disturbi della pragmatica

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disturbi della pragmatica
04/06/2015
I disturbi del linguaggio:
la pragmatica
Anne-Marie Hufty
www.sinapsy.net
• Le difficoltà pragmatiche dei bambini con
disturbo specifico del linguaggio senza
alcun deficit socio-cognitivo sono legati alla
grande difficoltà di controllo dell’interfaccia
continua e necessaria fra semantica,
sintassi e pragmatica.
• le limitazioni negli aspetti sintattici e
lessicali e nell’espressione verbale
possono inficiare gli aspetti
conversazionali di coerenza, coesione,
specificità dei riferimenti e strategie di
riparazione.
I disturbi pragmatici
Le difficoltà pragmatiche nell’autismo e nei
bambini con disturbo del linguaggio di tipo
pragmatico sono legate :
• all’applicazione delle massime
conversazionali di Grice ovvero:
reciprocità, cooperazione e rilevanza nella
comunicazione (e nella teoria della mente)
• il turno, il mantenimento dell’argomento e
dei riferimenti (coesione), nella pertinenza
e la capacità di valutare lo stato
dell’interlocutore (conoscenze
sull’argomento, comprensione, intenzioni
etc.)
Le difficoltà pragmatiche possono interessare:
1. Le abilità conversazionali: turno,
argomento, pertinenza, coesione etc…
2. La presenza e varietà di atti comunicativi
3. L’inferenza e comprensione dell’implicito
4. La narrazione (il discorso,
l’argomentazione)
5. Le capacità di adattamento: Gli stili
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Nell’ipoacusia
Difficoltà pragmatiche in varie patologie
dello sviluppo (autismo, sindrome di
Down, X fragile, malattia di Duchenne,
agenesia del corpo calloso, ritardo
mentale, disturbi del linguaggio, ADHD,
DCM) o acquisite (traumi cranici/sindrome
frontale, ACV, ictus, patologie
degenerative, demenze) e patologie
psichiatriche
Bimbi normo udenti:
• 44% a 3 aa (20/45 items superati)
• 95.5% a 4 anni (43/45)
• 100% a 6 anni
Bimbi ipo udenti
• 6.6% a 6 anni (3/45 items)
• 69 % a 7 anni (31/45)
• studio del 2010 , Yashinaga-Itano e coll.
• 126 soggetti (3-7 anni) con perdita uditiva
da lieve a profonda e livello cognitvo
normale con gruppo di controllo (109
bambini)
• Pragmatic checklist di 45 items (Goberis
1999) riempita dai genitori
Esempi di Items non superati a 7 anni
• Da info su richiesta
• Ripara frasi incomplete
• Finisce conversazione
• Richiede chiarimenti
• Fa promesse
• Fa domande per risolvere un problema
• Racconta una storia nuova o in ripetizione
• Fa comparazioni
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Sindrome di Down
• Studi (Abbeduto) mettono in evidenza
difficoltà pragmatiche nella SD sia nel
periodo prelinguistico che linguistico:
ritardo di acquisizione delle varie
intenzioni comunicative, nelle capacità di
commento, nell’uso di gesti comunicativi,
di informatività, in generale nella
conversazione.
• ma la narrazione è invece un punto di
forza soprattutto nella capacità di
evidenziare le informazioni centrali
• Difficoltà nella conversazione (Pirchio e
coll 2003): rispetto dei turni e
informatività, cocktail party speech
• Nella narrazione difficoltà a rispettare lo
script della storia e a mantenere la
coesione
Sindrome di Williams
• Malattia genetica descritta per la prima
volta nel 61 (delezione 7q11.23)
• Comporta anomalie del sistema
cardiovascolare, ritardo mentale (di varia
entità), dismorfismi (faccia da elfo)
• Profilo cognitivo caratterizzato da
discrepanza tra abilità sociali, linguaggio
preservato (dal punto di vista formale) e
capacità visuo spaziali e ragionamento
concettuale molto inficiati
Dal disturbo
semantico-pragmatico
al disturbo della
Comunicazione Sociale
(Bishop)
caratteristiche
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• Nel 1983, Rapin e Allen propongono il termine
"semantic pragmatic disorder" per descrivere il
comportamento comunicativo di bambini che
presentano difficoltà come l’eccessiva verbosità,
la difficoltà di accesso lessicale e la scelta
particolare di vocaboli, la difficoltà di
comprensione di un discorso e carenti capacità
conversazionali.
• questo tipo di quadro si riscontra nell’autismo
ma anche in disturbi diversi come il deficit di
processamento uditivo, certe encefalopatie o
disturbi genetici, nell’ADHD o nel ritardo
mentale.
Disturbo Pragmatico della Comunicazione Sociale
315,39 (F80.89 )
A. Persistenti difficoltà nell'uso sociale della comunicazione verbale e non verbale come
manifestato da tutti i seguenti :
•Deficit nell’uso della comunicazione a fini sociali, come salutare e condividere
informazioni , in un modo che risulti appropriato al contesto sociale .
•Compromissione della capacità di regolare la comunicazione in base al contesto o
alle necessità di chi ascolta , come il parlare in modo diverso in aula o sul campo da
gioco , parlare in modo diverso ad un bambino o ad un adulto , o saper evitare l'uso di
un linguaggio troppo formale quando inappropriato.
•Difficoltà nel seguenti le regole per la conversazione e la narrazione , come il turno
in una conversazione , la riformulazione di quanto non sia stato compreso, o il saper
utilizzare i segnali verbali e non verbali per regolare l'interazione .
Con il DSM V cambia la classificazione dei disturbi generalizzati dello sviluppo
(autismo, sindrome d’Asperger, sindrome di Rett, disturbo disintegrativo dello
sviluppo e DGS NAS) che diventano Disturbi dello Spettro Autistico (tranne
Sindrome di Rett)
Una nuova diagnosi compare Disturbo della Comunicazione Sociale che non fa
parte ne dei Disturbi dello Spettro ne dei Disturbi del Linguaggio.
B. I deficit comportano limitazioni funzionali a una comunicazione
efficace , alla partecipazione sociale , alle relazioni sociali , al
rendimento scolastico , o nelle prestazioni professionali (uno o più
ambiti).
C. L'esordio dei sintomi è attribuibile al periodo precoce (anche se il
deficit può non diventare completamente manifesto prima che le
esigenze di comunicazione sociale superino abilità elementari).
D. I sintomi non sono attribuibili ad un'altra condizione medica o
neurologica o alle basse abilità nei domini o nella struttura delle
parola e della grammatica , e non sono meglio spiegati da un disturbo
dello spettro autistico , disabilità intellettiva, ritardo globale dello
sviluppo , o di un altro disturbo mentale .
•Difficoltà nella comprensione di ciò che non è esplicitamente indicato (ad esempio
fare inferenze) e dei significati non letterali o ambigui del linguaggio (ad esempio , idiomi
, umorismo , metafore , significati multipli che dipendono dal contesto per
l'interpretazione) .
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La diagnosi è definitiva?
Come distinguere?
Ma quando il bambino è piccolo?
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Assenza di sguardo condiviso
Interesse assente o ristretto per le persone
Utilizzo bizzarro degli oggetti
Mancanza d’interesse per il gioco
Stereotipie motorie o visive
Assenza di comportamenti comunicativi
• Traiettorie di sviluppo
• Problema della precocità della diagnosi in
bambini con problematica complessa
• I falsi positivi
• Il ruolo e la scelta della tipologia di intervento
WPPSI III
Noemi
5 anni 9 mesi
Diagnosi di autismo a 3 anni e confirmata
ogni anno
Ultima diagnosi 3 mesi fa DGS NAS
La mamma è fisioterapista e ha sempre
dubitato della diagnosi
Subtest Verbali
Informazione
Vocabolario
Ragionamento verbale
Comprensione
Similitudini
Quoziente Verbale
Subtest Performance
Cubi
Matrici
Concetti visivi
Ricerca de simboli
Codici
Completamento di immagini
Ricostruzione oggetti
Quoziente di Performance
QUOZIENTE TOTALE
Punteggio ponderato
1
3
0
0
0
47
10
5
6
1
4
/
/
80
56
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• Importante disturbo del linguaggio recettivo ed
espressivo.
• La comprensione lessicale e migliore della
comprensione sintattica
• La produzione è principalemente di parole frasi ma
utilizza la ripetizione differita
• In situazione naturale i prerequisiti comunicativi
sono presenti
• Il comportamento tende ad essere rigido e
meccanico
• Inizio di gioco rappresentativo
Spontaneo Benedetta (8anni)
Ehm voglio disegnare no… magari alla fine se ci rimane tempo…
va bene!
Benedetta, ma a te che giochi ti piacciono di più?
Ehmm mi piace fare la ginnastica artistica,la danza artistica,la piscina
artistica, la pitturatrice ehm bellissima e poi la modella bellissima…il
vestito del ballo bellissimo e poi la pettinatrice.
Un sacco di giochi insomma! E hai dei fratellini o delle sorelline?
Si ho un fratellino che si chiama Francesco e si fa sempre la piscia
addosso
Forse Francesco è piccolo!
Sì io però gioco con le barbies e mio fratello con le brum brum
Sì, con le macchinine! Hai qualche animale?
No!c’ho solo il cavallo
E dove lo tieni?
Dal cassetto così non me lo perdo no?!
Ah sì certo!
Video
Racconto di storie inventate e conosciute
Entra in stanza con la Barbie…
Vedi distrugge tutto c’ha la bacchetta magica è una
fatta polizzotta che c’aveva in mano un cappello da
fata allora questa fata decide di andare al castello e
ppoi incontrò un principe che lei ballava e poi questa
storia quando quando quando lei e il principe la
vissero la mamma e il papà vissero per sempre felici
e contenti.
Conosci altre storie?
Va bene
Quale storia vorresti raccontare?
La storia di Cenerentola e poi ce l’ho anche la cassetta
e poi io so leggere e anche a scrivere
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C’era una volta tanto tempo fa la bambina di nome
Cenerentola che puliva tutti i vetri e anche i lavandini e
anche i bagni e anche e anche i vestiti… anche anche
emh…uhm..oddio pure le porte e anche…e la…
Che puliva tutto
E la matrigna cattiva incontrò un catto che si chiamava
Lucifero e ppoi Cenerentola che era andata al ballo del
principe che era molto bello Cenerentola andava a
ballare con il principe e andava a correre a spingere e a
tutto correva correva intanto cenerentola era molto
triste perché andava dal suo castello allora le
sorellastre tiravanoil vestito epoi lei eramolto disperata
e poi il principe vissero per sempre felici e contenti!
Così lo stellone marino poteva brillare. Ilde si addormenta.
Ilde si svegliò, però le onde si alzarono da mare e
spuntò la testa di un drago marino. Cosa sei venuto a
fare qui? Disse il drago. Sono venuta a chiederti perché
tu vivi sempre qui. Io? Perchè questo è il posto del
drago. Così come fu come non fu un colore regalò: il
verde scuro! Ma però il drago era lungo lungo fino a
trovare grande. Così il drago diventò tutto verde.
Questo colore è proprio bello! Disse il drago. Così Ilde
lo salutò. Chi è? Un delfino. Incontrò quel simpatico
delfino. Lo sai perché mia cara? Perché i delfini saltano.
Così come fu come non fu un colore regalò: il celeste
come il mare, così il delfino può far diventare tutto il
mare celeste. Però arrivarono altri pesci brutti. Spuntò
fuori uno squalo e una piovra. Così loro si prendono gli
ultimi colori e se ne vanno.
La narrazione Daniele (7 anni)
Mi puoi raccontare una storia che conosci?
“Io c’ho quella dell’Arcobalena, è una balena con tanti colori.
È un arcobaleno con tutti i colori, è una balena, si chiama Arcobalena,
però si chiama Ilde. Però viveva con i suoi amici. Però c’era un pesciolino
rosso che regalava sempre i colori ai suoi amici. Però ci sono due soli
cattivi: sono lo squalo e la piovra. Lo squalo era di blu e la piovra era di
viola.”
E che cosa fanno?
“Volevano rubare i colori, ma però c’erano solo due colori: celeste e viola.
Lo squalo si prende il blu e la piovra il viola. Adesso te la racconto. Che
cos’è? Forse chi sa, quel buffo però lo sai chi è? È un arcobaleno che fa
sempre i tuffi. Era una balena, però incontrò un pesciolino. Come fu come
non fu un colore regalò: il rosso! La mattina vide un sole vicino alla riva.
Cosa fai lì? Sto a dormire. Così come fu come non fu un colore regalò:
l’arancione! Così il sole poté diventare arancione. La notte incontrò uno
stellone marino: Accidenti che punte! Così come fu come non fu un
colore regalò: il giallo!
Però Ilde incontrò degli amici che aveva
dato un colore: al pesciolino gliel’aveva
dato rosso, al drago gliel’aveva dato
verde, allo stellone giallo, al sole
arancione, al delfino celeste, allo
squalo e alla piovra il blu e il viola.
Adesso però mi sono stancato.
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