La problematica PSTVd/Pospiviroidi

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La problematica PSTVd/Pospiviroidi
La problematica PSTVd/Pospiviroidi
IL PROBLEMA
Il viroide del tubero fusiforme della patata (Potato spindle tuber viroid, PSTVd) è la specie tipo
della famiglia Pospiviroidae e del genere Pospiviroid. Con un genoma costituito esclusivamente da
un singolo filamento di RNA della lunghezza di 357-360 nucleotidi, senza alcun capside proteico, il
PSTVd induce una malattia che può ridurre di oltre il 50% le produzioni di patata. In Europa sono
stati anche registrati isolati focolai di infezioni naturali di PSTVd in piante di pomodoro, con
comparsa di sintomi vistosi di nanismo, accartocciamento fogliare e parziale necrosi. Il rischio
fitosanitario legato alle infezioni di PSTVd aumenta se si considera che si tratta di un patogeno
trasmissibile per seme, per polline e mediante contatto, soprattutto durante le operazioni colturali
effettuate utilizzando attrezzi da lavoro contaminati. Questo viroide, sporadicamente segnalato nei
Paesi dell’Europa occidentale, ma endemico in diversi Paesi dell’Europa orientale, é incluso
nell’allegato I, Parte A, Sezione I, della direttiva Europea 2000/29/CE e successive modifiche
(2002/89/CE; 2006/35/CE; 2006/36/CE) in cui sono elencati gli “Organismi nocivi di cui non sia
nota la presenza in alcuna parte del territorio comunitario, e che rivestono importanza per tutta la
Comunità”. Tale direttiva è stata recepita in Italia dal decreto legislativo n. 214 del 19 agosto 2005 e
Decreto ministeriale del 26/9/2006 che ne modifica gli allegati. PSTVd è presente anche nella lista
EPPO A2 dei patogeni da quarantena.
Nel 2006 sono state segnalate per la prima volta infezioni latenti di PSTVd in piante ornamentali di
Solanum jasminoides in Germania ed in Olanda. Successivamente, lo stesso patogeno è stato
diagnosticato in diversi Paesi Europei anche in altre solanacee ornamentali che includono esemplari
asintomatici di L. rantonnetii, Brugmansia spp e Streptosolen jamesonii. La presenza di questo
viroide in territorio italiano é stata registrata per la prima volta nel 2007, quando sono state
identificate piante di S. jasminoides e di S. rantonnetii infette da PSTVd in vivai dell’Italia centrale
e meridionale. Sebbene le infezioni non si manifestino con sintomi evidenti sulle piante colpite, i
vivai in cui esse sono state rinvenute hanno subito notevoli danni economici a causa della
distruzione delle partite di piante infette come richiesto dalla normativa vigente in materia di
“organismi da quarantena”. Nel corso del 2007, la problematica legata al PSTVd ha assunto
crescente importanza a livello Europeo. In particolare, si è paventata una diffusione generalizzata
dell’organismo nocivo in Europa, soprattutto attraverso ospiti in grado di consentire la replicazione
del viroide in forma asintomatica. Nel caso specifico delle solanacee ornamentali tale rischio é
molto elevato in quanto molte di queste specie, oltre ad essere ospiti latenti delle infezioni, vengono
propagate vegetativamente e lo stato fitosanitario delle piante madri non è adeguatamente
controllato rispetto alle possibili infezioni viroidali. Lo stato di allerta generalizzato, scaturito dalle
continue segnalazioni di infezioni di PSTVd in ornamentali, e la necessità di ridurre il rischio
fitosanitario connesso all’importazione di materiale vegetale infetto, ha indotto i servizi fitosanitari
di molti Paesi europei (Germania, Olanda, Danimarca) a richiedere un certificato che attesti
l’assenza di PSTVd nella partite di piante o del materiale di propagazione (talee) di solanacee
ornamentali importate, con particolare riferimento a quelle specie vegetali già identificate come
ospiti naturali del viroide. I floricoltori italiani, la cui produzione di solanacee ornamentali è
stimata intorno ai 2.000.000 di piante ed è destinata per lo più ai mercati esteri con un giro di affari
superiore ai 6.000.000 di euro, hanno trovato notevoli difficoltà a far fronte a tale richiesta.
La problematica relativa alle infezioni viroidali in solanacee ornamentali é resa ancora più
complessa dalla segnalazione di piante di S. jasminoides asintomatiche infette dal viroide del
nanismo del crisantemo (Chrysanthemum stunt viroid, CSVd), anch’esso viroide da quarantena
inserito nell’allegato II, Parte A, Sezione II, della direttiva Europea 2000/29/CE che induce una
grave malattia in crisantemo. Pertanto, le solanacee ornamentali possono costituire una potenziale
sorgente di infezioni viroidali dannose per la coltura del crisantemo. Infine, non meno importanti
sono le recenti segnalazioni di altri viroidi in altre ornamentali, ad esempio il viroide del nanismo
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apicale del pomodoro (Tomato apical stunt viroid - TASVd) su Cestrum spp., verso i quali, pur non
essendo organismi da quarantena, è necessario garantire la qualità fitosanitaria delle produzioni
floricole nazionali.
COME E’ STATO AFFRONTATO IL PROBLEMA IN ITALIA
A partire dal 2008, quando aziende italiane leader del settore florovivaistico hanno subito ingenti
danni economici e si sono prefissate lo scopo di riconquistare quote di mercato, soprattutto
internazionale, è iniziato un programma di studio e di controllo sul PSTVd, successivamente esteso
a tutti i Pospiviroidi.
Tale programma è stato fondamentalmente portato avanti dal CRA-PAV con il CNR-IVV di Bari ed
il CRSA di Locorotondo, in collaborazione con il S.F.R. Lazio e con il supporto del MiPAAF.
Sono infatti stati avviati tre Progetti finanziati dal MiPAAF, uno attraverso un bando pubblico
(PSTVd –free, Florovivaismo), e due ad affidamento diretto (ARNADIA e STRATECO) che
hanno consentito l’approfondimento delle conoscenze sui Pospiviroidi in relazione alla loro
diffusione, comportamento biologico, epidemiologia e diagnosi che hanno portato poi alla stesura
ed alla messa in atto di adeguate misure di controllo che si sono rilevate, per ora almeno nei riguardi
di PSTVd, altamente valide ed efficienti.
In particolare, gli studi effettuati hanno consentito di:
segnalare nel 2009 la presenza di piante di pomodoro sintomatiche affette da PSTVd,
individuate in prossimità di una serra dove venivano allevate piante di S. jasminoides,
anch’esse affette da PSTVd. Questo ha messo in evidenza la possibilità di un passaggio del
patogeno da ornamentali a ortive
segnalare la presenza, per la prima volta in assoluto, di PSTVd su Cestrum spp, di Citrus
exoxortis viroid (CEVd) su Cestrum spp e S. jasminoides, per la prima volta in Italia la
presenza del TASVd (su S. jasminoides e L. rantonetii) e per la prima volta in assoluto la
presenza di doppie infezioni di Pospiviroidi (PSTVd + CEVd e PSTVd + TASVd) su
Cestrum spp e S. jasminoides. Queste informazioni hanno messo in evidenza una elevata
diffusione non solo del PSTVd ma anche di altri pospiviroidi in Italia e non solo su S.
jasminoides o Brugmansia spp (quest’ultima mai in Italia) ma anche su altre specie di
solanacee ornamentali;
verificare che la pericolosità biologica e patologica dei pospiviroidi è simile tra PSTVd e le
altre specie appartenenti allo stesso genere. Infatti sono state effettuate prove di trasmissioni
sperimentali di pospiviroidi (PSTVd, CEVd, CSVd, TASVd, Tomato planta macho viroid –
TPMVd, Tomato chlorotic dwarf viroid – TCDVd, Columnea latent viroid – CLVd e
Mexican pepita viroid – MPVd) su pomodoro e si è verificato che tutte le specie di
pospiviroidi inducevano sintomi identici praticamente indistinguibili. Inoltre si è verificato
che l’isolato di PSTVd reperito su S. jasminoides è in grado di indurre gravi sintomi quando
inoculato sperimentalmente su patata, pomodoro, peperone ed infezione latente su
melanzana. Tutte queste prove testimoniano che la pericolosità di questi patogeni non può
essere attribuita al solo PSTVd ma all’intero genere dei Pospiviroidi;
considerare che, sulla base di lavori epidemiologici eseguiti ed anche in base alla
bibliografia prodotta, la presenza di vettori specifici quali insetti sembra non giocare un
ruolo determinante nella diffusione dei pospiviroidi. I dati in letteratura sono contrastanti,
ma sembra che le sole trasmissioni verificate sono di tipo sperimentale, in campo (o in serra)
non ci sono evidenze scientifiche di trasmissioni per vettori animali;
mettere a punto un sistema di produzione di materiale “certificato PSTVd-free” attraverso
un processo di filiazione che ha previsto l’individuazione di piante madri di S. jasminoides
esenti da PSTVd che, opportunamente allevate in serre a rete (screen-house), sono state
utilizzate quali fonti primarie per la produzione di piante attraverso taleaggio. Questo
processo ha consentito di eliminare la problematica all’interno dell’azienda florovivaistica
che aveva subito i maggiori danni nel 2008 e che, come azienda proponente del Progetto
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PSTVd-free, ha sperimentato tale processo produttivo. Successivamente, nel Lazio, altri
vivaisti hanno iniziato lo stesso processo, acquistando materiale sano dall’Azienda capofila
e predisponendo loro stessi un “parco” aziendale di piante madri da impiegare come fonte
primaria di materiale di moltiplicazione per la produzione commerciale a valle. Questo ha
fatto sì che nel Lazio, regione pilota della sperimentazione del processo di filiazione, si è
passati da una presenza del 56% di piante di S. jasminoides infette da PSTVd nel 2008 allo
0% nel 2012 per quanto riguarda materiale originario del Lazio;
segnalare, per la prima volta in Italia, la presenza di CSVd su germoplasma di margherita
(Argyranthemum frutescens) sia asintomatico che sintomatico e confermare la presenza
dello stesso viroide su Chrysanthemum spp.
mettere a punto un sistema diagnostico validato, secondo i parametri ISO 17025 con ring
test inter-laboratori, specifico per PSTVd e TASVd che prevede una prima amplificazione in
one-step RT-PCR con primer in grado di amplificare solo PSTVd e TASVd (questo è un
aspetto molto importante, infatti la gran parte dei metodi fino ad ora utilizzati per la diagnosi
di PSTVd non erano specie-specifici) che poi vengono specificamente riconosciuti
attraverso una digestione enzimatica (RFLP con Alu I). E’ stato anche messo a punto un
sistema diagnostico, in corso di validazione, in grado di diagnosticare qualsiasi Pospiviroide
all’interno di tessuto vegetale con un’unica analisi. Una successiva analisi di restrizione
enzimatica è in grado poi si stabilire di quale Pospiviroide si tratti;
mettere a punto, sulla base di tutte le conoscenze acquisite, un Piano di Monitoraggio,
distribuito a tutti i SS.FF.RR., in grado di controllare la diffusione di PSTVd e di altri
pospiviroidi sul territorio nazionale
evidenziare una presenza “endemica” del CEVd sul materiale di S. jasminoides presente in
Italia e nella maggior parte dell’Europa
CONCLUSIONI E PROPOSTE OPERATIVE
Sulla base delle conoscenze acquisite negli ultimi anni dalle attività sopra descritte e da quanto
riportato anche in letteratura da colleghi olandesi e tedeschi, si possono trarre le seguenti
conclusioni e fornire indicazioni sufficientemente sicure circa le strategie di contenimento e la
messa in atto di misure di prevenzione per il controllo di PSTVd in particolare e, ancor meglio, dei
Pospiviroidi in generale:
1. la problematica solanacee ornamentali – pospiviroidi non può essere contenuta solamente
con il controllo del binomio PSTVd / S jasminoides e Brugmansia spp. come previsto dalle
normative vigenti. Si è infatti dimostrato come altri pospiviroidi siano presenti in Italia
(TASVd, CEVd, CSVd) ed in Europa (CLVd, TCDVd) sia su differenti specie e generi di
solanacee ornamentali (L. ranttonetti, Cestrum spp, Streptosolen jamesonii, Datura spp)
che di Asteracee (Argyranthemum frutescens e Chrysanthemum spp.). Inoltre è stato
evidenziato che PSTVd ha la stessa potenzialità infettiva di altri Pospiviroidi nell’indurre
malattie gravi alle solanacee ortive. Alla luce di tutto questo, si rende assolutamente
necessario modificare le normative vigenti proponendo il controllo di tutti i Pospiviroidi
diffusi in Italia ed Europa (PSTVd, TASVd, CEVd, CSVd, CLVd, TCDVd, MPVd) su un
più ampio range di ospiti vegetali, quali le solanacee ornamentali e di interesse agrario e le
Asteracee ornamentali, tenendo conto anche del fatto che è ora disponibile un sistema
diagnostico in grado, con un’unica analisi, di diagnosticare tutti i suddetti pospiviroidi.
Limitare il numero dei viroidi o definire un limitato numero di specie vegetali da controllare
non avrebbe nessun significato patologico e biologico.
2. sarebbe opportuno declassare il PSTVd da organismo da quarantena dell’allegato I
all’allegato II, in quanto oramai diffuso in Italia, in Olanda, ecc;
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3. è assolutamente necessario rendere obbligatorio il sistema di certificazione per filiazione
“Pospiviroidi - esente”, che ha già dato prova di grande efficienza nel Lazio per il PSTVd,
attraverso l’instaurazione di un registro delle piante madri che ogni vivaio che produce
solanacee ornamentali ed asteracee dovrebbe predisporre; con conseguente controllo
annuale obbligatorio di tutte le fonti primarie. Solo con il comprovato controllo delle piante
madri dovrebbe essere rilasciato il passaporto per la vendita delle piante. Tutto questo anche
in considerazione del fatto che la sensibilità dei metodi diagnostici messi a punto consente di
analizzare, con un’unica analisi, 25 piante alla volta. In questo modo, il controllo annuale
delle piante madri riguarderebbe un numero limitato di campioni e quindi sarebbe di facile
attuazione sia per l’aspetto finanziario che per quello pratico (generalmente le piante madri
non dovrebbero essere più di 400-500, il che significherebbe massimo 20 analisi/anno. Si
tenga presente che da 500 piante madri posso essere prodotte ogni anno svariate decine di
migliaia di piante autoradicate).
4. è importante una armonizzazione dei protocolli diagnostici, al fine di evitare risultati
contrastanti, attraverso ring test inter laboratori a livello europeo.
5. vista la larghissima diffusione del CEVd su germoplasma di S. jasminoides, passare
direttamente ad un regime di “pospiviroidi-free” potrebbe rappresentare un grave problema,
principalmente per Italia e Germania. Se l’orientamento è questo, bisognerebbe prevedere
un periodo (3-5 anni) di transizione per consentire l’eliminazione del CEVd.
6. infine, vista la larga diffusione dei pospiviroidi in differenti specie di solanacee ornamentali
e considerata la bassissima incidenza di passaggio da solanacee ornamentali a quelle di
interesse agrario che si è verificata negli ultimi 20 anni in Europa, si potrebbe prendere in
considerazione l’idea di spostare l’attenzione e quindi i controlli di tutti i pospiviroidi solo
sulle solanacee di interesse agrario (patata, pomodoro, melanzana e peperone).
Si ritiene che, con l’adozione delle misure proposte, si possa effettuare un efficace e produttivo
controllo dei Pospiviroidi e si possa quindi salvaguardare il settore florovivaistico e quello orticolo.
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