Alfabeto imperfetto del candidato,Si fa presto a dire

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Alfabeto imperfetto del candidato,Si fa presto a dire
Alfabeto
candidato
imperfetto
del
Il rinnovo (?) dei consigli degli Ordini Regionali
Alfabeto imperfetto del candidato
Notizie, intenti, errori, amenità e strafalcioni da ansia
elettorale
Elezioni… che siano degli Ordini o dell’ENPAP, diventano il
terreno di battaglie più o meno accese fra i vari candidati,
che finiscono spesso per perdere il loro aplomb e ruzzolare in
scivoloni di ogni tipo.
Dall’insulto come strumento elettorale, molto gettonato in
queste elezioni e usato anche da personaggi di spicco, agli
errori di grammatica e sintassi, fino alle alte rappresentanze
istituzionali dell’ENPAP ridotte a fare da uomo-sandwich per
le squadre regionali, ecco tutto quello che non avreste voluto
vedere dai colleghi!
A come AUPI. Il sindacato storico degli psicologi si è
sciolto, sembra per la mancanza degli iscritti necessari per
superare la soglia minima imposta dal ministro Brunetta. Vinto
dall’incedere della storia, che ha trasformato gli psicologi
da elite di dipendenti pubblici sanitari a esercito di liberi
professionisti nei più svariati settori. L’ex segretario
generale del sindacato, in un ultimo amaro canto del cigno,
manda lettere a destra e a manca contro i presidenti degli
ordini che non gli vanno a genio, come se il sindacato
esistesse ancora.
In queste lettere fa i conti in tasca alle gestioni altrui. Ci
chiediamo quanto gli siano costati tutti quegli invii
postali,
almeno 15.000 euro? Forse sarebbe stato meglio
investirli in una lunga vacanza…
Ma anche…
A come Altrapsicologia. Fedeli alla politica della qualità,
abbiamo evitato di reclutare bande armate di colleghi
inesperti da mandare al macello: pensiamo che chi lavora
seriamente e con costanza per la categoria possa candidarsi
con cognizione di causa, mentre chi si ricorda che esistono
dei colleghi ed una categoria da tutelare solo quando c’è in
palio qualche poltrona, dovrebbe scegliere per coerenza di non
candidarsi. Ma è una scelta etica largamente disattesa dai
fatti… centinaia di candidati sorti dal nulla, reclutati dalle
varie listarelle, torneranno nell’oblio fra pochi giorni, e ci
resteranno per altri quattro anni. Mentre noi, come sempre, ci
saremo anche dopo…
B come Bilanci. Se ne vedono di tutti i colori, sui bilanci
usati per fare campagna elettorale. C’è chi accusa che non
sono trasparenti, chi dice che certe voci siano eccessive ed
altre troppo basse, insomma: c’è tutto quel vago interpretare
che ci prende quando vediamo un paio di colonne di numeri.
Andiamo con ordine, appunto: 1) i bilanci degli Ordini sono
pubblici e revisionati da controllori esterni, quindi è molto
difficile che non siano veritieri; 2) un bilancio occorre
saperlo leggere, prima di citarlo; 3) l’aumento delle spese
non è necessariamente un male: la gestione economica implica
investimenti, e un aumento delle spese può anche significare
che prima di aumentarle non si combinava nulla…
C come Candidati. In Veneto ce ne sono oltre 50, e circa 30
sono persone mai viste prima nella politica professionale: mai
un articolo, mai una iniziativa. Gente candidata per
l’occasione, per riempire liste altrimenti mezze vuote, alla
faccia della serietà e dell’impegno di AltraPsicologia per la
professione. Alcuni sono consiglieri ricandidati, per cui
questa volta non è saltata fuori la solita argomentazione
propagandistica che Tizio o Caio si ricandidano ad ogni giro
per stare attaccati alla poltrona.
Però certe faccende i consiglieri uscenti le tirano fuori
adesso: critiche alle gestioni a cui hanno partecipato per
quattro anni, proposte rivoluzionarie che cambieranno il corso
della psicologia… ma ci viene da chiedergli: “e dove siete
stati in questi quattro anni?”
Ma anche
C come Costruire Professione. All’ENPAP era Costruire
Previdenza. Ma è sempre l’AUPI, che si presenta sotto falso
nome perché ai sindacati non è consentito presentare liste di
candidati in elezioni come quelle dell’Ordine o dell’ENPAP. Ma
in Italia si può fare tutto, basta cambiare nome!
D come demagogia. Un fiume di demagogia: dalla consigliera
ricandidata che sostiene di voler modificare la “Legge
Basaglia” (immaginiamo si riferisca alla L.180/78) e di voler
controllare l’ENPAP attraverso gli ordini, fino allo squadrone
veneto che sostiene che sette ordini provinciali costerebbero
meno di un solo ordine regionale… una cosa del genere
l’abbiamo vista l’ultima volta 2000 anni fa, quando un tale
poi divenuto famoso si produsse nel noto miracolo dei pani e
dei pesci…
E come ENPAP. Mentre c’è un grave problema di collaborazione
fra minoranza e maggioranza all’interno del Consiglio di
Indirizzo Generale, che ha già portato per due volte
all’interruzione delle sedute, il nostro presidentissimo non
trova di meglio da fare che unirsi al carrozzone elettorale
degli Ordini per fare l’uomo-sandwich. Il 9 Gennaio lo
troveremo (vestito da Babbo Natale?) a razzolare in Veneto per
fare pubblicità alla lista dell’ex sindacato AUPI. Ci sono
cose che vanno oltre il senso del comune decoro: un sindacato
(sciolto) di pubblici dipendenti che governa la cassa
previdenziale dei liberi professionisti è già imbarazzante.
Una maggioranza che rimanda le trattative con i consiglieri
della minoranza ad una persona esterna, nemmeno iscritta
all’ENPAP, è ancora più imbarazzante. Che il presidente ENPAP,
che dovrebbe stare sopra le parti, arrivi ad usare la sua
funzione per sostenere una lista locale è la ciliegina sulla
torta… come a dire: siamo alla frutta!
F come Fantastici 4: quattro consiglieri uscenti del Veneto,
in omaggio alla più schietta anima autonomista, hanno fondato
ciascuno una propria lista privata. Così i candidati
risultanti, necessariamente improvvisati e reclutati
all’ultimo minuto (come hanno ingenuamente dichiarato in
pubblico), si sono moltiplicati fino a 36.
Nasce
il
sospetto
che
in
quattro
anni
i
rapporti
di
collaborazione fra i fantastici 4 e il resto del consiglio non
siano stati molto proficui; ma come si usava una volta nelle
cucine dei ristoranti, qualche crema e abbondanza d’aromi
coprono gli odori della materia prima di cattiva qualità.
In questo caso, per coprire gli evidenti difetti delle proprie
liste, alcuni sparano a zero sull’unica lista che candida
insieme cinque consiglieri uscenti, una dimostrazione di
salute nei rapporti di collaborazione. Il fatto che questo
gruppo di consiglieri abbia saggiamente costruito un’alleanza
con AltraPsicologia, è la prova provata che la Lista
dell’Ordine per la Professione è il meglio sulla piazza!
Ma anche
F come FIPASS. La Federazione Italiana delle Professioni Aree
Socio Sanitarie è una vera promessa, fin dal titolo: quella di
non considerare che la nostra professione non è fatta soltanto
di socio-sanitari… e mai come oggi, gli psicologi che lavorano
nelle aziende, nel commercio, nel marketing, nella finanza e
nel settore forense stanno riscuotendo il successo che
meritano.
AltraPsicologia intanto prosegue a occuparsi di tutti gli
psicologi, anche quelli che lavorano nel settore aziendale,
insieme a realtà di prestigio come Federmanager.
G come Giovani. Stanno sulla bocca di tutti, questi giovani.
Disoccupati, sfruttati, sottopagati, pochissimo tutelati dai
vecchi e nuovi sindacati, ritornano improvvisamente di moda
durante le elezioni, quando tutti gli attori della scena
politica ricordano improvvisamente che la nostra professione è
formata soprattutto da giovani professionisti, spesso con
difficoltà concrete di lavoro.
Tutti promettono grandi cose, dalla riduzione della tassa di
iscrizione (perché 30 euro in meno all’anno cambiano la vita
del giovane psicologo disoccupato, garantendogli un futuro
migliore…), alle iniziative che un giorno intraprenderanno se
dovessero essere eletti.
AltraPsicologia intanto ha già cominciato: risponde tutto
l’anno alle necessità dei giovani informando, organizzando
incontri per sviluppare il self-marketing, offrendo
gratuitamente un manuale di autopromozione. Se saremo eletti
faremo meglio e di più, grazie alle risorse economiche e
organizzative degli Ordini.
Ma anche
G come Giustizia. Almeno qualche decina di pareri richiesti
agli avvocati dei vari Ordini, in queste elezioni. Il tutto
per cercare di organizzare metodologie di voto rispettose
della normativa (e quindi evitare ricorsi), e di renderle allo
stesso tempo fruibili.
Tutto inutile: la procedura è stata necessariamente
complicata, troppo complicata per favorire il voto, senza che
i vari consigli regionali degli ordini potessero farci nulla.
Una legge con molti punti da rivedere, perché gli Ordini
stanno crescendo di numero e di questo passo si rischia di
fallire molti quorum anche in seconda convocazione.
H come Hacker. Da tutte le parti, spuntano candidati che
scrivono sulle aree commenti libere di AltraPsicologia per
promuovere il loro nome e i loro programmi, sfruttando la
popolarità del nostro sito, in assoluto il più visitato fra
quelli di tutte le associazioni di categoria. Sarà che siamo
simpatici, sarà che aggiorniamo il sito un paio di volte la
settimana invece che un paio di volte l’anno, ma i colleghi ci
cliccano spesso, e qualche furbo va a rimorchio per raccattare
voti. Succederà probabilmente anche per questo articolo, per
cui preavvisiamo i lettori e preferiamo non cancellare i
messaggi, seppure sgraditi: la nostra politica è di lasciare
che ognuno si danneggi con le proprie mani!
I come Italiano. Mai come in queste elezioni la nostra bella
lingua è stata bersagliata a colpi di tastiera dalle dita
rabbiose degli psicologi. La prima cosa che faremo, se saremo
eletti, saranno le ripetizioni di lingua e letteratura
italiana ad uso degli ex candidati… sperando che i non eletti
non spariscano nel nulla per altri quattro anni.
Il premio per la creatività spetta però all’ex-sindacato AUPI:
la rabbiosa comunicazione recapitata a casa di tutti gli
iscritti veneti è un inno alla manipolazione della lingua, con
quel “politici politicanti” che suona come uno scioglilingua
dal sapore vetero-proletario… fantastico!
L come Lista dell’Ordine per la Professione. La nostra lista
in Veneto, formata da AltraPsicologia e dal gruppo del
presidente Marco Nicolussi. Tanto per ripetere un concettochiave: la scheda elettorale è vuota, occorre trascrivere
tutti i nomi sulla scheda… prendete nota sull’agenda o sul
telefonino!
Marco Nicolussi
Pierluigi Policastro
Stefania Vecchia (Altrapsicologia)
Federico Zanon (Altrapsicologia)
Elena Bravi
Tiziana De Ruggieri
Carmen Muraro
Andrea Petromilli
Anna Galiazzo (Altrapsicologia)
M come Mailing. Una volta c’era solo AltraPsicologia, e per
tutto l’anno siamo gli unici a importunarvi con le nostre mail
di aggiornamento e informazione. Poi, improvvisamente, tutto
si risveglia e le nostre caselle si ingolfano di messaggi
elettorali da parte di perfetti sconosciuti.
Parte anche la caccia agli indirizzari, che diventano preziosi
come l’oro: orde di candidati che impazziscono per una decina
di indirizzi di persone a cui spedire la solita paccottiglia
elettorale. AltraPsicologia, che non ha di questi problemi
perché ha accumulato un indirizzario completo degli psicologi
italiani grazie al passaparola e alle iscrizioni al sito da
parte dei colleghi, viene invidiata e accusata di aver
ricevuto indirizzi da chissà quali fonti… incredibile ma vero,
la gente ci fornisce volontariamente il proprio recapito
perché gli scriviamo per informare, senza chiedere nulla in
cambio: in questa correttezza nel rapporto con i lettori sta
la nostra forza e la debolezza di chi si fa sentire solo in
campagna elettorale.
N come Numeri. Sarà che con la nostra professione proprio non
ci azzeccano, ma i numeri sono il tormentone di queste fredde
giornate: sparati a casaccio, invocati negli inni alla
trasparenza dei bilanci, ipotizzati, sommati (male) e
calcolati (peggio), i numeri più importanti per valutare
l’operato di un Ordine sono in realtà disponibilissimi, perché
i bilanci sono pubblici.
Ma pubblico non significa accessibile: solo pochi ordini
regionali superano la nostra prova di accessibilità al
bilancio tramite il sito web…
O come Orizzonti. La famosa mailing list che ospita le
discussioni fra molti degli psicologi impegnati nella politica
professionale e nell’ex sindacato AUPI stavolta ha mantenuto
toni contenuti. L’owner Dino Angelini, padrone di casa
ospitale e presente, è stato coscienza imparziale ma non
silenziosa.
In questi giorni, il tentativo di convincere quelli dell’AUPI
che gli hanno sciolto il sindacato, perché nessuno glielo ha
detto e tutti fanno finta di niente!
P come Programmi. Leggendoli ti viene da pensare che alcuni
siano stati scritti da un troll informatico, totalmente
digiuno di psicologia professionale, che si è divertito a
inventare proposte attraverso selvaggi copia/incolla dal mondo
fatato di internet.
Il nostro programma, che non è altro che la trasposizione in
una ventina di pagine di quanto abbiamo fatto finora e di come
vorremmo sviluppare un lavoro già avviato, forse appare
modesto se confrontato con le visioni di un mondo fantastico
in cui tutti i problemi degli psicologi andranno a risolversi
in un caleidoscopio di gioia. Ma a noi piace così:
modestamente e con quattro spiccioli, tirati fuori di tasca
nostra, abbiamo scritto un paio di libri di successo,
pubblicato centinaia di articoli, creato una rivista on-line e
l’Osservatorio della Psicologia nei Media, formulato una
proposta di Carta Etica per le scuole di psicoterapia, siglato
un accordo con Federmanager, regalato un manuale scaricabile
sull’autoimprenditorialità per gli psicologi, raccontato agli
psicologi quel che succede all’ENPAP… ecco: non ci serve la
fantasia per riempire il programma: ci bastano i fatti.
Q come Quota di iscrizione. Tutti vogliono abbassarla di 15,
20, 30 euro l’anno. Il perché non ci è chiaro: sembra di
assistere alla vendita di pentolame al ribasso negli week-end
tutto compreso. Abbassare le tasse è la solita manovra
demagogica, ormai abusata in ogni contesto; potremmo dirlo
anche noi, non ci costerebbe nulla. Ma preferiamo ragionare
diversamente: i soldi servono, e devono essere usati per la
categoria, per promuoversi e funzionare al meglio, in modo che
tutti gli psicologi ne abbiano un ritorno, economico e
professionale.
Ma anche
Q come Quorum. Pare sempre più difficile raggiungerlo, segno
che agli psicologi non importa molto delle elezioni.
Fortunatamente non siamo soli, tutte le professioni hanno il
nostro stesso problema, per cui ci conviene tornare con i
piedi per terra: non siamo peggiori degli altri!
R come Rinnovamento. Un’altra delle formule abusate in queste
elezioni. Tutti promettono che rinnoveranno le cose, una volta
ri-eletti, e ci si chiede perché non le abbiano rinnovate
intanto che stavano in carica. Per alcune liste e per l’exsindacato AUPI, la faccenda si complica: come è possibile
sostenere che si vuole rinnovare, quando da vent’anni si
occupano con totale immobilità le poltrone degli Ordini e oggi
si è prossimi alla pensione? Facciamo finta per un attimo che
il candidato ideale per il rinnovamento sia una/un giovane
professionista con trent’anni di vita produttiva davanti a sé,
libera/o da appartenenze sindacali e svincolata/o da ordini di
scuderia, che ha dimostrato sul campo con costanza ed
intraprendenza di avere idee ed energie da investire per
rinnovare la gestione della professione… ops! Sembra il
ritratto dei candidati di AltraPsicologia!
S come Servizi agli Iscritti. Nessuno esplicita questa
direttrice come fondamentale per il rapporto con gli iscritti,
mentre AltraPsicologia e le liste in cui è presente l’hanno
esplicitato all’ENPAP e agli ordini come un punto centrale. La
verità, nuda e cruda, è che siamo ancora lontani anni luce da
una gestione sul modello anglosassone, in cui l’iscrizione
alle associazioni di categoria non è obbligatoria, e quindi le
iscrizioni avvengono soltanto sulla base dei vantaggi, del
prestigio e dei servizi offerti (con quote di iscrizione molto
simili alle nostre, o superiori). Un esempio fra tutti, la
sezione benefit dell’American Psychological Association.
E soprattutto, siamo ancora lontani dal recepire un modello di
offerta di servizi ispirato a metodologie attuali e
innovative: appena parli di servizi, i vari consiglieri più o
meno sindacali ti obiettano che “offrire servizi costa”. Vai a
spiegargli che il commercio segue regole particolari, che
possiamo sfruttare grazie al fatto che siamo in tanti. Vai a
spiegargli che il sindaco di Fontaniva, paesino nel profondo
nord della provincia di Padova, ha offerto ai suoi cittadini
crociere a metà prezzo (risparmio netto: 300.00 euro a
persona) senza spendere un euro delle casse comunali, solo
perché con un migliaio di clienti ha potuto trattare con la
società che ha venduto i viaggi.
Vagli a spiegare che AltraPsicologia offre ai suoi iscritti
una convenzione con una rete di commercialisti che offrono la
gestione amministrativa e fiscale piena a 600,00 euro l’anno
(300 euro di risparmio), solo perché garantisce una quota
fissa di clienti.
Lo ripetiamo: il nostro scopo è restituire in servizi quanto
spendiamo ogni anno per la quota di iscrizione, il tutto senza
aggravio di spesa per l’Ordine.
T come Trolley. Non l’abbiamo inventata noi, questa notizia
che riportiamo dalla discussione pubblica in una mailing list:
un candidato per l’Ordine Sicilia avrebbe assistito all’arrivo
di candidati con un trolley pieno di schede elettorali votate
e autenticate, poi consegnate al seggio come “voti postali con
raccomandata a mano consegnata da terzi”. Inutile dire che
l’idea del trolley ha riscosso molto successo, e i candidati
si sono aggiudicati come premio la poltrona di consiglieri.
Qualche buontempone sostiene che la procedura sia irregolare…
irregolare? Ma non vorrete davvero paragonare l’eleganza del
trolley alle squallide urne elettorali imposte dalla
tradizione?
U come Ufficio Stampa. Uno dei punti nodali del nostro
programma, orientato a comunicare la nostra professione alla
gente. Qualche tradizionalista sostiene che dovrebbe essere la
gente a comunicare con noi, come si usava ai tempi di Freud,
quando i pazienti lo chiamavano Signor Professore e lo
cercavano da tutta l’Europa. Un vero peccato che nel frattempo
le cose siano un po’ cambiate, e oggi la professione richieda
attenzione all’immagine pubblica, promozione e informazione
corretta sulla psicologia e sugli psicologi, vigilanza sulle
notizie scorrette nei media e un’attenzione a spiegarci meglio
con la gente…
V come Voto Postale: mai come questa volta la legge è
un’opinione. Si va dalle regioni in cui i candidati hanno
portato a mano i propri voti e quelli dei loro 800
sostenitori, a quelle in cui il voto postale è ammesso solo
dopo l’esame del DNA. Il tutto sotto l’egida interpretativa
degli avvocati dei vari Ordini, ciascuno con un parere
diverso, e un CNOP che sceglie la soluzione salomonica di
permettere di tutto e di più, lasciando ai singoli ordini la
scelta se avvalersi o meno dei metodi più disinvolti.
Inutile dire che tutto ha un prezzo: in Veneto, il rigore
della metodologia ha garantito la regolarità del voto, ma le
schede arrivate regolarmente per posta sono state pochissime,
circa 300.
Z come Zanon Federico, Vecchia Stefania, Galiazzo Anna. I
candidati di AltraPsicologia per l’Ordine Veneto. La lista
completa con cui ci presentiamo alle elezioni per il rinnovo
del consiglio dell’Ordine Veneto, il programma e tutte le
informazioni su:
www.psicologiveneto.it
Si
fa
presto
trasparenza...
a
dire
Gli Ordini e la comunicazione agli iscritti
Si fa presto a dire trasparenza…
prove di accessibilità al bilancio sui siti web degli Ordini
In questi giorni tutti parlano di bilanci, di trasparenza, di
comunicazione. Il bilancio degli Ordini Regionali, questo
sconosciuto (ma quanti colleghi lo leggono?) generalmente
viene inviato con i vari bollettini informativi cartacei.
Il bilancio di un ente pubblico è anch’esso pubblico. Non per
gli iscritti, ma per tutti: significa che qualunque cittadino
inteerssato deve potervi accedere facilmente.
Ma per noi comunicazione e trasparenza significa una cosa
sola: reperire l’informazione cercata nel più breve tempo
possibile, possibilmente in meno di un minuto.
Abbiamo fatto questa prova per voi: sito per sito, abbiamo
passato in rassegna gli Ordini Regionali alla ricerca del loro
bilancio, utilizzando la funzione “cerca nel sito”, e abbiamo
stilato questa super-classifica di qualità della
comunicazione.
PROMOSSI:
BILANCIO PRESENTE, AGGIORNATO E FACILMENTE RAGGIUNGIBILE
Ordine Psicologi di Trento: in testa alla nostra hit parade!
link al bilancio preventivo 2010 visibilissimo in alto nella
home page, esemplare trasparenza e dieci secondi netti per
trovarlo e accedere!
Ordine Psicologi Emilia Romagna: in trenta secondi circa,
accediamo attraverso la funzione “cerca” a tutti i bilanci,
ordinati per anno fino al preventivo 2009. Nella stessa
pagina, diverse delibere pubblicate. Un esempio di trasparenza
e comunicazione virtuosa.
Ordine Psicologi Toscana: Bilancio preventivo 2009 trovato in
circa trenta secondi attraverso la funzione “cerca”, anche se
la grafica non è molto chiara.
Ordine Psicologi Molise: grafica essenziale, quasi scarna, e
tre voci al link del consiglio, una delle quali è il bilancio.
Entrando, l’elenco dei bilanci aggiornato fino al consuntivo
2008. Ottima l’accessibilità, un po’ meno l’aggiornamento.
RIMANDATI:
BILANCI PRESENTI MA DIFFICILI DA CONSULTARE/TROVARE
Ordine Psicologi Veneto: mi preme particolarmente, perché è
l’Ordine in cui sono iscritto. Ma i bilanci non sono visibili
attraverso la funzione “cerca”, si trovano pubblicati nei
bollettini scaricabili dalla home page. Un meccanismo
complicato per accedere ad informazioni essenziali per gli
iscritti… e per fortuna c’è una commissione internet!
Ordine Psicologi Piemonte: non abbiamo trovato la funzione
“cerca”, ma i bilanci sono accessibili con una ricerca di
circa un minuto fra i link del sito. Il problema è che sono
stati pubblicati soltanto fino al 2007, e saremmo nel 2010…
rimandato, ma meriterebbe una sonora bocciatura!
Ordine Psicologi delle Marche: bilancio aggiornato al
preventivo 2008 accessibile in modo agevole. Manca lo storico
dei bilanci e l’aggiornamento è insufficiente, ma almeno ci
hanno provato…
BOCCIATI: NESSUNA TRACCIA DEI BILANCI
Ordine Psicologi Lombardia: molte informazioni interessanti,
fra cui l’area per i cittadini, ma nessuna traccia del
bilancio.
Ordine Psicologi Sicilia: bilanci impossibili da trovare con
una ricerca rapida fra le pagine (manca la funzione “cerca”).
Probabilmente scorrendo i bollettini (pubblicati in formato
.pdf) qualcosa si sarebbe trovato, ma a nostro parere il
bilancio richiede una pubblicazione a parte. Una
considerazione sull’aspetto del sito, che ricorda certi
videogame degli anni ’80: la grafica web ha fatto passi da
gigante, oggi con qualche programmino gratuito si ottengono
risultati certamente migliori di quello che abbiamo visto,
perché non provare?
Ordine Psicologi Lazio: Sito di ottima qualità, aggiornato e
ricco di informazioni normative e istituzionali. Ma
dell’attività del consiglio rimane pubblico soltanto l’ordine
del giorno delle sedute, e i bilanci sono introvabili.
Ordine Psicologi Liguria: grafica scarna, sito lento, nessuna
traccia del bilancio o delle delibere.
Ordine Psicologi Friuli Venezia Giulia: bilancio introvabile
con la funzione “Cerca” e con la ricerca fra le pagine del
sito. Sarà per la prossima volta…
Ordine Psicologi Sardegna: un bel sito, aggiornato e
rinnovato. Peccato per il bilancio, non disponibile in area
pubblica, forse presente in area riservata (dove rimanda la
funzione “cerca”).
Ordine Psicologi Puglia: il sito è piacevole ma poco curato,
con molte sezioni vuote. La funzione “cerca” non trova nulla
alla voce bilanci. Per curiosità spulciamo fra i tre
bollettini notiziari pubblicati in .pdf nel 2009, alla ricerca
dei bilanci: non troviamo nulla.
Ordine Psicologi Umbria: non abbiamo trovato i bilanci, ma c’è
una sezione accessibile dalla home page in cui sono pubblicate
le consulenze e i compensi versati dall’Ordine, in
ottemperanza alla normativa per gli enti pubblici largamente
disattesa. Ma non basta, l’informazione
economica non si esaurisce così.
sulla
gestione
Per il resto, grafica molto migliorabile ma contenuti
interessanti e una sezione dedicata al cittadino.
Ordine Psicologi Abruzzo: bella grafica, carino il pensiero di
pubblicare gli enunciati di accessibilità, peccato che poi
nella pratica non si riesca a trovare traccia dei bilanci…
Ordine Psicologi Bolzano: interamente in tedesco, manca la
versione in italiano… che sia un messaggio subliminale
all’Italia?
BOCCIATI CON NOTA DI DEMERITO:
il vizietto dell’ex-sindacato…
Ordine Psicologi Valle d’Aosta: del bilancio nessuna traccia,
delle delibere neppure, nonostante il link in bella vista. In
compenso, una sezione ENPAP che riporta una comunicazione che
racconta dei successi del gruppo di maggioranza, vantando
provvedimenti che non sono ancora stati approvati. A questo si
aggiunge, nella sezione “link utili”, il link al sito
dell’AUPI, ex-sindacato degli psicologi in maggioranza
all’Ordine Valle d’Aosta, e nessun’altro ai siti delle
associazioni di categoria.
Pessimo esempio di uso improprio dello spazio pubblico e
istituzionale dell’Ordine: dobbiamo essere noi a ricordare che
il sito web pagato dagli iscritti deve riportare informazioni
imparziali e dare voce a tutti?
Ordine Psicologi Basilicata: il sito ha un aspetto molto
gradevole, ma i bilanci sono irreperibili. Peccato per i link
utili: figurano l’ENPAP, il Ministero della Salute, l’APA,
l’Ordine nazionale e infine… l’AUPI. Certo che paragonare APA
e AUPI…
Ordine Psicologi della Calabria: nessuna traccia del bilancio,
e un uso scorretto dello spazio web pubblico degli iscritti.
Infatti, nella sezione link campeggia in formato gigante il
logo dell’ex-sindacato AUPI, e nessun’altro link alle
associazioni di categoria. Pessimo esempio di pluralità:
l’ordine non è una proprietà privata.
Ordine Psicologi Campania: niente di niente… cerca, linka,
ricerca, ma dei bilanci nessuna traccia. E nemmeno delle
delibere, e delle news. In compenso, molte notizie elettorali,
segno che al rinnovo del contratto ci si rivitalizza!
Nell’area link, il banner dell’AUPI è presente addirittura due
volte… pessima
iscritti.
gestione
dello
spazio
web
pagato
dagli
Conclusioni…
Quattro promossi a pieni voti, con una nota di merito per
l’Ordine Emilia Romagna.
Tre rimandati, ma di fatto solo in Veneto il bilancio è
pubblicato in area non riservata, sebbene sia raggiungibile
con difficoltà.
Quattordici bocciature, ben quattro con nota di demerito per
uso improprio dell’area link, ma potrebbero esserci sfuggiti
altri abusi. Il segno che la comunicazione e la trasparenza
sono optional ancora poco quotati fra gli ordini regionali… e
che permane in alcuni casi una certa mentalità feudale, per
cui se sono in maggioranza all’Ordine posso fare pubblicità
gratuita alla mia associazione, escludendo tutte le altre.
Altro che cultura, scienza, comunicazione, respiro
internazionale… in quattro regioni stiamo ancora fermi al
medioevo, con le insegne del signorotto locale sulle carrozze
e sulle case dei contadini!
Federico Zanon
Meglio l’Ordine custode
l’Ordine libraio?
o
Meglio l’Ordine custode o l’Ordine libraio? Un dilemma con una
soluzione.
Albi ed ordini (def. Wikipedia): il concetto di albo è in
qualche modo legato al concetto di Ordine (…). Per “Ordine
professionale” si intende l’istituzione, ovvero un ente
organizzato e istituito per legge, a cui lo Stato ha affidato
il compito di tenere aggiornato l’albo e di tutelare la
categoria professionale e il codice deontologico.
E’ piuttosto evidente che la funzione dell’Ordine sia quindi
legata ad una funzione prioritaria di tutela della
professione, dall’interno e dall’esterno. Se nel primo caso lo
espleta attraverso il codice deontologico, sanzionando le
violazioni dello stesso fino alla possibilità di essere
“radiati”, nel secondo caso, ovvero le relazioni tra il
“dentro” e il “fuori” rappresentano forse la funzione primaria
dell’Ordine stesso.
Nessuno si domanda, nessuno eccepisce suo fatto che al
principio di ogni seduta del Consiglio di un Ordine si approvi
con un voto pro-forma l’ingresso di coloro i quali abbiano
dimostrato di avere i requisiti per essere a tutti gli
effetti, psicologi. La ragione è che questo è il compito
essenziale dell’ordine: verificare i requisiti, e decidere chi
è dentro o fuori dalla categoria.
Il che ha profonde implicazioni, consentendo di eseguire degli
“atti tipici” che non sono stati ben specificati nella legge
56/89 che ormai ha compiuto venti anni ma che esistono eccome.
E. va da sé, di escludere dall’esercizio di tali atti coloro i
quali non hanno potuto iscriversi all’Albo degli Psicologi
perché ritenuti in difetto dei requisiti richiesti (laurea,
tirocinio, esame di Stato).
Si badi bene, perché la cosa è importante. Essere abilitati ad
esercitare non c’entra con la bravura o capacità del
professionista. Si pensi ad uno Zelig di Woody Allen, ovvero
ad un soggetto che si sveglia ogni mattina con una diversa
identità e pretenda di operare qualcuno, di redigere un atto
notarile o di difendere un imputato. La questione non sarà mai
se questo soggetto sia più o meno bravo di un chirurgo, un
notaio, un avvocato: semplicemente, non lo potrà fare. Gli
Ordini sono accusati di protezionismo proprio perché
costituiscono un limite al libero mercato.
Ecco che, se posso permettermi
presenta innanzi a tutto come una
una magica porta, di una linea di
chi è, nello specifico, psicologo
chi non lo è.
una metafora, l’Ordine si
sorta di potente custode di
confine ideale che sancisce
-e fa cosa da psicologo-, e
La difficoltà di tutelare l’iscritto da tutti coloro che
abusivamente fanno cose “da psic” viene spesso addotta a
giustificazione del non-agire verso tutti i coach, pedagogisti
clinici, counsellor, maghi e quant’altro possa permettere una
vicinanza alla professione psicologica e dunque una
sostituzione dello psicologo con figura analoga.
Ora, direi che chi trova difficile, troppo difficile e quindi
non se la sente di esercitare questo ruolo di tutela, o chi ne
ha avuta la possibilità e il dovere di fare tutela ed è venuto
meno a questo dovere può senza ombra di dubbio dedicarsi a
fare altro nella vita. A meno di rimettere in discussione una
funzione centrale, “core”, dell’Ordine.
Io trovo che l’iscritto abbia il diritto sacrosanto di
pretendere la certezza che il proprio Ordine regionale faccia
tutto il possibile per evitare che il proprio ruolo sia
soppiantato da un soggetto privo di titolo.
Gli strumenti per la tutela infatti, ci sono eccome.
Vi è ad esempio la legge, la 348 c.p. che punisce l’esercizio
abusivo di professione. E’ certo difficile -ma non
impossibile- da applicare. E poi, facendo un passo indietro,
non si diceva che per chi gestisce un Ordine rinunciare alla
tutela non può essere un’opzione, ma un atto dovuto?
Mi pare del tutto apprezzabile apprendere che l’Ordine si è
ritenuto danneggiato, e si è dunque costituito parte civile
nel procedimento contro tale Dr. Abela, naturopata condannato
per esercizio abusivo della professione di psicologo.
Purtroppo tutto questo avviene in una regione diversa dalla
nostra, l’Emilia-Romagna. Quante volte l’Ordine lombardo si è
costituito parte civile in procedimenti analoghi? Non mi
risulta sia avvenuto. Mai.
Vi è inoltre la possibilità di campagne mirate di informazione
e promozione che diventano immediatamente anche tutela della
nostra professione. Personalmente, lavorando in area
scolastica, mi è capitato di scoprire che lo sportello di
ascolto psicologico fosse gestito da un counsellor, o da un
religioso, o da un volontario privo di qualifica. Cosa
accadrebbe se i dirigenti delle scuole superiori lombarde
ricevessero un’informativa sulla prerogativa psicologica della
cura del disagio presso gli adolescenti? Che non troppo
casualmente faccia riferimento al fatto che qualunque soggetto
non titolato che esegua interventi psicologici sui ragazzi
costituisce un reato… commesso tra le mura scolastiche?
Altro esempio. Cosa dire delle scuole di psicoterapia che
formano counsellor non laureati in psicologia, realtà rispetto
alla quale l’Ordine lombardo non agisce? Qui si tratterebbe di
colleghi psicologi che creano un danno alla categoria,
configurando anche la possibilità di sanzioni interne. Invece,
tutto tace sulla tutela della professione in Lombardia.
L’Ordine Lombardia che conosco somiglia più ad una fabbrica di
convegni e congressini, spesso poco interessanti. Con cadute
di stile che lasciano intravedere una interpretazione del
mandato dell’Ordine molto lontana dalla sua mission. Si è
visto in un passato neppure troppo lontano un Ordine che
costruiva fondazioni interne per offrire formazione. Peggio:
si è visto anche l’Ordine editore, ovvero l’Ordine che
pubblica libri. Il che potrebbe avere anche una funzione
culturale, salvo che tale funzione è già ampiamente assolta
dalle… case editrici! Tutti sanno che se un libro viene
pubblicato o no questo dipende dall’interesse che si ritiene
possa suscitare. Se ad esempio, spinto da un’insana e
solipsistica passione per la botanica scrivo una storia dei
muschi e dei licheni è probabile che dovrò pagarmi la
pubblicazione per poi costringere qualche amico a leggerlo, o
se ne ho la possibilità, una povera classe di studenti
universitari a studiarlo in quanto programma d’esame. Ma
l’Ordine Psicologi della Lombardia non può più confondersi con
un editore o con un’agenzia di formazione, e dimenticarsi del
suo ruolo primario. Di custode di un libro su cui ci sono i
nostri nomi e il sudore di una formazione lunga e difficile.
La voce degli psicologi? Un
disturbo per gli Ordini
La democrazia si basa sul fondamentale assunto della
rappresentanza, secondo il quale i rappresentanti eletti
portano avanti, attraverso il lavoro istituzionale, le istanze
dei cittadini che rappresentano.
Uno dei più gravi rischi per la democrazia è lo scollamento
tra i governanti e i cittadini che li hanno votati. Chi
ricopre ruoli di potere, con un preciso mandato, può
dimenticare che parla ed agisce in nome e per conto di chi
l’ha eletto proprio portavoce.
Succede, nei casi più eclatanti, che i cittadini manifestino a
gran voce la loro volontà, chiedendo ai politici, cui sono
legati dal patto democratico, di veicolarle attraverso il loro
ruolo ai decisori, e che i rappresentanti invece perseguano
altri obiettivi, ignorando le istanze della base. L’esito
paradossale può essere addirittura che i governanti non solo
non tengano conto della voce della base, ma la svalutino, la
denigrino e la disprezzino. Si realizza così il rovesciamento
della democrazia, la rottura del patto.
Inoltre, non sempre questo gravissimo sovvertimento delle
regole democratriche è così palese. I rappresentanti contano
infatti su un’arma segreta, da loro custodita con cura:
l’ignoranza dei cittadini che rappresentano. Se le persone non
conoscono, non capiscono, non possono valutare, non hanno gli
strumenti per esprimere la loro opinione ed opporsi. Così i
politici possono agire indisturbati, nei palazzi del potere,
senza doversi confrontare con l’indignazione dei cittadini.
E’ quanto è successo con la proposta di legge sulla
psicoterapia convenzionata e il famigerato emendamento sulla
diagnosi psicologica.
Altra Psicologia e la mailing list orizzonti psy hanno
promosso una petizione che ha raccolto più di 13000 firme.
Attraverso la petizione gli psicologi hanno voluto far sentire
la loro voce e chiedere ai loro rappresentanti (gli ordini
regionali e il CNOP) di portare avanti le loro richieste.
L’adesione straordinaria alla petizione, sia in termini del
numero assoluto dei firmatari, sia rispetto alla presenza di
colleghi che vantano un profilo professionale di eccellenza,
dimostra quanto fosse forte per gli psicologi la necessità di
trovare espressione.
Ebbene, i rappresentanti degli psicologi, tranne rare e
tardive eccezioni, non hanno ritenuto la petizione, ovvero
l’espressione della volontà dei cittadini che rappresentano,
degna di nessuna attenzione. Non l’hanno pubblicizzata, non
hanno informato in merito, nonostante le numerose
sollecitazioni a loro giunte. La motivazione addotta è stata
che la petizione ha disturbato la commissione parlamentare che
si occupa della proposta di legge e il loro stesso lavoro
istituzionale.
La voce degli psicologi che rappresentano e che li hanno
votati è per questi signori un disturbo. Le figure
istituzionali degli ordini hanno addirittura chiesto scusa ai
componenti della commissione parlamentare che discute sulla
proposta di legge per il fastidio arrecato dalla petizione e
dalle comunicazioni inviate dagli psicologi. L’opinione di
13000 colleghi è stata ritenuta una puerile intemperanza,
un’inopportuna interferenza, un intervento fuori luogo.
Ma molti colleghi non si sono accorti di nulla. Altra
Psicologia ha ricevuto diverse mail che testimoniano la
supposizione da parte dei colleghi che la petizione fosse
stata appoggiata o addirittura promossa dagli ordini! I
politici della professione si sono infatti guardati bene
dall’offrire informazioni complete e tempestive. In questo
modo si è ingenerato un equivoco: mentre alcuni psicologi
pensavano di essere stati supportati dai loro ordini, erano
invece
stati
ignorati,
svalutati
e
trattati
paternalisticamente da rappresentanti che chiedevano scusa per
le loro azioni impudenti!
L’agire delle figure istituzionali è motivato da un’opinione
spesso espressa dal presidente di uno degli ordini regionali:
l’opportunità di non dare informazioni agli iscritti per non
correre il rischio di allarmarli (!). La logica sottesa è che
solo chi guida gli ordini sappia cosa è bene per gli
psicologi, addirittura meglio di loro stessi. In questa
asserzione si unisce una visione della comunicazione di tipo
antidemocratico e demagogico (meglio che il popolo poco
sappia, per portarlo dove vuole il regime) ad una visione
delle persone paternalistica e autoritaria (le persone non
sono in grado di valutare e decidere responsabilmente, ma
hanno bisogno di un potere forte che sa quale è il loro bene e
le guida).
Riteniamo invece doveroso informare con continuità e
tempestività i colleghi, perché attraverso le informazioni cui
hanno accesso possano sviluppare una propria idea sulle
questioni di politica professionale, che li riguardano
direttamente, e possano manifestare liberamente le proprie
posizioni.
Regolamento interno per il
funzionamento
dell'Ordine
degli Psicologi
ORDINE DEGLI PSICOLOGI
Consiglio Nazionale
REGOLAMENTO INTERNO
PER IL FUNZIONAMENTO
DELL’ORDINE DEGLI PSICOLOGI
Deliberazione CNOP 5 aprile 2003
——–
Modificato a seguito dell’approvazione del Regolamento di
Contabilità (approvato dalla Ragioneria dello Stato)
del 5 marzo 2005
art. 28, comma 6, lettera a) della Legge 18 febbraio 1989, n.
56
Art. 1 Definizioni 3
Art.2 Della elezione delle cariche. 3
Art. 3 – Del Consiglio. 4
Art. 4 – Convocazione su richiesta dei consiglieri 4
Art. 5 – Formalità della convocazione. 4
Art. 6 – Delle sedute. 4
Art.7 – Delle deliberazioni 5
Art.8 – Organizzazione interna. 5
Art.9 – Commissioni 6
Art.10 – Gruppi di lavoro. 6
Art.11 – Il Presidente. 7
Art.12 – Vice Presidente. 7
Art.13 – Segretario. 7
Art.14 – Tesoriere. 7
Art.15 – Indennità per i consiglieri 8
Art.16 – Trattamento economico di missione. 8
Art.17 – Documentazione. 9
Art.18 – Anticipazioni 9
Art. 19 – Contratti – Norme generali*. 9
Art. 20 – Deliberazione a contrattare*. 10
Art. 21 – Commissione per i contratti 10
Art. 22 – Asta pubblica*. 10
Art. 23 – Licitazione privata*. 10
Art. 24 – Svolgimento delle gare*. 11
Art. 25 – Criteri di aggiudicazione dell’asta pubblica e della
licitazione privata*. 11
Art. 26 – Appalto-concorso*. 11
Art. 27 – Trattativa privata*. 12
Art. 28 – Stipulazione ed approvazione dei contratti*. 12
Art. 29 – Collaudo dei lavori e delle forniture*. 13
Art. 30 – Cauzione*. 13
Art. 31 – Penalità*. 13
Art. 32 – Lavori e spese in economia*. 13
Art. 33 – Esecuzione dei lavori in economia*. 14
Art. 34 – Provviste in economia*. 14
* Articoli abrogati il 5/03/05 a seguito dell’approvazione del
nuovo Regolamento di Contabilità.
FUNZIONAMENTO DEL
CONSIGLIO NAZIONALE
Art. 1 Definizioni
Ai fini del presente regolamento, si intende per:
a)
b)
Legge, la legge 18 febbraio 1989, n.56;
Consiglio, il Consiglio nazionale dell’Ordine degli
Psicologi;
c)
Presidente, il Presidente del Consiglio;
d)
Consigliere, il componente del Consiglio;
e)
Segretario, il Segretario del Consiglio;
f)
Segreteria, gli uffici amministrativi del Consiglio;
g)
Seduta, l’adunanza dei consiglieri convocata ai sensi
della Legge e del presente regolamento per l’esercizio delle
funzioni di cui all’art.28, comma 6, della Legge;
h)
O.d.g., ordine del giorno;
Art.2 Della elezione delle cariche
Il Consiglio, nella sua seduta di insediamento, provvede alla
elezione del Presidente, del Vice Presidente, del Segretario e
del Tesoriere.
La seduta è valida se
Consiglieri in carica ed
anziano di età. Svolge le
il Consigliere più giovane
è presente la maggioranza dei
è presieduta dal Consigliere più
funzioni di Segretario della seduta
per età.
Per l’elezione delle cariche si procede a votazioni separate.
Il Segretario provvede a predisporre e consegnare, unitamente
ad una penna di identico colore, le schede di voto con i
nominativi dei Consiglieri. Sul frontespizio della scheda, che
reca il timbro dell’Ordine con la sigla del Presidente della
seduta, sono in ragione delle cariche da eleggere riportate le
seguenti diciture: “Elezione del Presidente”, “Elezione del
Vicepresidente”, “Elezione del Segretario” e “Elezione del
Tesoriere”.
La prima elezione è quella del Presidente e successivamente,
nell’ordine, si svolgono quella del Vicepresidente, quella del
Segretario e quella del Tesoriere. Per procedere alla
votazione successiva è necessaria la proclamazione dell’eletto
di quella precedente.
Le operazioni di spoglio sono effettuate dal Presidente e dal
Segretario della seduta.
Per le elezioni, nelle prime tre votazioni è necessario il
voto favorevole della metà più uno dei Consiglieri in carica;
per le altre votazioni è richiesta la maggioranza dei voti
validi dei Consiglieri in carica. In tali ultime votazioni ai
fini del computo del quorum deliberativo non si calcolano le
schede bianche, i voti nulli e le astensioni.
Qualora la prima seduta sia dichiarata deserta per la mancanza
del numero legale, spetta al Consigliere più anziano per età
tra i presenti darne immediata comunicazione al Ministro della
Giustizia.
Art. 3 – Del Consiglio
Il Consiglio è convocato dal Presidente almeno una volta ogni
sei mesi e, comunque, ogni volta che se ne presenti la
necessità o quando sia chiesto da almeno un terzo dei
consiglieri.
Il Consiglio è regolarmente costituito se sono presenti la
maggioranza dei consiglieri in carica e il quorum deve essere
raggiunto non oltre sessanta minuti dall’ora di convocazione.
I singoli consiglieri, nella loro qualità di Presidenti di
Consigli Regionali, possono essere sostituiti a tutti gli
effetti, in caso di impedimento, dal rispettivo Vice
Presidente.
Il quorum deve essere mantenuto nel corso della seduta. In
caso almeno due Consiglieri ne chiedano la verifica, il
Presidente ove ne constati la carenza può sospendere la seduta
per non oltre trenta minuti. Ove il quorum non venga
raggiunto, la seduta è conclusa.
Art. 4 – Convocazione su richiesta dei consiglieri
La richiesta di convocazione indica gli argomenti da porre
all’Ordine del giorno. Il Presidente fissa la seduta, che in
ogni caso deve essere tenuta entro quarantacinque giorni dalla
data di ricezione della richiesta medesima.
Art. 5 – Formalità della convocazione
Il Consiglio è convocato dal Presidente mediante avviso
trasmesso al domicilio, che i Consiglieri hanno a tal fine
eletto in occasione dell’insediamento, almeno 10 giorni prima
di quello fissato per la seduta. L’avviso contiene
l’indicazione del giorno e dell’orario della seduta nonché la
sede e l’O.d.G. E’ spedito a norma mediante e-mail, ovvero
raccomandata con ricevuta di ritorno, ovvero altro mezzo
documentabile.
Il fascicolo con quanto di utilità ai fini della discussione
dell’O.d.G. è depositato presso la Segreteria almeno sei
giorni prima della data di seduta ed è trasmesso ai
Consiglieri entro le quarantotto ore immediatamente precedenti
la seduta.
L’O.d.G. può essere modificato entro 7 giorni prima del
Consiglio, oppure, all’unanimità dei Consiglieri in carica
all’inizio della seduta. Tuttavia in tale ultima
ipotesi
ciascuno dei Consiglieri può opporsi alla discussione degli
argomenti sui quali non si ritenga sufficientemente informato.
Art. 6 – Delle sedute
Le sedute sono presiedute, nell’ordine, dal Presidente, dal
Vice Presidente ovvero dal Consigliere più anziano per età.
Su proposta di un terzo dei Consiglieri presenti ovvero del
Presidente, il Consiglio può modificare la successione dei
punti in discussione dell’O.d.G.
Prima di procedere alla votazione, il Presidente concede la
parola a uno dei Consiglieri che si dichiara contrario.
Il Presidente, o un suo delegato, introduce gli argomenti
all’O.d.G.
I Consiglieri comunicano al Segretario, che ne prende nota in
ordine cronologico, l’intenzione di intervenire nella
discussione nonché presentano gli emendamenti alla proposta di
deliberazione. Il Presidente dà la parola a ciascun
Consigliere per non più di cinque minuti e per non più di due
volte sullo stesso punto all’O.d.G.
Ciascun Consigliere può chiedere al Presidente la parola per
richiamo al Regolamento.
Al termine della discussione, il Presidente pone ai voti la
proposta di deliberazione, che è formulata in modo chiaro e
preciso, nonché gli eventuali emendamenti.
Prima della votazione, il Tesoriere si esprime sulla copertura
e conformità al bilancio delle proposte di deliberazione.
Il Consigliere che ha, per sé o per conto di terzi, un
interesse in conflitto con quello del Consiglio deve
dichiararlo e astenersi all’esercitare il voto.
Le deliberazioni sono assunte a maggioranza dei
dei consiglieri presenti. Il Presidente vota per
caso di parità prevale il suo voto. Ai fini del
quorum deliberativo non si calcolano le schede
voti nulli.
voti validi
ultimo e in
computo del
bianche e i
Il verbale è sottoscritto dal Segretario e dal Presidente ed è
trasmesso in copia ai Consiglieri con la convocazione della
seduta immediatamente successiva.
L’approvazione del verbale è posta al primo punto dell’O.d.G.
Il verbale è redatto in forma sintetica e contiene:
a)
Il nominativo dei presenti e degli assenti;
b)
il luogo, la data, l’ora d’inizio e la convocazione;
c)
in
la sintesi della discussione e l’esito della votazione
ordine alle deliberazioni, con l’indicazione degli
assenzienti, dissenzienti ed astenuti;
d)
le dichiarazioni richieste dai Consiglieri in sintesi.
Art.7 – Delle deliberazioni
Le deliberazioni, con la firma del Presidente e del
Segretario, sono immediatamente esecutive, sono numerate
progressivamente per ogni anno e conservate in apposito Libro
delle deliberazioni.
Art.8 – Organizzazione interna
Al fine di assicurare un più efficace ed efficiente esercizio
delle funzioni stabilite all’art.28, comma 6, della Legge il
Consiglio può costituire:
a) commissioni
istruttori;
composte
da
Consiglieri,
con
compiti
b) gruppi di lavoro composti da Consiglieri e/o esperti, con
compiti di studio.
Art.9 – Commissioni
1.
La Commissione è composta da tre a cinque
Consiglieri e viene nominata dal Consiglio che ne individua
anche il Coordinatore. Il Consiglio può altresì delegare la
Commissione a provvedere alla nomina del Coordinatore nella
prima seduta della Commissione stessa.
2.
In sede di prima applicazione, sono
costituite le seguenti Commissioni, che in ogni caso possono
essere modificate con deliberazione dal Consiglio:
a)
Commissione cultura, aggiornamento, formazione ed
accreditamento;
b)
Commissione deontologica e tutela della professione;
c)
Commissione giuridico-istituzionale;
d)
Commissione per il tariffario e lo sviluppo della
professione;
e)
Commissione per i contratti;
f)
Osservatorio sul Codice Deontologico, che in deroga
a quanto previsto al comma 1 del presente articolo, può anche
prevedere tra i propri componenti, oltre ai Consiglieri
chiamati a farne parte, sino ad altri 4 esperti di tale
materia.
3.
Il Consiglio dà le direttive e approva il programma
delle sedute delle Commissioni; può delegare il Presidente
alla loro convocazione in funzione dell’o.d.g. del Consiglio
medesimo.
4.
La Commissione è convocata dal Presidente, sentito
il Coordinatore, mediante avviso trasmesso al domicilio dei
Consiglieri almeno 10 giorni prima di quello fissato per la
seduta. L’avviso contiene l’indicazione del giorno e
dell’orario della seduta nonché la sede e l’O.d.G. E’ spedito
a norma mediante e-mail, ovvero raccomandata con ricevuta di
ritorno, ovvero altro mezzo documentabile.
5.
Alla seduta della Commissione possono intervenire,
senza diritto di voto, il Presidente, il Vice-Presidente, il
Segretario e il Tesoriere. Per tale partecipazione sono
riconosciuti alle 4 cariche i relativi gettoni di presenza.
Della seduta è redatto verbale in forma sintetica. La
Commissione si determina a maggioranza dei voti validi.
6.
La Commissione trasmette alla Segreteria le
risultanze dei lavori e nomina il relatore che riferisce al
Consiglio, dando anche conto delle valutazioni dei Consiglieri
dissenzienti.
Art.10 – Gruppi di lavoro
Il Gruppo di lavoro è coordinato da un Consigliere individuato
di norma dal Consiglio, ed è costituito da Consiglieri e/o
Esperti incaricati, a seguito della stipula di contratto
d’opera intellettuale, dal Consiglio stesso.
Si applicano al riguardo i commi 1, 3, 4, 5 e 6 dell’art.9 del
presente Regolamento.
Art.11 – Il Presidente
Al
Presidente
spetta
la
rappresentanza
dell’Ordine.
Il
Presidente esercita le attribuzioni conferitegli dalla Legge
nonché da altre norme e dal Consiglio nel rispetto delle
disposizioni del presente Regolamento.
Il Presidente, con l’ausilio del Segretario, cura la
predisposizione degli atti necessari per l’esame degli
argomenti posti all’o.d.g.; provvede all’esecuzione delle
deliberazioni del Consiglio e dirige l’attività degli uffici,
anche avvalendosi dei Consiglieri.
Il Presidente può, in caso di urgenza e necessità, adottare
atti di spesa, da sottoporre a ratifica del Consiglio, purché
di importo non superiore a quello stabilito annualmente dal
Consiglio medesimo in sede di approvazione del bilancio. In
sede di prima applicazione, l’importo è stabilito in 10.000
euro.
Art.12 – Vice Presidente
Spetta al Vice Presidente sostituire il Presidente in caso di
assenza o impedimento ovvero su delega di quest’ultimo.
Art.13 – Segretario
Spetta al Segretario coadiuvare il Presidente nell’esercizio
delle attribuzioni di cui all’art.11 e in particolare la
tenuta dei verbali e dei libri delle deliberazioni nonché
degli archivi del Consiglio.
E’ il responsabile del trattamento dei dati personali del
Consiglio, fatto salvo quanto previsto all’articolo
successivo.
Art.14 – Tesoriere
Spetta al Tesoriere l’esecuzione delle deliberazioni del
Consiglio in materia di spese ed entrate, la tenuta delle
scritture nonché la predisposizione dei bilanci e delle
relative relazioni. Unitamente al Segretario presiede alla
rilevazione dei costi e alla attuazione del sistema di
contabilità.
AMMINISTRAZIONE E CONTABILITÀ
Art.15 – Indennità per i consiglieri
1.
Per la partecipazione alle sedute ai Consiglieri
spetta l’indennità di cui alla unita tabella A.
2.
Per l’espletamento di incarichi di rappresentanza
ovvero nell’interesse del Consiglio Nazionale, svolti su
mandato del Consiglio medesimo ovvero del Presidente, ai
consiglieri spetta l’indennità di cui alla unita tabella B.
3.
Per l’espletamento degli incarichi di Presidente,
VicePresidente, Segretario e Tesoriere spetta l’indennità di
cui alla unita tabella C.
4.
L’adeguamento delle indennità di cui alla unite
tabelle A, B e C sono deliberate dal Consiglio e sottoposte a
parere del Ministero della Giustizia.
5.
Non è consentito il cumulo delle indennità di cui
al comma 1 e 2 nella stessa giornata. In ogni caso, per ogni
giornata di espletamento del mandato ai consiglieri non
possono essere erogate, per le indennità di cui ai commi 1, 2,
e 3 somme di denaro per un importo complessivo superiore a
quello dell’indennità maggiore, nel rispetto dei trattamenti
economici delle rispettive cariche.
Art.16 – Trattamento economico di missione.
1.
Ai consiglieri domiciliati in località diversa da
quella nella quale è stata convocata la seduta ovvero si
svolge il mandato di cui all’art.15, commi 1, 2 e 3 compete il
rimborso a piè di lista delle seguenti spese:
a)
di viaggio;
b)
di trasporto;
c)
di vitto e alloggio;
d)
di uso del mezzo proprio ove consentito ai sensi
del comma quarto del presente articolo.
2.
Ai consiglieri domiciliati in località diversa da
quella nella quale è stata convocata la seduta ovvero si
svolge il mandato di cui all’art. 15, commi 1, 2 e 3 compete
l’indennità di viaggio di cui alla unita tabella D.
L’indennità sarà erogata sulla base di quanto dichiarato dal
consigliere.
3.
Lo stesso rimborso di cui al comma primo spetta ai
delegati del Consiglio nonché alle personalità che partecipano
ai convegni, congressi e manifestazioni promosse dal Consiglio
nazionale.
4.
Le missioni dei consiglieri devono avvenire facendo
uso dei mezzi di trasporto pubblico, salvo quanto previsto dai
commi 5 e 6 del presente articolo.
5.
a)
L’uso del mezzo proprio è consentito:
sulla base di preventiva autorizzazione del
Consiglio ovvero del Presidente nei limiti della delega;
b)
per il raggiungimento delle stazioni ferroviarie,
aereomobili e marittime dal domicilio del consigliere.
6.
limiti:
Le spese di trasporto sono rimborsate nei seguenti
a)
aereo: costo del biglietto;
b)
ferrovia: costo del biglietto di 1^ classe,
supplemento rapido e/o treno speciale, cabina letto singola di
1^ classe;
c)
nave: costo del biglietto di 1^ classe, cabina
singola 1^ classe;
d)
taxi: spesa sostenuta;
e)
auto di proprietà: tariffa A.C.I.
7.
Le prestazioni alberghiere sono rimborsate nei
limiti della categoria a quattro stelle normale ovvero di
altra categoria purché per una spesa effettiva non superiore a
quella massima propria della categoria quattro stelle. Il
rimborso spetta nella misura corrispondente al costo della
stanza singola. La categoria di lusso è concessa in caso di
accertata indisponibilità della categoria inferiore. Le spese
accessorie sono ammesse nei limiti del dieci per cento del
costo della prestazione alberghiera.
8.
giorno
e
Il vitto è rimborsato nei limiti di due pasti al
della prima colazione. Non sono ammesse
compensazioni.
9.
Ai consiglieri domiciliati nella località nella
quale è convocata la seduta ovvero si svolge il mandato, di
cui all’art. 15, commi 1, 2 e 3, compete il rimborso a piè di
lista delle spese di cui al comma primo in quanto compatibili.
10.
Le disposizioni del presente articolo si applicano
anche per le spese di viaggio, vitto, alloggio e trasporto
sostenute dai consiglieri in occasione di missioni in Italia e
all’estero dalle località nelle quali svolgono le sedute
ovvero i mandati di cui all’art. 15, commi 1, 2 e 3. Ai
consiglieri compete, altresì, l’indennità di cui al comma
secondo.
Art.17 – Documentazione
1.
Il rimborso delle spese documentabili sostenute è
richiesto mediante appositi moduli, cui sono allegati i titoli
giustificativi in originale o in copia resa conforme dalla
segretaria.
2.
In caso di impossibilità di allegazione dei
documenti originali, deve essere presentata fatturazione per
l’ammontare corrispondente dalla quale risultano gli estremi
del viaggio.
Art.18 – Anticipazioni
Per le missioni di cui all’art.16 il Consiglio può anticipare,
oltre al biglietto di viaggio, una somma nei limiti della
spesa presunta per trasporto, vitto e alloggio.
Art. 19 – Contratti – Norme generali
Ai lavori, agli acquisti, alle forniture, alle vendite, alle
permute, alle locazioni ed ai servizi in genere che non sono
oggetto di specifiche disposizioni di legge, si provvede con
contratti di diritto privato preceduti da apposite gare
aventi, di norma, la forma dell’asta pubblica o della
licitazione privata ai sensi del presente regolamento.
Il Consiglio delibera i limiti e le condizioni all’attività
contrattuale, disponendo, in determinati casi, il ricorso
all’appalto-concorso, alla trattativa privata o al sistema in
economia.
Art. 20 – Deliberazione a contrattare
La deliberazione di addivenire alla stipulazione del
contratto, la determinazione delle modalità essenziali di
esso, la scelta della forma di contrattazione e l’approvazione
del contratto stesso, nonché ogni altra determinazione in
ordine alle attività precedenti, inerenti e susseguenti il
contratto, sono di competenza del Consiglio.
Art. 21 – Commissione per i contratti
La Commissione per i contratti ha competenza istruttoria nello
svolgimento delle procedure di evidenza pubblica. Essa è
composta di diritto dal Tesoriere, che svolge le funzioni di
coordinatore, nonché da due Consiglieri.
Art. 22 – Asta pubblica
L’asta pubblica è preceduta da avviso affisso presso la sede
del Consiglio.
Ad esso è data pubblicità secondo le procedure previste dalla
normativa vigente, eventualmente integrate, ove opportuno, dal
Consiglio. L’avviso è altresì pubblicato per estratto in due
giornali quotidiani, di cui almeno uno a diffusione locale,
almeno venti giorni prima di quello fissato per la gara.
L’avviso deve contenere, oltre all’oggetto del contratto, le
condizioni e prescrizioni per l’ammissione alla gara e per
l’esecuzione del
aggiudicazione.
contratto,
nonché
i
criteri
di
Art. 23 – Licitazione privata
La licitazione privata ha luogo mediante l’invio alle ditte o
persone ritenute idonee di un invito a presentare offerta
firmata entro il giorno stabilito. La lettera d’invito
contiene una sommaria descrizione dell’oggetto e delle
condizioni generali e particolari del contratto nonché le
modalità delle gare ed il criterio scelto in base al quale si
procederà all’aggiudicazione.
L’individuazione delle ditte spetta al Consiglio, che può a
tal fine avvalersi di apposita commissione o gruppo di lavoro.
Non possono essere invitati meno di tre soggetti.
Art. 24 – Svolgimento delle gare
Le gare per asta pubblica e per licitazione privata si
svolgono a cura della Commissione di cui all’art.83 nel luogo,
nel giorno e nell’ora stabilito dall’avviso d’asta o dalla
lettera di invito.
L’aggiudicazione è deliberata dal Consiglio, su conforme
parere della Commissione. Il Consiglio ha tuttavia facoltà di
deliberare motivatamente la non aggiudicazione.
L’aggiudicazione può aver luogo anche in costanza di una sola
offerta.
Art. 25 – Criteri di aggiudicazione dell’asta pubblica e della
licitazione privata
Le aggiudicazioni avvengono, nei casi di asta pubblica e di
licitazione privata, in base ai seguenti criteri:
a)
b)
al prezzo più basso;
a favore dell’offerta economicamente più vantaggiosa,
valutabile in base ad elementi diversi, variabili a seconda
della natura della prestazione, quali il prezzo, il termine di
esecuzione o di consegna, il costo di utilizzazione, il
rendimento, la qualità, il carattere estetico funzionale, il
valore tecnico, il servizio successivo alla vendita e
l’assistenza tecnica. In questo caso, i criteri che saranno
applicati per l’aggiudicazione della gara devono essere
menzionati nella lettera di invito, con precisazione dei
coefficienti attribuiti a ciascun elemento.
Art. 26 – Appalto-concorso
E’ ammessa la forma dell’appalto-concorso quando il Consiglio
ritenga conveniente avvalersi della collaborazione e
dell’apporto di particolare competenza tecnica e di esperienza
specifica da parte dell’offerente per l’elaborazione del
progetto definitivo di opere, dei lavori o delle forniture.
Le persone o ditte prescelte sono invitate a presentare nei
termini, nelle forme e nei modi stabiliti dall’invito, il
progetto dell’opera o del lavoro, corredato dei relativi
prezzi, con l’avvertimento che nessun compenso o rimborso
spese può essere comunque preteso dagli interessati per
l’elaborazione del progetto o del piano.
La decisione motivata, da parte della Commissione per i
contratti, ha luogo in base all’esame comparativo dei diversi
progetti, all’analisi dei relativi prezzi, tenuto conto degli
elementi tecnici ed economici delle singole offerte.
Qualora i progetti presentati non risultino rispondenti alle
esigenze del Consiglio, la Commissione può proporre al
Consiglio medesimo che venga indetto un nuovo appalto-concorso
con l’eventuale adozione di nuove prescrizioni.
Art. 27 – Trattativa privata
Il ricorso alla trattativa privata è ammesso:
a)
quando, per qualsiasi motivo, l’asta pubblica o la
licitazione privata sia andata deserta;
b)
quando l’urgenza degli acquisti, dei lavori e delle
forniture di beni e servizi –dovuta a circostanze
imprevedibili oppure alla necessità di fare eseguire lavori e
prestazioni a spese e rischio di imprenditori inadempientinon consenta l’indugio derivante dall’esperimento di una gara
pubblica;
c)
quando trattasi di contratto il cui importo rientra nei
limiti massimi stabiliti dal Consiglio;
d)
negli altri casi previsti dai successivi articoli.
Nella trattativa privata, devono di norma essere interpellate
almeno tre ditte al fine di assicurare un confronto
concorrenziale. A tal fine, il Consiglio adotta quanto
necessario per assicurare la parità di condizioni fra i
concorrenti, la segretezza delle offerte, l’affidabilità e
l’adeguata capacità tecnica delle ditte da interpellare,
l’eventuale pubblicità della gara.
Qualora la natura dei lavori, delle forniture, delle
prestazioni in genere o l’entità della spesa non consentano o
non rendano conveniente il confronto concorrenziale, ovvero
sussistano sufficienti ragioni per ritenerlo inutile, può
procedersi alla trattativa privata singola, nei limiti
stabiliti dal Consiglio.
Non si fa luogo a trattativa privata multipla, qualunque sia
l’importo:
a)
per l’affidamento di incarichi di collaborazione e/o
professionali e simili, ove la scelta del prestatore d’opera è
basata sull’intuito personale o su un rapporto fiduciario;
b)
per l’andamento di studi e ricerche, quando sia
richiesta alta competenza tecnica o scientifica;
c)
per lavori o forniture integrativi e/o complementari e/o
conseguenti a lavori e forniture già appaltati o attribuiti ad
una ditta;
d)
per l’acquisto o la locazione di immobili;
e)
nell’acquisto di materiale librario e bibliografico, ove
sussistono ragioni di correntezza nell’approvvigionamento.
Nel caso di acquisto o locazione di immobile è richiesto il
preventivo parere di congruità dell’ufficio tecnico erariale,
entro il termine concordato con lo stesso. Ove tale parere non
pervenga entro il termine concordato, il Consiglio può
individuare o costituire un altro organismo tecnico per la
stima, determinandone il compenso.
Art. 28 – Stipulazione ed approvazione dei contratti
Il Presidente dà comunicazione dell’aggiudicazione alla ditta
o persona interessata entro il termine stabilito dall’avviso
d’asta o dalla lettera d’invito e comunque non oltre dieci
giorni dalla data della deliberazione di aggiudicazione
fissando il giorno in cui dovrà procedersi alla stipulazione
del contratto, ove previsto dal relativo bando.
Qualora la ditta aggiudicataria non acceda, nel termine
stabilito alla stipulazione del contratto, decade dalla
aggiudicazione. In tal caso il Consiglio, in base ai verbali
della Commissione di cui all’art.83, potrà aggiudicare la gara
ad altro concorrente che abbia formulato l’offerta valida più
vantaggiosa.
I contratti sono stipulati dal Presidente, in forma pubblica o
privata, secondo le disposizioni di legge, anche mediante
scambio di corrispondenza secondo l’uso del commercio.
Art. 29 – Collaudo dei lavori e delle forniture
Tutti i lavori e le forniture sono soggetti a collaudo, anche
parziale, secondo le norme stabilite dal contratto, ove
presenti, ovvero secondo l’uso.
Il collaudo è eseguito da persona incaricata dal Consiglio.
Art. 30 – Cauzione
A garanzia dell’esecuzione dei contratti i soggetti prestano
idonee cauzioni.
Si può prescindere dalla cauzione qualora la ditta contraente
sia di notoria solidità e subordinatamente al miglioramento
del prezzo.
Non sono soggetti a cauzione i contratti di importo inferiore
a 15.000,00 euro.
Art. 31 – Penalità
Nei contratti stipulati in forma scritta, di importo superiore
a 30 milioni, purché non si tratti di contratti per adesione,
devono essere previste le penalità per inadempienze o ritardo
nell’esecuzione.
Art. 32 – Lavori e spese in economia
Possono essere effettuate in economia dal Consiglio, nei
limiti degli stanziamenti in bilancio, le seguenti spese:
a)
manutenzione e riparazione di locali e relativi
impianti;
b)
noleggio di autoveicoli;
c)
acquisto, manutenzione e riparazione di mobili,
utensili, strumenti e materiale scientifico, didattico e di
sperimentazione, e macchine d’ufficio;
d)
e)
piccoli impianti tecnici e logistici;
provviste di generi di cancelleria, stampati, modelli,
materiale per disegno e per fotografie, nonché stampe di
tabulati, circolari e simili;
f)
spese correnti per servizi postali, telegrafici,
telefonici e per illuminazione, riscaldamento, forza motrice
ed acqua;
g)
trasporti, spedizione e facchinaggi;
h)
opere urgenti di pulizia,
derattizzazione di locali;
disinfestazioni
e
i)
locazione di immobili a breve termine e noleggio di
mobili e strumenti in occasione di espletamento dei concorsi
ed esami quando non sia possibile utilizzare o non siano
sufficienti le attrezzature normalmente disponibili;
j)
spese relative a convegni, conferenze e seminari
organizzati dal Consiglio;
k)
spese di rappresentanza;
l)
lavori di modesta entità, servizi e provviste di
carattere urgente che per loro natura non possono essere
eseguiti, o utilmente e convenientemente realizzati con le
procedure contrattuali;
m)
lavori di traduzione e compensi per interpreti;
n)
pubblicità ai bandi di concorso ed alle iniziative
culturali e scientifiche.
Il Consiglio, con apposita deliberazione, stabilisce il limite
di ciascuna spesa, che non potrà eccedere 10.000 euro.
Le spese in economia sono effettuate previa acquisizione di
apposito preventivo della ditta o persona interpellata.
Art. 33 – Esecuzione dei lavori in economia
I lavori in economia possono essere eseguiti:
a)
in amministrazione diretta con materiali, utensili e
mezzi propri o appositamente noleggiati e con personale del
Consiglio;
b)
a cottimo fiduciario, mediante affidamento dei lavori ad
imprese o a persone di nota capacità ed idoneità, previa
acquisizione di preventivi o progetti contenenti le condizioni
di esecuzione dei lavori, i relativi prezzi, le modalità di
pagamento, le penalità da applicare in caso di mancata
esecuzione o ritardata consegna ed ogni altra condizione
ritenuta utile.
Art. 34 – Provviste in economia
Le provviste in economia possono essere eseguite previa
acquisizione di almeno tre preventivi ed offerte contenenti le
condizioni di esecuzione, i relativi prezzi, le modalità di
pagamento, le penalità da applicare in caso di ritardo o di
mancata esecuzione e di ogni altra condizione ritenuta utile e
nell’interesse del Consiglio.
Quando si tratti di acquisti di materiale di consumo di
immediato impiego e di importo non superiore a 1.000 euro, si
può prescindere dalle formalità di cui al precedente comma.
Pubblicazione dei Verbali
dell'Ordine
Nazionale
e
partecipazione come uditori:
il CNOP risponde
Il presidente dell’Ordine Nazionale, Palma, risponde alla
richiesta di chiarimento sia circa la negata partecipazione
della Dr.ssa Biondi al Consiglio Nazionale del 13-14 aprile,
sia in relazione alla mancanza di pubblicazione dei verbali
degli stessi Consigli.
Come ricorderete (vedi antefatto),
avevamo chiesto
chiarimenti circa questa mancanza di trasparenza del nostro
massimo istituto.
Ora, come potete vedere qui in calce, il presidente ci
risponde (e lo ringraziamo per questo) rimandando però la
questione alla “Autorità Garante”, alla quale egli s’impegna
di porre un quesito in merito.
Confidiamo che questo impegno sia mantenuto e non sia un modo
come un altro per rimandare sine die una questione così
importante come questa.
Attendiamo dunque che l’Autorità Garante ci risponda e
attendiamo anche che il presidente ci informi della stessa.
La Redazione
ORDINE
PSICOLOGI
Prot. 07000197
DEGLI
Consiglio
Nazionale
Roma, 08 giugno 2007
Ordine degli Psicologi
Regione Lazio
Alla cortese attenzione della
Dott.ssa Marialori Zaccaria
E p.c.
Alla cortese attenzione della
Dott.ssa Paola Biondi
Oggetto: richiesta di partecipazione alla seduta del Consiglio
Nazionale da parte della dott.ssa Paola Biondi.
Gentile Collega,
riscontro la pregiata Tua di cui all’oggetto e rilevo che i
temi posti da te e da alcuni Ordini Territoriali, nonché
alcuni iscritti al Ns. Ordine, siano di notevole rilevanza ai
fini del corretto funzionamento del Consiglio e dei corretti
rapporti nei confronti degli Ordini territoriali e dei ns.
iscritti.
Per queste considerazioni ritengo utile ed opportuno porre uno
specifico quesito alla Autorità Garante preposta, perché
valuti la fondatezza delle richieste fatte. Tale quesito
riguarderà la possibilità di rendere pubblici i verbali del
Consiglio o di far partecipare terzi non qualificati alle
riunioni del Consiglio stesso.
Cordiali saluti
Il Presidente
Giuseppe Luigi Palma
Cronache dall'inaccessibile
Consiglio Nazionale
Venerdì 25 maggio la riunione del CNOP si è tenuta a Milano,
presso la sede dell’OPL, in occasione della conferenza stampa
sulla sentenza Platè.
A noi consiglieri di Altra Psicologia all’OPL è sembrata
un’ottima occasione per vedere finalmente dal vivo il CNOP,
supportati anche dall’invito rivolto a tutti i consiglieri
lombardi dal presidente Molinari durante l’ultimo consiglio
regionale. Come i nostri più assidui lettori ricorderanno,
Altra Psicologia ha tentato tutte le strade per comunicare con
il CNOP: richiesta di visione dei verbali, dei bilanci,
richiesta di partecipazione di una nostra collega ad una delle
riunioni romane. . . Tutti tentativi falliti.
Sul CNOP continua a permanere una fitta coltre di mistero
anche se qualche movimento, tra le nebbie, sembra esserci. È
infatti stata distribuita ai Consiglieri dell’Ordine Lombardia
copia del verbale della riunione del Consiglio Nazionale del
13 e 14 aprile scorso (ricordate? Proprio quella a cui non ha
potuto partecipare la collega che aveva chiesto di poterlo
fare perché, secondo il CNOP, quando si tratta di assistere al
Consiglio Nazionale gli Psicologi iscritti all’ordine sono
“terzi non qualificati”).
Bel gesto, comunque, la diffusione del verbale… anche se
accompagnato da reiterati richiami alla responsabilità
personale in caso di diffusione di documenti riservati e da
criptiche citazioni della legge sulla Privacy e di quella
sulla Trasparenza. Il verbale distribuito, però, è stato poi
approvato nella seduta successiva – quella di cui vi parliamo
in questo articolo – con alcune modifiche che però non ci è
dato sapere perché adottate “privatamente” dal Consiglio e non
diffuse. Non possiamo quindi pubblicare il verbale visto che,
nella forma in cui ci è stato dato, costituisce un atto
incompleto ed “endoprocedurale”.
Non ci arrendiamo, però, ed insistiamo nella richiesta di
avere comportamenti trasparenti da parte di chi rappresenta la
nostra professione.
In verità abbiamo anche pensato che la diffusione ai nostri
consiglieri del verbale CNOP in una forma non utilizzabile per
la diffusione fosse un gesto di alta strategia politica per
cui, contemporaneamente, ci veniva fornito l’anelato “oggetto
del desiderio” (il verbale) ma ci si impediva di renderlo
pubblico a pena di sanzioni e di pubblica testimonianza di
inaffidabilità, ma poi abbiamo realizzato che un così sinuoso
intendimento non è proprio dell’attuale CNOP.
Una sola, irrinunciabile, chicca: ad Aprile, il CNOP ha
approvato i suoi Bilanci confermando di non sapere cosa fare
dei nostri soldi, non riuscendo a spenderli neanche aumentando
i costi interni. Consigliamo al CNOP la lettura dei nostri
articoli, in cui proponiamo l’attivazione di borse di studio;
azioni mirate di lobbing; campagne di orientamento ed
informazione sulla professionalità degli Psicologi per medici,
giornalisti, avvocati, ecc.; campagne di orientamento per
l’opinione pubblica attraverso i mass-media; studi seri per
orientare le competenze professionali verso le aree a maggiore
richiesta di mercato, eccetera, eccetera. Certo, se la maggior
parte di noi avesse dei soldi da far fruttare a favore della
categoria non li farebbe certo avanzare anno dopo anno! I
nostri Presidenti, invece, sono evidentemente a corto di idee.
C’è qualcuno che è in grado di proporre al CNOP un corso di
“Politica Creativa”?
Veniamo alla riunione milanese del Consiglio Nazionale.
L’inizio della
riunione del CNOP all’Ordine Lombardia era
previsto per le 15. A quell’ora i Consiglieri di
AltraPsicologia arrivano per seguire i lavori. Sono presenti
anche molti altri consiglieri OPL di tutte le appartenenze
(AUPI, SIPAP).
Il Presidente Molinari ci dice che deve verificare se possiamo
assistere. Ricordiamo che lui stesso ci aveva invitato
esplicitamente durante l’ultimo consiglio OPL. Lui nega. Ci
barrichiamo nello studio del Presidente dell’Ordine Lombardo
per un’ora. Presenti, oltre a noi di AltraPsicologia:
Molinari, Gambardella (Vicepresidente OPL), Palma (Presidente
CNOP), Barcucci (presidente dell’Ordine del Piemonte) e, alla
fine, Giardina (segretario CNOP e presidente dell’Ordine della
Sicilia). Molinari si dichiara favorevole al fatto che
assistiamo,. Palma incomincia a produrre una serie di
motivazioni per cui non potremmo partecipare, di tipo legale
ma fumose e vaghe. Parla del fatto che le riunioni del CNOP
non sono pubbliche, del parere in tal senso del loro avvocato
(quello utilizzato per negare la partecipazione alla nostra
collega). Iniziano poi a fiorire una serie di paragoni, a
nostro parere poco centrati, con, in crescendo, il consiglio
comunale, il senato accademico e il governo italiano.
Ci perdiamo in una discussione infinita sulle modalità di
partecipazione e sulla scarsa trasparenza del CNOP. Emerge che
la carenza di comunicazione del CNOP nei confronti degli
iscritti è del tutto intenzionale. Non si vuole infatti che
gli iscritti conoscano determinati retroscena politici
discussi nelle riunioni. Ad esempio, i componenti del CNOP
sarebbero estremamente attivi nell’azione di lobbying presso
gli organi che si occupano a livello legislativo della nostra
professione ma questo non si può certo andare a raccontare
agli iscritti (?).
A quel punto noi consiglieri di Altrapsicologia siamo ormai
trasecolati: chiariamo che vogliamo sapere con precisione
quale sia la norma che ci impedisce di partecipare.
Aggiungiamo che non ce ne andremo se non avremo un pezzo di
carta in mano con su scritta la motivazione.
Arriva Giardina e dice – parole testuali – che “il CNOP è un
CLUB
PRIVATO”(ci
viene
subito
alla
mente,
per
associazione, chissà perché, Groucho Marx: “Non vorrei mai far
parte di un club che accettasse, fra i suoi membri, uno come
me”). Inizia un lungo discorso in cui sostiene che non
possiamo entrare ma la motivazione continua a non essere
affatto chiara. Siccome chiediamo più precise delucidazioni,
dice che la nostra presenza influenzerebbe la riunione, in
particolare le dinamiche relazionali (!!!) ad esempio in caso
di conflitto (!!!). Al che gli rispondiamo: “Lei ci sta
dicendo che non possiamo assistere perchè non dobbiamo vedervi
litigare?” e rivolgiamo lo sguardo a Molinari, a cui
indirizziamo
un semplice: “Siamo basiti!”.
A quel punto si ritirano per decidere se possiamo partecipare
o meno e decidono che . . . è possibile.
La riunione si apre con una serie di comunicazioni da parte
del Presidente Palma e di queste vi riferiamo. Una delle
comunicazioni, a nostro parere particolarmente interessante,
riguarda la richiesta posta al Ministero della Salute da
colleghi con interessi specifici nella fornitura di corsi ECM
riguardo l’obbligatorietà degli ECM anche per gli Psicologi
liberi professionisti. Mentre la Commissione ECM ha sostenuto,
in linea con la lettera delle norme vigenti, l’obbligatorietà
solo per gli Psicologi che collaborano con il SSN, pare che la
Segreteria del Ministero sia di opposto parere ed ha
pubblicato da tempo sul proprio sito la dichiarazione
dell’obbligatorietà per tutti i professionisti dell’ECM. Si
può ipotizzare quindi che il Ministero risponda alla richiesta
dei colleghi confermando l’obbligatorietà per tutti gli
Psicologi. La notizia potrebbe essere diffusa negli ultimi
mesi dell’anno, gettando nel panico i colleghi, che correranno
ad accumulare crediti.
Sul tema ECM AltraPsicologia si è espressa con una dettagliata
disamina dei vincoli normativi e giurisprudenziali (DL 502,
sentenza TAR del Lazio n. 14062/2004) che attualmente, senza
ombra di dubbio, limitano l’obbligo agli Psicologi che hanno
rapporto di convenzione, diretto o indiretto, con strutture
del Servizio Sanitario pubbliche o private convenzionate. Il
culmine di paradosso dell’attuale sistema ECM risiede comunque
nella mancanza di un registro ufficiale dei punti accumulati
da ciascuno, così che nessuno ancora sa con che modalità, su
quali basi e da parte di chi potrebbero avvenire i controlli,
né quali sarebbero le reali ricadute in caso di non
adeguamento alle norme. Preme inoltre ricordare al CNOP che, a
tutt’oggi, uno strumento formativo fondamentale come la
supervisione non rientra fra gli “eventi” accreditabili.
Sarebbe dunque opportuno indirizzare l’impegno del massimo
organo di rappresentanza della professione per integrare
specificatamente
la
supervisione
dell’attività
psicologica/psicoterapeutica tra gli eventi automaticamente
riconosciuti ai fini dell’ECM.
Un altro tema a lungo trattato è stato la modifica del
regolamento concernente la pubblicità. In sintesi, per
l’ennesima volta in barba al recente Refendum “taroccato”
propinatoci dal CNOP (cercheremo di capire quanto ci è costato
il pasticcio referendario dello scorso anno) non sarà più
necessario per gli Psicologi richiedere il nulla osta al
proprio ordine regionale per la pubblicità, ma sarà
sufficiente un’autocertificazione. Il regolamento imposto dal
CNOP, come già abbiamo avuto occasione di segnalare, viola i
principi della legge Bersani in materia di pubblicità. Come è
più logico, piuttosto che imporre una preventiva censura della
pubblicità, si perseguiranno per violazioni deontologiche quei
colleghi che dovessero usere pubblicità ingannevoli o lesive
della professione.
Una interessante discussione si è poi attivata sul tema delle
scuole di specializzazione universitarie la cui durata, in
base al decreto “Riassetto delle Scuole di Specializzazione di
Area Psicologica”, del 24.07.2006 – G.U. n.246 del
21.10.2006”, sarà prolungata a 5 anni. Su tale decreto esiste
un parere positivo del CNOP, espresso nel febbraio 2006 da
Sardi, che aveva concluso il suo mandato, nel periodo di
passaggio tra le elezioni dei consigli regionali e
l’insediamento del nuovo consiglio nazionale, avvenuto nel
marzo 2006. Le posizioni sul decreto divergevano: alcuni
sostenevano che tale modifica fosse negativa e pericolosa per
la categoria, in quanto, per adeguarsi, anche le scuole di
specializzazione private riconosciute dovranno portare la
durata a 5 anni con la conseguente lievitazione dei costi, già
oggi difficilmente sostenibili. Inoltre, mentre i medici
specializzandi ricevono retribuzione dallo Stato, gli
psicologi non solo non ricevono retribuzione ma si trovano a
dover pagare cifre molto elevate per la propria formazione
specialistica; altri affermavano che il passaggio del decreto
costituisse un aspetto positivo per la comunità professionale,
perché l’alternativa sarebbe stata la chiusura delle scuole di
specializzazione dell’area psicologica e perché il fatto di
avere delle scuole di specializzazione di durata pari a quelle
di tutti gli altri ambiti significa prestigio per la
professione.
Come Altra Psicologia riteniamo che il prolungamento delle
scuole di specializzazione universitarie a 5 anni sia un
rischio per la comunità professionale. Le scuole di
specializzazione private riconosciute si adegueranno,
proponendo un’offerta formativa con costi assolutamente
insostenibili. Le scuole di specializzazione universitarie
sono oggi nella maggior parte dei casi una ripetizione del
programma del corso di laurea in psicologia: non si vede il
senso di aumentarne la durata senza una seria revisione del
contenuto formativo. L’offerta privata è, d’altra parte,
ridondante e incontrollata, e il prolungamento della durata
senza una chiara ristrutturazione e un monitoraggio di tale
offerta ci sembra l’ennesimo passaggio forzato a danno della
categoria.
Sulla questione specifica della Specializzazione in
Counselling, la posizione del CNOP è quella di vederla come
una valorizzazione della professione in quanto il fatto che il
counselling diventi una specializzazione per psicologia
dovrebbe sottolineare l’appartenenza di tale competenza in
modo esclusivo agli psicologi. Inoltre, l’argomento portato a
sostegno di tale tesi è che come il medico generico può
diagnosticare un problema cardiaco senza essere cardiologo,
così lo psicologo può esercitare il counselling senza avere la
specializzazione specifica. A nostro parere, dato che il
counselling costituisce una delle competenze di base dello
psicologo, risulta difficile giustificare la necessità di una
specializzazione in tal senso. Anche il ragionamento portato
avanti all’interno del CNOP ci convince poco. Infatti, tale
ragionamento si basa sul fatto che anche chi non ha una
specializzazione specifica possa, con le competenze di base,
operare un primo intervento. Questo è vero anche nel caso
degli psicologi: anche chi non è specializzato in psicoterapia
familiare può effettuare una consultazione riguardante temi
familiari. Altro è dire che ha senso istituire una
specializzazione su una competenza di base della professione.
Ci troviamo quindi nella condizione paradossale in cui da una
parte chiunque, con qualsiasi titolo di studio, può esercitare
il counselling, dall’altra ci si aspetta che psicologi
laureati e abilitati alla professione intraprendano una
formazione quinquennale in counselling. Potremmo avere sullo
stesso pianerottolo un counsellor con licenza di scuola media
(ebbene sì, nessuno lo può impedire, dato che il counselling
non è professione regolamentata!) e un altro counsellor
psicologo specializzato con alle spalle 10 (5+5) anni di studi
universitari!
In sintesi dalla lettura del verbale e dalla nostra
partecipazione diretta alla riunione milanese si trae l’idea
che i nostri più alti rappresentanti si sentano completamente
immedesimati in una sorta di “epopea di Fort Alamo”,
accerchiati e costantemente esposti al tradimento.
Quasi facessero qualcosa di poco pulito o pubblicamente
esecrabile, non osano rendere pubblico il frutto del loro
lavoro perché “qualcuno potrebbe approfittare di questa
conoscenza per sgambettare loro e gli Psicologi tutti”.
A noi pare che soprattutto non vogliano che si sappia quanto
sono litigiosi all’interno del CNOP e quanto poco riescano a
produrre, finanche in termini di spesa, per il costante
reciproco boicottaggio e per seguire bizantinismi e legalismi
procedurali che hanno il solo risultato di farli sentire
accerchiati anche dai colleghi che dovrebbero difendere e che
non vogliono null’altro che il buon funzionamento dei loro
organi di rappresentanza.
Ultim’ora: L’ORDINE NAZIONALE
È STATO PRIVATIZZATO!
Il prossimo venerdì 13 aprile ed il giorno successivo ci sarà
l’adunanza del Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi
(che, ricordiamo, è formato da tutti i Presidenti degli Ordini
Regionali e delle Province Autonome) con all’Ordine del Giorno
punti cruciali tra cui questioni inerenti la pubblicazione dei
verbali del CNOP, la validazione dell’articolo 21 del nostro
Codice Deontologico, la definizione delle attività
caratterizzanti la professione (importantissima).
Vista la rilevanza degli argomenti che si sapeva essere in
discussione una nostra collega ha chiesto via fax al
Presidente del Consiglio Nazionale di poter assistere alla
riunione.
Per quanto il regolamento che stabilisce il funzionamento del
Consiglio Nazionale sia un oggetto irreperibile, una specie di
Santo Graal delle istituzioni della Psicologia italiana –
nessuno l’ha mai visto e si ha il dubbio che non esista – e
quindi non sia dato sapere quali sono le procedure esatte per
poter assistere alle riunioni di quello che dovrebbe essere,
per la legge, un organo di rappresentanza democratico, la
richiesta di poter essere presente appare pacifica. Questo sia
alla luce delle indicazioni della legge 241/90, sia in
riferimento alle procedure adottate dalla maggior parte dei
Consigli Regionali – che ormai da tantissimo tempo favoriscono
la possibilità per gli iscritti di assistere alle loro
riunioni – sia in linea con le indicazioni della legge
istitutiva della professione sia, soprattutto, per motivi di
comune buon senso in un periodo in cui, tra Bilanci bizantini,
tariffario anti-Bersani, aumento di gettoni ai Presidenti,
ricorsi sbagliati al TAR sulla Psicologia Clinica, Referendum
gestiti allegramente, posizioni assurde assunte in relazione
all’ aumento di durata delle Scuole di Specializzazione e
quant’altro abbiamo già abbondantemente documentato, la
disillusione e lo scollamento della categoria dalle sue
istituzioni rappresentative sono un serio problema per lo
stesso posizionamento sociale della Psicologia.
Ciononostante, con la lungimiranza che contraddistingue
l’attuale dirigenza istituzionale degli Psicologi, si è
preferito non solo rispondere che NON E’ POSSIBILE assistere
alle riunioni del Consiglio Nazionale ma si è deciso di
motivare questa presa di posizione con argomentazioni speciose
e superficiali che proponiamo alla riflessione dei colleghi.
Qui sotto riportiamo sia il fax di richiesta della collega che
(comprese le licenze) il fax del presidente del CNOP col quale
la casta decisionale della nostra categoria si arroga
l’esclusiva non solo delle decisioni (legittima) ma anche
delle informazioni.
Che il nostro Ordine Nazionale fosse un fortino blindato non è
una notizia nuova. La totale mancanza di trasparenza e la non
pubblicità dei verbali è cosa risaputa, così come è risaputo
che questa istituzione, che dovrebbe essere rappresentativa
della nostra categoria, combina poco e niente a tutela,
promozione e visibilità del nostro lavoro, utilizzando circa
28 euro per ogni quota d’iscrizione delle 150-170 che versiamo
ai nostri Ordini Regionali (moltiplicate per 60.000 e fate voi
i conti del budget completamente sprecato).
Riguardo gli accampati motivi giuridici vorremmo avere una
maggiore chiarezza e chiederemo al “nostro” Presidente di
fornirci gli estremi di Legge cui allude (senza dircene): sarà
forse opportuno far formulare un parere legale per conto
nostro. Invitiamo anche tutti i colleghi a fare altrettanto e
a comunicarcelo.
A noi sembra piuttosto strano che un organo pubblico e
rappresentativo quale è un Ordine Professionale non sia tenuto
alle più elementari regole di trasparenza, laddove -in uno
Stato di Diritto – è possibile partecipare alle sedute del
Parlamento, visionare tutti gli atti pubblici, etc, etc.
Questo non vale per il nostro Ordine Nazionale?
Riguardo i motivi di opportunità, qui davvero ci sembra che il
nostro Presidente si arrampichi sugli specchi. Intanto,
definire “terzo non qualificato” una collega che paga
l’iscrizione e che è la parte rappresentata di questa
istituzione la dice lunga di quale idea degli iscritti viga
all’interno del “palazzo”, di quale sia la cultura
istituzionale ivi prevalente.
Non parliamo, poi, della storia dell’afflusso indiscriminato,
alquanto risibile dal momento che nessuno prima di oggi ci
risulta abbia mai fatto tale richiesta e che si tratta della
richiesta di una (1) unità. Di quale problema di capienza si
blatera? Mica le riunioni del Consiglio avvengono nella
soffitta o nello sgabuzzino?
Insomma, cari colleghi, tradotto in termini concreti, il
Presidente Palma accampa una serie di scuse anche piuttosto
ingenue e maldestre per dirci che non vuole avere occhi e
orecchie nel Consiglio che egli evidentemente non considera di
tutta la comunità professionale, ma suo privato e dei suoi
compari.
I colleghi non possono essere presi per i fondelli in questo
modo e non si può loro riservare un trattamento di questo
tipo.
Il futuro professionale ed il denaro versato sono nostri,
l’arroganza è tutta loro.
La Redazione
IL FAX DI RICHIESTA
Dr.ssa Paola Biondi
Psicologa
Via ——–
Roma
Al Presidente del Consiglio Nazionale degli Ordini degli
Psicologi
Dr. Giuseppe Luigi Palma
P.le di Porta Pia, 121
00198 – Roma
Via Fax al n. 06.44254348
e, p.c., al Presidente dell’Ordine degli Psicologi del Lazio
Dr.ssa Marialori Zaccaria
Via Flaminia, 79
Roma
Via fax al n. 06. 36002770
Roma, 06.04.2007
Egregio Presidente,
La sottoscritta Dr.ssa Paola Biondi, nata il 01/01/1971,
iscritta all’Ordine degli Psicologi della Regione Lazio con
il n. 10094, chiede, ai sensi delle normative vigenti, di
poter assistere alla prossima adunanza del Consiglio
Nazionale da Lei presieduto prevista, a quanto è dato sapere,
il prossimo 13 e 14 aprile.
Contando sul più sollecito riscontro alla presente istanza,
via fax al n. ——- o via e-mail alla casella ——-, si porgono i
più distinti saluti.
Dr.ssa Paola Biondi
LA RISPOSTA DEL CNOP
Ordine degli Psicologi
Consiglio Nazionale
Prot. 07000130
Roma, 11 Aprile 2007
Alla cortese attenzione
della dott.ssa Paola Biondi
A mezzo Fax
——Gentile Dottoressa,
riscontro la pregiata sua del 6 aprile 2007, con la quale
chiedeva di poter assistere alla prossima adunanza del
Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi, per
comunicarle che non è possibile aderire alla Sua richiesta.
Ed infatti le sedute del Consiglio Nazionale dell’Ordine
degli Psicologi non sono aperte al pubblico, sia per motivi
di natura giuridica che di opportunità.
Giuridicamente il Consiglio è un organo amministrativo la cui
composizione ed il cui funzionamento è strettamente stabilito
da norme di rango primario e secondario che non prevedono in
alcun modo la partecipazione di terzi rispetto all’organo in
questione. Di talchè ogni qual volta è stata prevista
l’audizione di terzi durante le sedute del Condiglio, tale
audizione è sempre stata autorizzata dallo stesso, solamente
in base alle particolari competenze e qualifiche di questi e
per motivi strettamente funzionali all’acquisizione delle
corrette informazioni per le deliberazioni dello stesso
Consiglio.
Inoltre, la partecipazione di terzi non qualificati è da
escludere anche per ovvi motivi di opportunità. Permettendo
l’accesso indiscriminato ai terzi alle sedute con palesi
conseguenze in termini di capienza della sala e di richiesta
delle prescritte autorizzazioni alle competenti Autorità.
Cordiali saluti
Il Presidente
Giuseppe Luigi Palma
Cronache dal CNOP - parte II
:
la
Vendetta
dei
Cari
Dormienti
Ci siamo lasciati a dicembre con il tentativo di evocare la
presenza del CNOP in questo nostro mondo professionale e, per
dare più forma alla invocazione, l’abbiamo sostenuta con un
fax. Non senza meraviglia abbiamo constatato che qualcosa,
dall’altra parte, c’è!
Con un altro fax ci sono state concesse ben due ore per
visionare i bilanci che avevamo chiesto anche se, in verità,
abbiamo potuto chiacchierare a lungo con Tesoriere, Segretario
e finanche Presidente, in uno di questi strani pomeriggi
romani di finto inverno.
Con l’occasione abbiamo provato a saggiare la consistenza del
Consiglio Nazionale su diversi temi cruciali per gli Psicologi
e, pur in un situazione di dichiarata disponibilità da parte
dei nostri interlocutori, ne abbiamo tratto notizie per certi
versi strabilianti e motivo di stupore fra le genti che
convien narrare perché non sia di solo nostro il vanto.
Si è quindi discusso di tariffario, di quote stornate, di
iniziative a sostegno della professione e finanche di Bilanci.
Ora, qualcosa abbiamo capito bene altre meno: scusate ma siamo
solo apprendisti stregoni.
Tre le cose che non abbiamo capito c’è la ragione sostanziale
per cui i bilanci del Nazionale, a differenza di quelli degli
ordini regionali, non si possano rendere pubblici. Nonostante
gli sforzi, su questo punto non riusciamo a liberarci dalle
nebbie degli incanti. Eppure prima sembrava chiaro che
dipendesse soltanto dalla volontà del Consiglio stesso ma…
niente! Davanti agli occhi ci si forma una gelatinosa bruma di
parole e non ritroviamo più il nesso tra le cose.
Su questo primo punto porteremo pazienza.
Quando cominciamo a discutere di Nomenclatore-Tariffario il
nostro sospetto diventa certezza: siamo finiti nel Giardino
delle Meraviglie!
La posizione di AltraPsicologia è sempre stata molto critica
verso il CNOP, lamentando il fatto che in ormai quasi 18 anni
di vita ordinistica il nostro Consiglio Nazionale non sia
riuscito a dare titolo di ufficialità al principale strumento
della professione e che l’abbia maldestramente attaccato al
carro della Bersani – stravolgendo il senso della legge e
delle innovazioni che avrebbe potuto portare a favore dei
giovani colleghi – in particolare non abolendo i minimi
tariffari ed imponendo, in termini anti-storici, controlli
preventivi sulla pubblicità.
Sul primo punto, in particolare, sembrava chiara la presa di
posizione del CNOP: all’art. 2 del Testo Unico proposto
all’approvazione dei colleghi nel referendum si recita “Gli
onorari minimi e massimi per le prestazioni professionali sono
inderogabili”, affermazione che praticamente annulla gli
effetti della Bersani.
Sembrava ma non era! Quale mirabilia apprendere che quella
frase cruciale – stampata nero su azzurro alla pagina VII
dell’allegato centrale del bollettino inviato a tutti gli
Psicologi in occasione del Referendum e che riporta in incipit
la frase “Testo approvato dal Consiglio Nazionale dell’Ordine
nell’adunanza del 23 settembre 2006” – è un refuso (?), un
semplice errore per il quale “si è provveduto a comunicare la
variazione agli Ordini Territoriali”, ma non – giammai! – agli
stessi colleghi cui la comunicazione sbagliata era stata
inviata!
Il Nuovo Testo Unico è da qualche giorno comparso sul nuovo
sito del CNOP (www.psy.it) ed effettivamente non riporta più
la frase incriminata!
Praticamente nell’atto comunicato formalmente ai colleghi
perché l’approvassero con referendum c’era scritta una cosa
che è il contrario di quello che in realtà hanno approvato!
In 18 anni hanno dovuto aspettare Bersani per formalizzare il
Tariffario e l’hanno pure scritto sbagliando proprio la frase
più importante!
Incredibile … (Ehm, ci sono finiti i punti esclamativi).
Venendo al riparto delle somme derivate dalla nostra tassa
d’iscrizione annuale all’Ordine, la quota parte di ogni
versamento girata al nazionale è di 28 Euro (il 18,7% su 150
Euro di contributo minimo). Vengono destinati 2 Euro per ogni
quota al trasferimento di solidarietà agli ordini più piccoli,
che non potrebbero mantenere un minimo di struttura
organizzata con i loro soli fondi, per un totale di 117.000
euro previsti nel 2007: poco più del 7% delle entrate.
Nel 2007 ci si aspettano disponibilità per 2.021.000 Euro e
nuove entrate per 1.638.000, pari ad una previsione di 58.500
iscritti.
Ma… la maggiore meraviglia è ancora tutta da venire.
Cerchiamo di capire se degli avanzi di gestione, restati nelle
casse orfani di idee su come spenderli, si sia deciso di fare
proficuo uso e qui non possiamo che inchinarci alla grazia e
disinvoltura del Consiglio Nazionale. Con gesto elegante ha
risolto più problemi: come abbiamo potuto, noi di
AltraPsicologia, imputare al Consiglio Nazionale di non saper
spendere i nostri denari?
Su questo vi è chiarezza nei numeri propostici: il conguaglio
dell’anno scorso riporta avanzi di gestione pari a 383.273,66.
Il tesoriere spiega, mentre mostra i tabulati di previsione
per il 2007, che alla fine dell’anno avanzeranno solo 60.000
euro e quindi ci convince che li faranno finalmente fruttare a
vantaggio della categoria, i nostri denari… Entrati ormai nel
clima visionario del giardino incantato in cui siamo caduti,
cominciamo già ad immaginare borse di studio, azioni di lobby,
pagine sui giornali a pubblicizzare iniziative nazionali,
azioni legali per pareri pro veritate ed altre vittorie del
bene di categoria sul male dell’abbandono. Quasi gioiamo e
cerchiamo, nelle pieghe dei numeri, le direzioni di spesa di
questi soldi mentre ci viene raccontato dell’avvio di un
“Ufficio Legislativo” – che integrando l’ufficio legale (le
cui spese aumentano del 67%) si occuperà, oltre che di perdere
i ricorsi al TAR, di dare sostegno e spessore a proposte
legislative per la professione – e dell’avvio di un Ufficio
Stampa – che darà visibilità sui mass media alle iniziative
del Consiglio.
Cominciamo a sperare, mentre appuntiamo cifre, confortati
anche da una frase netta, a firma del Presidente Palma, letta
nel bollettino del Consiglio Nazionale (pag. 3) arrivato in
occasione del referendum (sic): “Operativamente ritengo siano
queste le nostre priorità: (1) Destinare in modo proritario le
risorse economiche disponibili alla promozione della
professione e allo sviluppo delle opportunità lavorative”.
Quale sussulto, oibò, quando notiamo che non le spese per la
promozione della professione ma quelle per gli Organi del CNOP
sono tutte enormemente aumentate, quest’anno:
– per gli Organi – essenzialmente il Consiglio – ci sono in
bilancio 526.000 euro (+ 23% rispetto al 2006),
– per le Cariche del CNOP (Presidente, Vicepresidente,
Tesoriere e Segretario) 145.000 euro (+ 65%) e
– per le Attività Istituzionali del CNOP – Commissioni e
simili – 165.000 euro (+ 27%).
Il tutto assomma a 836.000 euro, il 41% del bilancio.
Chiudendo i conti risulta che, dei 323.000 euro avanzati negli
anni scorsi che finalmente verranno spesi “a vantaggio della
professione”, ben 211.000 ne saranno utilizzati direttamente
per i “cari” membri del CNOP: +120.000 (+ 23%) agli Organi;
+56.000 (+ 65%) alle Cariche; +35.000 (+ 27%) alle attività
istituzionali.
A bocca aperta siamo trasecolati: con questo magico gesto,
degno del miglior Harry Potter, si è eliminato il problema
della incapacità a gestire i denari rimettendo le giacenze a
disposizione della categoria e ripartendo questi soldi a
riconoscimento dell’enorme impegno
ricercare forme evolute di spesa.
Sempre più incredibile,
conturbante.
sempre
più
messo
dal
arcano,
CNOP
nel
sempre
più
Cosa mai può ancora riservarci il CNOP delle Meraviglie?
Abbiamo provato a sorridere di una situazione che è in realtà
drammatica: il Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi
dimostra sempre più la propria incapacità comunicativa, la
propria inconcludenza decisionale, la propria esclusiva
autoreferenzialità, il proprio sussistere parassitario a spese
della categoria.
Che fare? Ha poco senso affermare che abbiamo il Consiglio che
ci siamo meritati: il meccanismo del voto, che abbiamo
ampiamente contestato, è tale per cui non esiste una vera
rappresentanza delle minoranze negli organi della professione
e l’atteggiamento del Consiglio Nazionale e dei Regionali è
stato finora tale da scoraggiare la partecipazione democratica
alle consultazioni, come ha dimostrato il recentissimo
referendum, cui ha “plebiscitariamente” votato a favore di un
Testo Unico scritto sventatamente (e che, quasi certamente,
sarà fatto oggetto di ricorsi) ben quasi il 15% degli aventi
diritto.
Colleghi, mobilitiamoci! Facciamo sentire che non siamo più
disposti a farci passare sulla testa decisioni che
strumentalizzano posizioni di potere senza tornare utili alla
professione.
Scriviamo al presidente del nostro Consiglio Regionale per
chiedergli spiegazione del suo voto in seno al CNOP per il
bilancio di previsione 2007, che aumenta anche i suoi gettoni
senza dare nulla alla categoria.
Si può usare, volendo, il fac simile qui sotto incollandolo in
una e-mail da spedire all’indirizzo dell’Ordine di proprio
riferimento (gli indirizzi di tutti gli Ordini Territoriali
sono riportati alla fine di questa pagina) dopo aver
completato la mail con il proprio nome, cognome e numero di
iscrizione all’Ordine Regionale.
Lo Staff di AltraPsicologia
************
Al Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Psicologi del
………….
Via e-mail all’indirizzo ……………………….
Egregio Presidente,
apprendo informalmente – datasi la non pubblicità dei bilanci
e degli altri atti formali del Consiglio Nazionale degli
Ordini degli Psicologi (CNOP), cosa di cui pure Le chiedo
conto – che il bilancio di previsione per il 2007 del CNOP
prevede l’aumento consistente delle spese per gli organi, le
attività e il consiglio stesso.
Trovo questa decisione, cui anche Lei ha partecipato in quanto
membro del CNOP, inaccettabile a fronte della inconsistenza
delle iniziative assunte a reale sostegno della professione
dal Consiglio Nazionale stesso, non ultima la gestione del
recente Referendum voluto dalla legge Bersani che ci ha
portati a votare un testo diverso da quello poi attivato.
Le chiedo pertanto di dare pubblica giustificazione della
posizione da Lei assunta a riguardo.
In attesa di un Suo riscontro attraverso gli organi formali di
informazione dell’Ordine che preside (sito internet
notiziario) Le porgo i miei distinti saluti.
Cognome, nome e n. di iscrizione
Indirizzi e-mail degli Ordini Territoriali:
Abruzzo: [email protected]
Basilicata: [email protected]
Calabria: [email protected]
Campania: [email protected].
Emilia Romagna: [email protected]
Friuli Venezia Giulia: [email protected]
Lazio: [email protected]
Liguria:
e
[email protected]
Lombardia: [email protected]
Marche: [email protected]
Molise:
[email protected]
Piemonte: [email protected]
Provincia di Bolzano: [email protected]
Provincia di Trento: [email protected]
Puglia: [email protected]
Sardegna: [email protected]
Sicilia: [email protected]
Toscana: [email protected]
Umbria: [email protected]
Val D’Aosta: [email protected]
Veneto:
[email protected]
A proposito
Nazionale,
tariffario,
di Consiglio
referendum,
prodotti
dell’inconscio
vampirizzazione
Psicologi
e
degli
Un fantasma si aggira nei retrobottega istituzionali degli
Psicologi; un lemure privo di consistenza ma carico di
negatività; un pensiero rimosso, di cui non si ha
consapevolezza ma che rallenta e rende più complesso l’intero
funzionamento psichico e, come il rimosso, a volte riemerge …
e fa danni.
Il Consiglio Nazionale degli Ordini degli Psicologi (CNOP)
esiste nella realtà, cari colleghi, ma non ha consistenza. Ci
accorgiamo del suo sussistere solo indirettamente, per i
fastidi poco definiti che procura: come certi malesseri
invernali, sgradevoli ma vaghi. Non si vede, ma si
materializza per spillarci quattrini e confonderci i pensieri:
una sorta di vampiro che vive nei sogni e dei sogni degli
Psicologi ma si vede poco, si aggira nell’oscurità e ci
succhia il sangue senza che ce ne accorgiamo.
Eh si, forse non lo sapete ma al CNOP va una percentuale
importante (ma ignota, come tutto quello che attiene
all’inconscio) delle quote di iscrizione che anche voi versate
annualmente all’Ordine Territoriale di appartenenza. Secondo
le diverse versioni questa quota viene data tra 20 e il 35%:
mica male! Se non facciamo male i calcoli il CNOP dovrebbe
avere entrate annue tre 1.650.000 (il 20% di 150 Euro per
50.000 iscritti agli ordini) e i 2.887.500 Euro (valutando il
35%).
Cosa cavolo ci fa il CNOP con tutti questi soldi?
Gli Ordini Regionali hanno da gestire almeno l’albo e quindi
un apparato di segreteria imponente, lettere, bolli, avvocati
per le cause, commissioni deontologiche, ecc. ecc. Ma il
Nazionale, COSA CAVOLO
FA?
Sappiamo per certo che come sintomo principale l’attività
inconscia del CNOP produce un fastidioso intasamento
aperiodico della cassetta delle lettere degli Psicologi
attraverso una strana pubblicazione giallognola, illeggibile
come la maggior parte dei prodotti dell’inconscio, e che il
Consiglio Nazionale ha la sua utilità principale nel
contribuire a quasi raddoppiare indennità e gettoni dei
Presidenti Regionali, che riscuotono, oltre all’indennità di
carica e/o gettone di presenza in quanto presidenti del loro
ordine, anche una cospicua indennità/gettone in qualità di
consiglieri del CNOP (per inciso, se sono, come la maggioranza
dei presidenti degli ordini regionali, dipendenti pubblici –
che grande invenzione l’AUPI – incassano di solito anche lo
stipendio ASL ponendosi in aspettativa retribuita).
Il Consiglio Nazionale dell’Ordine, che sul piano di realtà è
istituito dalla “nostra” legge Ossicini, la 56/89, è composto,
infatti, dai presidenti dei consigli regionali e delle
province autonome. Ha a sua volta un presidente (Giuseppe
Luigi Palma), un vice presidente (Claudio Tonzar), un
segretario
Micozzi).
(Fulvio
Giardina)
ed
un
tesoriere
(Maurizio
La legge gli attribuisce diverse ed importanti funzioni (legge
56/89 art. 28, comma 6):
Il Consiglio nazionale dell’ordine esercita le seguenti
attribuzioni:
a) emana il regolamento interno, destinato al funzionamento
dell’ordine;
b) provvede alla ordinaria e straordinaria amministrazione
dell’ordine, cura il patrimonio mobiliare e immobiliare
dell’ordine e provvede alla compilazione annuale dei bilanci
preventivi e dei conti consuntivi;
c) predispone ed aggiorna il codice deontologico, vincolante
per tutti gli iscritti, e lo sottopone all’approvazione per
referendum agli stessi;
d) cura l’osservanza delle leggi e delle disposizioni
concernenti la professione relativamente alle questioni di
rilevanza nazionale;
e) designa, a richiesta, i rappresentanti dell’ordine negli
enti e nelle commissioni a livello nazionale, ove sono
richiesti;
f) esprime pareri, su richiesta degli enti pubblici ovvero di
propria iniziativa, anche sulla qualificazione di istituzioni
non pubbliche per la formazione professionale;
g) propone le tabelle delle tariffe professionali degli
onorari minime e massime e delle indennità ed i criteri per il
rimborso delle spese, da approvarsi con decreto del Ministro
di grazia e giustizia di concerto con il Ministro della
sanità;
h) determina i contributi annuali da corrispondere dagli
iscritti nell’albo, nonché le tasse per il rilascio dei
certificati e dei pareri sulla liquidazione degli onorari. I
contributi e le tasse debbono essere contenuti nei limiti
necessari per coprire le spese per una regolare gestione
dell’ordine.
Ora:
1. Noi iscritti il “Regolamento Interno” del CNOP non lo
conosciamo. Se esiste (e crediamo esista) dovrebbe
contenere almeno le norme minime di trasparenza legate
alla pubblicazione di conti e bilanci, di cui alla
lettera b) del citato articolo della 56/89, che ora sono
sconosciuti, nonché la necessità di pubblicazione delle
attività svolte, in qualità di membro del CNOP, da tutti
i consiglieri che lo compongono;
2. Il “Codice Deontologico” è di fatto inapplicato (forse
inapplicabile) in relazione a nodi cruciali quali quelli
contenuti nell’art. 21 del Codice stesso (divieto di
insegnamento di strumenti della professione a non
Psicologi), in barba alle affermazioni di cui al comma
d) dell’art. di cui sopra che attribuisce al Consiglio
Nazionale la cura dell’osservanza delle disposizioni
concernenti la professione;
3. Il “Referendum” gestito dal CNOP di recente mostra quale
considerazione abbiano degli iscritti e della democrazia
i membri di quell organo;
4. Circa la competenza di cui al punto f) (pareri sulla
qualità delle istituzioni formative) il CNOP ha
ampiamente dimostrato la sua condiscendenza al sistema
di formazione privato, avallando ben 300 scuole e non
esercitando nessuna delle azioni di controllo che pure
gli spetterebbero, nonché la sua completa sudditanza nei
confronti del sistema universitario che offre oggi ben
26 Corsi di Laurea in Psicologia – alcuni dei quali con
la qualità che tutti siamo in grado di apprezzare – ma
solo pochissimi Corsi di Specializzazione Post-Laurea
nonostante l’enorme richiesta;
5. La competenza sul Tariffario è stata clamorosamente
lasciata morire: abbandonato a se stesso per tutti
questi anni il principale strumento della professione
ancora oggi non ha ricevuto i visti dei ministeri
competenti e quindi non ha valore legale. Ora viene (con
questo presunto “referendum”) riesumato solo per eludere
una norma della Bersani che (forse) qualche vantaggio
alla massa dei giovani-colleghi-in-cerca-di-occupazione
avrebbe potuto darla;
6. D o b b i a m o d a r e a t t o c h e c i r c a l ’ u l t i m o c o m m a
dell’articolo riportato sopra il CNOP si è invece mosso
bene, torchiando in sovrappiù gli iscritti, e vorremmo
che ci si dimostrasse che le quote stornate dai nostri
contributi sono state “contenuti nei limiti necessari
per coprire le spese per una regolare gestione
dell’ordine”.
A 17 anni dalle legge istitutiva il CNOP non ci risulta abbia
prodotto NULLA di concreto per la professione: non un
intervento qualificato sui mass media, non una proposta di
legge, non una borsa di studio, non un prestito d’onore, non
un contributo all’avviamento professionale, non una pressione
sulle Scuole né sull’Università, non un parere interpretativo
di norme confuse, NIENTE se non, recentemente, una inutile
serie di ricorsi mal fatti (e quindi tutti persi) al TAR del
Lazio sulla Psicologia Clinica, più pericolosi che necessari.
Abbiamo chiesto al CNOP di conoscere i bilanci recenti della
sua attività. Attendiamo con ansia di averli e ci riserviamo
di valutare alla luce di questi atti se, come appare, il CNOP
– per come ora è organizzato e gestito – sia o meno un organo
assolutamente inutile, costoso, parassitario e se, come
appare,
la
sua
conduzione
sia
inconcludente,
antiprofessionale, inutilmente dispendiosa e deleteria per la
professione o meno.
Speriamo che, almeno col rendere noti i suoi bilanci, il CNOP
voglia provare ad emergere dall’inconscio professionale ed
iniziare a dialogare con gli iscritti.
Il nuovo Consiglio Nazionale
degli
Psicologi
si
è
insediato ufficialmente il 20
Marzo scorso
Dopo l’insediamento di febbraio al regionale sono stata
contattata da Lori Zaccaria, presidente del Lazio, in quanto
di regione limitrofa e, come lei, eletta in uno schieramento
indipendente che poteva farsi promotore di un discorso di
riflessione sulle future linee programmatiche del Nazionale,
senza venire identificato o contrapposto con questo o quello
schieramento.
16.02.06- Invio prima lettera a tutti i presidenti
Dopo riflessioni verbali e scritte insieme a Lori Zaccaria
decidiamo che sia utile avviare una riflessione con tutti i
presidenti, visto che non sappiamo quando ci insedieremo,
pensando che sia utile iniziare a confrontarci
non sulla
spartizione delle poltrone ma sulle linee programmatiche per
la professione. Inviamo quindi una mail (vai…) a TUTTI i
presidenti regionali in cui presentiamo alcuni punti/problemi
di politica professionale e su chiediamo di cominciare ad
avviare una riflessione comune.
“Facciamo appello a tutti i Presidenti ed ai colleghi
Consiglieri affinché si inizi a riflettere su possibili
fattive convergenze, su punti programmatici e su opzioni di
fondo. Ci si ponga insieme la questione cruciale della libertà
di scelta secondo le linee che in coscienza riteniamo più
interessanti e utili per la professione. Dobbiamo essere noi a
decidere al nostro interno, liberi da influenze esterne, come
è nello spirito della nostra legge ordinistica.”
Cogliamo anche l’occasione dell’elezione del triennalista al
nazionale per proporre non un nome, ma dei criteri per la sua
scelta, quale buona pratica da attuare anche per altre
decisioni. “Pensiamo che debba essere espressione di una piena
autonomia, che debba essere eletto al di fuori dei vari
cartelli e liste e che non debba essere un triennalista già
eletto nelle liste dei regionali perché la tendenza generale
delle professioni va verso la separazione delle funzioni del
nazionale e dei territoriali. Inoltre sarebbe opportuno
scegliere qualcuno che sia già iscritto al quinquennio, vista
la necessità del superamento delle lauree triennali.”
17.02.06 – Le nostre sollecitazioni sui criteri vengono
accolte in pieno dal presidente Bontempo (Abruzzo) con un atto
concreto. L’ invio a noi ed , a TUTTI gli altri presidenti,
dell’atto dell’Abruzzo con cui hanno votato ” a maggioranza
assoluta la candidatura della dott.ssa Scipioni Alessia
iscritta all’Ordine del Lazio. Tale decisione è scaturita
previo accertamento fondato sulla indipendenza di tale
candidata che da informazioni certe non appartiene ad alcun
schieramento elettorale della recente competizione per il
rinnovo dei mandati (lista SIPAP Cultura e Professione, AUPI o
altra lista). Il nostro Ordine con questa iniziativa intende
promuovere la creazione di una vasta area di Consigli
territoriali che si riconoscono in un progetto indipendente
nella politica ordinistica, le cui linee programmatiche
dovranno essere concordate nelle prossime settimane.”
17.02.06 – La triennalista “neutrale” viene votata anche dalla
Toscana e da altre regioni che rispondono all’appello di
Bontempo. Nessuna di queste regioni appartiene a quelle che
hanno una maggioranza Aupi.
La triennalista che viene eletta in nazionale è quella che fa
già parte del Consiglio della Sicilia, naturalmente Aupi.
Questo determinerà la probabilità che un consiglio regionale
possa avere 2 voti e non uno al Nazionale.
23.02.06 – Ancora nessuna risposta dai Presidenti Aupi, solo
il presidente uscente Sardi risponde con una lunga lettera
alla mail mia e di Zaccaria, in cui, da un lato ci tira le
orecchie forse avendo interpretato come svalutazioni del suo
operato quelli che invece individuavamo come punti critici,
dall’altro offre informazioni dettagliate e preziose sulla
situazione europea.
A questo punto, i presidenti che hanno risposto a favore della
definizione di linee programmatiche da sviluppare (Liguria,
Trento, Valle D’Aosta, Basilicata, Veneto, Abruzzo, Toscana,
Lazio) decidono di formulare un documento più preciso sia su
questioni di contenuto che di metodo e inviarlo di nuovo a
tutti i presidenti.
18.03.06 – Dopo varie migliorie questo documento [scarica],
viene inviato a tutti i Presidenti regionali, con questa mail
di accompagnamento ” CARI PRESIDENTI E COLLEGHI,
AVVICINANDOSI LA SCADENZA PER L’ELEZIONE DEL NUOVO ESECUTIVO
DEL CNOP, ALCUNI DI NOI HANNO PENSATO DI SOTTOPORRE A TUTTI I
FUTURI MEMBRI DEL CNOP ALCUNE RIFLESSIONI FATTE, (RIPORTATE IN
QUELLO CHE ABBIAMO CHIAMATO DOCUMENTO PROGRAMMATICO) NELLA
SPERANZA CHE POSSA ESSERE UTILIZZATO PER SVILUPPARE – IN UN
INCONTRO PRELIMINARE TRA TUTTI – UN CONFRONTO UTILE E
PROFICUO. CORDIALMENTE. I PRESIDENTI DI: ABRUZZO, BASILICATA,
LAZIO, LIGURIA, TOSCANA, TRENTO, UMBRIA, VALLE D’AOSTA,VENETO,
Anche su questo non arriva risposta.
19.03.06 – I Presidenti firmatari del documento si incontrano
a Roma, in vista dell’insediamento del giorno dopo… gli altri
presidenti non è possibile né vederli né incontrarli. Ci
arriva voce che sono state già decise tutte le cariche, ma
decidiamo comunque di riproporre la questione del metodo.
Appare chiaro che la scelta può essere fatta solo nello
schieramento Aupi che ha la maggioranza in consiglio, ma
l’auspicio è che tale scelta possa avvenire individuando fra
questi i colleghi più competenti e rappresentativi per la
professione.
20.03.06 – La riunione del Consiglio , di cui ci auguriamo
che le cariche vogliano dare visione ai colleghi attraverso la
pubblicazione del verbale sul sito per ora “in costruzione”, è
stata a dir poco “animata”. La collega Zaccaria ha
ripresentato un discorso sul metodo ed i criteri….. silenzio,
nessun dibattito. Il collega Palma, invece, nel suo discorso
pre-elettorale ha presentato tutti i punti di contenuto
salienti delle linee programmatiche che avevamo inviato nel
nostro documento….. La cronaca successiva non è facile da
sintetizzare. Ci sono stati vari interventi, alcuni anche
pesanti. A sostegno della non discussione sui criteri è stato
argomentato che l’Aupi ha vinto è giusto che si prenda tutte
le cariche come è stato fatto dalle maggioranze di tutti i
consigli. Ho tentato di aprire la discussione sulla differenza
della rappresentanza tra i regionali e il nazionale. Nei
regionali, i consigli sono risultato di una consultazione
elettorale diretta che indirizza il governo, la stessa cosa
non avviene in Nazionale, dove i Presidenti non sono eletti
dagli iscritti, ma vi siedono automaticamente di diritto .
Quindi credo non sia sostenibile la tesi che l’Aupi ha vinto
al Nazionale, ma piuttosto quella che tutti i Presidenti
insieme sono lì a rappresentare i 50000 colleghi italiani. Non
ho trovato riscontro né confronto su questa linea politica.
Per
finire
i
risultati
delle
elezioni
che
forse
non
necessitano di molti commenti:
Presidente – Giuseppe Luigi Palma eletto con 14 voti – nessun
altro candidato- (8 voti sono andati a Tonzar nonostante non
fosse candidato per la presidenza bensì per la vice)
Vicepresidente – Claudio Tonzar con 20 voti – nessun altro
candidato-( 1 a Zaccaria e 1 bianca)
Segretario- Fulvio Giardina con 12 voti alla seconda
convocazioneBontempo 10
voti ( Alla prima votazione
:Giardina 11 voti- Bontempo 10- 1 bianca)
Tesoriere – Maurizio Micozzi 12 e 10 bianche
Poco lungimiranti (gli Aupi) non hanno capito che potevano
avere un presidente, scelto fra i loro, ma rappresentativo per
tutti, eletto a grandissima maggioranza.
Documento
tratto
dalla
pagina
http://www.psicologia.toscana.it/vbContent.php?cntId=226
Il disordine dell'Ordine.
Viaggio nei meandri della
burocrazia ordinistica
Si fa molto parlare, ultimamente, dell’informazione – o disinformazione – che gli Ordini concedono ai loro iscritti,
soprattutto perché, in vista delle prossime elezioni, risulta
importante per i candidati poter presentare il proprio
programma elettorale che descriva con chiarezza a tutti i
votanti gli scopi che ci si propone di raggiungere una volta
eletti (è bene chiarire, a titolo informativo, che qualsiasi
psicologo iscritto all’Ordine si può candidare alle imminenti
elezioni).
D’altro canto, è altrettanto vero che tutti e 50.000 gli
psicologi iscritti ai vari Ordini regionali hanno il diritto
di poter conoscere i vari candidati ed i loro progetti, dal
momento che non stiamo affatto parlando di notizie
commerciali, ma di informative elettorali di comune interesse
per tutti noi.
Fiduciosa nel corretto adempimento del compito istituzionale
di ciascun Ordine mi sono quindi attivata – come Altra
Psicologia – per avere i vari indirizzari regionali e di
seguito desidero esporre la rosea situazione che ho avuto modo
di esperire sulla pelle.
Indignata, anzi, di fronte a tanta sfiducia nei nostri Ordini,
voglio dimostrare come essi siano talmente zelanti nel fornire
informazioni che addirittura, di fronte ad una richiesta
semplice come quella di inviare via mail l’elenco completo
degli iscritti (nota bene: elenco con dati pubblici), non si
limitano affatto a dare una sola risposta, bensì molte,
sfoggiando tutta una pletora di soluzioni diverse e
contrastanti. E pensare che qualcuno si lamenta che in Italia
sta sparendo la libertà di espressione…
Ma vediamo un po’ nel dettaglio…
In molte segreterie mi è stato chiesto per quale motivo
volessi tale elenco (chiarisco che mi ero comunque qualificata
come psicologa iscritta all’Ordine dell’Emilia-Romagna, non
come segretaria dell’assicurazione Tal dei Tali che vuole
vendere polizze a professionisti o cose simili). Non
sottraendomi al dovere di chiarimenti, specifico che faccio
parte di un’associazione che ha esponenti in varie parti
d’Italia e che, per le prossime elezioni, desidererebbe
presentare candidati; conseguentemente e logicamente, vorrebbe
rendere noto ai colleghi il proprio programma elettorale. La
motivazione è semplice e chiara. La risposta un po’ meno…
A questo punto del nostro breve, ma quanto mai avventuroso
viaggio nei piccoli gironi infernali della burocrazia –
eppure, qualcuno che di gironi infernali se ne intendeva,
aveva già avvertito: “perdete ogni speranza, o Voi
ch’entrate”… – qualche gentile segretaria viene colta da
confusione temporanea sul ruolo dell’Ordine e mi ribatte, con
una lieve inflessione della voce che tradisce una certa
agitazione, che c’è un problema di privacy.
Un po’ perplessa della risposta, mi permetto di replicare che
non capisco il problema, visto che l’Albo, e perciò i
nominativi, sono dati pubblici.
Sbigottiti dalla prontezza della replica, ma incapaci di
controbattere di fronte a cotanto rigore logico, mi viene
risposto che è necessario fare una formale richiesta scritta,
comprensiva di motivazione, che sarà sottoposta all’attenzione
di chi di dovere (il che equivale a dire che le proposte
elettorali dei singoli candidati devono passare al vaglio
dell’attuale consigliatura in carico. Corretto, non trovate?)
Da segnalare, per particolare efficienza, alcuni Ordini, che
non si accontentano di ciò, ma pretendono un documento con
carta intestata (Bolzano) o la specificazione che i nominativi
saranno utilizzati solo per la motivazione esplicitata (e fin
qui può essere comprensibile) e per una sola volta -e se
volessi fare due invii elettorali? Col sudore alla fronte
inizio già ad immaginarmi una scena, stile film di spionaggio,
in cui l’incauto agente speciale, una volta scoperto, è
costretto ad ingoiare il foglietto con le informazioni
segrete, affinché non cadano in mano del nemico. 50000
indirizzi sono decisamente più di un pasto completo…-, come
nel caso dell’Abruzzo e della Toscana, fino ad arrivare
addirittura a richiedermi la fotocopia di un documento
d’identità (Campania).
Pur in questo clima di sospetto quasi (quasi) generale, tengo
a rimarcare alcune ulteriori differenze che contraddistinguono
un Ordine dall’altro (e ci mancherebbe che le procedure
fossero unificate su intero territorio nazionale! E dove
finisce la creatività e la soggettività che noi psicologi
tanto sosteniamo e sollecitiamo?).
A fronte, infatti, di Ordini che inviano gratuitamente
l’indirizzario, si trovano altri che richiedono un contributo
spese. E anche qui ci troviamo innanzi a calcoli decisamente
fantasiosi e dalle logiche imponderabili, considerato che si
va dai 9,6 Euro dell’Umbria ai 243, 78 (!!!) del Piemonte. Ma
si sa, siamo nel paese della finanza creativa…
Non solo: mentre alcuni inviano l’albo in formato Excel, altri
lo possono inviare solo in formato cartaceo o, addirittura,
solo in etichette adesive. Per fortuna che c’è chi, invece, ti
dà persino la scelta tra i vari formati!
Vorrei porre in particolar modo la vostra gentile attenzione
sulla logica perversa dell’Ordine siciliano che, pur inviando
a pagamento le etichette adesive, addirittura interpreta (beh,
siamo psicologi) la legge sulla privacy e ne deduce che tale
legge “ci impedisce di passare gli indirizzi su CD”. A me la
spiegazione rimane un po’ sibillina, ma sicuramente sarà
perché non ho sufficiente conoscenza della legge. Come dire:
la legge sulla privacy non tutela il contenuto dei dati
diffusi, quanto la modalità di diffusione. Mah…
Giunti a tal punto, alcune domande sorgono spontanee:
perché pagare per un file inviato via mail a costo,
quindi, zero?
e, se necessario pagare, perché allora alcuni Ordini
danno questo servizio gratuitamente?
perché queste differenze fra un Ordine e l’altro?
Forse qualche Ordine ha più bisogno di soldi di un
altro? Se è questa la ragione, scusate se mi viene un
po’ da ridere di fronte al paradosso che una regione
come la Basilicata lo fornisca direttamente su Internet,
mentre una ricca come il Piemonte richieda ben 243, 78
Euro!!!
Comunque, vorrei mandare un messaggio di speranza: non
perdiamo la fiducia, poiché in mezzo a tanta confusione, un
po’ di chiarezza ci giunge. Infatti, in preda allo smarrimento
per tante diversità (e tanto incomprensibili e
ingiustificabili) ho ritrovato un barlume di fiducia di fronte
all’atteggiamento assoluto, monolitico e incontestabilmente
definito del Friuli Venezia Giulia che mi scrive “lo scrivente
Ordine comunica che non fornisce tale servizio ai richiedenti.
L’Ordine degli Psicologi del Friuli Venezia Giulia può mettere
a disposizione l’elenco degli psicologi e degli psicoterapeuti
ai richiedenti interessati, presso la propria sede di Piazza
Niccolò Tommaseo n. 2 a Trieste, per la relativa
consultazione”.
Questo sì che è fornire un servizio agli utenti!
Piuttosto, se qualcuno di voi va in vacanza nella bella e
ventosa città (scusate, ma io soffro di rinite) potrebbe farmi
il favore di ricopiare diligentemente tutti gli indirizzi?!?
Una brillante soluzione, soprattutto per coloro che, in vista
delle elezioni, hanno sicuramente ampio tempo a disposizione
per svolgere un certosino lavoro da amanuense.
Per dovere di cronaca, ci tengo a chiarire che la formale
richiesta scritta è solo il primo passo per ottenere l’accesso
(tutt’altro che garantito) a tali pubblici dati. Una volta
escluse le regioni che chiedono un contributo economico e
quelle di cui già possedevo l’elenco degli iscritti, ho
inviato, via posta elettronica, la domanda con relativa
spiegazione delle motivazioni a otto regioni il 22/9/05
(Abruzzo, Calabria, Friuli Venezia Giulia, Molise, Puglia,
Toscana, Valle D’Aosta, Veneto), a una il 4/10/05 (Sardegna) e
ad un’altra l’11/10/05 (Trento. Non sono riuscita a trovarli
prima). Fino ad ora, solo 3 regioni mi hanno risposto: la
Puglia, inviandomi subito quanto richiesto, il Friuli Venezia
Giulia, negandomelo, come già sopra chiarito e, infine, la
Toscana, mandandomi unicamente gli indirizzi degli iscritti
che hanno dato l’autorizzazione alla diffusione dei dati
personali. Quest’ultima, in pratica, con la scusa dell’assenso
o meno che ciascuno dà alla “comunicazione commerciale”,
diffonde un indirizzario limitato e ristretto, anche in caso
di utilizzo, come chiaramente indicato, a fini elettorali.
Chissà se anche gli attuali consiglieri non potranno avere
accesso a tali dati…
Infine, le altre regioni non hanno ancora risposto. Rimango,
ovviamente, in ansiosa e fiduciosa attesa… good night and good
luck!
Chiara Santi