Lettera aperta a Dario Fo e Franca Rame
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Lettera aperta a Dario Fo e Franca Rame
Marie-José TRAMUTA Présidente de la S.I.E.S (Société des Italianistes de l’Enseignement Supérieur) 13, rue Emile GIMELLI 83000 TOULON - FRANCE [email protected] Cell. +33 610188656 copia a: Einaudi editore e Agenzia Tolnay Toulon, 19 gennaio 2013 Cara Franca Rame, caro Dario Fo, Noi, gente di teatro, docenti universitari, traduttori francesi, desideriamo esprimervi la nostra più viva preoccupazione riguardo all’avvenire della vostra opera sulle scene francofone. Abbiamo appreso con stupore che le traduzioni di Valeria Tasca non erano ormai più gradite, né autorizzate per le rappresentazioni. Siamo consapevoli che le traduzioni invecchiano, che vanno rifatte regolarmente, e che la cosa è ancora più indispensabile quando si tratta di testi come i vostri, sempre in movimento, sottoposti come sono alla costante prova della scena. Non capiamo quindi la brutalità di una tale misura nei confronti di una donna che resta per noi, insieme agli editori José e Zoé Guinot, colei che ha fatto conoscere l’opera di Dario Fo e Franca Rame in Francia e ha permesso la sua diffusione, non solo con le sue traduzioni, ma anche tramite il suo insegnamento, e il cui nome, a tale titolo, rimarrà legato al vostro. Corre la voce che la vostra opera sarebbe nelle mani di un traduttore esclusivo. Tale notizia non manca di lasciarci perplessi, poiché ci sembra che le “nuove” traduzioni che vengono oggi rappresentate, non solo non contribuiscono per nulla a rinnovare quelle di Valeria Tasca ma sono anzi di una qualità assai contestabile che potrebbe anche offuscare l’immagine della vostra opera. Il rischio, se tale esclusiva viene confermata, è che gli attori e i registi non italofoni, non potendo avere accesso a delle buone traduzioni, non siano più in grado di percepire la qualità della vostra opera e che essa non venga più allestita, per lo meno nei teatri francofoni. Più grave ancora per noi, imporre autoritariamente un testo unico, non è forse contraddire appunto quella vita e quella mobilità del testo che avete sempre rivendicato e che noi, spettatori e lettori, abbiamo ammirato e difeso? Questo nuovo dato di fatto pone gli addetti ai lavori che aspirano ad allestire le vostre commedie in situazioni in totale contraddizione con le idee rivendicate dalle opere stesse. Imporre una traduzione significa non solo non lasciare alcuno spazio alla libertà dell’attore, ma vuol dire anche mettere le compagnie che lavorano sui vostri testi in una situazione di blocco: una compagnia che recita già da tempo una vostra commedia si trova ormai di fronte all’alternativa o di cambiare il testo che ha adoperato, o di vedere il suo spettacolo vietato. Numerose compagnie, in particolare quelle più piccole, si ritrovano costrette a cedere di fronte a questa totale assenza di autonomia e di scelta, pena il dover rinunciare a impegni già presi con i teatri, il che è sinonimo di disastro finanziario. Durante gli ultimi due anni, la vostra opera intera è stata eletta al programma dei concorsi nazionali per l’insegnamento in Francia. Non si trattava solo di riconoscere il vostro valore di grandi autori, si trattava di consentire, tramite lo studio approfondito dei vostri testi da parte di diverse generazioni di professori, che quei testi stessi fossero poi insegnati in maniera duratura nelle scuole medie e nei licei di Francia. I nostri sforzi in tal senso in ambito accademico rimarranno lettera morta se quegli stessi allievi che sentiranno parlare di voi a scuola non potranno costatare che la vostra opera vive nei teatri. Ebbene, è proprio questa vita ad essere in pericolo se trascurerete di considerare l’abisso che si sta scavando tra le idee teatrali e politiche che avete sempre difeso e la realtà della gestione della vostra opera oggi in Francia. Grandi ammiratori della vostra opera e del vostro impegno politico, siamo convinti che la situazione che si sta creando non corrisponde alle vostre aspettative. Se abbiamo ritenuto che fosse un nostro dovere avvertirvi, è perché pensiamo sia in vostro potere porre fine a tale situazione. Anticipatamente, ve ne ringraziamo! Michel Bataillon, Conseiller artistique de Roger Planchon au TNP de 1972 à 2002, Président de la Maison Antoine Vitez, Centre international de la traduction théâtrale Marco Consolini, Professeur à l'Institut d'études théâtrales, Université Sorbonne Nouvelle Françoise Decroisette, professeur émérite au département d'italien, Université Paris 8, traductrice Jean-Louis Hourdin, metteur en scène, fondateur du Groupe Régional d'Action Théâtrale et Culturelle Chantal Meyer-Plantureux, Professeur au département des Arts du Spectacle, Université de Caen Jacques Nichet, metteur en scène, fondateur du Théâtre de l'Aquarium, directeur du Théâtre des Treize Vents (Montpellier) de 1986 à 1997, directeur du Théâtre National de Toulouse de 1998 à 2007 Jean-Claude Penchenat, comédien, metteur en scène, fondateur du Théâtre du Campagnol Myriam Tanant, dramaturge, metteur en scène, traductrice, professeur à l'Institut d'études théâtrales et au département d'italien, Université Sorbonne Nouvelle Jean-Claude Zancarini, professeur émérite au département d'italien, École Nomale Supérieure de Lyon, traducteur