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PROGETTO
a.s. 2015-16
IIS «Cesare Balbo», plesso «Lanza», Casale Monferrato (AL)
DISEGNIAMO LA COSTITUZIONE
Introduzione alla Costituzione italiana
Il 2 giugno 1946 si tenne in Italia il primo referendum popolare a
suffragio universale. Quel giorno le donne e gli uomini maggiorenni furono
impegnati nella scelta tra regime monarchico o repubblicano. Vinse la
Repubblica con 12.717.923 di voti, contro i 10.719.284 per la Monarchia.
Quello stesso giorno, di esordio per la democrazia in Italia, gli italiani ebbero
la responsabilità di gettare le basi del futuro della democrazia stessa. (art. 1
L’Italia è una Repubblica democratica…). Essi infatti ebbero il compito di
eleggere l’Assemblea Costituente, ovvero l’organo preposto alla redazione
della Carta costituzionale.
La Carta costituzionale, o Costituzione, è la legge fondamentale dello Stato,
ovvero la legge che costituisce il fondamento su cui si regge lo Stato.
Il 2 giugno del 1946, dunque, il popolo italiano pose se stesso, per la prima
volta, come “sovrano” (art.1… la sovranità appartiene al popolo…): molte,
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moltissime persone (89,09% dei votanti sul totale dell’elettorato), scelsero
altre persone, da porre alla guida del paese.
Il 25 giugno del ’46, l’Assemblea Costituente s’insediò a Montecitorio. I lavori
sarebbero dovuti terminare il 24 febbraio del ’47, ma per il prolungarsi della
discussione furono necessarie molte proroghe. Il 22 dicembre 1947
l’Assemblea Costituente approvò la Carta costituzionale; il 27 dicembre fu
promulgata dal Presidente della Repubblica pro tempore Enrico De Nicola ed
infine 1° gennaio 1948 entrò in vigore.
Ogni parola del testo costituzionale fu discussa e dibattuta. Esso fu il frutto di
un compromesso tra linee politico-filosofiche differenti: cattolico-cristiana,
marxista e liberale. Lo spirito di fondo che animò il progetto costituzionale, fu
quello di costruire un sistema istituzionale, che allontanasse il più possibile
dalla Repubblica il pericolo della ricaduta nell’autoritarismo: la maggior parte
dei componenti dell’Assemblea Costituente provenivano da quei partiti che
avevano composto il fronte antifascista durante il periodo della Resistenza.
Lo spauracchio della dittatura spinse i padri e le madri costituenti a
trascendere gli orientamenti politico-ideologici, individuali e di partito,
particolari, per costruire un orizzonte di senso comune, condiviso e solidale. Il
“male” condiviso dell’esperienza bellica, fu l’elemento che indusse alla ricerca
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di un terreno comune su cui costruire quei valori indispensabili per la
ricostruzione del paese, traghettarlo oltre la tempesta, verso un futuro più
prospero e luminoso. La guerra era finita, ma l’Italia era un cumulo di macerie
da cui era necessario risollevarsi. La solidarietà fu la chiave di volta per
mettere le ali a questo progetto.
1 Fase Operativa
Il progetto “Disegniamo la Costituzione. ART. 1-12”, iniziato il 10/01/2016, si è
svolto, con cadenza settimanale, in parte durante l’orario curricolaremattutino e in parte extracurricolare-pomeridiano. L’obiettivo perseguito dal
progetto è stato sviluppare e migliorare la capacità di tradurre i pensieri in
immagini, nel caso specifico di tradurre in immagini, i valori che permeano i
Principi fondamentali della Costituzione. Inoltre la modalità laboratoriale ha
rappresentato un terreno di sfida per incrementare la motivazione
all’apprendimento, per sviluppare maggiore consapevolezza rispetto a temi
rilevanti per il nostro paese e per strutturare una coscienza critica rispetti agli
stessi.
La prima fase (dal 10/01/2016 fino al 13 febbraio ‘16) si è dunque svolta
parallelamente sul piano teorico e su quello pratico. Un numero di ore è stato
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speso in lezioni, frontali e partecipate, sulla storia della Costituzione (dalla
nascita all’entrata in vigore), sui Principi della Costituzione e sui membri della
Costituente selezionati per l’illustrazione. Durante alcune lezioni, sono stati
proposti dei video sulla Costituzione presentata da Roberto Benigni (La più
bella del mondo). Parte delle ore curricolari ed extra, invece sono state
dedicate alla realizzazione, da parte dei ragazzi, dei ritratti sui costituenti e,
contestualmente, alla sperimentazione di diverse tecniche grafiche e
pittoriche. L’abbinamento dei ritratti agli articoli è il frutto di una costruzione
condivisa, a partire dagli input teorici ricevuti.
In occasione del Focus sulla Costituzione del 13 febbraio, si è passati alla
seconda fase, ovvero quella della progettazione del disegno sui valori della
Costituzione. In tale occasione, i ragazzi, continuando a sperimentare la
modalità di cooperative-learning, hanno elaborato l’impianto generale del
progetto, culminato poi nel dipinto tempera su tavola, che illustra i primi dodici
articoli.
La fase operativo-laboratoriale ha occupato prevalentemente le ore
pomeridiane e si è svolta negli spazi sovrastanti la Biblioteca del Liceo
Scientifico.
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In essa gli alunni e le alunne hanno affinato le abilità grafico-pittoriche e,
parallelamente aumentato la capacità di confronto con gli altri. La solidarietà,
emersa come uno dei valori fondamentali della Costituzione, è stata anche un
“metavalore”, cioè un principio non solo teoricamente enunciato, ma anche
praticamente sperimentato attraverso la cordialità, la collaborazione e la
volontà di perseguire uno scopo comune.
Il progetto, sebbene conclusosi dal punto di vista della produzione pittorica,
avrà ancora dei momenti di confronto, di condivisione dell’esperienza
dell’esposizione del prodotto finito e di autovalutazione.
2 Descrizione del disegno
«Essere giovani vuol dire tenere aperto
l’oblò della speranza anche quando il
mare è cattivo e il cielo si è stancato di
essere azzurro». (Bob Dylan)
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Il disegno si propone di descrivere i primi dodici articoli della
Costituzione italiana, ovvero i cosiddetti principi fondamentali.
Si compone di una parte superiore (175 x 30 cm), a sua volta divisa in
dodici ritratti (30 x 30 cm) che raffigurano i volti di alcuni dei padri e delle
madri costituenti, uno per ciascuno dei dodici articoli; una parte inferiore, di
proporzioni maggiori (175 x 122 cm), che illustra, in chiave metaforica, i valori
fondamentali emanati dagli articoli della Costituzione.
2.1 I ritratti
La scelta dei personaggi ritratti nella parte superiore, non è mossa da alcun
criterio gerarchico e non esaurisce l’elenco dei politici di statura che ebbero
un ruolo di rilievo per la neonata Repubblica. Le personalità selezionate
hanno un tratto peculiare che rimanda ad un corrispondente articolo della
Costituzione. Esse sono proposte appunto in ordine dall’art. 1 all’art. 12:
Amintore Fanfani, Giorgio La Pira, Lina Merlin, Palmiro Togliatti, Luigi
Einaudi, Nilde Iotti, Aldo Moro, Benedetto Croce, Alcide De Gasperi, Teresa
Mattei, Piero Calamandrei, Pietro Nenni.
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Il democristiano Amintore Fanfani è stato promotore della formulazione
attuale del 1° comma dell’articolo 1: «L’Italia è una Repubblica democratica
fondata sul lavoro […]». Tale formulazione è stata appoggiata sia dal Partito
Comunista Italiano, sia dal Partito Socialista Italiano.
Giorgio La Pira, anch’egli democristiano, ha avuto un ruolo rilevante nella
redazione dei principi fondamentali, ed in particolare dell’articolo 2. Partendo
dall’analisi di alcune Costituzioni precedenti quella italiana, non ha condiviso
che l’inviolabilità dei diritti umani fosse un presupposto tacito. L’esperienza
del totalitarismo, che ha negato in radice l'esistenza di diritti originari
dell'uomo, ha reso necessario una loro formulazione esplicita nella
Costituzione italiana, accanto al dovere della solidarietà. La specifica
menzione dei diritti umani costituisce un primato nella storia occidentale.
Nel ’48 l’Onu scriverà la “Carta dei diritti”, citando all’articolo 1 proprio i diritti
umani.
Lina Merlin è stata una delle 21 donne (su un totale di 556 deputati) a
comporre l’Assemblea Costituente. A lei si devono le parole all’ articolo 3:
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«Tutti i cittadini […] sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di
sesso». Queste parole sono la base giuridica per il raggiungimento della
piena parità di diritti tra uomo e donna.
Palmiro Togliatti è stato fondatore del Partito Comunista Italiano, nonché suo
capo indiscusso. Ha promosso la “via italiana al socialismo”, in quanto
convinto che fra democrazia e socialismo non ci fosse contraddizione. Il suo
contributo all’elaborazione dell’articolo 4 è stato importante nel sottolineare
un ruolo dello Stato nella tutela del diritto al lavoro, nella convinzione che una
reale parità sociale non può essere delegata totalmente alla libertà e capacità
individuale.
Luigi Einaudi ha fondato insieme a Benedetto Croce il Partito Liberale
Italiano. A difesa della libertà individuale, egli pone, non un regime statalista e
centralizzato, ma uno Stato liberale, ovvero federale e decentrato. A suo
avviso, il liberalismo, e non il dirigismo statale, educa gli uomini
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all’autorealizzazione. La sua figura dunque è in sintonia con l’articolo 5 che si
pronuncia favorevole al decentramento amministrativo e allo sviluppo delle
autonomie locali. Einaudi fu anche il primo Presidente della Repubblica eletto
dopo l’entrata in vigore della Costituzione.
Nilde Iotti è stata la prima donna a ricoprire la carica di Presidente della
Camera dei deputati (una delle cinque cariche più importanti dello Stato). Ella
ha fatto parte della “commissione dei 75”, ovvero la commissione incaricata di
stendere il progetto generale della costituzione. Una preoccupazione nella
redazione del progetto è stata inquadrare le autonomie della Sicilia,
Sardegna, Val d'Aosta e Trentino-Alto Adige nel sistema generale, senza
lasciarle isolate come fossero una realtà separata del paese. Da tale
preoccupazione è scaturito l’articolo 6.
Aldo Moro è stato uno dei fondatori, nonché un rappresentante di spicco della
Democrazia Cristiana. Cattolico osservante e praticante, la sua fede in Dio si
rispecchiava nella sua vita politica. Insieme ad altri esponenti della DC ha
avuto un ruolo di rilievo nella formulazione dell’articolo 7, concernente
appunto i rapporti fra Stato e Chiesa.
Benedetto Croce è stato la coscienza morale dell’antifascismo italiano,
opponendo al Manifesto degli intellettuali fascisti di Gentile, il Manifesto degli
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intellettuali antifascisti. Si tratta di un manifesto per la libertà, in cui questo
valore si esprime come amore per la verità e per l’autonomia personale, che
possono realizzarsi solo in assenza di coercizione. Anche in materia religiosa
è stato sostenitore della libertà di culto (articolo 8), condividendo il pensiero di
Cavour “libera Chiesa in libero Stato”.
Alcide De Gasperi è stato l’ultimo presidente del Consiglio dei Ministri del
Regno d'Italia e anche il primo capo di governo dell'Italia repubblicana. De
Gasperi è ricordato come “l’uomo della speranza” in quanto grazie alle sue
capacità diplomatiche, è riuscito in politica estera a concludere importanti
trattative di pace e accordi economici con le potenze occidentali per
finanziare la ricostruzione e il riassetto dell'economia italiana. A lui si ascrive
la seguente distinzione: «Un politico guarda alle prossime elezioni. Uno
statista guarda alla prossima generazione». E proprio tale lungimiranza lo
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unisce profondamente allo spirito dell’articolo 9, per la tutela e la salvaguardia
del patrimonio artistico-culturale e paesaggistico del Paese.
Teresa Mattei è stata la più giovane deputata eletta all’Assemblea
Costituente. E’ stata una ferma sostenitrice dell’antifascismo, come dimostra,
oltre che la militanza nel periodo della Resistenza, anche un particolare
biografico: nel 1938, quando frequentava la seconda liceo, è stata espulsa da
tutte le scuole del Regno, perché contestatrice delle lezioni in difesa della
razza. La sua forte opposizione alla discriminazione su base etnica, propria
della deriva nazionalistica del periodo fascista, trova riscontro nell’articolo 10.
Al nome di Piero Calamandrei si può associare il giudizio sulla Costituzione
“tripartitica” e “di compromesso” tra forze di destra e di sinistra. Nella parte
finale di un celebre discorso tenuto il 26 gennaio del 1955 presso la Società
Umanitaria di Milano ha pronunciato le seguenti parole: «Quindi, quando vi
ho detto che questa è una carta morta, no, non è una carta morta, questo è
un testamento, un testamento di centomila morti. Se voi volete andare in
pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra costituzione, andate nelle
montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei
campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la
libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero perché lì è nata la nostra
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costituzione». In queste parole risuona potentemente il legame tra la
Costituzione e l’atroce esperienza della guerra.
La Costituzione dunque
come testimonianza e guida affinché ciò che è stato, NON ACCADA MAI PIU’
(articolo 11).
Ogni tentativo di ricondurre un’unica personalità al tricolore (articolo 12), non
può che essere riduttivo. Possiamo a tale proposito citare la figura di Pietro
Nenni. Egli in occasione del referendum del ’46 affermò: «O la Repubblica o il
caos». La storia insegna che il tricolore fu riaffermato sotto il segno della
Repubblica.
2.2 I valori
«Dietro ogni articolo della Costituzione, o
giovani, voi dovete vedere giovani come
voi che hanno dato la vita perché la libertà
e la giustizia potessero essere scritte su
questa Carta». (Piero Calamandrei)
La parte sottostante ai ritratti descritti propone una trasposizione
simbolica dei valori fondanti gli articoli in esame. Dalle persone ai valori. Dal
valore delle persone, ai valori di cui le persone sono portatrici e che riescono
a diffondere all’interno di una comunità.
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Il “personalismo”, inteso come cultura della persona e della dignità personale,
intride profondamente il progetto costituzionale a più livelli. Le persone furono
protagoniste di questo processo fondativo, che portò all’elaborazione della
Carta Costituzione, che a sua volta è divenuta la fonte di quei valori
fondamentali, che sono il pilastro di qualunque società civile: la solidarietà,
l’uguaglianza sociale, la parità, l’equità, la libertà di culto, il rispetto delle
minoranze, la tutela dei più deboli, il rispetto dei simboli.
Le persone dunque sono protagoniste anche nel disegno e ne occupano la
gran parte; i loro volti ritraggono i ragazzi impegnati nel progetto.
Osservando il disegno da sinistra verso destra: i toni cupi del mare in
burrasca, si schiariscono gradualmente e la luminosità culmina all’estremità
opposta in un quieto albeggiare.
L’esercizio della sovranità
del popolo “nelle forme e
nei limiti della Costituzione”
(art.1) è rappresentato dal
popolo che, a partire dai
principi della fondanti, orienta le vele della nave mantenendone la rotta.
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Procedendo verso destra, una chiesetta sulla cima della montagna, evoca
l’art. 7 secondo cui “Stato e Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio
ordine, indipendenti e sovrani”.
Il riconoscimento della libertà di culto (art. 8) è
rintracciabile nei simboli di alcune delle
confessioni
religiose,
diverse
da
quella
cattolica: una ragazza porta al collo la stella di David; una seconda ha i
capelli adornati coi fiori di loto ed un ciondolo che rimandano al buddismo;
infine una terza ha il volto incorniciato da una kefiah su cui è applicata,
all’altezza della fronte, la mezzaluna islamica.
Il diritto d’asilo degli stranieri, nel caso questi si trovino
impediti, nel proprio paese, nell’esercizio delle libertà
democratiche (art.10) è descritto dal tentativo di una
persona del “popolo” di afferrare le mani di un’altra, in
balia delle onde.
Il popolo occupa la parte preponderante e
centrale
del
quadro.
Oltre
ai
soggetti
connotati dai simboli religiosi, ve ne sono
altri, ciascuno in rappresentanza di una specifica categoria lavorativa: una
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veterinaria, una cuoca, un bibliotecario, una pittrice e poi ancora uno scrittore.
Il lavoro tutelato dall’art. 4 è considerato la concreta espressione della
realizzazione personale ed in quanto tale un diritto, oltre che un dovere.
Tra i protagonisti del popolo si scorge una
donna che regge una bilancia: nei piatti vi
sono oggetti di peso diverso, un sasso ed una
piuma, tenuti in equilibrio da uno dei segnalibri
della Costituzione. L’immagine rimanda al
senso di equità che traspare dall’art. 5, che auspica ad una promozione e
valorizzazione dell’autonomie locali, che, come tali, hanno lo “stesso peso”
dei centri di potere.
In posizione centrale si distingue una
figura
femminile
che
richiama
allegoricamente l’immagine dell’Italia.
Tra le mani regge il testo della
Costituzione e il suo abito è intessuto
da una fitta trama di immagini che
rimandano ai monumenti, ai simboli culturali e ai paesaggi del nostro Paese
(art. 9). Come la fata con Cenerentola, i Costituenti hanno vestito un’Italia “di
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stracci”, con il prezioso abito del nostro patrimonio artistico, culturale e
paesaggistico.
Una ragazza in cima ad una scala, protesa sull’Italia, ne dipinge il volto. La
scala simboleggia gli ideali di parità e uguaglianza: condizioni indispensabili
per il riconoscimento della dignità sociale (art. 3). Il pieno sviluppo della
persona umana si realizza solo nella misura in cui questa è posta in
condizione di poter raggiungere i propri obiettivi.
L’ultima figura che incontriamo, è una donna che
accosta il suo orecchio ad una grande conchiglia sulla
quale sono incise le lettere dell’alfabeto e appare
assorta nell’ascolto. Siamo in presenza dell’art. 6 che
prevede la tutela delle minoranze linguistiche.
Ancora una volta torna il principio di equità che percorre trasversalmente tutta
la Costituzione e che responsabilmente ci sollecita al riconoscimento del
diverso.
Si giunge così all’estremità destra del disegno. In alto
possiamo notare uno stormo di oche selvatiche. E’ noto
che le oche selvatiche (come molti altri uccelli migratori)
effettuino il lungo viaggio seguendo una conformazione ben determinata, a
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“V”. In punta si collocano le oche più esperte, al centro quelle più giovani e
infine quelle più anziane. Tale formazione assicura la protezione alle oche
giovani e crea un flusso d’aria che sostiene il volo delle oche in coda. Inoltre,
quando una di esse non riesce a proseguire il viaggio (per stanchezza o
perché ferita da un cacciatore), altre due oche del gruppo si fermano con lei,
in attesa che possa ripartire, o che muoia. Questo esempio straordinario,
proveniente dal mondo della natura, esemplifica l’idea di solidarietà (art. 2).
In basso si scorge la quiete del mare: i colori dell’alba
rimandano a quelli della pace (art. 11) e un netturbino
porta via un cestino ricolmo di armi gettate via. Essi
sono il “NO ALLA GUERRA” della Costituzione Italiana.
Dei
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articoli,
questo,
è
stato
l’unico
votato
all’unanimità.
Il tricolore italiano (art. 12), riporta al centro della
composizione.
Un
lembo
dell’abito
dell’Italia,
recante i colori della bandiera, avvolge palazzo
Montecitorio, luogo in cui fu discussa e approvata la Costituzione Italiana. Il
22 dicembre, giorno dell’approvazione, un lungo applauso si levò
dall’emiciclo, per accogliere la legge fondamentale del popolo italiano.
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«All'Italia nostra, amata e martoriata, che
dalle sventure sofferte e dai sacrifici affrontati
saprà trarre ancora una volta nella concordia
degli intenti e delle opere dei suoi figli le
energie necessarie per il suo sicuro avvenire
offrendo al mondo un nuovo esempio di
eroiche virtù civili e un nuovo incitamento al
progresso sociale.» (Enrico De Nicola)
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La Costituzione della Repubblica Italiana
PRINCIPI FONDAMENTALI
Art. 1. L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La
sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della
Costituzione.
Art. 2. La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo,
sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua
personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà
politica, economica e sociale.
Art. 3. Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla
legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di
opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della
Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che,
limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il
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pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i
lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Art. 4. La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e
promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino
ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta,
un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale
della società.
Art. 5. La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le
autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio
decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua
legislazione alle esigenze dell'autonomia e del decentramento.
Art. 6. La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche.
Art. 7. Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine,
indipendenti e sovrani. I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi.
Le modificazioni dei Patti accettate dalle due parti, non richiedono
procedimento di revisione costituzionale.
Art. 8. Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla
legge. Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di
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organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con
l'ordinamento giuridico italiano. I loro rapporti con lo Stato sono regolati
per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze.
Art. 9. La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca
scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico
della Nazione.
Art. 10. L'ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto
internazionale generalmente riconosciute. La condizione giuridica dello
straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei trattati
internazionali. Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo
esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana,
ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni
stabilite dalla legge. Non è ammessa l'estradizione dello straniero per
reati politici.
Art. 11. L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli
altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali;
consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di
sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia
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fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali
rivolte a tale scopo.
Art. 12 La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e
rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni.
Bibliografia
Gianmaria Ajani (a cura di), La nascita della Repubblica e la sua
Costituzione, UTET, Torino, 2011.
Michele Del Gaudio, Vi racconto la Costituzione, Riuniti, Roma 1995.
Gherardo Colombo, Anna Sarfatti, Sei stato tu? La Costituzione attraverso le
domande dei bambini, Salani, Milano, 2009.
Anna Sarfatti, La Costituzione raccontata ai bambini, Mondadori, Milano
2006.
Sitografia
http://archivio.camera.it/archivio
http://www.nascitacostituzione.it
http://www.anpi.it/donne-e-uomini/
Link
https://www.youtube.com/results?search_query=la+pi%C3%B9+bella+del+m
ondo+benigni
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