Musei italiani e recensioni sul web: arriva uno strumento per

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Musei italiani e recensioni sul web: arriva uno strumento per
Repubblica.it
Musei italiani e recensioni sul
web: arriva uno strumento per
monitorarle
Si chiama Index ed è uno strumento per controllare l'immagine digitale
dei 27 musei statali autonomi, voluto dal Mibact: possono essere
avvisati in tempo reale quando qualcuno parla sul web esprimendo
un'opinione sulla visita. Una rivoluzione "social" che potrebbe riportare
l'Italia al passo con i grandi poli dell'arte mondiale
di ALESSANDRA BORELLA
23 gennaio 2016
Una recensione online può decretare il successo o l'insuccesso di un business. Ne sa
qualcosa Tripadvisor. Il turismo è sempre più condizionato dalle opinioni dei viaggiatori
precedenti e il trend investe anche l'arte. I musei italiani eccellono nelle classifiche di
gradimento per la bellezza e la straordinarietà delle collezioni che offrono ai visitatori.
Sono percepiti positivamente da parte dei turisti: chi li visita è molto soddisfatto
dall’esperienza. E hanno visto un record di visite nel 2015. Sono bocciati, però, in quanto a
presenza online, gestione dei propri profili social e interazione con il proprio pubblico.
Nessuno risponde ai commenti e alle recensioni.
Il Colosseo dall'alto
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Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e Turismo adesso fornisce ai 27 musei statali
autonomi uno strumento che permette di monitorare e gestire la propria immagine digitale:
lo scopo è quelli di comprendere come sono percepiti dai visitatori e come comunicano
attraverso i propri canali web e social. Si tratta di Index, strumento messo a punto da
Travel Appeal, società specializzata per l’elaborazione dei Big Data nel turismo e che,
attraverso una tecnologia proprietaria, raccoglie e analizza i dati delle destinazioni.
Attraverso un algoritmo proprietario, Index permette di essere avvisati in tempo reale
quando qualcuno parla del museo in rete o lascia una nuova recensione, inoltre ciascun
museo potrà visualizzare i dati più importanti degli altri 19 e utilizzarli come parametro di
riferimento e confronto. Il Mibact a sua volta potrà monitorate i dati di tutti i musei.
Un passo avanti per restare al passo con la competizione internazionale: Moma,
Guggenheim, Louvre. Colossi che investono sulla community degli utenti, sul senso di
appartenenza al "club" di chi frequenta il museo, di chi usufruisce di sconti, regali, premi,
di chi partecipa ai concorsi online, di chi è parte integrante dell'istituzione attraverso
strategie di "membership" di vario tipo. Inoltre, con il business turistico sempre più digitale,
anche le prenotazioni dei biglietti e la pianificazione delle visite si sposta online: il
tradizionale passaparola si trasferisce sul web e il giudizio complessivo su una
destinazione artistica è influenzata anche da commenti e recensioni e sempre più spesso
anche nella scelta dell’offerta culturale sono proprio le tracce di chi ci è già stato ad
orientare le scelte. Le conversazioni dei "consumatori" su internet sono dati importanti
anche per gli operatori del turismo e della cultura per comprendere la percezione e
intercettare i desideri dei viaggiatori. Soprattutto se sono giovani (magari neodiciottenni
con 500 euro da spendere in visite culturali): il retweet di un amico, un post condiviso su
Facebook potrebbero attirarli più di qualsiasi altra operazione di marketing.
Reputazione online: ecco quanto sono social i musei italiani
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Il progetto del Mibact ottende una nuova volontà di dialogo e interazione coi visitatori e
un'apertura verso gli strumenti digitali che i viaggiatori contemporanei utilizzano in tutte le
fasi dell'esperienza culturale con lo scopo di comprenderne le esigenze e migliorarne
l'esperienza di visita generale e si inserisce all'interno della riforma per la creazione di un
"sistema museale nazionale" che è giunta alla sua seconda fase di attuazione e che si
snoda su quattro punti principali: il riconoscimento della natura di istituto dei musei e i
conseguenti livelli di autonomia tecnico-scientifica attribuiti a quelli statali, l'individuazione
di standard minimi cui essi devono attenersi, la creazione dei "poli museali regionali" e la
nascita della Direzione generale Musei. Ora si aggiunge un pizzico di coinvolgimento
digitale in più.