SIEC ECHO NEWS

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SIEC ECHO NEWS
Febbraio 2013
Periodico Informatico della
Società Italiana di Ecografia Cardiovascolare
Edizione n. 1
SIEC ECHO NEWS
1
SIEC ECHO NEWS
Direttore Responsabile:
Giovanni La Canna
Direttore:
Paolo Trambaiolo
Caporedattore:
Rodolfo Citro
Redazione:
Federica Ferraiuolo
Francesco Natale
A cura di:
Progetto grafico:
2
LETTERA - “Comunicare” con il prossimo Congresso
SIEC Nazionale: istruzioni per l’uso!!!
a cura di Paolo Trambaiolo
3
Il Messaggio del Presidente
a cura di Giovanni La Canna
4
Prefazione
a cura di Rodolfo Citro
5
TORINO MAGIA e……..tanto altro
a cura di Mauro Giorgi
6
Storie di Cuore…. SIEC: Rodolfo Citro intervista Vitoantonio Di Bello a cura di Rodolfo Citro
15
European Association of Cardiovascular Imaging
(EACVI): un importante salto di qualità nel campo
dell’Imaging cardiovascolare non-invasivo. a cura di
Antonello D’Andrea
17
I lavori dei giovani SIEC ad Euroecho.
a cura di Ines Monti
18
Rimembranze. “Immergersi nel profondo e azzurro
mare: il riflesso da immersione”.
a cura di Aldo Iacono
20
Il vascolare integrato nella SIEC….. rispetto alle altre
Società. a cura di Francesco Natale e Giovanni La Canna
23
Ecocardiografia e specializzandi ...
a cura di Federica Ferraiuolo
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Italiani su Pubmed leggete gente!
a cura di Gennaro Provenza
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COMUNICARE
con il prossimo Congresso SIEC Nazionale:
istruzioni per l’uso!!!
::: A cura di Paolo Trambaiolo :::
Il prossimo Congresso Nazionale della SIEC si
terrà a Torino dal 28 aprile al 1 maggio come
ormai è noto quasi a tutti. Tuttavia il “quasi” è
d’obbligo in quanto non tutti sono stati ancora
raggiunti dalla notizia.
Poche righe per darvi le coordinate per accedere al Congresso:
1. Dal SITO SIEC cliccare sul logo del congresso
e sarete trasportati “magicamente” nel sito del
congresso.
2.
Dalla pagina principale del sito SIEC e
del sito del congresso cliccando sulla icona azzurra con la “F” si accede alla pagina SIEC di
Facebook.
3
3.
Alla pagina di FB chiunque può richiedere l’accesso e verrà aggiunto dal sottoscritto.
4.
Dalla pagina di FB si potrà inoltre tornare sia sulla pagina del sito SIEC che su quella del
Sito del Congresso.
In poche parole le tre strutture sono in stretta
relazione elettronica e perciò utilizzabili a secondo delle Vostre necessità. In fine sono accessibili sia da computer (Mac o Windows), che da
smartphone o tablet (IOS o Android o windows)
Una buona navigazione a tutti …….. Torino si
avvicina!!!
L E T T E R A
MESSAGGIO DEL PRESIDENTE
::: A cura di Giovanni La Canna :::
Il messaggio del Presidente
“Carissimi Soci, sono lieto di presentare a
nome del Consiglio Direttivo il programma del
Congresso SIEC 2013. In accordo con la “visione
clinica” annunciata nel precedente numero
di ECO News, il programma del congresso è
dominato da temi di Ecocardiografia Clinica e
di Imaging Multimodale. Sono inoltre previste
sessioni di tecnologia ecocardiografica avanzata
e di “Focused Echo” di alta specialità mirate
all’impiego della metodica in temi specifici.
Inoltre, in relazione alla progressiva espansione
dell’Ecocardiografia, è stato programmato un
corso di “Ecocardiografia di base”, per quanti si
avvicinano come primo approccio o comunque
intendono fruire di una sistematica e critica
revisione delle applicazioni
della metodica nella pratica
clinica
(cardiologi,medici
internisti,operatori
tecnici,
bio-ingegneri).
Le
“High
Lectures”
moderate
da
P. Lancellotti (presidente
EACVI) e F.Pinto (presidente
ESC) saranno l’occasione di
uno stimolante confronto culturale con ospiti
internazionali. Disfide tra squadre “borboniche”
e squadre “savoiarde”, avvincenti sedute di
“Bingo Ecocardiografico”, incontri BarCamp
aggiungeranno al Congresso una nota di
simpatia (“imparare divertendosi”) e di libertà
di espressione (“dite la vostra”). In un clima
di effervescenza non poteva mancare un
momento di riflessione filosofica che ci porterà
importanti considerazioni su “la complessità
del vivente” con un successivo intrattenimento
culturale ad impronta gioiosa. Inviate le vostre
comunicazioni scientifiche, perchè in un momento
di limitate risorse e di riconsiderazione dei
modelli di organizzazione sanitaria, dobbiamo
dare sempre più forza espressiva alla nostra
cultura ed all’occasione che essa può darci di
gestire al meglio il paziente. La città di Torino
potrà fornirci l’adeguato teatro per rafforzare il
nostro senso di appartenenza alla SIEC, che si è
avviata allo storico traguardo di 3.000 iscritti”.
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PREFAZIONE
::: A cura di Rodolfo Citro :::
Cari Soci,
innanzitutto desidero iniziare questo primo numero del 2013 con un augurio di
buon anno a tutti voi. Confido di trovarvi più rilassati (e probabilmente più torniti!)
dopo le “fatiche culinarie” delle festività natalizie.
Infatti, ai più attenti non sarà sfuggita la recente metanalisi pubblicata su JAMA
dal titolo “Association of All-Cause Mortality With Overweight and Obesity Using
Standard Body Mass Index Categories. A Systematic Review and Meta-analysis”
che rende finalmente giustizia alla “pancetta da commendatore”. Sembrerebbe
infatti che al contrario dell’obesita’ di grado 2 e di grado 3 quella di grado 1 non sia
associata ad incremento di mortalità da tutte le cause e che il “sovrappeso” si associ addirittura a
una mortalità più bassa!
Autentica gioia per le mie orecchie ……. e per il mio palato! Tutto ciò fa il paio con un altro interessante
recentissimo paper su falsi miti in tema di obesità, che è l’articolo pubblicato su NEJM intitolato
“Myths, presumptions, and facts about obesity” che pur riconoscendo l’importanza dell’attività
fisica riabilita, se non proprio i sedentari, almeno i “moderatamente” pigri.
Dopo aver fatto pace con i nostri sensi di colpa per le ghiotte libagioni natalizie che le varie
tradizioni culinarie sparse dalle Alpi alla Sicilia, hanno offerto a tutti noi, proiettiamoci nel 2013
che sarà un anno fondamentale per la SIEC.
È in programma infatti il Congresso Nazionale, che per la prima volta nella storia si svolgerà a
Torino le cui attrazioni, meraviglie e segreti troverete mirabilmente decritti da Mauro Giorgi. La
sede, all’ombra della Mole, le innovazioni tecnologiche e multimediali e un format del tutto originale
caricano questo evento di grande curiosità ed interesse. È proprio quanto traspare dai messaggi
di apertura sia del Presidente Giovanni La Canna che dell’inesauribile nostro responsabile della
S. O. Comunicazione Paolo Trambaiolo.
Troverete, inoltre, due articoli sull’ultimo Euroecho tenutosi ad Atene (uno di Antonello D’Andrea
e l’altro di Ines Monti) ed un dettagliato riconoscimento dei tanti iscritti SIEC che si sono distinti
in questo prestigioso congresso internazionale testimoniando il fervore e la vitalità culturale della
linea verde SIEC (se qualcuno è sfuggito non se ne dolga…).
Oltre alla consolidata e apprezzata rubrica “Leggete su Pubmed” curata con attenzione da Gennaro
Provenza, questo numero si caratterizza per una nuova rubrica denominata “Storie di cuore …SIEC”
in cui saranno di volta in volta intervistati personaggi che in varia maniera hanno caratterizzato
la storia della società, raccontando storie, non solo professionali, tese a far emergere lati poco
conosciuti come ambizioni, sogni, momenti particolari e difficoltà che hanno segnato i percorsi di
vita di ciascuno. In questo numero ho intervistato personalmente Vitoantonio Di Bello. Il futuro
Presidente della SIEC si è aperto in un racconto interessante che ci porta a conoscerlo un po’ di più,
anche con qualche sorpresa!
A dare voce alle aspirazioni dei giovani specializzandi
in orbita SIEC ci ha pensato Federica Ferraiuolo.
Infine, ho voluto includere in questo numero una
lettura recentemente tenuta al III Congresso degli
Allievi Iaconiani dal mio primo maestro di cardiologia
il Professor Aldo Iacono, che con struggente malinconia
parte da un poetico ricordo dell’età giovanile di una sua
tipica giornata estiva partenopea fino a considerazioni
di fisiopatologia cardiovascolare sul riflesso da
immersione.
Buona lettura e buona SIEC a Tutti!
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TORINO MAGIA
e…….. tanto altro!
::: A cura di Mauro Giorgi :::
Situata sul 45° parallelo, ovvero
esattamente sulla metà del nostro emisfero,
il capoluogo piemontese ha sempre
mantenuto la sua fama di città magica,
collocata al vertice di un “triangolo
bianco”, insieme con Lione e Praga,
ma anche di un “triangolo nero”, con
Londra e San Francisco.
Forse perché sorge nel punto d’incontro di
3 fiumi, due di caratteristiche “femminili”,
la Dora Riparia e la Dora Baltea ed uno di caratteristiche
“maschili”, il Po ovviamente: quindi si trova al di sopra di un
importante nodo energetico, centro sacro di energie telluriche.
Si dice sia stata fondata dagli Egizi (Fetonte, figlio di Iside, che
dedico il luogo al culto al dio Api, che gli Egizi raffiguravano
con le sembianze di un toro): non a caso, a Torino vi è il secondo
Museo Egizio a livello mondiale (dopo quello del Cairo), con
tutti i suoi significati esoterici.
Inoltre Torino fu il centro di potere della dinastia sabauda,
i cui legami con l’esoterismo sono stati più volte individuati e
sottolineati. E non a caso la città divenne meta di personaggi
del calibro di Paracelso, Cagliostro e del misterioso Conte
Foto 1 - Piazza Statuto:
di Saint-Germain, nonché di Nostradamus, che per un certo
la Fontana del Frejus
periodo fu invitato appositamente a Torino, dalla Francia,
dalla regina Margherita di Valois. Torino diede, inoltre, nel
secolo scorso i natali a Gustavo Rol, sensitivo e veggente
contemporaneo, una delle figure esoteriche più discusse di
questi ultimi tempi.
Alla città di superficie, poi, si sviluppa quasi parallelamente
una città sotterranea, universo parallelo di gallerie, cripte,
cunicoli ed ambienti ipogei, tra i quali le leggendarie Grotte
Alchemiche, luogo segreto di potere situato all’incrocio di
Foto 2 - Il Rondò della Forca
importanti linee geomantiche, che si dice si trovino da qualche
parte nei sotterranei di Palazzo Madama.
Un tour nella Torino magica può iniziaredalla nigredo, dal punto più “nero” di Torino, Piazza
Statuto. Considerato sin dall’antichità come luogo negativo, era sede in epoca romana di una
grande necropoli, quindi luogo consacrato alla morte. Al centro della piazza si trova la Fontana del Frejus (foto 1), un monumento in pietra nera che ricorda le vittime sul lavoro per la
costruzione del traforo del Frejus. Le figure umane, in candida pietra che spicca su quella del
monumento, appaiono adagiate e sofferenti; sulla cima, una figura alata reca in testa una stella
a cinque punte. Secondo la leggenda la fontana celerebbe nientemeno che la “Porta degli Inferi”, e la figura alata sulla sommità non sarebbe altri che Lucifero, il “portatore di luce”, l’angelo
caduto in seguito alla ribellione verso i Creatore. Leggenda o realtà, in Piazza Statuto è collocata
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la sala comando dell’intera rete fognaria nera della città (l’antica cloaca), e quindi metaforico,
se non altro, punto di accesso dell’inferno…
Foto 3 - Piazza Savoia con l’obelisco
Poco distante da questo monumento c’è un giardinetto al centro del quale è collocato un obelisco bianco (quasi occultato dalla vegetazione), voluto da Napoleone Bonaparte e dedicato al
prof. Beccaria, considerato un punto geodetico di energia negativa. Sulla sommità è posizionato
un astrolabio e dovrebbe indicare che in questo punto passa il 45° Parallelo.
Lasciando Piazza Statuto, attraverso C.so Valdocco (nome che deriva dal latino “vallis occisorum”, la «valle degli uccisi»), si giunge in un grande spiazzo circolare, al centro del quale si
trova un’aiuola incolta: è il Rondò della Forca (foto 2), che deve il suo nome al fatto che in
passato era il luogo designato alle esecuzioni capitali.
Non lontano, lungo un’altra traversa, si trova Piazza Savoia, dove svetta un alto obelisco (foto
3). Oltre che richiamo alla civiltà egizia, l’obelisco è un potente simbolo occulto legato alla generazione ma anche al potere.
Si rientra verso il centro imboccando Via Garibaldi (una delle più estese vie interamente pedonali d’Italia, animata da centinaia di negozi, caffetterie, pasticcerie ed altre attività commerciali), dove incontriamo la Chiesa della Misericordia, che conserva al suo interno strumenti
di esecuzione capitale. Troviamo a circa metà percorso l’antica farmacia “Tullio Bosco”, la
cui facciata adorna di simbologia richiama alla mente le famose “dimore alchemiche” descritte
da Fulcanelli. Uno sguardo, infine, alla Chiesa dei SS. Martiri, dedicata a Solutore, Avventore ed
Ottavio: sulla facciata chiara sono incastonate in quattro nicchie altrettante statue femminili,
delle quali solo la prima, che raffigura Maria Maddalena, sembra legata al contesto religioso,
mentre le altre tre raffigurano delle dee pagane, testimoni di quel culto che la Chiesa stessa, nei
primi secoli della sua affermazione, faticò a reprimere o a rimpiazzare.
Si giunge, quindi, in Piazza Castello, enorme e splendida nella recente risistemazione effettuata in occasione delle Olimpiadi Invernali del 2006. Siamo giunti nel cuore “bianco” della città,
il centro delle energie positive e benefiche. Su questa piazza affacciano il Palazzo Reale (foto 6),
il Teatro Regio, l’Armeria Reale, il Palazzo del Governo, la Biblioteca Reale, l’Archivio di
Stato e il Palazzo della Giunta Regionale. Nel centro, si trova il già citato Palazzo Madama,
con l’annesso castello che dà il nome alla piazza (foto 7). Degne di nota, tra le altre cose, le statue
dei due Dioscuri, i gemelli Castore e Polluce: ritroviamo sul capo di uno di essi la stessa stella a
cinque punte che avevamo visto sulla testa nell’angelo nel monumento di Piazza Statuto; l’altro
gemello, probabilmente, ne aveva una uguale che poi si è persa nel tempo.
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Foto 4
Chiesa della
Misericordia
Foto 6 - Piazza Castello:
l’ingresso di Palazzo Reale
Foto 5 - Chiesa dei SS. Martiri
Foto 7 - Piazza Castello:
Palazzo Madama (retro)
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Si giunge, quindi, in Piazza Castello, enorme e splendida nella recente risistemazione effettuata in occasione delle Olimpiadi Invernali del
2006. Siamo giunti nel cuore “bianco” della città, il centro delle energie
positive e benefiche. Su questa piazza affacciano il Palazzo Reale (foto
6), il Teatro Regio, l’Armeria Reale, il Palazzo del Governo, la Biblioteca Reale, l’Archivio di Stato e il Palazzo della Giunta Regionale. Nel
centro, si trova il già citato Palazzo Madama, con l’annesso castello che
dà il nome alla piazza (foto 7). Degne di nota, tra le altre cose, le statue
dei due Dioscuri, i gemelli Castore e Polluce: ritroviamo sul capo di
uno di essi la stessa stella a cinque punte che avevamo visto sulla testa
nell’angelo nel monumento di Piazza Statuto; l’altro gemello, probabilmente, ne aveva una uguale che poi si è persa nel tempo.
Foto 8 - La cupola della Real Chiesa di San Lorenzo
Sulla stessa piazza si trova anche l’entrata laterale della Real Chiesa
di San Lorenzo. Progettata dall’architetto Guarino Guarini, lo stesso
che realizzò la Cappella della Sindone, nel vicino duomo, è stata la prima chiesa ad ospitare il prezioso telo dal momento del suo arrivo a Torino, prima della collocazione attuale nel duomo. Ricca di simbologia,
la Real Chiesa affascina soprattutto per la sua cupola “metamorfica”.
Vista da una posizione non centrale, infatti, la decorazione della cupola
la fa apparire come una serie di volti ghignanti, quasi mostruosi, che
sembrano scrutare dall’alto il “malcapitato” osservatore. Se ci si pone
al centro della volta, invece, si vede uno splendido fiore ad otto petali.
Nel vestibolo della chiesa troviamo una piccola Scala Santa, ispirata a
quella ufficiale che si trova nel Palazzo Lateranense, a Roma. Anche in
questo caso la scala centrale va percorsa rigorosamente in ginocchio,
per ottenere un’indulgenza, mentre le due scalinate laterali possono essere salite a piedi, per ammirare la cappella posta sulla sommità, dove
si trova una statua della Pietà.
Attraverso una viuzza laterale, si giunge al cospetto del Duomo di
San Giovanni, uno degli edifici religiosi più importanti di Torino, in
quanto ospita al suo interno la reliquia della Sacra Sindone: è il telo
che avvolse il corpo di Gesù dopo la deposizione dalla Croce, e sul quale,
dopo la Resurrezione, è rimasta miracolosamente impressa la sua immagine, portata a Torino dai Cavalieri Templari.
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Foto 9 - Il Duomo di San Giovanni
Foto 11 - La Chiesa della Gran Madre di Dio
Foto 10 - La Mole Antonelliana
Imbocchiamo Via Po con i suoi portici e
seguiamo la sua direzione. Con una piccola deviazione si giunge alla Mole Antonelliana (167,5 m di altezza), dalla
quale si può godere della splendida vista
panoramica di tutta la città.
Superando Piazza Vittorio (la più
grande piazza porticata d’Europa) e il
ponte sul Po, si giunge alla Chiesa della Gran Madre di Dio, anch’essa ricca
di simbologia occulta e nota per l’accostamento al mistero del Santo Graal:
infatti, una delle due statue poste ai lati
dell’edificio, quella della Fede, tiene un
calice elevato nella sua mano sinistra.
Secondo la leggenda il suo sguardo indicherebbe il luogo in cui sarebbe sepolto
il Sacro Calice. Peccato che la statua non
abbia le pupille e pertanto risulta assai
arbitrario attribuire una direzione al
suo sguardo!
Foto 12 - Museo Egizio:
il Libro dei Morti di Kha
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Foto 13 - Museo Egizio: la Mensa Isiaca
Torniamo indietro sui nostri passi, e rechiamoci
in Via Accademia delle Scienze, dove ha sede
il prestigioso Museo Egizio. Furono i Savoia
a sostenere ed a diffondere nella capitale del
loro regno l’interesse per l’egittologia, così
come quello per l’occultismo e l’esoterismo
in genere. Il Museo venne fondato nel 1824
da Carlo Felice di Savoia, che acquisì per
l’occasione alcune famose e ricche collezioni di
reperti, tra cui si distinguono per importanza
la tomba intatta di Kha e Merit (foto 12), il
tempio rupestre di Ellesija, il Canone Reale,
conosciuto anche come Papiro di Torino, una
delle più importanti fonti sulla successione
dei re egizi ed infine la Mensa Isiaca (foto 13),
una tavola ispirata alle tradizioni religiose
dell’Antico Egitto, con al centro raffigurata la
dea Iside: secondo alcuni esoteristi la tavola in
questione ispirò le forme dei Tarocchi, la cui
ideazione viene tradizionalmente attribuita al
dio egizio Thot.
Foto 15 - Via Lascaris:
i curiosi occhi sul marciapiede
Ci si dirige ora in Piazza Solferino e la sua Fontana delle Quattro Stagioni, nota anche
come Fontana Angelica (foto 14). L’opera, costruita secondo i dettami della Massoneria, venne
commissionata dal Grande Ufficiale Pietro Bajnotti e realizzata negli anni ’20 dallo scultore
torinese Giovanni Riva. Si compone di quattro gruppi statuari, ciascuno rappresentante una
diversa stagione dell’anno. Ai lati del monumento, siedono due figure femminili, allegorie
della Primavera e dell’Estate, mentre al centro si trovano erette due figure maschili, l’Autunno
e l’Inverno, che versano acqua da degli otri, e guardano uno ad oriente ed uno ad occidente.
Lo spazio tra le due statue, in realtà, è ben delineato e sembra demarcare un immaginario
portale. Secondo l’interpretazione esoterica, infatti, i due giganti rappresentano Jachin e Boaz,
i sostenitori delle colonne d’Ercole, ma anche i nomi delle due colonne del tempio di Salomone e,
per transizione nella simbologia massonica, i due principi fondamentali dell’uomo, le basi della
Sapienza: Stabilità e Forza.
Foto 14 - Piazza Solferino: la Fontana Angelica
È proprio qui, intorno a questa piazza, che si concentrano le più ardite curiosità “occulte” della
città. Percorrendo la traversa denominata Via Lascaris, non sfuggano all’attenzione i curiosi
“occhi” dal taglio maligno che si aprono ai piedi del palazzo d’angolo (foto 15). Antica sede di una
Loggia Massonica, le feritoie sono in realtà delle prese d’aria e di luce per i locali sotterranei,
dove si tenevano le segrete riunioni di Loggia.
La facciata dell’omonimo Palazzo Lascaris è disseminata di volti, a volte grotteschi, che
prospettano sulla strada. Questa caratteristica la ritroviamo in molti altri palazzi di città. Tra
i volti raffigurati, destano maggiore attenzione le varie raffigurazioni di Hermes (il cui nome
è legato da sempre alle scienze occulte o, appunto, “ermetiche”) e quelle dei cosiddetti “Green
Men”, o «uomini verdi»: volti circondati da fogliame o altri vegetali che fuoriescono dalla bocca
o da altri orifizi del viso, cui è legata una complessa simbologia
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Foto 16
I curiosi
demoni-lampada di
Via Arsenale
Foto 17 - Il Portone del Diavolo:
particolare del battente
Lungo la vicina Via Arsenale due figure demoniache sorreggono le lampade ai lati del
portone di un antico palazzo che oggi ospita una banca (foto 16). Si dice che furono messi lì per
fronteggiare, irriverentemente, i due edifici ecclesiastici posti di fronte, il Palazzo della Curia e
la Chiesa dell’Immacolata Concezione, in un’epoca (XIX-XX sec.) in cui l’ingerenza ecclesiastica
nella vita comune era pesantemente avvertita dalla comunità laica.
Sulla stessa strada, all’incrocio con Via dell’Arcivescovado, spicca un’altra “chicca occulta”
della città: il Portone del Diavolo (foto 17). Questo palazzo, oggi sede di un istituto bancario,
venne fatto costruire nel 1675 dal ministro delle Finanze di casa Savoia, Giovan Battista Trucchi
di Levaldigi. Il portone, istoriato di figure occulte ed ornato da un battente che riproduce una
testa demoniaca, è ispirato alla carta n° 15, il “Diavolo”, per l’appunto. La leggenda racconta
che il ministro, esasperato dalle continue dicerie sul suo conto, alimentate dal fatto che aveva
fatto costruire tanti palazzi in pochi anni con denaro di dubbia provenienza, pensò di giocare un
bello scherzo ai suoi concittadini, facendo giungere il portone già finito da Parigi, e facendolo
installare a notte fonda. La mattina dopo, in molti asserirono che soltanto il diavolo poteva
avere fatto un siffatto prodigio!
Foto 18 - Via Gioberti: il Quadrato Magico del SATOR
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Tornando verso Porta Susa, si passa in Via Gioberti, dove, sulla facciata di un palazzo situato al
civico n° 23, spiccano due rappresentazioni del Quadrato Magico del SATOR, la più famosa
struttura palindroma (una frase latina di cinque parole di lettere, inscritte in un quadrato, che
si può leggere in tutti i sensi).
Ma anche i dintorni di Torino celano qualcosa di magico: le cinque principali residenze sabaude
sembrano collegate da linee virtuali a formare un pentacolo. Ciascuna dimora corrisponderebbe
poi ad un elemento naturale: la reggia di Venaria al fuoco, la basilica di Superga (mausoleo
dei Savoia) alla terra, la Palazzina di caccia di Stupinigi all’ acqua, il castello di Rivoli
all’aria e quello di Moncalieri al metallo.
A circa 20 km dalla città si trova il monte Musinè, che viene annoverato fra i luoghi misteriosi
per alcune ragioni: 1) sede di “masche” (streghe), che ogni 1° maggio si ritrovano in una grotta
segreta, 2) in questa zona in cielo apparvero a Costantino la croce fiammeggiante e la scritta
“In Hoc Signo Vinces”, segni che convinsero l’imperatore a convertirsi al Cristianesimo, 3)
gigantesco catalizzatore di energie benefiche secondo gli esoteristi o “finestra” aperta su un’altra
dimensione, 4) “cono d’ombra” cioè zona di interferenza che oscura qualsiasi trasmissione radio,
5) strana distribuzione della vegetazione, ricca ai piedi del monte, ma quasi assente in cima: la
credenza popolare spiega il mistero con la processione continua di anime dannate che salgono e
scendono il monte senza sosta, 6) le pendici sono ricche di d’incisioni rupestri e di grandi pietre
disposte in modo rituale, 7) sede di uno stranissimo obelisco che acquistò fama mondiale grazie
ad un libro di Peter Kolosimo (“Astronavi sulla preistoria”): sulla superficie compaiono alcune
croci che rappresentano probabilmente cinque persone, un cerchio in alto a sinistra con un punto
al centro e due semicerchi tagliati nella parte inferiore che assomigliano in modo clamoroso
ai moderni dischi volanti. Secondo lo scrittore sarebbe una sorta di rappresentazione delle
evoluzioni di macchine aeree che furono viste in cielo dai nostri antichi progenitori.
Quasi difronte al Musinè si trova la Sacra di San Michele sulla Via Angelica, che la collega a
Mont St. Michel e che si dice tracciata da San Michele nella lotta contro il demonio.
Si racconta che San Giovanni Vincenzo, nel X secolo, volesse costruire un’abbazia sul Monte
Caprasio, difronte. Cominciò così a costruire, ma i lavori non andavano mai avanti: ogni giorno
posavano le prime pietre della costruzione e ogni notte queste sparivano. Così San Giovanni
decise di rimanere sveglio per svelare il mistero. A sorpresa, scoprì che non si trattava di ladri
di materiale, ma di angeli. I messaggeri celesti comparivano con il buio e trasportavano le pietre
sul monte Pirchiriano. Fu così che San Giovanni decise di costruire l’abbazia dove sorge ancora
adesso.
La Leggenda della Bell’Alda. Alda era una ragazza molto bella, pia e devota. Mentre stava
andando al santuario per pregare, venne assalita da soldati di ventura. Per fuggire alla violenza
si gettò da una torre del monastero: quel gesto di purezza e sacrificio impietosì talmente tanto
gli angeli e la Madonna che la salvarono, facendola arrivare a valle sana e salva. Purtroppo
la ragazza si fece prendere dalla superbia, raccontando a tutti di come era stata salvata dagli
angeli e di come fosse “protetta” dal cielo. Nessuno le credeva e così, per vanità, la bell’Alda tornò
sulla torre e si gettò nel vuoto. Visto il futile motivo per cui la ragazza si era buttata questa volta,
non ci fu nessun intervento divino a salvarla e la ragazza si sfracellò a terra.
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Infine, l’abbazia ispirò il libro il Nome della Rosa di Umberto Eco e qui vennero girate alcune
scene.
Insomma, tra le streghe del 1° maggio ed Umberto ECO, esiste pure qualche riferimento “magico”
al nostro congresso!
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“STORIE DI
CUORE… SIEC”
Intervista al Prof. Vitantonio Di Bello, Presidente
Nazionale Eletto della SIEC
::: A cura di Rodolfo Citro :::
Com’era Vito da bambino? Si interessava
già alle scienze e alla medicina?
Sono nato a Brindisi il 13 maggio 1952, sin da
piccolo ho sempre avuto un forte interesse per
le materie scientifiche, dalla matematica alle
scienze naturali. In particolare durante le scuole
elementari, a seguito di un episodio familiare
(un attacco di angina pectoris di mia nonna)
, mi convinsi che dovevo tentare la strada per
diventare medico.
Quand’è che hai pensato di fare il
cardiologo? O eri un predestinato (nel
senso che c’erano già cardiologi in
famiglia)?
Premesso che nessuno in
famiglia aveva fatto mai
questo percorso di studi, la mia
passione per la cardiologia si
è sviluppata durante il corso di
studi Universitario (Laurea con
lode in Medicina e Chirurgia
presso l’ Università di Pisa) a
seguito della partecipazione
alle lezioni magistrali del Prof.
Luigi Donato (allora Patologo
Medico) , in particolare quelle
che vertevano su argomenti cardiologici. La
fortunata presenza nella Facoltà di Medicina e
Chirurgia dell’Università di Pisa , nel periodo
fine anni 70, di professori del calibro di Moruzzi
e Pompeiano per la Fisiologia Umana e quali il
prof. Mario Mariani, il prof. Attilio Maseri, il
prof. Costantino Giusti per la Cardiologia, con
una offerta formativa davvero strabiliante, mi
convinse che proprio la Cardiologia avrebbe
rappresentato il settore del mio massimo
interesse scientifico e clinico. Pertanto sia
motivi culturali che logistici (svolgimento del
tirocinio post-laurea presso la Clinica Medica
II , “Gabriele Monasterio” allora sede della
Specializzazione in Cardiologia ) mi orientarono
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decisamente nella scelta della Specializzazione
in Cardiologia.
Chi è il maestro al quale ti senti più
legato? E perché?
Da lì l’incontro con quello che ritengo sia stato
il mio maestro: il prof. Giusti Costantino. Il
prof. Giusti, Direttore dell’Istituto di Clinica
medica II dell’Università di Pisa, ha creduto
sin dal primo momento in me e mi ha sempre
incoraggiato a continuare anche durante il
lungo periodo di precariato universitario. Ho
trascorso così un lungo periodo (circa 20 anni)
sotto la guida del prof. Giusti che coniugava, in
maniera mirabile, una grande
conoscenza della semeiotica
fisica,
della
fisiopatologia
e della clinica del paziente
cardiopatico , assieme ad
una estrema curiosità per
le allora nuove tecniche di
diagnostica per immagini
(ecocardiografia, cardiologia
nucleare, radiologia), il tutto
gestito con un tratto di grande
umanità.
Quali sono gli episodi o
l’episodio che hanno per così dire segnato
la tua carriera professionale?
Dopo aver conseguito la specializzazione in
Cardiologia, Medicina Nucleare e Medicina
dello Sport ed un lungo periodo di precariato
universitario sono riuscito ad entrare
ufficialmente
nel
personale
strutturato
universitario come Tecnico Laureato.
Il
trasferimento in Cardiologia, avvenuto nel
2000, mi ha consentito di approfondire la
conoscenza di un altro grande professore
di
Cardiologia , il prof. Mario Mariani.
Quest’ultimo mi ha definitivamente spinto
sulla strada dell’imaging cardiovascolare ,
permettendomi di interagire in un ambito
più specialistico sia per quanto riguarda la
ricerca che la clinica e la didattica. Poi ho
vinto il concorso per Ricercatore Universitario
in Cardiologia presso l’Università di Pisa e
successivamente (2006) quello di Professore
Associato in Cardiologia presso la stessa
Università, ruolo che ricopro tutt’oggi.
Qual è la diagnosi o il caso clinico che
ti ha visto coinvolto che ricordi più
volentieri? E perché?
Dei tanti casi clinici che hanno segnato la mia
carriera professionale ne voglio ricordare due
dei più salienti.
Il primo caso si realizzò durante il servizio di
guardia medica (Friuli 1980): fui chiamato
a domicilio di un soggetto di 90 anni in stato
soporoso (in realtà erano già pronti i ceri per la
veglia funebre!) , in tale contesto posi diagnosi
sulla base della visita clinica (semeiotica
fisica e fonendoscopio) di fibrillazione
atriale tachicardica, crisi ipertensiva severa
accompagnata da broncospamo. Tutto si risolse
a domicilio con il pieno recupero del paziente
dopo una adeguata terapia rappresentata da
un cocktail digitalico-diuretico-aminofillinico
e da eparina sc ( con rapida scomparsa dei
suddetti ceri).
Il secondo caso in cui, grazie all’ausilio prezioso
dei colleghi della cardiologia di Brindisi (in
particolare il dr. Ignone), ho letteralmente
salvato la vita di mia madre che versava in
un gravissimo stato di shock rilevatosi poi di
natura setticemica.
Se non avessi fatto il medico, cosa ti
sarebbe piaciuto fare?
Mi sarebbe piaciuto approfondire materie
teoriche quali la matematica o la filosofia.
Chi è che ti ha parlato per primo della
SIEC?
E stato il prof. Alberto Balbarini, che ha sempre
dimostrato nei miei confronti una profonda
stima (peraltro reciproca ), onorandomi della
sua amicizia e del suo incondizionato appoggio
nel farmi conoscere la vera essenza dello
spirito societario SIEC e nel consigliarmi come
muovermi in un mondo così complesso.
Nella prossima primavera ti appresti
a diventare il presidente della SIEC.
Cosa ritieni che bisogna cambiare e
cosa ritieni che bisogna conservare
nell’impostazione della società?
Apprestandomi a diventare nella prossima
primavera il Presidente della SIEC, non vi nego
16
che ho un po’ di apprensione per il periodo di
profonda crisi economica e non solo che stiamo
attraversando; è inutile negarselo, questa
crisi ci coinvolge profondamente. Ma potete
stare certi che ce la metterò tutta affinché
le circolazione libera di idee e di cultura ,
prevalgano sempre e comunque. Per fare questo
però ho bisogno davvero dell’aiuto di tutti
voi soci , dal primo all’ultimo. I miei obbiettivi
durante il periodo della Presidenza saranno
fondamentalmente:
a)
Riportare l’ecografia cardiovascolare
al centro del processo clinico cardiologico ,
come strumento utile che aiuti il cardiologo
o qualsiasi figura specialistica o professionale
che usi questa tecnica in maniera appropriata,
a curare meglio il paziente da un punto di vista
diagnostico, terapeutico e prognostico;
b)
Ricucire e rinsaldare il rapporto fra la
Società e la periferia, dando voce a quest’ultima
( vi farò una proposta a sorpresa al Congresso
di Torino), rilanciando in maniera alta il
processo di formazione e di disseminazione
della cultura ecografica cardiovascolare
applicata alla clinica.
c)
Continuare nell’opera di rinnovamento
nella gestione societaria portata avanti con
tanta passione e competenza da Pio Caso e
Giovanni La Canna che mi hanno preceduto
nella carica di presidente e che voglio sperare
continueranno ad aiutarmi in questo difficile
momento.
Quali sono i tuoi hobbies o passioni?
I miei hobbies sono la musica (suono la chitarra
jazz) , la vela, la lettura ed i viaggi. I miei
gusti musicali abbracciano il blues , il jazz e la
fusion .
Qual’ è Il tuo libro preferito?
il Signore degli Anelli
Chi inviteresti a cena tra Roberto Benigni,
Riccardo Muti ed Eugenio Scalfari?
Senz’altro inviterei Roberto Benigni
Per concludere, posso chiederti qual è il
tuo sogno nel cassetto?
La creazione di un Centro /Scuola di Diagnostica
Cardiovascolare che spazi
dall’imaging
molecolare fino all’imaging convenzionale
(Ultrasuoni, RMN,Nuclerare, Radiologico).
Grazie Vito, arrivederci a Torino.
European Association of Cardiovascular Imaging (EACVI):
UN IMPORTANTE
SALTO DI QUALITÀ NEL
CAMPO DELL’IMAGING
CARDIOVASCOLARE
NON-INVASIVO
::: A cura di Antonello D’Andrea :::
Nel corso del recente congresso EUROECHO
svoltosi ad Atene nel Dicembre 2012, il Prof.
Patrizio Lancellotti, in qualità di nuovo
presidente per il biennio 2012/14, ha presentato
il nuovo assetto dell’European Association
of
Echocardiography(EAE),
trasformata
in European Association of Cardiovascular
Imaging (EACVI).
L’Associazione Europea di Ecocardiografia
(EAE) è stata fondata nel 2003 e guidata
dal suo primo presidente, il professor Fausto
Pinto.
Fin dal suo inizio, EAE ha sperimentato molte
iniziative a sostegno della sua missione:
rafforzare il ruolo dell’ecocardiografia nel
decision-making, e diventare uno strumento
culturale sempre più attraente tra gli
ecocardiografisti europei. EAE ha organizzato
un incontro annuale (EUROECHO), che è
diventato uno dei più grandi congressi eco in
tutto il mondo.
Dal 2003, EAE ha gestito il sito web più
visitato tra la cinque Associazioni della
Società Europea di Cardiologia (ESC), con
circa 20 000 visite al mese. Nel 2004, l’ EAE ha
inoltre proposto la certificazione individuale
e, nel 2007, l’accreditamento europeo dei
laboratorio ecocardiografici.
Nonostante questo successo, il Consiglio
EAE ne 2008-2010 si rese conto che, a causa
dei continui cambiamenti dello scenario
tecnologico ed economico europeo, e delle
nuove esigenze diagnostiche sia per i pazienti e
medici, l’Associazione doveva necessariamente
17
evolversi. Di conseguenza, il professor
Zamorano ei suoi Consiglieri cominciarono a
pensare di cambiare il campo di applicazione
EAE, e passare da una associazione puramente
“ecocardiografica” ad un’associazione rivolta
ad ampio spettro al campo dell’Imaging.
Gli obiettivi di tale metamorfosi dovrebbero
essere:
- sottolineare pregi e difetti di tutte le modalità
di Imaging cardiovascolare, da sole ed in
combinazione, per trovare il miglior rapporto
costo-beneficio per ogni singola malattia
cardiovascolare;
- fornire un sistema di istruzione più ampio
e dettagliato nel campo dell’Imaging
cardiovascolare.
Lo scopo finale della nascente EACVI sarà quindi
quello di promuovere e rappresentare tutte le
modalità e le potenzialità dell’ecocardiografia
e di altre modalità di Imaging cardiologico sia
all’interno che al di fuori dell’Europa.
L’EACVI si impegnerà, in collaborazione
diretta con i Gruppi di lavoro sulla Risonanza
Magnetica Cardiovascolare, la cardiologia
nucleare la TC cardiaca, nel fornire un
elevato standard di eccellenza professionale,
offrendo programmi di formazione adeguati
in Imaging Cardiovascolare al servizio dei
membri dell’associazione, con la finalità
ovviamente di “ ridurre l’impatto delle malattie
cardiovascolari in Europa’.
Quindi, compito dell’esperto di Imaging del
futuro sarà quello di allargare il proprio
orizzonte culturale alle nuove, enormi
potenzialità dell’Imaging Integrato…!!
EUROECHO
Athene 2012
::: A cura di Ines Monti :::
Molta partecipazione anche quest’anno ad Euroecho,
presenti molti giovani e, in particolare, molte presenze di
giovani soci SIEC (i nostri under 40) nelle comunicazioni e
nei poster. Di elevato interesse tutti i contributi selezionati,
espressione della vivace attività e del lavoro dei gruppi in
tutto il territorio.
267. Characterization and long-term outcome of
hypertensive dilated cardiomyopathy. A. Iorio, B.
Pinamonti, M. Bobbo, M. Merlo, G. Barbati, L. Massa, G.
Faganello, A. Di Lenarda, G. Sinagra (Trieste, IT)
P181. Loss of ventricular longitudinal function reserve is
coupled with increased arterial stiffness during exerciseecho. M. Cusma-Piccione, C. Zito, E. Imbalzano, A.
Saitta, D. Donato, A. Madaffari, G. Luzza, V. Pipitone,
R. Tripodi, S. Carerj (Messina, IT)
P190. Three-dimensional echocardiography in different
types of heart disease: a comparison study to MRI and
64slicesCT in a real world population. A. Squeri, S.M.
Binno, E. Ferdenzi, C. Reverberi, M. Baldelli, A. Barbieri,
D. Iaccarino, M. Naldi, S. Bosi (Cotignola and Parma, IT)
evolutions in the short-term between hypertensive dilated
cardiomyopathy and idiopathic dilated cardiomyopathy
receiving optimal medical treatment. A. Iorio, B.
Pinamonti, M. Bobbo, M. Merlo, G. Barbati, L. Massa, G.
Faganello, A. Di Lenarda, G. Sinagra (Trieste, IT)
P434. Evaluation of left atrial appendage function
and thrombi in patients with atrial fibrillation:
from transthoracic to real time 3D transesophageal
echocardiography. P. Colonna, E. Michelotto, W. Genco,
M. Rubino, S. Pugliese, A. Belfiore, M. Sorino, M.P.
Trisorio Liuzzi, G.F. Antonelli, G. Palasciano (Bari, IT)
P442. Assessment of volumes and myocardial deformation
properties of the normal right ventricle in young people
by three-dimensional echocardiography and speckle
tracking. R. Ancona, S. Comenale Pinto, P. Caso, M.G.
Coppola, O. Rapisarda, R. Calabro’ (Naples, IT)
P455. Abnormal cardiac mechanics in children with
heterozygous familial hypercholesterolemia. G. Di Salvo,
L. Baldini, F. Del Gaizo, A. Rea, V. Pergola, P. Caso, G.
Pacileo, B. Fadel, R. Calabro, M.G. Russo (Riyadh, SA;
Naples, IT)
P357. Left ventricular rotational dynamics in beta
thalassemia major: A speckle tracking echocardiographic P458. The prognostic value of normal stress cardiac
study. S. Buccheri, S. Leggio, I.P. Monte, V. Bottari, A. MRI in patients with known or suspected coronary artery
Blundo, S. Licciardi, C. Tamburino (Catania, IT)
disease: a meta-analysis. P. Gargiulo, S. Dellegrottaglie,
D. Bruzzese, O. Scala, C. D’amore, D. Ruggiero, C. Marciano,
P368. Left atrial function in the assessment of risk profile
E. Vassallo, E. Pirozzi, P. Perrone Filardi (Naples, IT)
of asymptomatic patients with severe aortic stenosis. C.
Zito, M.C. Todaro, M. Cusma-Piccione, G. Falanga, P468. Echocardiographic estimation of pulmonary
G. Di Bella, E. Acri, A. Pardeo, V. Virga,C.M. Barbaro, vascular resistance: comparison and clinical validation
S. Carerj (Messina, IT)
among several formulas. A RIGHT1 substudy. C. Magnino,
P. Omede’, W. Grosso Marra, M. Chiarlo, D. Presutti, C.
P390. Relationship between increased arterial
Bucca, C. Moretti, F. Gaita, F. Veglio, A. Milan (Turin, IT)
stiffness and mild left ventricle diastolic dysfunction in
asymptomatic subjects with cardiovascular risk factors. P510. Early cardiovascular remodelling in Fabry disease.
M. Mohammed, C. Zito, M. Cusma-Piccione, G. Di L. Costanzo, S. Buccheri, I.P. Monte, G. Curatolo,
Bella, N.M. Taha, D. Zagari, A. Oteri, A. Quattrone, I. P. Crapanzano, L. Di Pino, M. Rodolico, A. Blundo, S.
Leggio, C. Tamburino (Catania, IT)
Boretti, S. Carerj (Messina, IT; Minia, EG)
P402. Right heart structure, function and pressure:
exploring the physiologic spectrum in the general
population. A. D’andrea, L. Riegler, R. Cocchia, M.G.
Russo, E. Bossone, R. Calabro (Naples and Milan, IT)
P420. Comparison of clinical and echocardiographic
18
P535. Ascending aortic dilatation, arterial stiffness
and cardiac organ damage in essential hypertension. F.
Tosello, A. Milan, C. Magnino, D. Leone, M. Chiarlo, G.
Bruno, I. Losano, J. Burrello, C. Fulcheri, F. Veglio (Torino,
IT)
P538. Role of longitudinal strain by automated function
imaging for detection of coronary artery disease in patients
undergoing dipyridamole stress echocardiography. C.
Zito, S. Tripepi, M. Cusma-Piccione, G. Di Bella, M.
Mohammed, L. Oreto, R. Manganaro, M. D’angelo, F.
Pizzino, S. Carerj (Messina, IT)
echography and electroanatomic mapping in ablation
procedures of ventricular arrhythmias. E. Soldati, A.I.
Corciu, G. Zucchelli, A. Di Cori, L. Segreti, R. De Lucia, L.
Paperini, S. Viani, A. Vannozzi, M.G. Bongiorni (Pisa, IT)
P999. Is dipirydamole stress echocardiography able to
induce schemic cascade in patients with chronic stable
P757. High quality Doppler signal and a better alignment angina? A. Sestito, P. Lamendola, A. Di Franco, C.
improve the non invasive assessment of systolic pulmonary Lauria, G.A. Lanza (Rome, IT)
artery pressure. A RIGHT1 substudy. C. Magnino, P.
P1012. 3D echo and speckle tracking in patients with
Omede’, E. Avenatti, M. Chiarlo, D. Presutti, C. Bucca, C.
arrhythmogenic right ventricular cardiomyopathy
Moretti, F. Gaita, F. Veglio, A. Milan (Turin, IT)
(ARVC) and in their relatives allow to assess new findings
P778. Parallel improvement of left ventricular geometry about ventricular and atrial function. R. Ancona, S.
and filling pressure after transcatheter aortic valve Comenale Pinto, P. Caso, M.G. Coppola, O. Rapisarda,
implantation: a standard echo Doppler evaluation. A. C. Cavallaro, F. Vecchione,A. D’onofrio, R. Calabro’
Santoro, F. Costantino, E. Dores, G. Tarsia, M. Di Natale, P. (Naples, IT)
Innelli, V. Schiano Lomoriello, F. De Stefano, M. Galderisi
P1016. Left atrial morphology and function in atrial
(Naples and Potenza, IT)
amyloidosis: a 2D feature strain echocardiographic. G.
P811. Three dimensional strain identify regional Di Bella, C. Zito, F. Minutoli, A. Madaffari, M. Cusma
myocardial dysfunction in territories supplied by coronary Piccione, A. Mazzeo, R. Massimo, M. Pasquale, G. Vita, S.
artery with severe stenosis. V. Parisi, G. Galasso, G. Festa, Carerj (Messina, IT)
R. Piccolo, G. Rengo, R. De Rosa, G. Pagano, P. Iacotucci,
P1031. Bicycle exercise Doppler-echocardiography
D. Leosco, F. Piscione (Naples, IT)
using 3DEcho in coronary artery disease. A. Blundo, S.
P844. Long-term prognostic role of left ventricular Buccheri, I.P. Monte, S. Leggio, C. Tamburino (Catania,
end-diastolic sphericity index as expression of IT)
reverse remodeling in patients with idiopathic dilated
P1041. A comparative analysis of intraventricular vortex
cardiomyopathy receiving tailored treatment. D. Stolfo,
rings: from healthy subjects to dilated cardiomyopathy. S.
M. Merlo, B. Pinamonti, G. Barbati, A. Di Lenarda, G.
Cimino, G. Pedrizzetti, G. Tonti, E. Canali, V. Petronilli, F.
Sinagra (Trieste, IT)
Cicogna, L. Arcari, L. De Luca, C. Iacoboni, L. Agati (Rome,
P878. Periaortic abscess and pseudoaneurysm Trieste and Sulmona, IT)
associated with infective endocarditis. Comparison
P1050. Right atrial volumes and deformation properties
of transesophageal echocardiography and computed
in dilated cardiomyopathy: three dimensional and speckle
tomography in the diagnosis of periaortic complications.
tracking study. R. Ancona, S. Comenale Pinto, P. Caso,
A. Squeri, G. Macri’, F. Anglano, S. Censi, R. Conti, M.
F. Arenga, M.G. Coppola, O. Rapisarda, R. Calabro’
Pizzarelli, U. Trecroci, S. Bosi (Cotignola, IT)
(Naples, IT)
P882. Prognostic value of early-diastolic left ventricular
P1053. The prognostic value of speckle tracking
untwisting in asymptomatic patients with chronic
echocardiography for predicting outcome in asymptomatic
degenerative mitral valve regurgitation. C. Zito,
young patients aged with isolated moderate to severe
M. Cusma-Piccione, M. Miceli, G. Di Bella, M.
aortic regurgitation. G. Di Salvo, A. Rea, A.F. D’aiello, F.
Mohammed, L. Oreto, I. Di Matteo, P. Crea, G. Alongi,
Del Gaizo, V. Pergola, A. D’andrea, P. Caso, G. Pacileo, R.
S. Carerj (Messina, IT)
Calabro, M.G. Russo (Riyadh, SA; Naples, IT)
P894. Left ventricular systo-diastolic function
P1062. Global and regional longitudinal strain assessed
improvement in CRT patients. A. Di Molfetta, F. Musca,
by two-dimensional speckle tracking echocardiography
L. Fresiello, L. Santini, G.B. Forleo, M. Lunati, G. Ferrari, F.
identifies transmural extent of delayed enhancement in
Romeo, A. Moreo (Rome and Milan, IT)
patients with acute myocardial infarction. S. Cimino, E.
P900. Early vascular changes in subjects with Canali, V. Petronilli, F. Cicogna, L. Arcari, L. De Luca, M.
cardiovascular risk factors and normal carotid intima- Francone, C. Iacoboni, L. Agati (Rome, IT)
media thickness: an ultrasonographic study. M.
Mohammed, C. Zito, M. Cusma-Piccione, G. Di Bella,
F. Antonini-Canterin, N.M. Taha, V. Di Bello, O. Vriz, P.
Pugliatti, S. Carerj (Messina, Pordenone, Pisa and San
Daniele del Friuli, IT; Minia, EG)
P935. The role of image- integration using intracardiac
19
“Rimembranze - Immergersi
nel profondo e azzurro mare:
il riflesso da immersione”
Lettura introduttiva al “III Congresso di Cardiologia ALLIEVI IACONIANI”
Napoli, 25 Gennaio 2013
Come di consueto, dovendo aprire nel Circolo
Canottieri Napoli, per la terza volta, il nostro
seminario, desidero soffermarmi su alcune rimembranze, ricordando la bellezza del mare
di Napoli e l’importanza del riflesso da immersione, che si verifica ogni volta che abbiamo il
piacere di tuffarci nelle sue ancora splendide e
tiepide acque.
Nella seconda metà degli anni ’40, terminata la
seconda guerra mondiale, a Napoli, noi appena “teenagers” potemmo riappropriarci pienamente del nostro azzurro mare.
Dalla collina, con la bruma mattutina, si potevano osservare i vaporetti, i “postali”, che avevano ripreso un modesto servizio, regolare, per
raggiungere le isole di Capri e di Ischia, spesso
circondati da flotte di delfini festanti. Il tutto
sembrava sospeso nello spazio, in un orizzonte non ben distinguibile, che non consentiva di
distinguere il mare dal cielo, con le navi che
fluivano come piccoli, lenti, lontani dirigibili. Il
fumo del loro fumaiolo indicava la direzione del
vento e poteva annunciare la buona giornata.
In estate, in oltre due ore, era possibile raggiungere le Isole, e per noi “teenagers” passare una
giornata al sole di Ischia o di Capri diventava
un piccolo paradiso.
In barca a remi da Marina Grande si raggiungeva la Grotta Azzurra; era facile, liberamente, entrare nella grotta stesi nella barca, spingendosi nell’interno mediante una corda aerea
posta sull’entrata della grotta, ed immergersi
nelle limpide acque che circondavano i “rari
nantes” rendendoli “fosforescenti”.
Ad Ischia, per pendii assolati, saltellando e spillucchiando dai cespugli le more e dagli alberi i
fichi, si raggiungeva la spiaggia dei Maronti,
verso Sant’Angelo, solitaria, larga, lunga quasi
due chilometri, con le sabbie calde di “fumarole”, ove si potevano cuocere patate e uova, per
una rapida colazione, e farsi il bagno nelle ter20
me abbandonate della Cava Scura. Ancor meglio, si poteva, al Sorceto, cuocere un saporoso
fresco pescato, formando con le pietre un piccolo bacino di acqua marina, quasi bollente, che
gli dava sapore.
Ma il mare bagnava anche Napoli. Da Mergellina, con poche lire, i marinai davano volentieri
una barca a remi per tutta la giornata. In quattro o cinque, senza dimenticare il “sapone di
piazza” per ungere le secche corde degli scalmi
di sostegno ai remi, si portava da casa la colazione con pomodori e frutta, lavati ed assaporati nella allora limpida acqua di Posillipo. Il
mare salava a sufficienza il cibo e smorzava il
dolce dei nostri pomodori con il suo contenuto
di sali di potassio. Si raggiungeva la spiaggia
di Trentaremi a capo Posillipo esplorando le
grotte dei pescatori. Ci si fermava al Palazzo
Donn’Anna, al Cenito, ove un barcaiolo forniva,
per poco, acqua gasata e panini con melanzane ed altro. Di obbligo la visita alla casa degli
Spiriti, allo scoglio di San Francesco, da dove ci
si tuffava, e si poneva qualche soldo nel cestino, che la mano di una piccola statua del Santo offriva ai naviganti. Si procedeva con forti
e sicure remate, velocemente , e con frequenti
“agguanta” per evitare rotte di collisione con
altre barche o per un rapido tuffo. Bello, era
immergersi alla Gaiola ed a Marechiaro, per
poi tornare all’imbrunire, aiutati dal maestrale, stanchi ma contenti, a Mergellina.
Verso la fine degli anni ’50, frequentando un
corso post-laurea a Boston, USA, presso il Mass.
Gen. Hospital dell’Harvard Med. School, per la
prima volta appresi che un accesso di tachicardia parossistica sopra-ventricolare, poteva essere bloccato rapidamente con l’immersione in
acqua fredda del viso del piccolo paziente.
Come mai? Si studiava la fisiopatologia del riflesso da immersione!
Quante volte si sarà verificato nei nostri tuffi
nel mare di Napoli, quando, giovani e spensierati, li si faceva spesso gareggiando tra noi, a
chi rimaneva per più tempo in immersione ed
in apnea raggiungendo anche i 60 secondi.
Il riflesso per l’immersione del corpo nell’acqua determina una riduzione della frequenza
cardiaca per aumento dell’attività vagale sul
cuore e, frequentemente, è associato ad una vasocostrizione in selezionati letti vascolari per
aumento del tono simpatico periferico. Esso è
il più potente riflesso autonomo conosciuto in
fisiologia, e costituisce un importante meccanismo di difesa per l’organismo, avendo implicazioni cliniche importanti, non sempre conosciute.
Il riflesso è sostenuto da una complessa rete
nervosa interessante i sistemi respiratorio e
cardiovascolare, con iniziale stimolazione dei
recettori delle fibre afferenti trigeminali situate
sulla fronte, nella regione periorbitale e nasale.
La bradicardia da immersione è stata osservata in tutte le classi dei vertebrati che respira-
Il prof Iacono con alcuni suoi allievi; alla sua destra nell’ordine Angela Magliaro, Rodolfo Citro e Pio Caso, alla
sinistra Angelo Auricchio.
no, sia mammiferi che anfibi. Questo fenomeno è modulato dall’apnea ed è accentuato dalla
completa immersione in acqua. La risposta è
variabile nelle diverse razze animali, anche se
tale risposta è più frequente nei mammiferi: i
leoni marini, le foche, gli ippopotami, le balene, possono avere una riduzione della frequenza cardiaca anche del 60% in immersione e ciò
consente di mantenere l’apnea in acqua, anche
per oltre 60 minuti, in piena attività motoria e
di caccia.
I recettori nasali e delle vie aeree superiori iniziano la via afferente di stimolo cui segue la via
efferente vagale e l’effetto sul cuore e sui vasi (il
pretrattamento con atropina inibisce la risposta bradicardica). La frequenza cardiaca si ri21
duce maggiormente nell’immersione prolungata. La bradicardia si associa a vasocostrizione
periferica. E’ interessante osservare che, negli
animali, in presenza di un atto minaccioso si
sommano due diversi riflessi vagali, da immersione e da allarme, che possono condurre all’arresto cardiaco.
Nell’uomo, la risposta all’immersione provoca
bradicardia, riduzione della gettata sistolica e
vasocostrizione in alcuni sistemi vascolari, con
conseguente aumento della pressione arteriosa
e ridotto flusso nel letto capillare periferico.
La risposta all’immersione si può, come accennato in precedenza, ottenere già con l’immersione della faccia in acqua fredda; il contatto
diretto della fronte, degli occhi e del naso riduce
la frequenza cardiaca dal 15 al 40%, ed in alcuni
soggetti si può determinare un effetto maggiore, con frequenze inferiori ai 20 battiti/minuto. Nelle persone non allenate, si può osservare
nell’immersione del corpo in toto, in apnea, una
bradicardia estrema, con meno di 15 battiti al
minuto, ed un aumento della pressione arteriosa sistolica oltre i 200mm/Hg. L’apnea che si
accompagna all’immersione prolungata, aumenta ulteriormente la pressione arteriosa e
la bradicardia, mediante un riflesso diverso,
stimolato dai recettori polmonari da tensione e
dai chemiocettori periferici, sensibili alle variazioni del PO2 e del CO2. Inoltre, si osserva un
aumento della concentrazione dell’emoglobina
(del 3-4%), per contrazione splenica, ed aumento del trasporto di O2.
Nella riemersione, rapidamente, i parametri emodinamici si normalizzano. Gli effetti
dell’immersione sono più pronunciati nei giovani e nelle persone non abituate ad immergersi; l’allenamento, infatti, tende a ridurre di oltre il 20% l’entità del riflesso considerato.
In effetti, il riflesso da immersione riduce il consumo di O2 dell’organismo, così da preservare
la riserva di ossigeno. La bradicardia migliora
la perfusione coronarica ed il flusso di sangue
miocardico in un momento di ridotta disponibilità di O2. Inoltre, la intensa vasocostrizione dei
precapillari periferici e viscerali, e la diminuzione della gettata cardiaca riducono il consumo di O2 a livello tissutale. La vasocostrizione
favorisce la ridistribuzione del flusso sanguigno negli organi più sensibili alla sottrazione di
O2, come il cuore ed il cervello, mentre si riduce
il flusso a livello renale e splenico. Ciò consente
di prolungare i tempi di immersione, in apnea,
nell’uomo ben allenato, anche oltre i sei minuti.
La risposta all’immersione può avere implicazioni cliniche. Essa, in effetti, costituisce un
meccanismo di difesa, ma, come altri meccanismi di adattamento, potenzialmente, può determinare effetti negativi.
Nell’uomo, una correlazione con il riflesso da
immersione la si osserva nell’apnea notturna
da ostruzione delle vie aeree e nella morte improvvisa del bambino.
Come dimostrato nell’animale, anche nell’uomo la caduta non prevista in acqua gelida, in
condizioni estreme, provoca l’associazione del
riflesso da immersione con lo stress dovuto alla
paura, “bradicardia da allarme”, con pause
cardiache prolungate, che possono condurre a
22
gravi disturbi della funzione cerebrale ed alla
morte improvvisa.
Come in tutte le avventure fisiopatologiche del
nostro organismo, solo il costante e ben eseguito allenamento è il mezzo atto a superare
i pericoli che tutti i fenomeni di adattamento,
se troppo intensi o prolungati, provocano nel
singolo individuo (vedi l’evoluzione dell’insufficienza cardiaca).
La prevenzione è attualmente considerata la
base della nostra azione medica ed è necessaria
per ottenere positivi risultati nel combattere sin
dall’inizio le varie condizioni patologiche che il
medico deve affrontare.
Tuttavia lo studioso non può prescindere
dall’acquisire, per tutte le malattie, una profonda e dettagliata conoscenza dei fenomeni, fisiopatologici e clinici, che si manifestano nel loro
divenire, per raggiungere risultati terapeutici
sempre più mirati, accurati ed efficienti.
Prima di dare la parola agli illustri e cari relatori che seguiranno nel programma, desidero, come ho sempre fatto negli anni precedenti,
lasciarvi il titolo di un libro ed un aforisma da
ricordare.
Il libro è di Erri De Luca: “I pesci non chiudono
gli occhi” – Feltrinelli 2011, che si adatta all’argomento trattato oggi, così come l’aforisma di
Mark Twain che afferma: “Quando ero un ragazzo di quattordici anni, mio padre era così
ignorante che io a stento potevo sopportarlo
intorno a me. Ma quando io raggiunsi i ventuno anni, rimasi molto sorpreso nel constatare
quanto lui abbia potuto apprendere in soli sette
anni”.
Grazie, Aldo Iacono*
*Professore Emerito di Cardiologia Seconda
Università degli Studi di Napoli (SUN).
IL VASCOLARE
INTEGRATO NELLA
SIEC
RISPETTO… ALLE ALTRE SOCIETÀ
::: A cura di La Canna / Francesco Natale :::
In accordo con una visione di sistema (insieme di elementi coordinati
tra loro in una unità funzionale) l’intero articolo 2 dello statuto della
società include la parte vascolare fra gli scopi dell’associazione
integrando di fatto la diagnostica vascolare nella SIEC.
Attualmente la società SIEC offre spazio alla diagnostica vascolare
con:
1) i corsi di formazione in ecografia vascolare generale e in ecografia
cardiovascolare generale (naturalmente con uno spazio ridotto
rispetto al primo)
2) la stesura di linee guida per lo studio dei vasi
(disponibili on line)
Questo aspetto, della formazione, contraddistingue la SIEC rispetto
alla American Society of Echocardiography (ASE) e l’European
Association of Cardiovascular Imaging ( EACVI).
La European Association of Cardiovascular Imaging e l’American
Society of Echocardiography pur avendo tra i loro obiettivi lo studio
con ultrasuoni del cuore e del sistema vascolare non prevedono corsi
e linee guida indirizzati allo studio dei vasi in maniera precipua.
Le peculiarità della SIEC potrebbero essere implementate attraverso
collaborazioni con altre società scientifiche che si occupano di cuore
e vasi o di malattie ad essi correlati (vedi diabete SID; ipertensione
arteriosa SIIA e dislipidemie SISA). Al fine di migliorare questi
rapporti può essere utile la stesura di documenti di consenso congiunti
tra società scientifiche e corsi monotematici in collaborazioni.
Di aiuto al potenziamento della diagnostica vascolare potrebbe
essere inizialmente:
1) la redazione di un angolo dedicato al vascolare sulla pagina del
nostro sito internet
2) la redazione di un documento di consenso sulla necessità e sulla
fattibilità della valutazione routinaria dell’aorta addominale in
corso di ecocardiogramma transtoracico magari suffragato da uno
studio con il settore di ricerca sui vantaggi di tale valutazione ai fini
di una miglior prevenzione
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C’èUnaVoltaUn Sogno...
::: A cura di Federica Ferraiuolo :::
Nella vita tutti abbiamo dei sogni. Alcuni
siamo riusciti a realizzarli, altri sono ancora
lì nel cassetto e abbiamo perso la speranza di
realizzarli; altri forse non li realizzeremo mai.
Quello che proverò a raccontare in poche righe
è l’inizio della realizzazione del sogno di una
giovane specializzanda in Cardiologia.
Tutto è iniziato due anni fa. E la prima volta
che ho visto il cuore attraverso un monitor
di un ecocardiografo mi sono emozionata.
Per me è straordinario come serva davvero
poco per riuscire a vedere e ad analizzare in
tutte le sue parti il motore del nostro corpo
e del nostro spirito: il cuore. In questo modo
giorno dopo giorno, mi sono appassionata
all’ecocardiografia: la metodica diagnostica
basata sugli ultrasuoni per vedere direttamente
il cuore nella sua conformazione e nel suo
funzionamento
attraverso
un’immagine
dinamica sullo schermo di un monitor.
Tante sono le informazioni che possiamo
ricavare attraverso tale metodica: la
contrattilità del cuore nelle varie fasi, sia
nella sua globalità che nei suoi vari segmenti,
la condizione delle valvole, i flussi valvolari
sia in termini quantitativi che qualitativi, il
pericardio.
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La metodica ecocardiografica attualmente
presenta innumerevoli vantaggi legati alla
sicurezza, per il paziente e per l’operatore,
alla maneggevolezza, oggi straordinaria, delle
apparecchiature, alla precisione dell’immagine,
alle indicazioni che è già in grado di offrire.
Sono stati fatti notevoli passi avanti nel
campo dell’ecocardiografia. Mi viene in mente
l’ecocardiogramma 3D e lo speckletracking;
attraverso queste tecniche ecocardiografiche
abbiamo la possibilità di cogliere e di
evidenziare le sfumature, le differenze di
conformazione, di struttura e di funzionamento
che contraddistinguono ciascun cuore, sano o
affetto da qualsiasi patologia.
L’ecocardiografiainoltreriveste
un
ruolo
essenziale
nelle
procedure
percutanee
valvolari, la TAVI e l’applicazione di clip
mitralica. È anche un valido supporto per il
chirurgo, il quale, se, come spesso accade,
riceve l’indicazione all’operazione da un altro
specialista cardiologo, deve conoscere, con
la massima esattezza possibile, le condizioni
interne del cuore che deve operare, sia per
l’esecuzione dell’intervento sia, nel caso
d’impianti di valvole artificiali, per l’eventuale
scelta di materiali o tessuti.
Quello su cu vorrei però porre l’accento, pur
essendo forse un concetto scontato e banale,
è l’importanza dell’ecocardiografia nella
decisione dell’iter diagnostico terapeutico dei
nostri pazienti.
L’ecocardiogramma è indispensabile, secondo
me, tanto quanto un elettrocardiogrammaed
un esame obiettivo. Bisognerebbe infatti
che tutte le informazioni acquisite venissero
correlate con l’età, i fattori di rischio, la storia
clinica e la sintomatologia del paziente. Allora
avremmo sicuramente un quadro chiaro della
situazione clinicae potremmo prendere delle
decisioni sia diagnostiche che terapeutiche più
mirate e corrette.
È impensabile che un cardiologo, neospecializzato, non abbia la padronanza di tale
metodica.
Auspico quindi che durante gli anni della scuola
di specializzazione, questo sogno di diventare
cardiologi “a tutto tondo” non rimanga tale ma
possa divenire realtà. Masoprattutto mi auguro
che, per chi come me avesse una passione,
come quella dell’ecocardiografia, possa avere
la possibilità di formarsi e di aggiornarsi.
Mi piacerebbe imparare a saper usare nel
modo giusto un ecocardiografo: da una parte
ci sono molteplici funzioni che spesso molti
neo-cardiologi non conoscono; dall’altra parte
spesso non si sa neanche impostare e regolare
sui parametri corretti un ecocardiografo,
perché non si conosce il significato di tanti
luminosi e colorati pulsanti presenti su
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apparecchi sempre più tecnologici.
E poi mi sono sempre chiesta l’utilità degli
ecocardiografi portatili. Anche in questo campo
queste macchine sono sempre più avanzate
e tecnologiche, ma hanno la stessa validità,
da un punto di vista delle informazioni, degli
ecocardiografi normali? Sono affidabili?
E poi…… c’è un’altra questione che mi sta
molto a cuore. I medici quando parlano tra di
loro devono capirsi, devono parlare lo stesso
linguaggio. Ovviamente questo discorso vale
per qualsiasi ambito di specializzazione. E
allora mi chiedo: come oggettivizzare il più
possibile le tante informazioni che ricaviamo
ogni giorno da un esame ecocardiografico.
Si potrà parlare un domani di informazioni
che potremmo definire “standard” a seconda
della patologia? Potremmo forse avere delle
informazioni generali che tutti i cardiologi
dovrebbero saper acquisire per inquadrare i
diversi quadri patologici della cardiologia: dal
paziente ischemico, a quello con valvulopatie
fino ad arrivare al paziente in insufficienza
cardiaca.
AUTORI ITALIANI
SU PUBMED…
LEGGETE GENTE!
::: A cura di Gennaro Provenza :::
Cari soci,
con il nuovo anno si rinnova
l’appuntamento con la letteratura
ecocardiografica ITALIANA.
Vi segnalo alcuni articoli comparsi
su PUBMED da novembre a metà
gennaio.
Buona lettura a tutti.
• Francesco Fulvio Faletra, Siew Yen Ho, François
Regoli, Marta Acena, Angelo Auricchio. Realtime three dimensional transoesophageal
echocardiography in imaging key anatomical
structures of the left atrium: potential role
during atrial fibrillation ablation. Heart
2013;99:133-142
Calabrò, Maria Giovanna Russo. Right
Ventricular Morphology and Function
in Top-Level Athletes: A ThreeDimensional
Echocardiographic
Study. Journal of the American Society of
Echocardiography Volume 25, Issue 12 ,
Pages 1268-1276, December 2012
• Jan O. Mangual, Alessio De Luca, Loira
Toncelli, Federico Domenichini, Giorgio Galanti, Gianni
Pedrizzetti.
Three-Dimensional
Reconstruction of the Functional StrainLine Pattern in the Left Ventricle From
3-Dimensional
Echocardiography.
Circulation: Cardiovascular Imaging. 2012; 5:
808-809
• Eduardo Bossone, Antonello D’Andrea, • Maria Chiara Todaro, Indrajit Choudhuri,
Michele D’Alto, Rodolfo Citro, Paola Argiento,
Marek Belohlavek, Arshad Jahangir, Scipione
Francesco Ferrara, Antonio Cittadini, Melvyn
Carerj, Lilia Oreto, Bijoy K. Khandheria.
Rubenfire, Robert Naeije. Echocardiography
New echocardiographic techniques for
in Pulmonary Arterial Hypertension:
evaluation of left atrial mechanics. Eur Heart
from Diagnosis to Prognosis. Journal of the
J Cardiovasc Imaging (2012) 13 (12): 973-984
American Society of Echocardiography Volume
26, Issue 1 , Pages 1-14, January 2013
• Lauro Cortigiani, Fausto Rigo, Sonia Gherardi, Francesco Bovenzi, Sabrina Molinaro, • Lilia Oreto, Maria Chiara Todaro, Matt M.
Eugenio Picano, Rosa Sicari. Coronary Flow
Umland, Christopher Kramer, Rubina Qamar, Reserve During Dipyridamole Stress
Scipione Carerj, Bijoy K. Khandheria, Timothy
Echocardiography Predicts Mortality. Am
E. Paterick. Use of Echocardiography to
Coll Cardiol Img. 2012;5(11):1079-1085
Evaluate the Cardiac Effects of Therapies
Used in Cancer Treatment: What Do We • Simone Frea, Virginia Bovolo, Serena
Know? Journal of the American Society of
Bergerone, Fabrizio D’Ascenzo, Marina
Echocardiography Volume 25, Issue 11 , Pages
Antolini, Michele Capriolo, Federico Giovanni
1141-1152, November 2012
Canavosio, Mara Morello, Fiorenzo Gaita.
Echocardiographic Evaluation of Right
• Antonello D’Andrea, Lucia Riegler, Salvatore
Ventricular Stroke Work Index in
Morra, Raffaella Scarafile, Gemma Salerno,
Advanced Heart Failure: A New Index?
Rosangela Cocchia, Enrica Golia, Francesca
Journal of Cardiac Failure Volume 18, Issue
Martone, Giovanni Di Salvo, Giuseppe Limongelli,
12 , Pages 886-893, December 2012
Giuseppe Pacileo, Eduardo Bossone, Raffaele
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