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(R) - IL LUOGO DI AIMO E NADIA - Milano - (MI)
Category : Milano
Published by Sararlo on 30/3/2009
MESSAGGIO IN GOOGLE GRUPPI ED EVENTUALE DISCUSSIONE
Parlare ancora di Aimo?
"Che ti viene ancora in Sala con il cappellone e ti racconta sempre le
stesse cose ?"
Per carita', la sensibilita', anche applicata alla culinaria, si puo'
declinare per gradi diversi, cosi' come sono diverse le persone, anche
quelle che discettano, con "sapienza cattedratica", di questo piatto e di
quello Chef .
Tuttavia Aimo Moroni, per noi, resta e restera' sempre lo Zio Aimo, e non
ci stanchiamo mai di farci raccontare le sue storie, anche perche', ogni
volta, mettiamo nel bigoncio di gola e di memoria voci sempre nuove che
arricchiscono quella Treccani ghiottona che continua ad alimentarsi dall'
oracolo di via Montecuccoli, Pescia genere natu, from Tuscany.
Era due anni che mancavano dal suo desco, unicamente per nostre
limitazioni logistiche e, francamente, pensavamo di tenere la rimpatriata
come esperienza personale, tuttavia ... tuttavia il Luogo di Aimo e Nadia
non e' un luogo statico, ma dinamico assai e ne abbiamo presto capito il
motivo ... se volete seguirci nelle consuete millanta battute a venire.
L'inizio e' classico, Pan Brioche e fegatini di cortile; il festival
trinacrio con passata di pomodori di Pachino, capperi di Scauri e Olio di
Nocellara. Quel piatto apparentemente francescano di panem et oleum che
ventanni fa, nella Milano da bere, non lo proponeva nessuno, adesso si
trova a tutto stivale, e non certo perche' si deve tirare la cinghia per
Chenot o la congiuntura di bassaborsa.
Nulla di strano, anzi, tutto e solo piacevole. Ci siamo visti American
Graffiti 20 volte, siamo abituati ai refrain evergreen.
Il bello viene adesso.
Uno guarda la Carta e vede che, accanto ai totem della tradizione, le
novita' sono molte e plurime.
Arzillo il "vecchietto" ...
Con Aimo siamo abituati a fare comsi comsa'.
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Un po' di piatti li scegliamo noi, altri li consiglia lui poi, nel
percorso, al divenire non si mettono limiti, come alla provvidenza.
Scaldiamo le papille con una Spatoletta lavorata con olio, limone e
verdure.
Uno stuzzichino, cosi', tanto per vedere la gente che continua ad arrivare
salutando in tutte le lingue.
Arriva anche il Babbo del Gabibbo con la sua bella famiglia.
Degli habitue', c'est dommage.
Preceduta da una versata di ottimo Batard Montrachet '97 si presenta la
prima petardata dell' Aimo Dinner Festival.
Zuppetta di totanaccette con mandorle di Avola e carciofi di Albenga.
Un piatto che, se ha epatato un palato dalle mille leghe, tale "Papero"
Bonilli, figurarsi noi, parvenu di forchetta.
Un piatto immenso. La tonicita' dei piccoli totani; le consistenze
alternanti tra la farcia ammandorlata e il contorno carciofo. Su tutto
questo il finale lungo dei ricci acquatici.
Se foste alla vostra prima volta da Aimo, potrebbe essere questo il piatto
della fidelizzazione.
Dalla Cucina ci dicono che i famosi Spaghetti al Cipollotto sono un po'
gelosi.
Tanto per rilubrificare il tutto, stavolta l'olio e' from Podere Forte
(Umbratile, quindi) with bread of polenta, una versione alla De Sica
(dell' Italia in ricostruzione post bellica) dove si risparmiava di mais
sulla farina.
Ad osservare le tavolate sembra di essere ad un meeting del G20. Gente di
Vladivostok; bionde texane (lui scarsotto, invero); manager globali che
sanno con disinvoltura transitare dal pavese allo slang di Berlino,
passando per la Grande Mela.
Del Gabibbo abbiam detto.
Le Tagliatelle fresche di cime di rapa e semola Senatore Cappelli con
alici del mare ligure, aringa, lenticchie (di Castelluccio) ed erbe
piccanti sono 'na roba interessante, giocata molto sulla crudite' di alcune
componenti.
Pregnanti, anche se le Totanaccette hanno troppo spezzato i cuori.
Si Aimo-viaggia a tutto stivale con la Crema di fagioli (dei ghiaietti) di
Sorana, salmerino nostrano (e trentino), bottarga di muggine e tartufi di
mare.
Una volta 'sti abbinamenti sarebbero stati eretici; a noi e' piaciuta molto
la dialettica, sviluppatasi into the fauci, tra fagioli e muggine bottarga.
Comincia il Forum live con Aimo nostro.
Le rimpatriate sono da Hall of Fame.
In comanda c'e' XY ? Ebbene, come lasciare per strada l'aneddoto, tradotto
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materialmente al piatto, del Bue di Carru', versione trippa & sorana
(sempre di fagioli, stavolta).
Non si puo', non si puo'. Manca Greggio, ma c'e' il suo mentore.
Chissa' perche', ma Nicola (il bravo vice Federico Graziani, all'estero per
uno stage) ci fa transitare a 90° uno Chardonnay '94 by Gaiangelo.
Inevitabilmente qualche "goccia" si ferma sul calice.
Adesso, in Carta, i famosi fuori spartito di Aimo sono presentati come
deve essere, ovvero "Gli Stuzzichini", sorta di happy hours per palati
amici e di passo.
Molto, molto divertente la Millefoglie di alici e cime di rapa.
Divertente al gusto, innanzitutto (abbiamo notato che, quest'anno, le cime
di rapa sono molto actual), ma da vedere al microscopio. Se non e' una 1000
foglie, poco di manca. Useranno il microtomo dei gemmologi d' Anversa con
pazienza certosina in cucina, come minimo.
Dopo tutti i blasonati Montrachet e Gaja labeled c'arriva pollicino,
ovvero un ottimo Barbaresco (2006) di tale Molino, un carneade che fara'
strada (molti ne hanno fatta, passando per via Montecuccoli).
Si accompagna a un'altra delle Oscar nomination della serata. Fettuccelle
fresche di farina di ceci e semola di grano duro con pernice stufata,
funghi porcini (dell' Abetone) e Pinoli (di Pisa).
Il texano s'abbuffa e la texana si guarda intorno.
Quelli di Vladivostok, dato che si va a Barolo e non a Vodka, ridono alla
Casaciok, ma sono ancora sobri, almeno per i loro parametri.
Le Fettuccelle sono un altro piatto da Cima Coppi. E' una vera orchestra
sul piatto, dove tutto si lega in maniera straordinaria, pur mantenendo
ognuno le sue peculiarita'.
Ve li ricordate Crosby, Still, Nash & Young ? Uguale.
Guardiamo Aimo nostro aggirarsi per la sala.
Oramai il gioco d'intesa, lo scambiarsi impressioni senza parlare e'
esperienza collaudata.
Eppure gli strizziamo l'occhio, non solo e non tanto per devozione
filiale, anche perche', questo autentico signore del secolo scorso,
nonostante i suoi incipienti 76 anni, si muove ancora con l' entusiasmo,
la passione, l'umilta' di un ragazzino di 16 o, stando a tema, di quel
giovane Moroni che aveva esordito nel Gran Milan del dopoguerra come
garzone o poco piu' alla Trattoria di Piazza Mercanti, venti passi dal
Duomo.
Si prosegue fuori comanda, che stavolta e' pure fuori Carta.
"Ho un amico giornalista che gli piace schioppettare (andare a caccia,
n.d.r.) ma, come molti cacciatori poi, della preda, non sa che farsene e
la porta agli amici".
Ottimo Il Capriolo della Val di Senio, con panure di erbe speziate e
riduzione di visciole
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Elegante, senza retrogusti selvatici ... "perche' sono bestie che mangiano
quello che vogliono e quindi sono sane"
Ipse Aimo dixit e, quindi, c'e' da credergli, perlomeno alla prova del
piatto.
Si ritorna sulla retta via, dettata da comanda primordiale.
Intrigante l' Anatra novella in tegame di terracotta al vino di visciole,
profumo di spezie e cacao venezuelano leggermente affumicato.
Quello che colpisce al palato (e quindi scivola inevitabilmente in the
panza) e' la furbata della gratinatura superficiale della Duck confidential
e, in particolare, quel magico mix tra il fondo bruno e la riduzione di
visciole.
Aimo uber alles come sempre (ma gli "alles" li troveremo tra poco).
Con A.Moroni c'e' sempre il rischio di finire da paninari, nel senso di
fare l'ora dei panettieri.
Mister Striscia se n'e' andato, con l'evidente sorriso soddisfatto de toda
la familia; il texano e la texana anche, a far che non si sa, visto
l'occhio in tiro (bleso) di lui; degli altri non v'e' certezza.
Pensiamo di ammarare morbidi sul pianeta dessert e invece abbiamo il colpo
di... Coda di Bue (sempre Carru', mica balle) al barolo chinato di
Cappellano (omaggi, un grande alla memoria e al gusto) con lamelle di
tartufo di Norcia e purea di patate di Marzabotto.
Un grande classico; un forever young; insomma, un piatto che ad un amico
in chat sms, mancato al rendez vous per ambasce di lavoro, ha lasciato il
coitus palatus interruptus. Glielo abbiamo completato noi, in doppio
allappo carpiato e barolizzato.
Cosa non si fa per gli amici...
E qui arriva il colpo di scena e il motivo per cui abbiamo messo in rete
queste scarne note.
"Ti devo presentare due persone ...".
Magari e' gente seduta nell' altra sala, che ci e' sfuggita...
Si materializzano due baldi giovanotti dall' aria simpatica, vestiti da
cuochi: il valtellinese Alessandro Negrini e il molfettano Fabio Pisani.
Sono complementari nella fisiognomica e rientrano in pieno nell' Aimo's
way of cooking.
Qualcuno ha detto che qua si mangia l'Italia lungo tutto lo stivale.
Quale miglior viatico, allora, per mantenere la tradizione con un mestolo
del nord e uno del "tacco"?
Sono qua da cinque anni; si sono conosciuti lavorando entrambi al
Pescatore Canneto; poi hanno fatto le loro esperienze in giro per il mondo
e si sono ritrovati al 6 di via Montecuccoli.
Aimo "Cornelio" Moroni ci presenta quelli che, probabilmente, ne
erediteranno la mission di continuare a portare in tavola una filosofia
tenacemente perseguita per 60 anni.
Adesso il cerchio si chiude.
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Due anni fa avevamo percepito qualcosa di nuovo nell' aria; stavolta,
nell' aria, dalle Totanaccette alle Fettuccelle, all' Anitra, il
campionario si e' confermato in progress costante.
Ecco la spiegazione.
Ecco che, un uomo di 76 anni, dopo una vita di quotidiani sacrifici in
trincea, puo' finalmente guardare al suo grande futuro dietro le spalle,
sapendo che il molto che ha seminato non andra' disperso, ma e' pronto a
dare nuovi frutti.
Eravamo in molti, tra i nipotini dello Zio Aimo, a chiederci come sarebbe
finita, un giorno, l'avventura.
Sembra proprio, dal detto e non detto, guardando negli occhi questi tre
personaggi, che vi saranno ancora altri luoghi che germoglieranno nel
Luogo di Aimo e Nadia.
Si conclude con una piccola Dulces parade, dove si scherza con un lecca
lecca di liquirizia, cedro e sanguinelle; una composizione arlecchina di
chocolat e mousse fruttate; una potenzialmente interessante rivisitazione
vegetale che vede coinvolta una Cre'me Brule' alle lenticchie, una carotina
glassata e un "magnum" al finocchio.
Diciamo che, nel tutto, la pasticceria forse deve ancora trovare la quadra
perfetta, ma c'e' tempo.
Il tempo di tornare, uscendo tra le stelle, ultimi, come sempre, perche'
qua, lo spettacolo, ce lo vogliamo sempre gustare fino all'ultimo
fotogramma.
Applausi. Aimo forever (young).
IL LUOGO DI AIMO E NADIA
Via Montecuccoli, 6 - MILANO
Tel. 02 - 416886
[email protected]
Chiude il sabato a mezzogiorno e la domenica.
Menu' Degustazione da 90Euro a 120Euro
Menu' di Vino (con piatti abbinati) Euro 110.
Calcolate, comunque, una media attorno ai 250Euro
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