Slide riassuntive - Ufficio Scolastico Regionale Piemonte
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PIANO REGIONALE DI FORMAZIONE SEZIONI PRIMAVERA “Il monitoraggio pedagogico - didattico: esiti e spunti di riflessione” A cura di Dott.ssa Ketti Krassevez Dirigente Scolastico - formatrice 1. IL MONITORAGGIO: DOVE: 17 S.P. della Regione Piemonte 14 S.P. aggregate a scuola dell’infanzia statale o paritaria 2 S.P. aggregate a micronidi 1 S.P. aggregata a Istituto Verticale CRITERI DI SCELTA: Rappresentatività territoriale Tipologia di gestione (statali, paritarie, comunali) LA RILEVAZIONE Atteggiamento non valutativo Conoscenza della realtà Valorizzazione delle esperienze Osservazione di una giornata tipo Colloquio con il responsabile e/o personale educativo LE MACRO AREE 1. La prima impressione 2. Orari di funzionamento 3. I bambini delle sezioni: caratteristiche generali 4. Il personale utilizzato 5. Locali e servizi 6. Il materiale didattico 7. Le attività didattiche 8. La progettazione educativa 9. Le dimensioni dello sviluppo 10. I bambini 11. I rapporti con le famiglie 12. La formazione in servizio 1.LA PRIMA IMPRESSIONE Generalmente positiva Locali ampi, luminosi e ricchi di materiale esposto Spazi esclusivi dedicati alla S.P. Locali (laboratori, palestrine) condivisi con nido o scuola dell’infanzia Spazi esterni ad uso esclusivo: giochi adatti all’età dei bambini 2. GLI ORARI DI FUNZIONAMENTO 40 ore settimanali con possibilità di pre/post scuola – chiusura il sabato Correlazione tra frequenza e livello socio-economico Pranzo servito verso le 11.30 – eterogeneità negli spazio utilizzati e nelle modalità di gestione Positività: luogo raccolto - le educatrici pranzano con i bambini: contenimento, regolazione e socializzazione Regolamento Interno: di Istituto con sezione specifica su S.P. – Assente in 5/17 3. I BAMBINI DELLE S.P.: CARATTERISTICHE GENERALI Circa 20 iscritti per sezione – rapporto 1:10 Inserimenti in corso d’anno: ragioni economiche – passaggio alla scuola dell’infanzia Non presenti bambini con disabilità o particolarmente problematici Stranieri: 9 di cui 2 non parlanti l’italiano Ritardi del linguaggio: 12. necessità di maggiore presenza dei servizi sanitari 4. IL PERSONALE UTILIZZATO Educatrici Personale ausiliario Coordinatore didattico: supervisione – continuità) Esperti esterni 5. LOCALI E SERVIZI Struttura arredi e materiali Allestimento di spazi-gioco e laboratori Arredi a misura di bambino Spazi per giocare e spazi per il sonno Servizi igienici Spazi esterni Spazi e attività: gioco libero e attività strutturate Funzionalità – accoglienza - consapevolezza 6. IL MATERIALE DIDATTICO Eterogeneità nella varietà e quantità Specificità – accessibilità - esclusività Materiali strutturati – materiali naturali Giochi di costruzione – gioco simbolico Materiale grafico-pittorico - Libri e biblioteche Schede didattiche e libri operativi Materiali prodotti dai bambini - documentazione Criticità: poco presenti i giochi di costruzione e carenti i materiali naturali; lavorare sulla SCELTA consapevole del materiale da parte degli educatori (PERCHE’ e QUALI materiali scelgo) e sulla sua fruibilita’ (DOVE li metto?) 7. LE ATTIVITA’ DIDATTICHE Attività collettive/piccolo gruppo Attività di narrazione Attività musicali Attività di routine Attività grafico pittoriche manipolative Attività “pre-scolastiche” Carenti: attività di sviluppo del linguaggio, attività motoria, psicomotricità, libera scoperta materiali, manipolazione Modalità relazionali dell’educatrice: verbale, mediazione, contenimento supporto 7. LE ATTIVITA’ DIDATTICHE Carenti dal punto di vista linguistico: utilizzo della parafrasi Carenti dal punto di vista relazionale e cognitivo: il ruolo dell’adulto che gioca con il bambino, si siede a terra con lui, utilizza lo strumento dell’osservazione 8. LA PROGETTAZIONE EDUCATIVA Chi lo predispone Progetto educativo e programmazione annuale Schede di osservazione Condivisione con le famiglie Ore disponibili per la programmazione Aspetti da potenziare: condivisione del progetto, registrazione quotidiana, osservazione come strumento di regolazione delle attività e di conoscenza del bambino, dimensione dello sviluppo, confronto con le altre S.P. Carente la progettazione di percorsi di continuità tra adulti e bambini di sezioni primavera e scuola dell’infanzia, anche in casi in cui sono nella stessa struttura 9. LE DIMENZIONI DELLO SVILUPPO Emotiva Sociale Cognitiva Autonomia Apprendimenti Documentazione e portfolio 10. I BAMBINI Frequenza eterogenea Autonomia Capacità di attenzione Sviluppo linguistico Interazione con l’adulto e con i pari 11. I RAPPORTI CON LE FAMIGLIE Comunicazione Partecipazione (riunioni, attività, laboratori, feste) Attenzione ai ‘’prodotti’’ – meno ai processi Coerenza degli stili educativi – condivisione Assenza di particolari casi sociali Criticità: far percepire alle famiglie la valenza educativa del servizio (spostamento da ruolo di “fruitori” del servizio a “sostenitori “ di un percorso di crescita) 12. LA FORMAZIONE IN SERVIZIO Bisogno di formazione specifica Rete di riferimento Tematiche: organizzazione della giornata – relazione adulto/bambino - gestione delle dinamiche di gruppo – osservazione - progetto educativo – relazione con le famiglie – il gioco - accoglienza/distacco – osservazione - attività specifiche (psicomotricità, attività musicali, espressive) – organizzazione degli spazi Percorso di sviluppo 24- 36 mesi CONOSCENZA – OPERATIVITA’ DIDATTICA COMPETENZA LE PROBLEMATICHE EVIDENZIATE LIVELLO GESTIONALE: stabilizzazione SP - variabile ‘’iscrizioni’’- precarietà dei contratti PROGETTO EDUCATIVO: IDENTITA’ del servizio (specificità) AMBIENTE EDUCATIVO: materiali per lo sviluppo delle prassie, sensorialità, manipolazione, lo specchio RELAZIONE EDUCATIVA: contatto fisico, sviluppo individuale vs precoce scolarità, strategie didattiche, età eterogenee MATERIALI E GIOCHI: scelte consapevoli LO SVILUPPO DEI BAMBINI: conoscenze teoriche, strategie di intervento CONTINUITA’ CON ALTRI ORDINI DI SCUOLA: percorso verticale, SP come anticipo della SI CONCLUSIONI Tipicità della storia delle SP: servizio ‘’tampone’’ e non specifico Grandi sforzi comuni: gestori, coordinatrici, educatrici Crescita nella qualità del servizio Una strada percorribile: investire sulla formazione e valorizzazione delle buone prassi / accrescere la consapevolezza dell’identità del servizio / riferimento ai pilastri della cultura dei servizi 0 -3 (accoglienza del B. e della famiglia, cura, gioco, tempi distesi)