Kant e il pappagallo - Città Nuova Editrice
Transcript
Kant e il pappagallo - Città Nuova Editrice
CINEMA TEATRO di Giuseppe Distefano Bright Star È una poesia di John Keats, uno dei principali poeti del Romanticismo inglese: stella lucente. Così gli appariva la giovane ricamatrice, vivace e indipendente, sensibile ai suoi versi. Con lei ebbe una relazione appassionata e pura, controversa e quasi segreta. Prima di morire a 25 anni. La famosa regista Jane Campion gli ha dedicato questa sorta di ballata, vista dagli occhi dell’innamorata. Attraverso immagini, cromaticamente curate, «che si rincorrono quasi in rima e come danzanti». In uno stile lieve e sospeso, vibrante e inafferrabile, come le farfalle di un giorno estivo. Gioioso a tratti, struggente e drammatico in altri. Regia di J. Campion; con B. Whishaw e A. Cornish. Raffaele Demaria Il padre dei miei figli Ispirato alle vicende del produttore Humbert Balsan, morto suicida nel 2005 schiacciato dal fallimento della sua casa di produzione, il film offre molti motivi per farsi piacere: la sensibilità registica della giovane Mia Hansen-Love, lo sguardo appassionato sul dietro le quinte del fare cinema, la vitalità e il fascino del personaggio di Gregoir/Balsan. Ma è proprio l’uscita di scena del protagonista nella prima parte a privare il film del suo elemento portante. Quasi che la perdita del produttore/personaggio avesse compromesso il film sulla sua vita. Un cortocircuito tra vita e arte affascinante, che in parte riscatta la lentezza e la minor consistenza della seconda parte di questa interessante opera seconda. Regia di M. Hansen-Love; con Luis-Do de Lencquesaing, C. Caselli, A. Guatier, A. de Lencquesaing Cristiano Casagni Tata Matilda e il grande botto Per paura dei bombardamenti, i due viziati cuginetti ricchi di Londra vengono mandati dai tre cuginetti poveri in campagna, dove la loro giovane madre lotta da sola per mandare avanti la fattoria. E proprio quando la situazione diventa insostenibile, ecco che alla porta bussa la provvidenziale Tata Matilda, con tutta la sua magia e il polso necessari per insegnare ai cinque bambini ad andare d’accordo. Scritto e interpretato da Emma Thompson, questo secondo film, tratto dalla serie di libri per l’infanzia di Christianna Brand, è un raro esempio di ciò che i bambini dovrebbero sempre vedere al cinema: una storia intelligente e divertente, semplice e appassionante. Regia di S. White; con E. Thompson, M. Gyllenhaal, M. Smith, R. Fiennes, E. McGregor. Matteo Vidoni VALUTAZIONE DELLA COMMISSIONE NAZIONALE FILM Bright Star: consigliabile, poetico (prev.). Il padre dei miei figli: complesso, problematico (prev.). Tata Matilda e il grande botto: consigliabile, semplice (prev.). Kant e il pappagallo La scrittura di Thomas Bernhard procede per iterazioni, con frasitormentone, rimandi, paranoie che si rincorrono mischiando massimi sistemi e minimi dettagli. I protagonisti, perlopiù monologanti, intellettuali soprattutto, impelagati in riflessioni assurde, spesso soffrono di problemi di salute. Come in Immanuel Kant. Il filosofo tedesco, affetto da glaucoma, intraprende un viaggio verso gli Stati Uniti nella speranza di riacquistare la vista: all’odiato Paese regalerà la sua ragione in cambio di un’operazione che lo salvi dalla cecità. Lo accompagnano la moglie, il servo fedele e il suo doppio: Federico, un pappagallo cinquantenne custode della sua memoria. Nel surreale viaggio su un transatlantico (con vaste proiezioni di mare nella bella scena di Gianluca Amodio) si raduna un campionario di umanità che incarna vari aspetti della volgarità e della meschinità. Figure grottesche, comiche, accomunate da un’insanabile e penosa condizione esistenziale. La regia di Alessandro Gassman preme il pedale della caricatura. In una messinscena squillante di colori e voci fa emergere l’astio e il pessimismo crescente dell’autore in maniera divertente. A siglarla nel finale è lo sberleffo del servo che rivelerà la gabbia, senza il pennuto – l’eco muto di tutto il sapere di Kant –. Nel cast tutto maschile, con due ruoli en travesti, eccelle Manrico Gammarota. Al Mercadante di Napoli per il NTFI.