Il canto è gioia
Transcript
Il canto è gioia
Silvio Zanon Il canto è gioia Piccolo manuale d'uso pratico del nostro meraviglioso strumento QuiEdit Copyright© by QuiEdit snc Via S. Francesco, 7 – 37129 Verona, Italy www.quiedit.it e-mail: [email protected] Edizione I Anno 2016 finito di stampare nel mese di febbraio 2016 ISBN: 978-88-6464-355-7 La riproduzione per uso personale, conformemente alla convenzione di Berna per la protezione delle opere letterarie ed artistiche, è consentita esclusivamente nei limiti del 15%. Sommario Prefazione ................................................................................... 9 Prologo...................................................................................... 11 PRIMA PARTE Teoria ed elementi tecnici ...................................................... 21 Capitolo I Perché foniamo........................................................................ 23 Capitolo II I tre capisaldi del cantante ...................................................... 37 Capitolo III Il diaframma ............................................................................. 41 Capitolo IV I risuonatori .............................................................................. 53 SECONDA PARTE Pratica e consigli tecnici.......................................................... 71 Capitolo I Come riconoscere i principali errori di emissione e le loro cause; possibili rimedi. ............................................................ 73 Capitolo II L'importanza del legato e della proiezione del suono ........ 83 7 Capitolo III Consigli tecnici e altro............................................................. 93 Conclusione ............................................................................ 101 Ringraziamenti ....................................................................... 105 8 Prefazione È stato per noi un vero piacere leggere questo “manuale”, scritto da Silvio Zanon, un Cantante/Maestro che ha compreso e sperimentato personalmente, sia come professionista che come didatta, l’importanza della conoscenza dell’anatomia e della fisiologia dell’apparato vocale. Noi crediamo che sarà molto utile agli allievi delle scuole di canto sfogliare queste pagine nelle quali le nozioni di anatomo-fisiologia e tecnica vocale vengono esposte dopo essere state rielaborate sulla base della pratica professionale quotidiana dell’Autore. In queste pagine Scienza ed Arte si prendono a braccetto per rendere più agevole il percorso che porterà alla vetta ambita: “il bel canto”. Dott. Giuseppe Bergamini Dott.ssa Maria Pia Luppi 9 Prologo “Il canto è gioia”: ho voluto intitolare questo libro con il motto della mia accademia di canto “Progetto VOCE” proprio perché esprime la base del canto, sia dal punto di vista emozionale, sia dal punto di vista tecnico. Qual è la prima cosa che l’istinto ci spinge a fare quando siamo felici e rilassati? Cantare! Quando siamo sotto alla doccia, quando ci stiamo rilassando in qualche hobby, quando siamo al mare o in montagna con una bella giornata di sole, quando ci è andato bene un esame, ecc. ecc.; mentre la gioia rilascia le endorfine, la gola si “libera” ed il canto sgorga facile e fluente. Perché accade questo? Semplicemente perché non prestiamo eccessiva attenzione a quello che stiamo facendo, non siamo impauriti davanti all'acuto, non siamo intimiditi dall'emissione della voce, in poche parole “non ce ne frega nulla” del risultato della nostra prestazione canora. Ecco che magicamente la nostra natura riprende il sopravvento. Proprio così, la nostra natura. Perché noi nasciamo già sapendo come si “fona”; avete mai ascoltato i vagiti dei neonati? La loro voce “corre” in ogni luogo, e non si stanca mai. Non sentirete 11 mai un neonato o un bambino afflitto da un'afonia da sforzo, tranne in rari casi e comunque dovuta a problemi fisiologici, non certo all'emissione vocale. La stessa cosa si può notare visitando un asilo o passeggiando in un parco dove ci siano bambini che giocano: si percepisce una gamma di suoni, colori vocali, emissioni, acuti, gravi, ecc., che mai si potranno udire in alcun teatro al mondo. Spesso ci si chiede perché i bambini gridino sempre. Semplicemente perché l'acuto è la nota più facile, più udibile e più enfatica in natura. Per queste ragioni dobbiamo ritornare all'origine, sapere innanzitutto come funziona la nostra “macchina” vocale; capire bene dove può arrivare, riconoscere il repertorio più adatto alle nostre caratteristiche, imparare musicalmente tutto alla perfezione, nota per nota, punto per punto, per poi buttare via tutto e cominciare a divertirci. Solo in questo modo il nostro canto potrà sgorgare limpido, pulito e senza fatiche o sofferenze; solo divertendoci potremo divertire, senza mai dimenticare che il primo pubblico che dobbiamo affrontare siamo proprio noi stessi. Dobbiamo essere spietati con noi stessi, ma solo nella ricerca del divertimento e della perfezione che ne deriverà. A tal proposito io suggerisco sempre ai miei allievi l'uso del registratore ad ogni lezione e in ogni performance. Il registratore è un validissimo co-insegnante, in 12 quanto registra il suono reale al contrario del nostro “orecchio interno” che è “bugiardo”. Anche se la voce è impostata bene e l’emissione è corretta, viene da noi stessi percepita talmente “fuori” da sembrarci molto più piccola e flebile di quanto non sia realmente. Ecco perché l'unico strumento di misura reale e sincero rimane il nostro registratore. Ho impiegato molto tempo a decidere di scrivere un libro sulla tecnica di canto; ero assolutamente contrario, mi ripetevo: “ma se addirittura un testo come la Bibbia è soggetto a innumerevoli interpretazioni, come può un semplice manuale di tecnica vocale essere compreso?”. La mia opinione non è cambiata ma proprio per questo ho tentato di scrivere un libro molto “comprensibile”, senza troppi dati tecnici o concetti altisonanti, con il chiaro obiettivo di descrivere lo strumento musicale vocale e limitandomi a fornire qualche consiglio basato sulla mia esperienza ventennale maturata calcando i palcoscenici di tutto il mondo. Questo libro mai e poi mai potrà sostituirsi all'orecchio attento e preparato di un maestro di canto serio e competente; ma come si fa a capire se un maestro è serio e competente? Una bella ma difficile domanda alla quale proverò a rispondere esprimendo la mia opinione: innanzi tutto un maestro deve essere sempre 13 ben preparato a rispondere ad ogni domanda dell'allievo; deve conoscere perfettamente l'organo vocale, il suo funzionamento e i problemi che si possono verificare per impostazioni scorrette; non deve essere un logopedista o un foniatra, ma deve comunque conoscere il funzionamento dell’apparato fonatorio di un cantante; deve avere un'ampia conoscenza dei repertori per poterli assegnare sulla base delle caratteristiche degli allievi. Un buon maestro deve, inoltre, avere un orecchio ben allenato per poter percepire in sé stesso le posizioni che sta assumendo l'allievo con l'organo fonatorio. Deve avere una tecnica sicura e consolidata, deve saper cantare e poter fare esempi, in altre parole deve essere un cantante... Quest'ultima affermazione può sembrare ovvia, ma purtroppo non è così e ci sono molti insegnanti di canto che non hanno mai cantato. Stessa considerazione dicasi per i medici che vogliono insegnare canto senza aver mai provato a cantare. Io non andrei mai ad imparare a guidare una macchina di formula uno da un meccanico, mi rivolgerei sicuramente ad un pilota, che oltre alle competenze di guida dovrà certamente avere anche 14 delle solide nozioni di meccanica. Ci sono cose che solo un insegnante con una comprovata carriera ed esperienza può spiegare, avendole vissute in prima persona sul palcoscenico. Cose che nessun libro o leggenda metropolitana può chiarire. Una virgola, un respiro, un’intenzione, una posizione può cambiare letteralmente il grado di difficoltà di un'aria o addirittura di un'opera. Scappate a “gambe levate” dagli insegnanti che vi fanno uscire da lezione afoni e lo stesso dicasi per gli insegnanti che vi fanno forzare o spingere i suoni! Non è assolutamente vero che “le corde vocali devono abituarsi” oppure che “succede sempre così finché non si impara”, la voce non dovete perderla MAI, almeno che non ci siano problemi di altro genere. Se uscite regolarmente afoni dalla lezione vuol dire che state distruggendo il vostro organo vocale. Questa, ripeto, è la mia opinione e il primo consiglio che mi permetto di fornire a coloro che si apprestano a iniziare il difficile e lento cammino dello studio del canto. Ho volutamente sottolineato il termine “lento” così da poter rispondere a una delle prime domande che viene posta dall'allievo o, ancora peggio, dalla famiglia dell’allievo che ha fretta di vedere il proprio pupillo esibirsi nei palcoscenici più impor- 15 tanti, idolatrato da folle di fans. Lo studio del canto, di qualsiasi tipo di canto, richiede l'uso e la preparazione di moltissimi muscoli, nervi, cartilagini e altre parti del corpo di cui molti ignorano addirittura l'esistenza. Il problema non è “capire” come si canta – per quello basterebbe addirittura una semplice rivista in edicola o un qualsiasi libercolo – il problema è coordinare, risvegliare e sviluppare la giusta “muscolatura” vocale, esattamente come può accadere per un qualsiasi sportivo o per un qualsiasi strumentista. Così come ci vogliono anni per imparare a suonare il pianoforte, che è uno strumento “esterno” di cui possiamo vedere il movimento, il funzionamento e l’uso, figuriamoci per la voce di cui non possiamo vedere nulla di tutto questo, e che deve essere guidata principalmente attraverso “sensazioni”. Alfredo Kraus, il grande tenore, diceva che ci vorrebbero 2 vite: una per cantare e l'altra per studiare. Questo esempio può sembrare esagerato, ma chi si appresta a studiare canto in modo professionale deve essere perfettamente conscio che lo studio non avrà mai fine. Anche se la carriera, grazie a Dio e a un buon maestro, potrà iniziare molto presto, lo studio vero e proprio non finirà mai, perché anche il nostro essere ed il nostro umore sono in continuo mutamento e via via che noteremo questo dovremo adattarci per ottenere sempre il mas- 16 simo risultato con il minimo sforzo. In questo libro troverete la maggior parte dei riferimenti riguardanti il “canto lirico”. Non temete, non c'è nessuna differenza tra il canto lirico e quello rivolto alla musica leggera, se non per alcune tecniche, quali un maggior uso del falsetto, utilizzate sulla base del gusto e l’estro musicale dell'artista. Difatti andremo a spiegare anche questo modo di usare la voce. Una regola fondamentale per favorire la longevità e la cura della voce è considerare e rispettare le differenze tra le caratteristiche di un cantante lirico e di un cantante di musica leggera. Queste non sono dovute a una posizione particolare della laringe o a una qualsiasi “differenza tecnica”, ma solo alla tipologia, al timbro e al colore della voce; per il resto cantare è solo “dare aria alle vocali”, come dicevano i “vecchi”. È sufficiente pronunciare una qualsiasi parola e prolungarne le vocali per cantare. Possiamo provare ad esempio con la parola “mamma”: se prolunghiamo le vocali pronunciando “maaaaammaaaaaaa” stiamo già cantando. Ecco come si usa la voce. E mai deve essere camuffata o distorta o alterata in alcun modo, tranne quando nella musica leggera lo si voglia fare per creare degli “effetti” che comunque, a lungo andare, potranno creare problemi seri alle corde vocali, così 17 come se camminassimo a lungo con un piede storto o messo in modo innaturale. Per concludere questa prefazione e iniziare ad entrare nel vivo della spiegazione voglio lasciarvi con questo consiglio: rispettate sempre la vostra voce, non snaturatela, non strapazzatela, non stressatela, essa è parte di voi; e più imparerete ad usarla, più vi accorgerete che un cantante è la sua voce. La voce ha una capacità fondamentale: può incidere sull’umore, sulla personalità e sul modo d’essere e, se la saprete rispettare, anche nel caso non riusciste a fare carriera nel campo musicale, saprà ricompensarvi immensamente a livello emotivo fino ad acquisire un grande potere terapeutico. Insomma una fantastica, insostituibile e immancabile compagna di viaggio. Andiam, incominciate... 18 Silvio Zanon con il maestro Franco Zeffirelli, Teatro comunale di Firenze, 14/02/2009 19 PRIMA PARTE Teoria ed elementi tecnici Capitolo I Perché foniamo Come funziona la nostra voce? È come uno strumento a corda? A percussione? O forse a fiato? Un po' di tutto questo, e vediamo il perché cominciando ad acquisire delle piccole nozioni riguardanti le corde vocali. Visione dall'alto delle corde vocali e della loro sede naturale. Le corde vocali sono delle pliche muscolotendinee che vibrano al passaggio dell'aria. Sono di misura e spessore variabile e la lunghezza è anatomicamente prestabilita: circa 2-3 cm (negli uomini sono più lunghe di circa il 30%); quelle della donna 23