testo filmato ih9p 2004

Transcript

testo filmato ih9p 2004
RITORNO NEL SAHARA
di IN3ZNR-WH0Q
ANCORA NEL DESERTO!
Pianificare una dxpedition richiede molto tempo, a maggior ragione se il paese da attivare è
"difficile". Vuoi perchè complicato per il viaggio scomodo e/o costoso, o per il delicato lavoro
di ottenere licenze e permessi di ingresso. Quando dopo il Ruanda la "Tifariti gang" si mise al
lavoro per la successiva operazione, non avrei mai immaginato di scrivere un articolo ancora
sul Western Sahara..... Un country che pochi conoscono nella sua posizione geografica e nella
sua storia. Dal Western Sahara avevo già operato con il team di "S01R" e di ripetere nel 2009
questa attivazione non era nei piani. Con Tony EA5RM, avevamo stabilito di attivare un altro
paese DXCC, purtroppo dopo alcuni mesi di preparazione mi arrivò la notizia che un mese
prima di noi ci sarebbe stata un altra attività dallo stesso country. Dopo una breve
consultazione tra i componenti del team, la decisione fu quella di cambiare target e di
modificare il nostro piano attivando qualcosa d'altro. Il poco tempo a disposizione ci avrebbe
impedito di organizzare una spedizione troppo complicata. Alla fine sia io che Tony ci
trovammo d'accordo sul nostro nuovo obiettivo, il Western Sahara. Avevamo ormai ottima
conoscenza dei luoghi e della logistica necessaria, buoni contatti con le autorità della RASD ed
il supporto locale da parte dei Saharawi era assicurato... Conoscere già il posto dove sistemare
il campo base era sicuramente un grande aiuto. Tutto questo ci dava la possibilità di
guadagnare molto tempo sui preparativi e anche se il cambio di obiettivo era avvenuto due
mesi prima della partenza, eravamo sicuri di potercela fare. Dai nostri calcoli, anche se non
entro i "Top 50" dei most wanted del DXCC, il Western Sahara era sempre un paese
interessante per i dx-er, specialmente sulle bande basse, nelle Americhe e in Giappone. Dopo
un breve periodo di attesa le autorità locali ci diedero l'assicurazione che saremmo stati i
benvenuti e che avremmo potuto avere la nostra licenza senza problemi. Dopo una breve
meditazione proponemmo alle autorità della Repubblica Araba Democratica del Sahara un
prefisso con un numero (dopo S0), mai attivato prima. Pensando anche agli appassionati del
WPX, Il callsign che avevamo scelto era, "S04R, Sierra Zero Four Radio". Quanti si sarebbero
sbagliati scrivendo nei log e nei dxcluster, Sierra Oscar Quattro (prefisso assegnato alla
Polonia) invece di Sierra Zero Quattro il prefisso corretto del Western Sahara?
DOV' E' IL WESTERN SAHARA?
Io credo che non sono molti a sapere che esiste in Africa un paese chiamato Western Sahara..
Quando gli amici non radioamatori mi chiedevano dove sarei andato questa volta, nessuno di
loro aveva ben presente cosa fosse e dove si trovasse il Western Sahara. Forse anche qualcuno
di voi ha qualche dubbio. Siamo in una zona dove è difficile vivere, immaginatevi una distesa
di sassi, sabbia e qualche cespuglio di rovi. Un territorio piatto interrotto da qualche collinetta
e da rare macchie di verde che in primavera (se cade qualche rara pioggia in febbraio)
mostrano qui e la qualche raro fiore. Il Western Sahara (Sahara Occidentale) corrisponde a
quello che fino a metà degli anni settanta era conosciuto come Sahara Spagnolo e localizzato
nel Nord Africa. A ovest si affaccia sull'oceano Atlantico di fronte alle isole Canarie, a Nord-Est
c’è l'Algeria, a Est e a Sud c'è la Mauritania mentre a Nord c’è il Marocco. Dopo che gli spagnoli
finita l'era coloniale ebbero lasciato il territorio, il Marocco occupò i 4/5 del territorio del
Western Sahara, mentre la RASD (Repubblica Araba Saharawi Democratica) controlla ora la
parte restante cioè quella sul confine con l'Algeria e la Mauritania ed è essenzialmente puro
deserto. Le forze delle Nazioni Unite sono presenti sul territorio per garantire il cessate il fuoco
tra il Marocco ed il Fronte Polisario e la missione è denominata "MINURSO". Il governo in esilio
è nel sud dell'Algeria e la RASD è riconosciuta solo da una cinquantina di paesi nel mondo. La
ARRL lo ha inserito nella lista dei paesi del DXCC alla fine degli anni ottanta e questo è ciò che
interessa ai DXer. La nostra spedizione (come nel 2006) raggiungerà la zona liberata
attraverso il deserto. Il viaggio si presentava abbastanza pesante. Da Alicante in Spagna
avremmo volato a Orano in Algeria e poi sempre in aereo avremmo raggiunto Tindouf la città
più a Sud di quel paese. Tindouf era la nostra porta di accesso verso il deserto del Sahara.
Vicino a Tindouf in pieno deserto algerino vi era il campo profughi di Rabouni dove vivono più
di centomila Saharawi. Poi ci aspettavano otto ore di deserto per penetrare nella zona
"liberata", tutte da fare con il fuoristrada. La zona delle operazioni era la stessa della nostra
precedente spedizione, la località da cui prende il nome anche il nostro gruppo: Tifariti. A circa
un chilometro da questo villaggio, si trova una delle basi più grandi della Minurso, la missione
delle Nazioni Unite. Su una bassa collina avremmo occupato quella che era una volta una
caserma del “Tercio”, la legione straniera spagnola. Nel villaggio di Tifariti avremmo trovato
qualche rado albero e una piccolissima macchia di verde, mentre sulla nostra collina intorno
saremmo circondati solo di pietre sabbia e bossoli di varie armi, compresi quelli di artiglieria e
di carro armato. Non dimentichiamo che qui per anni c'è stata la guerra. Qualcuno di noi ha
guardandosi intorno ha detto:" Non sono mai stato sulla Luna, ma la sua superficie deve
essere come questa" ! Rende l'idea?
IL TEAM
La "Tifariti gang" è un gruppo di amici dxer appartenenti a varie nazioni europee: Spagna,
Francia, Italia, Ucraina, Russia. Per questa nuova avventura Il team era più o meno lo stesso
del Rwanda, integrato con qualche volto nuovo. Prima di tutto i veterani del deserto e
dell'Africa: EA5RM Tony team leader, EA2RY Roberto, EA7AJR Manolo, F9IE Bernard, e IN3ZNR
Fabrizio. Poi EA1KY Agustin, F6ENO Alain, UT7CR Valery. All'ultimo minuto abbiamo perso due
operatori, UY7CW Dima e EA1CJ Juanjo, che non hanno potuto unirsi al gruppo per problemi di
lavoro. Certo che in dieci sarebbe stato più facile solo in otto invece la vedevo molto più dura,
avremmo dovuto lavorare tutti di più. Gestire un team non è facile nel cuore del deserto
poi..... Al giorno d'oggi questo si chiama "gestire le risorse umane", ma per nostra fortuna ci
conoscevamo bene più o meno tutti e molti di noi erano alla quarta spedizione insieme.
Avevamo a disposizione un team di ottimi operatori per tutti i tre modi di emissione che
avevamo previsto: fonia, telegrafia e RTTY. Rispetto al Rwanda avevamo meno operatori
spagnoli che sul piano pratico portava solo un cambiamento nelle comunicazioni tra il team
della Tifariti Gang: un po’ più di inglese ma sempre molto "castillano", lingua che quasi tutti noi
nel gruppo mastichiamo discretamente. Centinaia di email viaggiavano sulla "mailing list" della
spedizione, appositamente creata per permetterci di preparare il nostro viaggio e le operazioni
fin nei minimi particolari. Coordinare un team già collaudato è sicuramente più facile. Vuol dire
sapere su cosa puoi contare da parte dei tuoi colleghi di team e cosa aspettarti da loro.
Questo è senza dubbio un aiuto notevole quando devi assegnare i vari compiti durante una
spedizione. Tutti sapevano prima di partire quale sarebbe stato il modo dove avrebbe operato
e cosa era loro richiesto di fare. Come al solito avevamo previsto una decina di operatori, per
tenere sempre minimo tre stazioni in aria con una quarta di supporto se le condizioni lo
avessero permesso. Rimasti in otto i turni per ogni operatore sarebbero stati più pesanti.
Avendo io l'incarico di predisporre il piano per i turni di impiego di tutti gli operatori,
semplicemente allungai il turno di ogni operatore da due a tre ore. Tutti avrebbero fatto il loro
dovere, oltre a essere dei buoni operatori avevano anche una buona esperienza in contest.
Dunque abituati a stare davanti alla radio ben più di tre ore!
I MATERIALI E IL RESTO
Dopo pochi giorni, grazie a EA2RY Roberto il nostro web master, avevamo già in linea il nostro
sito in internet, www.dxfriends.com Come nelle spedizioni precedenti nella prima pagina era
inserito un questionario "on line" dove chi lo desiderava, avrebbe potuto indicare in quale
modo o su che banda avrebbe voluto collegare il Western Sahara. I risultati indicavano un
leggero vantaggio per la telegrafia e per le bande basse, in special modo i 160 metri. A questo
scopo, oltre ai nostri collaudati Icom IC 7000, inserimmo anche un paio di K3 della Elecraft da
dedicare alla Top band. Diversamente dal Rwanda questa volta in tutte le nostre antenne
avevamo eliminato l'alluminio. I materiali erano il fiberglass e i fili. Sulle gamme dai 10 ai 20
metri la scelta fu per una spiderbeam e per una Hex beam. Per le gamme più basse invece
avremmo usato delle verticali sempre “homebrew” con i soliti mast in fibra: un quarto d'onda
con 4 radiali rialzati sul piano di terra per 30 e 40 metri, mentre per gli 80 ed i 160 delle
inverted "L". Il suolo del deserto, costituito solo di roccia e sabbia senza la minima traccia di
umidità, è il peggiore che si possa avere. Con i radiali rialzati (ground plane) avremmo avuto
un buon rendimento sui 30 e 40 metri. Per le gamme più basse avremmo messo più radiali
possibile, ovviamente appoggiati sul terreno. Per ottimizzare i tempi avevamo preparato in
anticipo (grazie a "Google earth"), una visione satellitare del nostro campo base nel forte di
Tifariti sistemando sulla mappa il nostro parco antenne. Per completare la nostra disponibilità
cdi antenne ci sarebbe stata anche un una antenna dedicata agli 80 metri in gamma CW,
ovvero un semplice dipolo "inverted v" e delle antenne di ricezione per le due gamme più
basse. Le beverages tradizionali non sarebbero state praticabili, niente alberi o cespugli.
Neanche parlare di portarsi appresso una cinquantina di paletti da un metro e mezzo. A questo
punto abbiamo trovato un interessante articolo sulle "BOG antenne", (Beverage On the
Ground) delle specie di beverages che hanno il filo steso sul suolo e non rialzato con il solito
trasformatore di impedenza e le resistenze di terminazione. Alla fine la lista dei materiali che
ognuno di noi doveva portarsi appresso saliva, saliva… e i soliti 20 chilogrammi ammessi erano
da tempo superati. Volevamo rimanere il più possibile leggeri, ma equipaggiare 3-4 stazioni
con amplificatore e antenne per tutte le bande ci portò a raggiungere il solito peso di 400-450
chili. Anche questa volta al check-in, avremmo avuto un problema!
VERSO IL SAHARA
Venerdì 10 aprile ho cominciato la mia avventura davanti al banco del check-in di una
compagnia aerea low cost a Milano. Pagato un sovraprezzo per il mast in fiberglass lo stesso
pomeriggio insieme ai miei bagagli "speciali", atterravo ad Alicante, città spagnola sul mare
Mediterraneo. Un’ora dopo ero finalmente unito agli altri membri del team provenienti da
Francia, Ucraina, Russia e nord della Spagna. E' sempre un piacere ritrovare gli amici con i
quali hai condiviso parecchie spedizioni. Dopo una allegra cena, ospiti di molti radioamatori
locali della provincia di Elche ed Alicante, abbiamo approfittato per l'ultima volta un comodo
letto e dormito ore preziose. Sabato 12 Aprile, vigilia di Pasqua di buon mattino abbiamo
effettuato l'ultima verifica dei materiali: transceivers, amplificatori, antenne e rete computer.
Dopo il trasbordo dei nostri 450 chili all'aeroporto di Alicante abbiamo cominciato ore di
snervante attesa. La fortuna di essere già conosciuti per le nostre precedenti spedizioni in
Western Sahara ci ha permesso di caricare il nostro bagaglio extra nella stiva dell'aereo dell'Air
Algeria senza ulteriori discussioni. Tutto grazie alla natura particolare del nostro volo un
charter con molti aiuti umanitari a bordo, destinati ai campi profughi Saharawi dislocati
appunto nel sud dell'Algeria. Il campo profughi principale è vicino Rabuni, dove si trovavano
anche gli edifici del Ministero delle Comunicazioni della RASD e prima destinazione del nostro
team. Assieme a noi viaggiavano anche dei radioamatori spagnoli della "Rede radioaficionados
sin fronteras" che avrebbero installato presso il Ministero una rete wireless per l'accesso a
Internet. Dopo una notte in volo attorno alle 3 del mattino siamo atterrati a Tindouf dove la
dogana algerina, per fortuna, non ha fatto molte storie. Tutto il materiale passò senza
intoppi….. a parte una richiesta di spiegazioni su un amplificatore lineare. Sono certo che
nonostante le spiegazioni fatte in francese da uno dei nostri operatori di madrelingua, al
doganiere saranno rimasti molti dubbi. Fuori dell’aeroporto ci attendevano già i nostri amici
Saharawi, guidati da Mahafoud, direttore del Ministero delle Comunicazioni RASD e meglio noto
a noi radioamatori come S01MZ. Tutto il nostro materiale compresi i bagagli personali era
fortunatamente sul piazzale davanti dall’aeroporto. Rapidamente lo abbiamo recuperato e poi
caricato sui fuoristrada. Alle 4 del mattino eravamo in strada per raggiungere Rabuni.
Mancavano un paio d'ore all'alba della domenica di Pasqua quando entravamo negli edifici del
Ministero della RASD e sistemati su dei semplici materassi appoggiati a terra cercavamo
recuperare un po' di sonno. Neanche un'ora dopo, appena qualche raggio di sole illuminò la
spianata davanti a noi, eravamo già tutti in piedi con l’adrenalina al massimo. Con in bocca
solo qualche biscotto e un sorso di tè, ci preparavamo ad affrontare l'ultima parte del nostro
viaggio!
TIFARITI!
Eravamo alle porte del Western Sahara e la nostra piccola carovana era pronta ad affrontare le
piste del deserto, tre fuoristrada con gli operatori e tutto il materiale a bordo. Tutti noi
avevano come tutti i Saharawi il copricapo nero simile ad un turbante che avvolto attorno alla
testa, lascia liberi solo gli occhi. Indispensabile per viaggiare su quelle piste contro il freddo
della notte e il caldo del giorno, protegge dal vento e dalla sabbia. Dopo un breve percorso
abbastanza visibile e tracciato, la pista comincia ad essere sempre più sconnessa e dura.
Essendo il più alto del team avevo avuto il privilegio di viaggiare nel sedile anteriore, almeno
non avrei sbattuto la testa sul tettuccio. In compenso ho dovuto viaggiare 8 ore abbracciato ad
uno dei nostri delicati amplificatori, impedendogli di subire troppe scosse distruttive.... Già
nella spedizione del 2006 mi era stupito di come gli autisti Saharawi riuscissero a trovare la
strada nel deserto senza l'ausilio di bussole o di cartelli stradali, solo qualche piccola piramide
di sassi posizionati ai bordi delle piste o dei vecchi pneumatici piantati nel terreno con strani
simboli dipinti sopra. Dopo qualche sosta per il classico tè e per addentare un panino nel primo
pomeriggio della domenica Pasqua, finalmente entravamo nel villaggio di Tifariti, che
lentamente anno dopo anno stava ripopolandosi di Saharawi. In pochi minuti salivamo una
breve ascesa per raggiungere il nostro antico forte, ottimamente sistemato su una bassa
collinetta in posizione dominante sui dintorni. Come pianificato il team si è subito suddiviso in
squadre, ognuna con il suo compito specifico. Il nostro piano prevedeva che prima del
tramonto saremmo stati attivi con almeno due stazioni e le prime due antenne sono state la
verticale auto-costruita per i 30 con radiali sopra terra e un dipolo per gli 80 metri, l'antenna
dedicata al CW per questa banda. Un altro gruppo si impegnava ad allestire i vari shack con le
quattro postazioni operative, la rete dei PC e l'allacciamento elettrico. Avevamo a disposizione
un generatore principale che serviva anche Tifariti, ma non ci permetteva di usare tutta la
potenza disponibile. In più la caduta di tensione era tale da far lavorare le stazioni al limite.
Dal giorno dopo grazie a Mahafoud avremmo avuto a disposizione un generatore tutto per noi,
direttamente dalla dotazione militare del fronte Polisario, montato su un vecchio camion. A
quel punto avremmo potuto far funzionare tre stazioni a piena potenza. Nonostante la
stanchezza e la mancanza di sonno, il nostro campo base fu allestito rapidamente e come
preventivato, alle 17.25 UTC il primo "CQ de S04R" fu lanciato nell'aria dal cuore del Sahara!
PLEASE UP, FIVE TO TEN
Avevamo stabilito di dare più spazio alla telegrafia, pertanto a lato della stazione che operava i
30 metri, sugli 80 metri il dipolo faceva il suo lavoro almeno con l'Europa. Prima di notte anche
l'antenna dei 40 metri era terminata. Con estremo piacere ci rendemmo conto che montando
le verticali con il piano di terra rialzato avevamo fatto la scelta giusta. Anche con soli quattro
radiali risonanti, avevamo un segnale molto forte e la ricezione non subiva troppo rumore dalla
polarizzazione verticale. In base al piano operativo che avevo predisposto, non avremmo avuto
pause neanche la prima notte, anche se molti di noi avevano addosso almeno 35 ore senza
sonno. Un imprevisto mise tutti tra le braccia di Morfeo: proprio mentre chi sta scrivendo
aveva in corso un robusto pile up con gli USA in 40 metri e le altre due stazioni stavano
macinando QSO in telegrafia, il generatore principale dei Saharawi senza neanche un
preavviso, ci lasciò al buio attorno all'1:00 UTC. Non ci restava nulla da fare, se non aspettare
l'alba, quando il generatore sarebbe ripartito per alimentare le normali attività dell'avamposto
nel deserto! Noi operatori avevamo a disposizione due stanzette munite di quattro materassi
appoggiati semplicemente a terra. Con il nostro sacco a pelo portato al seguito non stavamo
male, ma ricordo per chi non avesse esperienza nel deserto che l'escursione termica (la
differenza di temperatura tra il giorno e la notte) può essere nell'ordine dei 30-35 gradi. I
Saharawi ci avevano gentilmente fornito anche di una coperta, pertanto non avemmo problemi
per tutta la nostra permanenza. All'alba di lunedì 13 puntualmente il generatore si riaccese e la
nostra attività ripartì secondo i nostri piani, sia in radio sia all’esterno, per terminare il setup
delle antenne. Le più urgenti a questo punto erano quelle per le bande alte e pertanto
velocemente montammo la Spiderbeam sul traliccio delle precedenti spedizioni e la HexBeam
proprio nel centro dell'ampio piazzale davanti all'ex forte. Prima che il sole si alzasse e del gran
caldo, anche sulle bande dai 15 ai 20 metri il segnale di S04R era in aria. Come si può ben
immaginare i segnali dall'Europa erano presenti per molte ore al giorno. Potevamo controllare
senza problemi il robustissimo pile-up che generavamo su tutte le bande. A parte casi molto
rari, la disciplina degli europei è stata buona. Del resto la mia idea è che i problemi tante volte
nascono dalla parte dell'operatore DX, che non riesce a gestire con sicurezza il pile up. Più
furioso e massiccio è il pile up, più mano ferma deve mostrare l'operatore, lavorando le
stazioni in modo veloce e con ordine preciso. In caso contrario è il caos.
OUTSIDE EUROPE!
Sia in telegrafia che in SSB abbiamo sempre mantenuto uno split non troppo largo, anche per
non impegnare più di tanto la banda. Con molto piacere abbiamo usato le solite frequenze DX,
compresa quella fatidica di 14.195 insolitamente libera dal radioamatore siciliano più noto al
mondo. Come anticipato, dal pomeriggio del lunedì un camion militare del Fronte Polisario ci
aveva portato in uso un generatore da 15 kw. Adesso potevamo veramente operare a piena
potenza! Con la messa in azione della quarta stazione, anche la RTTY era in aria. Abbiamo dato
il new one a molte stazioni che avevano richiesto questo modo rispondendo all’inchiesta on line
sul sito della spedizione. Anche se dall'Europa la richiesta sembrava essere sempre costante,
sapevamo che il Western Sahara era molto più interessante per gli altri continenti. E la nostra
preoccupazione era di cercare di lavorare più possibile stazioni non europee. Appena le
condizioni di propagazione lo permettevano, i nostri operatori chiedevano "outside Europe" o
"only JA" ecc. La costa Est degli Stati Uniti arrivava abbastanza bene, avendo il “path” quasi
tutto sull’oceano. Molto più dura verso l’Asia ed i JA, dove avevamo da quella parte tutto il
Sahara. Da precise richieste del nostro pilota EA5BZ, ci concentrammo sulle gamme basse. La
"inverted L" per gli 80 metri anche senza piano di terra rialzato ci ha dato molte soddisfazioni,
permettendoci di lavorare centinaia di stazioni USA. Ora dopo ora, siamo riusciti sempre a
tenere in aria almeno due stazioni, anche quando la stanchezza ha cominciato a farsi
decisamente sentire. Del resto i calcoli sono presto fatti: otto operatori con tre stazioni attive
per almeno 20 ore al giorno e due stazioni per le restanti 4 ore. Sono ben 6 turni giornalieri
ciascuno. E qui parlando da operatore fonia, devo dire che operare in SSB è sicuramente più
dispendioso che nell'ordine, telegrafia e RTTY. Badate bene ho detto dispendioso, in quanto
non discuto della concentrazione necessaria ad operare in CW. Ma mentre vedevo con invidia i
colleghi pasteggiare allegramente durante il loro turno al tasto e tastiera, noi in SSB al
massimo potevamo cercare di non strozzarci mentre ingollavamo a mala pena un biscotto.
Questa volta si è aggiunto per me anche un altro problema, un fortissimo abbassamento di
voce che per due giorni mi ha fatto penare. Non ci sono vetri nella ex caserma sulla collina di
Tifariti solo porte di legno o feritoie e la corrente d'aria era fortissima. Appena toglievi le cuffie
ascoltavi immediatamente la colonna sonora che ha accompagnato sempre la nostra
permanenza a Tifariti…….il fischiare continuo del vento..
VENTO, SABBIA E SPAGHETTI
Da quando avevamo spento i motori dei "Land Crusier" e messo i piedi a terra nel pianoro
davanti al forte, non aveva mai smesso di soffiare. Un vento forte, costante e fastidioso, che
sollevava parecchia sabbia. Il fatto di essere in posizione elevata rispetto alla zona circostante
aumentava questo fenomeno non dandoci tregua. Ho dimenticato di ricordare che durante il
montaggio delle antenne, questo ci ha disturbato non poco, specialmente con le antenne multi
elementi. Poi ci abbiamo fatto l'abitudine, non dava più fastidio. Ogni tanto sentivi della sabbia
sotto ai denti se sbocconcellavi un pezzo di pane. Poi più neanche quello. E se parliamo di
mangiare non possiamo non ricordare il nostro "Tifariti Restaurant". Abbiamo avuto la fortuna
di mangiare sempre dei pasti caldi, cucinati da due Saharawi che ci avevano seguito da Rabuni
insieme a Mahafud. Abbiamo mangiato tutto, carne di capra, cammello e altro. Vista la
situazione non possiamo lamentarci a parte una volta dove la mia anima italiana si è ribellata.
Degli spaghetti così scotti come non gli ho mangiati mai, comunque gli ho mangiati eccome se
gli ho mangiati! Grazie ad una cisterna d'acqua abbiamo potuto fare delle docce che ci hanno
permesso di avere un aspetto civile. Nonostante i numerosi ed intensi turni in radio, chi ha
voluto ha potuto fare anche un po' di turismo. Nei dintorni di Tifariti a circa un paio d'ore di
fuoristrada, ci sono le pittoresche grotte di Erqueyez con dei bellissimi graffiti preistorici. I
nuovi del team che non le avevano viste nella precedente spedizione (S01R), hanno avuto la
possibilità di visitarle mentre noi restavamo ad operare qualche ora in più. Il villaggio di
Tifariti ha al suo interno anche una specie di oasi e una coltivazione di ortaggi che fa allargare
il cuore. Le sue case sono state in maggioranza distrutte dall'aviazione del Marocco durante la
guerra, ma piano con un po’ di aiuti internazionali si comincia a fare qualche ristrutturazione.
Come ricordato in apertura, nei pressi del nostro campo vi è una base della missione delle
Nazioni Unite. Nel 2006 già il secondo giorno i caschi blu erano venuti a controllare cosa
stessimo combinando sulla collina di Tifariti. Quest’anno invece nessuno ci ha fatto visita in
quanto preavvertiti della nostra spedizione. Un pomeriggio alcuni di noi si sono avvicinati alla
base, e mentre scattavamo qualche foto alla missione Minurso, abbiamo avuto la fortuna di
vedere arrivare e poi ripartire, un enorme elicottero da trasporto.. Un
raro, in quelle lande così desolate!
evento decisamente
TOP BAND PLEASE
Nonostante i rari momenti di relax, avevamo sempre presente lo scopo della nostra presenza
nel cuore del Sahara. Avevamo dei turni da rispettare e una banda da attivare al più presto!
Considerata la stagione (inizio primavera), avevamo previsto di operare sulla Top Band
esclusivamente in CW. Il nostro team leader EA5RM Tony, aveva giustamente osservato che
comunque gli specialisti dei 160 metri non erano poi moltissimi e li avremmo lavorati più
facilmente stando in telegrafia, accontentandone molti di più. Già da martedì mattina chi non
era in radio, era al lavoro per innalzare la canna in fibra di 18 metri che avrebbe costituito la
parte verticale dell’antenna. La parte orizzontale della “L” per avere la miglior configurazione
avrebbe dovuto passare sulla casa del comandante della regione di Tifariti, temporaneamente
assente. Dopo un rapido consulto abbiamo optato per un suo tacito assenso e dunque la nostra
antenna oscillava nel vento prima del tramonto… Quella notte il segnale di S04R era sulla Top
band con buoni risultati e fino all’ultima notte abbiamo accontentato molti dxer. Molti mi hanno
chiesto come avesse funzionato la “B.O.G.” antenna, ovvero la “ Beverage On the Ground. La
scelta di avere questo tipo di antenna RX come già detto, era dato dal fatto di non avere a
disposizione nessun supporto adatto a tenere il filo alto almeno un metro e mezzo dal suolo,
come alberi o cespugli. In più era impraticabile portarsi al seguito un centinaio di pali. Devo
dire che non abbiamo avuto la possibilità di effettuare molte prove per modificare le resistenze
di terminazione o il bal-un alla fine del filo. Questi erano lunghi 200 metri ed erano stesi in due
direzioni, verso USA e Giappone. Il segnale ricevuto era effettivamente poco rumoroso ma a
volte non sufficiente per ascoltare. Per le ragioni esposte non mi sento di dare un giudizio
definitivo, ma avendone la possibilità l’installazione delle Beverage tradizionali( filo sollevato da
terra) è vivamente consigliato. Alla fine il vento qualche problema ce lo ha causato. Un
pomeriggio sotto una raffica più forte, la cima della “inverted L” degli 80 metri ha ceduto,
accorciando la parte verticale di un paio di metri. Vista la situazione non abbiamo fatto altro
che tirare la parte orizzontale incorporando nel tratto stesso anche il pezzo di canna. La notte
durante un terribile pile up con gli USA, un amico mi ha segnalato che il segnale era molto più
forte della sera prima. La cosa ci ha fatto sorridere e ha creato del buonumore tra il gruppo.
Nel frattempo come preventivato nel nostro planning operativo, il rate si manteneva nelle
aspettative e giornalmente mettevamo a log più di 6000 qso, decisamente non male per
essere solo otto operatori!
IL RITORNO
Eravamo all’inizio della Primavera, una stagione interessante per chi ama le bande più alte
come i 10 od i 12 metri. La nostra posizione rispetto all’Europa era ottima per la propagazione
in e-sporadico e appena avuta la notizia che le stazioni delle Isole Canarie erano udibili in
Europa con buoni segnali, abbiamo subito spostato una delle nostre stazioni su quelle bande.
Per due giorni dal pomeriggio a tarda sera abbiamo avuto aperture favolose in 12 e 10 metri
con segnali spaventosi. Centinaia di stazioni europee, dall’Est all’Ovest (anche QRP e con
antenne modeste), mettevano a log il Western Sahara in un periodo decisamente avaro di
aperture DX sulle bande più alte. Sei giorni passano in fretta quando hai molte cose da fare e
così il pomeriggio di venerdì 17 aprile abbiamo cominciato a smontare il nostro campo,
lasciando solo due antenne per l’ultima notte. All’alba (5:15z) del 18 aprile, chiudevamo il log
di “Sierra Zero Four Radio” con quasi 40.000 Qso in 5 giorni e mezzo effettivi di operazioni.
Prima del sorgere del sole eravamo ancora in viaggio per la nostra ultima cavalcata nel
deserto. Per fortuna questa volta nessuna foratura di pneumatici e dunque il tempo impiegato
fu anche minore dell’andata. Nel primo pomeriggio eravamo già nel sud dell’Algeria, nel campo
di Rabuni. Una visita al campo rifugiati Saharawi “27 Febbraio” faceva conoscere anche a quelli
di noi che erano nel Sahara per la prima volta le loro durissime condizioni di vita dei profughi.
Il nostro charter partì da Tindouf in perfetto orario. L’arrivo ad Alicante fu come al solito nel
cuore della notte. Nonostante l’ora il nostro team a terra ci stava aspettando in aeroporto,
sempre disponibile a darci una mano. Dopo un sonno riparatore la domenica mattina ci siamo
ritrovati tutti per il pranzo finale di saluto, prima del rientro a casa. Tirando le somme abbiamo
a log più di 6000 qso con gli USA e oltre 1000 con i JA confermando la difficoltà del path via
deserto.
RINGRAZIAMENTI
Dobbiamo pensare anche a chi senza essere in prima linea ha permesso lo svolgimento di
questa spedizione: EA5BZ il nostro pilota, EA5CEE, EB5BBM, EA1CJ, UY7CW, EA5ELF, EA7EU,
EA5RD, EA4TD, EA5XX per il supporto logistico. Gli sponsor che da molte spedizioni ci danno
fiducia: Proyecto4 , NCDXF , INDEXA, ICOM Spagna, la URE, Spiderbeam, UFT, Tokyo 610
DXG, REMSAL , F6KOP , ACRACB, Hamdxgroup, K7HC , W8OU, JA5XWB.
Inoltre Mahafoud, S01MZ , l’esercito della RASD e il suo comandante Capo della 2 regione
militare. Il log in linea, le statistiche e le foto sono disponibili sul nostro sito web
http://www.dxfriends.com/s04r
Tutta la Tifariti gang vi da appuntamento alla prossima spedizione!
IN3ZNR-WH0Q
Fabrizio