L a V oce dell`A picoltore

Transcript

L a V oce dell`A picoltore
A.R.A.L. NEWS n.10 del 23 /10 / 2015
La Voce dell'apicoltore
Miele: l'unica cosa che si produrrà sempre
Notiziario ARAL
Top news n. 10 2015
ARAL
Associazione regionale Apicoltori Lazio
Sede operativa: Via Albidona, 20 – 00040 Roma Tel. 06/7232131 CF 80400530582 P. IVA 0939641002
C. C. Postale /N. 64555006 Per la corrispondenza: Via di Tor Vergata 255 – 00133 Roma
Cell. 3466281022; 3924578539 -Sito web www.aralonline.org - E Mail: [email protected]
Questo notiziario viene inviato solo via E MAIL ad apicoltori, autorità. sanitari, enti di ricerca.
In caso di rinuncia, previa comunicazione, si provvederà a depennare l'utente..
*****
La Voce dell'Apicoltore
Notiziario dell'ARAL
ARGOMENTI
1) Convegno annuale dell'ARAL
2) Censimento degli alveari
3) Rinnovo associativo
4) La vitellogenina
5) L'immunità delle larve
6) Trattamenti per l'invernamento
7) L'uso dell'acido ossalico
8) Lotta alla vespa velutina
9) la legislazione relativa alla propoli
Il convegno annuale regionale dell'ARAL
Siamo al XVI° convegno annuale dell'ARAL che di prammatica si svolge alla fine di
novembre di ogni anno. Questa edizione cade il 29 novembre 2015, dalle ore 9,00 alle ore
13,00 e si svolgerà presso la sala delle conferenze del comune di Castel Gandolfo. Sono
stati scelti argomenti per indirizzare gli apicoltori ad una conoscenza più approfondita e
con una sua logicità per la commercializzazione dei prodotti dell'apicoltura.
Gli apicoltori, sono gli amanti della natura, amano vivere, come dice Coarelli, sotto il
tetto del cielo, ma il continuo deturpamento del territorio sta portando ad un
continuo impoverimento dell'apicoltura. Sarà perciò, questo l'altro tema del
convegno per sensibilizzare l'opinione pubblica e gli apicoltori per un ritorno
alla terra e al rispetto della biodiversità.
La giornata inizierà con una colazione e i partecipanti saranno accolti dalla segreteria del
convegno per la registrazione e distribuzione del materiale messo a loro disposizione.
1
Censimento degli alveari
(Anagrafe apistica)
Continua nell'ARAL la raccolta dati per il censimento degli alveari da inserire nella BDA. E' possibile
scaricarsi lo stampato dal sito dell'Associazione WWW.ARALONLINE.ORG (alla voce Anagrafe apistica). Il
modulo compilato in ogni sua parte deve essere consegnato ai responsabili dell'Associazione max entro il 29
novembre c. a. , in occasione del convegno annuale regionale dell'ARAL.
Rinnovo associativo
In occasione del convegno regionale annuale dell'ARAL che si terrà il 29 novembre prossimo presso la sala
delle conferenze del comune di Castel Gandolfo, Inizia il rinnovo e l'iscrizione per l'adesione all'Associazione
per l'anno 2016. La quota associativa, ormai standardizzata, è di € 35.
Gli apicoltori potranno effettuare gli abbonamenti alle più note riviste di apicoltura a costi scontati.
L’APIS € 18,00; L’Apicoltore Italiano € 18,00; Apitalia € 27,00; Vita in Campagna € 42,00 , con il
supplemento “Vivere la Casa di Campagna” € 50,00 -.
Vitellogenina, Scoperto un vaccino naturale usato dalle api per proteggere i propri piccoli
dalle malattie.
Negli ultimi decenni la popolazione delle api è drasticamente calata praticamente in ogni area, si stima che
negli Usa siano passate da 6 milioni a 2,5 in meno di 60 anni. Tutto questo è dovuto a una combinazione di
fattori quali l'inquinamento dell'aria, l'uso dei pesticidi e parassiti.
Per questo si è arrivati alla scoperta dei meccanismi usati dalle api per trasferire le difese immunitarie, una
sorta di vaccino naturale, potrebbe avere una grande importanza non solo per la ricerca ma anche a livello di
produzione agricola mondiale. Secondo lo studio la chiave del vaccino delle api è la vitellogenina, una
proteina del sangue già nota per la sua importanza nel mantenimento delle difese immunitarie ma la cui azione
non era stata ancora ben compresa. Questa molecola sarebbe secondo i ricercatori una sorta di colla dove
rimangono 'impastatì frammenti di batteri nocivi sconfitti dalle difese immunitarie delle api adulte. Attraverso
la pappa reale questo materiale viene involontariamente trasmesso alla regina che a sua volta lo trasferisce alle
uova deposte. Svelato questo meccanismo sarà ora forse possibile riuscire a creare farmaci capaci di
'infiltrarsì nella vitellogenina e fortificare le difese delle api. Per Giovanni D'Agata, fondatore dello
“Sportello dei Diritti”, le api sono patrimonio di tutti, agricoltori, consumatori e cittadini, e si
sono trasformate in uno strumento per interpretare diversamente il mondo che ci circonda. E
così, oltre a dare un apporto economico quali impollinatori, di produttori di alimenti e di
agenti della conservazione ambientale, sono diventate un simbolo della cultura della non
violenza. L’ape è diventata un soggetto politico, un simbolo di resistenza e di affrancamento dalle
prevaricazioni. Rispettare le api vuol dunque dire rispettare l’ambiente, quindi tutti gli insetti.
Tratto dal Giornale Montesilvano, Sabato 01 Agosto 2015 09:30 | Scritto da giovanni d'agata |
L'immunità delle larve
Quindi le api vaccinano le proprie larve, e lo fanno grazie ad una proteina importantissima: la vitellogenina.
La scoperta, pubblicata su Plos Pathogens, arriva dopo 15 anni di ricerca di base sulla vitellogenina. Lo studio
portato avanti da tre ricercatori dell’Arizona State University e dell’Università di Helsinki spiega per la
prima volta il processo grazie al quale le api trasmettono l’immunità alle larve, fino ad oggi rimasto un
mistero.
“Abbiamo scoperto che il veicolo è il più semplice che si possa immaginare: il cibo” ha spiegato Gro Amdam
dell’Arizona State University. Le api (Apis mellifera) sono insetti sociali altamente organizzati: la
2
regina esce raramente dall’alveare ed è l’unica a riprodursi; a crescere le larve e a nutrire la
regina e tutto l’alveare ci pensano le operaie. In particolare le bottinatrici, che hanno il compito di
cercare il cibo (nettare e polline) e di portarlo alla colonia. Ma volando di fiore in fiore, possono venire a
contatto con alcuni patogeni che rimangono poi intrappolati nella pappa reale, il cibo prodotto appositamente
per la regina. Così i batteri vengono ingeriti, e una volta digeriti raggiungono il suo corpo grasso (l’equivalente
del nostro fegato). Qui piccoli frammenti di questi microrganismi si legano alla vitellogenina, una
proteina che viene trasmessa alle uova in fase di sviluppo attraverso il sangue, finendo nel tuorlo. Così
le larve nascono già vaccinate e il loro sistema immunitario è pronto ad affrontare le malattie.
Parte dell'articolo è tratto da Plos Pathogens Doi: 10.1371/journal.ppat.1005015© Galileo - Giornale di
scienza e problemi globali.
Censimento degli alveari
(Anagrafe apistica)
Continua nell'ARAL la raccolta dati per il censimento degli alveari da inserire nella BDA. E' possibile
scaricarsi lo stampato inerente la consistenza degli apiari e quello per l’iscrizione dal sito dell'Associazione
WWW.ARALONLINE.ORG (alla voce Anagrafe apistica). I moduli compilati in ogni sua parte devono essere
consegnati ai responsabili dell'Associazione max entro il 29 novembre c. a. , in occasione del convegno annuale
regionale dell'ARAL.
Il Ministero della Salute, con nota del 22 settembre 20015 a firma del Direttore Generale Silvio
Borrello, in riferimento all'Anagrafe apistica, precisa che "la normativa nazionale vigente non prevede
un impianto sansonatorio specifico, tuttavia nelle more di una possibile predisposizione di uno specifico
decreto sansonatorio, i Servizi veterrinari hanno facoltà di adottare le sanzioni previste dal D.Lgs 196/
1999 per le violazioni inerenti la gestione anagrafica degli allevamenti", (leggi API).
Gli apicoltori sono avvisati.
Trattamenti per l'invernamento
Rispetto agli anni precedenti il sistema di invernamento ha subito diverse variazioni. Attualmente, come recita
in un suo articolo Paolo Faccioli, si deve parlare di "invernamenti". L'invernamento in realtà incomincia con
la tarda estate inizio autunno, nel periodo più critico per la presenza della varroa. Perciò, occorre intervenire
subito in maniera massiccia per debellare quest'acaro altrimenti a settembrte e ottobre non possono nascere api
che superino l'inverno. Inoltre, in questo periodo le api hanno bisogno di una adeguata nutrizione in
particolare a base di polline per accumulare proteine necessarie per alimentare la regina al fine di ottenere una
forte deposizione. In mancanza, occorre intervenire con una nutrizione proteica a base di polline fresco
(scongelato) miscelato a miele e sciroppo e fornito alle api nei nutritori. Le famiglie più deboli difficilmente
superano l'inverno. Le api delle famiglie deboli si sono sempre mostrate più sensibili alle infezioni virali,
avendo in circolo, nel loro corpo, una quantità di virus significativamente più alta di quella riscontrata nelle api
delle famiglie forti.
Una buona condizione fisica dell’ape ha la capacità di resistere alle infezioni virali e la pratica apistica può
avere notevole importanza per difendere le api dai patogeni. Le api, per un corretto preinvernamento,
devono coprire a seconda la zona, un minimo di sei o sette favi da nido.
Riassumendo, a ottobre e metà novembre, considerato che nella nostra regione il clima è ancora buono, le
operazioni più necessarie da svolgere sono.
- Controllare l'aspetto sanitario delle famiglie; - prelevare favi con api e scorte dalle famiglie più forti per
aiutare le più deboli "il livellamento";- intervenire con una nutrizione a base di sciroppo denso per le famiglie
con scarse provviste; - eliminare i favi vuoti e non coperti di api.
Proteggere l'apiario dal vento e dall'umidità. L'orientamento più adatto a stimolare il volo delle api, avere la
porticina rivolta al sole (da sud a est); sistemazione degli alveari all'aperto o, se vi sono alberi, questi devono
essere a caducifoglie in modo da lasciare passare il sole.
3
Se le api hanno provviste sufficienti e sono ripulite dalla varroa, si possono lasciare le famiglie così come sono
a fine stagione. All'inizio dell'inverno, ripetere il trattamento anti varroa con acido ossalico gocciolato, da dare
una sola volta, e nelle zone dove le regine depongono anche d'inverno occorre isolare la regina.
Trattamento radicale con acido ossalico
L'acido ossalico si deve usare un’unica volta, in assenza totale di covata, con temperatura superiore a 10° C
e possibilmente in presenza di volo delle api, nelle ore antimeridiane per dar modo alle api di asciugarsi.
Modalità di utilizzo : una confezione di Api-Bioxal da 35 grammi sciolta in 500 ml di sciroppo zuccherino 1:1.
E’ possibile ottenere la stessa quantità di sciroppo mischiando 300 ml di acqua con 300 grammi di zucchero e
aggiungere una busta di Api-Bioxal da 35 grammi.
Somministrare la soluzione per gocciolamento con una siringa graduata in ragione di 5 cc per favo occupato.
Evitare i sovradosaggi soprattutto gocciolato. Si può usare anche per sublimazione previe protezioni idonee.
Approvvigionarsi in tempo sia dell' Api-bioxal che del candito, non è mai troppo presto.
Lotta alla vespa velutina
Fino a oggi l’avanzata dello sterminatore di alveari sembrava incontrastabile e inarrestabile. Ora una moschina,
finora poco studiata, la Conops vesicularis, suscita qualche nuova speranza.
La rivista Apidologie pubblica uno studio da cui emerge la possibilità che questa piccola mosca sia in grado di
parassitare il calabrone asiatico, aprendo una diversa possibilità e prospettiva di controllo biologico territoriale
di questa specie che in 10 anni ha oramai colonizzato oltre il 70% del territorio francese, per poi espandersi in
Spagna, Portogallo, Belgio e recentemente nel nord Italia, in Liguria.
L’equipe del dottor Eric Darrouzet, dell’Istituto di Ricerche sulla biologia dell'insetto (IRBI, CNRS / Università
di Tours), ha effettuato una ricerca per verificare l’esistenza di possibili parassiti del calabrone asiatico.
Studiando nei dintorni di Tours, nel 2013 tra giugno e agosto, 12 nidi di calabroni avviati in primavera, i
ricercatori hanno verificato che ben 9 non erano riusciti a svilupparsi.
In due di questi hanno individuato la regina morta e divorata dall’interno da un parassita, identificato poi
grazie all’analisi genetica come: Conops vesicularis.
Specie che appartiene alla famiglia dei Conopidae, piccole mosche parassitoidi che tra giugno e luglio
depongono le uova nel ventre di un altro insetto. Le uova si schiudono, si nutrono dell’insetto e ne causano la
morte, generalmente nell’arco di una quindicina di giorni. Le pupe possono anche restare nell’insetto e
schiudersi come insetti adulti nella successiva primavera.
Il dottor Darrouzet ha affermato che: "Si potrebbe effettivamente considerare un bio allevamento dei
parassitoidi per poi rilasciarli in natura in aree dove effettuare il contrasto al calabrone asiatico.”
I ricercatori vogliono inoltre determinare cosa attragga questa mosca a parassitare le varie specie di vespe
presenti in Europa. A quanto si sa, in effetti, non parassitizzano ad esempio le api. Ma per essere certi di tutte le
possibili ricadute, prima di attivare un progetto di lotta biologica, sarebbero necessari quantomeno altri quattro
anni per studiare meglio la piccola mosca.
Articolo tratto da CNRS, Le Parisien e Apicoltura italiana
Cosa dice la legge sulla produzione della propoli
Questo è il periodo in cui molti apicoltori raccolgono la propoli. Si precisa in merito che la Propoli è prodotto
agricolo se classificato come cera greggia, ma come Tintura di propoli diventa “integratore alimentare”.
Poiché il Decreto Legislativo n. 169 del 21-5-2004 ne prevede la lavorazione in laboratori autorizzati dal
Ministero della Salute, non è sufficiente l’autorizzazione sanitaria della Asl come per la lavorazione del miele,
che si può effettuare anche nei laboratori di casa, "la smielatura semplificata".
Molti apicoltori, anche nostri soci, continuano con la trasformazione “fatta in casa”; in questo caso l’art. 15
del predetto decreto prevede una sanzione da € 2.000,00 a € 20.000,00.
4