Imp. IT Ott.`99 - Honda

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Imp. IT Ott.`99 - Honda
t r i m e s t r a l e
di informazione aziendale
della Honda Italia Industriale S.p.A.
Cari Collaboratori,
A
pprofitto dell’opportunità offertami
dal nostro periodico aziendale “In..Honda” per presentarmi, e colgo
anche l’occasione per salutare quanti non
ho ancora avuto modo di conoscere.
Di me stesso posso dire innanzitutto che
sono un grande appassionato di moto. Mi
piace guidarle tutte, indifferentemente,
nei vari percorsi che un mezzo così versatile riesce ad affrontare.
Negli ultimi tempi, tuttavia, ho dovuto rinunciare molto spesso (e
con grande rammarico) a questo piacere, non avendo a disposizione molto tempo libero.
Naturalmente, il mio desiderio è quello di riaccostarmi a questa
attività, considerando anche il fatto che l’Italia è un Paese che
offre itinerari e percorsi particolarmente interessanti, oltre che
affascinanti dal punto di vista paesaggistico. Faccio parte della
grande famiglia Honda dal 1975 e, ad eccezione del periodo iniziale in cui mi sono occupato delle vendite dei prodotti Power, ho
sempre rivestito incarichi nella divisione motocicli.
Ho maturato circa dieci anni di esperienza in Giappone e ricordo
ancora nitidamente il biennio 83-84 in cui la concorrenza della
Yamaha era agguerritissima. Ma, si sa, le difficoltà fanno “fare le
ossa” e, anche nel mio caso, proprio quell’impegno e i vari ostacoli affrontati mi hanno permesso di acquisire una formazione
specifica nel settore, che si è poi sempre rivelata fondamentale
nella mia attività e carriera. La mia esperienza in Europa è iniziata
nel 1987. Prima alla Montesa Honda, a Barcellona, poi alla Honda
Portogallo, successivamente alla Honda Svizzera ed ora a Roma
alla guida della Honda Italia e della Honda Europe Motorcycle:
questo doppio incarico, peraltro molto stimolante, rientra nell’ambito del programma di unificazione delle cosiddette funzioni SED
(Vendita, Produzione e Sviluppo).
Sono arrivato a Roma il 12 Giugno scorso e, in occasione del
party di benvenuto organizzato dalla Honda Italia Industriale non
ho ritenuto di presentarmi con un vero e proprio discorso ma con
il mio motto: “Sono pronto, chiaro e aperto e lo stesso spero che
siate anche voi”, che sintetizza efficacemente la mia personalità e
il mio modo di essere. Sono infatti fermamente convinto che il
successo di un’azienda sia racchiuso in questi tre semplici concetti.
La prontezza, che è ricettività e reattività al tempo stesso, è una
dote fondamentale per gestire, controllare, comprendere ed eventualmente reagire ad un mercato in continua evoluzione e, inoltre,
rappresenta la carta vincente contro la concorrenza. Per sviluppare
prodotti di successo è infatti indispensabile conoscere prima degli
altri le esigenze del cliente. La chiarezza presuppone una comunicazione genuina che va costantemente coltivata in quanto rappresenta l’elemento essenziale per sviluppare qualsiasi azienda.
L’apertura mentale, infine, permette di non arroccarsi sulle posizioni conquistate ma prepara ad affrontare le sfide future, ad allinearsi ai progressi della tecnologia, a confrontarsi con gli altri
componenti del gruppo e sensibilizza ai problemi dell’ambiente e
della sicurezza.
Il nostro fondatore ci ha insegnato che “… mantenendo uno spirito globale dobbiamo impegnarci a fornire prodotti della più alta
qualità ad un prezzo ragionevole per la soddisfazione dei clienti di
tutto il mondo …”.
Grazie a questa filosofia, la Honda è oggi la più grande azienda
motociclistica del mondo. Per questo l’impegno e l’obiettivo di
tutti noi deve essere quello di rendere la Honda la più grande
azienda produttrice anche in Italia, non solamente in termini di
quantità ma soprattutto in termini di qualità. Solo attraverso una
struttura solida, con profitti sempre in crescita e poco influenzati
dai cambi (valutari) fluttuanti, riusciremo a mantenere la posizione di leadership e saremo sempre più proiettati verso il futuro con
successo. Spero e mi auguro che riusciremo insieme a sviluppare
sempre programmi e idee innovativi, volti al miglioramento sia
delle prestazioni individuali che collettive: stimoli, questi, che
conosciamo bene e che sono alla base della nostra filosofia e
realtà aziendale.
Shoichi Kitahara
Presidente Honda Italia
Editoriali
Mr. KITAHARA - Mr. YAMADA
Ciao a tutti!
È
con questo cordiale saluto che desidero presentarmi.
Sono da poco arrivato in
Italia e sono felice di essere
qui a lavorare insieme a voi.
Per quasi venti anni sono
stato nello Stabilimento di Hamamatsu, dove il Sig.
Soichiro Honda, avviò la produzione dei motocicli.
Ho maturato esperienze nel campo motociclistico
seguendo da vicino le problematiche legate ai materiali e alla qualità. Nel 1986, poi, ho contribuito, insieme
ai colleghi centroamericani, alla costruzione dello
Stabilimento della Honda Messico, curandone i servizi ed il sistema qualità.
Nel 1995, trasferito nello stabilimento di Kumamoto,
in Giappone, ho avuto l’opportunità di arricchirmi di
nuove preziose esperienze lavorando nello sviluppo
nuovi modelli e tecnologie di prodotto.
Ora che sono in Atessa, posso dire di aver trovato una
realtà ricca della sua ultraventennale esperienza. Sono
rimasto, infatti, impressionato dal bagaglio tecnico
acquisito da ogni singolo collaboratore e dal perseguimento degli obiettivi secondo i principi della Filosofia
Honda.
Tutto questo ci renderà sempre più competitivi, specie
in vista dei grandi progetti che stanno interessando il
nostro stabilimento. Ormai è ben visibile la trasformazione in atto alla HIA e non nascondo che su questa
ristrutturazione riponiamo gran parte dei nostri progetti per il futuro.
Chiaramente dobbiamo sentirci tutti coinvolti, ad ogni
livello, per consolidare ed accrescere ciò che è stato
fatto in passato.
D'altronde, per la riuscita di qualsiasi progetto, è sufficiente seguire il “Q.C.D.M”, motto hondista che sta
per: Quality, Cost, Delivery e Management. In altre
parole significa intervenire con rapidità, efficacia ed
efficienza.
E’ quindi sin troppo chiara l’importanza di coinvolgere tutti nella creazione di un unico punto di forza che
velocizzi il lavoro pur affrontando problematiche
nuove.
Dal mio punto di vista l’uomo è al centro dell’azienda. Infatti, se risulta abbastanza facile sostituire vecchi
macchinari non si può dire altrettanto dell’uomo. Egli
man mano acquisisce nuove esperienze incrementando il suo grado di flessibilità e, se spinto da un sufficiente livello di motivazione, rende tutti i traguardi
facili da raggiungere. Per raggiungere il successo è,
però, necessaria anche una visione globale del proprio
settore produttivo. Fortunatamente, a tal riguardo, alla
Honda Italia Industriale si respira aria di internazionalità grazie ai continui scambi di visite intrattenute con
fornitori e colleghi di altre Genpo. Molte delle informazioni relative ai mercati esteri ed alle tecnologie di
produzione vengono scambiate in questo modo.
Quindi ogni incontro, se ben gestito, diventa un
momento di arricchimento professionale che arreca
benefici ad ognuno di noi e quindi all’azienda. Ora
lavoriamo per convogliare l’energia di ogni singolo
associato verso la stessa direzione.
Portiamo questa nostra realtà al successo, Italiani e
Giapponesi insieme, con rinnovato spirito e con la
benedizione del Signore!
Buon lavoro a tutti.
Toshio Yamada
Direttore Honda Italia
NH-C 1999 LISBONA
LA FORMAZIONE
Motore dell’Azienda
Cosa ne pensano i fornitori:
LA STORIA DELL’MVS
LA RETE COMMERCIALE
IL SALONE DEL MOTOCICLO
LA HONDA
E LE COMPETIZIONI
REPARTO “ASSY ENGINE”
2° RADUNO MOTOTURISTICO
Destinazione
ISOLA DI PONZA
CULTURA IN CUCINA
VARADERO TOUR
UN PERSONAGGIO…
SIMONETTA
UN PAESE IN MOSTRA
CASOLI
Hanno collaborato
alla redazione:
G. Cinquino - F. Ferretti
R. Bendotti - N. Di Loreto
D. Spinelli - G. Talone
M. Vinciguerra.
Direttore Responsabile:
C. E. Sabbatini.
Progetto grafico:
Fotolito e Stampa:
Grafiche Di Prinzio
Guardiagrele.
Autorizzazione del Tribunale
di Lanciano
n° 124 del 30/03/1998.
Silvana Colonna
Francesco De Iaco
Come ogni anno i lavori destinati al “Circolo
di Qualità” si sfidano presso una delle filiali
europee che con grande calore e disponibilità
accoglie tutti i partecipanti. E per l’edizione ‘99
la favorita è stata l’affascinante LISBONA.
La nostra bellissima avventura cominciava
all’alba del 18 Settembre -e non è solo un
modo di dire- visto che il nostro aereo partiva
alle ore 7.40!
All’“eroica” spedizione NHC ‘99 per Lisbona
prendevano parte il “Grande Capo” Fernando
TRIVELLI, Maurizio BUCCI, Ada CIANCONE, Silvana COLONNA, Francesco DE
IACO, Erminio DI PEPPE, Robertino IANNI,
Luca MELCHIORRE, Franco POLLICE, e per
i fornitori Anna Carla PALENA, Patrizia CAMPITELLI, Fabrizio MASSIMI e Emmanuele
TUMINI.
Dopo i consueti ritardi dovuti al maltempo e le
conseguenti corse per non perdere la coincidenza a Milano Malpensa, il nostro rocambolesco
arrivo a Lisbona è stato subito funestato da uno
spiacevole inconveniente: lo smarrimento dei
bagagli, che ha lasciato tutti alquanto delusi ed
amareggiati nel constatare (ancora una volta
purtroppo!) l’inefficienza del servizio offerto
dalla nostra compagnia di bandiera.
Ma forse questo “incidente” non è stato del
tutto negativo poiché si è rivelato estremamente benefico per l’affiatamento del gruppo che
fino a quel momento era costituito da persone
che non si erano mai viste prima e che improvvisamente si erano trovate ad affrontare insieme
un vero problema! Si è venuto quindi a creare
un “feeling” molto speciale che ci avrebbe
accompagnato fino alla fine.
Appena superata “l’ impasse” inizial e una volta
recuperati i bagagli, le cose sono andate decisamente “ALLA GRANDE”!
Dalle nostre splendide camere dell‘ ESTORIL
SOL potevamo godere il superbo spettacolo
offerto dall’ Oceano e dalla suggestiva cittadina di CASCAIS. Abbiamo inoltre avuto modo
di ammirare più da vicino la flora e la fauna
dell’ Oceano (squali compresi)! allo spettacolare OCEANARIO di Lisbona, di apprezzare la
bellezza malinconica del FADO, di gustare la
bontà dei vari tipi di Porto oltre che delle specialità culinarie portoghesi (da buoni italiani
non ci siamo fatti mancare nulla)! e, siamo
rimasti tutti a “bocca aperta” davanti alla bellezza selvaggia della scogliera di CABO DA
ROCA, il punto più occidentale del continente
europeo dove “finisce la terra e comincia il
mare…”
Ma questa splendida cornice non deve far perdere di vista quello che è stato il vero obiettivo della nostra “missione” cioè la presentazione dei nostri lavori alla commissione NHC.
La mattina del 20 Settembre, l’emozione e il
timore di un possibile fallimento che avrebbe
vanificato tutto lo sforzo e l’impegno profusi
nella preparazione dei lavori ci prendevano allo
stomaco ma… tutto è bene ciò che finisce bene!
Infatti, Francesco con i suoi occhialetti neri e
l’aria intellettuale ha esposto con estrema competenza e serietà CATCH THE BULL BY THE
HORNS, coadiuvato da Franco POLLICE e
Maurizio BUCCI e Silvana (reduce dai successi
di LE PILLOLE D’ERCOLE) ha sceneggiato
… Ehm! volevo dire- ha brillantemente presentato BLU SKY, coadiuvata dai “boys”
Robertino IANNI ed Erminio DI PEPPE.
E, come direbbe la nostra amica Madame
BICOT: “… Che successo, che trionfo!…”
… Ma ahimè non abbiamo vinto!
Comunque, se è vero che non abbiamo riportato
a casa il tanto ambito trofeo NHC ‘99 è pur
vero che il “premio morale” che ognuno di noi
ha guadagnato, ha ricompensato ampiamente
tutti gli sforzi e le aspettative. Il premio di cui
parliamo è sicuramente una conquista sia a
livello personale, caratterizzata da molteplici
fattori quali la voglia di crescere e di misurarsi
con le difficoltà, che a livello interpersonale nel
creare uno straordinario affiatamento di gruppo
fatto di complicità, di amicizia, di solidarietà e
di voglia di battersi, uniti, per la riuscita di un
progetto comune. Questo è stato -senza tema di
smentita- il successo più grande!
Naturalmente tutto condito con tanta allegria,
goliardia e vivacità.
Una menzione speciale a questo riguardo è
doverosa verso i nostri beneamati “il gatto e la
volpe” (al secolo Erminio e Luca) che hanno
rallegrato tutti noi con le loro trovate e le loro
“gags” ma, soprattutto, come i grandi navigatori di un tempo… erano sempre pronti a salpare
verso nuove “terre di conquista” al grido di
HONDA ITALIA ALÈ ALÈ… HONDA ITALIA ALÈ ALÈ…
Oscar Brasile
In passato le aziende agivano in un mercato pressoché statico, delimitato da confini nazionali commercialmente invalicabili e chiuso
alle influenze esterne.
In tale contesto, caratterizzato anche dalla rarità delle innovazioni,
gli imprenditori non avvertivano il bisogno di aggiornare i propri
dipendenti perché questi venivano reclutati per le conoscenze
acquisite a scuola, e, in virtù di queste, venivano utilizzati fino alla
pensione. Nel corso degli anni, però, la formazione del personale
ha assunto un’importanza sempre maggiore. Infatti, nel mondo
industriale, si è reso necessario valorizzare le risorse umane interne, al fine di adeguare le stesse alla evoluzione delle attività lavorative determinata dai seguenti fattori:
• la velocità del progresso tecnologico, che ha portato alla definizione di nuove tecniche direzionali e produttive;
• le continue modifiche organizzative, che sono state dettate dalla
necessità di rimanere competitivi in un mercato oramai mondiale.
In entrambi i casi l’attivazione di corsi di formazione è servita a
garantire la più ampia diffusione delle informazioni.
Anche la nostra società, fortemente orientata al consumatore finale,
dietro sollecitazione di un sistema – cliente, sia nazionale che internazionale particolarmente esigente, ha sviluppato la qualità e l’affidabilità dei propri prodotti, introducendo nel ciclo produttivo
numerose novità tecnologiche ed organizzative.
Per accompagnare tali cambiamenti, ha investito molto nell’addestramento delle risorse umane, che, diversamente, sarebbero state
emarginate a seguito di una professionalità divenuta man mano
obsolescente. Il coordinamento delle attività di formazione è stato
demandato, all’interno della Direzione del Personale, alla funzione
Addestramento e Studi, che ogni anno le pianifica nel modo
seguente, in linea con le normative ISO:
• richiesta a tutti gli enti aziendali delle esigenze di formazione;
• analisi delle risposte ricevute;
• progettazione degli interventi;
• erogazione dei corsi;
• verifica dei risultati.
Tra le iniziative formative organizzate dall’Ufficio Addestramento
e Studi, possono essere ricordate, come esempi significativi, le
numerose ore di formazione impiegate per conseguire la certificazione ISO 9000 e quella ISO 14000; l’esperienza con la SDA
Bocconi, che ha coinvolto numerosi quadri amministrativi e commerciali, rivolta ad una formazione manageriale di carattere generale, ed il programma di alfabetizzazione informatica, avviato con
la collaborazione della TC Sistema, che ha coinvolto tutti i settori
dello stabilimento. Fino ad ora l’Ufficio ha operato, ponendosi
semplicemente l’obiettivo di adeguare la forza lavoro alle innovazioni. Per il futuro tuttavia sente la necessità di superare gli attuali
criteri e di approdare ad una fase più evoluta nella quale la didattica
dovrà trasformarsi in strumento utile agli operatori per comprendere e condividere pienamente il significato e le motivazioni dei cambiamenti.
Solo così la formazione potrà svolgere un ruolo principale nei processi di miglioramento aziendali sia che essi investano assetti organizzativi e procedure oppure metodi e tecniche di lavorazione o la
qualità del prodotto.
Il gruppo dei partecipanti alla EURO Convention NHC 1999
2
Fabrizio Esposito
Pasquale Colantonio
L
a MVS Tonelli nasce nel 1979 con lo scopo di svolgere prevalentemente
un'attività di tipo artigianale volta alla realizzazione di manufatti per carpenteria e di piccoli attrezzi agricoli.
Nel 1980 inizia la collaborazione con la HONDA, con l'esecuzione di piccole
lavorazioni e saldature su materiali forniti dalla stessa casa giapponese.
La MVS all'epoca ha in organico sei operai ed un capannone, sito in contrada
Civitella di Paglieta, di 400 mq. (che diventeranno 800 nello stesso anno). Il fatturato con la HONDA rappresenta il 10% del totale.
Ma, è tra il 1986 e il 1987 che il rapporto con la multinazionale nipponica (classico esempio di collaborazione ben riuscita tra una piccola impresa ed una grande azienda) s’irrobustisce e si consolida, al punto tale da determinare la rapida
espansione dell'MVS e la conseguente crescita esponenziale della sua attività
produttiva.
Tale rapporto di collaborazione si estrinseca nell’affidamento, da parte della
HONDA, della costruzione di componenti per le due ruote: all’inizio parti di
telai, successivamente componenti sempre più complessi della telaistica e dei
serbatoi.
Dal 1993 serbatoi, marmitte e telai completi.
E' nel periodo citato che, grazie alla lungimiranza della proprietà e alla professionalità dei suoi collaboratori, vengono realizzati notevoli investimenti: la
superficie coperta passa nel 1987 a 1877 mq., i dipendenti a 20, ed il fatturato
con la Honda sale fino al 65% del totale.
Oggi la MVS opera in tre stabilimenti, due a Paglieta ed uno, il più grande, nella
zona industriale di Atessa, per una superficie complessiva coperta di circa 9000
mq.
E’ inoltre in fase di realizzazione il progetto per un’ ulteriore ampliamento strutturale che prevede la costruzione di un nuovo capannone di circa 3000 mq. Tale
investimento servirà anche a garantire i propri clienti nell’impegno allo sviluppo
dei programmi futuri.
Attualmente la MVS ha in organico circa 200 dipendenti ed è riuscita a generare
un proprio indotto di 6-7 aziende locali, che a loro volta impiegano un centinaio
di persone.
La gran parte del fatturato è costituito dal lavoro svolto per la Honda Italia; il
resto, è dato da quello per la Ducati, l’Aprilia, la spagnola Honda Montesa, la
francese Honda Europe Power Equipment, la belga Honda Access e la
Bombardier-Rotax, azienda austriaca ma con le proprie radici in Canada.
La MVS, sempre spinta dalla convinzione che non si debbano porre limiti al
miglioramento, e allo scopo di garantire un crescente grado di affidabilità ai propri clienti, ha quest’anno ottenuto la certificazione di qualità ISO 9002.
Sono proprio questi numeri che hanno permesso all’azienda di essere inclusa nel
prestigioso club “Europe’s 500” che raggruppa le 500 aziende europee che
hanno avuto i più alti tassi di sviluppo nel quinquennio 1993-1998. Addirittura
LA PRODUZIONE
L
e lavorazioni eseguite nell’azienda hanno subito una rapida evoluzione, nel
corso degli ultimi anni, dovuta principalmente all’apporto di nuova tecnologia. Questo processo di acquisizione in tecnologia d’avanguardia è culminato
con l’acquisto di una macchina laser. La MVS, è specializzata nella produzione
della componentistica-moto; in particolare la telaistica; i serbatoi carburante e
le marmitte per ciclomotori, scooters e motocicli. Inoltre, l’azienda produce
Fase di lavorazione della macchina laser TFL 3000
abbiamo avuto l’onore di essere citati in saggi di economia di blasonati commentatori dei quotidiani nazionali, come “Il Messaggero”.
Da quanto fin qui riportato si capisce che la MVS attuale non ha niente dell’azienda artigiana degli inizi degli anni 80, se non l’ambiente di tipo familiare che
ha inteso preservare e rinnovare.
E questo, va detto, grazie alla
Honda, che ne ha consentito ed
incoraggiato la crescita senza
intaccarne l’autonomia gestionale.
Del resto il rapporto Honda–
MVS è sempre stato qualcosa di
più che una normale relazione
fra cliente e fornitore: ogni
passo dello sviluppo o dell’innovazione della MVS è stato seguito e per alcuni
aspetti guidato. La Honda ha compiuto studi per migliorarne il lay-out, ha fatto
formazione, ha offerto consigli sugli investimenti in macchinari permettendo ad
una piccola azienda di raggiungere un alto livello di competitività sul mercato.
Il “caso Honda-MVS” è stato anche oggetto di studi da parte di esperti di organizzazione aziendale, che lo hanno considerato un classico esempio di applicazione ottimale delle tecniche di rifornimento just-in-time (il caso in questione è
trattato nel volume “Organizzare per innovare.
Rapporti evoluti clienti-fornitori” a cura di Adriano De Maio e Enrico Maggiore,
edito da Fondazione Ibm Italia-Etaslibri).
Ultimamente, persino la stessa Università D’Annunzio ha chiesto ed ottenuto la
collaborazione dei dirigenti MVS per la stesura di tesi di laurea di alcuni suoi
studenti. Ne sono scaturiti due lavori molto interessanti imperniati sulle varie
sfaccettature della sub fornitura industriale e in particolare proprio sul rapporto
Honda-MVS: il primo, preparato da Raffaello Martini, dal titolo “La subfornitura snella: un approccio globale per la gestione dello sviluppo dei nuovi prodotti”; il secondo
scritto da Romina Colangelo intitolato
“Il rapporto
evoluto con i
fornitori:una
chiave per
migliorare la
qualità”.
accessori per
moto di grossa cilindrata
Marmitta del Phanteon
ed anche un
particolare serbatoio destinato ad essere montato su gruppi elettrogeni per uso
domestico. Ma l’azienda, proiettata in questi ultimi mesi alla conquista di nuovi
canali di sbocco e di nuovi clienti, si è aggiudicata una importante commessa
dalla Bombardier-Rotax, (multinazionale austro-canadese) dimostrando anche
una certa flessibilità produttiva grazie alla realizzazione di componenti per altre macchine, in questo caso collettori per motoslitte e aerei leggeri.
La globalizzazione dei mercati, impone scelte obbligate anche
alle piccole-medie imprese. Una sfida raccolta appieno dalla
MVS, che si è già preparata per fronteggiare le nuove insidie che
si nascondono sui mercati internazionali.
Nuovi ambiziosi progetti di investimento sono stati messi in atto
dal management dell’azienda, il più importante prevede la realizzazione di un nuovo stabilimento collegato a quello realizzato
appena un paio di anni fa. Sarà destinato a magazzino semilavorati, prodotti finiti, inoltre sarà destinato ad accogliere il reparto
serbatoi.
Nei tre stabilimenti della MVS vengono eseguite sia le fasi di
prima lavorazione delle materie prime (taglio, stampaggio, curvatura) che il successivo assemblaggio dei pezzi tramite saldatura
manuale o automatica (mediante robot).
Il prodotto può essere consegnato sia allo stato grezzo che finito.
L’esecuzione delle lavorazioni è molto curata: alla base vi sono
decenni di esperienza nel settore e l’introduzione nel processo
produttivo di alta tecnologia i fattori che hanno permesso una
impennata dei risultati. Inoltre, l’esecuzione perfetta delle lavorazioni manuali è assicurato da personale qualificato.
3
IL SALONE DI FRANCO LATINI
Senigallia (AN)
S
e vi trovate a transitare dalle parti di Ancona, non mancate di
fare un salto al salone di Franco Latini in quel di Senigallia:
vi troverete davanti un punto vendita, assistenza e ricambi “da
brivido”.
La concessionaria si è rifatta il look proprio di recente, ingrandendosi notevolmente (1300 m2 suddivisi in 1000 m2 di showroom, 150 m2 di magazzino, 130 m2 per abbigliamento…).
La rete commerciale Honda ha quindi ora acquisito un nuovo
punto di riferimento: “Motomarche di Franco Latini”. Avete presente uno spazio enorme in cui poter ammirare tutta la gamma
Honda al completo in tutta calma e tranquillità? Beh, fate conto
d’entrare in una boutique di Via Condotti a Roma o in Via Monte
Napoleone a Milano: tutto bello in vetrina, con saloni ampi e personale cortese e qualificato? Bene: questo è quello che Mr. Latini
ha fatto, investendo parecchio nell’ampliamento ed ammodernamento del proprio salone, ottenendo ciò che aveva sempre sognaGiordano Benassi
to… Bisognerebbe che tutti fossero “matti” come lui! Franco
Latini ci ha creduto, ed i risultati non sono tardati; nella prima TOTI MOTOR DI TITOLA & C.
parte di quest’anno, il “traffico” in concessionaria è aumentato Catania
del 50% circa. Magari non tutti comperavano, ma rimanevano
uovo fiore all’occhiello della rete commerciale Honda è la Toti Motor di Titola Salvatore &
estasiati dallo splendore del salone, a cui sono abbinati una effiC. S.n.c. di Catania, rinnovatasi completamente quest’anno. Ora occupa uno stabile di 3000
ciente officina, nonché un ampio reparto abbigliamento ed accesmq,
suddivisi
su tre piani in officina e magazzino ricambi, vendita ed esposizione – nonché setsori per il motociclista.
tore amministrativo. Si è riusciti così a conferire un ampio risalto a tutta la gamma Honda, con
Buon lavoro!
circa 5 mq a disposizione per ogni modello.
È situato in una delle vie principali (Viale V. Veneto) del centro della splendida città siciliana,
con un bel giardinetto antistante contornato da palme, con tanto di vialetto lastricato e vetrate
infinite che rendono il tutto estremamente elegante. Sembra uno showroom d’alta moda! Dal
momento del rinnovo si è registrata un’ottima affluenza, valorizzando notevolmente il prodotto e
cogliendo la piena soddisfazione dei
clienti, che possono così aggirarsi per il
locale osservando la gamma Honda al
completo, in tutta tranquillità.
Dall’esterno non sembra nemmeno una
concessionaria Honda ma quasi un
Disco Pub! Non per nulla, ad ottobre è
stato organizzato nel dealer-shop il
primo “Toti Motor Party”, una festa
serale riservata all’affezionata clientela,
in cui tutti hanno potuto ammirare alcuni
nuovi modelli 2000, accolti da un bel
rinfresco, splendide hostess e musica a
Lo show room
La sede rinnovata di motomarche
go-go!
N
numeri vincenti! Poi la nuova “MaxiNuda” X-ELEVEN, che sfrutta l’incredibile motore della CBR1100XX. È
pronta ad entrare in un segmento di
mercato, quello delle “naked”, continuamente in evoluzione, con crescente
seguito da parte della clientela. E’ una
moto esclusiva, piena di eleganza ma
anche arricchita della più moderna tecnologia “Made in Honda” (Dual-CBS,
Iniezione Elettronica, Immobilizer e
Catalizzatore HECS3). Ma la Regina
dello Stand era davvero la
VTR1000SP-1, che nulla ha a che fare
con la “tranquilla” VTR1000F, essendo
Vito Cicchetti
nata per correre – e vincere! – nel
L’ultima edizione del millennio della Fiera del Ciclo e Mondiale Superbike. Sarà la sicura antagonista del III
Motociclo si è svolta dal 15 al 20 Settembre a Milano in millennio delle già vincenti concorrenti…Presentata
pieno clima autunnale: pioggia e vento a volontà! anche la nuova sorella della Hornet, la HORNET-S che,
L’anticipazione dei nuovi modelli Honda alla presenta- con la nuova semicarenatura, acquisisce uno stile più
zione stampa europea svoltasi al FuturoScope di Poitiers morbido, meno aggressivo, pronto a soddisfare le richie(Francia) aveva comunque già creato grandissimo entu- ste dei più esigenti clienti orientati al turismo. Ed anche
siasmo, attesa ed eccitazione nella clientela, che sperava la CBR600F, rinnovata con le nuove impeccabili coloradi “toccare da vicino” le nuove moto a Milano. Le
aspettative sono state ampiamente soddisfatte in uno
Salone marcato Honda, che ha confermato e superato
negli apprezzamenti di pubblico e stampa il successo
degli anni precedenti.
Quest’anno il nostro stand occupava oltre 1300mq (!),
immerso in un ambiente futuristico-tecnologico avallato
da colonne cromate, pedane girevoli, megaschermo, tunnel che ospitavano le moto da corsa ed una novità assoluta, unica nel proprio genere: il Riding Simulator
Honda! Quest’ultimo, per la prima volta esposto in
Italia, ha dato la possibilità a circa 8.000 persone di provare la vera sensazione della guida in moto in città
(anche se virtuale): tutti, anche senza patente di guida,
potevano mettere se stessi alla prova cercando di rispettare il codice stradale - senza reale pericolo di vita! Le
punte di diamante delle novità per il 2000 sono state
sicuramente tre: innanzitutto la quinta generazione della
CBR900RR, la moto con il rapporto peso-potenza più
L’avveneristico stand Honda con il simulatore di guida
basso fra le SuperSport; 152 CV per 170 kg di peso -
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zioni, ha suscitato entusiasmo. Adiacente allo stand
Honda, spiccava tutta la gamma XR (distribuita da
Dall’Ara), in cui risaltava l’attesissima XR650R, tutta
nuova nel motore raffreddato a liquido e, soprattutto,
nell’esclusivo telaio in alluminio. Bella mostra di sé
hanno fatto anche i nuovi modelli e colorazioni della
serie CR e CRE. In questo clima di novità del mercato
delle moto propriamente dette, non poteva mancare uno
sguardo al 2000 nel pieno rispetto ambientale: ecco
quindi tutta la gamma scooters rinnovata - o riproposta
nelle nuove versioni ecologiche “Euro-1”. Leader di
mercato in Italia ed in Europa è il Pantheon, esposto
presso lo stand di Milano nelle già conosciute colorazioni, a cui sono stati aggiunti i colori azzurro ghiaccio e
nero, che hanno riscosso importanti plausi da parte del
pubblico. Fra gli scooters, lo Sky Vetro nella nuova
colorazione “Fumo” (grigio) ha suscitato notevole interesse non solo da parte dei nostri Dealers, ma soprattutto
da parte della clientela (giovane ed adulta). Il pubblico è
tornato a casa certo di come la Honda abbia chiuso il
secolo “alla grande”, entrando nel nuovo millennio dalla
porta principale, con convinzione e forza da “VENDERE”.
Marco Melandri
Q
uando questo numero di “InHonda” sarà in stampa,
ci saranno da disputare le ultime due gare del
Motomondiale.
Cose fatte comunque in Superbike dove “King” Carl
Fogarty ha scaricato la sua rabbia nelle piste di tutto il
mondo imponendo la sua legge ed agguantando il suo
quarto mondiale. La Honda ha illuso i suoi tifosi con il
Vice Campione del Mondo ‘99 Colin Edwards che sembrava aver imparato a tirare fuori il meglio dallo quello
splendido mezzo che è la RVF RC45, ma complici i
troppi errori e la scarsa continuità la Honda ha ancora
una volta dovuto lasciare il proscenio alla Ducati.
Pensionamento a fine anno per la RVF-RC45 (almeno
per la Superbike, infatti verrà ancora impiegata nell’endurance) per correre l’anno prossimo con la nuova –
splendida – VTR1000SP-1. Al Colin Edwards remissivo
di fine campionato, abbiamo ritrovato un Aaron Slight di
nuovo competitivo, capace di salire spesso sul podio
nelle ultime manches. L’impressione è che ad una superiorità prestazionale del mezzo (ricordiamo che su tutte
le piste la RVF ha fatto registrare sempre le velocità di
punta più elevate del lotto e spesso il miglior tempo sul
giro in gara), la Honda abbia pagato la minore costanza
di rendimento e voglia di vincere dei suoi conduttori in
tutto l’arco del campionato. Da annotare il solito grandissimo campionato di Pierfrancesco “Frankie” Chili,
capace di portare alla vittoria una Suzuki GSXR750R
sempre apparsa in debito di cavalli rispetto a Ducati ed
Honda. Per l’anno prossimo sembrano confermati gli
le briciole.
250cc col marchio Italiano. Valentino Rossi ha preso il
largo con il solo Capirossi capace di batterlo più volte.
Purtroppo il grande Capirex è incappato nelle ire della
DORNA che gli ha fatto saltare due Gran Premi, facendo correre la Honda ad handicap. Sembrerebbe che
Rossi abbia un margine incolmabile, ma Capirex ci ha
abituato, nell’arco della sua carriera, a rimonte impossibili, speranze confortate da una superiorità netta della
NSR250, confermata dagli ottimi risultati anche di
Tohru Ukawa. Ma Rossi appare ormai il Campione ’99,
e speriamo davvero possa passare alla Honda 500 nel
2000 (con Doohan Team Manager).
Non dovrebbe sfuggirci il titolo delle 125cc, dove il
Leader Emilio Alzamora (Honda del team di Angel
Nieto...lo ricordate? e preparata da Matteoni) ed un
ormai spento Masao Azuma (Honda Playlife di Mauro
Benetton), continuano a battagliare per il primo posto
con l’ormai guarito Marco “Macio” Melandri (compagno di Azuma), stia rimontando alla grande dopo un
avvio “col botto” in Malesia che gli ha fatto perdere
tanta strada. Peccato per la doppia scivolata di Valencia
con Azuma mentre erano in testa. La bandiera Honda è
tenuta alta anche da una vecchia conoscenza della
Honda Italia: Lucio Cecchinello (qualcuno lo ricorderà
per le sue prestazioni nella Sport Production di qualche
anno fa). Lucio ha messo su un Team proprio e corre con
le Honda ufficiali con Noboru Ueda come compagno di
squadra, togliendosi molte soddisfazioni. All’Aprilia,
invero, poche soddisfazioni.
Mezzi vincenti dunque
nei GP, grandi speranze nella VTR1000SP1 in Superbike. La
Honda sembra stia
preparando un attacco
massiccio alle competizioni dell’anno 2000,
con l’obiettivo di
riconfermarci leader
nei vari segmenti di
mercato che sempre ci
hanno visto primeggiare e di attaccarne di
nuovi. L’obiettivo sarà
sempre quello di essere i Numeri 1!
Marco Melandri su Honda 125
attuali piloti, almeno in casa Honda e Ducati…
Aspettiamo e speriamo di avere una squadra vincente
per il campionato del 2000, ricordando che la gestione
delle VTR ufficiali sarà ancora affidata al Team HondaCastrol con sede in Inghilterra.
Discorso a parte merita il primo campionato del mondo
Supersport (per moto di 600cc), dove un nugolo di
Yamaha (vera dominatrice come numero di vittorie e
podi) si sono sottratte punti a vicenda favorendo la vittoria finale di Stephane Chambon (compagno di scuderia
di Fabrizio Pirovano, campione ‘98) su Suzuki
GSXR600. Tre vittorie parziali anche per l’unica
Kawasaki ZX6R per mano di Ian MacPherson, bocca
asciutta per la Honda CBR600F ufficiale, affidata a piloti sfortunati e poco motivati, tanto che nelle varie gare
andavano più forte i piloti “privati” che correvano come
“wild card”, dimostrando come il mezzo non fosse assolutamente inferiore alla concorrenza.
Giochi aperti infine nel mondiale GP, orfano di Mick
Doohan dal GP di Spagna.
Dominio Honda in 500cc per mano di un grandissimo
Alex Criville ed un Sorprendente Tadayuki Okada.
Grande il Campionato di Kenny Roberts Jr. su Suzuki ed
in ombra quello di Max Biaggi su Yamaha che però
ottiene una grande vittoria in Sudafrica battendo le
Honda di Okada e di un Criville dolorante ad un braccio
che è parso accontentarsi pensando al titolo, per gli altri
Mondo)
(Campione del Mondo)
P.ti
P.ti
79
73
P.ti
P.ti
P.ti
P.ti
P.ti
P.ti
P.ti
P.ti
P.ti
P.ti
191
181
180
154
152
149
146
108
106
82
Classifica GP 250cc a 2 gare dalla fine:
1° Valentino Rossi
Aprilia
2° Tohru Ukawa
Honda
3° Shinya Nakano
Yamaha
4° Loris Capirossi
Honda
5° Stefano Perugini
Honda
6° Franco Battaini
Aprilia
7° Ralf Waldmann
Aprilia
8° Oliver Jacque
Yamaha
9° Jeremy McWilliams
Aprilia
10° Sebastian Porto
Yamaha
P.ti
P.ti
P.ti
P.ti
P.ti
P.ti
P.ti
P.ti
P.ti
P.ti
268
221
195
193
130
121
117
84
83
75
Classifica GP 500cc a 2 gare dalla fine:
1° Alex Crivillè
Honda
2° Tadayuki Okada
Honda
3° Kenny Roberts Jr
Suzuki
4° Max Biaggi
Yamaha
5° Sete Gibernau
Honda
6° Carlos Checa
Yamaha
7° John Kocinski
Honda
8° Tetsuya Harada
Aprilia
9° Norifumi Abe
Yamaha
10° Regis Laconi
Yamaha
P.ti
P.ti
P.ti
P.ti
P.ti
P.ti
P.ti
P.ti
P.ti
P.ti
246
202
179
154
144
112
103
95
95
94
Classifica
finale
Superbike:
1°
C a r l
Fogarty (Campione del
Ducati
P.ti 489
2° Colin Edwards
3° Troy Corser
4° Aaron Slight
5° Akira Yanagawa
6° Pierfrancesco Chili
7° Noriyuki Haga
8° Gregorio Lavilla
9° Katsuaki Fujiwara
10° Vittoriano Guareschi
Honda
Ducati
Honda
Kawasaki
Suzuki
Yamaha
Kawasaki
Suzuki
Yamaha
P.ti
P.ti
P.ti
P.ti
P.ti
P.ti
P.ti
P.ti
P.ti
361
361
323
308
251
196
156
119
99
Classifica finale Supersport:
1° Stephane Chambon
Suzuki
P.ti
153
Kawasaki
Yamaha
Yamaha
Yamaha
Yamaha
Suzuki
Suzuki
P.ti
P.ti
P.ti
P.ti
P.ti
P.ti
P.ti
130
116
108
101
94
84
81
(Campione del Mondo)
2° Ian MacPherson
3° Piergiorgio Bontempi
4° Jorg Teuchert
5° Christian Xaus
6° Christian Kellner
7° Fabrizio Pirovano
8° Cristiano Migliorati
9° Wilco Zeelzmberg
Yamaha
10° William Costes
Honda-F.
Classifica GP 125cc a 2 gare dalla fine:
1° Emilio Alzamora
Honda
2° Marco Melandri
Honda
3° Masao Azuma
Honda
4° Gianluigi Scalvini
Aprilia
5° Arnaud Vincent
Aprilia
6° Roberto Locatelli
Aprilia
7° Noboru Ueda
Honda
8° Lucio Cecchinello
Honda
9° Simone Sanna
Honda
10° Gino Borsoi
Aprilia
In occasione della festa di Natale 1999,
la redazione di “In Honda” invita
tutti i figli dei dipendenti della Honda Italia
a partecipare al primo concorso di disegno
dal titolo:
“DISEGNA LA MOTO E L’AMBIENTE”
I lavori,
elaborati su cartoncino bianco (35X50)
e colorati con pastelli, dovranno pervenire
alla Sig.ra Filomena Angelucci
entro il 03/12/99.
La valutazione verrà effettuata in base alla
categoria di appartenenza
(Scuola materna, elementare e media)
e la festa di Natale sarà l’occasione
per la premiazione
e l’esposizione di tutti i lavori.
5
Luca Melchiorre
L
a sezione motori è composta da tre linee di montaggio: sulla prima vengono
assemblati i motori degli scooters 50 cc e 100 cc; sulla seconda i motori per
motocicli con cilindrata da 50 cc fino a 250 cc; la terza è dedicata esclusivamente
all’assemblaggio dei motori del PANTHEON 125 e 150 cc.
I nostri prodotti sono rivolti sia alle necessità interne, dove il nostro cliente è il
reparto Assemblaggio Telai, che a quelle della Honda Montesa (Spagna) dove vi
realizzano i modelli: SFX, NSR 50 e 75, CRM 50 e 75, COTA 250.
In un futuro molto prossimo alla gamma prodotti si aggiungerà il nuovo motore per
rasaerba GCV 135.
Risulterà sicuramente interessante, a questo punto, esaminare il ciclo di assemblaggio della linea FES, dove, per capirci, si monta il motore del PANTHEON.
Si parte dai carters, lavorati dal reparto Machining, sui quali vengono inseriti i
cuscinetti e gli antivibranti per mezzo di presse idrauliche; dopo la marcatura del
numero di motore sul carter sinistro e l’applicazione robotizzata del sigillante su
quello destro, si passa all’inserimento dell’albero motore e all’accoppiamento dei
carters tramite pressa speciale; a questo punto il motore viene posizionato sulla linea
dove vengono assemblati gli ingranaggi di trasmissione, la puleggia, il variatore, il
pistone ed il cilindro. Il cilindro di questo motore è provvisto di una speciale valvola
allo scarico chiamata A.R.C. (Activated Radical Combustion). Questa valvola è
gestita elettronicamente da una centralina che provvede a regolare l’apertura della
luce di scarico in rapporto al numero di giri del motore ottimizzando la combustione. Questo produce due effetti principali: riduce al minimo le emissioni nocive in
atmosfera, nel pieno rispetto della norma EURO 1, ed aumenta significativamente le
prestazioni del motore. Successivamente vengono assemblati il carburatore e tutti
gli altri particolari ed il motore, così ultimato, dopo l’erogazione dell’olio, viene
depositato sugli appositi carrelli pronti per il trasporto. Quelli destinati alla Honda
Montesa vengono sopposti ad un ulteriore collaudo su un apposito banco attrezzato
(firing).
Il sistema di qualità adottato dalla Honda Italia dal 1994 al fine di raggiungere l’o-
biettivo della “Qualità Totale” viene attuato nel reparto Assy Engine nel pieno
rispetto della normativa internazionale ISO 9002.
Su tale modello, ogni fase del processo lavorativo è descritto dettagliatamente nello
standard operativo, prevedendo anche numerosi controlli. Ad esempio si effettuano:
il controllo delle specifiche volto a garantire che tutti i particolari forniti dal magazzino appartengano al modello in produzione; il controllo delle altezze dei cuscinetti,
per verificare che siano entro le tolleranze ammesse dal disegno; quello delle coppie
di serraggio su vari punti del motore; la prova di rotazione del motore, necessaria sia
per verificare il corretto funzionamento dell’avviamento, che per favorire l’assestamento di alcuni particolari prima della prova di tenuta; la prova di tenuta del gruppo termico, del circuito di raffreddamento e della scatola degli ingranaggi di trasmissione. Recentemente è stato introdotto un altro strumento di controllo che è in
grado di svolgere due importanti funzioni: dosare la giusta quantità di olio e verificare l’effettiva erogazione dell’olio su tutti i motori.
Naturalmente le procedure operative prevedono controlli periodici anche sulle
attrezzature, sia di tipo meccanico che elettroniche.
Da gennaio 1999, con il conseguimento della certificazione ISO 14001 (qualità
ambientale) che indica le modalità per creare un sistema di gestione che permetta
all’azienda di produrre nel rispetto dell’ambiente (sviluppo sostenibile), la nostra
sezione è impegnata in particolar modo a:
• limitare e prevenire, ove possibile, l’inquinamento dell’atmosfera, delle acque e
del suolo;
• ottimizzare la gestione dei rifiuti, con la pratica del riutilizzo e del riciclaggio;
• limitare il consumo di risorse naturali;
• assicurare il miglioramento continuo delle proprie performances ambientali.
Le azioni attraverso le quali rispettiamo detti impegni si concretizzano nella raccolta
differenziata dei vari
tipi di rifiuti prodotti
(carta, plastica, alluminio, acciaio, bombolette spray e pennarelli esausti, olio esausto, benzina sporca,
ecc.), nonché attraverso una corretta gestione dei materiali e
delle sostanze che
potrebbero arrecare
danno all’ambiente.
Il nostro obiettivo globale è quello di soddisfare il cliente fornendo un prodotto tecnologicamente avanzato
e versatile nel rispetto
La linea di assemblaggio motori Pantheon
dell’ambiente.
magliette, a preparare le moto
aziendali e a fornire istruzioni
circa il tragitto da seguire.
Mi informano che il limite di
velocità massimo sarà di 40
km/h: chissà se gli smanettoni potranno tenere a freno i
loro cavalli ?!
Pochi minuti alle 9.00: il
piazzale è ormai pieno di
moto e di gente colorata, il
fischietto di un organizzatore
da il via ed il gruppo si appresta a partire per raggiungere
Guardiagrele.
La giornata è limpida e soleggiata, ma fortunatamente non
è afosa come lo scorso anno a
Monte Pallano! Lungo il percorso tutti gli incroci sono
Anna Di Pasquale
“presidiati” dai motociclisti
dello staff e così non devo
a bella stagione è finalmente arrivata e tutti noi
amanti delle due ruote possiamo finalmente sve- preoccuparmi del traffico, approfittando anche dell’angliarci dal lungo letargo. Con tanto entusiasmo "svestia- datura turistica per scambiare quattro chiacchiere con
mo" le nostre moto dai teli che le coprono, le spolveria- gli altri “bikers”. Attraversiamo Lanciano e sono sicura
mo, controlliamo la pressione delle gomme, il livello che il rombo dei nostri cilindri e il suono dei clacson
dell'olio e arrivati a stento dal benzinaio, facciamo il avrà svegliato un po’ di gente. Siamo ormai vicini a
Guardiagrele e ce ne rendiamo conto non solo perchè la
primo pieno della lunga serie. Quest'anno ho deciso di
Majella e’ proprio vicina, ma anche perchè gli sponsor
partecipare al 2° Raduno Mototuristico organizzato locali hanno provveduto a pubblicizzare la manifestadalla Honda, guidando e non facendo il passeggero zione in ogni modo. Sosto vicino alla porta di
come al solito! Ed è per questo che ho preso in prestito Guardiagrele per rendermi conto di quanto sia lungo il
lo “Sky” da mio padre.
corteo (di moto) …. non finisce mai, ma quanti saremo?
L'orario di partenza è stato fissato alle nove e mentre Il piazzale a noi riservato e’ pieno di moto, infilo il mio
raggiungo lo stabilimento, mi accorgo che la strada è “Sky” tra una Gold Wing ed un Transalp e mi accodo ad
diversa da come mi appare durante le giornate lavorati- un gruppetto di amici che, approfittando delle guide
ve. Solitamente c'è molto traffico ed anche la fretta di turistiche messe a disposizione dall’amministrazione
arrivare puntuale al lavoro mi impedisce di ammirare i comunale, si avvia a visitare il bel centro storico del
colori dei campi, il susseguirsi di colline, la bellezza del paese.
paesaggio. Ancor prima di arrivare al punto di ritrovo Al rientro dell’interessante giro noto che molti hanno
sento un rombo alle mie spalle; si tratta di un gruppo di preferito restare al bar, dove sembrava esserci un invi"smanettoni", che probabilmente ha fretta di iscriversi tante buffet a base di “Tre Monti”(delizioso dolce di
alla manifestazione: mi chiedo se il mio cinquantino pandispagna e crema, abruzzesamente conosciuti come
riuscirà a tenere il loro passo! Varcato il cancello della “sise di monaca”) a giudicare dallo strato di zucchero a
Honda, l’impatto con l’organizzazione è notevole, le velo rimasto sui tavolini; dovevano essere tante e
maglie rosse dello staff sono un po’ ovunque a regola- buone: qualcuno poteva ricordarsi di me !
rizzare le iscrizioni, a distribuire simpatici adesivi e
L
6
Uno scorcio del percorso
Dopo un breve discorso del direttore Di Lorenzo e dell’assessore al turismo proseguiamo verso Piana delle
Mele, questo tratto di strada montana sembra l’ideale
per i motociclisti più grintosi.
Tutti più soddisfatti, arriviamo così a destinazione.
La fame inizia a farsi sentire e fortunatamente gli alpini
di Atessa provvedono a cucinare per noi un ottimo
pranzo, corredato da una fantastica cornice naturale e da
una piacevole musica, che ci accompagna tra un ballo e
l’altro fino alle ore 17,00.
È ora di ripartire, la bella giornata volge al termine,
saluto gli amici e mi complimento con gli organizzatori
per l’ottima riuscita della manifestazione.
Mi chiedo: perché aspettare un altro anno per il prossimo raduno e non pensare ad un week-end in moto ?
… Noi motociclisti siamo proprio incontentabili!
L’arrivo a Piana delle Mele
L
isola. E ci sarebbero riusciti se chi scrive non
avesse forato in una località sperduta. I soccorsi
non sono però mancati: un gentile tassista ha raccolto il malcapitato e la sua moto, e li ha trasportati nel portellone posteriore della sua auto. Un
inaspettato lieto fine, quindi, se il salvatore non si
fosse in seguito rivelato il più agguerrito procacciatore d’affari dell’isola, in perfetto stile partenopeo. Da quel momento in poi abbiamo dovuto
ingaggiare una battaglia all’ultimo respiro per i
ripetuti attacchi dell’irriducibile isolano che proponeva di tutto. Per il resto, la giornata è trascorsa piacevolmente tra un’escursione (questa volta
in autobus), i cambi d’abito di Manola ed i ritardi
Natalino Memmo di Domenico. Per concludere la giornata: una
romantica cena sulla spiaggia. L’indomani mattina, un sole splendido ha consentito ai più coraggiosi di affrontare di nuovo il mare, per una gita in barca intorno all’isola. Lo spettacolo meraviglioso delle acque azzurre, limpide e trasparenti, è stato completato
dalla vista di angoli incantati: la Grotta di Pilato, lo Scoglio del calzone muto, la
Grotta azzurra, la Grotta dei coralli, i Faraglioni di Lucia Rosa, le Piscine naturali,
Chiaia di Luna e lo Scoglio dello spumante. Intanto l’ora della partenza si avvicinava, e nessuno avrebbe mai voluto dover risalire sopra “lu trabbìccule” della
mitica Mazzella. Ma a questo avrebbe provveduto la
neo-promossa crocerossina
Rosalia, suggerendo di
usare i miracolosi cerottini
contro il mal di mare.
Contro ogni aspettativa il
viaggio di ritorno è stato
tranquilli e divertente sia
per le migliori condizioni
climatiche dell’andata sia
per il traghetto di dimensioni maggiori.
È garantito, i cerotti funzionano... possiamo imbarcarci
per la prossima avventura!
Foto: Rino D’Ulisse
’atmosfera creata dalla partenza ad un’ora
improbabile era decisamente da gita scolastica: non mancava nulla compresi gli anticipi di
nausea sul pullman. Sì, gli anticipi, perché il
viaggio che dal porto di Terracina ci avrebbe
condotti a Ponza, l’Isola della Maga Circe e degli
esiliati al confino, sarà dai più ricordato come un
incubo su una bagnarola (o meglio “lu trabbìccule” by Sergio Di Campli). L’attività principale
del Capitano – assistente di bordo – marinaio –
mozzo – barista, del traghetto della mitica
Compagnia Mazzella, era quella di ripristinare
continuamente la scorta di buste rosa predisposte
per ovviare agli incovenienti del mal di mare.
Pochi gli scampati alle insidie del “mare lungo”
e della pioggia battente, pronosticato da Rino, il
“lupo di mare” del gruppo. Le vittime si contavano a decine: tra i più colpiti l’intera famiglia Di Nardo.
Al grido di “Terra terra”! la rappresentanza Hondista in trasferta ha baciato, dopo
due ore e mezza di sofferenza, il suolo del porto di Ponza, ignorando persino lo
scenario incantevole delle case a tinte pastello che si affacciano sul mare.
Dall’arrivo le due giornate a disposizione sono corse via velocemente, tanto che,
per visitare più in fretta l’isola, alcuni baldi giovanotti e giovinette hanno affittato
dei motorini (disponibili solo APRILIA) per fare un giro panoramico dell’intera
L’Isola di Ponza
“Gli Avventurieri”
D
a quando nel IV
secolo d.C. il
buddhismo è approdato
in Giappone, e con esso
il divieto di cacciare ed
uccidere animali a quattro zampe, la cucina del
Sol Levante ha puntato
prevalentemente sulla
soia, con cui si producono vari tipi di pasta
(miso) e un alimento
vegetale che assomiglia
al formaggio (tofu). Il
pesce, di regola, viene
Marcello Vinciguerra
consumato crudo o fritto.
Nel primo caso, si realizzeranno due piatti base della gastronomia nipponica: il sashimi, che rappresenta il prodotto ittico, di assoluta freschezza,
tagliato a fettine sottilissime, condito con salsa di soia e un pizzico di rafano
verde, e il sushi , composto da riso bianco bollito, insaporito con aceto
dolce, su cui viene distesa una minuscola trancia di pesce.
Nel secondo caso, si otterrà il tempura, una frittura – leggera, impalpabile,
croccante – di pesce, crostacei e verdure (funghi, fagiolini, peperoni), in cui
l’abilità del cuoco consiste nella scelta e nella miscela degli oli e nella preparazione della pastella, a base di acqua e farina. Un tempura particolarmente ricco e costoso sarà costituito, oltre che dagli inevitabili gamberi, da
minuscole aringhe, seppie, molluschi, alghe e, talora, da radici di loto e
petali di crisantemo.
Una cucina molto semplice, si dirà.
Ma la semplicità in
cucina è una qualità
difficilissima da raggiungere e in questo
caso, è frutto di insoliti
equilibri tra profumi,
sapori e colori cui non
è estranea la sapiente
preparazione dei piatti.
Tutto ciò discende da
una cultura millenaria
e da un uso avvertito
della manualità.
Tempura
Carlo E. Sabbatini
Fabrizio De Rosa
“
Sembra che Lei e tutti i suoi colleghi abbiate inventato la formula per far cambiare idea sui viaggi in
moto, offrendo sempre qualcosa di nuovo, per continuare a regalare il meglio di una
vacanza con sempre nuovi comfort, nuove destinazioni, per sentirsi immortali, irraggiungibili e vivere senza limiti né confini. D’aver fatto capire come questo tipo d’organizzazione, la Vostra, ti può circondare d’attenzioni fin dal primo istante, e la perfezione
d’ogni particolare fa sì che l’atmosfera che ti circonda ti parli raffinatezza. E, fra spazi
ed orizzonti di bellezze incredibili, dove la natura dà il meglio di sé, ti premia ogni sera
con una cena raffinata, in compagnia di chi rende possibile tutto ciò. Queste emozioni
hanno provato Giuseppe Toia e Francesca Durante con Voi nel Varadero Tour”. Beh,
confessiamo che quando abbiamo letto questo fax trasmessoci dagli amici Guido Evola
e Toti Bartolotta di Palermo, abbiamo capito definitivamente le cose per cui vale la
pena lavorare (e vivere). Grazie ai (bravissimi) ragazzi dell’Honda Europa e della RPM,
abbiamo infatti portato alcuni nostri clienti – e qualche giornalista – con noi in un viaggio di 7500 km snodatosi fra Roma, Atessa, Genova (con raduno dei partecipanti il 4
giugno da Janua Service), Valencia ed Almerìa (Spagna), ove la sera del 6 giugno è
cominciata l’avventura in terra marocchina, snodatasi per 2000km da Nador a Fez (con
tanto di visita alla Medina – città vecchia), alle dune di Erg Chebbi – ed annessa notte
nel deserto con… coperta di stelle – alla bellezza incommensurabile di Marrakech fino
all’imbarco di Tangeri della serata del 10/6. Altipiani, montagne, parchi, paesi, città, i
“Bonjour monsieur: 1 dirham (200 lire, ndr) s’il vous plait” (la frase base di ogni teenager non appena ti vede) ripetuti all’infinito, il… coccige quadrato di Fabrizio (in Auto)
e Carlo (in Moto) a furia di guidare per 5-600 km al giorno verificando che tutto sia
OK, le notti insonni di Fabrizio a sistemare con interventi di puro genio (come certificato da Superwheels) le moto cadute (nessuna italiana!) e le levatacce mattutine di Carlo
che verificava la tappa, le strade, i rifornimenti, faceva il briefing ai partecipanti etc.
Facile muoversi quando si è protetti da 10 auto 4x4, 4 furgoni d’appoggio, 4 moto staffetta, elicottero di soccorso e… circa 200 persone fra partecipanti e staff! Difficile invece cambiare la gomma della tua CR-V (grazie Flocco!) nel deserto alle due di pomeriggio, quando la ruota di scorta è sotto un bagagliaio magistralmente “pkzippato” fino
all’inverosimile con valigie, una Varadero smontata come ricambio (!) ed attrezzi.
E poi il viaggio di ritorno, con l’autostrada davanti a noi che sembrava un deserto…
Il tutto condito dal Record (in fase di trascrizione) sul Guiness dei Primati: 118 moto
dello stesso modello, tutte in fila indiana per 5 chilometri!
“Lui non si considerava un turista, ma un viaggiatore. La differenza sta, in parte, nel
tempo. Mentre il turista si affretta nel tornare a casa dopo settimane o mesi di viaggio il
viaggiatore, che non appartiene ad alcun luogo se non al successivo che visiterà, trascorre anni viaggiando lentamente da un punto del pianeta all’altro”. (Paul Bowles)
7
L
a passione per l’immersione sportiva lega Simonetta Cipollone (29 anni, dal
dicembre 1995 alla Honda Italia) e suo marito Claudio Valentini fin dai
tempi del fidanzamento. Ed è da questa passione che, il 9 agosto 1997, nasce la
loro singolare esperienza: un matrimonio celebrato sui fondali marini.
Simonetta, Claudio ed un ristretto gruppo di amici e parenti, rigorosamente in
possesso del brevetto da sub, si immergono nelle acque di Cala Sorrentino, una
delle insenature più suggestive delle Isole Tremiti, nel mare Adiatico.
Dopo un gesto d'intesa con i compagni d'immersione, si sgonfiano i giubbotti
equilibratori ed inizia la discesa verso il fondo. Non c'è la marcia nuziale di
Mendlessohn, ma non meno suggestivo è il rumore del proprio respiro, l'unico
che, delicatamente, infrange la quiete degli abissi divenendo, via via, più ritmato
per l'emozione.
Simonetta non rinuncia ad un elegante velo bianco, e stringe tra le mani il "bouquet" preparato con cura dalla mamma. Claudio ha con se la croce che, giunti
sul fondo, addobberà l'altare improvvisato tra le rocce. Il profondimetro registra
quota -15 metri. Lo scenario è fantastico. Appena il tempo di trovare il corretto
assetto in acqua e di sistemare il velo della sposa, il papillon dello sposo e la pettorina con impressa una croce indossata, sulla muta nera, dal parroco Don
Vittorio, ed ha inizio la cerimonia. La formula del matrimonio, precedentemente
trascritta su tre lavagnette (con inchiostro indelebile al contatto con l'acqua)
viene consegnata agli sposi.
Massimiliano Travaglini
CASOLI
IL PAESE.
Dall'alto di un colle alla Destra del fiume Aventino, a dieci chilometri dal lato orientale
della Maiella, sorge Casoli, una delle più popolose e ricche terre dell'Abruzzo chietino.
Il paese, che attualmente si estende per oltre 66 Kmq ed ha una popolazione di c.ca
6500 abitanti, ha come attività principali quelle dell'agricoltura, dell'industria, del
commercio e dell'artigianato.
Con l'industrializzazione del Sangro-Aventino sono sorte, negli ultimi anni, diverse
attività molto importanti a livello industriale. Il paese è situato ad un'altezza di 378 m.
sul livello del mare a 40 Km dalla montagna (Roccaraso) ed a 25 Km dal mare
(Fossacesia / Torino di Sangro).
LA STORIA
Si ritiene che Casoli abbia ospitato, sin dai tempi antichi, importanti insediamenti abitativi come la non lontana città fortificata di Cluvie, situata a 4 chilometri dall'attuale
paese. Nell'alto Medioevo unico dato certo è l'esistenza del "Castrum de Casule" (sec.
IX) da cui si deduce il ruolo militare che doveva avere la collina. In una importante
scrittura cassinese del secolo IX, il "Memoratium Abbatis Berthari", è riportato che
metà del territorio di Casoli era posseduto dalla badia di Montecassino.
Alla fine del secolo XI, i Normanni istituirono un'altra contea a danno di quella di
Teate, in cui furono inclusi i feudi della Majella settentrionale ed orientale, tra i quali
Casoli.
In possesso degli Orsini fino alla venuta degli Spagnoli, quando la perdettero per infedeltà alla Casa Aragonese, la contea di Manoppello passò in potere di Bartolomeo
d'Alviano che ne fu privato anch'egli per infedeltà. Assegnato quindi ai Colonna, venne
da questi poi venduto ai Carafa che, a loro volta, lo cedettero ai Crispano.
In questo periodo Casoli era poco più di un villaggio (219 famiglie). Ma nel 1795 la
Simonetta e Claudio durante le Nozze
popolazione era già di 4000 abitanti.
Agli inizi del secolo XVII troviamo il feudo di Casoli in proprietà prima di
Giambattista de Soma, poi di Francesco Filomarino, dal quale nel 1642 il feudo di
Casoli fu venduto alla famiglia d'Aquino di Napoli. Dopo l'abolizione della proprietà
feudale, alla famiglia d'Aquino, rimase ancora il possesso del palazzo Ducale di Casoli
nonché di alcuni tenimenti che dopo varie vicissitudini passarono in proprietà della
famiglia Masciantonio la quale nel 1980 lo cedettero al Comune di Casoli.
Notevoli furono le "sofferenze" sopportate dagli abitanti durante le varie denominazioni; il piccolo borgo fu anche triste teatro di calamità naturali: la
peste nel 1656, il terremoto nel
1661, la carestia nel 1763.
Quando si cominciava a preparare la futura unità d'Italia, i casolani aderirono alle varie associazioni carbonare, con una presenza attiva. Nell'ultima guerra la
città fu saccheggiata per aver
costituito un valido punto di
appoggio alla guerra partigiana:
infatti a Casoli nacque, la
"Banda dei Patrioti della
Majella" che si affiancò agli
alleati durante l'ultima gueerra
nella lotta al nazifascismo.
Durante la Guerra i medici
Giorgio Gaetano De Cinque e
Giulio Di Giorgio fondarono un
"Ospedale Civile" (tutt'oggi esistente) all'interno del palazzo
Ramondo.
"A l'ideale che non
ha tramonto
a la bellezza
che non sa dolori."
(Gabriele D'Annunzio)
Veduta di Casoli
Fiori d’arancio in redazione
Auguri Peppe !
“in…Honda” per informazioni e collaborazioni:
Marcello Vinciguerra
Ufficio Amministrazione del Personale.
Tel. 0872.899312 - Fax 0872.899400
Pubblicazione stampata su carta riciclata
Giuseppe Cinquino
Foto: G. Di Padova
SIMONETTA E …
QUEL FATIDICO "BLOB"
Uno sguardo tutt’intorno ed ecco che un simpatico polipo(!) si auto-proclama
paggetto. Per il mare è lui il testimone dell'evento che non disdegna di sottoscrivere liberando nell’acqua il proprio inchiostro.
E, finalmente, il sospirato "SI"; il fatidico "BLOB" pronunciato da Simonetta e
Claudio è registrato, oltre che sulle lavagnette, anche nelle bolle d'aria che, dagli
erogatori, salgono verso la superficie. Segue lo scambio delle fedi nuziali.
Quindi una breve apnea consente agli sposi di scambiarsi un passionale bacio a
meno quindici (metri!).
Il manometro segnala che l'aria a disposizione sta per terminare. È ora di cominciare la risalita verso la superficie. Qualche minuto di decompressione a 3 metri
di profondità è così utile, oltre che per desaturarsi dell’azoto, anche per porgere i
primi auguri agli sposi. Man mano che ci si avvicina alla superficie, il blu del
mare diviene meno intenso; la cerimonia volge al termine, ma …che emozione
quel fatidico "BLOB".