XXVI. Alessandro Verri, Modo di guerreggiare de` Francesi e

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XXVI. Alessandro Verri, Modo di guerreggiare de` Francesi e
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LETTURE DEL RISORGIMENTO.
LETTUUE DEL R1S0RG1MENTO.
faceva Ora. coi pa r
pa l ora
e di t im ori.
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COI re
un traffico continuo di speranze
Gi::~ da questo ognuno prevedeva. che il trattato di C
formio a'
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ampo, . ' 'ca. 80 . per poco sospesa la democratizzazione di tu tta
I ~tah~. Il re ~l Sar~egna non era che il mini stro della repubblica flancese 10 TorIno'l il duca di Toscana e d l'1 papa non
e~'auo nulla" Bertbier finalmente occupò Roma : la distl'uz ione
dI un vecchio governo teocratico non costò che il 'Valerlo: tale
e lo stato deli' Italia che chiunque vuole o salvarla. o accupada d:ve riunirla, e Don si può riunire senza cangiare iI governo di ~oma. L'indifferenza colla quale l'Italia riguardò
tale avvemmento mostrO bene qual progresso le nuove opinioni
avaao fatto negli animi degli Italiani .
XXVI.
Alessandro Verri.
Modo .di guerreggiare de' Frfiue.6si e Austl'iaci
nella campagna d' Iblia del 1796 e 97.
Dal libr.) IV delle Vicende memorabili dal 1789 al
1801: opera
per lo piu partigiana d'uom che tornò a dietro, ma non
senza quall!he
buoa segnale d'ingegno e di arte.
I n~std antenati ci lasciarono gran fama della furia dei
francesI, quando Carlo ottavo scese da noi; ora possiamo trasmettel~la ~'poste ri maggiore. Essi combattevano con impeto
straordlDano, con rapidità feroce, con disprezzo tremendo della
morte; a, quantunque i popoli di Germania sieno di natura
bellicosi
.
. . a per illustri imprese celebrati nelle ,to,"·. , p ure In
. I oro un;t.
questI CImenti dopo onorate prove occupo' gl,' a'
minI
mi sera . tri,stezza, per la quale deponevano sul campo a migliaia.
le ~flm SI spesso temute e si rendevano prigionieri con ammirazIOne degli stessi vincitori. Ma gli oserciti dall ' una parte
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ol'3.no condotti alla vittoria, e il guerriero confidava nella mente
del suo capitano; dall' altra i continui errori aveano spenta
quella fede. Vi erano anco nella disciplina de' francesi mod i
ed espedienti nuovi, per i quali"'Ilon a solo ardimento 11 fortuna
si dovevano ascrivere le vittorie loro. Non usavano impedimenti e bagaglie; fuorch é le dignità superiori, il rimanente
marciava a piedi, come un fante comune; poneano campo a
cielo aperto, n011 mai con tende; valicavano fiumi senza ponti,
ma con funi stese dall' una all' altra ripa, appoggiandosi alle
qllUIi passavano i fanti o a guado o a nuoto, mentre i .cavo.lieri, stretti in massa, trapassavano la corrente superiore per
scemarne la violenza. Fu notevole destrezza 101'0 occupare le
artiglierie nemiche strisciandosi carponi sott' esse, " nelle balze,
l"ampicundosi, trovare vie io tentate. Non che pazienti ne' disagi,
lieti sofferivano le intemperie, per natura loro pronti a scoppiare dalle risa ove altri singhiòzzerebbe. I s?vrastanti nelle
battaglie comandavano piO. con l'esempio che con la. voce,
perocché, sempre al fianco de' loro uomini, erano in dignità
maggiori ed eguali ne' cimenti: ma ne' tedeschi talvolta gli offidali spingevano le squadre contro il nemico, rimanendo essi
alquanto dietro a regolarle. Ammiravano gli stessi franc esi In.
docrIe intrepidezza di quelle genti, sommesse alla voce di remoto condottiero. L'esel'c ito imperiale era guidato da uomini
provetti e di progenie illustre, talché in loro si valutasse più
In. mente che il, braccio: il generale supremo dei francesi, pel'
lo contrario, non giunge a agli nnni trenta, e i suoi condottieri,
giovani ansiosi di vittoria, tutta la affidavano nello ardire. Né
fu di poca importanza l'assoluta podestà, con la quale Bonaparte amministrava la guerra; perché il Direttorio gli aveva
conceduto farla con ogni mezzo per vincere, senza dip endere
da altro imperio che da' suoi occulti pensieri: e però, non mai
perdendo le occasioni per lentezza di risoh'ere, né comunicando
altrui ove tendesse la mente sua, rapidi quanto improvvi si riuscivano gli eventi. All' opposito fu ostacolo non leggiel'o alla
gloria delle armi tedesche il sistema della corte imperiale. Sedeano in Vienna, in un consiglio denominato di gue1Ta, i pro-
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LETTURE DEL RISORGIMENTO.
vetti del l' arte, i quali, con ponderate e lente discussioni , l'i·
solvavano le imprese. Non godevano i generali in campo lo
arbitrio di secondare la. fortuna, ma, quasi meri esecutori di
tardo e remoto imperio} deploravano o troncato il corso delb
vittoria o impedita lo. occasione di attenerla o commesse malagevoli imprese. Né fu senza sospetto elle si svelassero per
seduzioni i segreti di quel consiglio j talché i frances i, preoccupando luoghi e occasioni, traesserO da queste notizie inestimabile utilità : Bonaparte invece salea dire che, se il suo cappello penetrasse il minimo de' suoi pensieri, lo avrebbe lacerato
incontanente. Sbaragliate per tanto le armi austriache in Italia,
i francesi vittoriosi incalzavano con somma celerità. i fuggiti vi,
i quali, ingombrati da. terrore, si gettavano a nuoto ne' fiumi,
ove, prossimi a sommel'gervi, erano a torme fatti prigionieri.
Con queste veloci persecuz~oni il generale francese Joubert
giunse, trionfando, al snono di atromenti guerrieri, i n Trento
alla fine di gennaio, rimanendo sgombra da' uemici ai fra ncesi
tutta la vasta regione da. quella città al fiume della. Piave.
E3Si vautavano d' aver in pochi giorni distl'llttO il quinto esercito imperiale, sceso in vano a ricuperare la. Italia contro la
nazione piu potente del mondo. Mantova fu ridotta a capitolare
ad onorate cond izioni il giorno secondo di febbraio, dopo l'assedio di Dove mesi e da gran tempo senza miglior cibo che lo.
carne de' cavalli: gli abitanti vi perivano di epidemia e di fame
e i difensori ncn meno: questi, in numero di beo dodicim ila,
ne uscirono prigioni, piu simili a spettri che a guel'l'ieri.
XXVII.
Pietro Verri.
L'albero (lolln. libert:L in Milano .
00.110. St(jria dell'invasione dei P,'a».cesi repubblica». i l1 t llfilmleu.
IJa Società popola1'e comparve in pubb li co la prima volta il
giorno 18 maggioj e dnl p:\lazzo del principe di Kewenlliiller
LE'M 'URE DEL RISORG IMENTO.
,
~.
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in Rugabell".... par I·Issene, e SI' portu• sulla piazza del duomo 3.
piantare l ' Idbero della libertu , Ivi alcuni avvinazzati e fanatici
lessero le arringhe al popolo per invitarlo a gridare vito'er liberi o morire. Tali cerimonie, se non abbiano un senso mistico
e religioso, non possono comparire a l popol~ come cosa seria
e significante, niente avendo di connessione un palo colla ma~iera d'essere governati. Infatti il popolo rimirò questa novità
lnccrto se fosse effetto d' una pazzia o di un buon consiglio e
nell ' in certezza niente si mosse né applaudi j e i soci si ri ti:a.l'ono assa i malcontenti di non aver trovata alcuna approvazione
nel Pop~lo. Ma nessun Uomo illuminato avrebbe potuto prom~ttergh ~ltro ~ffetto , es~endo lo. loro una semplice mascherata i
e l loro dIscorSI troppo Inopportuni, e il titolo ripetuto di tiranno d' Austria, e le ingiurie che slanciarono contro de l governo ' a pena. nove giorni dopo che era. partito, non potevano
che urtare e spiacere agli ascoltanti per piu motivi. Primo:
perché, dipendendo dai va rii eventi de ll a guerra e della diplo_
I~azia il ritorno dell' austriaca dominazione, eru. un passo pe ricoloso troppo lo slanciarsi. Secondariamente : le persone che
l'ap~resentavano i n qU l! lla scena non erano tali da sedurre la
confidenza del popolo, In terzo luogo: se bene il Governo au striaco avesse perduto assai presso del popolo l'affetto e la
considel'azione, non era però giunto a tale da riguardarsi come
una tirann ia, né abbonito tanto da fare che si volgessero repentinamente a una detestazione manifesta. i popoli. Per riuscire ad un tal cambiamento , bisognava che persone amate e
riverite dal popolo lo conducessero accortamente, ricordando
gl' inconvenienti e i torti del cessato govel"Do, e mostrando li
l a VI' al '
' cara c he si gode sotto di un governo repubblicano:
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bisognava che iI nuovo governo fm.ncese non facesse vernn attentato d' usurpare, e contento di soddisfa.re i bisogni dell' armata non facesse convertire lo. guerra in un mezzo lucrati vo
per la repubb li ca, spogliando e facendo nuda la provincia, Ma
tutto si fece senz' altra politica che la insensata di formare la
p l e~e in un partito che invadesse le sostanze degli agiati, e
COSI, creata lIna guerra civile e pescando nel!' acqua torbida,