Diagnosi e azione
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Diagnosi e azione
Euronews informa Diagnosi e azione L’intervento si sviluppa su più fasi, dalla diagnosi alla scelta ottimale dei materiali, fino alla verifica finale della qualità dell’esecuzione P er realizzare al meglio il piano di riabilitazione delle reti fognarie è essenziale definire una sequenza ordinata di fasi, la prima delle quali, detta ispettivo-diagnostica, consiste nel conoscere in dettaglio la rete fognaria per trarre utili informazioni sullo stato funzionale della stessa; ciò è realizzabile solo attraverso una programmazione accorta delle operazioni di videoispezione, utilizzando per lo scopo un’adeguata strumentazione. La seconda fase, poi, consiste nell’identificare e classificare, in funzione dei difetti rilevati e della loro entità, i danni di un tronco fognario seguendo le procedure indicate in specifiche norme e linee guida (normativa Uni En 13508-2 “Condizioni degli impianti di raccolta e smaltimento di acque reflue all’esterno di edifici – Sistema di codifica per ispezione visiva”; “Linee Guida Nazionali per la videoispezione e codifica condizioni reti fognarie 2008:4” elaborate dall’Aspi). Alla fase ispettivo-diag n o st i c a s e guono le fasi di progettazione, intervento di riabilitazione vero e proprio e post-riabilitazione. La fase progettuale consiste nello stabilire, sulla base dell’analisi dello stato delle funzioni, se sulla condotta da risanare bisogna eseguire una “riabilitazione non strutturale”, così definita poiché il rivestimento utilizzato per il ripristino della funzionalità non deve assolvere alcuna funzione strutturale, oppure una “riabilitazione strutturale”, così definita poiché il rivestimento deve essere opportunamente dimensio24 settembre 2010 nato per assolvere funzioni di portanza strutturale). Si passa, poi, alla scelta dei materiali da impiegare nella riabilitazione e, conseguentemente, il metodo di risanamento, tenendo ben presente che l’utilizzo di materiali di elevata qualità e la corretta messa in opera degli stessi sono fondamentali per assicurare il tation of Existing Pipelines and Conduits by the Inversion and Curing of a Resin-Impregnated Tube” e la tedesca Atv-Dvwk-M 127 E, Part 2 “Static Calculation for the Rehabilitation of Drains and Sewers Using Lining and Assembly Procedures”). Riguardo agli interventi riabilitativi veri e propri, come già successo di un intervento riabilitativo. Infine, si passa a eseguire il calcolo statico a norma per dimensionare lo spessore della parete della nuova condotta o del rivestimento, a seconda che all’interno della tubazione esistente debba inserirsi una nuova tubazione o formarsi direttamente un nuovo rivestimento (per un’analisi completa a tal riguardo si rimanda a due norme diffusamente impiegate: la statunitense Astm F 1216-09 “Standard Practice for Rehabili- scritto, si possono realizzare secondo due differenti modalità: o inserendo una nuova condotta all’interno della condotta da risanare o realizzando un nuovo rivestimento direttamente all’interno della condotta da risanare. Normalmente, nella riabilitazione delle reti fognarie si utilizza il metodo Cipp (Cured in place pipe, in italiano “tubo reticolato in sito”) che consiste nel realizzare un nuovo rivestimento direttamente all’interno della tubazione. Il rivestimento (liner) è costituito da un tubolare in feltro che, previo inserimento, viene impregnato con una resina termoindurente. In alcuni casi il tubolare viene rinforzato con uno o più strati di fibra di vetro, al fine di incrementare le caratteristiche meccanico-strutturali del prodotto finito. Una volta inserito il tubolare impregnato all’interno della condotta da risanare, e fatto aderire perfettamente alle pareti della stessa, si avvia il processo di indurimento della resina. Il liner, una volta indurito, è capace di svolgere quelle funzioni non più assolvibili dalla condotta dissestata. La fase finale del processo di riabilitazione consiste nell’eseguire la videoispezione del tronco risanato, al fine di verificare la qualità dell’esecuzione della messa in opera del rivestimento, che dovrebbe essere privo di qualsiasi irregolarità (rigonfiamenti, nervature, increspature, pieghe); nel prelievo di campioni di rivestimento dal tronco riabilitato per test di verifica delle caratteristiche fisico-meccaniche da eseguirsi in conformità a quanto prescritto dalle specifiche norme; nel collaudo del tronco risanato, avente come scopo quello di verificare la tenuta idraulica del rivestimento da eseguirsi in conformità a quanto prescritto dalla norma Uni En 1610:1999 “Costruzione e collaudo di connessioni di scarico e collettori di fognatura”; e, infine, nella messa in esercizio della condotta risanata, attuabile una volta superati il collaudo e le verifiche delle caratteristiche fisico-meccaniche del rivestimento. ilFRIULI BUSINESS 59