Medici e social network: un connubio che avanza

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Medici e social network: un connubio che avanza
W E B WAT C H
Medici e social network:
un connubio che avanza
INTRODUZIONE
I social network hanno iniziato a diffondersi
anche tra i medici. Una recente indagine
condotta negli Stati Uniti da Manhattan Research
ha stimato in circa 250.000 il numero di medici
che collaborano online a qualche forma di
community. Di questi, più di 80.000 sono quelli
che partecipano con regolarità a social network
aperti ai soli medici, mentre circa 110.000 hanno
mostrato il forte interesse a frequentare questa
tipologia di community nel prossimo futuro1.
Si tratta di una passione condivisa
prevalentemente dai giovani medici, in
particolare dalle donne, che lavorano in centri
universitari e che usano i social network come
naturale luogo di aggregazione dove trovare
risposte ai propri quesiti clinici e dove
aggiornarsi, come dimostrano i dati contenuti
nella stessa ricerca. Ma che trova numerosi
sostenitori anche tra affermati professionisti che
usano i social network come strumento per
condividere pareri medici e discutere casi clinici.
ESPERIENZE DI SOCIAL NETWORK
RIVOLTI AI MEDICI
Nel corso degli ultimi mesi sono state
sviluppate diverse applicazioni di social
networking rivolte ai medici2 (tabella I).
La più significativa è probabilmente quella di
Sermo, una community nella quale oltre 70.000
medici americani, rappresentanti di 68 aree
mediche, possono confrontarsi praticamente su
qualunque genere di tematica. Attraverso questo
social network i medici iscritti possono scambiarsi
informazioni su casi clinici, fornire consigli per
effettuare una diagnosi, discutere tra “pari“ di
trattamenti farmacologici e dispositivi medici,
condividere le conoscenze e documentarsi sulla
letteratura scientifica. Numerose organizzazioni
istituzionali (tra cui la Food and Drug
Administration, i Centers for Disease Control and
Prevention di Atalanta e l’American Medical
Association) hanno stretto accordi con Sermo per
usare la comunità dei medici al fine di
monitorare il profilo di sicurezza dei dispositivi
medici, attivare indagini, generare discussioni su
temi e casi clinici presentati sulle pagine delle
loro riviste. Anche le aziende farmaceutiche
hanno iniziato a interessarsi a Sermo.
Nell’ottobre del 2007 Pfizer ha infatti
annunciato di aver stretto un accordo con il
social network al fine di esplorare nuove forme di
promozione dei propri prodotti, di
comunicazione con i medici e di reclutamento
della classe medica in progetti di ricerca e studi
clinici.
Altrettanto interessante è l’esperienza di
Ozmosis, una società americana impegnata fin
dal 2006 nello sviluppo di sistemi di social
networking volti ad aggregare medici e permettere
loro una più facile e produttiva collaborazione.
Il portale (realizzato da medici esperti nell’uso
dei “social media“, cioè di quegli strumenti in
grado di favorire le relazione sociali tra gli
utenti) fa proprio il principio della “saggezza
collettiva“2 che è alla base dei social network e ha
come obiettivo quello di aggregare le esperienze
dei medici che appartengono alla community al
fine di trasformare le opinioni di ciascuno di
essi in “conoscenza“ a disposizione della
collettività. Ozmosis ha di recente stretto un
accordo3 con un altro social network americano
chiamato Doctor’s Channel, un portale
specializzato nella distribuzione di video nei
quali esperti nelle 35 aree mediche coperte
fanno il punto sulle novità scientifiche, sulle
Tabella I. Esempi di applicazioni di social network
rivolti ai medici.
Nome
URL
Sermo
www.sermo.com
Ozmosis
www.ozmosis.com
Doctor’s Channel
www.thedoctorschannel.com
MEDTING
www.medting.com
DocCheck
www.doccheck.com
ConnectingForCare
www.connectingforcare.com
Doc2Doc
www.doc2doc.bmj.com
Asklepios
www.asklepios.ca
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WEBWATCH Medici e social network: un connubio che avanza
ultime scoperte e sugli argomenti di particolare
interesse sanitario (non è un caso che tali
caratteristiche gli siano valse, negli Stati Uniti,
l’appellativo di “YouTube per la formazione dei
medici“). In base all’accordo stipulato, gli utenti
di Doctor’s Channel avranno la possibilità di
usare gli strumenti di social networking e la rete di
“relazioni“ forniti da Ozmosis per scambiarsi
informazioni e conoscenze, mentre gli utenti di
Ozmosis potranno contare sul supporto video
messo a disposizione da Doctor’s Channel e dal
suo ampio catalogo di video.
La gestione di video e immagini cliniche è
invece l’obiettivo di MEDTING, uno speciale
social network rivolto ai medici per la discussione
di casi clinici e per la richiesta di una seconda
opinione, ma che può essere impiegato anche
per archiviare, ed eventualmente condividere,
immagini e video clinici.
Organizzato come il progenitore YouTube
(c’è infatti chi lo definisce “YouTube per i
Il Laboratorio di
Informatica Medica del
Dipartimento di Epidemiologia
dell’Istituto di Ricerche
Farmacologiche “Mario Negri“
di Milano propone a giugno la
terza edizione dei corsi
sull’uso di Internet in ambito
medico, con particolare
riferimento all’uso delle nuove
tecnologie del web 2.0 (feed
RSS, podcast, blog, wiki e
social network) e a quello di
database entrati ormai a far
parte degli strumenti di lavoro
del medico e dell’operatore
sanitario (PubMed/Medline,
l’Osservatorio Nazionale
sulla Sperimentazione Clinica
dei Medicinali, il registro di
medici“), offre un sistema di catalogazione di
tutto rispetto che si basa sulla terminologia del
dizionario SNOMED CT (considerato a livello
internazionale lo standard tra i dizionari dei
termini medici esistenti) che mette l’utente al
riparo da scelte arbitrarie tipiche dell’impiego
dei sistemi di tagging2.
Portali simili stanno iniziando a fare la loro
comparsa anche in Europa come per esempio
DocCheck, una delle maggiori esperienze
europee di social networking creati da medici per
medici, che sebbene abbia avuto origine in
Germania, ha ben presto allargato i propri
confini e oggi è disponibile in varie lingue,
italiano compreso.
Anche i colossi dell’informatica stanno
iniziando a muoversi in questo settore. Ne è un
esempio il recente lancio da parte di Intel di
ConnectingForCare, un social network rivolto agli
operatori sanitari coinvolti nella gestione di
malattie croniche o particolarmente invalidanti
sperimentazioni cliniche
ClinicalTrials.gov, il database di
linee guida National Guidline
Clearinghouse, e tanti altri).
I corsi sono previsti nelle
seguenti giornate:
8 giugno 2009
La ricerca bibliografica su
PubMed e su altri database
biomedici.
9 giugno 2009
Internet e l’aggiornamento
professionale in ambito
medico.
10 giugno 2009
Il web 2.0 al servizio
della formazione
e dell’aggiornamento
del medico.
I corsi (tenuti presso la sede
di Milano dell’Istituto “Mario
Negri“) saranno realizzati
attraverso una didattica
interattiva che prevede il
coinvolgimento diretto dei
partecipanti e l’impiego di una
aula multimediale dotata di
numerose postazioni Internet.
L’Istituto Mario Negri fa parte
dei provider ECM del
Ministero della Salute dal
2001. I tre corsi sono stati
accreditati nell’ambito del
programma nazionale di ECM.
I primi due corsi (8 giugno
2009 e 9 giugno 2009) hanno
ricevuto 8 crediti. Il terzo
corso (10 giugno 2009)
ha ricevuto 5 crediti.
I programmi e le modalità di iscrizione sono illustrati alla pagina:
www.marionegri.it/mn/it/aggiornamento/news/Web2terzaed.html
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come il morbo di Parkinson, la malattia di
Alzheimer ed alcune malattie cardiovascolari4.
La realizzazione di questo social network, aperto
non solo ai medici ma anche a infermieri e
assistenti sociali, nasce dalla consapevolezza che
la maggior parte delle cure fornite ai pazienti
che soffrono di tali malattie è fornita da un
gruppo eterogeneo di operatori sanitari che
hanno bisogno di condividere nel modo più
ampio possibile le informazioni e le conoscenze
in loro possesso.
Il mondo scientifico non poteva certo stare a
guardare. È recente l’iniziativa del British Medical
Journal con il lancio di Doc2Doc, un social
network con l’obiettivo di aggregare i medici
intorno a specifici temi, dare loro la possibilità
di discutere casi riguardanti ogni aspetto della
medicina e ragionare e dibattere sulle ultime
scoperte scientifiche (non solo quelle pubblicate
dalla rivista inglese), potendo essi contare,
inoltre, su strumenti per pubblicare profili
personali e creare nuove relazioni. Tale iniziativa
si affianca a quella della Canadian Medical
Association, la prima società scientifica ad avere
attivato un social network (chiamato Asklepios)
aperto, per ora in una versione beta (cioè ancora
in fase di test), a tutti i medici e studenti di
medicina canadesi desiderosi di provare questa
nuova forma di comunicazione e di
collaborazione.
Eugenio Santoro
Laboratorio di Informatica Medica
Dipartimento di Epidemiologia, IRFMN Milano
[email protected]
BIBLIOGRAFIA
1. Manhattan Research. Physicians and web 2.0. Taking
Pulse White paper. Manhattan Research 2007.
2. Santoro E. Web 2.0 e medicina. Come social network,
podcast, wiki e blog trasformano la comunicazione,
l’assistenza e la formazione in sanità.
Roma: Il Pensiero Scientifico Editore, 2009.
3. Reuters. Ozmosis and the Doctors Channel
revolutionize online medical knowledge exchange
with video content. Reuters 21 aprile 2008.
4. Rauber. Intel launches website to connect caregivers.
San Francisco Business Times 17 giugno 2008.
HIV Travel: per chi viaggia
con coraggio
Viaggiare dovrebbe essere sinonimo di
dinamicità e comodità in un’epoca in cui l’“alta
velocità“ è all’ordine del giorno, e da casa basta
un computer con la connessione a Internet per
poter visualizzare tutti gli itinerari possibili e
avere disponibili le fotografie dei più svariati
angoli del mondo, come se li avessimo già
visitati.
Tuttavia, a fianco dei vanti del vivere in
un’epoca moderna e tecnologica, permane latente
una discriminazione proprio a carico di chi
intende, per motivi personali o professionali,
intraprendere un viaggio. Basti pensare ad una
persona HIV-positiva che nell’incertezza, ma al
contempo con coraggio, deve pianificare una
partenza per l’estero: ha il problema di
nascondere i farmaci antiretrovirali che porta con
sé e la preoccupazione di apparire il più in salute
possibile per non risultare un compagno di
viaggio “sospetto“, poiché se dichiara la propria
condizione di sieropositività deve mettere in
conto la possibilità di vedersi negare l’ingresso
nel Paese.
Questa anacronistica negazione dei diritti
umani a livello globale non può essere tollerata,
soprattutto oggi che la sindrome da
immunodeficienza acquisita (AIDS) sta
diventando una malattia cronica trattabile: le
persone sieropositive, come qualunque altro
cittadino, devono poter scegliere dove coltivare la
propria istruzione o esercitare la propria
professione. È importante, quindi, documentare e
denunciare l’entità del problema, affinché si
metta fine a questa forma di stigmatizzazione.
HIV Travel (www.hivtravel.org) rappresenta un
passo importante contro le politiche di esclusione
attuate in molti Paesi. È il frutto di un’iniziativa
promossa dalla Federazione tedesca per l’AIDS,
dal Gruppo europeo per il trattamento dell’AIDS
e dalla Società Internazionale e si pone come
obiettivo quello di fornire un contributo
informativo alle persone sieropositive che si
spostano per il mondo e fare emergere un quadro
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