale invito a
comparire davanti ai pm dopodomani. Il suo legale, Salvatore
Stivala, ha fatto sapere però che
l’interrogatorio sarà rinviato
alla prima data utile per entrambe la parti.
Davanti agli investigatori,
Formigoni dovrà chiarire i suoi
rapporti con il faccendiere Pierangelo Daccò e l’ex assessore
regionale lombardo Antonio
Simone, entrambi in carcere da
mesi a San Vittore. Grazie al loro lavoro di lobbying, avrebbero permesso alla clinica di incassare circa duecento milioni
di fondi pubblici regionali per
le cosiddette «funzioni non tariffabili». Per questo Formigoni
è indagato in concorso anche
con il presidente della fondazione Maugeri, Umberto Maugeri, e con il direttore amministrativo Costantino Passerino,
a cui sono stati concessi gli arresti domiciliari dieci giorni fa.
Al governatore viene contesta-
ta l’aggravante della transnazionalità: le indagini della sezione di polizia giudiziaria della procura avrebbero ricostruito i flussi di denaro fino ai conti
correnti gestiti in Svizzera da
uno dei fiduciari di Daccò,
Giancarlo Grenci.
Accuse gravi, che non fanno
venire meno la solidarietà del
centrodestra. Il segretario del
Pdl, Angelino Alfano, si dice «sicuro che Formigoni continuerà
ad amministrare egregiamente
la Lombardia, fiore all’occhiello del buon governo» e parla di
«invidie e attacchi strumentali
da parte delle opposizioni». Le
accuse della procura di Milano
sono «accuse assurde» per il vicepresidente della Camera ed
esponente di Comunione e Liberazione, Maurizio Lupi. «Siamo addirittura al complotto internazionale — ironizza Lupi
— . Ora, dopo aver visto riconosciuto il suo ottimo lavoro per
ben quattro volte dagli elettori,
il presidente avrà il modo di
chiudere, dimostrando la sua
assoluta estraneità, la violenta
campagna mediatica di cui è
vittima». Chiedono le dimissioni dalla presidenza del Pirello-
ne, invece, tutte le opposizioni,
da Sel all’Idv, e per la prima volta anche l’Udc. «Il voto anticipato continua ad essere l’unica
strada percorribile per rinnovare una situazione sempre più
ingestibile» attacca il segretario
lombardo del Partito Democratico, Maurizio Martina,
mentre Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione comunista,
dice «basta con quest’assemblea piena di indagati e condannati. I lombardi hanno diritto ad avere rappresentanti
degni».
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Le tappe
L’INCHIESTA
GLI ARRESTI
LE VACANZE
IL GOVERNATORE
L’inchiesta della
procura di Milano
sulla Fondazione
Maugeri, iniziata
ad aprile,
prende il via
da quella
sul crac
del San Raffaele
Il 13 aprile il gip
emette sei ordinanze
di custodia cautelare,
tra gli altri per
Antonio
Simone e Pierangelo
Daccò, già
in carcere
per il San Raffaele
Il governatore
lombardo Roberto
Formigoni
avrebbe fatto
vacanze ai
Caraibi e in yacht
a spese di Daccò
Formigoni
smentisce
Formigoni è
indagato
dai pm nell’ambito
dell’inchiesta sulla
Maugeri per
corruzione
aggravata
dalla transnazionalità
in concorso con altri
L’intervista
Civati, consigliere regionale del Pd: nel centrosinistra una coalizione che si prepari a governare la Lombardia
“Il suo tempo è finito, si deve dimettere”
MILANO — Giuseppe Civati,
consigliere regionale del Pd, dopo la conferma dell’avviso di garanzia a Roberto Formigoni invita il governatore a dimettersi:
«Ormai è alla fine, il velo si è
squarciato. Anche stavolta è riuscito a non rispondere».
Formigoni, però, dice che non
è successo nulla di nuovo.
«È riuscito a non rispondere
nemmeno questa volta. Le accuse che gli sono state rivolte sono
molto significative. Per dirla con
una battuta anche noi del Pd non
cadiamo certo oggi dalla sedia».
Perché?
«Prima sosteneva che non era
nemmeno indagato. Poi che forse lo era, ma che i giornalisti non
dicono mai la verità. Adesso che è
vero sostiene che lui non è stato
rinviato a giudizio come invece
stato chiesto per Nichi Vendola.
Il fatto che Formigoni abbia gli
stessi problemi degli altri non ri-
Giuseppe
Civati, Partito
democratico
solve il suo».
L’avviso di garanzia ha squarciato un velo?
«Per me si era già squarciato
anche prima, il suo tempo è finito. Anche nel reato che gli è stato
contestato Formigoni è riuscito
ad essere eccellente, ma non virtuoso. Lui resisterà, la Lega lancerà il solito preultimatum».
Lei è pronto a raccogliere la
sfida?
«Io sono pronto, ma dobbiamo
esserlo tutti. Vorrei che il mio partito si facesse carico del tema della Lombardia a livello nazionale.
Chiedo al mio segretario Bersani
di chiarire il quadro politico. Esca
dall’ambiguità, deve convocare
le primarie e insieme a quelle per
scegliere il candidato per la Lombardia. Fissi i limiti forti di una
coalizione e faccia delle proposte
per governare la Lombardia».
(a. m.)
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GIOVEDÌ 26 LUGLIO 2012
La reazione
PER SAPERNE DI PIÙ
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www.procura.milano.giustizia.it
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Il Celeste sfida tutti: certo che i miei comportamenti sono stati rettilinei
Show contro pm e giornali
“Tutto qua? Resto al mio posto
e vincerò dodici a zero”
LA DIFESA
“Ho letto le carte e mi
sono detto: tutto qua? Io
rimango al mio posto”, ha
dichiarato ieri Roberto
Formigoni
ANDREA MONTANARI
MILANO — «Tutto qua? Resto al mio posto. Perché so che i miei comportamenti sono sempre stati rettilinei. Anche
questa volta vincerò contro i magistrati
12 a 0». Quando Roberto Formigoni riceve la notizia dell’avviso di garanzia
per corruzione aggravata sui fondi distratti alla fondazione Maugeri, si trova
a Roma. Sta per entrare in Senato. Per
“Lette le carte, non è
emerso nulla di nuovo,
i soliti episodi falsi
Dov’è la corruzione?
Non la vedo”
una combinazione, deve essere ascoltato dalla commissione d’inchiesta di
Palazzo Madama sulla corruzione nella Sanità dove ripete: «La Regione non
ha alcuna responsabilità sui bilanci delle fondazioni Maugeri e San Raffaele».
Sul suo sito, però dall’alba campeggia
un messaggio dal sapore premonitore:
«Auguro a Nichi Vendola di poter dimostrare la sua innocenza. Ma non posso
non notare l’eclatante doppiopesismo
dei giornalismo italiani. La notizia di
Vendola è a pagina 15, mentre Formigoni indagato era in prima pagina».
Il governatore lombardo decide di
rientrare a Milano. C’è chi sostiene anche per confrontarsi con il suo legale,
l’avvocato Salvatore Stivala. E soprattutto per fugare ogni dubbio di screzi
con la Lega e presentarsi alla stampa
con al fianco il vice governatore Andrea
Gibelli del Carroccio. In realtà, Formigoni è al corrente della conferma dell’avviso di garanzia dall’alba. Quando
ha letto le indiscrezioni sulla stampa.
Ma nonostante questo non rinuncia ad
attaccare i giornalisti: «Alcuni di voi
hanno fatto da gazzettieri della Procura. Alcuni di voi sono stati avvertiti dalla Procura la sera prima».
Anche se poi ammette: Non c’è nessuna novità. Perché sono cose che avevo già letto sui giornali». Anche quelli
che fino al giorno prima aveva sostenuto che «scrivessero solo falsità». Quanto all’invito a comparire dei magistrati
di Milano, il governatore della Lombardia ha precisato: «Parlerò con loro, ma
in un giorno compatibile con gli impegni di tutti, magari non sabato. Mi ero
già offerto di incontrarli». Tiene a precisare di essere «tranquillissimo. Sicuro
di quello che ho fatto». Si rifiuta di ri-
spondere ancora una volta alle domande dei giornalisti sulle sue vacanze ai
Caraibi. «Chiarirò la mia posizione con
i magistrati — insiste — ma senza passare dal visto della stampa, che non è
sempre fedele e ha preso ormai una deriva gossippara». Per tutta la giornata
Formigoni ha fatto di tutto per ostentare indifferenza. Fino a presentarsi in
conferenza stampa indossando una
sgargiante polo color fucsia con il col-
Attacco ai cronisti
“Alcuni di voi hanno
svolto con diligenza il
ruolo di gazzettieri
della Procura”
letto a quadroni rossi e bianchi. «Non
mi dimetto. Non c’è stato alcun vantaggio per il San Raffaele e la Maugeri. La
corruzione dov’è? Io non l’ho vista. E se
mi rinvieranno a giudizio avrò la mia
dodicesima assoluzione». Poi lascia
uno spiraglio per il 2013: «È un passaggio nel quale certamente sarò presente
in una posizione che valuterò con il mio
partito e gli alleati».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
FOTO:LAPRESSE
I verbali
Vacanze da vip, yacht e villa scontata
i benefit in cambio di delibere pilotate
I pm: da 15 provvedimenti della Regione indebiti vantaggi ai privati
EMILIO RANDACIO
MILANO — Ci sono mezze ammissioni di un paio di indagati, ci sono i
costi gonfiati e i soldi che finiscono
su fiduciarie di mezzo mondo. Ma
anche le delibere — quindici, sostiene la Procura — con le quali la
Regione Lombardia ha garantito
corsie preferenziali ai rimborsi
chiesti dalla Fondazione Maugeri. E
poi c’è il ruolo di Pierangelo Daccò,
amico di vecchia data del governatore lombardo, Roberto Formigoni,
militanti entrambi di Comunione e
liberazione. Per i pm Laura Pedio,
Gaetano Ruta e Antonio Pastore, ci
sono elementi sufficienti per accu-
I reati collocati dal
2001 al 2011. “Altri
pubblici ufficiali
complici ancora
da identificare”
sare lo stesso Formigoni per corruzione, con l’aggravante della «transnazionalità», visto che al governatore sarebbe stato restituito parte di
quel fiume di denaro sotto forma di
«utilità», prelevandoli da conti svizzeri. In tre pagine consegnate ieri al
legale del politico, Salvatore Stivala,
i magistrati hanno riassunto il capo
d’accusa. I reati sarebbero stati
«commessi in Milano e all’estero dal
2001 al mese di novembre del 2011».
Non solo l’esponente è indagato in
questo filone, in concorso con lui ci
sono anche Daccò, l’ex assessore
Dc, Antonio Simone, Umberto
Maugeri e Costantino Passerino, oltre a un alto funzionario del Pirellone e ad altri «pubblici ufficiali in via
di identificazione».
Le “utilità”
VANTAGGI ALLA MAUGERI
La triangolazione prospettata
dall’accusa è semplice: strutture
private convenzionate come la
Maugeri per sopravvivere hanno
bisogno dei rimborsi del Servizio
sanitario nazionale. Per evitare iter
troppo lunghi si affidano a Daccò.
Daccò l’“agevolatore”, Daccò l’amico del presidente. Fino a maggio, i sei indagati per la distrazione
di quasi 70 milioni di euro oppongono un muro ai pm. Niente di
quell’enorme somma, che è una
parte dei 200 milioni erogati dalla
Regione Lombardia, è mai finito al
governatore. Tra fine maggio e i primi di giugno le tesi degli indagati
cambiano. Daccò, messo alle strette in un verbale del 19 maggio, ammette di aver garantito a Formigoni un lungo elenco di benefit, senza
dire, però, che sono il prezzo della
sua corruzione. Per l’accusa, invece, il governatore lombardo
«avrebbe partecipato all’adozione
di provvedimenti amministrativi
(almeno quindici in dieci anni-
3.700.000
4.500.000
800.000
BARCHE DI LUSSO
RESIDENZA IN SARDEGNA
CAPODANNO AI CARAIBI
I pm stimano in 3,7 milioni
le spese per l’utilizzo degli yacht
di Daccò e Simone da parte
di Formigoni durante le estati
2007-2011
La villa in Costa Smeralda pagata
3 milioni da Alberto Perego, amico
di Formigoni, secondo gli investigatori avrebbe un valore reale
di 7,5 milioni
Formigoni è stato ospite di Daccò
in località dei Caraibi nelle festività
di fine anno 2006-2011. Il valore
di questi soggiorni secondo i pm
è di circa 800 mila euro
QUASI 9 MILIONI DI EURO
«Una parte dei fondi» sottratti
alla Fondazione Maugeri, secondo un’informativa degli investigatori datata 27 giugno scorso, «è stata utilizzata per l’acquisto, il mantenimento e il trasferimento di beni di lusso e per alimentare il vasto
“portafoglio di benefit” di cui, negli anni, hanno beneficiato Roberto Formigoni e il suo entourage».
Poco meno di 9 i milioni arrivati,
soprattutto in contanti, al governatore attraverso Daccò. Non si
tratta di denaro versato su conti
correnti riconducibili all’esponente del Pdl, ma di spese effettuate dal governatore e pagate da
Daccò.
ELLEKAPPA
ndr) della giunta e della direzione
generale della sanità della Regione
Lombardia diretti a trasferire ingenti risorse pubbliche ulteriori rispetto ai rimborsi dei Drg (i «rag-
gruppamenti omogenei» con cui
vengono rimborsate le prestazioni-ndr) e comunque a procurare alla fondazione Maugeri indebiti
vantaggi».
BARCHE DI LUSSO E VILLE
Il 28 ottobre 2011, per esempio,
viene rogitata la vendita di una super villa poco distante da Porto
Cervo, in Sardegna. L’acquirente è
Alberto Perego, uomo tra i più fidati del governatore, che convive
con lui in una casa dei Memores
Domini di Cl. A venderla una società dietro cui, sostengono oggi i
detective, c’è appunto Daccò. La
cifra è tutt’altro che irrisoria: 3 milioni di euro. Ma si tratta di sette
stanze su tre livelli in una delle zone più esclusive della Costa Smeralda. I milioni da sborsare stando
alle quotazioni di mercato — stima
l’accusa — avrebbero dovuto essere 7,5.
VACANZE AI CARAIBI
Zero euro, invece, sarebbero costate al governatore le vacanze invernali ai Caraibi (800 mila gli euro
sborsati da Daccò tra il 2006 e il
2011), e le barche ad esclusivo uso
Per mesi Daccò ha
fatto muro. Poi a
metà maggio ha
elencato i “doni”
a Formigoni
del governatore (ben 3,7 i milioni
di spese sostenute dal faccendiere
in diversi anni per mantenere le
imbarcazioni e i loro equipaggi).
FINANZIAMENTI E CENE
Al conto finale di quasi nove milioni, si deve aggiungere l’ultima
spesa. Daccò, insieme al coindagato ed ex assessore alla Sanità Antonio Simone, si sarebbe sobbarcato anche una fetta di spese elettorali del governatore. Un esempio sono i 70 mila euro di finanziamenti al Meeting di Cl a Rimini, o il
quasi mezzo milione pagato per
cene di rappresentanza in hotel di
lusso a cui partecipava ovviamente il governatore.
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GIOVEDÌ 26 LUGLIO 2012
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POLITICA E
GIUSTIZIA
INTERNA
PER SAPERNE DI PIÙ
inchieste.repubblica.it
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La storia
INDAGATO
Roberto Formigoni in
conferenza stampa, ieri,
dopo aver ricevuto l’avviso
di garanzia per corruzione
FOTO:LAPRESSE
Tutte le contraddizioni di Formigoni
il governatore incapace di dare risposte
Le cinque questioni che i pm stanno ponendo al presidente lombardo
PIERO COLAPRICO
MILANO — «Scusi, ma chi è lei che
fa questa domanda?». Un furibondo Roberto Formigoni si rivolgeva così al collega di Repubblica, il quale cercava una minima
ricevuta sulle feste di Capodanno:
«Allora, se non ha un incarico, vale la parola del presidente». Ma è
proprio «la parola del presidente»
che diventa oggi il punto centrale
di un fascicolo per corruzione. A
fare le domande al presidente saranno i pubblici ministeri milanesi. E se sino a ieri Formigoni ha
fornito tante «non risposte» a una
lista di domande legittime per
qualsiasi uomo pubblico, adesso
come si comporterà davanti a chi
gli contesta di aver «guadagnato»,
o «non pagato», quasi nove milioni di euro tra vacanze, barche e regali? Il futuro verbale ha almeno
cinque questioni aperte.
Presidente Formigoni,
siccome la corruzione
non sta soltanto nell’accettare buste di denaro, ma anche nel risparmio colossale per
l’acquisto della villa in Sardegna,
oppure nelle vacanze caraibiche
e in vela senza sborsare soldi, lei
è certo di non aver avuto «utilità»
dai due faccendieri?
«Nessun problema, nessuna irregolarità, ma soprattutto nessuna regalia. Non ho mai ricevuto
neppure un euro da nessuno», ha
ripetuto Formigoni. Aggiungendo: «Non è stato sottratto un euro
di denaro pubblico». E «se qualcuno dimostrasse che Pierangelo
Daccò ha avuto un vantaggio dai
suoi rapporti con me, mi assumerò — diceva — le mie responsabilità e mi dimetterò». Perché
sarebbe «impossibile» per Daccò
aver ottenuto «indebiti vantaggi»
dal presidente. «Stiamo parlando
di due persone, Daccò e Simone,
che si dice svolgessero l’attività di
mediatori, ma la Regione Lombardia non ha mai avuto bisogno
di mediatori. Io — parola di Formigoni — ho costruito una Regione aperta».
Può discostarsi Formigoni da
questa linea difensiva? Difficile.
Ma come farà allora a superare la
seconda questione logica?
1.
Presidente, esattamente
che tipo di rapporto lei ha
con il faccendiere milionario Pierangelo Daccò?
«Nessun tipo di rapporto, svolgeva per quello che si sa dei lavori
2.
I punti
VACANZE
DACCÒ
PAGAMENTI
Formigoni non ha
fatto chiarezza sulle
“utilità” ricevute da
Daccò e Simone,
come le vacanze in
Sardegna e ai Caraibi
pagate dai due
faccendieri
Il presidente
lombardo non ha
saputo spiegare i
rapporti con Daccò e
non ha convinto sul
fatto che per i suoi
regali non ricevesse
nulla in cambio
Roberto Formigoni
aveva affermato che
“grazie a Dio” era in
grado di pagarsi le
vacanze da
solo. Ma poi è stato
contraddetto
da Daccò
di consulenza con il San Raffaele»,
era stata la prima risposta di Formigoni pochi giorni dopo l’arresto di Daccò. Poi alcune cose sono
cambiate. Costantino Passerino,
ex boss amministrativo della
Maugeri, mette a verbale: «Daccò
è un personaggio con cui chi svolge attività nel settore sanitario in
Lombardia deve avere relazioni
perché è risaputo che ha moltissima influenza nell’assessorato alla Sanità ed è un uomo molto importante in Comunione e Liberazione, in particolare per i suoi rapporti con il Presidente della Regione Lombardia». Ed è lo stesso
Daccò a spiegarsi: «Sono “accreditato” dal 1978 in Regione, nel
senso che rappresento grandi
realtà ospedaliere in Lombardia
da molti anni, in particolar modo
il Fatebenefratelli, la fondazione
Le reazioni
Maugeri (…) Ovviamente negli
anni ho sfruttato la mia conoscenza personale con Formigoni
per accreditarmi di fronte ai miei
clienti».
Ma questi clienti danarosi e occhiuti — ed è terza questione —
pagano senza ricevere nulla in
cambio? Solo amicizia?
Presidente Formigoni, la Procura in quest’inchiesta ha scoperto che prima il San Raffaele e poi la
Fondazione Maugeri hanno pagato moltissimo le «consulenze»
fasulle del tandem Daccò-Simone.
beni immobili e conti correnti?
«Ognuno risponde per sé» era
stata la parola di Formigoni. E ha
scherzato: «Anche Gesù ha sbagliato a scegliere uno dei suoi collaboratori». Però la procura contesta quindici delibere regionali
che hanno indirizzato la Sanità
più in una direzione che in un’altra. E nella direzione presa, spesso c’erano gli «amici» Daccò e Simone. E Daccò, quando c’era da
dare qualche vantaggio a Formigoni, non sembra proprio aver
badato alle spese, ed è la quarta
questione, quella più nota.
Sa che la cifra del maltolto, inseguito lungo società in Portogallo, Svizzera, Bahamas, Austria, supera i
70 milioni di euro? Sa che recentemente c’è stato un sequestro di
Presidente, lei ricorda di
aver detto: «Grazie a Dio,
io ho la possibilità di pagare integralmente le mie vacanze, e ho la possibilità di dare una
mano agli amici meno abbien-
3.
4.
ti»? Come spiega questa sua dichiarazione con quanto sottoscritto da Daccò nel verbale sulle
vacanze in cui pagava tutto lui?
Qui, come sappiamo, il «non
detto» di Formigoni ha raggiunto
l’apice. Ha cominciato con
«Quando si va in vacanza tutti insieme c’è qualcuno che organizza, poi a fine vacanza si fanno i
conti ed eventualmente si pareggia». Quindi, sosteneva sempre
Formigoni, «non ho nulla da rimproverarmi sulla vicenda delle vacanze, io non ho pagato niente a
Daccò e lui non ha pagato niente
a me».
Come sappiamo, i verbali di
Daccò dicono ben altro. E dunque
alla quarta questione, è legata la
quinta.
Che senso hanno le barche di extralusso usate «in
esclusiva» d’estate e la villa in una Sardegna Vip acquistata dal memores domini convivente di Formigoni a un prezzo
troppo basso per il mercato immobiliare?
La parola del presidente davanti ai magistrati difficilmente
potrà essere una delle sue frasi
clou: «Non costituirebbe comunque fattispecie di reato ricevere
cose in dono».
I personaggi
LOBBISTA
Il faccendiere Pierangelo
Daccò è in carcere,
indagato per il crac del San
Raffaele e per l’inchiesta
sulla Fondazione Maugeri
5.
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AMICO
Alberto Perego, amico e
coinquilino di Formigoni,
ha acquistato da Daccò una
villa in Sardegna. Per i pm il
prezzo è stato “aggiustato”
Il leader della Lega domani da Formigoni con l’ipotesi di abbinare le regionali alle politiche
Maroni: meglio votare nel 2013
PAOLO BERIZZI
MILANO — La linea non cambia, e i timori nemmeno. Più che la stima per il
politico potè la paura di perdere due
Regioni del Nord (Piemonte e Veneto):
il che, di questi tempi, vorrebbe dire
perdere tutto. Sta di fatto che la Lega,
anche dopo l’avviso di garanzia, continua a difendere Formigoni. O meglio:
a tenerlo a galla dandogli una scadenza. «A questo punto sarebbe meglio
che si votasse nel 2013 per la Regione e
per le politiche», dice Roberto Maroni.
Il ragionamento che il segretario federale ha condiviso coi suoi dirigenti
ruota attorno a un punto: quello che
interessa al Carroccio non sono tanto
le responsabilità penali del governatore («ad oggi ci sono solo dubbi, come in
Puglia e in Emilia, i magistrati facciano
velocemente il loro lavoro per avere
LEADER
Roberto
Maroni, ex
ministro degli
Interni e neosegretario
della Lega
Nord
certezze», osserva il segretario lombardo Matteo Salvini), quanto piuttosto l’opportunità o meno di sostenerlo fino al termine del suo mandato, il
2015. Un bivio di fronte al quale la Lega ha già scelto come muoversi. L’anno prossimo in concomitanza col voto
politico si deve andare alle urne anche
per la Lombardia. È la richiesta del
Carroccio e domani il segretario padano la ribadirà nuovamente a Formigoni. Sul punto non è affatto escluso che
Lega e Pdl possano trovare un’intesa.
Un’apertura sull’ipotesi 2013, peraltro, arriva dallo stesso governatore
finito sotto indagine. «Io resto sicuramente sino al 2015. Ma in un momento così turbolento e drammatico per il
Paese non si può dire. Sarò pronto per
un eventuale richiesta del mio partito,
la valuterò». Altro tipo di valutazioni
sono quelle espresse in queste ore da-
gli esponenti leghisti in Lombardia. Le
prime riguardano il peso delle accuse
rivolte a Formigoni. Le altre chiariscono come proseguirà l’azione politica
della Lega al Pirellone, e della stessa
giunta regionale, dopo la svolta nell’inchiesta giudiziaria. «Non ci sono
elementi nuovi — ragiona il vicepresidente della Regione Andrea Gibelli —
noi ci riferiamo alle verità e non alle verosimiglianze». Aggiunge Salvini: «La
Lega continua a lavorare per ottenere
risultati positivi per i lombardi, in primis meno ticket». Il succo, insomma, è
che la Lega su Formigoni sospende il
giudizio: non gli chiederà di lasciare
ma proverà a convincerlo che sarebbe
meglio che nel 2013 la sua poltrona sia
messa ai voti. «Soprattutto — si sottolinea — se lui volesse fare il doppio giro, e cioè essere di qua e di là».
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EX ASSESSORE
Tra gli indagati c’è anche
l’ex assessore alla Sanità
della Regione Lombardia,
Antonio Simone, in carcere
dalla scorso aprile
DIRIGENTE
Carlo Lucchina, direttore
generale della sanità
lombarda dal 2003, è
indagato per irregolarità
nell’assegnazione di fondi