Pubblicazione Botticino

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Pubblicazione Botticino
SCUOLA REGIONALE PER LA VALORIZZAZIONE DEI BENI CULTURALI DI BOTTICINO
FONDAZIONE ENAIP LOMBARDIA
MEMORIA E INNOVAZIONE
PER IL PATRIMONIO CULTURALE
formare, conservare, valorizzare
una storia lunga più di trent’anni
17. La Scuola Regionale per la Valorizzazione dei
Beni Culturali di Botticino dell’Enaip Lombardia
La Scuola di restauro di Botticino (come è solitamente chiamata) è riconosciuta dal 2005 come Centro di rilevanza regionale
in considerazione dell’esperienza pluridecennale e delle competenze sviluppate nell’ambito della formazione di giovani
restauratori, tecnici e operatori del comparto beni e attività
culturali, e per il ruolo svolto nella conservazione e valorizzazione del patrimonio storico-artistico, attraverso una didattica
basata sul “compito reale”.
Nasce nel 1975 presso la sede dell’ex monastero della Trinità a
San Gallo di Botticino, dalla collaborazione tra ENAIP naziona-
le (Ente ACLI per l’Istruzione Professionale) e Regione Lombardia, e con l’accompagnamento da parte dell’Istituto Centrale
del Restauro di Roma, per realizzare corsi e attività volti alla
formazione qualificata di esperti nell’ambito della conservazione e del restauro di manufatti storico-artistici tutelati come
beni culturali.
Nel 1980, la Legge costitutiva del sistema della Formazione
professionale regionale riconosce la Scuola di Botticino quale
“Scuola Regionale per la valorizzazione dei Beni Culturali”
(LR 95/80 art. 50).
Nel 2000 una ricerca internazionale comparata sulle scuole
di restauro, “CON.B.E.FOR., conservatori-restauratori di beni
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culturali in Europa: centri e istituti di formazione”, includeva
la Scuola tra le cinque realtà italiane di interesse, sottoposte
a studio (con le Scuole nazionali di Alta Formazione quali l’Istituto Centrale del Restauro e l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze,
emanazioni dirette del Ministero per i Beni e le Attività culturali,
la Scuola per il restauro del mosaico di Ravenna e il LaboratorioScuola di restauro Villa Manin della Regione autonoma FVG).
cappella, il loggiato e la chiesa; i diversi edifici che compongono il complesso seguono l’andamento ondulato del terreno: i
cipressi, il rustico di pietra, la chiesa, il campanile, il monastero
e il belvedere costituiscono infatti uno straordinario profilo
architettonico, perfettamente integrato con il paesaggio circostante e visibile dal paese.
Quando, nei primi anni ’70, il complesso fu acquisito dell’ENAIP
e adibito a sede della scuola, furono eseguiti interventi signi17.1. La sede: la storia, gli interventi di adeguamento e di ficativi di sistemazione dei rustici e di realizzazione di nuovi
spazi per i laboratori di restauro, nel rispetto degli stili, degli
restauro, l’apertura alla comunità locale
equilibri volumetrici e dei materiali costitutivi originali.
In coerenza ed armonia con la specifica mission, la Scuola è Di nuovo si dovette intervenire nel 2000, sulla chiesa che nel
collocata nel trecentesco ex-Monastero della SS. Trinità di Bot- frattempo era stata chiusa per problemi statici, e nel 2004,
ticino, edificio tutelato di interesse culturale ai sensi del D.lgs anno del sisma che ha colpito il territorio bresciano, danneg42/2004; la destinazione garantisce integrità, conservazione e giando seriamente la parte più antica dell’ex monastero; fortunatamente era appena stato realizzato il consolidamento
fruizione pubblica del bene.
Dell’antico complesso in località San Gallo rimangono le can- della chiesa esterna, grazie ad un contributo della Fondazione
tine, il pozzo, la sala, gli affreschi che decoravano l’originaria Cariplo.
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L’intervento di restauro attuato nei tre anni successivi è consistito prevalentemente nella creazione di un sistema di incatenamento che, per danneggiare il meno possibile gli intonaci
esterni, è passato tutto all’interno, affrontando la difficoltà di
legare ambienti largamente sfalsati tra di loro per quote e per
connessioni murarie.
Durante questi lavori è apparso un solaio in legno dipinto
databile alla fine del XVII secolo riccamente decorato e ben
conservato: i decori, insieme ai segni di un ampliamento degli ambienti abitativi, sono testimoni del momento di crescita
della ricchezza e del ruolo del monastero. Questa scoperta, assai interessante dal punto di vista storico, ha coinvolto docenti
e allievi dei corsi di restauro che, nell’ambito dei laboratori didattici, stanno completando il restauro del soffitto decorato e
gli interventi sugli intonaci di buona parte della facciata verso
il cortile.
La conclusione dei lavori strutturali ha rappresentato nel settembre 2007 l’occasione per una giornata di festa aperta alla
comunità locale: è così ripresa una tradizione che vede il complesso della Trinità sul colle San Gallo come luogo e sede non
solo di formazione ma anche di cultura, fede e socialità.
17.2. Le attività formative Enaip Lombardia nell’area
beni culturali
La Fondazione Enaip Lombardia opera da oltre trent’anni nel
campo dell’alta formazione, della formazione superione e della formazione continua e permanente nell’ambito del restauro,
della conservazione e della valorizzazione dei beni culturali.
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Conservazione e restauro: tradizione e innovazione
evoluzione di una figura
La figura professionale tradizionalmente formata nei percorsi
triennali post-diploma della Scuola è stata quella del restauratore; negli ultimi anni il dibattito culturale e le iniziative legislative hanno prospettato un percorso di studi quinquennale,
demandando alle Regioni la definizione di figure professionali
intermedie.
In un panorama in forte evoluzione è stato indispensabile
adeguare il triennio di formazione superiore agli orientamenti
normativi emergenti, modificando la figura traguardo; l’esperienza maturata dalla Scuola, in ragione dei risultati occupazionali e professionali dei propri ex-allievi e in un costante
confronto con istituzioni, imprese e operatori del settore, ha
delineato l’opportunità di lavorare su una figura intermedia
di Tecnico di alta formazione di supporto al restauratore e su
altre figure professionali complementari per la conservazione,
tutela e valorizzazione del patrimonio storico artistico e culturale diffuso.
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In questo senso sono stati riprogettati e riorientati i percorsi
formativi. La figura del Tecnico di restauro è stata riarticolata
a partire dal 2000, individuando come attività di ruolo l’esecuzione consapevole di azioni di conservazione e restauro sui
manufatti d’indirizzo.
Richieste di iscrizione e percentuali di impiego
L’innovazione dei percorsi ha trovato conferma e riscontri
positivi: nell’aumento delle richieste di partecipazione; nella
provenienza degli iscritti da diversi territori, a conferma del
riconoscimento della Scuola tra le prime realtà nazionali che
qualificano figure operanti nella conservazione e restauro;
nella percentuale di allievi che trovano impiego coerente nel
giro di pochi mesi, come rilevato anche nel 2006/07 (l’85% ha
avuto contratti di lavoro entro due mesi dal termine del corso
mentre il 12% ha deciso di proseguire gli studi aggiungendo alla
qualifica superiore una laurea coerente, utilizzando i Crediti Formativi Universitari riconosciuti).
Dalla sua nascita la Scuola ha formato più di 500 giovani restauratori e tecnici del restauro, provenienti per il 52% dalla
Lombardia, il 34% da altre regioni del nord, l’11% dal centro e
dal sud, il 3% da altri paesi e continenti; molti di loro sono oggi
restauratori affermati.
Metodologia e dipartimenti: la pratica sul bene tutelato
si intreccia con la teoria
La metodologia formativa incentrata sul continuo intreccio
didattico tra teoria disciplinare, competenze metodologiche/
tecniche e pratica di restauro – l’80% dell’attività della Scuola
ruota attorno al compito reale con l’esecuzione di interventi
diretti su beni tutelati mobili e immobili – richiede non solo
laboratori attrezzati e cantieri-scuola esterni, ma anche la gestione e il governo dei processi produttivi reali di conservazione e restauro.
L’attività della Scuola è quindi organizzata per dipartimenti,
ai quali fanno capo la progettazione e conduzione degli interventi di restauro in coerenza con gli obiettivi e l’organizzazione didattica dei corsi:
- dipartimento opere lignee policrome e non;
- dipartimento tele e opere polimateriche contempora-
nee;
- dipartimento dipinti murali e materiali lapidei;
- dipartimento arazzi e tessili antichi;
- dipartimento carta e beni librari e archivistici;
con il supporto dei laboratori di:
- analisi chimico-fisiche e diagnostica;
- documentazione grafica.
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Interventi su oltre 750 opere: ricerca, formazione,
restauro, conservazione, prevenzione
L’approccio metodologico adottato dalla Scuola ha permesso di effettuare interventi di conservazione e restauro su oltre
900 opere (tele, opere lignee, dipinti murali, sculture, manufatti
cartacei e membranacei, arazzi e manufatti tessili) provenienti
da istituzioni religiose, enti pubblici e privati, musei, fondi e
archivi. A volte sono opere cosiddette minori, ma importanti
ai fini della conservazione della memoria collettiva su cui anche si fonda e si trasmette la storia, la cultura, l’identità di una
comunità. Spesso sono manufatti in pesanti condizioni di degrado che richiedono l’applicazione di metodiche innovative,
per affrontare le quali la Scuola attiva convenzioni e collaborazioni con università e istituti di ricerca.
La formazione, dunque, s’intreccia con il servizio al territorio
e questo con la ricerca: tale impostazione ha comportato l’instaurarsi di relazioni e collaborazioni che si estendono ben oltre i confini della Lombardia.
La rete istituzionale e quella con le imprese e
le professioni
La Scuola ha infatti rapporti con realtà istituzionali, scientifiche e culturali nazionali e internazionali, quali musei, fondazioni, biblioteche, soprintendenze, università e scuole di alta
formazione, istituzioni culturali e religiose, associazioni professionali, imprese e laboratori privati.
Significativa è la rete di relazioni costruite con il sistema delle
imprese e delle professioni, con le realtà associative e i proprietari pubblici e privati di beni culturali, sia per la conduzione
dei progetti che per l’individuazione di opere didatticamente
rilevanti, sia per l’attivazione di cantieri-scuola/work experience che per la realizzazione di stage in ambito nazionale, europeo e internazionale.
Tra questi: il Laboratorio Pinin Brambilla, il British Museum e la
National Gallery di Londra, il Laboratorio Manutenzione Arazzi del Quirinale, il Metropolitan Museum e la Fondazione Paul
Getty di New York, i Musei e gli Archivi Segreti Vaticani, il Museu Nacional do Azulejos di Lisbona, il Museo di Belle Arti di
Valencia, il Museo Carnavalet di Parigi, la Biblioteca Nazionale
di Firenze, inoltre Soprintendenze, aziende leader e laboratori
di restauro del nord e centro Italia.
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Il catalogo dell’offerta formativa
L’attuale Catalogo dei prodotti/servizi prevede un’articolazione che comprende differenti livelli di offerta formativa; cuore
delle attività rimangono i corsi triennali post-diploma per Tecnico del restauro, nei diversi indirizzi materici, che sviluppano
competenze tecniche e tecnologiche adeguate alla collocazione nel mercato del lavoro dei beni culturali ed una cultura
professionale flessibile ed auto-imprenditiva.
Negli ultimi anni, il 15-20% degli iscritti è già in possesso di
una laurea nell’ambito dei Beni Culturali, ed inoltre sono stati
sviluppati accordi per il riconoscimento di crediti in corsi di
laurea afferenti al restauro con diverse sedi universitarie (CFU
variabili tra 90 e 120 sui 180 complessivi della laurea triennale).
La Scuola programma anche corsi di specializzazione annuali
post diploma e post laurea, nonché moduli di aggiornamento/
sviluppo professionale degli occupati (restauratori e operatori
sui beni culturali) su competenze di natura tecnico-scientifica,
nelle diverse aree quali conservazione, diagnostica, restauro,
manutenzione e prevenzione, valorizzazione dei beni culturali.
La Scuola è stata oggetto di ricerca nel progetto strategico regionale 2004/05 “Verso un Polo di eccellenza per la conservazione dei beni culturali in Lombardia”, attivato dalla Regione
Lombardia, rivolto a delineare un percorso universitario per il
restauratore e a mappare i soggetti e le risorse regionali per la
ricerca applicata in un’ottica di costruzione di rete. Lo studio di
fattibilità ha individuato la Scuola quale partner potenziale del
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corso di laurea interuniversitario, sia per l’esperienza maturata
nel settore, che per la dotazione di laboratori e attrezzature.
17.3. Valorizzazione e gestione di beni e attività
culturali: alcune esperienze
Enaip Lombardia ha sviluppato significativi contributi per una
nuova contestualizzazione e articolazione dell’offerta formativa, all’interno di progetti promossi dagli Assessorati lombardi
alla Cultura e alla Formazione, finalizzati a razionalizzare e modellizzare l’intera filiera culturale, sia in termini di definizione
di profili e percorsi formativi per la redazione dei decreti attuativi relativi alla normativa nazionale (art. 29 del Codice dei Beni
culturali e del paesaggio), sia in termini di sperimentazione e
conduzione di attività innovative.
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Il Parco Progetti “Progettisti per lo sviluppo di sistemi culturali integrati” ha fornito interessanti indicazioni in merito alle
modalità di attivazione di reti e di coordinamento tra i servizi culturali, attraverso l’ampliamento delle competenze degli
operatori.
Due Progetti quadro FSE - Misura D2 realizzati in ATS, specificamente rivolti alla formazione continua e permanente degli
operatori museali, dei servizi culturali e delle biblioteche, hanno consentito di mettere a frutto la sperimentazione condotta
nel supporto all’integrazione dei servizi e dei profili delineati
per gli operatori dei servizi culturali individuati in specifiche
ricerche promosse dalla DG Cultura.
In qualità di capofila e in partnership con altri centri di rilevanza regionale, Enaip Lombardia ha progettato e sviluppato
l’azione di sistema “Profili professionali del contesto sociale e
dei beni culturali”, costruendo una proposta di filiera formativa del comparto - coerente con il sistema di IFP, sinergica
e non concorrente con i percorsi universitari - coinvolgendo
nella ricerca i tre Assessorati regionali di riferimento: DG Istruzione, formazione e lavoro, DG Culture, Identità e Autonomie,
DG Famiglia e Solidarietà sociale.
Molte delle ipotesi formulate sono state recepite all’interno
delle ricerche condotte nell’ambito del Progetto interregionale “Le figure professionali operanti nel processo di conservazione e restauro del patrimonio culturale”, promosso dalla DG
Cultura della Lombardia, finalizzato a costituire il contributo
delle Regioni alla redazione dei decreti attuativi del Codice
dei beni culturali, all’interno del quale Enaip ha attivamente
collaborato.
E’ stata inoltre recepita e congiuntamente progettata nei Tavoli tecnici per l’elaborazione degli OSA dei percorsi IFP, guidati dall’Agenzia Regionale per il Lavoro, la proposta di un corso
per operatore/trice dell’artigianato artistico all’interno della
formazione in Diritto-Dovere; percorso rivolto a giovani che
intendono realizzare artigianalmente prodotti e manufatti
artistici, cioè in grado di svolgere processi costruttivi e decorativi (ad esempio intaglio e lavorazione del legno, doratura
di manufatti, tinteggiatura e decorazione muraria, tecniche di
lavorazione dei metalli, ecc.).
Nel 2007, nell’ambito di un progetto interregionale denominato “Gulliver”, finalizzato alla diffusione di buone prassi e allo
scambio di esperienze formative innovative, la Scuola di Botticino ha ospitato per alcuni giorni gruppi di formatori e professionisti del settore beni culturali – oltre 40 persone provenienti da molte regioni italiane dal Friuli alla Sicilia – interessati
a confrontarsi con un’esperienza, che per modelli formativi e
progettuali è ritenuta di rilevante interesse.
17.4. Sviluppo e strategie innovative
Dal 2006 è stato avviato il progetto, di cui Enaip è capofila, per
la realizzazione del “Polo formativo per la valorizzazione dei
beni culturali”, cofinanziato da FSE, Ministero della Pubblica
Istruzione, Ministero del Lavoro e Regione Lombardia al fine di
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creare una rete stabile di cooperazione tra formazione, aziende, università e istituzioni.
Finalità principale del Polo è sperimentare una nuova modalità organizzativa per introdurre innovazione nel sistema formativo e produttivo del comparto, in virtù della creazione di
una rete settoriale e delle possibili sinergie derivanti dall’interazione tra ricerca, formazione e attività di produzione ed
erogazione di servizi.
Nel costruire la rete si è mirato a garantire la presenza di significativi rappresentanti di tutte le diverse tipologie di attori
coinvolti nella conservazione e valorizzazione del patrimonio:
ne fanno parte, tra gli altri, la Direzione regionale Cultura, la
Direzione regionale dei Beni culturali e paesaggistici della
Lombardia e la Soprintendenza di BS MN CR, la Fondazione
Politecnico di Milano, l’Università di Pavia, il CNR di Milano, il
FAI, la Consulta regionale per i beni ecclesiastici, a Scuola Universitaria Professionale della Svizzera Italiana, oltre a scuole
superiori e associazioni di categoria/aziende leader nel campo
del restauro e dei servizi per l’arte.
Ulteriore opportunità per il raggiungimento degli obiettivi
del Polo Formativo saranno le sinergie attivate con l’Accordo
di Programma per la realizzazione del “Polo per la valorizzazione dei beni culturali in Lombardia”, sottoscritto nel dicembre
‘07 da Università degli studi di Milano, Università degli studi
di Milano Bicocca, Università degli studi di Pavia, Politecnico
di Milano, Assessorato Culture, Identità e Autonomie della
Lombardia. La Fondazione Enaip Lombardia ha recentemente
aderito all’Accordo di Programma ed è stata unanimemente
inserita nella partnership.
Fondamentale per l’innovazione dell’offerta e lo sviluppo strategico della Scuola è stato il Dispositivo della Nuova rilevanza
regionale 2007/2009, che consente di: supportare una programmazione di medio periodo delle attività; fornire risposte flessibili, adattando l’offerta alla domanda rilevata e agli
specifici contesti; promuovere la costruzione di partnership
di livello e articolazione adeguati, in particolare con il mondo
del lavoro, della ricerca e dell’università; attivare strategie di
sensibilizzazione e promozione delle attività verso tipologie
di utenza, anche diverse da quella tradizionale e consolidata.
In coerenza con le finalità del Dispositivo, obiettivo principale
del Progetto-quadro di Botticino è sostenere l’arricchimento e
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la diversificazione dell’offerta formativa nel comparto dei beni
culturali, sviluppando il canale della formazione superiore non
accademica, dell’alta formazione e della formazione continua
attraverso:
•
•
•
la formazione di figure professionali in possesso di ade-
guate competenze tecnico–scientifiche e specialistiche;
l’attivazione di percorsi di specializzazione e di aggiorna-
mento degli operatori, in coerenza con i fabbisogni indi-
viduati nel comparto, anche in collaborazione con enti e istituzioni del settore;
la definizione di un piano di sviluppo tecnologico-didattico della Scuola, anche sulla base degli esiti delle azioni sviluppate nel polo formativo;
•
la progettazione e realizzazione, anche in partnership, di azioni formative innovative per ambiti e/o per profili.
Infine, Enaip è accreditato nei Servizi regionali per il lavoro e
ha accumulato esperienze significative nell’ambito del “placement” e nella organizzazione di stage e tirocini di giovani
laureati e diplomati; attualmente sta gestendo sul progetto
sperimentale LaborLab interventi mirati per le donne laureate
e i ricercatori universitari.
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