1 E`NATO UN FIORE… C`è una bella casa a Napoli, vicino al mare

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1 E`NATO UN FIORE… C`è una bella casa a Napoli, vicino al mare
 E’NATO UN FIORE…
C’è una bella casa a Napoli, vicino al mare. Vi abitano mamma Maria, il babbo Alfonso e il piccolo Vittorio.
E’ il 20 settembre 1987, e un’eccitazione insolita anima la casa, sono tutti indaffarati, i domestici fanno su e
giù per le scale e Vittorio si sente trascurato.
Se ne sta imbronciato in mezzo ai suoi giochi con i quali non ha voglia di giocare, perché anche lui, come
tutti, aspetta con ansia che nasca la sua sorellina.
Ma il tempo gli sembra troppo lungo, “quanto impiega ad arrivare?”.
Ha le lacrime agli occhi quando finalmente arriva il babbo e lo prende in braccio con un gran sorriso.
La mamma adesso dorme serena nel suo grande letto:
E’ nata una bambina!
“Come la devo chiamare?” chiede Vittorio “sorellina?”
“Letizia!” risponde pronto il babbo.
LETIZIA vuol dire gioia ed allegrezza, ma anche serenità intima e profonda. Nessun nome sarebbe stato più
adatto a quella bimba, che sarà la felicità della sua casa e in seguito di una casa molto più grande, che si
chiama Chiesa.
La Chiesa è come un grande giardino dove nascono fiori unici e bellissimi: è il Giardino di Dio.
VUOI ESSERE
UN FIORE PREZIOSO
DEL GIARDINO DI DIO?
Letizia cresce serena, fra le carezze della mamma e del papà, e la gaia compagnia del fratellino.
In casa si prega abitualmente, per ringraziare Dio di quanto accade, giorno dopo giorno, per ricevere la forza
di affrontare le difficoltà, piccole e grandi, che a volte ostacolano il cammino.
La mamma, dirà poi Letizia, è la sua prima insegnante di religione, la sua prima catechista: le parla di Gesù e
del Suo infinito Amore.
TU SAI CHE DIO TI AMA?
LA PRIMA PROVA
E’ un giorno come tanti, Letizia gioca con Vittorio sul tappeto, mentre la mamma legge una lettera che ha
appena ricevuto. Il suo viso a un tratto si rabbuia, alza lo sguardo e passa la lettera nelle mani del papà che le
è seduto accanto.
Cosa succede?
Chi scrive è zia Teresa, la sorella della mamma, che vive con i nonni e altre due sorelle a Reggio Calabria.
Non sono sposate e forse soffrono la lontananza dalla nipotina a cui sono molto affezionate. Nella loro casa
mancano certo le grida giocose di un bambino.
Zia Teresa chiede nella lettera che Letizia vada a stare con loro un po’ di tempo, anche per aiutare mamma
Maria, che aspetta un altro fratellino e che di lì a poco avrà certo un gran da fare…
E’ una decisione difficile, perché difficile è rinunciare alla gioia che Letizia diffonde intorno a sé, ma come
non condividere il dono di tanta felicità con la famiglia lontana?
SAPRESTI RINUNCIARE A UNA TUA GIOIA
PER RENDERE FELICE QUALCUN ALTRO?
1 Letizia ha quattro anni quando il babbo l’accompagna a Reggio Calabria, in una casa che le è sconosciuta,
dove le mancheranno il papà, Vittorio e soprattutto la sua mamma.
Le zie le vogliono bene, ma sono severe e un po’ all’antica…
Letizia non ritrova quella tenerezza fatta di amorevoli attenzioni che l’avvolgeva nella sua casa a Napoli e
della quale il suo cuore di bimba sente una profonda nostalgia.
A volte fa’ i capricci e quando la zia la pettina si ribella e piange.
Piange per esprimere la sua tristezza e la malinconia per quel distacco che certo, così piccina, non capisce.
Il nonno la consola con la ‘zuccherata’, un dolce tipico della Calabria, che a Letizia piace tanto…
IL SOGGIORNO SI PROLUNGA
Sono pochi gli episodi che Letizia ha raccontato di quei due anni in cui è rimasta con le zie. Quindi possiamo
solo immaginare la tristezza che è corredo di quei giorni, la nostalgia che la spinge talvolta a cercare rifugio
in un angolo nascosto della casa o del giardino, dove può invocare quel nome che le è tanto caro: ‘mamma’!
E alla mamma pensa anche quando va in chiesa con le zie e i suoi occhi si posano sull’immagine della
Madonna con Gesù Bambino: la guarda e si commuove…
LO SAI CHE LA MAMMA DI GESU’
E’ ANCHE LA TUA MAMMA?
-All’ultimo piano della casa ci sono le stanze della servitù, dove a Letizia è proibito andare.
“Letizia, cosa fai lì?” chiede la zia vedendola scendere le scale che portano lassù.
“Gioco a saltare!” risponde lei, ma è una bugia.
D’altronde la piccola trova sollievo nelle affettuosità delle cameriere e fra loro non ha paura di essere
sgridata, le piace stare in loro compagnia, ma…
Le zie le hanno detto che sette bugie pronunciate nello stesso giorno permettono al diavolo di formare una
catena che più tardi la legherà all’inferno.
Letizia crede ingenuamente che ciò sia vero e ogni giorno conta le sue piccole bugie perché quell’orribile
catena non si formi mai!
TU SAI BENE CHE GESU’ NON MANDA
ALL’INFERNO NESSUNO CHE NON CI
VOGLIA ANDARE, MA TU FAI UN GIOCO:
CONTA QUANTE BUGIE DICI IN UN
GIORNO…
NON SARANNO FORSE TROPPE?
-“Così non va bene!” la rimprovera la zia, e il lavoro a maglia scivola dai ferri e cade a terra. Letizia guarda
ammutolita i fili di lana che si arrotolano ai suoi piedi: tanto impegno distrutto in un istante!
Reprime l’amarezza e ingoia lacrime di delusione.
“Devi ricominciare tutto d’accapo!” grida la zia e le restituisce i ferri con un nuovo gomitolo di lana.
La piccola ubbidisce senza dire una parola. Lo sconforto non le impedisce di riprendere il lavoro.
TU COME REAGISCI QUANDO SEI
RIMPROVERATO?
2 -Letizia è seduta in terrazza, fra le mani ha ancora una volta i ferri e un lavoro da completare.
E’ una sera d’estate e davanti ai suoi occhi si stende il mare, che tocca il cielo all’orizzonte.
Il suo sguardo si perde fra i colori del tramonto, in un’immensità che la coinvolge e le pervade il cuore.
E’ un’emozione che le rimarrà impressa nella mente, perché in quell’istante l’accarezza l’Infinito e Letizia
sente che Dio è vicino a lei…
IL MARE E IL CIELO SONO OPERA DI DIO.
RINGRAZIALO QUANDO GODI DEI SUOI
DONI!
IL RITORNO
Letizia torna a Napoli, dalla mamma e dal papà. Ha sei anni, e oltre a Vittorio l’attende un altro fratellino, si
chiama Raffaele, ma non è la sola novità.
Anche la casa non è più la stessa, non è quella dove è nata e non è più così vicina al mare.
Letizia ha tutto un mondo da esplorare, nuove abitudini da apprendere, è un po’ disorientata, ma finalmente
ritrova l’abbraccio della mamma!
Al principio non è facile, anche Letizia è cambiata in quei due anni, è maturato in lei un certo riserbo, una
ritrosia che a volte la rende schiva e timorosa.
Si nasconde sotto il grande tavolo da pranzo quando ci sono ospiti, se ne sente intimidita.
Ma il babbo e la mamma, con il loro affetto, riescono man mano a sciogliere i nodi che ha creato,
inevitabilmente, il distacco prolungato e la rigida educazione impartita dalle zie.
Letizia torna ad essere una bimba dolce e allegra, ma rimarrà in lei un velo di riservatezza…
Di lì a poco comincia la scuola e il Catechismo.
IN FAMIGLIA
A Natale il Presepe è il centro della casa, Letizia suona il pianoforte e canta insieme ai fratellini ‘Tu scendi
dalle stelle’.
Ma Gesù non è ricordato solo nel mese di dicembre, perché in famiglia si prega tutto l’anno.
Ogni giorno si recita il Rosario e il babbo invita a partecipare alla preghiera anche la servitù.
Nascono Gina, Claudio e ancora un’altra sorellina, Ester.
I bimbi crescono in un’atmosfera serena, resa più armoniosa da una Fede autentica, che in Dio ripone ogni
speranza e alla Madonna consegna le preoccupazioni di ogni giorno.
Una sera di primavera la famiglia è riunita sulla terrazza, il babbo guida il Rosario con la sua bella voce
fonda.
Letizia alza lo sguardo verso il cielo e una stella le appare più luminosa delle altre.
Ne segue incantata il movimento misterioso, sembra che scenda verso di lei, fin quasi a toccarla…
Letizia è rapita da un bagliore intenso, una luce che le inonda in cuore.
Ancora un sogno, o forse un ‘ segno ’, che il Cielo le invia come una carezza che avvolge la sua anima di
bimba…
LA PREGHIERA IN FAMIGLIA
AIUTA ARIMANERE UNITI
E A FAR VINCERE L’AMORE
Proponi alla mamma e al papà di dire una
una preghiera insieme tutti i giorni.
3 LA PRIMA COMUNIONE
Letizia freme, attende impaziente e conta i giorni che la separano dall’Incontro con Gesù, dalla possibilità di
accoglierLo in un modo che non ha mai sperimentato, ma già avverte in sé che è un Evento straordinario.
Il cuore di Letizia batte forte per l’emozione quando arriva il giorno, e sarà l’inizio di un cammino, di una
strada che forse le ha già indicato quella stella, l’invito ad innalzare l’anima verso un Cielo che ha il candore
sfolgorante di un’Ostia consacrata.
QUANDO CAMMINI VERSO L’ALTARE
PER RICEVERE L’EUCARESTIA
NON DISTRARTI, CONCENTRATI
SUL MISTERO DEL PANE CONSACRATO
QUALCHE ANNO DOPO
Nella camera da letto della mamma e del papà è appeso un quadro: è il volto di Gesù e il Suo Sacro Cuore.
Letizia si sofferma spesso davanti a quell’immagine, a quegli occhi che sembrano parlarle e attrarla
dolcemente e che la invitano a raccogliersi in preghiera.
Al Sacro Cuore Letizia invia i suoi baci, lanciati sulla punta delle dita, per rispondere alla chiamata
silenziosa di uno sguardo che le scende giù nell’anima e la colma di delizie a cui non sa ancora dare un
nome.
Un giorno l’espressione di Gesù sembra più intensa, più acceso è il rosso di quel Cuore che arde tra le
fiamme e Letizia si lascia avvolgere dal fuoco di quell’Amore che si dona. Dentro di sé avverte che in Lui
sono le più belle promesse della vita.
Si inginocchia. E con la spontaneità dei suoi dodici anni a Gesù, con slancio, consegna tutti i suoi sogni e il
desiderio di essere Sua sposa.
TIENI UN’IMMAGINE DI GESU’ VICINO
AL TUO LETTO, E RIVOLGI
A LUI UNO SGUARDO ED UN PENSIERO
PRIMA DI ADDORMENTARTI.
GIORNO DOPO GIORNO DIVENTERA’ IL
TUO PIU’ CARO AMICO!
Gli anni dell’adolescenza scorrono veloci per Letizia, circondata da una famiglia allegra e dalla compagnia
di tanti fratelli e sorelline.
Dieci in tutto! Sono nati anche Silvia, Elena, Lidia, e il più piccino è Mario.
Ma nel cuore di Letizia la compagnia più cara è sempre quella di Gesù.
Gioisce nel parlare di Lui e non perde mai occasione di far conoscere anche agli altri quel sentimento che le
riempie il cuore.
Conversando con le amiche racconta la felicità che Gesù dona a tutti coloro che scelgono di essere Suoi
amici.
Letizia è già una piccola apostola del Signore, ne diventa testimone viva e ne diffonde la Parola, anche ai più
piccini.
Non è possibile tenere solo per sé una scoperta così grande!
Intanto studia, dipinge, e oltre a suonare il pianoforte le piace scrivere poesie.
4 Nel 1916 si conclude la sua carriera scolastica con il diploma magistrale. Ha superato gli esami e Letizia è
felice, pensa al suo futuro.
Poco dopo ottiene l’abilitazione all’insegnamento elementare e accetta con entusiasmo di diventare la
maestra dei bimbi di una scuola che si trova in un piccolo borgo, alla falde del Vesuvio.
E’ il suo primo lavoro e Letizia riceverà il suo primo stipendio. Cosa farà di quel denaro?
Il suo pensiero vola subito a Gesù: comprerà una tovaglia per l’altare e anche un calice per le Ostie, e lo
regalerà alla chiesa!
ANCHE TU PUOI FARE UN REGALO
A GESU’. CI SONO TANTE PERSONE CHE
HANNO BISOGNO DI TE, A VOLTE
E’ SUFFICIENTE UNA PAROLA O IL TUO
SORRISO!
Letizia è una giovane maestra molto amata dai suoi bimbi, e lei scopre che è una grande gioia stare con loro.
Non insegna solo le materie scolastiche, sa che tutti hanno bisogno di essere guidati a scoprire le vie del
cuore per essere felici, che tutti devono sapere che l’Amore di Gesù è più grande di ogni cosa!
E’ PASSATO UN ANNO
Letizia ha rinunciato a iscriversi all’Università, seguendo il consiglio di Padre De Giovanni, un sacerdote che
già da qualche tempo la segue nel suo cammino spirituale, le sta vicino perché ha già intravisto in lei il dono
speciale di una Fede grande.
Letizia si fida di lui e docilmente mette da parte il suo progetto, certa che il Signore le indicherà la strada da
seguire, quella che realizzerà tutti i suoi sogni.
LO SAI CHE IL SIGNORE HA UN GRANDE
PROGETTO ANCHE SU DI TE? LUI VUOLE
CHE LA TUA VITA SIA SPECIALE, TU COSA
NE PENSI?
E’ una sera dell’inverno 1917, Letizia sfoglia il suo album dei ricordi, una specie di diario: su una pagina è
incollata un’immagine del Sacro Cuore di Gesù e sotto c’è scritto ‘Andrò a vederlo un dì’.
La sua aspirazione più profonda non è mutata con gli anni, il più intimo desiderio di Letizia è ancora quello
di appartenere a Gesù completamente, di dedicarGli la sua vita.
Ma una voce la scuote, qualcuno la chiama da un’altra stanza.
In salotto c’è una festicciola, ci sono i fratelli, le sorelle e un’allegra compagnia di amici. Sul tavolo da
pranzo è imbandito il buffet con i suoi sfizi, la comitiva è vivace, le ragazze indossano i loro abiti più belli.
Letizia chiude il suo diario e li raggiunge, con un sospiro che sale al Cielo e certo arriva al Cuore di Gesù.
Si unisce agli altri, partecipa alla festa.
Un amico del fratello Claudio le porge un biglietto, un gesto galante con cui spera di sollecitare la sua
attenzione.
Letizia è bella e intelligente, accadrà più d’una volta che i ragazzi le facciano la corte, che riceva l’omaggio
di un mazzo di fiori, ma lei li porterà a Gesù, andrà a deporli ai piedi di un altare.
Il suo cuore è già impegnato, in lei non trova spazio un altro amore, quello che sente è di poter appartenere
solo a Lui.
5 Le è infinitamente dolce raccogliersi in preghiera, è in quei momenti che vive la gioia di una comunione
sempre più profonda con Colui al quale, appena dodicenne, si è donata nell’intimità della sua casa.
SE PREGHI CON COSTANZA INCONTRERAI
GESU’. NON TI PIACEREBBE SENTIRE LA
SUA VOCE NEL TUO CUORE?
VORREI ESSERE…
Sul suo diario Letizia ha cerchiato con la penna rossa i giorni 17, 18 e 19 agosto 1920.
Sono i giorni in cui parteciperà al suo primo ritiro spirituale, presso le suore del Cenacolo, a Napoli. A
margine del foglio ha scritto una breve nota, dove dichiara cosa si aspetta da quell’esperienza: Letizia spera
di avere da Dio la Luce per comprendere la Sua volontà, “onde seguirla con generosità e farmi santa”.
Sono le sue parole. Letizia vuole farsi santa.
Proprio così.
I santi non sono supereroi con poteri eccezionali, sono persone qualsiasi, come tutti noi, ma hanno nel cuore
un desiderio: vivere il progetto straordinario che Gesù ha pensato per renderci felici.
Letizia ha ben compreso che Dio non ci vuole soffocati dalle nostre aspirazioni più mediocri, Letizia punta in
alto, il suo sguardo si leva verso il Cielo.
Torna da quei giorni di ritiro con la gioia che le riempie il cuore e scrive in una lettera il proposito che è
maturato in lei, “un pegno d’Amore” che la sua anima sente di voler offrire al suo Gesù.
Letizia promette di rimanere casta, “nei sensi, nei pensieri e negli affetti”. Consegna, attraverso le mani
immacolate di Maria, la sua volontà di “custodire gelosamente la bella virtù degli angeli”, la verginità.
Si lascia guidare dai Santi, ne legge la vita e gli scritti, medita il Vangelo e soprattutto prega, perché
pregando la presenza di Gesù si fa’ più intensa e non vi è niente di più bello che godere della Sua compagnia.
L’Eucarestia è il momento più dolce di ogni sua giornata e al mattino manda il suo Angelo Custode a
salutare Gesù nell’Ostia consacrata che attende ognuno di noi nel tabernacolo, sugli altari di ogni chiesa.
AL MATTINO, QUANDO TI SVEGLI,
MANDA UN BACIO A GESU’, E NON
DIMENTICARTI MAI DEL TUO
ANGELO CUSTODE!
LA SCELTA
Letizia è ormai decisa, vuole entrare nella Congregazione delle suore del Sacro Cuore e divenire anche lei
una religiosa. Deve dunque lasciare la sua casa, la famiglia… e andare a Roma.
E’ una decisione sofferta, Letizia sa che non sarà facile fare a meno dell’affetto della mamma e del papà, dei
suoi fratelli e delle sue sorelle, e che loro stessi patiranno la sua assenza. Non vorrebbe certo dar loro alcun
dolore, ma “Gesù mi chiama! E’ da Lui che devo andare!” dice al babbo dopo avergli spiegato con dolcezza
quel che già da tempo avverte nel suo cuore.
Papà Alfonso tace, in silenzio rimane anche la mamma e tutta la famiglia lì riunita.
6 Letizia ha il volto rigato dalle lacrime quando il babbo finalmente le da’ la sua benedizione: “Vai piccola
mia, tu rispondi a Qualcuno che è Padre più di me!” .
E accompagnata dal pianto commosso dei suoi cari Letizia, di lì a poco, partirà per Roma.
Rimarrà a Villa Lante, come novizia nella casa romana del Sacro Cuore, due anni soltanto. La vita in
convento ha un tenore rigido e severo, il fisico di Letizia ne risente e si ammala molto spesso.
La raggiunge la notizia che il papà è malato, ma le regole della Congregazione non le consentono di
raggiungerlo per portargli la consolazione della sua presenza.
Il babbo Alfonso morirà nel maggio del 1923, senza aver potuto riabbracciare la sua cara bambina.
Letizia ne riceve un duro colpo e la sua salute si aggrava.
E’ la stessa Madre Superiora che le consiglia di lasciare l’Istituto.
DI NUOVO A CASA
Senza la presenza del papà tutto è diverso. La casa sembra all’improvviso troppo grande, troppo vuota.
Letizia è di grande aiuto e di conforto per mamma Maria, ma lei si sente sperduta, desolata.
Aveva scelto la vita consacrata, era certa che quella fosse la via che le indicava il suo Signore, che farsi
religiosa fosse la Volontà di Dio, ma adesso tutto si confonde.
I dubbi l’assalgono, forse si è sbagliata, qual è la strada da seguire? Il Signore l’ha forse abbandonata?
Voleva essere la sposa di Gesù…
Per Letizia è un momento difficile, scivola in un buio tormentato da pensieri inquieti, da domande che non
trovano risposta. La sua salute è fragile, malferma, ma non l’abbandonano la Fede e la Speranza.
Pazientemente attende che le tenebre di quella lunga notte siano squarciate dalla luce di una nuova alba.
Una notte che durerà otto anni.
NEI MOMENTI DIFFICILI NON
DIMENTICARTI MAI CHE GESU’ NON
TI ABBANDONA. E’ LI’ VICINO A TE!
SPUNTA UN NUOVO GIORNO
Per quanto le è consentito dalla sua salute incerta, Letizia frequenta la Chiesa del Gesù Nuovo. Qui entra in
contatto con un’organizzazione che si prende cura dell’educazione religiosa dei bambini, e offre il suo aiuto
alle catechiste. Incontrando i più piccini riscopre la gioia di parlare di Gesù.
E’ uno spiraglio.
Letizia non ha mai rinunciato a sentirsi un’anima consacrata a Cristo, nonostante viva nella sua casa e non in
un convento. Nonostante il suo abito non sia quello di una suora.
7 A contatto con i bimbi che si preparano per la Prima Comunione rinasce in lei il desiderio di prendersi cura
del suo prossimo, di servire Dio facendo conoscere la Sua Parola ed il Suo Amore per tutte le creature.
Letizia si unisce alle giovani dell’Azione Cattolica, un movimento laico riconosciuto dal papa, che si
propone di ricondurre Gesù nelle famiglie, nelle fabbriche, nella società. In questa realtà sente di poter vivere
il suo desiderio di essere apostola di Cristo e vi si dedica con slancio.
Incontra le operaie di una fabbrica che si occupa della lavorazione del tabacco, sono ragazze che vivono in
condizioni difficili, che conducono un’esistenza dura e lavorano in un ambiente poco sano, esposte a molti
pericoli. Letizia diviene la loro confidente, non si limita a dare un’istruzione religiosa, diviene loro amica.
Le ascolta con amore, partecipa delle loro angosce e dei problemi che le assillano, le difende dal rischio di
prendere strade sbagliate. Entra nelle loro case, avvicina la povertà di un mondo che non conosce Dio e vive
nel degrado.
Per Letizia diventa una missione.
Non si fa’ scrupolo di raggiungere le sue ragazze nelle bettole fumose, nelle osterie dove si beve il vino, o
sui marciapiedi sporchi. Lei va dove è necessario andare, non le abbandona a se stesse e alla miseria dello
spirito.
La sua sensibilità d’animo e la sua delicatezza la rendono bene accetta ovunque vada, le giovani operaie
imparano a volerle bene e a seguire i suoi consigli. Si avvicinano ai Sacramenti, all’Eucarestia e alla
Confessione.
UN BIMBO SULL’ALTARE
Anche nei momenti più difficili Letizia non ha mai smesso di pregare e non mai tralasciato di incontrare
Gesù vivo nell’Ostia consacrata, anche quando Questa riposa nel tabernacolo, dentro quella nicchia chiusa da
uno sportellino che è dietro l’altare di ogni chiesa.
Le piace tenere compagnia a Gesù, e stare lì immersa nel silenzio, per meglio ascoltare la Sua voce.
Un giorno Letizia è nella chiesa dei SS.Apostoli, seduta nel suo banco, quando un bimbo entra
all’improvviso, corre verso l’altare, poi si ferma e rimane per un po’ a pregare.
“Chi ti ha mandato?” gli chiede prima che se ne vada via.
“Nessuno!” risponde il bambino misterioso.
Per Letizia quel piccolo episodio è un segno: il Signore vuole essere adorato in quella chiesa.
E si adopera perché ciò avvenga.
La Chiesa dei SS.Apostoli diverrà un vero e proprio centro organizzato per l’adorazione eucaristica, lei
stessa provvede a quasi tutte le spese necessarie: i fiori, le candele, l’olio per lampada che deve rimanere
sempre accesa davanti al tabernacolo, “per onorare sempre più e sempre meglio Gesù Cristo nel Santissimo
Sacramento dell’altare e contraccambiare in qualche modo il Suo Amore infinito”. Così scrive Letizia.
Ma la sua salute cagionevole la costringe spesso a lunghi periodi di riposo. Si reca spesso in montagna con la
sua famiglia, soprattutto nel periodo estivo, ma anche da lontano non cessa di essere il punto di riferimento
8 per quel piccolo gruppo di persone che a Napoli, nella Chiesa dei SS.Apostoli, prosegue la diffusione del
culto eucaristico.
UN RAGGIO DI LUCE IN UNA NUBE OSCURA
E’ il 1940 e il 10 giugno l’Italia entra in guerra.
Qualche mese dopo Letizia, insieme ad altre 14 ragazze, riceve la benedizione dell’Arcivescovo che dona a
ciascuna di loro una medaglia e sancisce la nascita della ‘Piccola Unione della Divina Eucarestia’.
Unite dall’amore per Gesù e guidate da Letizia, queste giovani donne dividono i loro giorni tra la preghiera,
l’adorazione eucaristica e l’assistenza ai bisognosi.
La guerra semina lutto e povertà. Devasta i cuori e riempie di orrore gli occhi dei bambini. Letizia e le sue
compagne portano conforto e sostegno nelle famiglie prostrate dal dolore e dai disagi. Attraversano Napoli e
raggiungono i dintorni, portano con sé Gesù e panieri colmi di cibo e di dolciumi.
Fra carità e preghiera Letizia sente riaffacciarsi il sogno di una vita religiosa. Condividono il suo ideale
Vincenzina e Elvira, e insieme progettano di trovare un luogo dove poter fare vita comune e dedicarsi con
maggior pienezza alla missione a cui si sentono chiamate.
“Letizia cara, perché non venite qui?” dice un giorno mamma Maria, venendo incontro alle aspirazioni della
figlia e delle sue due giovani amiche. La casa è grande, i figlioli ormai son tutti sposati, vi è spazio in
abbondanza!
Letizia piange di felicità abbracciando la sua mamma e corre in chiesa con Elvira e Vincenzina a ringraziare
Gesù per aver realizzato il loro desiderio.
E’ il 4 dicembre 1941 quando, con la benedizione del cardinale, nasce la nuova famiglia religiosa con sede
nella casa di Letizia, a Napoli in via Duomo.
Tra i bombardamenti e la miseria, la giovane comunità è un raggio di luce che offre uno spiraglio di
speranza. Sono piccole api industriose che confidano in Gesù e Maria e a loro affidano se stesse ed i fratelli.
TUTT’INTORNO E’ LA GUERRA
Un anno dopo, per disposizione dell’Arcivescovo, Letizia, Elvira e Vincenzina si trasferiscono a Villa
Palumbo, nella vicina Portici, al secondo piano di un’abitazione che già ospita altre suore.
E’ qui, che nel settembre del ’43, Letizia conoscerà il rombo sinistro della guerra più da vicino di quanto non
le fosse mai accaduto.
Una bomba cade vicino alla villa e fra le sirene e la polvere tutti corrono, gridano, scappano via verso il
rifugio. Dov’è Letizia?
Letizia è nella cappella al primo piano. Non ha paura, lei non fugge via, vuole salutare Gesù. Prima di andare
vuole inginocchiarsi, dire una preghiera… e poi c’è una suora anziana che ha la sua stanza lì vicino. Letizia
le mette uno scialle sulle spalle e la sorregge, l’aiuta a scendere le scale.
Un rombo più forte e poi uno schianto. La vetrata del corridoio non c’è più.
9 Se si fossero attardate ancora un solo istante sarebbero volate via con la vetrata, anche Letizia e la suora
anziana, che guarda attonita quel vuoto che le è intorno, su cui poggiano ormai solo macerie.
Ma sono salve. Raggiungono il rifugio e con gli altri trascorrono la notte in preghiera.
“Andremo a Cava de’ Tirreni” dice Letizia a Vincenzina la mattina dopo “nella villa di mio fratello Vittorio.
C’è anche lui con la sua famiglia e mia sorella Silvia. Non so se saremo più al sicuro, ma sento che
dobbiamo fare in questo modo. Non mi chiedere perché”. Letizia ha deciso, e la partenza non viene
rimandata.
Elvira non è più con loro. E’ tornata a casa, con la sua famiglia, ma Letizia e Vincenzina non perdono né il
coraggio né la determinazione di mantenere fede alla scelta che hanno fatto.
Dopo un viaggio avventuroso le due ragazze raggiungono la villa di Vittorio, ma anche lì la situazione è
tutt’altro che rassicurante. Infatti il fratello di Letizia sta partendo per l’Abruzzo con la moglie, i suoi tre
bambini, e la sorella Silvia. Pensa che in quel paesino fra i monti, dove lo aspetta il fratello Raffaele,
proteggerà meglio la famiglia dalla guerra.
Appena il tempo di un saluto e Letizia e Vincenzina rimangono sole nella villa di Cava de’Tirreni.
Con loro però c’è anche Gesù. Non solo nei loro cuori, ma anche nella piccola cappella dove possono tenere
l’Ostia consacrata. E in quel luogo ormai desolato, con i soldati tedeschi arroccati su una collina lì vicino, le
due amiche trascorrono le loro giornate nella preghiera e nell’adorazione.
UNA LETTERA
Sembra un giorno come gli altri quando a Letizia viene consegnata una busta spiegazzata, un po’ sporca, che
sembra aver fatto tanta strada. La apre, scorre le poche righe tracciate su quel foglio e impallidisce.
Si siede, ma non dice nulla, i suoi occhi sono fissi a terra.
Vincenzina la guarda senza sapere cosa fare, le porta un bicchier d’acqua e raccoglie la lettera che è scivolata
a terra:
Vittorio, Raffaele, Silvia e i loro cinque bambini, sono morti. Una bomba è caduta sul casolare dove si erano
rifugiati, fra le montagne dell’ Abruzzo. Non si è salvato nessuno.
Letizia rimarrà in silenzio per tre giorni. Senza mangiare né dormire, pregherà incessantemente, lasciando
che a consolare il suo cuore sia solo l’Amore di Gesù, l’Unico a cui permette di avvicinare lo strazio che ha
nell’anima, l’Unico che possa dolcemente lenire il suo dolore.
SILVIA
E’ passato qualche tempo da quel brutto giorno, è primavera. Letizia risale a piedi la stradina che dal paese
porta alla villa. A un tratto solleva lo sguardo e vede seduta su un sasso una bambina. E’ magra, ha i vestiti
laceri e gli occhi malinconici e smarriti.
“Come ti chiami?” chiede Letizia
10 “Silvia” risponde la bambina, e il pensiero di Letizia corre alla sorella che è volata in Cielo. “Ha lo stesso
nome…” pensa commossa.
“Cosa fai qui? Perché non sei con la tua mamma?” domanda ancora.
Gli occhi della bimba si riempiono di lacrime: non ha più nessuno. Né la mamma, né il papà. La guerra l’ha
lasciata sola.
Letizia la prende per mano: “Vieni con me”. E la porta con sé fino alla villa.
“Prepara qualcosa anche per lei. Si chiama Silvia e resterà con noi” dice a Vincenzina che la guarda un po’
perplessa.
Il giorno dopo il parroco del paese, che ben conosce Letizia e il candore della sua anima, le affida non solo
quella bimba, ma la invita ad accogliere nella sua casa altre orfanelle, altre bambine che non hanno più una
famiglia, che non hanno più nessuno che si prenda cura di loro e gli voglia bene.
Letizia non ha bisogno di riflettere e di pensarci sù. Vivere la carità, occuparsi dei bambini bisognosi, della
loro educazione… crescerli insegnando loro l’Amore di Gesù e per Gesù… non era forse il suo sogno?
Si mette subito al lavoro. Bisogna preparare la casa e pensare ai vestitini, a come nutrire queste bimbe che
presto arriveranno. Avranno bisogno di tutto! E i disagi della guerra non rendono facile trovare il necessario.
Ma Letizia non si scoraggia, confida nella Divina Provvidenza.
Chi ha una Fede vera non rimane mai deluso, poiché è la Fede che muove le montagne e rende possibile
anche ciò che umanamente appare irrealizzabile.
Quando arrivano le bimbe è tutto pronto!
E pronta è Letizia, insieme a Vincenzina, ad accoglierle in un abbraccio caldo, per restituire a quei visetti la
possibilità di ricordarsi come si sorride e come si ritrova la gioia e la speranza.
Di lì a poco busserà alla porta della villa anche una ragazza. Si chiama Pia, è attratta da ciò che avviene in
quella piccola comunità, dove si vive di carità e preghiera. Offre il suo aiuto per accudire le orfanelle e
quant’altro c’è da fare nella casa.
Dopo Pia arrivano Maria, Teresa, e poi ancora Pierina, Domenica e altre ancora…
IL SOGNO E’ DIVENTATO UNA REALTA’
Letizia è ormai a capo di una vera e propria famiglia religiosa.
Il cardinale di Napoli, che la conosce da tempo e in lei ha tanta fiducia, le affida l’opera di restauro di villa
Palumbo a Portici, perché Letizia possa creare un altro orfanotrofio. I bimbi che hanno bisogno di lei sono
davvero tanti!
La guerra ha distrutto le case e le famiglie, la povertà e i lutti avvolgono la città, i paesi, l’Italia tutta, in un
manto di grigiore che racconta storie di miseria e di disperazione.
E’ il mese di aprile del 1948 quando Vincenzina, insieme alle sorelle che si sono unite alla piccola comunità
di Cava de’Tirreni, arrivano a Portici con tutte le bambine.
11 Trovano Letizia ad aspettarle in quella che sarà la loro nuova casa, appena finita e ben organizzata!
Ma sono povere tra i poveri.
Con un calessino e un asinello Letizia gira per le campagne e chiede aiuto a chi può darlo, ma spesso nel
piatto delle sue bimbe non può mettere che qualche patata ed una noce.
Ma il Signore non abbandona Letizia e le 46 orfanelle che vivono nella casa di Portici e premia sempre la
perseveranza nella Fede, la Pazienza e la preghiera…
LA PROVVIDENZA ALL’OPERA
Non ci sono più scarpe per le bimbe e non ci sono soldi per comprarle. Cosa fare?
Letizia invita tutte a pregare Gesù e mentre le bimbe alzano le loro voci al Cielo, ecco che bussano alla porta.
Sulla soglia qualcuno ha lasciato uno scatolone. Lo aprono impazienti: è pieno di scarpette, scarpette di tutti i
numeri per le orfanelle di Letizia!
PIU’ D’UNA PERSONA, ORMAI, LA CHIAMA ‘MADRE’
La piccola comunità è ormai nota a tutti e tutti la stimano. Le opere di carità varcano le mura della casa di
Portici e camminano ovunque ci sia bisogno di testimoniare la presenza viva di Gesù.
Durante l’inverno accoglie la mensa per i poveri e presto si aprirà ad essere una scuola elementare e di
catechismo.
Ma Letizia non tralascia di prendersi cura delle anime di quelle giovani che con lei condividono l’ideale di
consacrarsi al Signore. E’ tempo che nasca quella nuova realtà religiosa cui Letizia pensa ormai da tanti anni.
ARRIVA IL GIORNO
E’ il 5 agosto 1948: il cardinale riconosce il nuovo istituto femminile religioso, che secondo il desiderio di
Letizia prende il nome di ‘Figlie di Nostra Signora dell’Eucarestia’.
“Amare Gesù Eucarestia col cuore di Maria: ecco l’ideale della mia vita”. Questo era il pensiero di Letizia
già negli anni della gioventù. Perché nessuno sguardo potrebbe eguagliare quello della Madonna nel
contemplare l’Ostia consacrata.
Il sogno antico di Letizia, che per anni ha serbato nel profondo del suo cuore, attraverso le difficoltà e le
sofferenze, è sbocciato come un fiore. Un fiore per il giardino di Dio.
E a imitazione di Letizia, in virtù della sua testimonianza viva ed operosa, della sua dolcezza e della sua
umiltà paziente, tante altre ragazze hanno sentito nascere nel loro cuore il desiderio di ricalcare le sue orme,
di essere piccole ostie sulle strade del mondo, al servizio del Signore sotto la protezione di Maria Sua Madre.
12 LA FAMIGLIA CRESCE
Vi sarà poi la casa di Ercolano e poi una casa a Napoli e un’altra ancora nella città di Aversa, in Campania.
E qualche anno più in là le suore di Madre Letizia arriveranno nello Sri Lanka, in India… perché dal Cuore
di Gesù Letizia ha colto un nettare che ha inebriato tante anime.
Era appena una bambina quando Letizia consegnò a Gesù i suoi sogni e la sua vita, davanti al quadro che era
appeso nella camera da letto della mamma e del papà. E aveva poco più di vent’anni quando scrisse sul suo
diario che era suo desiderio essere santa.
“Voglio essere missionaria dell’Eucarestia.” diceva Letizia “Ai miei fratelli spezzerò il pane della Parola
racchiusa nel Vangelo”.
Ha consegnato a Gesù il suo desiderio e offrendo a Lui il suo impegno e la sua volontà si è realizzato.
E TU? COSA VUOI ESSERE?
“Ti auguro di essere il più bel fiore di Dio dopo la Vergine Maria”
Madre Letizia.
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