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Riassunto a cura di Antonio Gualtieri
Introduzione. Il 19° Congresso dell’European College of Sport Sciene si è tenuto ad Amsterdam dal 2 al 5
luglio 2014. È stata un’occasione di incontro e scambio di conoscenze per più di 2.000 esperti di sport. La
relazione, frutto di una selezione degli interventi attuata in ottica calcistica, comincia con una parte
dedicata ai test funzionali e alla ricerca del talento, argomenti strettamente correlati in quanto i primi sono
necessari per raggiungere l’obiettivo dell’identificazione del talento con un margine di errore sempre
minore. Si passa poi a diversi temi dell’allenamento, dalla prestazione alle tecniche di recupero passando
per la prevenzione.
Test funzionali
Kistler, azienda svizzera produttrice di pedane di forza, ha presentato gli ultimi prodotti in collaborazione
con una start-up universitaria slovena, la quale ha sviluppato tutta la parte software dello strumento. Oltre
alla classica misurazione della potenza durante i diversi tipi di salto, è stato presentato un sistema
composto di due pedane in grado di effettuare un test di simmetria tra i due arti inferiori sia durante un
balzo che in situazioni più controllate. Il simmetry test, infatti, si svolge partendo in piedi, si esegue quindi
un mezzo-squat, si torna su, si esegue uno squat completo e si torna nella posizione di partenza. Un altro
test interessante è il dynamic stability test, il quale viene eseguito su una pedana in grado di rilevare la
pronazione del piede durante un affondo o un atterraggio monopodalico.
SMS (Soccer Movement Specific) sprint test (Kristoffersen): il test consiste in 10m di sprint, un cambio di
direzione di 45° verso destra, una seconda accelerazione di 5m, un cambio di direzione a 90° verso sinistra,
altri 5m, un terzo cambio di 45° verso destra, 5m di accelerazione ad andare, un cambio a 180° e gli ultimi
5m a tornare. Dagli studi fatti il test risulta ripetibile, non ha problemi relativi all’effetto apprendimento e
include i 3 angoli di cambio di direzione più frequenti in una partita di calcio.
365 soccer-shooting-test (Radman): valuta la qualità del tiro come il rapporto tra la precisione e la velocità
del pallone durante un tiro. La formula che viene utilizzata per calcolare il punteggio, infatti, tiene in
considerazione la distanza dal centro della porta (Shooting Accuracy, SA) che viene divisa per il tempo che il
pallone impiega a raggiungere la porta stessa (t): più sarà angolato (lontano dal centro) e forte il tiro, tanto
più alto sarà il punteggio attribuito. Ha un ICC (affidabilità) dell’80% e discrimina tra i livelli di pratica oltre
che l’arto dominante da quello debole.
KTK Battery test (Korper-Koordinations Test fur Kinder) (Berry). Si tratta di una batteria di test generali
proposta come criterio di selezione per un college incentrato sullo sport (quindi nel passaggio tra la scuola
primaria e la secondaria). Nasce dalla necessità di dover quantificare quanto prima veniva fatto
grossolanamente dall’occhio dell’allenatore. La batteria si compone di quattro test:
1. balzo monopodalico su blocchi di spugna di altezza crescente ogni qual volta si riesce a salirvi sopra;
2. camminata all’indietro sulla trave di equilibrio;
3. balzo laterale oltre un ostacolo;
4. utilizzo di due piccoli piattaforme di supporto per muoversi sul pavimento.
A ciò si aggiungono le rilevazioni dei dati antropometrici principali (peso e altezza), l’altezza di salto
verticale e lo sprint sui 20m. Per tutti i parametri misurati i soggetti selezionati hanno dimostrato
prestazioni migliori dei non selezionati dalla scuola.
Sviluppo e talento
Attraverso diversi test funzionali (zig-zag agility test e multi stage fitness test), più di un ricercatore ha
concluso che l’agilità e l’endurance del calciatore migliorano con gli anni, con i nati nel primo semestre
notevolmente in vantaggio rispetto ai compagni di squadra. È stato infatti osservato che, a parità di
allenamento, coloro i quali sono nati tra gennaio e giugno hanno un incremento percentuale della
prestazione durante la stagione agonistica maggiore rispetto a quello dei nati da giugno in avanti (Letona,
Shalaj).
Secondo uno studio sulla pallamano di Karcher, invece, per i ruoli in cui non servono particolari
caratteristiche fisiche non ci sono evidenze di un vantaggio per i nati nel primo semestre.
A sostegno della selezione finalizzata allo sviluppo di calciatori professionisti si riportano anche le
conclusioni di Fritzler, il quale ha quantificato il Relative Age Effect (RAE) trasformando le date di nascita in
numeri: 3 febbraio = 34 (31 giorni di gennaio + 3 di febbraio), 1 marzo = 60 (31 gg di gennaio + 28 di
febbraio + 1 di marzo), ecc. Facendo la media delle varie categorie ha riportato come la media si alzi con
l’età, ovvero più si va avanti e meno conta l’esser nati nei primi mesi dell’anno, delegittimando in questo
modo le selezioni fatte in base al semestre di nascita.
Per smentire ancora una volta quanto appena riportato sopra, Gil ha illustrato come avvengono le
procedure di selezione all’Atletic Bilbao (bambini di 10 anni). I test clinici previsti sono la valutazione
antropometrica completa, la stima dello stato di maturità mediante il calcolo del picco di crescita e la
misurazione del testosterone e del DHEA salivari; per quel che riguarda la prestazione fisica i test proposti
sono i 30m piani, un test di agilità sui 30m con 10 coni (non meglio specificato), lo YoYo IRTL1, il Counter
Movement Jump e l’Hand Grip. Di tutti questi, i valori che si sono rivelati significativamente migliori nei
giocatori di movimento selezionati rispetto agli altri sono quelli relativi all’età cronologica (qualche mese
più grandi), al test di agilità e allo YoYo. Per quel che riguarda i portieri, invece, oltre all’età cronologica,
sono risultati significativamente migliori rispetto ai non selezionati i risultati relativi all’altezza reale e a
quella stimata, alla forza prensile della mano (Hand Grip) e al Counter Movement Jump. Inoltre,
confrontando portieri e giocatori di movimento, i primi si sono dimostrati meno agili, più alti e pesanti e
con una massa grassa maggiore rispetto ai giocatori di movimento.
Per quel che riguarda le prestazioni di velocità e potenza è stato dimostrato con un test sui 30m che
entrambe le capacità migliorano con lo sviluppo (Reer).
Allenamento
Small Sided Games (SSG).
È stato uno degli argomenti dell’allenamento calcistico più trattati, al
quale è stato giustamente concesso ampio spazio, decisione premiata dall’elevatissima partecipazione alle
sessioni ad esso dedicato. Di seguito si riportano alcune brevi conclusioni degli studi presentati più
importanti.
Continuando il discorso sullo sviluppo e inserendolo negli SSG, è stato riportato come al Groeningen
(squadra d’élite olandese militante nella Eredivisie), in SSG con gli stessi parametri, gli U17 e U18
percorrono più metri e più sprint degli U20, i quali hanno anche un carico cardiaco minore (ovvero lo sforzo
metabolico richiesto al sistema cardio-circolatorio). Una delle motivazioni ipotizzate è la maggior
educazione tattica dei più grandi (Olthof).
In un 4 contro 4 la distanza totale percorsa rimane invariata indipendentemente che si tratti di 24 serie da
1’, 12 da 2’ o 6 da 4’; il carico cardiaco è invece maggiore nelle serie più lunghe (Sampson).
Per quel che riguarda invece la comparazione dei partecipanti, nel 2 c 2 si percorre una distanza maggiore
nei primi 2’ rispetto al 4 c 4 o al 6 c 6 (Oh).
L’RPE (Rating of Perceived Exertion) aumenta con il passare delle serie, inficiando la qualità tecnica e la
possibilità di allenarla (Beato). Un lavoro di Fanchini conferma tali risultati concludendo che l’errore tecnico
diventa più frequente dopo 4 minuti di gioco.
Un 4 contro 4 effettuato su campo sintetico e su campo naturale non fa registrare differenze per quel che
riguarda il carico cardiaco (Fenner).
In uno studio comparativo dal 2 c 2 al 5 c 5 è stato analizzato come parametro principale la distanza dal
centroide della squadra: tale distanza aumenta come previsto all’aumentare dei giocatori (campo più
grande), facendo preferire i 4 c 4 e i 5 c 5 quando l’obiettivo sia l’auto organizzazione della squadra
(Aguiar).
Infine, è stato interessante l’intervento di Sampaio, il quale invece di parlare di SSG con squadre aventi lo
stesso numero di giocatori ha esposto i risultati di un lavoro incentrato sulle partite a campo ridotto giocate
in inferiorità numerica. Le partite con squadre sbilanciate (es. 6 c 4) risultano più interessanti da un punto
di vista tattico in quanto meno stabili dei classici SSG. Per avere una risposta diversa durante una di queste
esercitazioni, la strategia migliore suggerisce di variare il numero di compagni di squadra e non quello degli
avversari (Sampaio).
Prevenzione. Si riportano ora alcuni riassunti degli interventi sulla prevenzione degli infortuni, strategie
non sempre pensate per il calcio, ma che possono sicuramente essere fonte di riflessione e miglioramento.
La FIFA, dopo il successo del programma preventivo 11+, ha intrapreso gli studi per una versione adattata ai
bambini (7-12 anni) che ha deciso di chiamare FIFA 11+ Kids (Roessler). I primi dati del programma ancora
in fase di studio hanno dimostrato una possibile utilità di alcune tipologie di lavori: esercitazioni in cui sia
richiesto l’orientamento spaziale, l’anticipazione e l’attenzione mentre si esegue più di un compito (per
evitare scontri indesiderati con altri compagni o oggetti), esercizi di stabilità posturale e coordinazione dei
movimenti (per ridurre il numero di cadute), l’insegnamento di corrette tecniche di caduta (per minimizzare
il rischio infortunio durante una caduta). Il mezzo più utile sembra essere l’agility sprint, ovvero
un’accelerazione non lineare, ma disturbata da altri fattori (ostacoli, cambi di direzione, capacità di
reazione, ecc).
Tra i corridori amatoriali si registrano 8 infortuni ogni 1000 ore di pratica. Lo studio di Malisoux ha
dimostrato come usare più tipi di scarpe sia un fattore di protezione in grado di ridurre questo numero.
Nel cricket, negli U15-U17-U19, si infortunano di più i giocatori dei primi trimestri, i quali però non
incorrono in recidive in misura diversa dagli altri: il Relative Age Effect non influisce quindi sulle recidive
(Stretch).
Lavoro eccentrico.
Se la quantificazione del lavoro concentrico è una prassi ormai consolidata da
decenni nel mondo dell’allenamento, la quantificazione e la conseguente modulazione del lavoro
eccentrico è invece da pochi anni balzata all’attenzione degli addetti ai lavori. Un tentativo in questo senso
è stato fatto nel mondo dell’analisi prestativa con i GPS inserendo l’eccentric index (EI), il quale risulta
migliore e più completo del “datato” body load (BL, valore dato dai GPSport): l’EI quantifica infatti il lavoro
eccentrico e soprattutto è più sensibile alle alte velocità di corsa (Yeo).
Uno degli argomenti più correlati al lavoro eccentrico è sicuramente l’exercise induced muscle damage
(EIMD), ovvero il danno muscolare indotto dall’esercizio fisico. Questo è causato infatti dalle elevate forze
sviluppate durante la fase eccentrica del movimento, nella quale si distingue una componente meccanica e
anatomica (lo stiramento del muscolo) e una componente influenzata dall’entità del sovraccarico utilizzato.
Delle due componenti, lo stiramento è il principale determinante del danno muscolare post-esercizio. Le
proprietà tendinee (più o meno rigidi) non spiegano invece le differenze che possono esserci inerenti
all’EIMD (Hicks).
Terapia del freddo. 15’ di raffreddamento delle cosce (temperatura muscolare scesa a 23° C) hanno
migliorato il picco di potenza (+4%) in sprint ripetuti, al termine dei quali la temperatura locale è risalita a
38° C (Smith). Per quel che riguarda invece il balance test (test di equilibrio monopodalico dopo una serie di
balzi successivi, visualizzabile all’indirizzo: https://www.youtube.com/watch?v=iNzGCet0Ll0), il
raffreddamento si è dimostrato penalizzante (Gkrilias).
Jedlicka si è concentrato sullo studio del linfodrenaggio manuale e della crioterapia localizzata (trattamenti
da 30 minuti): nessuna delle due tecniche ha ridotto i dolori post allenamento (costituito da 4 serie di 20
ripetizioni di esercizio eccentrico) o contenuto la riduzione di forza massima esprimibile nelle 24 ore postesercizio.
Lindley ha presentato i risultati di uno studio condotto su tavoletta propriocettiva vibrante (Vibrosphere):
le vibrazioni a 45 Hz durante un piegamento monopodalico aumentano la difficoltà del controllo del
movimento e il valgismo di ginocchio durante l’esercizio. L’aumento dell’instabilità dopo un protocollo di 30
secondi in isometria (1/4 di squat) su pedana vibrante si pensa sia causato da un sovraccarico dei recettori
propriocettivi, il quale interferisce con i meccanismi di controllo posturale. Per questo motivo l’impiego
delle vibrazioni durante le prime fasi riabilitative va attentamente valutato di caso in caso.
Stretching statico.
Con posture tenute 30 secondi, riduce i rischi di infortunio se eseguito prima
dell’esercizio, ma non per tutti i muscoli; inoltre, si osserva un evidente riduzione della forza massima
espressa, che diminuisce ulteriormente quando si sommano gli effetti dell’allungamento a quelli del
riscaldamento. L’obiettivo deve essere quello di trovare il giusto compromesso tra prevenzione e
performance.
H.I.I.T. (High Intensity Intermittent Training): maggiore è l’intensità (calcolata in % VO2max), minore è la
riduzione di sensibilità all’ADP, che può quindi essere riutilizzato per ri-sintetizzare ATP, indispensabile per
la contrazione muscolare (Dohlmann). Questi risultati concordano indirettamente con quelli presentati da
Søndergard, il quale ha spiegato come l’HIIT non migliori l’ossidazione lipidica a livello mitocondriale (quindi
non determina un consumo di questi substrati energetici), ma solo la capacità ossidativa del muscolo
scheletrico.
Temperatura ambientale. Le condizioni ambientali influiscono sulla prestazione calcistica: più è alta
la temperatura, minore sarà la distanza totale, mentre la distanza percorsa ad alta intensità rimane
invariata (Flouris). In generale, l’uomo si adatta meglio al caldo che al freddo, in quanto ha un sistema in
grado di dissipare calore molto efficiente, mentre ha capacità di generare calore assai deficitario. Il tempo
necessario per acclimatarsi al caldo è di 5 giorni (Daanen).
Approfondimenti
Sul sito www.sportsci.org, gestito da Will Hopkins, una delle figure internazionali più note nel mondo delle
Scienze del Movimento, si possono leggere, tra le altre cose, due riassunti in lingua inglese dello stesso
Congresso, realizzati, a differenza di questo lavoro, senza selezionare esclusivamente gli argomenti di
interesse calcistico.