Arrestato vigile al supermercato Rubava con il trucco del cartone
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Arrestato vigile al supermercato Rubava con il trucco del cartone
8 MI Domenica 2 Giugno 2013 Corriere della Sera Cronaca di Milano Buccinasco Aveva dei precedenti. L’assessore comunale Granelli: fatto molto grave In breve Arrestato vigile al supermercato Rubava con il trucco del cartone Pagava confezioni di birra, in realtà contenevano vini pregiati Proprio lui. Tutore dell’ordine e della legge, che predica bene ma razzola male. Tanto male, che l’altro giorno è ricascato nel suo vecchio vizietto ed è stato arrestato dai carabinieri mentre tentava di portarsi fuori dal supermercato bottiglie di vino pregiate, pagandole per semplici birre. Lui è un agente della polizia locale di Milano, 54 anni, con alcuni trascorsi analoghi. È stato ammanettato con l’accusa di furto. Dopo la convalida dell’arresto è ora in stato di libertà in attesa del processo. Un increscioso episodio che ha fatto infuriare non poco i suoi superiori, anche se del «mariolo» già sapevano vita, morte e miracoli. Visto che, nonostante il «ghisa» fosse già incappato in episodi simili, era stato lasciato in servizio, defilato però in un ufficio e non abilitato all’utilizzo della pistola d’ordinanza. «È molto grave — ha detto l’assessore alla Sicurezza e polizia locale, Marco Granelli — che chi ricopre un ruolo importante come è quello di far rispettare leggi e regolamenti agisca in contrasto con essi». E ha aggiunto: «L’Amministrazione farà tutto il necessario e interverrà con chiarezza nei riguardi di questo agente, pur nel rispet- to della normativa in materia di lavoro, perché non possono esservi dubbi sul comportamento di chi lavora per la sicurezza dei cittadini e per la legalità». Il fatto è avvenuto il 30 maggio, quando il vigile urbano, già denunciato a piede libero in passato per episodi di questo tipo, si è presentato alla cassa del supermercato Esselunga di Buccinasco, comune nel Milanese, e ha pagato un cartone di birra. All’interno, però, alle «bionde» aveva sostituito quattro bottiglie di Greco di Tufo, del valo- re di un centinaio di euro. Mentre stava uscendo, l’agente municipale è stato però bloccato dagli addetti alla sicurezza che avevano visto tutto: il vigile, prima di recarsi alla cassa, aveva svuotato il cartone di birre, lasciandone solo una, e vi aveva inserito Le reazioni L’assessore Granelli: è grave Il comandante Mastrangelo: va espulso Via Fauchè Agenti al mercato «Anziani attenti ai truffatori» Ieri mattina, dalle 9 alle 13, al mercato rionale di via Fauchè, il dirigente del commissariato Sempione, Osvaldo Rocchi, ed altri poliziotti davano consigli e distribuivano materiale informativo su come sconfiggere il fenomeno delle truffe agli anziani. Un reato che non tende a diminuire e che suscita spesso allarme sociale. Chi truffa colpisce prevalentemente le fasce più deboli. Gli agenti hanno spiegato come difendersi nelle diverse situazioni il pregiato nettare di Bacco. Alla cassa aveva quindi tirato fuori la birra per farsi addebitare l’intero cartone. Ma il trucco non ha funzionato, anche perché alcuni addetti alla security lo avevano già notato in altre circostanze e quindi lo tenevano d’occhio. Così, prima che le porte scorrevoli si aprissero e il vigile guadagnasse l’uscita, è stato bloccato, smascherato e consegnato ai carabinieri della locale stazione. Secondo quanto spiegato dai militari dell’Arma, l’agente della polizia locale che abita a Milano, proprio a causa delle denunce passate e di alcuni comportamenti anomali, era stato privato del porto dell’arma e assegnato a un lavoro di ufficio in attesa dei processi. Più volte, comunque, i vertici della polizia locale aveva dato indicazioni alla direzione del personale, dove però la pratica si era arenata. In più occasioni si era chiesto di allontanarlo dal corpo o, quanto meno, di inserirlo in un ufficio non della vigilanza urbana. «Soggetti di questo genere — sottolinea il capo della polizia locale, Tullio Mastrangelo — devono essere immediatamente espulsi dal corpo. Non ci sono attenuanti». Ma qualche scusante, secondo il sindacalista del Sulpm, Claudio Nigido, il collega ce l’ha: «È un caso troppo particolare per essere trattato alla stregua di un delinquente comune. È una persona che andrebbe aiutata, perché ha mostrato in passato il suo disagio comportamentale, dovuto anche a questioni familiari che lo hanno condizionato non poco». Michele Focarete © RIPRODUZIONE RISERVATA Melzo Vittuone Il locale è gestito da due nordafricani. Una passante ha dato l’allarme. Nessun ferito Non riscuote l’affitto di casa Si taglia i polsi Accende il forno e va in Posta. Brucia la pizzeria Di quei soldi ne aveva proprio bisogno. Tra l’altro le aspettavano di diritto. Così, esasperata dai ritardi nei pagamenti dell’affitto da parte della sua inquilina, ha tentato di suicidarsi per attirare l’attenzione sul caso. Vittima dell’episodio, che avrebbe potuto avere conseguenze più gravi, una peruviana di 55 anni, da tempo regolare in Italia. La donna aveva affittato ad una ecuadoriana di 28 anni il suo appartamento al quarto piano di una palazzina, a Melzo. Seicento euro mensili, con tanto di contratto. L’inquilina, però, negli ultimi mesi non aveva onorato l’impegno, nonostante fosse stata sollecitata più volte dalla padrona di casa. Così, l’altro giorno, la 55enne ha raggiunto la «morosa» nell’abitazione e ha tentato ancora una volta di farsi pagare. All’ennesimo diniego, però, la peruviana ha rotto una bottiglia e con i cocci di vetro si è ferita alle braccia, quindi ha minacciato di gettarsi dal balcone. Le urla e il trambusto, hanno attirato l’attenzione di alcuni vicini che hanno lanciato l’allarme sul centralino del 112. I carabinieri hanno dovuto impegnarsi parecchio per calmare la padrona dell’alloggio e per convincerla a desistere dal proposito di suicidarsi. Mentre hanno strappato una promessa all’ecuadoriana, che aveva accumulato tre mesi di ritardo, di saldare il debito quanto prima. M. Foc. © RIPRODUZIONE RISERVATA Il rogo Il locale devastato dalle fiamme Come ogni mattina, attorno alle 10 è andato nella sua pizzeria da asporto per accendere il forno a legna. Poi, il pizzaiolo si è allontanato per circa mezz’ora. «Doveva prendere un caffè e pagare una bolletta» racconta ora un collega, sconsolato. Ma proprio mentre era assente, dal forno è divampato un incendio che ha distrutto in parte il locale. E il pizzaiolo lo ha scoperto poco dopo, quando è tornato al suo negozio e ha trovato gli automezzi dei vigili del fuoco e l’ambulanza. Il rogo è divampato ieri, attorno alle 10.30, nella pizzeria d’asporto «Dina», in via Volontari della Libertà a Vittuone. Il locale, che si trova vicino alla stazione e davanti a una ludoteca, è gestito da due imprenditori egiziani, che in quel momento erano assenti. Una pensionata, passando di fronte al locale, ha notato un fumo nero che usciva sia dalla serranda che dal camino. «Stavo andando dal parrucchiere quando ho visto il fu- mo — racconta la donna — Mi sono spaventata perché ho pensato che dentro ci fosse qualcuno ed allora sono entrata in un negozio vicino e insieme alle commesse ho chiamato il 115». Sul posto sono accorse quattro squadre dei vigili del fuoco, provenienti da Milano, Corbetta, Inveruno, Rho, con autopompe e autoscale e il 118 ha inviato un’ambulanza. Il rogo ha distrutto completamente il forno e il locale della legnaia e danneggiato parzialmente anche la zona del bancone. Sull’episodio indaga la polizia locale di Vittuone, ma l’ipotesi più accreditata è quella di un incidente. «È successo tutto in pochi minuti, chi poteva immaginare una cosa simile» spiega Khalid A., che gestisce la pizzeria e kebab da un anno e mezzo insieme a un socio. «Ma la cosa più importante è che nessuno sia rimasto ferito». Giovanna Maria Fagnani VIA CORREGGIO Coltello in mano assalta boutique Non ha ceduto alle minacce e ha fatto arrestare il rapinatore che, armato di coltello, era entrato nella sua boutique. Protagonista la 71 enne proprietaria del negozio di abbigliamento «Stefania New Line» di via Correggio. A finire in manette, invece, un 49enne di origini calabresi, ma residente da anni a Milano. L’uomo, disoccupato e con precedenti di polizia, l’altra sera verso le 19 aveva tentato il colpo. TRA ROMOLO E FAMAGOSTA Un pensionato suicida in metrò È sceso dalla banchina e ha camminato lungo i binari. A metà della galleria, tra le fermate M2 di Romolo e Famagosta, si è gettato sotto un treno. Pensionato, 73 anni, depresso da tempo, si è suicidato alle 18.20 di ieri sulla linea 2 del metrò. Inutili i tentativi di soccorso. Il traffico della «verde» è stato interrotto per tre ore tra la stazione di Romolo e i capolinea Abbiategrasso/Assago. Atm ha trasferito i passeggeri sugli autobus sostitutivi in superficie. FONDATRICE DI EMERGENCY Targa al Trotter per Teresa Strada Una targa per Teresa Sarti Strada, fondatrice e presidente di Emergency, scomparsa nel 2009: sarà collocata oggi alle 18.30 accanto all’acero rosso piantumato lo scorso anno all’interno del parco Trotter. «Teresa Strada è stata per Milano, per l’Italia e non solo — ha detto Giuliano Pisapia —, un esempio di altruismo e generosità messi al servizio di chi aveva bisogno. La targa e l’albero saranno il ricordo di questa straordinaria donna». LARGO SCALABRINI Rapina in farmacia Presi mille euro Rapina ai danni di una farmacia di Largo Scalabrini (zona Giambellino-Lorenteggio) verso le 19.35 di ieri. Due giovani armati di pistola sono entrati nel negozio e hanno minacciato la farmacista con toni duri e decisi. «Dacci l’incasso», hanno detto alla dottoressa che era in negozio e si sono fatti consegnare i circa mille euro che c’erano in cassa. Poi sono fuggiti a piedi facendo perdere le tracce. © RIPRODUZIONE RISERVATA Il caso La legge li classifica come pericolosi, neppure l’Enpa può tenerli Cuccioli di procione abbandonati «La burocrazia vieta di adottarli» Stavano nascosti nel fienile della cascina. Tre piccoli orsetti lavatori (procioni) sono stati trovati l’altro ieri da un agricoltore che ha chiesto aiuto all’Enpa. La storia finirebbe qui se i piccoli di procione, nutriti con il biberon, fossero animali domestici. Per questi mammiferi che sembrano usciti da un cartoon non dovrebbe essere difficile trovare una famiglia adottiva. E invece no. La legge vieta la detenzione degli orsetti lavatori, inseriti da un decreto del 1996 nell’elenco degli «animali pericolosi». Neppure l’Enpa di Milano, che pure li ha soccorsi, potrebbe tenerli più di qualche ora nella sua efficien- te clinica. E la ricerca di un centro di recupero (da Sasso Marconi a Perugia, perché in Lombardia manca) autorizzato alla loro detenzione è tutt’altro che facile. Perché avviare la pratica per il trasferimento di questi animali richiede una denuncia e l’apertura di un procedimento penale, altrimenti nessuno (ministero) pagherà mai per il loro mantenimento. A vita. In natura (sono originari di Canada, Stati Uniti, Messico, America Centrale) hanno vita breve, non in cattività. Insomma, dove collocare i procioni è un bel problema. Ermanno Giudici, presidente di Enpa Milano, ha allertato il Corpo Forestale del- lo Stato, che è ogni giorno in prima linea nella gestione di problemi sempre più spesso causati dall’uomo. Perché i procioni (i cui progenitori vissero in Europa circa 25 milioni di anni fa, stando ai ritrovamenti fossili) sono stati introdotti deliberatamente verso la metà del XX secolo in Francia, in Germania e nelle regioni del Caucaso. A seguito di alcuni avvistamenti e catture lungo il corso del fiume Adda, tra il 2004 e il 2008, si ipotizza che la specie abbia attraversato le Alpi e si stia diffondendo in Lombardia. Ipotesi confermata appena tre anni fa, in seguito ad una cattura lungo il corso dell’Adda a Cassano. Senza casa Una veterinaria dell’Enpa con i tre cuccioli di procione trovati in una cascina «È nota la presenza di una colonia allo stato libero a Cassano d’Adda — spiega Giudici —. Ad oggi siamo in alto mare in attesa di una risposta rapida dal ministero dell’Ambiente. Ci sono norme e decreti. I procioni sono stati inseriti nell’elenco degli animali pericolosi assieme ai coccodrilli e alla tigre. Li possono tenere in un circo, anche se certo non sono quelle le condizioni per il loro benessere, o in un centro di recupero autorizzato. Non altrove». L’elenco animali pericolosi offre spunti di riflessione. Vieta la detenzione delle vipere e degli oranghi, del procione e del lupo. Non, per esempio, del pitone birmano «che può diventare lungo sei metri e con la circonferenza di un albero e che rimesso in libertà in gran numero, per esempio, in Florida, sta alterando un intero ecosistema», aggiunge Giudici. «Perché consentire l’importazione di animali fonte di danno o vietati, senza per esempio imporre tasse, come tutela per il futuro?». Paola D’Amico [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA