migliori dieci progetti di startup

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migliori dieci progetti di startup
Orange Fiber
Riciclo, innovazione e benessere: sono questi gli elementi chiave di Orange Fiber, il progetto di
moda sociale sviluppato da un team tutto femminile. Unendo due eccellenze italiane, come
l’industria tessile e la coltivazione di agrumi, Orange Fiber intende contribuire al benessere dei
consumatori, aiutandoli ad integrare il fabbisogno quotidiano di vitamine grazie alla creazione di
abiti realizzati dagli scarti di agrumi e dagli agrumi interi che sarebbero destinati al macero.
L’innovazione dei tessuti unita al design concettuale e alla manifattura di alta qualità rappresentano
i tratti distintivi di questo progetto di moda made in Italy, che intende rispondere ai bisogni dei
consumatori, offrendo un prodotto con una forte attenzione al sociale, un’anima green e un tessuto
che fa bene a chi lo indossa.
Grazie all’utilizzo delle nanotecnologie, questo progetto di moda sostenibile impiega per le proprie
creazioni materiali ottenuti dagli scarti degli agrumi, in grado di rilasciare vitamine A, C ed E,
quando si trovano a contatto con la pelle.
Gli abiti di Orange Fiber sono tutti realizzati da donne in difficoltà e persone svantaggiate. Offrendo
un periodo di formazione professionale e nuove opportunità di lavoro, il progetto rappresenta una
possibilità di riscatto per chi si trova nelle condizioni più vulnerabili.
Mantenendo una visione internazionale Orange Fiber è fortemente legato al territorio in cui è stato
concepito e alla tradizione tessile italiana, che il progetto arricchisce di un forte elemento
innovativo grazie alla creazione di un nuovo tessuto sostenibile.
Creato da Adriana Santanocito, designer, e da Enrica Arena, professionista della comunicazione, il
progetto si avvale inoltre delle professionalità di Stefania Cauzo, ventisettenne laureata in
economia aziendale, e di Manfredi Grimaldi, esperto di economia agroalimentare.
Fifth Element Project
Mettere in rete medici, famiglie e piccoli pazienti, per creare percorsi terapeutici personalizzati. E’
questo l’obiettivo di Fifth Element Project, la prima piattaforma web, basata sull’interazione
gestuale che, grazie alla teleassistenza, intende sviluppare una terapia efficace per i bambini che
soffrono di “Disturbi dello Spettro Autistico (DSA)”.
Sfruttando la curiosità dei più piccoli per la tecnologia e la centralità delle attività motorie nel loro
sviluppo, la piattaforma può essere utilizzata sia come supporto alla didattica che per un percorso
terapeutico.
Grazie all’utilizzo di sensori di movimento collegati a una console di gioco, il sistema permette
infatti di interagire con il bambino attraverso la tecnologia e di analizzarne l’attività ludica,
utilizzando anche librerie scritte dal team di Fifth Element per il riconoscimento dei movimenti del
corpo e della voce.
Ogni attività è adattabile alle esigenze del singolo bambino direttamente dal terapista e può essere
replicata quotidianamente anche a casa grazie ad un’infrastruttura Cloud.
Per ottimizzare le risorse e raggiungere il maggior numero possibile di bambini il sistema può
essere utilizzato direttamente da casa, con la possibilità di assistenza remota da parte del terapista
di un centro specializzato.
La piattaforma offre anche un filo diretto con il terapista: un diario web condiviso delle attività e
un’applicazione per tablet permettono ai genitori di essere sempre aggiornati sui progressi del
bambino.
Inoltre, grazie alla struttura modulare della piattaforma, in futuro sarà possibile integrare attività
terapeutiche per altri disturbi.
Creato in Italia da Matteo Valoriani, Antimo Musone, Daniele Midi e Antonio Vecchio, tutti under 30
e tutti laureati in ingegneria, Fifth Element Project punta a diventare un aiuto importante per
migliaia di famiglie in tutto il mondo.
Tooteko
Come sarebbe il mondo se gli oggetti potessero parlare? A rispondere ci pensa Tooteko, l’idea di
impresa di Serena Ruffalo, architetto ventiseienne con il pallino per l’accessibilità e Fabio
D’Agnano, esperto di modellazione tridimensionale e prototipazione rapida.
Animare gli oggetti che ci circondano e aggiungere una nuova dimensione alla realtà: è la mission
di questa nuova tecnologia, che grazie all’utilizzo di una coppia di ultrasuoni è in grado di rilevare
la posizione di un dito, all’interno di una superficie, e di rispondere con un segnale audio, qualora
venga toccata una posizione nota.
Pensato come implementazione della piattaforma open source Arduino, Tooteko applica una
traccia audio agli oggetti, rendendo qualsiasi superficie cliccabile e interattiva.
Aiutare i disabili visivi ad ottenere informazioni sull’aspetto degli oggetti, offrire un nuovo supporto
didattico per insegnare ai bambini a leggere e a scrivere e creare nuovi dispositivi che
sostituiscano i comuni interruttori per accendere e spegnere la luce: sono alcune delle declinazioni
che potrebbero essere applicate a Tooteko.
ll progetto rappresenta una nuova porta di accesso alla realtà e uno strumento di integrazione
sociale e culturale per chi non può vedere. Tooteko può infatti essere usato dai musei e dalle
gallerie d’arte per rendere le opere accessibili ai non vedenti, offrendo una descrizione dei dettagli
visivi che sarebbero altrimenti impossibili da cogliere.
Grazie ad una tecnologia a bassissimo costo Tooteko può essere usato ovunque, anche negli
spazi aperti, senza l’utilizzo di un computer, nè di un proiettore.
Tooteko è il digital device che spinge le persone ad abbandonare lo schermo e ad esplorare il
mondo, toccandolo.
Trail Me Up
Trail Me Up (www.trailmeup.com) è un servizio web che permette di effettuare visite guidate virtuali
di luoghi accessibili esclusivamente a piedi, quali, per esempio, parchi naturali, deserti, foreste. La
visita virtuale può perciò essere sostitutiva dell’esperienza diretta o utilizzabile per decidere
l’eventuale meta di un prossimo viaggio, anticipare che cosa aspettarsi da un itinerario già
pianificato, rivedere luoghi visitati nel passato o anche solo soddisfare una curiosità.
Utilizzando il mouse, l’utente può muoversi all’interno di un “sentiero” virtuale lungo il quale
vengono inserite delle panoramiche–chiave, relative a elementi di particolare interesse, che,
tramite tecnologie di realtà aumentata, consentono di accedere a specifici contenuti informativi
multimediali. La visita lungo il percorso virtuale è resa possibile attraverso un sistema di
acquisizione fotografica a 360° montato su uno zaino, che permette all’utente di visualizzare il
paesaggio dalla stessa prospettiva del viaggiatore reale.
Per rendere disponibile un elevato numero di itinerari è previsto un sistema di reclutamento
attraverso il sito, che permette di suggerire una destinazione e proporsi come fotografo-mappatore
del percorso stesso. Una volta verificata l’affidabilità del proponente, si procede all’invio
dell’attrezzatura necessaria per la raccolta del materiale. Un’opzione alternativa è rappresentata
dalla vendita degli zainetti affiancata ad un breve training, mantenendo da parte di Trail Me Up la
parte di processing e hosting dei dati.
Il progetto imprenditoriale prevede il coinvolgimento di sponsor provenienti dai settori legati alle
attività outdoor, alla cultura e ai viaggi, la possibilità di finanziamento di singoli percorsi/aree da
parte di agenzie turistiche o enti locali per la promozione di destinazioni specifiche, la disponibilità
di spazi pubblicitari (banner). Il sistema di acquisizione ed il processo descritto sono in fase di
brevettazione.
Il team di Trail Me Up è composto da: Fabio Zaffagnini, 36 anni, geologo; Gabriele Garavini, 28
anni, informatico; Erida Rembeci, 29 anni, laureata in psicologia; e Francesca Sirri, 25 anni,
laureanda in Imprenditoralità e Innovazione.
Smart Ground
Smart Ground getta le basi per l’agricoltura 3.0, dove il simbolo della vita nei campi, non è più una
zappa ma uno smartphone.
Digitalizzare l’agricoltura è infatti la sfida raccolta dal team di Smart Ground, il progetto d’impresa
che intende aiutare milioni di agricoltori a gestire meglio la propria produzione agricola,
combattendo gli sprechi di risorse, grazie a sensori che, inseriti nel terreno, rilevano l’andamento
del raccolto.
Smart Ground consiste in una piattaforma digitale in grado di intervenire sul sistema agricolo
attuale per renderlo più efficiente e sostenibile.
Un’app user friendly, dall’interfeccia semplice ed economica, permetterà ai produttori agricoli di
ottimizzare l’impiego delle risorse, avendo anche la possibilità di personalizzare i servizi offerti dal
prodotto a seconda delle tipologie di coltivazione e del raccolto.
Da una versione "light" Smart Ground spazia sino alla versione "full", comprendente anche un
database di informazioni utili che permettono all'applicativo di svolgere calcoli e supportare la
valutazione ex ante delle colture in forma autonoma.
Il progetto nasce dall’idea di Federico Marcantogni, classe 1984, ingegnere laureato al Politecnico
di Milano, e coinvolge un team di altri quattro under 30: Dario Nepoti, 24 anni, Davide Letizia, 29,
Matteo Brambilla, 29, e Gianluca Ciampalini, 26 anni.
Bircle
Un’applicazione mobile e web attraverso la quale il disabile motorio può acquistare guide turistiche
specifiche per le proprie esigenze: è Bircle, il progetto che punta a creare un Paese più
accessibile.
Le guide possono essere classificate per temi o aree geografiche, ma prevedono in ogni caso la
cura degli aspetti di accessibilità declinati per le diverse tipologie di disabilità motoria.
Ogni guida è realizzata da esperti (es. disability manager, associazioni) e, grazie ad una modalità
crowdsourcing, anche dagli stessi utenti. Il sistema di rating degli edifici sulla base del quale
vengono costruite le guide presenti in Bircle, infatti, è basato su un linguaggio universale (simboli e
numeri) che permette ai disabili motori e ai loro accompagnatori di valutare e consultare il grado di
accessibilità dei luoghi e trovare strutture e servizi adeguati alle proprie esigenze.
Le guide create dagli utenti sono rese disponibili per l’acquisto tramite l’applicazione mobile. Bircle
trattiene una parte del ricavato dei contenuti venduti, mentre la parte restante viene riconosciuta al
creatore della guida.
La qualità dell’informazione racchiusa in tutte le guide in vendita viene garantita tramite una
verifica, preliminare alla pubblicazione, da parte del team di Bircle così da assicurare la validità del
servizio offerto.
Bircle permette al disabile motorio la condivisione di informazioni utili e affidabili sull’accessibilità
dei luoghi, in un formato universale e inclusivo.
Il progetto nasce da un’idea di Andrea Landini e Marcello Coppa, esperti di comunicazione
strategica, corporate social responsibility e branding.
Recyproco
Dare agli oggetti una seconda vita e costruire un’autentica rete anti-spreco. E’ questo l’obiettivo di
Recyproco, il social network che permette di scambiarsi gli oggetti, favorire il riuso e calcolare
l’impatto ambientale e sociale della condivisione.
Figlio della sharing economy, Recyproco è volto a incrementare la quantità di oggetti che possono
essere riutilizzati, sostenendo organizzazioni ambientali e sensibilizzando i consumatori ad
ottimizzare le risorse.
Destinato agli eco-centri comunali, alle aziende che intendono trovare un nuovo impiego a stock e
oggetti non commerciabili, ma anche a cittadini e consumatori responsabili, Recyproco intende
creare una rete in grado di promuovere e valorizzare il sistema del riuso.
Una piattaforma di scambio sul web, un social network, un’app per smartphone e un sistema di
calcolo dell'impatto ambientale e sociale sono gli strumenti messi a disposizione per permettere
agli utenti di promuovere gli oggetti che non servono più, purché ancora funzionanti, attraverso la
creazione di vetrine online. La piattaforma dà anche la possibilità di misurare il valore ambientale
dello scambio, grazie ad un algoritmo che calcola e pubblica il vantaggio ambientale derivante dal
riuso dell’oggetto, in termini di CO2 non emessa rispetto ai livelli che sarebbero stati raggiunti in
caso di smaltimento.
Come in una sorta di E-Bay del riuso, gli utenti di Recyproco determinano il valore di un oggetto
che sarà però soggetto ad un’asta. Accedendo al portale sarà infatti possibile avanzare la propria
offerta, incrementando il valore dell’oggetto messo a disposizione.
Gli utenti, cittadini ed enti non profit, potranno poi scegliere di destinare i ricavi provenienti dagli
scambi a progetti di natura sociale, promossi sulla piattaforma.
Creato da Stefano Mucciarella, Francesco Savignago e Enzo Martucci, Recyproco si sostiene
attraverso una percentuale sulla transazione economica e attraverso la vendita di account alle
organizzazioni interessate.
Brand Security
Mai più prodotti contraffatti. È la promessa di Brand Security, l’arma digitale contro la
contraffazione che permette di verificare l’originalità di un bene attraverso un microchip dotato di
tecnologia NFC.
Uno strumento invisibile che può essere inserito in qualsiasi prodotto, dal tessuto di un abito
all’etichetta di una borsa, assicurandone la tracciabilità. All’interno del microchip viene infatti
inserita una firma digitale che attesta la provenienza dell’oggetto.
Pensato per clienti, esercenti e istituti di accertamento, Brand Security permette a chiunque di
tutelare il made in Italy. Per eseguire la verifica basta uno smartphone o un tablet in grado di
leggere la tecnologia NFC.
Strutturato su server clusterizzati ad alta affidabilità, utilizzando un’App per i dispositivi mobile
disegnata per la verifica del certificato tramite canale NFC, e con il supporto di una piattaforma
Web abilitata alla generazione, all’importazione e alla verifica dei certificati all'interno dei microchip,
Brand Security garantisce una protezione del marchio più affidabile rispetto al più diffuso QR-code,
stampato su carta e facilmente riproducibile.
Brand Security permette di tracciare il bene durante tutto il processo di produzione e di localizzarlo
in qualsiasi momento grazie ad un sistema GPS, risultando particolarmente utile ai consumatori
non solo quando vogliono verificare l’autenticità del prodotto, ma anche quando vogliono scoprire
qualcosa di più sulla filiera produttiva e in caso di furto.
Una risorsa preziosa per le aziende private ma anche per lo stato, considerando l’ingente fatturato
della contraffazione in Italia.
Brand Security nasce dall’idea di Francesco Di Genova e Andrea Pace, due giovanissimi
sviluppatori, laureandi in ingegneria informatica.
Panpan - Ask Everywhere
Panpan è una piattaforma di social information che permette di utilizzare Twitter per inviare
domande “geolocalizzate”, ovvero legate a tematiche inerenti a specifiche aree, e individuare gli
utenti presenti in zona in quel momento che verosimilmente sono in grado di fornire le risposte.
L’applicazione per smartphone permette all’utente di selezionare l’area geografica d’interesse,
digitare una domanda e inviarla al server, che identifica i “best answerers”, ovvero gli utenti
Panpan che si trovano nell’area e che hanno maggiori possibilità di fornire la risposta.
Ogni domanda ha un punto di applicazione e un'area di copertura ed è caratterizzata da un diverso
grado di "visibilità" e da una "durata". L’integrazione con Twitter permette di utilizzare la pervasività
degli strumenti social per aumentare la diffusione e indirizzare opportunamente i quesiti,
consentendo di identificare le domande geolocalizzate e di rispondere. Le risposte sono twittate
tramite l’account Twitter della persona che fornisce la risposta (se ha effettuato il login a Panpan
tramite il proprio account Twitter personale) o tramite un account Twitter di Panpan, in modo tale
che la persona che ha posto la domanda su Twitter venga a conoscenza di Panpan.
La piattaforma consente l’implementazione di funzionalità avanzate, che permettono, per esempio,
di dare maggiore visibilità alle proprie domande; inoltre può consentire l’invio di informazioni
pubblicitarie geolocalizzate, sulla base della posizione dell’utente e delle risposte date; può inoltre
essere utilizzata come piattaforma B2B per sondaggi e ricerche di mercato.
Antonino Famulari, 28 anni, Michele Spina e Walter Bellante, entrambi di 23 anni, compongono il
team del progetto e condividono le esperienze di studio sui social media presso il Telecom
ParisTech a Parigi.
Knock'nswap
Knock’nswap è una piattaforma di scambio e vendita di beni, competenze e tempo che si avvale
sia di un’applicazione web per la gestione delle attività online sia di spazi fisici dedicati (knock
corners) all’interno di esercizi commerciali della propria città. Permette di far circolare beni
attraverso un sistema di crediti virtuali (swap credits) integrabile con la possibilità, per i cosiddetti
“utenti premium”, che corrispondono una quota mensile o annuale, di vendere (e non solo
scambiare) i beni all’interno della piattaforma.
I knock corners sono spazi, all’interno di esercizi commerciali, che consentono di effettuare le
operazioni di scambio e che corrispondono una rata periodica (mensile/annuale) in cambio della
pubblicità generata dal flusso di utenti portato da Knock’nswap. La partnership con questi esercizi
commerciali prevede l’uso degli swap credits accumulati dagli utenti per l’acquisto di beni. Le
attività commerciali dedite al recupero e alla trasformazione di beni possono utilizzare il servizio
come fonte di ricavo, cioè acquistare gli oggetti inseriti all'interno della piattaforma, darne nuova
vita e reinserirli nella piattaforma per la vendita.
Il sistema di moneta virtuale premia ogni utente in seguito a uno scambio con crediti che potranno
essere utilizzati come contro-offerta per completare altri scambi. Gli utenti premium possono
comprare stock di crediti e così, indirettamente, completare scambi a pagamento.
Il team riunisce le competenze in ingegneria informatica e architettura di tre 24enni, Francesco
Corazza, Andrea Pollio e Lucia Rampanti, conosciutisi all’interno del percorso di alta formazione
dell’Alta Scuola Politecnica che unisce Milano e Torino, lavorando a un progetto di ricerca intitolato
DeCoSe (designing collaborative services).