Una carezza contro la ferocia
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Una carezza contro la ferocia
Aprile 2010 PrimoPiano Lo Specchio 5 I vari simboli adottati o proposti dalle organizzazioni che si riconoscono nei principi della Croce Rossa Istituzioni allo Specchio: la Croce Rossa Una carezza contro la ferocia n el giugno 1859, durante le cruente battaglie fra austriaci e francesi a Solferino in Lombardia, Henry Dunant – letterato e filantropo di origine svizzera – ebbe l’intuizione di creare un simbolo di neutralità, tracciando col sangue dei caduti una croce su un telo bianco: e ottenendo per la prima volta, al passaggio dei barellieri che portavano al riparo i feriti, l’onore delle armi e una temporanea cessazione delle ostilità. La vicenda è stata ricostruita in un bel film: “Henry Dunant - Du rouge sur la croix”. Il protagonista raccontò poi al mondo gli orrori della guerra col libro “Un souvenir de Solferino”, che riuscì a scuotere le coscienze in tutta l’Europa. Secondo le sue stesse parole, il suo intento era quello di “placare tutte le sofferenze umane senza distinzione di nazionalità, di razza, di religione, di condizione sociale e di appartenenza politica”. All’appello del Comitato internazionale da lui fondato, i rappresentanti di 16 Paesi si riunirono a Ginevra nell’ottobre 1863: ne seguì l’atto di fondazione della Croce Rossa che definisce le funzioni e i mezzi dei Comitati di soccorso ai feriti. Questa è l’origine di una leggendaria epopea di umanità e di solidarietà che è servita ad attenuare la ferocia dei combattenti sotto ogni latitudine; già in occasione della Grande Guerra e successivamente in tutti gli innumerevoli conflitti vissuti dal mondo. Come si vede, il simbolo originale non aveva alcuna connotazione religiosa: era stato addirittura ricavato idealmente dalla bandiera svizzera (Paese da sempre neutrale), invertendo semplicemente i colori: rosso su bianco, invece di bianco su rosso. Ma poiché il simbolo della croce sembra dare fastidio un gran bel po’ – come si dice a Pesaro – si sono quasi subito scatenate le isterie politico-diplomatiche. I Paesi di religione musulmana hanno infatti rifiutato di far soccorrere i loro feriti da quell’orribile Croce Rossa, creando la “Mezza Luna Rossa”: un simbolo – questo sì – di indubbio significato politico e religioso. Per non essere da meno, l’Iran ha voluto a sua volta un “Leone e Sole Rosso”; seguito dallo Stato di Israele che ha rivendicato la sua “Stella di Davide Rossa”. Per evitare che, di questo passo, si creassero decine di obiettivi diversi sui quali non sparare, nel 2005 è stato inventato un simbolo unico: una specie di rombo chiamato “Cristallo Rosso”, dentro il quale chi vuole può inserire il suo simboletto nazionale o etnico. Mi chiedo cosa penseranno i marziani, quando finalmente sbarcheranno sul nostro pianeta, di questo straordinario esempio di idiozia terrestre. olontari civili e militari. La Croce Rossa Italiana ha cominciato a operare già nel 1866, con la 3^ Guerra d’Indipendenza contro l’Austria. Oggi conta su V Aurelia Marinelli (a destra), vice ispettrice delle infermiere volontarie, insieme al prof. Di Bari e all’ispettrice Laura Caviglioli Moresco. Il motto delle crocerossine è: “Ama, lavora, conforta, salva” 150 mila soci attivi, organizzati in sei diversi segreto militare. Comunque mi affida questo gruppi, spesso interagenti fra loro: il corpo messaggio per i giovani che volessero avvicimilitare, le infermiere volontarie, i volontari narsi a questa esperienza: “Lavorando per alledel soccorso, il comitato femminile che si viare le sofferenze si riceve molto di più di occupa di assistenza sociale e dell’organizza- quello che si dà. Quando si torna da questi zione di eventi, i giovani pionieri, i donatori di viaggi si vede in modo diverso il valore della sangue. A questi si affiancano altri 30 mila vita”. soci ordinari che versano una quota annuale per contribuire alle attività dell’associazione. Purtroppo, come succede anche nelle migliori famiglie, i vertici dell’ente sono stati coinvolti negli ultimi anni in alcune controverse vicende amministrative e finanziarie, compresi i criteri di assunzione e di promozione (il personale conta 5.000 dipendenti), che hanno lasciato qualche schizzo di fango Andrea Franca (a destra), componente del corpo militare sul glorioso blasone. della Croce Rossa, presso il centro di assistenza di Castelnuovo Attualmente la gestiodi Porto (Roma). Accanto a lui Francesco Polinari, ne è affidata a un commissario del comitato locale e un ospite eritreo del centro Commissario, ma si spera di tornare presto alla normalità con l’elezione dei rappresentanti a livello nazionale e locale. ’usignolo inglese. Il loro motto è: Sia il corpo militare che quello delle infer“Ama, lavora, conforta, salva”. Sono le miere volontarie operano come ausiliari delle “infermiere volontarie”, ma tutti le defiForze armate e possono essere richiamati in niscono come “crocerossine”; fin dai tempi servizio in qualunque momento, sia per adde- della loro mitica antesignana Florence stramento, sia per partecipare a missioni in Nightingale, un cognome che si traduce in itaItalia o all’estero nel caso di emergenze o di liano come “usignolo”. Florence, nata nel 1820 guerre. Sulla divisa portano un grado militare: a Firenze da un diplomatico inglese, al tempo per le infermiere solo gradi di ufficiale, da della Guerra di Crimea nel 1854 – quindi ancor tenente a generale. prima di Henry Dunant – organizzò un servizio Andrea Franca, 42 anni, viso aperto e leale, di assistenza ai feriti e agli infermi; e nel 1856 collabora con la Croce Rossa dall’età di 24 diede vita a un fondo per la costituzione della anni, dedicando a questa attività gran parte prima scuola di infermiere in Inghilterra. del suo tempo libero: fino a venti ore al mese, In Italia il primo corso si tiene a Milano nel fra serate e week-end passati a bordo delle 1906, ma la costituzione ufficiale del corpo ambulanze come volontario del soccorso. delle infermiere volontarie avviene nel 1908, in Appartiene al corpo militare col grado di ser- occasione del terremoto di Messina (il loro gente ed è l’unico pesarese che ha operato centenario è stato infatti celebrato nel 2008). all’estero: prima come civile nella missione Da quel momento sono state impegnate ovun“Arcobaleno” in Kossovo e Albania nel 1999; que: dalla guerra di Libia contro la Turchia nel poi – dopo il passaggio nel corpo militare – a 1911 alla Grande Guerra del 1915-1918: dove Baghdad, presso un ospedale civile irakeno erano già 8.500, guidate dalla duchessa Elena preso in gestione dalla Croce Rossa italiana; e, d’Aosta col grado di generale, una medaglia l’anno dopo, presso l’ospedale militare italiano d’argento al valor militare e tre croci di guerra. di Nassirya. I suoi compiti sono stati, di volta Per non farci mancare niente, nel 1918 si scain volta, quelli di segreteria, supporto logistico, tenò anche l’epidemia della Spagnola, che radio, cartografia, autista (le sue patenti lo portò ulteriori lutti e richieste di soccorso. Poi abilitano a guidare tutto, dall’ambulanza al le guerre coloniali e la Seconda guerra monTIR). Ha un fisico atletico, tenuto in esercizio diale, dove il corpo ha avuto 18 cadute, di cui in palestra come pugile dilettante. Il suo lavo- due fucilate dai tedeschi. In seguito hanno parro è quello di net- tecipato a tutte le missioni nei teatri di guerra turbino a Marche e nelle emergenze civili: Libano, Somalia, Multiservizi, ma è Bosnia, Kossovo, Afghanistan, Iraq, Palestina. sempre pronto a Si chiamano fra loro, e vengono chiamate, lasciare i camion “sorelle”. Ne incontro una a Pesaro, la vice autocompattatori ispettrice (e tenente) Aurelia Marinelli: una e le autogrù dinamica infermiera che fa parte del corpo da quando riceve quarant’anni. Si è innamorata delle crocerossiuna cartolina pre- ne fin dai tempi delle loro visite nelle scuole cetto che lo con- elementari (nonostante che le cure ricostivoca a Roma per tuenti per i bambini comprendessero anche salire a bordo di l’olio di fegato di merluzzo) e poi si è dedicata qualche aereo. per tutta la vita a questa missione: prima come “Quando si volontaria, poi come infermiera professionista opera all’estero – all’ospedale di Pesaro fino al pensionamento. mi dice – bisogna Per coronare il suo impegno ha persino regalasempre conside- to al comitato pesarese un’ambulanza attrezrarsi come ospiti zata (86 mila euro di spesa), devolvendo parte di un’altra cultu- di una piccola eredità della mamma. Durante ra, rispettare i costumi locali, non manifestare questo lungo arco di tempo ha anche frequenmai credi religiosi o politici. Solo con un atteg- tato un corso di sopravvivenza nei ranghi della giamento laico di neutralità si è accettati dalla Marina e dell’Aeronautica e a sua volta ha popolazione”. Non può raccontarmi niente di istruito almeno 1.500 allievi nelle pratiche di più sulle sue missioni perché è vincolato dal primo soccorso a mani nude: fra questi anche L carabinieri, vigili del fuoco, scolaresche e – naturalmente – i volontari del soccorso dell’Associazione. Ancor oggi continua a prestare la sua opera tutti i giorni nella segreteria del comitato locale. a Pesaro all’Aquila. A Pesaro la Croce Rossa ha la sua sede in Via Saffi 8 (tel. 0721 410842, www.cripesaro.org) che ospita il comitato provinciale presieduto da Domenico Bavusi e il comitato locale che comprende anche Gabicce, Gradara e Mombaroccio: con 300 soci attivi e 300 soci ordinari. Lo presiede Ida Baci Consani, affiancata da Magda Mezzetti Cadeddu per il comitato femminile; Mirella Giambartolomei, ispettrice delle infermiere volontarie; Meikols Salvatori (è un uomo) per i volontari del soccorso; Laura Leardini per il gruppo dei giovani. Qui opera anche un ambulatorio, intitolato alla memoria del prof. Leonardo Di Bari, per la misurazione gratuita della pressione, colesterolo e glicemia e per le visite cardiologiche. Fra i campi in cui sono impegnati i volontari, anche il servizio di ambulanza (a supporto del servizio 118) tutte le sere, 365 giorni all’anno; il servizio “Ti accompagno” per il trasporto di persone per terapie e visite mediche; le attività socio-assistenziali presso l’ospedale e le strutture sanitarie residenziali e presso il “Centro di ascolto per la salute” (rivolto agli immigrati) in collaborazione con la Caritas e il Ceis; le attività di protezione civile e di educazione sanitaria. La più recente iniziativa è stata l’inaugurazione, il 10 marzo scorso, di un nuovo corso per infermiere volontarie: con 16 partecipanti dai 19 ai 45 anni. Il corso teorico e pratico di due anni comprende materie come pronto soccorso, diritto, psicologia delle emergenze, protezione civile. All’Aquila, la sera del 18 luglio 2009, il comitato pesarese ha portato un trio di artisti D Ida Baci Consani (Francesca Matacena al pianoforte elettrico, Fiamma Lauri soprano, Rita Giancola voce recitante) per un concerto di solidarietà con la popolazione abruzzese, ospitato sotto una grande tenda da campo. Al termine, un centinaio di sfollati con le lacrime agli occhi ha cantato in coro, insieme agli interpreti, la canzone popolare “Vola, vola, vola” che viene considerato l’inno dell’Abruzzo: E vola, vola, vola, vola e vola lu cardille, nu vase a pizzichille né mi le può negà… Anche questo è la Croce Rossa. Alberto Angelucci