Il disturbo bipolare

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Il disturbo bipolare
A.S.L. NO
Azienda Sanitaria Locale
di Novara
Sede Legale: via Dei Mille, 2 – 28100 Novara
Tel. 0321 374111 – fax 0321 374519
www.asl.novara.it
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Articolo n. 1 del 12 gennaio 2012: ASL NO . “Il disturbo bipolare” conoscerlo
attraverso l’Unità Modulare di Psichiatria di Borgomanero
L'Unità Modulare di Psichiatria di Borgomanero ha concluso il primo corso di psico-educazione per soggetti
con diagnosi di disturbo bipolare; per chiarirci di cosa si tratta abbiamo intervistato la dott.ssa Piera
Mainini, Direttore dell’Unità Modulare di Psichiatria dell’ASL NO.
Innanzitutto, Dottoressa, può spiegarci cos’è il “disturbo bipolare”?
E' una patologia che l'Organizzazione Mondiale della Salute considera al sesto posto come causa di
sofferenza e ha una incidenza nella popolazione mondiale pari al 2-3%.
Riguarda il tono dell'umore, definito in linguaggio tecnico timismo, umore che presenta fasi di depressione e
di mania generalmente alternate a periodi di benessere.
Nella fase maniacale la persona è “accelerata”, ha idee, progetti e pensieri che corrono veloci, ma spesso
slegati dalla realtà e dal senso comune; nella depressione invece tutto è rallentato con una profonda
angoscia che impedisce, nelle forme più gravi, anche di compiere i gesti quotidiani come lavarsi, vestirsi
mangiare ecc…
Parlando “terra a terra” possiamo dire che la persona si “sente un pò su o giù” a seconda del caso?
No, non confondiamoci con le normali oscillazioni che fanno parte della vita di ogni individuo; tutti abbiamo
periodi alternanti, ma non raggiungono mai la profondità e la sofferenza del disturbo bipolare.
Inoltre queste oscillazioni, per altro ripeto “normali”, sono accompagnate dalla consapevolezza da parte
della persona della loro presenza, nei confronti delle quali al limite non si riescono a trovare le cause.
Nel disturbo bipolare, invece, spesso non c'è coscienza di stare male e la patologia non permette di svolgere
le normali attività.
E’ quindi un patologia importante, ma si può curare?
Fondamentali sono alcuni farmaci definiti stabilizzanti, alcuni sono sali minerali come il litio e altri
antiepilettici; sono comunque sempre terapie che richiedono la valutazione e il controllo specialistico.
Inoltre durante le fasi acute si utilizzano farmaci antimaniacali o antidepressivi.
La terapia basilare è fatta con gli stabilizzanti che permettono di prevenire le ricadute garantendo una vita
normale alla persona.
Perchè allora un corso di psico-educazione ?
Il disturbo bipolare richiede che il paziente abbia informazioni legate alla sua patologia, in quanto solo una
precisa conoscenza permette una netta riduzione delle ricadute e quindi un migliore benessere per la
persona.
Anche a livello delle Linee Guida Internazionali la psico-educazione è fortemente raccomandata come
strumento di terapia oltre ai farmaci.
Cosa sono le Linee guida?
Sono il riassunto sintetico di tutti gli studi scientifici controllati e randomizzati relativi ad una patologia,
rappresentano i punti di riferimento per ogni medico e vengono periodicamente rivisti alla luce dei progressi
attuati nel campo sanitario.
Torniamo al corso…?
Il corso prevede 8 incontri indirizzati ad un gruppo di 8/10 persone con disturbo bipolare, coordinati da tre
operatori dell’Unità, gli Psichiatri: Flavia Gatti e Carlo Cattaneo e la Psicologa Lorenza Costa.
Gli incontri hanno una durata media di due ore, sono monotematici e hanno una cadenza quindicinale .
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Azienda Sanitaria Locale NO – Articolo n. 1/2011 – intervista alla dott.ssa Piera Mainini
s.s. Ufficio Stampa – Addetta Stampa: dott.ssa Elena Vallana
Via Dei Mille, 2 – 28100 Novara - Tel. 0321 374521 – fax 0321 374546- email: [email protected]
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Il modello seguito è ampiamente mutuato da Eduard Vieta e Francis Colom (Università di Barcellona,
Spagna), il cui materiale informativo è stato adattato alla realtà italiana e reso fruibile attraverso fascicoli e
videoregistrazioni.
In questi momenti si informano gli utenti sulla definizione e sintomatologia del disturbo, le possibili cause, i
correlati biologici, psicologici e comportamentali ; inoltre si affrontano anche le diverse opzioni di
trattamento farmacologico e le novità offerte dal mondo della ricerca medico-psichiatrica.
Si è appena concluso il primo corso ma a breve partirà la seconda edizione rivolta a un nuovo gruppo di
utenti.
Cosa vi aspettate?
Questa tecnica aiuta i soggetti a comprendere la patologia nel suo complesso, quindi come primo risultato a
eliminare i sensi di colpa che spesso l’accompagnano e che nella mentalità comune vengono generalmente
attribuiti alla scarsa volontà dei pazienti, quante volte, infatti, di fronte ad una sofferenza psichiatrica si
sentono frasi come “devi reagire, mettici un po' di volontà ecc.”.
La conoscenza, inoltre, aumenta la consapevolezza dei fattori di rischio rappresentati anche dall'uso di
sostanze come la caffeina o la nicotina, aumenta l'aderenza alla terapia e quindi ci aspettiamo (come per
altro emerso dalla Scuola di Barcellona che da anni applica tale metodo) una migliore qualità di vita per
l’individuo e per la sua famiglia.
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