Tifo, lotta, aggregazione: questi i volti della

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Tifo, lotta, aggregazione: questi i volti della
Tifo, lotta, aggregazione: questi
i volti della nostra passione.
La notte di domenica 26 agosto al temuto uomo nero del cartellone hanno
cambiato i connotati: il passamontagna, nascosto ora da un casco blu è
diventato paffutello, stringe un manganello e ha una stella appuntata al
petto. Affatto spiacenti ma gaudenti, i demonizzati teppistelli della domenica
ne aprofittano per ricordare alcuni dati che sembrano essere sfuggiti.
Lo scorso febbraio “Falò” mandava in onda un documentato servizio di Serena
Tinari che spiegava la costruzione dell'emergenza hooligans negli stadi
svizzeri. Il risultato finale parla chiaro: dall'entrata in vigore della legge anti­
hooligan (che permette l'arresto a partire da 12 anni e che dà il potere ad
agenti di polizia o di sicurezza privata di diffidare o arrestare un qualsiasi
“sospetto”), non è cambiato nulla! Per Christoph Vogeli, direttore della
centrale nazionale anti­hooligans, la violenza attorno e dentro gli stadi non è
aumentata. È aumentata invece la copertura mediatica, con un lieve aumento
di detenzione di materiale considerato esplosivo (petardi, torce). Un'ulteriore
dimostrazione è la testimonianza di chi lo stadio lo vive in prima persona da
decenni, che afferma senza mezzi termini che la situazione un tempo era
molto più calda e le schermaglie tra tifoserie non si riducevano affatto a
qualche sfottò. Nel 2011, secondo l'ufficio federale di statistica, è avvenuto 1
episodio di violenza ogni 750.000 spettatori, mentre la polizia federale
considera 2­300 gli individui pericolosi (la banca dati HOOGAN ne contiene
1200, la maggior parte per insulti, per torce, per lancio d'oggetti). Il rapporto
sugli estremismi in Svizzera stima infine il peso della violenza nello sport
all'1% dei pericoli per la sicurezza interna.
I dati forniti alla conferenza stampa della campagna “Mostra il vero volto
della tua passione” confermano quanto sopra: nel 2011 su 126 partite giocate
dalle 6 squadre ticinesi in casa, sono state diffidate 11 persone residenti in
Ticino (primo cantone a estendere all'unanimità la legge anti­hooligans a
manifestazioni extra sportive, dal carnevale a manifestazioni di piazza). 26 le
“richieste d'intervento”. Risultato? Neanche 2 diffidati per curva, uno ogni 11
partite! I motivi non sono indicati ma crediamo che a parte insulti, lancio
d'oggetti, torce (da sempre usate come elemento coreografico, valorizzate da
giornali e società sportive1 e ora fatte passare come atto terrorista, il cui
possessore può essere accusato di tentato omicidio) e petardi (sempre più rari
allo stadio ma illimitati a carnevale e al primo d' agosto), non vi sia nulla
d'estremo. Pure la “richiesta d'intervento” non è chiara: nonostante tutti i
derby, l'arrivo di tifoserie “a rischio” dalla svizzera tedesca e francese e la
viziosa costruzione mediatica sostenuta in particolare da LaRegione e TSI2,
non ci risulta che i casi d'intervento effettivo abbiano superato i 4­5.
Insomma, niente a che vedere con le denunce per i ripetuti interventi violenti
della polizia (dal derby mostrato nel documentario di Serena Tinari, ai
migranti presi a botte, alla ragazzina a Locarno).
Campagne come quella recentemente lanciata, dai costi altissimi, tendono a
provocare paure e tensioni e non invogliano la gente ad andare allo stadio.
Goffi tentativi per giustificare dispositivi securitari che si rivelano tanto
costosi quanto inutili. È dall'arrivo del ministro “uhuhuh” che sta avvenendo
il giro di vite attorno alla “sicurezza”, con lo stadio – assieme ai richiedenti
l'asilo e ai giovani – a rappresentare il terreno dove schiacciare diversità e
creare mostri. Va da sè che non siamo angeli e che viviamo la nostra passione
visceralmente, ma essere presi come capro espiatorio dei disastri dello sport
moderno, questo non ci va! Chi frequenta lo stadio sa quali sono le cause della
disaffezione: i soldi che diminuiscono e i prezzi d'entrata e di ristoro che
aumentano. Le squadre ticinesi che da anni non ottengono risultati. Un
calendario invivibile con la ripetizione di 6 derby (4 in un mese quest'anno) e i
doppi turni. Le schedature (a Zugo da quest'anno si entra solo con la carta
d'identità) e la presenza massiccia di divieti e polizia.
Quella ticinese diventa una festa accessibile solo quando è inquadrata e
omologata. Tutto il resto è un errore di sistema! Avanti così e ci imporranno di
cantare sottovoce. Pena il superamento dei 65 decibel imposti dalle noiose
cittadine di questo cantone ormai vecchio e bigotto!
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1: Esempio lampante è la gigantografia esposta con fierezze in bouvette alla Valascia.
2: Ci riferiamo in particolare ai servizi di cronaca TSI e LaRegione per Bellinzona­
San Gallo; alla copertura dei derby di hockey (da incorniciare il servizio in diretta con
il giornalista in forte imbarazzo in assenza di scontri); alla campagna subita dalla
curva del Chiasso; agli editoriali sulla legge anti­hooligans de laRegione; alla
unilaterale e fuorviante trasmissione TSI “60 minuti di..” con vari ospiti presenti tutti
sulle stesse posizioni.
Gioventù Biancoblu, Curva Sud, Ambrì