TELENOVELA INFS. Seconda puntata sulle vicissitudini dell‛INFS

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TELENOVELA INFS. Seconda puntata sulle vicissitudini dell‛INFS
TELENOVELA INFS.
Seconda puntata sulle vicissitudini dell‛INFS, come avevo annunciato il 24 novembre
u.s. e sempre per dovere d‛informazione.
Dopo l‛appello lanciato dall‛Arcicaccia, che rivendicava “immediate certezze
finanziarie e di organico” per l‛Istituto, scende ora in campo l‛URCA, alla luce del
ventilato taglio delle erogazioni economiche a “favore” dell‛INFS disposto con la legge
finanziaria dal Governo.
L‛Unione Regionale dei Cacciatori dell‛Appennino, preoccupata per lo “svuotamento
delle funzioni operative” che i previsti tagli comporterebbero per l‛INFS e per il suo
Direttore Silvano Toso, promuove una raccolta firme di sostegno, dichiarando in
sostanza che “il prelievo venatorio e la gestione del territorio sono avvinti da un
legame che non può essere reciso” e che “i tempi per una devoluzione di competenze in
sede regionale non sono maturi”.
L‛URCA quindi dichiara che le uniche “teste pensanti e preparate” in tema di
gestione programmata dell‛attività venatoria e di studio delle specie selvatiche
presenti sul territorio albergano nella sede dell‛Istituto di Ozzano di Bologna,
attualmente in sciopero, mentre chi lavora nelle sedi degli Osservatori degli Habitat
Naturali e delle Popolazioni Faunistiche Regionali non è “ancora maturo” per decidere
autonomamente, su basi certe, serie e scientifiche.
Non dimentichiamo, sempre per dovere d‛informazione, che il ricorso della LAC
(Lega anticaccia) in sede europea contro l‛applicazione in Italia dell‛art. 9 della
Direttiva 79/409 CEE (deroghe) ed il recente ricorso del WWF contro il calendario
venatorio della Regione Marche sono stati supportati da pareri “tecnico-scientifici”
richiesti all‛INFS e celermente ottenuti, Istituto del quale Silvano Toso (noto
selettore) è attualmente Direttore.
Alla luce delle vicissitudini che hanno coinvolto e coinvolgono l‛INFS, mi sfugge (ma
non troppo) il progetto attualmente in cantiere presso le ovattate stanze del Governo:
in estate il Consiglio dei Ministri tenta di rafforzare i poteri dell‛INFS (Decreto 251),
mentre in autunno il Governo, con l‛Emendamento 18.58-art. 18-comma 172 a) della
Legge Finanziaria, propone la modifica dell‛art. 7-comma 2 della Legge 157/92,
attribuendo la “GESTIONE E LA VIGILANZA DELL‛I.N.F.S. AL MINISTERO
DELL‛AMBIENTE” e non più al Presidente del Consiglio dei Ministri.
Con successivo comma 172 b) il Governo propone un‛integrazione all‛art. 7-comma 4L. 157/92, relativamente alla “PREDISPOSIZIONE DI UN REGOLAMENTO, DA
ADOTTARSI CON D.P.C.M., SU PROPOSTA DEL MINISTERO DELL‛AMBIENTE, PER
LE MODIFICAZIONI STATUTARIE CHE SI RENDANO NECESSARIE ALLA
RIMODULAZIONE DELL‛ASSETTO ORGANICO E STRUTTURALE DELL‛INFS,
ONDE CONSENTIRE LO SVOLGIMENTO DEI PROPRI COMPITI, IN MODO DA
REALIZZARE UNA PIU‛ EFFICIENTE E RAZIONALE GESTIONE DELLE RISORSE
FINANZIARIE DISPONIBILI”.
In sintesi il Ministro Pecoraro Scanio vuol evocare a sé la gestione e la vigilanza
dell‛INFS, vuole assumersi la paternità di riscrivere lo Statuto e la pianta organica
dell‛Istituto, suggerendo i finanziamenti da erogare, controllando al tempo stesso i
poteri, i compiti e i doveri di dirigenti e dipendenti dell‛Organo tecnico-scientifico di
Bologna.
Un progettino niente male, che necessita di tempo e di tutte quelle “velate”
pressioni che dovrebbero trasformare ancor di più l‛INFS in una struttura al servizio
di quella parte del Governo e di quelle Regioni e Province che non hanno con il mondo
venatorio un rapporto idilliaco.
Nel frattempo, se si dovesse scivolare in un temporaneo “vuoto normativo”, chi sarà
l‛Organo preposto all‛emissione dei pareri “tecnico-scientifici” sugli Atti regionali e
provinciali in tema di attività venatoria?
Stefano Tacconi
Consiglio Nazionale ANLC