UEFA Champions League – La massima
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UEFA Champions League – La massima
UEFA Champions League – La massima competizione internazionale europea per club Mercoledì 27 Maggio a Roma, Barcellona e Manchester United si contenderanno il trofeo per club più importante d’Europa: la Champions League. Lo spirito creatore che ideò questo torneo fu come sempre la stampa sportiva francese che negli anni ’50 si domandava quale fosse la squadra di club più forte. Ebbe così inizio nel 1955 il torneo oggi più ambito. I timori iniziali dell’UEFA ad appoggiare questo evento sono oggi realtà: i campionati nazionali e il campionato d’Europa per nazioni sono oscurati dall’importanza e dal numero di capitali della Champions. Il gruppo dei G-14 (2000-2008), del resto, aveva già iniziato a valutare la possibilità di creare un campionato d’Europa in contrasto alle posizioni di UEFA e FIFA , delegittimando queste ultime e i campionati nazionali. Questa storica rivoluzione però sembra aver subito un rallentamento in seguito alla trasformazione del G-14, gruppo delle 14 più potenti e prestigiose formazioni europee, in ECA – European Club Association (2008), un’associazione a cui partecipano 137 club. Questo cambiamento di rotta si è avuto in seguito alla maggiore disponibilità delle istituzioni calcistiche ad assecondare le esigenze dei grandi club in cambio del totale riconoscimento delle autorità precostituite. Nel 1955 la partecipazione delle prime 16 squadre più blasonate fu per invito: nei paesi rappresentati dalla squadra vincitrice del titolo nazionale (7) la competizione venne riconosciuta come “Coppa dei Campioni”, negli altri come “Coppa Europa”. La prima partita infatti si disputò tra due squadre non vincitrici del proprio campionato: lo Sporting Clube de Portugal e l’ FK Partizan. Comunque nel 1956, la seconda edizione, l’UEFA impose ai paesi la regola di iscrivere il campione nazionale salvo il caso di contemporanea vincita del titolo di campione d’Europa, il che fino al 1960 avrebbe comportato l’iscrizione di due formazioni. La formula era quella dell’eliminazione diretta dopo partite di andata e ritorno; nella stagione 19911992 ci sarà il primo sperimento di introduzione di una fase a gironi. Dato il buon risultato, si ebbe dunque la nascita dell’UEFA Champions League con l’introduzione della fase a gironi e l’eliminazione dell’automatica qualificazione all’edizione successiva del detentore del titolo. La dissoluzione in quegli anni di URRS e Jugoslavia causò l’incremento del numero di squadre aventi diritto di partecipazione, con la conseguente creazione di una fase preliminare. Nel 1997-1998 si decise di infrangere il principio vigente dal 1960 di far partecipare solo i campioni: da allora anche le seconde classificate negli otto paesi col miglior ranking UEFA sono state ammesse (rimane tutt’oggi invece in vigore il principio per cui il detentore del titolo non è ammesso di diritto. Unica eccezione è stata la “Special Card” del 2005 concessa al Liverpool in seguito alla vittoria del suo quinto titolo nel 2004). Questo cambiamento è stato il preludio per la riforma del 1999-2000. Sotto la spinta del G-14 l’UEFA si trovò costretta ad ampliare ancora di più il numero di partecipanti comportando dei cambiamenti anche nelle altre competizioni europee. La Coppa delle Coppe, competizione per i vincitori delle coppe di lega nazionale, venne abolita e la coppa UEFA venne ridotta a girone di consolazione per le terze classificate dei gironi finali della Champions. L’incremento del numero di formazioni, ne risultano 76 per 53 federazioni nel 2009, si nota soprattutto nella struttura dei turni preliminari (3 turni) dato che la fase finale consta sempre di 32 squadre; fondamentale è divenuto il ranking UEFA in quanto alle prime tre federazioni è stata data la possibilità di iscrivere addirittura quattro formazioni, di cui 2 alla fase finale. Durante il mandato di Platini alla presidenza dell’UEFA, il 30 novembre 2007 sono state approvate le modifiche (sia per la Champions che per l’UEFA Europa League) promesse da quest’ultimo in campagna elettorale alle nazioni più potenti: 6 turni preliminari, ben tre squadre alla fase finale per le prime tre federazioni, 12 campioni nazionali invece di 9 alla fase finale. Con questa struttura si è giunti ad avere 5 formazioni nella fase a gironi di nazioni la cui posizione nel ranking è superiore al 13° posto. Come si è detto si ha la partecipazione di tutte le federazioni affiliate all’UEFA salvo quella del Liechtenstein data l’assenza di un torneo nazionale. Il ranking UEFA è ora così composto: TOP 20 - MARZO 2009 CLASSIFICA UEFA PER NAZIONE 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 Paese 04/05 05/06 06/07 07/08 08/09 Totale Inghilterra 15.571 14.428 16.625 17.875 12.444 76.943 Spagna 12.437 15.642 19.000 13.875 12.062 73.016 Italia 14.000 15.357 11.928 10.250 11.125 62.660 Germania 10.571 10.437 9.500 13.500 10.437 54.445 Francia 11.428 10.812 10.000 6.928 10.000 49.168 Russia 10.000 10.000 6.625 11.250 9.250 47.125 Olanda 12.000 7.583 8.214 5.000 6.166 38.963 Romania 5.500 16.833 11.333 2.600 2.642 38.908 Ucraina 8.100 5.750 6.500 4.875 11.125 36.350 Portogallo 8.166 5.500 8.083 7.928 6.642 36.319 Turchia 5.375 4.000 6.100 9.750 7.000 32.225 Grecia 6.166 3.333 4.666 7.500 6.500 28.165 Scozia 4.750 4.250 6.750 10.250 1.875 27.875 Belgio 6.125 5.500 4.700 4.500 4.500 25.325 Svizzera 2.625 9.375 4.100 6.250 2.900 25.250 Danimarca 1.500 3.500 6.125 5.125 7.800 24.050 Bulgaria 2.375 8.750 5.125 2.750 2.250 21.250 Rep. Ceca 2.875 4.625 5.750 5.125 2.375 20.750 Norvegia 3.500 5.400 2.000 5.400 2.500 18.800 Austria 7.625 3.250 1.500 3.200 2.250 17.825 Inghilterra e Spagna stanno dominando la scena degli ultimi anni, mentre l’Italia continua un inesorabile declino e Germania e Francia crescono lentamente. Nell’analisi dell’andamento del ranking è d’obbligo tenere presente non solo gli aspetti sportivi ma anche quelli economici e politici con cui le federazioni calcistiche devono convivere. Ad esempio, l’epoca d’oro dell’Italia negli anni ’90 è legata alle vicende economiche e politiche dei diritti televisivi; allo stesso modo il lento declino degli ultimi anni è la conseguenza di un uso scriteriato di questi capitali e della fragilità insita negli organi dirigenziali sportivi e non solo. L’Inghilterra sta raccogliendo ora i frutti di un lavoro iniziato con Margaret Thatcher a metà degli anni ’80. Il dover affrontare il problema hooligans è stato visto come primo passo per un rinnovamento guidato-aiutato dal governo. Le tragedie dell’Heysel e di Sheffield hanno portato il governo inglese ad intervenire, costringendo le società a prendersi le responsabilità di quanto accadeva sistematicamente negli stadi. Oggi eliminato (almeno sul suolo inglese) il problema, si hanno stadi multifunzionali di proprietà, società quotate in borsa con un’elevata capacità di far fruttare il proprio marchio e di alimentare un progetto vincente. Nonostante ciò qualche scricchiolio a livello economico sembra arrivare anche da oltremanica: una commissione parlamentare bipartisan ha pubblicato dati allarmanti sui bilanci e ha provato a studiare le contromisure, salvo precisare che finché i presidenti magnati continueranno a risanare di tasca propria (in Italia oggi solo l’Inter è in questa situazione), o le squadre continueranno a vincere in Europa, non ci saranno problemi. La Spagna ha come fiore all’occhiello degli ultimi anni il Barcellona, una squadra composta da giovani talenti e da alcuni campioni più anziani guidati da un allenatore con poca esperienza ma con idee tattiche chiare e efficaci. Inoltre, il Barcellona fonda la propria ricchezza e solidità strutturale su un azionariato di 163.000 soci e un budget di più di 308,8 milioni di euro. Le agevolazioni fiscali (sui “lavoratori stranieri” vige un regime di fiscalità agevolato che consente di pagare un’aliquota fissa del 24% sugli stipendi milionari, permettendo alle società di calcio spagnole di offrire ingaggi che non hanno rivali sul mercato europeo. L’agevolazione dura 5 anni per ogni “lavoratore”) nonché una regolamentazione non troppo ferrea sul doping (ad es. nessuna reperibilità 24 ore su 24 come da norme dell’Agenzia Mondiale Antidoping) hanno poi permesso alle squadre spagnole di essere sempre più competitive a livello europeo. Anno Vincitore 1982-83 Amburgo 1955-56 Real Madrid 1983-84 Liverpool 1956-57 Real Madrid 1984-85 Juventus 1957-58 Real Madrid 1985-86 Steaua Bucarest 1958-59 Real Madrid 1986-87 Porto 1959-60 Real Madrid 1987-88 PSV Eindhoven 1960-61 Benfica 1988-89 Milan 1961-62 Benfica 1989-90 Milan 1962-63 Milan 1990-91 Stella Rossa 1963-64 Inter 1991-92 Barcellona 1964-65 Inter 1992-93 O. Marsiglia 1965-66 Real Madrid 1993-94 Milan 1966-67 Celtic 1994-95 Ajax 1967-68 Manchester Utd 1995-96 Juventus 1968-69 Milan 1996-97 Borussia Dortmund 1969-70 Feyenoord 1997-98 Real Madrid * 1970-71 Ajax 1998-99 Manchester Utd 1971-72 Ajax 1999-00 Real Madrid 1972-73 Ajax 2000-01 Bayern Monaco * 1973-74 Bayern Monaco 2001-02 Real Madrid * 1974-75 Bayern Monaco 2002-03 Milan 1975-76 Bayern Monaco 2003-04 Porto * 1976-77 Liverpool 2004-05 Liverpool 1977-78 Liverpool 2005-06 Barcellona * 1978-79 Nottingham Forest 2006-07 Milan 1979-80 Nottingham Forest 2007-08 Manchester Utd * 1980-81 Liverpool 2008-09 1981-82 Aston Villa - Dall'edizione 1997/98, con l'asterisco si indicano quelle squadre che hanno vinto il loro campionato nella stagione precedente (Fonte: Wikipedia) Vittorie Finali perse 9 3 Real Madrid 7 4 Milan 5 2 Liverpool 4 3 Bayern Monaco 4 2 Ajax 3 0 Manchester Utd 2 5 Benfica , 2 3 Barcellona 2 2 Inter 2 0 Nottingham Forest , 1 1 Celtic , 1 0 0 2 Stade Reims , 1 Fiorentina , Eintracht Francoforte , Partizan , Panathinaikos Atlético Madrid , Leeds , Saint-Étienne , Borussia M'gladbach Bruges , Malmö FF , Roma , Sampdoria Bayer Leverkusen , Monaco , Arsenal , Chelsea 0 Squadre Juventus Porto Amburgo , Steaua Bucarest , Feyenoord , Aston Villa , Borussia Dortmund O. Marsiglia PSV Eindhoven , Stella Rossa , Valencia Fonte: Wikipedia Vittorie Finali perse Nazione 11 14 Italia 11 9 Spagna 11 5 Inghilterra 6 7 Germania 6 2 Paesi Bassi 4 5 Portogallo 1 5 Francia 1 1 Scozia 1 1 Romania 1 1 Jugoslavia 0 1 Grecia 0 1 Belgio 0 1 Svezia Fonte:Wikipedia Osservando l’Albo d’Oro dei vincitori è possibile fare alcune considerazioni. Fino all’inizio degli anni ottanta è facilmente visibile l’esistenza di “cicli”di vittorie: inizialmente la supremazia del Real Madrid (5 anni), poi abbiamo il periodo del Benfica (2 anni) e andando avanti nel tempo troviamo l’Inter tra il 1963 e il 1965, l’Ajax tra il 1970 e il 1973, il Bayern di Monaco tra il 1973 e il 1976, il Liverpool (1976-1978) e il Nottingham Forest (1978-1980). Dall’inizio degli anni ottanta invece dobbiamo aspettare il biennio 1988-89/1989-90 per poter parlare della riconferma a campione per 2 anni di fila del Milan e il periodo 1995-1998 per intravedere un dominio calcistico anche se non concretizzato con vittorie nelle finali da parte della Juventus. Il Manchester United che da due anni arriva in finale, ma che da diversi anni naviga tra le migliori squadre d’Europa, potrebbe dunque aprire il primo ciclo del 2000. Si può notare come Real Madrid e Milan siano effettivamente le più costanti nel vincere, ma si deve dire come dal 1980 sia un susseguirsi di vincitori diversi e di vittorie legate a contesti particolari. Ad. esempio possiamo parlare dei significati politici di cui si era intrisa la vittoria dello Steaua Bucarest nel 1985-1986 e l’enfasi data alla sconfitta di quest’ultima nel 1988-89 per mano di quel Milan guidato da un’icona del capitalismo occidentale. Si può parlare della vittoria dell’Olympique Marsiglia nel 1992-1993 e dei risvolti politici che ebbe per il suo presidente Bernard Tapie, del ritorno alla vittoria delle squadre inglesi con il Manchester United nel 1998-1999 dopo il periodo di confino in seguito alle tragedie targate hooligans, nonché si può evidenziare ed esaltare il 20032004 per la prova di forza che i meno quotati Porto e Monaco seppero dare ai più blasonati avversari. Questa alternanza, salvo rari casi come nel 2003-2004, riguarda le nazioni oggi ai primi posti nel ranking. Sommando Italia, Spagna ed Inghilterra si hanno ben 33 vittorie (34 quest’anno) e 28 finali perse (29 quest’anno) Campione Europa Club Campione Europa Club anno dopo stesso anno Anno Campione Europa Nazione 1960 UNIONE SOVIETICA Real Madrid 1964 SPAGNA Inter Inter 1968 ITALIA Manchester United Milan 1972 GERMANIA OVEST Ajax Ajax 1976 CECOSLOVACCHIA Bayern Monaco Liverpool 1980 GERMANIA OVEST Nottingham Forest Liverpool 1984 FRANCIA Liverpool Juventus 1988 OLANDA PSV Eindhoven Milan 1992 DANIMARCA Barcellona O.Marsiglia 1996 GERMANIA Juventus B.Dortmund 2000 FRANCIA Real Madrid Bayern Monaco 2004 GRECIA Porto Liverpool 2008 SPAGNA Manchester United Manchester U.Barcellona Benfica Altri dati interessanti in merito al calcio europeo si possono trovare confrontando i risultati della massima competizione per club con quella per nazioni: nel 1988 possiamo scorgere l’unica corrispondenza nella storia tra i risultati con l’affermazione del PSV Eindhoven e dell’Olanda; il 2004 è l’anno di “Davide contro Golia” grazie ai successi di Porto e Grecia; nel 1968 e nel 1996 la vittoria della nazionale diviene il preludio alla vittoria della squadra di club ed infine si può riscontrare come l’anno post europeo sia favorevole al Liverpool che ha ottenuto 3 delle 5 vittorie proprio nell’anno successivo alla competizione per nazioni. Al di là del prestigio sportivo, la Champions si sta sostituendo per importanza ai campionati nazionali per il business e il valore economico che l’UEFA garantisce. PREMI UEFA CHAMPIONS LEAGUE EURO Qualificazione ai Preliminari 3 milioni Superamento dei preliminari 2,4 milioni Qualificazione diretta alla fase finale 5,4 milioni Passaggio dai gironi alla fase ad eliminazione diretta 9,4 milioni Passaggio ai quarti 2,5 milioni Passaggio alla semifinale 3 milioni Passaggio alla finale 4 milioni Vittoria Champions League 7 milioni Vittoria partita 600 mila Pareggio partita 300 mila Fonte: La Repubblica.it Ai premi della UEFA bisogna aggiungere gli introiti derivanti dai diritti televisivi, gli incassi, il merchandising e la nuova posizione di potere che si ottiene nei confronti del main sponsor, dello sponsor tecnico e degli altri sponsor secondari. Ovviamente la partecipazione ad una competizione ulteriore rispetto al campionato e alla coppa di lega, per giunta di alto livello, comporta grossi investimenti sia per il numero di giocatori da avere in rosa, sia per la qualità di questi ultimi, obbligando poi le squadre eliminate nei gironi iniziali della Champions a ridimensionarsi nel mercato di gennaio al fine di non ritrovarsi con passivi troppo elevati. Quindi spettacolo e soprattutto soldi sono garantiti a livello Europeo, cose che nel campionato italiano scarseggiano; la lotta tra piccoli e grandi club per la gestione dei diritti tv non ha fatto altro che aumentare il desiderio delle società più potenti di approdare ad un campionato europeo che permetta ogni domenica di giocare sui campi più prestigiosi d’Europa. In attesa di una tale evoluzione, noi italiani non possiamo fare altro che osservare la finale Manchester United – Barcellona, riconoscendone l’attuale superiorità di gioco, di mentalità e di sportività.