sanazionale - 1 - Unità di gestione del rischio ASL3 Genovese

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sanazionale - 1 - Unità di gestione del rischio ASL3 Genovese
16 IN EUROPA
14-20 luglio 2009
INGHILTERRA/ I fondi destinati ai medici di base tagliati in base alle liste d’attesa
Troppe code? Mmg multati
Hanno risposto 5,6 milioni di pazienti - Penali fino a 25mila sterline
I
l tempo è denaro. Un aforisma
che dovrà essere preso alla lettera dai medici di famiglia inglesi.
Il tempo in questione è quello atteso
dai pazienti prima di riuscire a vedere
un dottore, mentre il denaro consiste
nelle multe che saranno comminate ai
«General practitioner» responsabili
dell’insoddisfazione dei propri assistiti. Per la prima volta, infatti, i fondi
destinati ai medici di base d’Oltremanica saranno tagliati sulla base dei
risultati negativi sulle attese dei pazienti. I risultati sono stati ottenuti
con un sondaggio, il Gp patient survey, condotto dal ministero della Salute di Londra.
Le bocciature sui tempi necessari
per ottenere un appuntamento rischiano di penalizzare severamente gli studi medici: per un singolo ambulatorio
le perdite possono arrivare a 25mila
sterline, mentre il valore complessivo
delle penalità è stimato in 10 milioni.
Secondo la «British medical association», il principale sindacato medico,
gli studi di dimensioni medie - composti cioè da tre Gp - andranno incontro
a penalità di 7.500 sterline. Ma è stato
anche calcolato che nella contea metropolitana della Grande Manchester
circa la metà degli ambulatori subirà
tagli superiori alle 10mila sterline.
Il questionario è stato inviato a
5.600.000 persone, in 13 lingue oltre
all’inglese e nel linguaggio dei sordi.
Le risposte ottenute, via posta, telefono e mail sono state 2.163.000. I risultati ottenuti riguardo alla facilità di
Così rispondono gli inglesi
Negli ultimi sei mesi ha provato a ottenere
un appuntamento dal medico
in tempi abbastanza rapidi *?
Numero di rispondenti: 2.076.072
Percentuale
Numero
Sì
65%
1.344.883
No
33%
691.070
Non ricordo
2%
40.119
L’ultima volta che ha provato a recarsi dal medico
in “tempi abbastanza rapidi”
è riuscito a ottenere l’appuntamento?
Numero di rispondenti: 1.321.643
Percentuale
Numero
Sì
84%
1.115.085
No
15%
194.756
Non ricordo
1%
11.802
Negli ultimi sei mesi ha provato a prenotare
un appuntamento con un medico di base
con più di due giorni di anticipo?
Rispondenti: 2.066.851
Percentuale
Numero
Sì
55%
1.128.846
No
43%
886.253
Non ricordo
3%
51.752
L’ultima volta che ha provato
è riuscita a ottenere un appuntamento
con più di due giorni di anticipo?
Rispondenti: 1.109.126
Percentuale
Numero
Sì
76%
837.962
No
22%
239.607
Non ricordo
3%
31.557
(*) Per “abbastanza rapidi” si intende nello stesso giorno o nei due giorni successivi in cui lo studio medico era aperto
accesso e alla pulizia delle strutture
sono stati lusinghieri. Ma il sistema
introdotto con la finalità di spingere i
Gp a migliorare il livello dei servizi è
stato oggetto di feroci critiche. Al centro delle contestazioni è innanzitutto
la metodologia usata. Sono soltanto
due le domande, sulle 49 presenti nel
questionario, che influenzano i finanziamenti. Le domande sono quelle riguardanti la possibilità per i pazienti
di riuscire a ottenere un appuntamento, entro due giorni dalla richiesta (ha
risposto no il 15% del campione) e
con più di due giorni di anticipo (impossibile per il 22% degli intervistati).
Gli studi che ottengono meno del
60% di risposte positive a queste domande perdono i finanziamenti previsti dal «Quality and outcomes framework», che prevede corrispettivi
per i camici bianchi che riescono a
rispettare determinati target.
Laurence Buckman, direttore del
comitato dei Gp presso la Bma, contesta anche il meccanismo che fa sì che
gli studi possano essere privati dei
fondi sulla base di una manciata di
giudizi negativi. In Scozia, dove i dati
sono stati elaborati lo scorso mese,
alcuni studi con più di 10mila pazienti
hanno dovuto sborsare cifre superiori
alle 10mila sterline sulla base di risposte fornite da non più di una cinquantina di pazienti. Buckman si è detto
certo che situazioni simili si riproporranno anche in Inghilterra. Le preoccupazioni maggiori sono però relative
agli effetti della perdita dei finanziamenti. «Se tagli i fondi - ha argomentato Buckman - inevitabilmente vai
anche a ridurre i servizi». In altri termini spiega il direttore, uno studio
che subisce una riduzione dei fondi
compresa tra le 15 e le 25mila sterline
dovrebbe rinunciare a un infermiere.
Il Times ha citato il caso di un
medico, David Wrigley, titolare di
uno studio in una località rurale nel
Lancashire, cui il sondaggio costerà
circa 10mila sterline e che sarà probabilmente costretto a ridurre le ore di
lavoro dei suoi colleghi. Wrigley sostiene che i risultati del questionario,
basati nel suo caso su meno di 150
risposte alle domande, non riflettono
adeguatamente la soddisfazione dei
suoi 14mila assistiti. Ma sostiene anche che la maniera in cui sono state
poste le domande porti a dei risultati
falsati che non tengono minimamente
in considerazione lo specifico ambiente di lavoro. Il dottor Wrigley ha uno
studio principale a Carnforth e tre piccoli ambulatori nei villaggi vicini, che
non sono sempre aperti. Spesso i pazienti hanno chiesto un appuntamento
in questi ambulatori e non hanno dato
la disponibilità a farsi visitare nello
studio principale. In questo modo,
non riuscendo a ottenere l’appuntamento in 48 ore hanno espresso un
giudizio negativo.
Dal ministero sono comunque giunte rassicurazioni: i Primary care trust
hanno il potere di ridurre le penalità
se appare evidente che uno studio ha
subìto un trattamento ingiusto. In
ogni caso pare che molti medici abbiano deciso di dare battaglia: nella sola
città di Glasgow 170 studi su 270
faranno ricorso e centinaia di medici
hanno già annunciato che si muoveranno nella stessa direzione.
Giuseppe Di Marco
© RIPRODUZIONE RISERVATA
INGHILTERRA/ 2
È
in arrivo un test delle
“mani pulite” per medici e infermieri britannici,
che grazie a un piccolo apparecchio montato sui letti dei
pazienti saranno colti in flagrante se igienicamente carenti. Il monitor chiamato
«HyGreen», una sorta di
“grande fratello” dell’igiene
in corsia trasmette, infatti,
una luce verde se l’operatore sanitario ha le mani appena lavate, mentre si illumina
di rosso se non sono adeguatamente pulite. E il camice
bianco viene rispedito in bagno.
In Inghilterra, dove il piccolo sistema sta per essere
adottato in molti ospedali,
Test “mani pulite” per dottori e infermieri
ogni anno cinquemila persone muoiono a causa delle
famigerate infezioni ospedaliere, prevenibili semplicemente lavando le mani di
frequente. Oltre all’apparecchio, medici e infermieri indosseranno uno speciale badge che registra l’ora esatta
in cui si è toccato il sapone
o il disinfettante cutaneo, e i
dati verranno trasmessi agli
specialisti del controllo delle infezioni.
Questo
strumento
“annusa mani” è stato messo a punto da un gruppo di
ricercatori dell’Università
della Florida: si tratta di un
vero e proprio naso hi-tech
che incoraggia infermieri e
medici a non trascurare semplici, ma fondamentali misure d’igiene, per ridurre il rischio di infezioni e risparmiare denaro. Lo strumento
è stato creato usando gli stessi sensori inventati, in origine, per rilevare la droga nell’alito. Ma la nuova tecnologia monitora l’igiene delle
mani, individuando tracce
di detergenti o di sapone.
Non solo: i dati sulla frequenza dei lavaggi vengono
raccolti e conservati in un
database, che si può consultare in tempo reale. «Non è
una sorta di grande fratello,
ma solo un altro strumento
utile - spiega Richard
Melker, anestesiologo dell’ateneo Usa che ha sviluppato l’annusa-mani pulite,
insieme a un gruppo di colleghi -, un operatore sanitario non vuole essere responsabile di malattie o morti
causate da infezioni prese
in ospedale».
L’«HyGreen» è stato testato presso l’Unità di terapia neurointensiva del centro medico dell’Università
UNIONE EUROPEA/ 1
della Florida ed è stato presentato recentemente all’annual meeting dell’«Association for Professionals in Infection Control and Epidemiology». Ma come funziona davvero l’«HyGreen»?
L’operatore spruzza gel o sapone detergente sulle mani,
prima di passarle sotto un
sensore montato a parete.
Un segnale senza fili parte
dal badge indossato al collo
dal dipendente e arriva al
“naso”. In pratica, in questo
modo si registra il dato relativo alla pulizia, così quando il sanitario entra in una
camera e si avvicina al letto
di un paziente, un monitor
vicino a ciascun malato rileva lo status del badge, emettendo una luce verde in caso
di mani pulite. Se però queste non sono state lavate, o
lo sono state parecchio tempo fa, il monitor produce
una gentile vibrazione per
ricordare che è il momento
di fare un salto in bagno.
Sono solo sei gli agenti
patogeni responsabili di due
terzi di tutte le infezioni
ospedaliere, rapidamente trasmissibili “di mano in mano”. Secondo i ricercatori
della Florida, lo strumento
annusa mani-pulite può davvero cambiare questa realtà.
UNIONE EUROPEA/ 2
Tutti i Paesi dell’Ue senza tabacco entro il 2012 Allo studio un partenariato per sconfiggere i tumori
U
na Europa senza tabacco entro il
2012: è la sfida che ha appena lanciato la Commissione europea in una apposita raccomandazione affinché in tutti gli
Stati membri vengano prese le misure necessarie per proteggere i cittadini contro
l’esposizione pericolosa al fumo.
Il tabagismo resta infatti la principale
causa di decessi prematuri e di malattie
nell’Unione europea. Secondo le ultime
stime prudenti che risalgono al 2002, «oltre 79mila adulti, di cui 19mila non fumatori sono morti nell’Ue a 25 (prima dell’adesione di Bulgaria e Romania) a causa
dell’esposizione al fumo: 72mila nelle loro case e altri 7.300 nei posti di lavoro».
«Attualmente - spiega Bruxelles in una
nota - dieci Paesi europei dispongono di
un divieto generale di fumare. Regno Unito e Irlanda applicano le disposizioni più
severe e la Bulgaria dovrebbe seguire nel
2010. L’Italia, insieme a Malta, Svezia,
Lettonia, Finlandia, Slovenia, Francia e
Olanda ha adottato una legislazione antitabacco che autorizza spazi speciali chiusi
per fumatori».
La commissaria europea alla Sanità,
Androulla Vassiliou, è convinta «che
ogni cittadino meriti una protezione completa contro il fumo», ed è più che mai
decisa «a lavorare con gli Stati membri
per fare di questo progetto una realtà».
R
idurre del 15% i decessi per tumore entro il
2020 e raddoppiare il numero di cittadini
che beneficiano di un “depistaggio” preventivo
della malattia. Sono alcuni importanti obiettivi
che Bruxelles intende realizzare con la creazione di un partenariato europeo contro il cancro, la
cui proposta è stata lanciata dalla commissaria
Ue alla Sanità, Androulla Vassiliou. Da quest’anno al 2013, il nuovo partenariato punta a
sostenere gli Stati europei e tutti coloro che
vogliono “impegnarsi in uno sforzo collettivo”
per combattere più efficacemente la malattia.
I numeri parlano chiaro: ogni anno sono 3,2
milioni i nuovi casi di tumore diagnosticati tra i
cittadini europei, ma sono anche 1,25 milioni i
malati che perdono la vita, e il loro numero
rischia di aumentare a causa dell’invecchiamento della popolazione.
L’impegno del nuovo partenariato, che sarà
lanciato ufficialmente in autunno, è quindi di
rafforzare non solo la prevenzione di base ma
anche l’informazione e l’analisi comparativa dei
dati, la promozione per le buone pratiche e, non
ultime, le priorità per la ricerca contro il cancro.
«Abbiamo bisogno di più ricerca», ha detto Vassiliou. E proprio tra gli obiettivi del partenariato
c’è quello di riuscire a coordinare, evitando anche doppioni, un terzo dei finanziamenti per la
ricerca sul cancro nell’Unione europea. Negli
ultimi 10 anni il bilancio europeo ha destinato
750 milioni alla ricerca contro il cancro, via il
sesto e il settimo programma quadro.