A spasso con Bob

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A spasso con Bob
Recensioni cinema e film | Persinsala.it
Edoardo
Ribaldone
6 novembre 2016
In bilico tra la commedia e il dramma, la storia di un’amicizia
delicata e toccante. Fra i due protagonisti, umano e animale, si
crea un affiatamento e un affetto che conquista subito anche lo
spettatore.
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James Bowen, un musicista di strada che sta cercando di disintossicarsi, si
trasferisce in un nuovo appartamento, dove incontra un gatto rosso
tigrato. Pensando sia scappato a qualcuno, va in cerca del suo padrone,
senza però trovarlo. Il gatto, da par suo, si dimostra intenzionato a
rimanere con James, il quale finisce in breve per affezionarglisi. Battezzato
Bob da un’amica, il gatto diventa la sua unica compagnia e finisce per
aiutarlo a riscattarsi ed a cercare una vita migliore.
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Il titolo originale cita Un tram che si chiama desiderio (A Streetcar
Named Desired), alludendo alla condizione, comune ad entrambi i
protagonisti, di raminghi che si guadagnano da vivere per strada: James
suonando, Bob accompagnando James nel suo girovagare per la città.
Entrambi solitari e vagabondi, si fanno forza e si aiutano l’un l’altro. È
proprio la comune situazione di marginalità che si trovano a vivere a
cementarne l’amicizia. La consapevolezza di dover badare a qualcuno,
spinge il protagonista ad uscire dalla dipendenza ed a recuperare la
propria dignità. Bob diventa così il suo portafortuna e il motivo per
conquistarsi un’esistenza migliore. Accanto a Bob, il personaggio di Betty
aiuta James a non abbandonarsi ed a vincere la sua debolezza, non risolta
ed anzi aggravata dall’uso di droghe. Le guizzanti soggettive dal basso,
che ovviamente appartengono a Bob, consentono allo spettatore di
condividerne il punto di vista e l’attenzione con la quale segue il suo
amico, sia che raggiunga il centro cittadino per suonare, sia che, chiuso in
casa, combatta contro la tentazione di ricadere nel consumo di
stupefacenti. Una volta ristabilitosi, grazie all’aiuto di Bob, James recupera
il rapporto col padre, che l’aveva allontanato una volta scopertane la
dipendenza. Bob costituisce dunque il motore e la forza che spinge il
protagonista a lottare per migliorare la propria vita, per renderla degna
d’esser vissuta. Viene poi allusa, nel finale, la formazione di una nuova
coppia, formata da James e Betty, la ragazza che gli è stata vicina durante
la disintossicazione. L’amicizia fra Bob e James, poi, è tanto singolare da
suscitare l’attenzione di un giornalista che decide di scrivere un articolo al
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riguardo; la sopraggiunta notorietà spinge una casa editrice ad
interessarsi alla vicenda e così James può raccontare la sua storia in un
libro. È dunque la presenza di Bob a far emergere dai personaggi il loro
lato migliore ed a costituire il vero motore del film, il centro intorno al
quale ruota l’azione. Il percorso di risalita di James comincia proprio in
seguito e grazie all’incontro con Bob, quasi il gatto fosse la manifestazione
di un destino benevolo: incarnazione felina dell’angelo di seconda classe
Clarence Oddbody nella Vita è meravigliosa di Frank Capra. Così, anche i
concittadini di James, che si dimostrano all’inizio indifferenti alle sue
disavventure, diventano subito meglio disposti quando Bob comincia ad
accompagnarlo nei suoi concerti improvvisati agli angoli delle strade. Il
film offre dunque una visione ottimistica e positiva della vita e mostra la
profondità e l’importanza di un legame d’amicizia che unisce un uomo a
un animale: così lontani, eppure così vicini.
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Titolo originale: A Street Cat Named Bob
Regia: Roger Spotttiswoode
Soggetto e sceneggiatura: Tim John e Maria Nation, dal romanzo di James Bowen e Garry Jenkins
Fotografia: Peter Wunstorf
Montaggio: Paul Tothill
Musica: David Hirschfelder
Scenografia: Antonia Lowe
Costumi: Jo Thompson
Interpreti: Bob, Luke Treadaway, Ruta Gedmintas, Joanne Froggatt, Anthony Head, Beth Goddard, Darren
Evans, Caroline Goodall, Ruth Sheen
Prodotto da Adam Rolston
Genere: commedia drammatica
Durata: 102′
Origine: Gran Bretagna
Anno: 2016
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