Cognitività e Udito: Concetti introduttivi
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Cognitività e Udito: Concetti introduttivi
Cognitività e Udito: Concetti introduttivi Introduzione cognitivi e alle relazioni esistenti tra le due facce. In qualità di professionisti dell’udito il nostro compito va aldilà del rendere semplicemente i suoni udibili. Abbiamo il dovere di garantire il successo uditivo agli utilizzatori attraverso il counselling, la riabilitazione e naturalmente l’amplificazione. L’udibilità esiste anche in assenza di capacità cognitive. La risposta uditiva del tronco encefalico, le emissioni otoacustiche, e i riflessi acustici possono essere acquisiti anche in assenza di funzioni corticali. Invece, l’ascolto (in particolare della voce) non può esistere senza cognizione. Naturalmente le soluzioni di amplificazione variano al variare dei bisogni specifici dell’utente ma oltre agli apparecchi acustici includono dispostivi ausiliari, come sistemi FM, impianti cocleari o del tronco encefalico, soluzioni uditive ancorate all’osso, soluzioni di connettività ed altro. L’ascolto rappresenta la “parte di udibilità” del sistema cognitivo e avere la possibilità di “sentire bene” è ciò di cui l’utente finale ha bisogno. Pichora-Fuller ha notato (2008) "I Fattori cognitivi sono stati riconosciuti come fondamentali predittori di successo quando si usano gli apparecchi acustici..." Il termine cognitivo si riferisce ad un concetto astratto che significa più o meno “Consapevolezza della conoscenza”. Processi Top-Down e Bottom-Up La cognizione non è “concreta”, è dinamica. Utilizzare un concetto per definire un concetto astratto è come utilizzare una tal parola per definire quella parola stessa. La cognizione non esiste come concetto a sé stante, richiede un contesto. Ognuno di noi ha una percezione personale e unica del contesto in cui vive, e questa percezione è influenzata da una molteplicità di fattori che includono esperienze personali, la lingua parlata, il vocabolario utilizzato, l’educazione, il DNA, ciò in cui si crede, l’ambiente in cui si cresce e altri fattori legati all’ambiente in cui si cresce ed altro ancora. Tutte queste cose hanno un impatto sulla nostra conoscenza e contribuiscono a creare la nostra “auto cognizione”. " Prima di arrivare a formulare la nostra specifica cognizione, ognuno di noi costruisce la propria esperienza sensoriale attraverso input visivi, sonori, tattili e olfattivi e crea unità discrete o gruppi di informazioni su cui costruire la propria cognitività. Le capacità cognitive e uditive possono essere pensate come le due facce della stessa medaglia; in questo articolo si cercherà di approfondire principalmente gli aspetti 1 Cosi come si impara ad ascoltare prima di parlare così gli input sensoriali si verificano prima che ciascuno di noi abbia costruito il proprio sistema cognitivo. Al processo di accumulazione idi input sensoriali si dà il nome di processo bottom-up. o anatomici che forniscono ulteriori barriere allo sviluppo del sistema cognitivo. I sistemi uditivi e cognitivi decadono con l’aumentare dell’età (Rawool, 2007; Craik, 2007; NAAAS, 1999). Una volta che il nostro sistema sensoriale ha effettuato quest’opera di catalogazione degli input in linguaggio, tempo, pensieri, significati, memoria il nostro cervello organizzerà, catalogherà manipolerà e gestirà queste percezioni a partire dallo stimolo alto basso dato dal processo bottom-up. Questa operazione del cervello prende il nome di processo top-down cognitivo. Sebbene la perdite uditive dovute all’età (ARHL, i.e., presbiacusia) e il declino cognitivo causato dall’invecchiamento fossero già note ai tempi dei Greci e dei Romani, non rappresentano una conseguenza inevitabile dell’invecchiamento e non si possono fare previsioni accurate che possano valere in genere. Ci sono troppi fattori, genetici, ambientali e di stile di vita che possono concorrere a determinare il risultato finale (Cruickshanks, 2010}. Recentemente l’associazione che studia il morbo di Alzheimer (2010) ha affermato che il declino cognitivo dipende molto anche dalla razza e dall’etnia. Basandosi su un questionario compilato da più di 16000 Americani, hanno dimostrato che il 10.5% degli americani con più di 65 anni manifesta un declino cognitivo. In ogni caso, se facciamo riferimento all’etnia e alla razza, la percentuale dei Caucasici con perdita cognitiva è del 9%, circa il 18% per gli ispanici e circa il 24 % degli Afro-americani. Processo bottom-up: è la capacità di acquisire informazioni fisiche (luce, suoni, calore, pressione, odori, sapori…) dal mondo circostante e renderle personali attraverso i recettori sensoriali in modo tale che il sistema nervoso possa organizzarli sotto forma di informazioni utili. Teoria della sinergia negativa Processo top-down Il Sistema s e n s o r i a l e (i.e., il processo bottom-up) fornisce le fondamenta su cui poi verranno costruite le nostre abilità cognitive quando invecchiamo, la conoscenza e l’esperienza del guadagno e l’organizzazione degli input sensoriali. Quando invecchiamo, le difficoltà nel trovare le parole aumentano, la velocità di processamento delle informazioni diminuisce, le funzioni esecutive rallentano in ambienti competitivi, mentre la velocità nel processamento cognitivo e il tempo di reazione rallentano (Craik, 2007). Ci sono inoltre degli elementi di “limite di velocità” della cognitività come problematiche genetiche oppure deficit fisici Sfortunatamente, per i pazienti più anziani, la sinergia negativa può rappresentare un 2 problema. Tale sinergia negativa (Schum and Beck,2008) si verifica quando due o più problemi , tipo la perdita uditiva dovuta all’età o il declino cognitivo della senescenza coesistono nella stessa persona dando vita ad effetti molto superiori da quelli derivanti dalla somma dei due. In altre parole “uno più uno uguale sette”. “coscienza del conoscere” risulterà molto distorta o mancherà del tutto e la combinazione della perdita uditiva e del decadimento cognitivo potrà provocare delle conseguenze molto gravi sulla gestione delle sensazioni sensoriali, conducendo anche a depressione in generale ad un decadimento della qualità della vita (NAAAS, 1999). Proviamo a pensare ad un avvocato di 29 anni con una perdita neurosensoriale bilaterale con le seguenti caratteristiche: soglia normale a 1550 Hz, 55 dB a 2000,3000, 4000 e 80 dB a 6000 e 8000 e con ottima discriminazione vocale. La perdita è tale per cui la paziente manifesta grosse difficoltà in ambienti rumorosi e competitivi. Ovviamente non si può pensare che a 29 anni abbia un declino cognitivo dovuto all’età. Nonostante usualmente indossi i due apparecchi è in grado di ovviare alla mancanza del suo processamento sensoriale (bottom up) attraverso le sue eccellenti capacità cognitive (top down) utilizzando le sue conoscenze della lingua, delle regole di conversazione, del vocabolario e la sua capacità di riempire gli spazi vuoti che si creano durante la conversazione, proprio basandosi sul contesto in cui la conversazione si svolge. Candidati per la sinergia negativa Quando si invecchia, le possibilità che il sistema combinato funzioni male o comunque sia impoverito aumentano notevolmente. Infatti, a causa del fatto che la maggior parte degli utenti di apparecchi acustici sono anziani, si può già prevedere che molti dei problemi cognitivi avranno un impatto notevole sulla vita di tutti i giorni, sulle loro percezioni uditive e sulla comprensione della voce. L’età media per gli utenti di apparecchi acustici negli Stati Uniti è di 69 (Kochkin, 2009). Le persone sull’ottantina hanno il 50% di possibilità di contrarre il morbo di Alzheimer (CDC, 2010; Lunbinski, 2010). Il decadimento cognitivo lieve (MCI) è invece più subdolo e rappresenta un deficit misurabile e caratterizzato da insufficienza mnemonica con funzioni cognitive normali o incapacità di svolgere le funzioni di tutti i giorni senza incorrere in demenza senile (Kricos, 2009). MCI viene spesso considerata come l’anticamera dell’Alzheimer. Se però noi utilizziamo questo stesso esatto audiogramma per una persona di 82 anni che manifesti i primi segni dell’Alzheimer, la sinergia negativa renderà il problema di difficile soluzione. Per esempio la capacità della signora pensionata di poter gestire una conversazione sarà notevolmente inferiore rispetto a quello dell’avvocato di 29 anni. La sua capacità di processamento sarà molto più lenta e necessiterà di un rapporto segnale rumore migliore rispetto a quello dell’utente più giovane (Souza and Arehart, 2010), la sua Plassman, Langa, Fisher et al. (2008) hanno stimato il tasso di incidenza dell’MCI intorno al 22% della popolazione di età superiore ai 71 anni e ritengono tale deficit più diffuso rispetto alla demenza. 3 Memoria di lavoro riconoscimento vocale nel rumore, con o senza apparecchi acustici. Rawool (2007) afferma che tra i tanti cambiamenti che si verificano nell’invecchiamento il più evidente è il rallentamento della velocità di processamento delle informazioni e la difficoltà di seguire il ritmo veloce con cui si susseguono gli stimoli sensoriali (uditivi, visivi, ecc). Lubinski (2010) afferma” i normali cambiamenti dovuti all’invecchiamento includono la riduzione della velocità di processamento cognitivo." Risulterà quindi di primaria importanza parlare lentamente, usare frasi corte e utilizzare parole chiare ed evitare un “linguaggio da anziani” che potrebbe essere percepito come atteggiamento condiscendente. La memoria di lavoro è una misura dell’abilità del cervello di mantenere e processare le informazioni tenendo conto degli eventi che si manifestano in quel momento. Lunner ha notato (2003) come pazienti con una memoria di lavoro funzionante fossero maggiormente in grado di discernere gli effetti del processamento da quelli dovuti dell’amplificazione degli apparecchi acustici. La memoria di lavoro ha dei limiti (Lunner, 2010; Craik, 2007) ed è stato dimostrato che decade con l’avanzare dell’età (Rawool, 2007). Se i pazienti non sono in grado di ripetere le parole di una frase dall’inizio alla fine, la frase potrebbe risultare senza senso e quindi non sono in grado di ripetere la frase. Per i pazienti con l’Alzheimer o altre forme di demenza la capacità della memoria di lavoro risulta diminuita in presenza di una memoria a lungo termine intatta. Sebbene quindi il problema possa sembrare in un primo momento il sentire, ci rendiamo conto che molto più spesso è l’ascoltare. In molte di queste situazioni, la memoria di lavoro potrebbe essere il motivo delle problematiche di comunicazione irrisolte. Fattori chiave delle capacità cognitive Ci sono molti Fattori cognitivi che direttamente o indirettamente influenzano la percezione vocale. La velocità di processamento, la memoria di lavoro, e l’attenzione selettiva sono legate tra loro (PichoraFuller, 2009) e questi fattori cognitivi interagiscono e se qualche volte suppliscono alle carenze cognitive e uditive qualche volta invece raddoppiano le problematiche in maniera sinergicamente negativa. Velocità di processamento L’attenzione selettiva Lunner (2003) ha sottoposto 72 pazienti con perdita uditiva ad un test per valutare le loro capacità cognitive misurandole attraverso test di valutazione della memoria di lavoro e della velocità di processamento delle parole. Lunner ha rilevato come il riconoscimento della voce nel rumore (con e senza apparecchi) sia strettamente collegato alle abilità cognitive. Pichora-Fuller (2009) asserisce che persone che hanno bassi punteggi nei test cognitivi avranno risposte poco performanti anche nei test di L’attenzione selettiva risulta più difficoltosa in relazione al declino cognitivo e uditivo. Craik (2007) ha ripreso un vecchio lavoro di Treisman degli anni ’60 in cui l’attenzione selettiva veniva inserita in un contesto in cui venivano valutati sia il processo top-down che quello bottom-up. Treisman riporta che “l’attenzione si attua attraverso una serie di livelli di analisi…” da quello sensoriale a quello cognitivo, con successivi livelli di test e analisi. Pertanto i messaggi forti e chiari giungeranno 4 consapevolmente anche se per diverse ragioni. Craik afferma che quando agli ascoltatori vengono presentati suoni dicotici, spesso non riescono a coglierne il significato. Pichora-Fuller (2009) inoltre afferma che la voce in ambiente competitive è spesso molto difficile da individuare perché l’ascoltatore deve dividere la propria attenzione tra il segnale primario e la voce competitiva. L’attenzione selettiva ai segnali più forti e più significativi ci assicurerà che questi vengano processati dai due sistemi (bottom up e top down) con la dovuta attenzione. Il ruolo dell’amplificazione Il ruolo dell’amplificazione è quello di presentare la più alta qualità possibile del segnale tramite il processo bottom-up (inclusa la massima udibilità e il miglior rapporto segnale/rumore) al cervello, in modo da rendere più semplice ed efficace il processo top-down e alleggerire il carico cognitivo (Beck, 2009; Beck and Clark, 2009; Beck, 2010). Le componenti invece che contribuiscono a garantire un buon processamento bottom-up includono la banda estesa, la direzionalità adattiva, l’adattamento binaurale, I sistemi di gestione del rumore, il mantenimento degli indizi spaziali e gli automatismi che si attivano se e solo se sono utili per aumentare il rapporto segnale/rumore e infine la connettività plug and play che permette di ottimizzare la conversazione uno a uno e la possibilità di ascoltare il telefono e la televisione. 5